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196 opposizione ai maestri-educatori di Atene!. Questa differenza non & cosa da poco, anzi, é dawvero sostan- ziale nella costruzione di un rapporto di formazione e di evoluzione: nell’ insegnare (dal latino insignere, far segni addosso agli altri, ecc.) si nasconde un rapporto di chiara gerarchia fra-ehi é ritenuto il portatore attivo dell’intero “bagaglio” del sapere ¢ chi, invece, ¢ il ricevitore passivo; contrariamente, nell’educare (dal latino educere, estrarre, tirar fuori, far sbocciare, ecc.) si palesa il riconoscimento di un “seme”, di una esperienza, di un sapere che leducatore deve saper individuare, estrarre ¢ valorizzare nel giovane, Nell’insegnare non si riconosce una competenza al giovane, non lo si accoglie come uun portatore di pertinenti vissuti; cosa questa che, di conseguenza, imporra un rapporto umano altamente disciplinato e formale. Nel- Peducare, invece, il rapporto si presenta pi dialogico, meno ufficia- lizzato, pitt naturale ed umano. Insomma, la pratica dell’insegna- mento ¢ quella dell’educazione si distinguono in profondita, dal ‘momento che sono costrette ad operare sulla base di obiettivi, conte- nuti, metodi, mezzi¢ verifiche nettamente differenti, se non oppost ‘Questa diversa visione pedagogica del rapporto umano e forma- tivo, non pochi problemi ha creato alla nascita e alla evoluzione di una sana ¢ corretta pedagogia della musica, dal momento che molte confusioni ancora si creano nel tentare di dare risposta alle seguenti e apparentemente scontate domande: per le attivita musicali nella scuola primaria e secondaria, ¢ meglio operare in termini di insegna- mento 0 di educazione? quanto lesperienza umana in musica é da insegnare 0 da educare? quando in un progetto didattico musicale é il momento di educare o di insegnare musica? 2, Cultura musicale cotta 0 popolare? Allinterno delle esperienze musicali si possono delineare due chiare, ¢ forse pure contrastanti, dimensioni dell’essere e del pensa- re il suono e la musicesyna attinente alle logiche e ai compo, ti ai un pensicre’colto fr Valira aderente ai visuti in ime) * Clr. Rorra P., Storia della pedagogia, La Scuola, Brescia, 1953 197 fopotre’) na la prima dimensione troviamo una condotta alta- nivate sefézionatrice di pratiche e di repertori musicali (nom tutto il campo delle esperienze musicali dell’uomo sono ritenute musica), & che gerarchizza e organizza percorsi di studio fortemente standardiz- Zati, apparentemente tanto logici per quanto poco sensoriali e scar- samente motivanti (solfeggi, eserciziari, teorie € nozionismo storico, tecniche poco sorrette da considerazioni critiche che, a volte, rasen- tano pure lesasperazione). E in questo modo di approcciarsi al mondo musicale che si parla di disciplina, di arte dei suoni, di alfa- betizzazione precoce, di teoria prima della pratica, di repertori sto- rici, del genio musicale, della grande musica ¢ del belcanto. Il “che cosa”, il “come”, il “quando” e il ‘“perché” fare musica, in questa condotta colta, sono predeterminati, cioé definiti senza aleuna con- ione sulla dimensione globale umana di quanti poi dovranno_ awicinarsi allo stud Non é, quindi, tanto il problema di un repertorio selezionato secondo criteri estetici, comunque gia poco pertinenti ai progetti educativi aperti e democra- tici, @ piuttosto il mode, la strategia, il metodo con cui queste prati- che musicali colte vengono mostrate, proposte ¢ a volte pure impo- ste. Diversamente, nel modo di approcciare ¢ vivere l'esperienza musicale popolare ¢ quotidiana, non sono cosi sentite le logiche “FHoriche & gerarchizzamt, tutto é fortemente connesso al momenta- neo contesto socielesvicco i motivazion! per vivere tanto Latto globale umano quanto quello musicale specifico, Tut un clima che si basa sulla grande viv Aiditive, motorie, visive, emotive e di sinestesia in genere. Anche in ‘questo casgy-cid che cf intezessa, non sono tanto i divers sep musicali larga diffusione speciale qui coinvolt, ma quant ith le tattiche the-permettono“all’' uomo di avvicinarsi, appropri vivere tutto questo grande “‘bagaglio” di esperienze sonore e musi- cali. Questa diversita fra una cultura colta ¢ una popolare, o meglio 2 Come approfondimento di queste due dimensioni del vivere in musica si consialia Ia lettura del primo capitolo (Punti di vista, Livelli, Competenze comu- nie colte) presente in SrEFANt G., Capire la musica, Espresso strumenti, Milano, 1987, eo <<

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