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Alessandra Stefanini

SØREN KIERKEGAARD
Diario del seduttore
Cenni alla vita dell’autore
• Copenaghen, 5 maggio 1813 – Copenaghen, 11 novembre 1855
• Ultimo di sette fratelli, morti quando lui era ancora ventenne
• Le tragedie famigliari e l’educazione rigida e pietista ricevuta fecero di K. un uomo
introspettivo e depresso
• Il pietismo è una forma di religiosità protestante nata in polemica con il
luteranesimo. Le sue caratteristiche sono, attraverso l’abolizione di dogmi, la
pratica di un esercizio spirituale personale ed interiore, che faccia sì che “il piombo
dell’anima si trasformi del metallo prezioso che riflette la luce di Dio”.
• K. vive in un ambiente di grande pressione psicologica, infatti il padre, dopo gli
innumerevoli lutti precoci, ritiene di aver attirato su di sé una maledizione divina
per aver sedotto la cameriera, madre di Søren, poco dopo la morte della sua prima
moglie.
• K. cresce con l’idea che la maledizione paterna possa gravare anche sulla sua
futura famiglia. Questo lo porterà a lasciare, dopo un anno di fidanzamento, il suo
amore Regina Olsen. La ragazza si disse pronta a tutto pur di sposarlo, ma lui fece
di tutto per apparirle disgustoso.
• Un tale atteggiamento pare simile a quello del protagonista de “Diario del
seduttore”, Johannes. Si dice infatti che K. abbia scritto qualche aneddoto sulla sua
vicenda personale all’interno di questa parte del suo celebre “Aut Aut”.
Diario del seduttore
“Un uomo si aggira per le strade di Copenhagen. E’ un osservatore tutto particolare. Il mondo è uno
spettacolo, per lui. Guarda, fantastica, specula, sempre in cerca di un’occasione, anche minima, di
godimento estetico.”
Introduzione al romanzo

Johannes non è un seduttore qualunque. I comuni seduttori si limitano ad attirare a


loro la preda, per poi consumarla il più velocemente possibile e passare ad un
nuovo oggetto di interesse.
Johannes invece è un esteta, ovvero un cultore del Bello. Pertanto è un osservatore.
Lui scruta la donna, non gli basta che sia di bella fisionomia, deve essere bella nei
movimenti, nel portamento, deve sapere stare armoniosamente nel mondo.

“Attenta mia bella sconosciuta” Attenta! Scendere da una carrozza non è poi tanto facile, a volte è un
passo importante![…] I predellini delle carrozze molto spesso sono sistemati malissimo. Si deve
lasciar perdere ogni grazia e saltare disperatamente nelle braccia del cocchiere. […] Ma per
carità, non saltate, vi prego! Ora è buio, non voglio disturbarvi. Mi nasconderò dietro un
lampione, così non mi potrete vedere. Si è in imbarazzo solo e sempre se si viene visti e d’altronde
si viene visti solo se si vede … allora, per sollecitudine verso il domestico, che potrebbe non
resistere a un salto del genere, per sollecitudine verso l’abito di seta e le frange di trine, per
sollecitudine verso di me, lasciate che questo piedino così grazioso e minuti di arrischi nel mondo”

“Chi potrebbe essere tanto crudele da lasciarvi fluttuare in questa posizione, chi tanto contrario alle
leggi della bellezza, tanto pigro ad assecondare la rivelazione del bello? […] Su allora, come
accresce la vostra bellezza quest’ansia!”
Diario, 4 Aprile
Johannes così vede per la prima volta Cordelia, la protagonista della storia.

L’uomo è attento ad ogni particolare e sa apprezzare anche le sfumature espressive del


volto della giovane “come accresce la vostra bellezza quest’ansia!”.
Si diverte ad osservare il mondo e chi ne fa parte, come un burattinaio che guarda le sue
creazioni muoversi sulla scena.
Essendo che la donna deve sapersi muovere con leggiadria nel mondo, grande rilevanza
hanno anche gli elementi della natura, soprattutto il vento che rende la donna più
bella nell’affanno.

