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FILOSOFICA
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Gentili lettori, il testo inedito di Hans-Georg Gadamer che presentiamo in questo numero, tratto da una serie memorabile di lezioni su I presocratici e linizio della filosofia occidentale, che egli tenne nel gennaio del 1988 presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, non pone semplicemente la domanda sugli inizi della filosofia greca; esso mette in discussione il senso stesso, il destino della cultura occidentale in un momento, come quello che stiamo vivendo, di particolare sviluppo, e anche per certi aspetti dinvoluzione e irrigidimento, in cui da ogni parte, nonostante la contraddittoriet degli eventi, viene auspicato lincontro con culture e tradizioni diverse, che non hanno la loro origine nel pensiero greco. Se, a distanza di anni, tornando sullo stesso tema, Gadamer pu esordire provocatoriamente nella sua esposizione, affermando che lunico approccio scientifico nellinterpretazione dei presocratici cominciare da Platone e Aristotele, perch egli ha ben chiaro che non si pu parlare di principio, dinizio, se non a partire dal punto di arrivo, dallesito a cui giunge il suo sviluppo. E dunque interrogandoci sulla fine che si pu comprendere linizio. Il destino della nostra civilt resta intimamente legato a questa dialettica. Ma con questo ci troviamo gi allinterno di uno dei nodi fondamentali della conoscenza ermeneutica in quanto coscienza della determinazione storica. Non sar dunque inopportuno riprendere qui le parole stesse, e la rinnovata passione, con cui Gadamer, in apertura delle sue lezioni traccia nuovamente i contorni di questa dottrina. La mia prospettiva di ricerca e di interpretazione, io la chiamo Wirkungsgeschichte, storia degli effetti o delle determinazioni, e Wirkungsgeschichtliches Bewusstsein, coscienza della determianzione storica. Ci significa innanzitutto che non vero che studiare un testo o una tradizione dipenda da una nostra scelta. Questa libert, questa presa di distanza dalloggetto studiato non esiste.

Noi stessi siamo nel flusso della tradizione; non ci troviamo a quella distanza sovrana nella quale si collocano le scienze naturali per sperimentare e teorizzare. E vero che nella scienza contemporanea, ad esempio nella fisica dei quanta, il soggetto pu avere una funzione diversa da quella di puro osservatore oggettivante; ma tutta unaltra cosa essere nel flusso della tradizione, essere condizionati e, essendo condizionati, riconoscere laltro. Questa dialettica riguarda non solo la tradizione culturale, la filosofia, ma anche le scienze morali. Anche qui, infatti, noi non troviamo lesperto che dallesterno studia le norme, ma un uomo gi formato da queste norme, un uomo che gi in una societ, in unepoca, in un complesso di pregiudizi, in una visione del mondo. Tutto questo gi operante e produttivo nel rivolgersi a una questione, nellinterpretare una dottrina. Il concetto di Wirkung ambiguo e per certi aspetti un attributo di storia; ma in qualche senso anche attributo di coscienza. La coscienza condizionata dalle determinazioni storiche. Noi non siamo osservatori a distanza della storia, in quanto enti storici noi siamo sempre nella storia che tentiamo di comprendere. Sta qui la irriducibile specificit di questo tipo di conoscenza. Per questa ragione mi sembra del tutto erroneo affermare che la distinzione tra scienze naturali e scienze morali non sarebbe pi tanto importante, come credeva lOttocento, e che anzi sarebbe superata perch le stesse scienze naturali non parlano pi di una natura senza evoluzione, senza storia, cosicch anche luomo avrebbe il suo posto nella lunga storia delluniverso e le scienze morali e dello spirito sarebbero una parte delle scienze naturali. Tutto questo falso, non una interpretazione corretta della storicit dellente umano. Questultimo non si pu osservare da un punto di vista fisso, non pu essere ridotto ad oggetto di una teoria evoluzionistica. Lesperienza dellincontro delluomo con se stesso nella storia, questa forma di dialogo, questa forma di comunicazione delluno con gli altri, completamente differente dalla teoria della natura e anche della teoria dellevoluzione delluniverso.

SOMMARIO

INEDITO 5 I presocratici e l'inizio della filosofia occidentale. Il terreno solido in Platone eAristotele.

33 Lantropologia filosofica di Humboldt 33 Lantropologia filosofica di Plessner 34 Max Weber: politica e scienza come professione 35 Francis Bacon: ministro della conoscenza

SCHEDA 13 L'Universit di San Marino

36 Lestetica dellesperienza 36 Le prefazioni di Nietzsche

AUTORI E IDEE 15 Se Dio non vince 15 Manuale di metafisica e ontologia 16 Una storia della ragione 16 Il male politico 17 Unarcheologia dello sguardo 18 Oltre Heidegger, letica: Ernst Tugendhat 18 Critica mitologica della ragione 19 Genesi e critica della modernit 20 Il moderno e il suo diritto 21 Irigaray: cultura della differenza 21 Il bivio e la convergenza

37 NOTIZIARIO

CONVEGNI E SEMINARI 39 Limmagine delluomo 40 Conferenze di Chieti 41 Arte e modernit 43 Lattualit dellEstetico 44 Razionalit e cultura 45 Razionalit dellermeneutica 46 Il problema della verit storica 48 Contemporaneit della filosofia 48 Nodi della volont 50 Mito e polarit

TENDENZE E DIBATTITI 23 Riflessioni di Hegel 24 Confronti con Heidegger 25 Nolte, Heidegger e il nazismo 25 Attualit del marxismo 27 Teologia, diritto, politica 28 Spinoza, nomade e sovversivo 28 Politica e filosofia 29 Terrorismo e responsabilit collettiva

50 Retorica della scienza 51 Percorsi della modernit 53 Filosofie della storia nel Settecento 53 Attualit dellantropologia filosofica 54 Primo piano: lezioni italiane

59 CALENDARIO

DIDATTICA 61 Prospettive di metodologia filosofica

PROSPETTIVE DI RICERCA 31 Montaigne, 400 anni dopo 31 Filosofia della rivelazione 32 Moralisti francesi del XVII secolo 32 Categorie dei segni

62 Convegni

63 RASSEGNA DELLE RIVISTE

68 NOVITA IN LIBRERIA

INEDITO

Hans-Georg Gadamer (foto di E. Barbieri, Napoli)

ellaffrontare questo tema, la prima questione possa essere di provenienza platonica, forse sofistica, o veramente importante che ci si presenta quella forse socratica; non pu essere per del VI secolo, poich dei testi. Ritengo che i primi veri testi concer- in quellepoca non cerano n libri, n titoli, ma unaltra nenti i presocratici e linizio della filosofia occidentale forma di letteratura. E chiaro allora che il titolo periv sono quelli di Platone e Aristotele. Dobbiamo infatti fuvsew non dei primi pensatori greci, ma stato considerare che una raccolta di frammenti dei presocra- composto successivamente, in una visione retrospettiva tici o di testimonianze su di essi, per quanto sia un lavoro della storia dei presocratici. Tutto questo, oggi, non pi meritorio, non ha quasi alcun valore di fronte alle possi- oggetto di discussione ed accettato unanimamente dagli bilit di comprendere che ci sono offerte da un testo studiosi, mentre la mia tesi che il concetto di fuvsi" autentico nella sua interezza. E noto, infatti, che con la non esisteva ancora nel VI secolo, nemmeno in Eraclito, tecnica della citazione si pu provare qualsiasi cosa e il appare come un problema diverso e continua ad essere suo contrario, poich anche la citazione pi fedele e oggetto di discussione. letterale, in quanto separata da un contesto, finisce per Resta comunque il fatto che tutti i passi commentati da dire qualcosa di differente dalloriginale. Citare inter- Simplicio, scelti in funzione dei testi che aveva tra le pretare, anche solo per la forma in cui viene presentato il mani, sono gi predeterminati dallo scopo di dimostrare testo. Ora, tutti i frammenti contenuti nelle raccolte come Aristotele sostenesse essenzialmente la tesi che la dedicate ai presocratici sono citazioni isolate, che non ci fuvsi" la prima manifestazione dellessere - una tesi, sono pervenute nella forma di un testo definito e compiu- vorrei qui aggiungere con piena consapevolezza, che to, ma attraverso Platone e dimostra come la meta-fiAristotele, il Peripato, gli sica sia solo unappendice stoici, gli scettici, i Padri marginale della Fisica; se della Chiesa: una enorme lo si dimentica non si potr quantit di autori, che citamai capire Aristotele, e neno e descrivono dottrine per anche luso che la Chiesa scopi completamente diverha fatto della Metafisica arisi. E dunque necessario, stotelica per fondare il conper prima cosa, individuacetto di divino come ente: re un testo in cui il pensiero un uso che ha impedito alIl terreno solido in Platone e Aristodei presocratici sia reso in laverroismo di essere tele forma coerente. lunica soluzione al problema. Tuttavia, nonostante Lunico testo che si riferidi Hans-Georg Gadamer questa predeterminaziosca al pensiero presocratine del testo, tutte le altre co nel suo complesso il con un intervista allautore fonti e tradizioni risultano commentario di Simplicio, di Luigi Lorusso secondarie rispetto a Simcontenuto nella Fisica di plicio. Aristotele. E il testo pi Ma c un altro punto deciesteso che ci sia pervenuto sivo da tener presente quanriguardante i presocratici, do ci si avvicina ai presoopera di uno studioso ellecratici. Gli schemi dinternistico che era anche un a cura di Riccardo Ruschi pretazione, ormai consolieccellente interprete. Ma questo testo collocato nellambito di un commentario dati nella nostra mentalit, sono essenzialmente due: una ad Aristotele e, in particolare, alla Fisica. Dobbiamo linterpretazione aristotelica, come ci perviene dalla chiederci, perci, che cosa poteva significare fuvsi" descrizione di Simplicio, contenuta nel primo libro della nel VI e nel V secolo? Sono certo che questo termine gi Metafisica e nel primo libro della Fisica; laltra linterpresente nel VI secolo, ma il suo concetto si forma pi pretazione hegeliana. Entrambe queste interpretazioni tardi, in opposizione a tevcnh. Senza il concetto di sono cos radicate in noi che sarebbe illusorio pensare di tevcnh non c quello di fuvsi". Ed in tal senso che potersene liberare completamente. Nel rapporto tra Parquesto concetto viene usato da Aristotele per affermare menide ed Eraclito, ad esempio, il problema speculativo che il matematico Platone non ha colto lessenza della deriva dal prevalere di pregiudizi di tipo hegeliano, ma fuvsi". Aristotele un fisico e fuvsi" il per lui il anche, in una qualche misura, di tipo platonico e aristoconcetto decisivo nella discussione dei suoi predecesso- telico. Non si pu dunque non essere consapevoli che ri. In questo sta limportanza del primo libro della Fisica, tutta la ricerca storica sulla fisolofia greca si sviluppa nel al quale Simplicio ha aggiunto un commentario molto quadro della dissoluzione della metafisica idealistica, hegeliana, e che questa idea di dissoluzione presente, in ricco. Questa tesi, tuttavia, ancora oggetto di dibattito e non modo pi o meno esplicito, in tutti gli storici dellOttoappare con evidenza. Vorrei riferirmi invece al Fedone cento. Inoltre, da questo punto di vista appare chiara la platonico, e precisamente al fatto che qui Socrate, descri- debolezza della vulgata, della tradizione secondo la quavendo le sue esperienze con i sapienti dellepoca, usa le tutte le storie della filosofia cominciano con Talete e la lespressione periv fuvsew per dare un titolo alle scuola di Mileto. Che cosa poteva essere una scuola loro opere. Non c dubbio che luso di questo titolo nel VI secolo in una citt come Mileto? Nessuno sapreb-