“Ecco, si avvicina una giovane donna elegante e distinta. Già, oggi è Domenica. Soffiate su di lei un
pochettino, avvolgetela nelle vostre dolci spire, abbracciatela innocentemente! Ah, le sue
guance di arrossano, il colore delle labbra si fa più intenso, il seno si solleva … ragazza mia, non
è un piacere beato, indescrivibile. Respirare quest’aria così fresca?”

“Ogni ragazza dovrebbe innamorarsi dello zefiro, perché non c’è uomo che sappia, come questo
venticello, aumentarne la bellezza lottando con lei”

“L’amore gode di un’assistenza superiore, ecco perché l’uomo ha il vento favorevole…Non ho


disposto ogni cosa nel modo più giusto? Avendo il vento alle spalle, facilmente si può
precedere la persona amata; avendo il vento contro, si è costretti a un piacevole movimento, e
così ci si aggrappa all’amata, mentre i soffi rendono più vivi, più attraenti, più seducenti,
raffreddano il frutto delle labbra, che è meglio gustare freddo, giacché è così ardente che,
come lo champagne, riscalda mentre rinfresca”
Diario, 7 Giugno
Etica ed Estetica
Nel 1845 Kierkegaard scrive GLI STADI DEL CAMMINO DELLA VITA.

In questo testo distingue tre condizioni o possibilità esistenziali fondamentali, alle


quali egli dà il nome di "stadi", poiché possono essere considerati come momenti
successivi dello sviluppo individuale. Il “salto” da uno stadio all’altro può avvenire
soltanto con la libera scelta del singolo.

Gli stadi sono:

• Estetico
• Etico
• Religioso

Nel “Diario” importanti sono i primi due.


Stadio Estetico
Lo stadio estetico è quello in cui l'uomo manifesta indifferenza nei confronti dei principi e dei
valori morali. L'esteta non crede nelle leggi etiche tradizionali. Ritiene invece fondamentali
e primari i valori della bellezza e del piacere e a essi subordina tutti gli altri valori .
L’esteta è teso solo al soddisfacimento di sempre nuovi desideri e considera il mondo come
uno spettacolo da godere. La sua vita è una successione ininterrotta di istanti.

Passa la sua vita nella disperata ricerca del nuovo e del rifiuto della ripetizione, considerata
come principio di noia. Il suo unico compito è la ricerca dell'eccezionalità, nella volontà di
diversificarsi da tutti gli altri individui, così come da tutte le proprie esperienza passate.

Il tipo dell'esteta è per Kierkegaard il seduttore. Infatti anche nell’amore l’esteta vede non
l’unicità dell’essere innamorati di una sola persona per sempre, ma l’opportunità di poter
provare tutti i tipi di amore in tutte le esperienze possibili.