I presocratici e linizio della filosofia occidentale

INEDITO be rispondere a questa domanda. E che significato ha la la storia del mondo. tradizionale sequenza Talete-Anassimandro-Anassime- Tutto questo non pu essere certamente scambiato con ne, se poi ci troviamo di fronte al noto problema di come una teologia, nel senso della tradizione cristiana. Da sia possibile, dopo la profondit speculativa di un Anas- questo punto di vista suona errato, ad esempio, il titolo del simandro che parlava dellinfinito indeterminato, am- libro, peraltro di grande valore, di Werner Jaeger: La mettere il regresso allaria come sostanza prima? La teologia dei primi pensatori greci. Qui il termine teoloverit che questo modo di formulare problemi debole gia viene usato in modo equivoco. Jaeger un autore di poich poggia non su dati storici, ma su una costruzione grande ricchezza culturale e scientifica, ma in questo intellettuale. E infatti frutto delle ricostruzioni di Apol- libro non stato cos accorto come in Paideia, dove lodoro e di altri che Anassimandro sia stato un seguace di linteresse per i sofisti gli aveva evitato di teologizzare la Talete e che Anassimene lo sia stato di Anassimandro. Se tradizione presocratica. E interessante, a questo propopure possibile che una di queste costruzioni sia giusta, sito, confrontare le parti dei due libri dedicate a Senofane. sarebbe tuttavia un gioco dazzardo volerlo affermare In Paideia Senofane trattato in un modo che mi sembra con certezza. del tutto adeguato; nel nuovo libro, Jaeger modifica inveMa c un altro elemento che ce la sua interpretazione dei potrebbe essere assunto come versi di Senofane sul dio che punto di partenza, e cio il immobile, ecc. Credo che fondamento religioso delJaeger fosse nel giusto quanlinizio della filosofia in Gredo affermava che tutta quecia. Questo fondamento sta descrizione per immagini implicito nella nota formula: di Senofane tipica di un dal mito al logos; altra forrapsodo, non di un teologo. mula usuale per interpretare Da qui la mia piccola critica la storia dei presocratici. Ma marginale ad un maestro delche cosa, in questo caso, si la ricerca in questo campo. deve intendere con mito? Ma entriamo ora nel merito NellOttocento era chiaro: si del nostro discorso, interpretrattava della religione ometando le pi importanti testirica. Ma quella omerica non monianze sulla filosofia preera certo una religione; la socratica presenti in Platone teologia omerica era in ree Aristotele. Cominciamo alt linvenzione, la visione con Platone e, pi precisadi un grande poeta che collemente, con il Fedone (96 e gava, componeva, interpresgg). Qui, com noto, Sotava una enorme ricchezza di crate traccia la sua autobiomiti locali, provenienti da grafia scientifica e filosofiambienti diversi del mondo ca. Prima di procedere allingreco. Di certo era la compoterpretazione di questo testo sizione di un poeta, e questo tuttavia opportuno sottolipoeta apparteneva al IX seneare ancora una volta lercolo, vale a dire a unepoca rore che si commette quando di almeno due secoli antecesi fa riferimento a un framdente rispetto alle notizie che mento isolato. Il testo al quaci giungono su Talete. Lalle ci riferiamo, infatti, solatro poeta, al quale si fa riferimente un capitolo di un tutto, mento quando si parla della Pitagora di un intero. In effetti tutto il religione in Grecia in questo dialogo del Fedone, nella sua periodo, naturalmente Esiodo con la sua Teogonia. Ora vero che entrambi questi interezza, testo nel quale possibile, anche se in modo poeti sono citati da Aristotele come i primi che abbiano non facile, individuare la questione alla quale Platone svolto considerazioni sulla divinit, ma Aristotele non cerca di dare una risposta. intendeva parlare di una religione, bens voleva dimo- Il Fedone uno dei dialoghi platonici pi noti. Nietzsche strare che pensieri logici e concetti filosofici latenti ha fatto notare come la figura di Socrate in punto di morte, esistono gi nella concezione della nascita della famiglia che in esso viene delineata, divenne il nuovo ideale, al degli dei e dellordine delluniverso. Perci lo schema posto di Omero, della migliore giovent greca. In questo tradizionale dal mito al logos mi pare molto dubbio. c senzaltro qualcosa di vero. E ben noto infatti che il Forse il mito, nel caso della mitologia omerica, pi dialogo si apre con alcuni motivi omerici, e precisamente lovgo" che mu`qo". E infatti una cosa di unumanit con il motivo della morte e del che cosa ci sia al di l di affascinante la descrizione degli dei come una nobile essa. A questo proposito ricordiamo le indimenticabili societ di grandi signori, unaristocrazia, dalla quale, in scene con le quali Omero descrive il viaggio di Odisseo un tempo indefinito, ha avuto origine per volont di Zeus nellAde, per visitare gli eroi di Troia e, in particolare,
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INEDITO limmagine di Odisseo che perde la memoria e la riacquista bevendo il sangue del sacrificio: la morte dunque la notte della memoria; si muore, quando non c pi memoria. Si tratta, potremmo dire, di immagini che evocano qualcosa di simile ad una religione popolare. Ma appare anche chiaro che in queste immagini si annuncia un tema di riflessione. Le ombre degli eroi, infatti, esistono in un luogo, lAde, ma non certo che abbiano memoria, che abbiano coscienza; il problema che si pone dunque il problema dellanima e di che cosa essa sia rispetto alla vita e alla morte. A questo punto per, una nuova fonte di possibili malintesi invade il nostro consueto modo di pensare: il concetto agostiniano di anima come interiorit della coscienza. E chiaro, infatti, che il Fedone non ci sarebbe stato se fosse gi esistito Agostino. La complessa dottrina cristiana dellimmortalit dellanima e della salvezza implicita nel nostro concetto di anima o, come diciamo noi tedeschi, di Seele, un termine che suggerisce qualcosa di pi attinente al sentimento, qualcosa di pi sfuggente, anche nella fonetica, che non il termine anima. E chiaro che questa tradizione agisce su di noi, spingendoci a credere che nella poesia omerica ci sia unidea di anima in qualche modo simile alla nostra. Daltra parte, la supposta religione di Omero non la sola fonte di pregiudizi per linterprete. C anche il cosidetto orfismo, un concetto che ha influito per lungo tempo sulla ricerca, e che ancora un problema completamente aperto. Che cosa era, infatti, questo movimento religioso che si diffuse nel VII-VI secolo e che ai tempi di Omero non esisteva, o quanto meno non sembra fosse recepito dal poeta nel suo mettere insieme tanta ricchezza di movimenti religiosi e miti? Tutto questo resta un problema aperto; cos come resta aperto il problema della datazione del culto di Dioniso, dal momento che questa figura risulta pressoch ignota nellepos omerico, come divenuto ampiamente noto dopo lopera di Nietzsche. In ogni caso si tratta di concezioni molto vaghe e il nostro interesse per esse, occupandoci dei presocratici, sta solo nel fatto che in questo culto lanima costituiva il centro della religiosit. Questo mi pare evidente per quanto riguarda la figura di Pitagora. Daltra parte, se leggiamo le biografie dei presocratici, emerge sempre la stessa cosa: ognuno di loro, da Parmenide ad Anassimandro e tutti gli altri, presentato come un seguace di Pitagora. Questo fenomeno ha un suo significato; esso indica che Pitagora concentra in s motivi speculativi fondamentali, come il mistero dei numeri, o il mistero dellanima e della sua trasmigrazione e purificazione. Proprio questo fatto ci conduce al problema della memoria; evidente, infatti, che una religione che parla di metempsicosi non presuppone, di norma, la memoria. Che poi qualcuno, come Empedocle, abbia una vaga divinazione di essere stato qualche altra cosa in unaltra vita, un fatto del tutto eccezionale. Tutto un insieme di problemi si connette dunque a una definizione dellanima. E forse un soffio che vivifica gli animali e gli uomini? Qualcosa come una prima luce nellinteriorit delluomo, una conoscenza incipiente, una memoria o qualcosa di simile? Tutto questo destinato a rimanere una domanda vaga che non pu essere usata come chiave di comprensione. Al contrario, biso7

gna studiare la forma in cui il problema dellanima trattato nel Fedone per comprendere il tipo di questioni ai quali poteva essere interessato un pensatore dellepoca di Platone. Questa formulazione del problema un esempio di come ritengo si debba leggere la tradizione che ci interessa in un testo che non costruito a questo scopo, ma che pure permette di immaginare quali petevano essere le tendenze fondamentali della cultura dellepoca. In questa prospettiva il problema potrebbe essere cos formulato: lanima una forza vitale o qualcosa come una capacit spirituale? E vivere o pensare? Oppure questi due aspetti sono tra loro intrecciati? E in che modo? Questo il problema che aveva di mira di Platone; attraverso Platone noi dobbiamo ora capire come vi erano impegnati i presocratici. Voglio aggiungere unultima osservazione generale sul Fedone e, pi precisamente, sullo scenario del dialogo. I due interlocutori di Socrate sono - come noto - pitagorici in esilio ad Atene in unepoca in cui la setta si era dissolta in seguito ad avvenimenti politici. Simmia e Cebete sono figure storiche e rappresentano non tanto il pitagorismo delle origini, quanto la sua evoluzione da setta religiosa a gruppo di ricercatori e scienziati. E questa una considerazione da tener presente per comprendere la discussione tra Socrate e i due amici, che non si presentano pi come pitagorici, nel senso di seguaci del grande fondatore di una semi religione. Si tratta della discussione con due scienziati che usano s temi e metafore propri dei pitagorici, ma per descrivere i risultati della scienza della loro epoca. Questa considerazione mi pare molto importante, anche perch i pitagorici continuano a essere un tema molto discusso. Ricordo che negli anni della mia giovinezza la tesi pi radicale - che allora veniva sostenuta dallopera di E. Frank, Plato und die sogennanten Pythagoreer (Halle 1923) - era che tutta la nostra tradizionale concezione dei pitagorici, intesi come matematici, astronomi ecc., fosse una reinterpretazione proveniente dalla scuola platonica, in particolare da Eraclide Pontico. Il radicalismo di questa tesi non ha retto. Oggi chiaro, infatti, che esisteva una matematica di Pitagora e dei suoi contemporanei. Tuttavia bisogna precisare che allepoca di Platone la matematica era gi unaltra cosa, come testimonia il fatto che i due interlocutori di Socrate nel Fedone sono pi o meno scienziati, che, ad esempio, sono alloscuro delle prescrizioni religiose di Filolao - gran maestro della setta - ma conoscono bene la biologia e lastronomia della loro epoca. Questa precisazione mi sembra determinante per comprendere come Platone inserisca gi nello scenario e nella tipicit degli interlocutori la discussione tra una tradizione e linterpretazione che di essa veniva data nella sua epoca. Naturalmente lepoca del Fedone non corrisponde allultimo anno della vita di Socrate. E indiscutibile infatti che questo dialogo sia stato scritto pi tardi, forse venti anni dopo. Platone riprende la figura di Socrate in punto di morte nel momento in cui si accinge a delineare i punti cardinali della sua teoria delle idee, avviandosi a fondare una forma di scuola, lAccademia, che differiva sostanzialmente dalle cosiddette scuole dei sofisti, o degli atomisti, o degli eleati, e via dicendo, che non avevano affatto la struttura di scuole.

INEDITO Tema del Fedone il problema della vita e della morte, rivivere, una realt che i vivi si generano dai morti; del significato della vita di una persona, di che cosa sia ci dunque le anime dei morti continuano ad esistere, non si che chiamiamo anima, yuchv. Il dialogo una discus- annullano. Senonch il testo prosegue (72c) con sione appunto del problema dellanima e degli argomenti losservazione:kai; tai`" mevn ge ajgaqai`" a sostegno della sua immortalit con un punto di straor- ameinon ei\nai, tai`" dev kakai`'" dinaria importanza, in cui gli stessi narratori interrompo- kavkion, e cio: questa nuova esistenza sar necesno il loro racconto, a indicare che ci troviamo di fronte a sariamente migliore per i buoni, peggiore per i cattivi. un momento di massima tensione, che contiene una Unaffermazione, questa, che appare cos incongruente risposta fondamentale. La discussione del problema del- con largomento della ciclicit della natura, che alcuni lanima mette capo, nella narrazione di Platone, al lungo filologi lhanno espunta. Io non sono sicuro che questo racconto autobiografico di Socrate, alle sue esperienze sia giusto. I manoscritti, a questo proposito, sono univoci, con gli scienziati dellepoca e al suo nuovo orientamento. non ci sono varianti; e largomento riscontrabile in tutta E qui che avviene propriamente la svolta di Socrate nel la tradizione, che forse stata un po pi sagace e ha capito che proprio questa cammino verso la verit: egli mancanza di consequenzianon procede pi secondo le lit era nellintenzione di Pladottrine dei suoi predecessotone, dato che il punto verari, ma secondo la teoria delle mente interessante, nella queidee. stione dellimmortalit delIl Fedone comincia con lanima, che cosa sia questa unintonazione morale, quaesistenza e come essa possa si religiosa: il problema del essersi determinata da una suicidio e dellattesa di una forma precedente di vita. nuova vita dopo la morte. E Alla fine di tutta largomenquesto il primo tema del diatazione Socrate affermer, logo; il secondo riguarda contro le incertezze di Simlimmortalit dellanima. Il mia, che sebbene sia vero nesso tra le due parti costiche niente sicuro in questo tuito, mi pare, dallidea della ambito, pur certo che catarsi, della purificazione: meglio condurre una vita un elemento importante delonesta. Con questo Socrate la nostra interpretazione. E non pretende di aver dimonoto infatti che il pitagoristrato limmortalit dellanismo era innanzitutto un comma; lultimo argomento da plesso di regole per la purifilui addotto quello secondo cazione. Il punto decisivo cui meglio vivere con queche Platone d a questideale sto orientamento che senza. di purezza un senso nuovo, Ritengo questo fatto di enorquel senso che alla fine ci me importanza. Altrove ho diventato familiare attraverdimostrato che in Kant preso Kant: il senso della ragion sente lo stesso tipo di argopura. La matematica la ramentazione. Anche in Kant, gion pura, nel senso che essa infatti, non dimostrato che trascende laccesso sensibile esista la libert. Pretendere alle cose, come appare gi di fornire questa dimostranel Menone, nella teoria dei zione, interrogando la natura puri concetti matematici. Socrate e poi controllandone le riPerci la visione morale e sposte, significa essere ciereligiosa della separazione dellanima dal corpo corrisponde, nel suo nucleo, alla chi in partenza di fronte al valore ontologico della libert, separazione della scienza matematica dallesperienza che un fatto di ragione, non di scienza naturale. Natusensibile. La vita del filosofo sarebbe, in tal senso, un ralmente la motivazione di Platone diversa; egli non cammino verso la morte, intesa come separazione dal intende affermare che la scienza ha i suoi limiti e di conseguenza giustificare perch nella pratica si debba sensibile, dal corpo. Il primo argomento riguardante limmortalit dellanima seguire il consiglio di una vita onesta. La motivazione di quello tratto dalla struttura ciclica della natura, per cui, Platone di ordine trascendente; conseguenza della essendo la vita un fenomeno naturale, anche la morte non limitatezza della nostra razionalit di fronte al mistero pu che essere una tappa nel ciclo della gevnesi" e della morte e delleternit. Da questo punto di vista si della fqorav (Fedone, 70 e sgg.). La concezione della potrebbe dire che la cattiva infinit anche la condizionatura come corso ciclico diviene un evidente argomento ne di Platone: la questione centrale della morale e della a sostegno della tesi del ritorno dalla morte. Cos Socrate vita posa su una dialettica aperta e non su un risultato che conclude (71c), dicendo che anabiwvskesqai, il pretenda di essere frutto di una dimostrazione.
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INEDITO Questo confronto tra Kant e Platone non riguarda tanto il concetto di libert, dato che questo concetto, come noto, non esiste nella filosofia platonica. Piuttosto, come Kant non fonda la metafisica su un argomento teoretico - la Critica della ragion pura, infatti, non presenta una metafisica in senso tradizionale - ma sulla vita morale, cos Platone non pretende di dimostrare limmortalit dellanima con argomentazioni teoretiche, ma prende spunto dalla realt della figura di Socrate e dal suo agire. Questo non significa per che si tratti dello stesso concetto di libert. In tutto questo viene piuttosto alla luce linadeguatezza di unargomentazione intorno allimmortalit dellanima, fondata su un concetto di anima di stampo naturalistico. Lautobiografia intellettuale di Socrate comincia, infatti, con lammissione del suo forte impegno con i problemi della peri; fuvsew" istoriva, listoria in senso greco, cio il racconto di osservazioni fatte, come pu essere la relazione di un viaggiatore sulle cose osservate durante il viaggio. In questo senso peri; fuvsew" istoriva deve essere intesa come racconto delle esperienze fatte dal testimone degli eventi, che ha registrato certe cose, di cui fornisce un relazione. In realt, allepoca del Fedone, peri; fuvsew" istoriva rappresentava un titolo ricorrente per designare relazioni riguardanti la natura, luniverso, il cielo, ecc. Inoltre, il secondo argomento, introdotto da Simmia come una ben nota dottrina socratica, quello della ajnavmnhsi". Secondo Socrate la conoscenza deve essere un ricordare, dato che cose come i concetti matematici, ad esempio to; ison, luguale in s, non si possono ricavare dal piano dellesistenza, dove non si danno mai due enti perfettamente uguali (e a questo proposito viene in mente la metafisica di Leibniz). Il concetto matematico di eguale rappresenta luguaglianza perfetta, che non mai riscontrabile nellesperienza sensibile; questo dimostrerebbe allora la preesistenza dellanima, che ha visto quelluguale in s che non visibile nellesperienza esistenziale. Ma il mio scopo non qui semplicemente di interpretare il Fedone, bens di mostrare come i precedenti della filosofia platonica, le teorie dei presocratici, vengono presi in considerazione da Platone. A questo proposito, consideriamo le due obiezioni che notoriamente nel Fedone vengono sollevate contro limmorinnanzitutto la causa della gevnesi" e della fqorav, perch solo cos possibile arrivare a comprendere qualcosa circa il senso della morte. Cos Socrate inizia la narrazione delle sue esperienze con le scienze dellepoca, fino alla decisione di imboccare un diverso orientamento.
Questo testo di Hans-Georg Gadamer, che qui presentiamo in forma di anticipazione, tratto, con qualche lieve ritocco nella forma linguistica, da un volume a cura di

talit dellanima. La prima, sollevata da Simmia, si pu facilmente comprendere: lanima non altro che larmonia del corpo; quando muore il corpo viene meno anche la cooperazione armoniosa dei suoi organi, e dunque anche lanima si dissolve. Questo argomento deriva chiaramente dalla scienza dellepoca e, pi precisamente, un argomento di tipo pitagorico. Esso molto vicino alla definizione aristotelica dellanima come &entelevceia del corpo, perfetta attualit dellorganismo vivente. La seconda obiezione, sollevata da Cebete, consiste nellargomento secondo il quale lanima potrebbe consumarsi attraverso la trasmigrazione nei vari corpi e dissolversi definitivamente nellultimo corpo. Anche in questa immagine si riflette, senza dubbio, una delle scoperte della biologia dellepoca. Sappiamo, infatti, che gli scienziati dellepoca platonica avevano gi una concezione della vita come trasformazione dellorganismo materiale. Si pu allora comprendere come lobiezione, secondo la quale lanima, pur essendo qualcosa che va al di l dei limiti dellesistenza, finisce per consumarsi e svanire, ricalchi unimmagine che frutto di una visione naturalistica dellanima, quella stessa visione naturalistica che si esprime nel concetto di anima come armonia del corpo, destinata a scomparire con esso. Le due obiezioni si rivelano disastrose per ci che riguarda la tesi dellimmortalit dellanima. Esse appaiono tanto evidenti che anche Fedone e Echecrate, i due narratori del dialogo, interrompono il racconto per esprimere il loro smarrimento. E un momento di grande poesia. Allobiezione di Simmia Socrate risponde che lanima non si identifica con larmonia; semmai larmonia qualcosa che si desidera stabilire o trovare, per cui lanima armoniosa non un dato naturale, ma un bene verso cui si orienta la vita. Emerge qui chiaramente il conflitto tra una teoria naturalistica, o se si vuole matematica, dellarmonia, in cui essa posta come dipendente dagli elementi che la compongono, e una teoria per cos dire finalistica, che considera larmonia come scopo della vita. Laltra obiezione, quella di Cebete, richiede una risposta pi complessa e Socrate, dopo qualche momento di silenzio e di concentrazione, esordisce richiamando la necessit di chiarire

Vittorio De Cesare, di prossima pubblicazione da parte dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli presso leditore Guerini e Associati di Milano. Il volume raccoglie le lezioni su Linizio della filosofia occidentale, tenute da Hans-Georg Gadamer nel gennaio 1988, nel quadro dei seminari che puntualmente ogni anno, dal 1979, egli dedica, presso lIstituto napoletano, ai grandi temi del pensiero filosofico classico e moderno, da Platone a Hegel, dai presocratici a Heidegger, da Aristotele allermeneutica. La pubblicazione di queste lezioni intende innanzitutto rendere disponibile ad un pi vasto pubblico il
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materiale di studio e riflessione, raccolto dallIstituto nellambito della propria attivit seminariale. Loriginalit di queste lezioni risiede nel modo in cui viene affrontata la questione dellinizio del pensiero occidentale a partire dalla filosofia presocratica. Gadamer afferma infatti che una ricerca sui presocratici e sugli inizi del loro pensiero non pu prendere le mosse da Talete, come ci insegna Aristotele, n dalla grande tradizione epica di Omero e Esiodo, che appare gi una tappa verso linterpretazione razionale della vita e delluniverso ad opera dei presocratici, n dalla lingua greca del se-

INEDITO
condo millennio prima di Cristo, con le sue intrinseche possibilit speculative e filosofiche, come luso del neutro o lesistenza della copula. Occorre invece muovere da Platone e Aristotele. Il significato di questa scelta metodologica sta di fatto per Gadamer in una diversa accezione del termine principio, che non deve essere confuso con ci che primo, ma riceve il suo significato nel rapporto indissolubile con una fine, un punto di arrivo, da cui dipende lo sviluppo del principio, il suo to in un senso o nellaltro, verso un fine o un altro, ma tutti gli sviluppi sono possibili. In tal senso, linizio della filosofia occidentale nei presocratici dato appunto da un cercare senza sapere quale sar il destino, il punto di arrivo di uno sviluppo che proprio per questo si presenta come possibilit infinita. Per un ulteriore approfondimento nelle tematiche fin qui esposte, proponiamo qui di seguito il testo di unintervista rilasciata da Gadamer in occasione di una sua recente presenza a Napoli presso lIstituto Italiano per gli Sudi Filosofici. dirigersi verso una fine. A questo proposito Gadamer propone una serie di interpretazioni di ci che pu essere inteso come punto di arrivo. La prima riguarda la fine della metafisica, come viene prospettata nellOttocento di fronte al positivismo delle scienze; in questo caso il principio risiederebbe, secondo Aristotele, in Talete come il primo che non ha raccontato miti sugli dei, ma ne ha parlato sulla base di dimostrazioni. Una seconda interpretazione considera come punto di arrivo la razionalit delle scienze, la cultura scientifica, che in tal senso si presenta come destino dellumanit che ha il proprio principio nel mito. Una terza interpretazione, infine, propone come punto di arrivo la fine delluomo, dove principio e fine si perdono nellignoto. A queste interpretazioni Gadamer oppone invece un significato di principio, dinizio, come primitivit, principialit, secondo letimologia del termine tedesco Anfanglichkeit, dove lesser principio dato dal non essere determina-