“Io sono un esteta, un artista dell’amore: di esso ha compreso il carattere e l’essenza, in esso crede.
Io conosco in profondità l’amore, e al riguardo ho una mia personale opinione: una storia deve
durare al massimo sei mesi ed ogni relazione deve cessare nel momento in cui si esaurisce il
piacere che se ne ricava.”
“Sono innamorato, senza dubbio, ma non in modo ordinario. […] Ci si innamora così soltanto una
volta nella vita. Tuttavia il dio dell’amore è cieco, e usando accortezza lo si può anche ingannare.
Essere il quanto più possibile percettivi rispetto alle emozioni, sapere quale impressione si
faccia su una ragazza e quale se ne riceva: tutto ciò è un’arte. In questo modo si possono
amare anche più ragazze in una volta, giacché verso ognuna la qualità dell’amore è differente.
Amarne una sola è troppo poco, amarle tutte è superficialità. Conoscere se stessi e amarne il più
possibile, far sì che la proprio anima nasconda in sé tutte le potente dell’amore, cosicché
ognuna trovi il suo nutrimento particolare, mentre la coscienza abbraccia il tutto: questo è
godimento, questo è vivere.”
Stadio Etico
Consapevole della disperazione connessa alla vita estetica, l'uomo può decidere di
cambiare tipo di esistenza, optando per la vita etica. Nello stadio etico, l'uomo vive
conformemente a ideali morali e si assume delle responsabilità.
Sceglie fra il bene e il male e accetta i compiti seri della famiglia, del lavoro,
dell'impegno nella società e affronta i sacrifici necessari per restare fedele a tali
impegni.
Per Kierkegaard, incarnazione dello stadio etico è il marito, ovvero colui che ha scelto
una sola donna ed ha deciso di far fede ai compiti che l’unione matrimoniale impone.
Egli conferma in ogni momento la sua decisione, tornando a scegliere in ogni istante ciò
che ha già scelto per sempre. L'uomo etico, a differenza dell'esteta, non teme dunque
la ripetizione come causa della noia, anzi la ama, vedendo in essa una continua
riconferma della sua decisione iniziale.
Il protagonista del romanzo, Johannes, è però contrario ad un modo di vivere eticamente
corretto, infatti:
“Il lato brutto del fidanzamento è la sua sostanza morale. L’etica è davvero noiosa, nella scienza
come nella vita. Che differenza! Sotto il cielo dell’estetica tutto è bello, fugace, leggero; se si
mette in mezzo l’etica, tutto diventa rigido, ostico, infinitamente noioso”.
I personaggi
• Johannes: Rappresenta il Don Giovanni dell’opera di Mozart, che è la figura che
incarna la sensualità, l’erotico. Le sue gesta sono, secondo Kierkegaard, non a
caso immortalate con la musica, che è la più sensuale delle arti, perché si
rivolge direttamente ai sensi, senza passare attraverso il concetto, la parola.
Johannes non è un volgare seduttore, che fa cadere fra le sue braccia le donne
grazie ai suoi modi affabili e alle lusinghe. La sua caratteristica sta nel saper
rapire l’anima della ragazza, così che ella diventi a tal punto sua da non sentirsi
quasi più padrona di sé stessa.
“Johannes,non ti chiamo mio,non lo sei mai stato,io lo so bene,e ho pagato molto duramente la
felicità che questa idea un tempo mi dava. Tuttavia ti chiamo mio,mio seduttore,mio
ingannatore,mio nemico,mio assassino,origine della mia sventura,tomba della mia gioia,abisso del
mio tormento. Ti chiamo mio e mi chiamo tua: ora possano le mie parole suonare come una
maledizione su di te,per tutta l’eternità,queste parole che un tempo lusingavano le tue superbe
orecchie,quando davanti a me ti prostravi adorante. No,non rallegrarti,non credere che io voglia
suscitare il tuo scherno perseguitandoti o armandoti di un pugnale! Fuggi dove vuoi,io rimango tua.
Giungi fino al confine del mondo,io sono tua. Ama pure centinaia di altre donne,io sono tua.
Tua,fino al momento della morte. Le mie parole cosi ostili a te non fanno che confermarlo,io sono
tua. Hai osato ingannarmi fino al punto di diventare tutto per me,e io non desideravo altra gioia
che quella di poter essere tua schiava. Io sono tua,tua,tua,sono la tua maledizione.
Tua Cordelia.”
• Cordelia: Il suo nome è come quello della più giovane, bella e corteggiata delle
figlie del re Lear di William Shakespeare.
“Cordelia, dunque si chiama Cordelia! […] Che nome meraviglioso! Si chiamava così anche la terza figlia
di Re Lear, quella bellissima fanciulla il cui cuore non abitava le sue labbra. Labbra che restavano mute
mentre il cuore palpitava. Così è pure la mia Cordelia! Le assomiglia, ne sono sicuro, sebbene il suo cuore
abiti di certo le sue labbra, ma non sotto forma di parole, in un modo più tenero: come baci”.
Cordelia è una ragazza di diciassette anni, “altera, disinteressata” “parla
pochissimo” “ha fantasia, anima, passione” “E’ una ragazza non comune: calma,
modesta, senza pretese eppure provvista inconsciamente di grandi aspirazioni”.