le cui tracce, del resto, si possomo trovare in Essere e Tempo, a cominciare dal titolo stesso dellopera. Con questa interpretazione egli non riuscito ad illuminare in modo compiuto lenigmatico problema della metessi. Io penso che la metessi non sia da intendere come la partecipazione dellidea al particolare, bens come la partecipazione delle idee alle idee. Naturalmente c anche una partecipazione dellanima alle idee; di ci si reso conProfessor Gadamer, la sua to un semplice insegnante, interpretazione della filosoquale stato Ernst Hoffmann, fia greca si gradualmente che ha parlato delle diverse differenziata da quella del forme di metessi. E un prosuo maestro Martin Heidegblema che appare gi nel Parger. Qual il punto fondamenide, uno dei pi enigmamentale che secondo lei Heitici dialoghi platonici, dove degger non ha ben compreso il discorrere viene a giocare nel leggere Platone? un ruolo diverso da quello che in genere Socrate gli fa Il rapporto di Heidegger con assumere. Ogni lettore doPlatone sempre e interavrebbe notare che ci che qui mente condizionato da Arisintende non sono le idee, e stotele: nel primo egli ha viche ci che emerge nellultisto, in generale, solo il primo ma parte del dialogo la parpasso di un cammino che poi tecipazione di unidea allalsi sarebbe svolto compiutatra. Se si riflette pi a fondo, mente nel pensiero aristotesi scopre, infatti, che Platone lico. Questa lunilateralit Platone non in alcun modo interesdellapproccio di Heidegger sato al problema della partealla filosofia dellallievo di cipazione delle idee al sensibile, come risulta chiaramenSocrate; anche se bisogna ammettere che egli non ha mai te, ad esempio, dal Fedone, dove il problema la parteavuto intenzione, per cos dire, di leggere i presocratici o cipazione tra anima e morte, dunque tra due idee. Platone solo con gli occhi di Aristotele. Ovviamente Per gli studiosi tedeschi stato determinante, in passato, Heidegger si lascia guidare anche dal proprio filosofare; lo schema di Julius Stenzel, per cui il primo problema era tuttavia, proprio la forza del suo stesso pensiero gli in la partecipazione allidea del bene; da qui scaturiva il qualche modo di ostacolo. In Heidegger vi era un che di problema della partecipazione alla realt sensibile. Ora, geniale, tanto che altri filosofi della sua statura non si finch si tratta di partecipazione al bene, nel senso di sono avuti in questo secolo; il suo pensiero pervade aret, si pu ricorrere al concetto di forza normativa del fortemente il proprio oggetto, traendone, per, solo ci di bene, come fa Stenzel, dal momento che lintento di cui ha bisogno...ed in questo modo che egli ha letto partecipare ad esso. Al contrario, se non si rimane, per Platone. cos dire, confinati al bene nel senso dellaret, emerge il Io ricordo molto bene la sua interpretazione del Sofista, problema di che cosa sia questa partecipazione. Perci, anche se Stenzel non pu essere considerato un allievo
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INEDITO diretto di Natorp, certamente tra coloro che meglio hanno proseguito il lavoro di questultimo. Il suo pur sempre uno schema neokantiano; e sappiamo bene come per i neokantiani fondamentale il poter rendere comprensibile la scienza moderna, prendendo le mosse da Platone. Ma la scienza moderna non esisteva nel mondo greco! Cera la matematica, che per una scienza eidetica, non la scienza di una realt contingente. Lei ha sempre sostenuto, che se si vuole realmente comprendere la filosofia greca bisogna guardare, contro la tradizionale interpretazione che vede Platone e Aristotele contrapposti, a ci che essi hanno in comune, non alle differenze. Nel venir meno di tale contrapposizione, quanto stato importante tener conto del linguaggio, della diversa forma linguistica con cui sono redatte le opere dei due filosofi? La lettura di Platone , in primo luogo, un problema ermeneutico che deve condurre linterprete a chiedersi perch Platone si serva, per cos dire, di maschere, di personaggi. Come si pu trasformare in asserti teoretici ci di cui discorrono Socrate e Parmenide, o lo stesso dialogo nel suo complesso, che opera di grande poesia, prodotto letterario altamente stilizzato? E soprattutto, fino a che punto possibile questa trasformazione e quanto viene perso, non visto, in una tale conversione? Io mi sono occupato di questo problema in rapporto al dibattito sollevato dalla scuola di Tubinga sulla cosidetta dottrina non scritta di Platone, cio sul suo insegnamento orale. Mi sono sempre sforzato di far capire che un errore ermeneutico fondamentale pensare che possa esistere una comparabilit diretta fra dialoghi platonici e testi didattici, quali sono quelli di Aristotele. In realt, c un rapporto molto indiretto, che emerge solamente se si continuano a pensare i dialoghi platonici. Questa, in fondo, lintenzione di tutti i dialoghi: il discorrere deve sempre proseguire; non ha e non deve aver fine. Ogni dialogo termina in qualche modo con il presupposto che ci a cui si giunti semplicemente un primo passo, un incitamento a proseguire. Se si prendono le mosse da una tale, fondamentale convinzione ermeneutica, diviene chiaro che Aristotele molto pi vicino a Platone di quanto hanno ritenuto gli studiosi che ci hanno preceduto. La contrapposizione fra i due filosofi greci frutto di una interpretazione banale di entrambi; ne un esempio evidente, come ho gi accennato, il neokantismo, secondo il quale Aristotele sarebbe una figura epigonale del grande Platone. Questi finisce per essere una figura secondaria, che offre, come un medicamento, soluzioni a problemi filosofici. Ma il neokantismo non ha compreso il vero problema del rapporto fra Platone ed Aristotele. Per quanto mi riguarda, ho cercato di leggere in modo nuovo la filosofia greca, partendo dalla fenomenologia di Husserl, che proprio in vista di una scienza pi rigorosa conferisce un ruolo fondamentale allesperienza umana in sostituzione del dato dei neokantiani, passando attraverso la forte influenza esercitata su di me dal nuovo, impetuoso interrogare di Heidegger e traendo aiuto dalla filologia classica che avevo appreso alla scuola di Paul Friedlaender.
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In questo mio approccio ai testi antichi il linguaggio ha assunto un ruolo di primaria importanza; e fu proprio Heidegger a farmene capire limportanza quando mi invit a casa sua per un corso speciale su Aristotele, precisamente sul VII libro della Metafisica. Cos il linguaggio divenne per me il nuovo punto di partenza per filosofare, in quanto voce di una esperienza accumulata che implica, appunto, un patrimonio culturale comune. Ovviamente importante anche la forma, il modo di apparire del linguaggio, in quanto forme diverse implicano rimandi diversi, intenzioni diverse, e quindi pi possibilit di lettura. La poesia ad esempio ricca di metafore, e non pu essere letta come si legge un testo didattico. Nel suo scritto di abilitazione del 1928 Lei ha voluto applicare al Filebo platonico la tecnica della descrizione fenomenologica, che guarda alle cose stesse e muove dai fenomeni cos come ci appaiono. Nonostante questa modesta pretesa, come Lei stesso la defin, gi in questo suo lavoro riusc ad illuminare in modo adeguato il problema della metessi e soprattutto a stabilire una relazione fra questa e il linguaggio? A proposito del Filebo, io concentrerei lattenzione innanzitutto sul terzo genere dellessere, il misto, e sulla sua causa, il metron. Si tratta di qualcosa che precorre ci che Aristorele intende con il termine tode ti e il rapporto di questo con lidea. Leggendo il Filebo si vede subito la matrice platonica di questo concetto aristotelico. Nel mio primo libro ho svolto questa analisi in modo molto preciso, chiedendomi cosa significhi il fatto che nel Filebo sia cos poco chiaro ci che riguarda i numeri, che cosa essi indichino: il feras, per esempio, ma anche il metron (ci si potrebbe a questo proposito, riferire anche al Politico e chiedersi cosa rappresenti, in questo dialogo, la dottrina del metron). Quando Werner Jaeger ha sostenuto che Aristotele inizialmente fu un seguace della dottrina delle idee e successivamente si allontan in modo critico da questa, si avvalso dellargomento che in Platone, in fondo, troviamo gi tutto. Per comprendere la metexis non si deve mai dimenticare il concetto aristotelico di exis. Methexis mit-sein, ed exis naturalmente anche un Sein degli uomini. Muovendo da questa considerazione, credo che lintero problema della metessi debba essere visto innanzitutto come problema della struttura del logos, come viene indicato nel tardo Platone. Ogni logos indica una comunanza; questo chiaro per le lezioni di Aristotele. Per Platone esso indica una relazione ed allo stesso tempo, per cos dire, una partecipazione. Metessi ha quindi il senso dellesser dentro; e met, peraltro, richiama meson. In methexis, cio, non troviamo il senso del proiettrasi verso qualcosa dallesterno, del cercare di afferrare qualcosa dal di fuori. Lo stesso metalambanein suggerisce pi un modo dessere, che di agire. Se si vuole realmente comprendere Platone e i greci non si deve procedere partendo dal nostro concetto di soggetto, cos come hanno fatto Natorp e Cohen nel consiederare il dato come nozione fondamentale, come problema, al fine di porre il pensiero come fondazione della scienza (lo stesso Natorp ha pi tardi riconosciuto che esso non

INEDITO sufficiente). Se oggi si rilegge il noto libro di Natorp, si rimane colpiti dal fatto che in esso i primi scritti di Platone, compreso lo stesso Teeteto, vengono trattati molto brevemente. Natorp era senza dubbio un grande erudito, un uomo perspicace, acuto, ma solo tardi egli si liberato di un certo schema interpretativo di quello che avrebbe poi definito come il retroterra religioso della dottrina delle idee, dove il termine religioso indica qui, in senso molto ampio, che le idee non sono solamente dei concetti scientifici. Ho cercato di mostrare, in modo assai concreto, che cos la guida dellanima, la Epagogh, in un dialogo platonico, e posso affermare che siamo in errore, fintantoch continuiamo a leggere i dialoghi platonici come trattati logici. Certo, in Platone vi molta logica, ma non vi mai la pretesa che tutto debba essere pura logica; anzi, direi il contrario. La pretesa quella di essere convincenti, e con ci fare in modo che allaltro, per cos dire, si aprano gli occhi. Ci accade ad esempio con il mito della caverna, dove il venire alla luce del giorno rende possibile il vedere; ed in fondo questa possibilit che Platone ha voluto prendere in considerazione con le sue opere letterarie. Da questo punto di vista possiamo ancor meglio comprendere ci che presupposto come ovvio, cio la relazione che intercorre fra le idee (diairesis), o il modo con cui unidea esclude laltra (ma con questo siamo gi al centro dellargomentazione del Fedone). Che senso avrebbe altrimenti parlare di idee, se non si trattasse del modo con cui unidea si rapporta ad unaltra? Pensiamo, ad esempio, al rapporto tra lidea di anima e quella di vita e a come queste escludono lidea di morte. Questo punto, che a suo tempo non stato per niente compreso da Stenzel, pu chiaramente aiutarci a capire il concetto di dialettica e mostrarci come esso si dispieghi completamente in base ad una tale considerazione. Heidegger ha interpretato la greca aletheia come non nascondimento, svelamento, mentre Lei ha in qualche modo corretto questa lettura. In che cosa diverso il Suo contributo rispetto a quello di Heidegger riguardo al problema della verit ed alla sua connessione con quello che Lei chiama la presenza delle idee? Heidegger ha visto che lidea la presenza del presente. Ci che bisogna comprendere, per, che egli ha letto i greci come qualcosa di estremamente lontano, estraneo. Certamente lo ha fatto con grande ammirazione, ma anche in modo tale da non lasciar emergere il sapere e tutto ci che da questo dipende, come ad esempio la storia. Questo significa che nella greca aletheia egli non ha visto la lethe, non ha posto laccento sul nascondimento. Come ho gi detto, Heidegger riusciva a pensare in modo eccezionale, ma non riusciva a pensare quello che gli altri avevano pensato. Egli coglieva, in base alla lingua, le unit semantiche e la loro interna connsessione; e talvolta ci che lui pensava corrispondeva a ci che il testo realmente voleva dire. Ma veramente un caso fortunato, se quello che Heidegger pensava pu essere effettivamente rinvenuto nei testi di Platone e di Aristotele. Heidegger, per lo pi, ha interpretato in modo errato; ma nello stesso tempo la sua interpretazione
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possiede una tale forza, una tale vitalit, da valere al di l del testo stesso. Un testo deve essere innanzitutto reso vivo; e questo lo si pu fare anche trasformando ci che contenuto in esso. Dal mio punto di vista, credo che il pi grosso pericolo presente in Heidegger consista in ci che egli ha sempre voluto: ...tu stesso devi vedere come Platone, e poi pensare, trarre da ci le conseguenze e realmente comprendere quello che tu l hai pensato.... In verit, questo ci che fa anche Aristotele, poich questo ci che fa parte della sua disposizione fondamentale, essendo lui un biologo, un fisico, ma non un matematico. Platone, invece, un matematico, un pitagorico, cos come tutti i suoi amici dellAccademia, e di questo si lamenta Aristotele. E importante per non considerare reale ci che Platone dice in forma poetica. Con ci intendo dire che nello scrivere discorsi come poesie, la pura sfera eidetica viene naturalmente superata. Ad esempio, nel Sofista troviamo il ben noto passo: Teeteto vola..., che vuole ovviamente significare qualcosa, e non semplicemente dire che Teeteto, che se ne sta l seduto, vola. Ci che questo passo sta a significare molto pi semplice di quanto in genere sia stato scritto in proposito. Non si coglie il punto fondamentale se si afferma semplicemente che questo esempio indica che vi un singolo uomo laddove vi lidea di uomo. Mi pare ovvio che qui Teeteto sia un uomo...solo lo si vuole intendere in quanto idea, unidea che non ha niente a che vedere con lidea del volare. Lesempio intende appunto mostrare come lidea di uomo sia incompatibile con quella del volare; si tratta infatti dellincompatibilit tra due idee, e non di come il particolare partecipi allidea. Lesempio mostra che questa partecipazione deve essere sempre presupposta e che in Platone il principio di individuazione non esiste come problema. Al suo posto vi il mostrare, nel senso del dare sempre una direzione al proprio vedere, e nientaltro...; qui, direi, si ritorna al tode ti di Aristotele. Platone, dunque, aveva di mira le relazioni che intercorrono tra le idee. In che senso, allora, nella Sua interpretazione del Timeo, Lei parla della necessit del fenomeno? Ci eravamo gi avvicinati a questo problema, quando parlavamo del Teeteto a proposito dellespressione: Teeteto vola. E chiaro che questa espressione, in fondo, vuol dire che un uomo non pu volare; ma il fatto che si voglia intendere solo questo unimportante limitazione. Essa sta a significare che dalle idee non si pu dedurre in alcun modo la contingenza; si pu solo ricorrere al mito - ananke - anche se Aristotele pensa, in senso critico, che questo significa ricorrere a delle metafore per linsegnamento. Quando nel Timeo si parla della costruzione delluniverso e di cose simili, si tratta di metafore, certo, ma di metafore che per Platone hanno lo stesso valore di ci che si apprende dai logoi, ovvero un valore eidetico. Aristotele invece, non usa il discorso mitico, ma concetti come dynamis o energheia, dove il dynamaion equivale quasi a ci che viene pensato nella methexis. Il dynamaion ci che di per s non niente, ci che ancora non , ma nello stesso tempo il concetto che qualcosa non pu essere prodotto dal niente. Lananke

SCHEDA

Didascalia

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SCHEDA ulla cima del monte Titano, nel territorio della to sono stati: Le fonti della ricerca storica, Per una storia Repubblica di San Marino, sorge un ateneo giova- della citt, Storiografia antica e pensiero politico modernissimo, che solo da pochi anni ha dato inizio alle at- no, La Rivoluzione francese, Fonti scritte e non scrittivit accademiche e che appare destinato, grazie agli inve- te, Lo stato degli antichi e dei moderni, Le forme del stimenti del locale Governo e alle iniziative del neo-rettore, tempo, Mercanti e mercato: culture e modelli mercantili, Tendenze e caratteri fra medioevo e et moderna, Prof. Renato Zangheri, ad ulteriori espansioni. Per quanto riguarda le scienze umane sono attivate presso Lidentit dellEuropa. Tra gli studiosi che hanno svolto lUniversit degli Studi di San Marino due importanti istitu- i loro seminari negli ultimi due anni accademici ricordiamo: zioni, entrambe rivolte a studenti gi laureati, ma del tutto Maurizio Bettini, Innocenzo Cervelli, Nicola Matteucci, differenti per il modello organizzativo e le finalit didattico- Erich Hobsbawn, Pierangelo Schiera, Ilya Prigogine, Rugscientifiche. Il Centro Internazionale di Studi Semiotici giero Romano, Paolo Rossi, Giacomo Marramao, Remo e Cognitivi, diretto da Umberto Eco, si caratterizza come Bodei, Krzysztof Pomian, Ren Thom, Vittore Branca, Lucentro di studi che periodicamente (circa 5-6 volte allanno) cio Villari, Adriano Prosperi, George Mosse, Luciano Galorganizza seminari, convegni, work-shops su argomenti lino, Luciano Canfora, Ezio Raimondi. specifici, attinenti per lo pi alla semiotica. La partecipazio- Nei mesi senza lezioni gli allievi sono liberi di lavorare nella ne alle iniziative del Centro libera, e per ogni incontro ven- sede accademica da loro prescelta. In quel periodo lattivit gono messe a disposizione di studenti, laureati e dottorandi si concentra sulla ricerca individuale e sulla stesura della delle borse di studio che coprono le spese di vitto e alloggio. propria tesi di dottorato. La Scuola individua fin dalle prime settimane per ogni singolo Per ottenere una delle borse I luoghi della filosofia allievo un docente compedi studio offerte necessario tente nellambito del proinviare una motivata dogetto di ricerca proposto, il manda accompagnata da un quale dovr seguire come breve curriculum. Tra i contutor landamento del lavovegni recentemente orgaro e partecipare alla discusnizzati dal Centro Internasione finale. Il titolo di dotzionale di Studi Semiotici e tore di ricerca concesso dalCognitivi si possono ricorlUniversit sanmarinese dare quello su Knowledge riconosciuto dalla RepubThrough Singns: Ancient blica italiana ed equipolSemiotic Theories (Conolente a quello conseguito scere attraverso i segni: andi Gherardo Ugolini presso le Universit italiatiche teorie semiotiche, giune. gno 1992), al quale hanno Lambito della Scuola represo parte tra gli altri Umlativo agli studi storici, ma berto Eco, Anthony A. non in modo esclusivo. Per Long, David Sedley, Mario accedere alle prove di seleVegetti, Walter Leszl, e zione non infatti indispenquello su Phonosymbolisabile essere laureati in stosm and Poetic Language ria, ed eventuali progetti di (Fonosimbolismo e linricerca che riguardino la stoguaggio poetico, ottobre ria della filosofia, della letteratura, del diritto ecc., vengono 1992). Del tutto differente il funzionamento della Scuola Supe- ugualmente presi in considerazione. riore di Studi Storici, diretta da Aldo Schiavone, che anno- Nonostante le inevitabili difficolt iniziali lateneo sanmavera tra i membri del Consiglio Scientifico storici di grande rinese si va affermando come una realt culturale di livello fama quali Maurice Aymard, Valerio Castronovo, Gabriele europeo. Progressivamente verranno ultimate anche le inDe Rosa, Giuseppe Galasso, Francis Haskell, Wolfgang frastrutture necessarie per il decollo dellUniversit. E gi Mommsen, Aldo Schiavone, Corrado Vivanti e Renato in funzione il campus universitario (moderni bilocali arreZangheri. Questa istituzione si caratterizza come vera e pro- dati, ricavati entro un antico castello), dove possono allogpria scuola di specializzazione per la formazione di dottori giare al momento quindici allievi. La biblioteca ancora lidi ricerca. Per ogni ciclo triennale il Comitato Scientifico mitata e insufficiente sia per il patrimonio librario, sia per gli ammette alla Scuola, previa selezione per titoli ed esame, 24 spazi a disposizione, ma prevedibile - anche grazie ai sugallievi italiani e stranieri: soltanto ai primi dodici della gra- gerimenti degli allievi - una enorme crescita nei prossimi duatoria viene garantita una borsa di studio di L. 1.200.000 anni. Infine nascer una collana universitaria presso leditonette mensili. Al momento della domanda ogni candidato re Einaudi per la pubblicazione delle tesi migliori e di alcune deve inoltre presentare un progetto di ricerca originale che, lezioni dei docenti. in caso di ammissione alla Scuola, costituir il tema della Per informazioni di ogni genere e per la richiesta di bandi di sua tesi di dottorato. Le lezioni sono concentrate nei mesi concorso, ci si pu rivolgere ai seguenti indirizzi: Centro Inestivi (giugno-luglio, settembre-ottobre), durante i quali ternazionale di Studi Semiotici e Cognitivi, Contrada Omeobbligatoria la residenza a San Marino e la frequenza. I temi relli 77, 47031 San Marino, tel. 0549/882516, fax 0549/ delle lezioni svolte nellambito degli ultimi cicli di dottora- 882519; Scuola Superiore di Studi Storici, Contrada delle Mura, 47031 San Marino, tel. 0549/882507, fax 0549/

LUniversit di San Marino

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AUTORI E IDEE

Pieter Bruegel, Saul o Battaglia del monte Gelbo (1562), particolare

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AUTORI E IDEE

AUTORI E IDEE

Se Dio non vince


Pi che alla riflessione di Dietrich Bonhoeffer, alla quale pare collegarsi la tematica dellimpotenza di Dio nel mondo, lultimo saggio di Sergio Quinzio, LA SCONFITTA DI DIO (Adelphi, Milano 1992) rimanda alla precedente riflessione dellautore, caratterizzata dallindividuazione nella tradizione greca di unidea, quella della spiritualizzazione di Dio, nonch di premi e castighi per gli uomini, estranea alla tradizione ebraica e cristiana.

Non c, nellAntico Testamento, una tradizione di spiritualizzazione del divino; non c la promessa, o la minaccia, di un mondo futuro come al di l, premio o castigo di questo mondo, a esso contrapposto e per esso intangibile. Una tale spiritualizzazione, con il suo relegare nellambito del trascendente ci che oggetto dellattesa messianica, piuttosto il frutto dellinnestarsi sulla tradizione ebraica e su quella protocristiana delleredit del pensiero greco, improntata al dualismo di stampo platonico tra mondo sensibile e mondo intelligibile, fra materia e forma, fra al di qua e al di l. Questa la tesi portante della precedente e pi ampia opera di Sergio Quinzio, Radici ebraiche del moderno (1990) di cui, questultimo studio, La sconfitta di Dio, costituisce quasi un corollario. Nella tradizione ebraica lattesa messianica non desensibilizzata, non privata della corporeit; per i Vangeli, e per tutta la tradizione protocristiana, lavvento del Regno dei cieli non ha i caratteri di una proiezione nellal di l con la promessa, pi o meno scoperta di un risarcimento degli effetti prodotti da dinamiche storicamente determinate, dei desideri e delle aspettative rimasti inappagati nellal di qua. Il Dio biblico attore, oltre che regista, della dinamica storica, non si limita a scriverne il testo, o meglio non vi un testo stabilito prima della rappresentazione: si recita a soggetto, e gli attori, Dio e gli uomini, entrano in gioco nella rappresentazione. Questo agire di Dio come attore, e non come deus ex machina, come parte in gioco, e non come supra partes, precisamente ci che la cultura cristiana, dopo i suoi