• Edvard: E’ lo specchio etico e rivale di Johannes. Figlio di un mercante, è


innamorato pazzo di Cordelia. “E’ un bel giovane, un po’ timido, il che non credo gli
nuoccia agli occhi di lei”.
Johannes racconta che quando Edvard sa che vedrà Cordelia si prepara di tutto
punto, ma ciò contribuisce soltanto a renderlo maggiormente impacciato.
Approfitterà della disperazione amorosa del ragazzo per diventargli amico ed
avvicinarsi così alla ragazza, lo aiuterà e consiglierà fino a quando si renderà conto
che sta divenendo troppo pericoloso. A quel punto chiederà a Cordelia di
fidanzarsi, provocando l’ira del povero Edvard.
“Edvard non può lamentarsi di me. Certo, desidero che Cordelia ne sia in qualche modo attratta, che per
mezzo suo poi giunga a disprezzare l’amore comune e si spinga così oltre i propri limiti”
“Quanto più riuscirò ad innalzarlo, tanto meglio sarà: perché egli è comunque destinato a cadere, e
allora Cordelia potrà acquisire maggiore consapevolezza di ciò che detesta, assieme al presentimento
fortissimo di ciò che davvero desidera con tutto il cuore”.
“Cordelia teme una dichiarazione d’amore da parte di Edvard, e lui spera che una dichiarazione possa
finalmente definire tutto. Può anche esserne sicuro! Tuttavia, io gli eviterò le conseguenze di una simile
iniziativa, battendolo sul tempo. Spero di liberarmene al più presto, ormai mi è solo di ostacolo”.
La seduzione
L’incontro
Johannes vede Cordelia per la prima volta il 4 Aprile, mentre è intenta a scendere
dalla sua carrozza. Ne rimane attratto, affascinato e si posiziona dietro ad un
lampione per guardarla senza essere visto e solo all’ultimo momento appare,
dentro al suo mantello, e le manda un’occhiata in tralice che ella incontra.

La ragazza sta andando a fare acquisti in una bigiotteria e Johannes si appresta a


seguirla e mentre lei è di spalle e non lo scorge, l’uomo la osserva da uno specchio
che è d’innanzi a lei “Alla parete opposta c’è uno specchio, ed ella non ci bada, ma lo
specchio bada a lei. […] Com’è bella! Che tormento, povero specchio! Per fortuna non conosci
la gelosia”.

Johannes non cerca subito di sapere ove ella abiti o dove poterla conoscere al più
presto personalmente, come farebbe un comune seduttore smanioso di
consumare al più presto il suo nuovo oggetto del desiderio. Egli infatti spera in un
nuovo incontro e spera che, con un’altra occhiata in tralice, lei possa in qualche
modo riconoscerlo e quando avrà “i luoghi e le circostanze sorprendenti” allora sarà il
momento di fare la sua conoscenza.
La vedrà poi più volte per Copenaghen prima di scoprire il suo nome e come
rintracciarla.
La conoscenza
Johannes scopre il nome della ragazza il 19 Maggio quando la vede a passaggio con
delle amiche che la chiamano a voce alta; le tre ragazze stavano entrando in una
casa in riva al lago.

Il 20 Maggio l’uomo raccogliendo informazioni sulla casa in cui la vide scomparire


scopre che lì vi abita una vedova con tre figlie, di cui la ragazza è amica.
Scopre così che si tratta di Cordelia Wahl, che, orfana, vive con la zia in una casa sui
bastioni ed arriva a scorgere quale sia la sua casa.

Vengono presentati il 22 Maggio, a casa della signora Jansen, la vedova madre delle
ragazze.

L’uomo inizierà però a frequentarla assiduamente quando riuscirà ad introdursi in


casa sua, dopo che il 5 Giugno fa la conoscenza di Edvard, figlio di un mercante,
innamorato di lei e di cui Johannes diventa amico.
Da questo momento avrà liberò accesso alla casa di Cordelia e, dopo aver colpito la
zia per le sue grandi conoscenze in innumerevoli campi, sarà sempre ospite gradito.
La strategia
Johannes cambia spesso strategia con Cordelia, sperando di coglierla di sorpresa
e con lo scopo di generare il lei continui e contrastanti sentimenti, così se si
senta attratta e allo stesso tempo voglia allontanarsi dalla fonte di questi suoi
contrasti emotivi.
A tale scopo il seduttore inizialmente la vede ma non le rivolge parola, la tratta
con il minimo della gentilezza cavalleresca e cerca quasi di farla sentire piccola
ed incompetente mentre lui dialoga con la zia.