inizi, ha costantemente rimosso. Significativa a questo proposito, nota Quinzio, la questione della violenza, largamente presente nel testo biblico, che fin dai primi secoli del Cristianesimo si tentato di eludere attraverso una sua trasfigurazione. Gli intenti vendicativi e annientatori del Signore sarebbero infatti da intendersi come una metafora, unallusione ai castighi che nellal di l potrebbero toccare agli empi, ai nemici di Dio. I resoconti, pi o meno truculenti, di annientamenti reali, cio storicamente determinati, dei nemici di Israele, sarebbero invece da attribuire ai costumi barbari di quelle antiche stirpi semitiche mediorientali, seppure portatrici di una verit inconcussa che le trascende. Si tratta del medesimo atteggiamento interpretativo che d per scontata, da quasi duemila anni, la contrapposizione fra il Dio veterotestamentario, Signore degli eserciti e vendicatore, e il Dio, padre e misericordioso, del Nuovo Testamento. In verit, fa notare Quinzio, il Dio che toglie la vita ai nemici non toglie loro la vita eterna ma, pi concretamente, li uccide; il Cristo che trasforma lacqua in vino non allude al frutto della vite e del nostro lavoro, ma dimostra la sua concreta potenza taumaturgica; e quando applica agli occhi del cieco il fango formato con il proprio sputo e lo rende capace di vedere le cose del mondo, non fornisce affatto al cieco un altro sguardo, gli occhi della mente, per guardare le meraviglie di un mondo iperuranico. Eppure questo Dio, che agisce cos direttamente nel mondo, questo Signore degli eserciti, che interviene non a capo di schiere di angeli contro quelle di demoni guidati da Lucifero, ma a fianco delle ben pi concrete falangi di Israele contro quelle dei suoi nemici, proprio questo Dio si espone in tal modo alla sconfitta, che infatti arriva, testimoniata dallesistenza del male del mondo. Ma questa non pu essere unobiezione valida, sostiene Quinzio, contro il Dio che ha assunto le caratteristiche dellEssere dei filosofi, stabile e intangibile al di l del divenire storico e delle sue sofferenze. Questo Dio, quello dei filosofi, di cui da due millenni tributaria larga parte della cultura cristiana, un Dio pacifico, sereno nella sua intangibilit; un Dio conciliante, che non fa guerre. Per Sabaoth, il Si15

gnore degli eserciti, invece Auschwitz uno scacco decisivo, la croce una sconfitta irreparabile: questo il vero carattere della sconfitta di Dio. Ed qui, afferma Quinzio, che si apre la dimensione della fede autentica, qui che si determina la differenza, in questo mondo, fra il bene e il male, fra il carnefice e la vittima; costoro sarebbero altrimenti uguali sub specie aeternitatis, cio davanti allo sguardo di Dio, onnipotente e superiore alle vicende del mondo. Il rischio di tenere nel novero delle possibilit la sconfitta di Dio significa, osserva Quinzio, sospendere la propria vita su un abisso. Da questo rischio esentato chi, in una scommessa solo apparente, perch gi vinta, si pone in una dimensione di calcolo, e non di fede, chi crede nel Dio onnipotente e immutabile. F.C.

Manuale di metafisica e ontologia


Con oltre 450 articoli, lo HANDBOOK OF METAPHYSICS AND ONTOLOGY (Manuale di metafisica e ontologia, a cura di Hans Burkhardt e Barry Smith, Philosoph Verlag, Monaco-Filadelfia-Vienna 1991) propone una notevole quantit di riferimenti e materiali informativi di livello specialistico, utili per un orientamento attraverso la storia della metafisica e i suoi problemi.

Che cos il mondo? linsieme delle cose (oggetti) o dei fatti che in esso accadono? E cosa significano termini come evento, stato di cose, processo? Esistono cose come propriet, insiemi e numeri? Qual lo statuto ontologico dei colori e delle superfici, dei segni e delle opere darte? Questo il genere di domande a cui risponde, con oltre 450 voci e articoli, lo Handbook of Metaphysics and Ontology. Attraverso linclusione, nelle diverse voci di cui si compone il manuale, di concetti della logica e delle scienze empiriche, sintende rendere conto delle diverse forme della metafisica, dalla sua configurazione aristotelica fino alle sue espressioni moderne. Il legame storico della metafisica

AUTORI E IDEE
con la teologia - dalla filosofia prima di Aristotele fino ai Padri della Chiesa e alla scolastica medioevale - fa s che nellopera si trovino articoli dedicati agli angeli, alla teodicea e, naturalmente, allente supremo (Dio). Di necessit (visto il ricorrere delle questioni metafisiche - quale che sia la risposta che ad esse viene data - in tutti i grandi filosofi) lopera presenta anche un ampio, dettagliato e aggiornato dizionario dei filosofi. Unulteriore elemento di interesse di questopera di consultazione dato dal fatto che in essa vengono presi in considerazione problemi e ambiti sui quali risulta difficile trovare contributi specialistici: vengono cos trattati, ad esempio, la scuola dei logici polacchi e figure singole di pensatori come Samuel Alexander, Friedrich Eduard Beneke, Christian von Ehrenfels, Kurt Lewin, Rudolf Hermann Lotze, Anton Marty, Moses Maimonides, Kaziemierz Twardowski, per citare solo alcuni nomi. La trattazione dei filosofi del XX secolo giunge sino alle ultime generazioni: cos, accanto a W. V. Quine (1908) o Ren Thom (1923) troviamo filosofi giovani come Saul Kripke (1940) o David Lewis (1941). Alcuni articoli dedicati a voci di carattere pi generale (Metafisica, Ontologia, Parte/Tutto, Logica) e ad epoche e scuole filosofiche, permettono di stabilire una rete di connessioni tra elementi informativi, reperibili in articoli dedicati ad argomenti pi particolari. Risulta anche utile lintroduzione dei curatori, che offre una sintetica panoramica sui momenti fondamentali della storia della metafisica. Il reperimento, nel manuale, di filosofi e dottrine particolari, a cui non dedicata una voce autonoma, facilitato da un denso indice analitico. M.M.
insito nel gesto costitutivo del sociale stesso e pertanto in grado di minarne listituzionalizzazione e la regolamentazione in forma di governo. Ci che in un tale contesto viene chiamato perseveranza lostinata determinazione a non sottrarsi a quella che si pone come una questione ineluttabile.

Una storia della ragione


A sette anni dalla morte, ledizione di UNE HISTOIRE DE LA RAISON (Una storia della ragione, interviste con Emile Nol, Seuil Parigi 1992) fa rivivere la parola di Franois Chtelet, riportandone alla memoria unimmagine che doveva essergli molto cara: quella di filosofo pubblico, di intellettuale che spezza la trasmissione esoterica del sapere per renderne partecipi i molti. In poco pi di duecento pagine sono raccolti gli interventi di Chtelet ad un programma radiofonico del 1979 che portava il titolo: France Culture. Ad un pubblico di non-filosofi Chtelet racconta, oggi come allora, la storia della filosofia, il cammino della ragione occidentale; e se il tono leggero, quasi una conversazione mondana, linterrogazione problematica rimane tuttavia intatta, conservando tutta la sua profondit sotto la superficie brillantemente divulgativa.

Tra il 1972 e il 1973 Franois Chtelet aveva diretto la pubblicazione di una Storia della filosofia, in otto volumi, che sarebbe diventata un classico; allora, lidea di narrare una simile materia in qualche conversazione radiofonica sembrava pura follia. Eppure, il percorso di pensiero compiuto da Chtelet non solo ha aperto una simile possibilit, bens giunto anche, in un certo senso, a giustificarla. Lintera sua opera pu infatti riassumersi nello sforzo di comprendere il cammino della ragione nella storia; successivamente laccento per si sposta dalla ratio della storia allintellegentia dello storico. Forte di una posizione che egli stesso definisce hegeliana, Chtelet ritiene dapprima che nella storia vi sia una logica, che il pensiero filosofico deve cogliere e restituire. Ma ben presto gli si palesa lillusoriet di una ragione che, anzich esser propria della storia, appartiene alla ricostruzione storica, ed irrimediabilmente compromessa con il punto di vista di questultima. Ecco allora levarsi la critica alla razionalit - sia essa politica, o storica, o filosofica che pretende di rinchiudere la totalit dellessere tra la prima e lultima pagina di un libro, con la conseguente rinuncia al significato intrinseco dellopera sistematica o dellopera esaustiva. Allidea di totalit, intesa come realt compatta e unitaria, percorribile e descrivibile quasi univocamente, si sostituisce lidea di una molteplicit di blocchi di pensiero, pi spesso delimitati da cesure, che non uniti in punti di contatto, navigare attraverso i quali diviene quasi una necessit. Non si tratta tanto di farne la storia, allora, quanto di farne la geografia. Il filosofo diventa cartografo, e la traccia per il suo disegno di volta in volta suggerita da ci che traspare dagli interstizi: un leggere-tra, che colga il costituirsi della monoliticit dei saperi e della loro parvenza di razionalit attraverso le irrazionalit dellarte, della letteratura, del mito, o comunque di ci che altro. appunto allinterno di una tale metafora cartografica che si inscrive il percorso di pensiero tracciato da Chtelet in Une histoire de la raison. Inoltrandosi attraverso varie aperture, la continuit di questo percorso risulta di proposito spezzata, o quanto meno lasciata in secondo piano, per far emergere la trama delle diverse tradizioni di pensiero. M.V.

Il male politico
Il filo conduttore de LA PERSVRANCE DES GARS (La perseveranza degli smarriti, Christian Bourgois ed., Parigi 1992) indicato dallautrice stessa, Myriam Revault dAllonnes, nel male politico, nel male del vivere sociale, 16

Definire il politico come listituirsi del vivere insieme significa dare al termine unaccezione estremamente ampia; ma soprattutto significa fondare la filosofia politica su di unantropologia filosofica, in quanto il vivere insieme implicherebbe la messa in atto di una sorta di disposizione primaria al rapporto umano. Ed nel rapporto umano, precisamente nella fragilit delle passioni e degli affetti chiamati in causa, che secondo Myriam Revault dAllonnes si radica il male politico. Una specie di male originario, quindi, che inerisce immediatamente alluomo e al suo inquietante essere sociale. Il Terrore, che fece seguito alla Rivoluzione francese, ne un esempio paradigmatico, tant che Revault dAllonnes ha gi cercato di esplicitare la contraddizione propria di questo precipitare storico in un precedente scritto, Dune mort lautre: prcipices de la Rvolution (Da una morte allaltra: precipizi della Rivoluzione, 1989), dove appunto lenigma del politico veniva reso oggetto di riflessione attraverso lanalisi di questo periodo maledetto. Il Terrore assume qui le caratteristiche di una esperienza-limite che da un lato, non lasciandosi compiutamente cogliere dalla ragione, rivela lirriducibile e il contingente dellevento, e dallaltro inscena il paradosso tragico del politico: la ragionevolezza del vivere sociale sempre esposta al rischio di sfociare nella furia antipolitica che minaccia ogni possibile ordine sociale. Nella Persvrance des gars, Revault dAllonnes ritorna sulla questione del Terrore, creando una sorta di continuit tra le due opere, bench questultima si presenti di fatto come una raccolta di testi apparentemente molto diversi: alcuni decisamente storici, sulla Rivoluzione e sulla Shoah; altri pi specificatamente filosofici, dedicati a Spinoza, Hannah Arendt e MerleauPonty; altri ancora dedicati allanalisi di testi di letteratura. Questa molteplicit, che non giunge mai ad una vera e propria costruzione sistematica, permette altrettante prospettive di lettura e insieme vuole restituire quella sorta di oscillazione, quel chiaroscuro che lesperienza del politico. un modo per rivendicare un lavoro che si situa allintersezione di numerose discipline e per contestare il carattere egemonico dellistanza filosofica, lautorit del discorso filosofico. Di fatto, di fronte allesperienza-limite si pu avere la sensazione che una certa concettualit filosofica sia insufficiente, e che levento (evento storico, ma anche evento di pensiero) debba essere accompagnato da un altro tipo di

AUTORI E IDEE

Hsuan-Chi, strumento ottico cinese per la determinazione del calendario (v. 500 a. C.)

scrittura, che potrebbe essere detta pi poetica. M.V.

Unarcheologia dello sguardo


Con lopera: DER BLICK, DAS SEIN UND DIE ERSCHEINUNGEN IN DER ANTIKEN OPTIK (Lo sguardo, lessere e i fenomeni nellottica antica, Fink, Mnchen 1992) lo storico del pensiero scientifico Grard Simon presenta una ricostruzione delle diverse concezioni dellottica antica, intendendo contribuire con ci ad una archeologia dello sguardo, delluomo in quanto vedente e del suo rapporto con il visibile: un tema che per le sue implicazioni epistemologiche e antropologiche riveste un indubbio interesse anche per la filosofia.

Il vedere, la visione occupano una posizione di rilievo non solo nella storia delle scienze, ma anche in quella della filosofia, ed in particolare nella filosofia dellantichit greca, dove latteggiamento conoscitivo viene considerato (si pensi ad esempio a Platone) affine allatto del vedere. Uno sviluppo contemporaneo di questa assimilazione della conoscenza filosofica alla visione, o quantomeno di un privilegio accordato a questultima nella costruzione della filosofia, la si pu trovare in Husserl e nel metodo fenomenologico della visione delle essenze. Se questo rende facil-

mente comprensibile linteresse che pu venire da parte filosofica per una storia o archeologia della visione e dellottica come studio della modalit in cui lessere si manifesta nei fenomeni, non altrettanto risulta evidente il fatto che il senso della vista, dunque qualcosa di apparentemente naturale, abbia una storia, sia cio una facolt complessa che muta nel tempo e nel variare delle culture. Su questa variabilit storica delle modalit percettive pone laccento Grard Simon, studioso del pensiero scientifico formatosi alla scuola di Alexandre Koyr, quando parla di un atteggiamento spirituale delle diverse epoche, indicando lesigenza di mettere in questione la pertinenza delle nostre classificazioni e dei nostri concetti, in modo da poter cos ricostruire la corrispondenza tematica tra le concezioni che nelle epoche passate, in cui scrissero e pensarono questi autori, unificava i diversi ambiti della ricerca in un modo spesso non traducibile nella nostra cultura. Simon offre cos limmagine di un mondo teorico, assai lontano da quello delle attuali convinzioni scientifiche, un mondo di studiosi e di teorie nel campo dellottica, che a partire dalla trasformazione, avvenuta con Keplero, dellottica in una fisica della luce, sono state escluse dalla scienza. I punti di forza che spiegano il successo inoppugnabile e secolare di questottica sono, per Simon, la sua concisione teorica
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e la sua coerenza sistematica. Il suo nucleo fondamentale, che garantiva il legame tra lo sguardo, lessere e i fenomeni, era il concetto, estraneo alla scienza odierna, di raggio visivo, che indica unemissione dellocchio, paragonata talvolta ad un fuoco, e da Ipparco addirittura ad una mano, che comunica al medium della visione (pneuma) una tensione e lo rende disponibile a cogliere il visibile. Per quanto possa sembrarci strana questa ipotesi, essa tuttavia permetteva la misurazione del visibile, lindicazione di direzioni, distanze, grandezze, forme e movimenti; e il successo fu tale da impedire per molto tempo la nascita di una teoria fisica della luce, indipendente dal concetto di visibilit. Unulteriore caratteristica epistemologica dellottica antica, osserva Simon la sua circolarit, in virt della quale si ha un rinvio reciproco tra vedere e visibile attraverso la mediazione del colore. Accessibile solo al vedere, il colore viene inteso da Tolomeo come un elemento della visibilit che non pu essere scisso dalle condizioni fondamentali del vedere: lo sguardo - cos sintetizza Simon - si colora, in senso proprio, di ci che tocca. Simon sostiene in conclusione una tesi che conferisce particolare articolazione alla materia storica da lui presa in esame: la teoria del raggio visivo e laffinit in essa implicita tra lo sguardo e ci che viene visto, costituisce il fondamento dellanti-

AUTORI E IDEE
ca geometria della percezione visiva. M.M. sa di dovuto. I saggi di Tugendhat hanno in buona parte un carattere negativo, sia nel descrivere il suo duplice distacco da Husserl e da Heidegger, sia nella critica degli attuali tentativi di fondazione delletica. Ma proprio da questa caratteristica, dalla precisione e dal rigore dellargomentazione di una ricerca filosofica in progress deriva linteresse di questi studi, attraverso i quali il lettore si trova di fronte ad una visione panoramica e ad una critica di alcuni dei punti di vista presenti nellattuale discussione filosofica tedesca. Ma i saggi raccolti nei due volumi presentano anche unimmagine dinsieme dello sviluppo filosofico di Tugendhat. dalle mani della madre che egli riceve, a quindici anni, nellesilio in Venezuela, una copia di Essere e tempo di Heidegger. La zia Helene Wei mette a sua disposizione le trascrizioni di alcune lezioni di Heidegger, che sarebbero poi state importanti per la pubblicazione delle opere heideggeriane. Cos Tugendhat decide, a quindici anni, di ritornare in Germania per frequentare le lezioni di Heidegger. Ma, prima del ritorno in terra tedesca, trascorre un periodo allUniversit di Stanford, dove studia con Hermann Frnkel - un tirocinio metodico che lo allontana dalla tentazione di scrivere in un modo che pi tardi avrebbe identificato come il gergo heideggeriano. Interessandosi di Pindaro, Tugendhat cerca in questi anni di liberarsi dalla gonfia idea tedesca di un concetto particolare di verit nei greci, suggerito dalla filosofia heideggeriana. Dedica poi la tesi di laurea ad un approfondito studio di Aristotele, che gli serve da preparazione al confronto con Heidegger. Dopo essersi laureato prosegue gli studi in vista dellabilitazione nellUniversit di Mnster con Joachim Ritter e frequenta al tempo stesso un seminario sulla logica matematica. Nel 1960 scrive un saggio sul concetto semantico di verit in Tarski. Alla fine di un periodo in cui lavora come assistente allUniversit di Tubinga pubblica, nel 1967, il celebre studio: Der Wahrheitsbegriff bei Husserl und Heidegger (Il concetto di verit in Husserl e Heidegger). La tesi fondamentale del libro che in Heidegger andrebbe perduto il senso specifico del concetto di verit, in quanto egli distruggerebbe lidea di misura, essenziale per il senso di tale concetto; questo porterebbe Heidegger a rinunciare allidea della responsabilit del parlare e dellagire. Per quanto riguarda Edmund Husserl, nellopera del 1967 Tugendhat cercava di salvarne il concetto di intenzionalit, ma gi nel 1972 doveva giungere alla conclusione che non si d qualcosa come unintuizione eidetica. Docente a Heidelberg dal 1966 al 1975, Tugendhat si avvicina ora alla filosofia analitica statunitense, che a suo parere permette di affrontare e determinare i temi della tradizione classica con un insieme di strumenti concettuali pi raffinati rispet18

Oltre Heidegger, letica: Ernst Tugendhat


Sono state pubblicate in Germania due raccolte di saggi che ripropongono al pubblico le tappe principali del percorso filosofico di Ernst Tugendhat e offrono al tempo stesso una panoramica sulla discussione filosofica tedesca dal dopoguerra ad oggi: si tratta dei PHILOSOPHISCHE AUFSTZE (Saggi filosofici, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1992) e di ETHIK UND POLITIK. VORTRGE UND STELLUNGNAHMEN AUS DEN JAHREN 1978 BIS 1991 (Etica e politica. Discorsi e prese di posizione 1978-1991, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1991).

Accanto a testi gi pubblicati in altre occasioni, queste due recenti raccolte propongono nuove pagine di Ernst Tugendhat, pensatore noto per essersi spostato, dopo gli inizi fenomenologici e heideggeriani, sul terreno della filosofia analitica di matrice anglo-americana e per avere posto al centro dei propri interessi filosofici questioni riguardanti letica e la possibilit di una sua fondazione. Tra i suoi studi principali va segnalato almeno Heideggers Frage nach dem Sinn des Seins, in cui Tugendhat giunge ad un risultato di tipo criticonegativo: si congeda dalla questione dellessere e mette al tempo stesso in discussione lidea di una filosofia di carattere puramente teoretico, mostrando cos al lettore le vie per le quali linteresse per i problemi delletica diventa centrale nella sua filosofia. Nellaffrontare il problema etico Tugendhat non intende applicare allambito della prassi principi sviluppati in sede di filosofia teoretica, ma piuttosto, in un senso abbastanza tradizionale, giungere ad una fondazione filosofica della morale e affermare il carattere assoluto delle obbligazioni etiche: si tratta di cercare una fondazione per quel particolare carattere di obbligazione a cui facciamo riferimento quando parliamo di obblighi etici. In analisi dettagliate, Tugendhat ripercorre i tentativi correnti di una fondazione delletica, e ne afferma linsufficienza. Vengono cos escluse sia le posizioni di carattere metafisico e religioso, sia le carenze argomentative dei tentativi di carattere utilitaristico e contrattualistico. Nella Premessa ai Philosophische Aufstze Tugendhat presenta la domanda da cui ha preso le mosse il suo percorso nelletica: possibile fondare letica in modo semantico? La risposta un secco no. Ma nemmeno possibile seguire la via, praticata in Germania da Karl Otto Apel e da Jrgen Habermas, di una fondazione delletica attraverso la teoria dellagire comunicativo e della razionalit pratica. Ogni norma morale ha carattere contenutistico, ma niente che abbia tale carattere pu essere fondato in modo analitico come qualco-

to a quelli di questa tradizione stessa. Di tale fase di pensiero testimoniano le Vorlesungen zur Einfhrung in die sprachanalytische Philosophie. In questo periodo Tugendhat cercava ancora di conferire un senso mostrabile alla questione heideggeriana dellessere, cercando di stabilire se l essere costituisce un punto universale di orientamento per ogni questione filosofica. Ma ora ammette di aver perso questa battaglia, e sostiene che non esiste un unico termine del nostro linguaggio a cui pensiero e linguaggio possano venire ridotti. Un altro tema presente in queste raccolte di saggi la critica alla concezione sviluppata da Odo Marquard sulla funzione delle scienze dello spirito nella societ moderna. Attraverso tale critica Tugendhat prende distanza anche rispetto al suo antico maestro Ritter, a cui le tesi di Marquard sulla modernit si ispirano. Secondo Tugendhat, Marquard descriverebbe la modernit in modo troppo globale, unilaterale e negativo: come tecnicizzazione, razionalizzazione, burocratizzazione e livellamento. Le tesi di Marquard misconoscerebbero inoltre il fatto che le scienze dello spirito non vanno intese come una reazione alle scienze della natura e alla modernit ma, al contrario, come il suo compimento. Le scienze dello spirito non sarebbero cos un tentativo di salvare la tradizione che nella modernit andrebbe persa, ma una sua obiettivazione. In questo senso esse vanno intese come una forma di conoscenza che prosegue e sviluppa il progetto illuministico. M.M.

Critica mitologica della ragione


Indubbiamente, il progetto che lultimo lavoro di Bruno Pinchard ci propone ambizioso: presentare una critica mitologica della ragione, dove il termine critica da intendersi in senso kantiano e laggettivo mitologico rimanda al poema degli inizi, alloriginario, del quale il sacro loggetto, e le categorie sono le credenze. Ne scaturisce una ragione sdoppiata: questo appunto il titolo dellopera di Pinchard, LA RAISON DDOUBLE. LA FABBRICA DELLA MENTE (La ragione sdoppiata, Aubier, Parigi 1992), i cui punti di riferimento essenziali debbono essere ricercati nel pensiero di Giambattista Vico e nella matematica di Ren Thom: un accostamento singolare, che non pu non destare curiosit nel momento in cui si afferma che leteronomia concepita come principio di formazione della coscienza.