“Presto Cordelia giungerà a odiarmi, voglio sperare. Recito alla perfezione la parte dello
scapolo impenitente. Non faccio che parlare delle mie aspirazioni […]. Di un vecchio
scapolo si può anche ridere o magari provare un po’ di commiserazione, ma un uomo
giovane, che pure dimostra di aver spirito, con un comportamento simile sicuramente
indigna una ragazza. Tutto il significato, la bellezza, la poesia del suo sesso, infatti,
vengono in tal modo distrutti. “
La strategia
L’interessante
Per Kierkegaard vi sono vari tipi di esteta:
• Don Giovanni rappresenta il potere e il piacere della seduzione immediata, che allinea
le proprie conquiste l'una accanto all'altra come un'indefinita successione di istanti.
• Faust incarna il gioco della conoscenza; il patto demoniaco con Mefistofele costringe
Faust alla ricerca continua della conoscenza assoluta, e quindi a dubitare di tutto. Faust
è seduttore, ma di una sola donna, Margherita, poiché nel potere assoluto sopra una
donna, che egli conquista grazie alla sua superiorità intellettuale, egli trova "un
momento di presente di fronte al nulla che il suo scetticismo gli pone costantemente
davanti.
• Johannes rappresenta la seduzione estetica, Johannes non gode del possesso, ma della
rappresentazione della conquista; anzi, evita il possesso, perché la riuscita della
seduzione mette fine al piacere, implica in qualche modo l'impegnarsi con la realtà,
mentre ciò che interessa è l'idea, l'immaginazione. La categoria estetica in cui Johannes
vive è quella dell'interessante: è una categoria della riflessione, perché in essa il
soggetto non guarda ai contenuti ma ai modi, non vive e non gode delle cose ma della
loro anticipazione e del loro ricordo. “Questa è sempre stata la legge dell’interessante e
questa è dunque la legge che ispira ogni mia mossa nei confronti di Cordelia!”.

“Ci sono uomini virtuosi di giorno e dissoluti di notte: io di giorno simulo, e la notte bramo.
Se lei mi vedesse là, se potesse scrutare nella mia anima, se lei potesse!
Se questa ragazza ci conoscesse davvero, dovrebbe ammettere che sono io l’uomo per
lei. E’ troppo impulsiva, troppo sensibile per poter essere felice nel matrimonio.
Arrendersi a un seduttore qualsiasi per lei sarebbe troppo poco. Cedendo a me, invece,
ella preserverebbe dal naufragio l’interessante.”
Cambio di strategia

Se inizialmente Johannes cercava di attirare l’attenzione di Cordelia mostrandosi


distaccato, freddo e offendendo quasi la sua femminilità non badando a lei,
decide d’un tratto di cambiare strategia, facilitando la sorpresa.

“Per dare un’idea del mio cambio di strategia dirò: ho sistemato la mia sedia in modo da
volgere verso di lei il fianco. Mi dedico di più a lei, le parlo, e lei mi replica. La sua
anima è appassionata”

“Lei è così lontana dal vedere in me un innamorato, che la nostra è ormai divenuta una
relazione fra intelligenze vivaci. Mi prende la mano, la stringe, sorride e mi mostra una
certa attenzione.[…] Io le faccio un cenno di saluto con la mano, le mando un bacio
sulla punta delle dita, divengo a lei invisibile, udibile appena nell’eco delle parole alate
[…]. Ma è solo un momento: un attimo dopo eccomi di nuovo freddo e secco.”
Lo scopo
“Deve diventare forte in se stessa, prima di potersi appoggiare a me. […] Non voglio che si senta
debitrice nei miei riguardi: dev’essere libera, perché solo nella libertà è l’amore, solo nella libertà
c’è diletto e gioia […].
Sebbene io stia lavorando affinché ella entri in mio possesso quasi per necessità naturale,
desidero in ogni caso che si senta attratta come uno spirito che graviti verso un altro spirito,
non come corpo morto che cade”

Qui sta la chiave della seduzione di Johannes: a differenza del Don Giovanni
Mozartiano, lui non vuole possedere fisicamente Cordelia, ma vuole che lo spirito
della ragazza si senta legato indissolubilmente al suo. Questo è ciò che porterà
Cordelia a scrivere quella lettera, ove dice “Fuggi dove vuoi, io rimango tua, giungi fino
ai confini del mondo, io sono tua, ama pure centinaia di altre donne, io sono tua, tua, fino al
momento della morte”.

“Cordelia mi odia e mi teme. Cosa teme una ragazza? Lo spirito. Perché? Perché lo spirito
rappresenta la negazione di tutto il suo essere femminile. […] Come donna, mi odia. Come donna
di spirito, mi teme. Ma come donna intelligente, mi ama. Sono dunque riuscito a provocare
questo contrasto nella sua anima. La mia fierezza, la mia arroganza, il mio freddo distacco, la
mia spietata ironia l’attraggono, ma non fino al punto da farle provare amore. […]
Caso mai, con me, è pronta a combattere”

“Non desidero per nulla possederla esteriormente, bensì goderne in senso artistico[…] Mia
amabile Cordelia, se t’inganno è per qualcosa di bello”
L’abbandono
Appena dopo l’ufficializzazione del fidanzamento, Johannes comincia a pensare a come
esso si potrà rompere quando i tempi saranno maturi, perché questo avvenga nel
migliore dei modi.
“Due cose devo fare adesso. Da una parte disporre ogni cosa in modo da poter rompere il
fidanzamento quando voglio, in cambio assicurandomi un rapporto più bello e significativo
con Cordelia. Dall’altra, sfruttare il tempo nella maniera migliore possibile, per godere della
grazia e dell’amabilità di cui la natura l’ha tanta generosamente dotata”
“Dopo averle dunque insegnato che cosa significhi amare e cosa significhi amare me, allora si
potrà rompere il fidanzamento, cosiderandolo una forma imperfetta ed ella sarà davvero
mia”.

A tale fine decide di provocare in Cordelia il “disgusto per l’istituzione del


fidanzamento” (ricorda un po’ la vita privata di Kierkegaard e Regina Olsen)
“Se volessi far nascere in una ragazza il disgusto di essere fidanzata, non dovrei far altro che
portala qui, da mio zio. E’ la più terribile compagnia in cui si possa cadere”.

Ma lo scopo ultimo dell’esteta è di godere il momento. Per fare questo deve attirare la
sua preda per poi abbandonarla, avendola così ingannata.
“In genere, a ogni ragazza che a me si affida io posso garantire un perfetto trattamento estetico;
soltanto che finirà con l’essere ingannata. Ma questo fa parte dell’estetica, dal momento che
o l’uomo inganna la donna, o la donna l’uomo”
Conclusione
“Dietro ogni relazione c’è il nulla”

Il messaggio, che emerge alla fine del libro, è che conta più l’apparenza che la
sostanza. Il seduttore si nutre dell’immagine e dell’apparenza, con quale può
vivere in modo sleale e secondo valori privi di significato.
L’importante è dunque mostrarsi fermi, determinati, decisi poiché a nessuno
interessa quello che si è veramente e, di conseguenza, al singolo non importa
di mostrare la propria essenza, anzi, Johannes gioca con Cordelia e non le
rileva mai chi veramente lui sia.

“Va, disprezza la fedeltà; il pentimento vien dopo.”

Carpe diem è l’aforisma del seduttore, che gode del momento con
spregiudicatezza e senza alcun valore morale.
Gode della bellezza del fiore colto in quel momento, fino a quando la noia lo
porterà a cercarne uno nuovo in un altro campo.

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