Il tentativo intrapreso da Bruno Pinchard di accedere alla coscienza del senso comune degli uomini, prima e invalicabile barriera eretta dallistinto di sopravviven-

AUTORI E IDEE
za contro la tragicit dellessere, per poter avviare un pensiero umanista [...] che sappia parlare contemporaneamente la lingua del sapere e quella della paura, quella lingua che in un unico concetto possa esprimere la logica del sapere e le rappresentazioni delle comunit umane affrontate alla storia. In tal senso il sapere umanista doppio in quanto cerca il punto di congiungimento tra lesercizio razionale della scienza e il poema fantastico della vita, in quanto riproduce dello spirito tanto le architetture logiche, quanto quelle mitiche, a loro volta mimesi dello sdoppiamento originario dellessere. Uno sdoppiamento, dunque, che non simmetrico se non come struttura, dato che non possibile tradurre il concetto nel segno o viceversa. Daltro canto, uno sdoppiamento inteso come vera e propria rottura catastrofica appartiene ad un punto di vista statico; per poter cogliere larmonizzarsi nello spirito delle due architetture, logica e mitica, bisogna entrare, afferma Pinchard, in una prospettiva dinamica: occorre passare dal punto di vista discontinuo della differenza al punto di vista continuo della divisione. Infatti non vi ancora senso per chi si limita a dividere e comporre; il senso appartiene a chi sa dividere, riconoscendo lanteriorit ontologica del continuo sul discontinuo e considera gli effetti del discontinuo solo rapportandoli allefficacia che il continuo procura loro. Tutte le privazioni di una forma sono altrettanti richiami a una pienezza che forse la distrugge, ma il cui impatto fa per sorgere quella bellezza umana che rivela la nostra destinazione religiosa. Lanteriorit spetta allindeterminato, allinforme; la metafisica di Pinchard muove dunque da un principio assoluto degno di tutto rispetto: un infinito che integralmente presente sotto tutti i dualismi che la riflessione moltiplica; un infinito che vale per noi come il mito di un maximum che eccede le nostre facolt di rappresentazione e che, imponendosi come una fatalit, si lascia pensare come un ente: si pu ben rinunciare a filosofare, ma non concesso di filosofare senza fare i conti con lassoluto. Ora questo infinito, secondo Pinchard, prende il nome di Dio, si caratterizza rispetto al finito come alterit infinita della potenza; di conseguenza il problema filosofico - ma in generale conoscitivo - viene ridotto ad un problema di inscrizione dellinfinito nel finito. Cos, se da una parte lappello dellumanesimo al valore della verosimiglianza o dellanalogia serve a manifestare una verit che unespressione soltanto logica aveva dissimulato, e della quale si era reso nullo leffetto attraverso lo sviluppo dei formalismi, dallaltra ci non significa che la verit possa svelarsi completamente: il vero non mai prodotto, ma la profondit stessa di un agire che incessantemente si supera e moltiplica le cifre, non potendo fornire uno schema esaustivo delloggetto intelligibile assoluto. Umanesimo significa allora, per Pinchard, misurarsi con il tentativo di costruire un sistema integrale, globalizzante, che accolga in s la totalit delluomo. Nocciolo di questo sistema ci che viene chiamata una fabbrica della mente, cio una architettura dello spirito, una topologia delle sue metamorfosi, che contemporaneamente insegni che se lo spirito il principio di produzione delle configurazioni disgiunte della scienza e del mito, lo spirito non pu da solo spiegare la dinamica che genera le forme e ne provoca la successione, sicch nessuna forma pu negare la sua iscrizione in una natura totale. La fabbrica della mente serve quindi come strumento per cogliere la fabrica mundi, mostrando come la struttura dellessere sia quella di una natura che ama nascondersi e che lo spirito imita senza mai rivelare. M.V. La ricerca di una vera scienza e la volont di espansione, fattori culturali e pi direttamente storici, portano a quella secolarizzazione del sapere che spezza la tradizionale visione del cosmo. Se nellAlto Medioevo la formula del cerchio infinito, dove il centro dovunque e la circonferenza da nessuna parte, era ancora riservata a Dio, Cusano il primo a utilizzarla per descrivere la macchina del mondo: nel nuovo ordine cosmico che prende forma in questa metafora, de Gandillac individua la cesura fondamentale dellautentica modernit. Il sorgere di un pensiero laico, che procede nella perigliosa avventura di trasformare il soggetto divino in soggetto umano, anche per Alain Touraine il momento di rottura di una tradizione, che dal crollo dellImpero Romano si dispiegherebbe fino al secolo dei Lumi. A partire dallIlluminismo sono i concetti di natura, di diritto naturale e di ragione che definiscono la realt delluomo. Da storico della filosofia che non trascura le dinamiche sociali, Touraine segue il corso delle idee e dei mutamenti che danno forma al moderno fino al momento in cui la nozione di soggetto individuale come motore della storia tende a sfumarsi per essere sostituita da quella di societ e dallidea di progresso collettivo. Storicismo il nome di questa volont di pensare che la Ragione, organizzata nella forma politica dello stato, possa dirigere il corso degli eventi nel senso di una rivoluzione modernizzatrice, liberatrice e nazionale. In posizione critica, ma pur sempre agli estremi di tale processo, si situano le correnti romantiche, che cercano un principio unitario del mondo naturale e del mondo umano, e i pensatori ribelli alla filosofia progressiva della storia, che hanno in Tocqueville il loro portabandiera. in queste posizioni che trovano alimento le correnti antimoderniste: Nietzsche la voce filosoficamente pi alta di una critica della modernit identificata con lintegrazione sociale, la moralizzazione e la civilt borghese. La stessa intenzione critica trova argomenti nellopera di Freud, che procede ad una disarticolazione dellIo risultato dellinteriorizzazione delle norme sociali. La ricostruzione di Touraine si misura infine con le critiche del postmoderno, che insistono sui momenti di dissociazione tra razionalit strumentale e ragione umana, tra economia e cultura, tra individuo e societ, al punto di proclamare limpossibilit di una scelta tra posizioni e esperienze, che devono tutte essere accettate. Allattuale catastrofe del soggetto, viene opposta una interpretazione della storia e della cultura moderne come storia della sparizione e della ricomparsa del soggetto alla luce delle condizioni e delle determinazioni che presiedono alla sua esistenza storica. Per lautore di Critique de la modernit, il soggetto moderno continua ad

Genesi e critica della modernit


Mappa di un percorso a ritroso sul cammino della modernit: cos si configura il volume di Maurice de Gandillac, GENSE DE LA MODERNIT. LES DOUZE SICLES O SE FIT NOTRE EUROPE (Genesi della modernit. I dodici secoli che formarono la nostra Europa, Cerf, Paris 1992), che raccoglie i testi, nuovi o gi pubblicati, relativi ad un arco di tempo che va dalla CITT DI DIO (462) di Agostino alla NUOVA ATLANTIDE (1672) di Bacone. La genesi e il destino della modernit, intesa come categoria culturale e storica, sono anche al centro dellanalisi di Alain Touraine, CRITIQUE DE LA MODERNIT (Critica della modernit, Fayard, Paris 1992).

nel cuore del Medioevo, per antonomasia periodo di transizione di culture e di metamorfosi di civilt, che Maurice de Gandillac va a ricercare quei segnali, quei concetti e quelle preoccupazioni in cui sembra annunciarsi la modernit. In questo, pi percettibile diviene lattenzione per un modello laico di conoscenza che si affianca, senza insidiarla, alla centralit della speculazione religiosa: la sete di conoscenza che anima le compilazioni di Isidoro di Siviglia e di Vincent de Beauvais diventa vera e propria scienza della misura in Nicola Cusano, fautore di un pubblico inventario dei beni e di una catalogazione sistematica. Luso tecnologico della scienza per migliorare la vita degli uomini, messo in pratica da Leonardo, trova voce teorica nei progetti utopistici di More, Campanella e Bacone. Ma anche i mutamenti economici e sociali ricevono una nuova attenzione nel XIII secolo: Duns Scoto, monaco francescano, giustifica il ruolo e i benefici del ceto mercantile mettendo in rilievo limportanza del commercio come fattore di mediazione culturale e di distribuzione di risorse per natura diseguali.
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AUTORI E IDEE

Pieter Bruegel, Caduta degli angeli ribelli (1562), particolare

esistere come espressione del conflitto tra una logica della libert, della libera creazione di s, e unantica, e persistente, logica del dominio. E.N.

Il moderno e il suo diritto


La difesa della modernit che si svolge nellopera di Hans Blumenberg, LA LEGITTIMIT DELL ET MODERNA (traduzione italiana di C. Marelli, Marietti, Genova 1992) passa attraverso una ridefinizione della categoria del moderno, di cui vengono evidenziate le radici antropologiche, pi che lascendenza teologico-assolutistica, con un attacco al teorema della secolarizzazione. Su questioni affini da segnalare lopuscolo di Mario Perniola, PI CHE SACRO, PI CHE PROFANO (Mimesis, Milano 1992).

Il nucleo centrale, e anche il pi evidente, del testo di Hans Blumenberg risiede nella polemica contro il cosiddetto teorema della secolarizzazione, che fonderebbe la modernit, secondo cui la genesi del moderno consista in una secolarizzazione, in una immanentizzazione delle categorie precedentemente attribuite al trascendente. Questo teorema rimuove, a parere di Blumenberg, il tratto caratteristico del passaggio, o meglio della rottura, che definisce il Moderno e che consiste, di fatto, nel mutamento di quelle categorie.

Proprio la questione del passaggio viene daltro canto posta in discussione da Mario Perniola, che individua tra le categorie del sacro e quelle del profano sia una comune consistenza di tipo monistico, il darsi di un intermedio, sia una radicalizzazione (nel darsi del pi che sacro, il trascendente) della teoria classica della differenza tra le due categorie, sia, infine, una ripetizione del profano, che in quanto pi che profano diventa sacro, come accade nella radicalizzazione del processo di demitizzazione, nello smascheramento di ci che umano, troppo umano. Il teorema della secolarizzazione pretende, secondo Blumenberg, di ritrovare nel Moderno il medesimo schema interpretativo dellesistente proprio dellepoca precedente, lassolutismo, applicato per a una diversa realt, quella umana, anzich a quella divina. Con il passaggio dal teocentrismo allantropocentrismo, sostiene invece Blumenberg, mutano i termini del problema, perch cambia il senso in cui luomo diventa centro della realt, in luogo di Dio. Su questo punto in particolare si fa palese che un obiettivo non secondario della polemica di Blumenberg contro il teorema della secolarizzazione Heidegger. infatti evidente come la tesi heideggeriana dellunit solidale di teologia, ontologia, antropologia, espressa nella nozione di ontoteo-ego-logia, poggi le sue fondamenta sul teorema della secolarizzazione, cio sul20

la convinzione dellassenza di soluzioni di continuit tra il cosmologismo teocentrico medievale e laffermazione dellautonomia e della centralit delluomo. Proprio in Heidegger daltra parte evidente come la tesi continuistica, relativamente alla categoria e allepoca moderne, sia finalizzata a una sua svalutazione o, ancor pi radicalmente, alla negazione della sua legittimit, la cui difesa proprio lobiettivo di Blumenberg. Luomo come centro del cosmo centro in un modo diverso da quanto lo fosse Dio, per il fatto che il cosmo non pi un ordine chiuso, ma aperto come quello di Cusano, Bruno e Copernico. Quella copernicana fu effettivamente una rivoluzione, e non un semplice ribaltamento; lautoaffermazione delluomo comporta un mutamento della struttura in cui esso si colloca, perch laccento sul momento normativo intrinseco alle leggi e ai precetti umani si caratterizza, per forza di cose, pi come autoregolamentazione del soggetto, che non come regolamentazione del soggetto nei confronti di un altro da s. La norma, e lordine che ne deriva, appariranno dunque sotto la luce della soggettivit della loro genesi, piuttosto che sotto quella delloggettivit del loro sussistere. Conseguenza importante che caos e ordine non risultano pi termini contrapposti, dove il secondo si sovrappone al primo in maniera pi o meno adeguata e il primo riesce spesso a sfuggire al secondo, se non

AUTORI E IDEE
talvolta addirittura a sovvertirlo, godendo di una sua vita, limitata e residuale, in settori marginali della cultura e della storia umana. Il caos diventa invece, dal punto di vista sincronico, una variabile funzionale dellordine e dal punto di vista diacronico il brodo primordiale da cui nascono possibilit di ordine, dunque, esso stesso una forma di ordine in continua autoregolamentazione. La conoscenza del mondo cessa dunque di giacere sul parallelismo tra uomo e natura, sulla adaequatio intellectus ad rem, fondata sulla provenienza delluno e dellaltro dalla comune fonte, Dio come ens entium, e diventa invece un atto del soggetto, funzione della sua curiositas. Anche qui evidente la rottura con la tesi heideggeriana di un radicarsi della scienza moderna nella metafisica, attraverso la continuit fra il criterio soggettivo di verit stabilito da Cartesio e quello, gi scolastico, delladaequatio. Seguendo la prospettiva di Blumenberg, la legittimit del Moderno riposa dunque da un lato, quello rivolto al Medioevo, sulla sua specificit, cio sulla crisi propria del passaggio, dallaltro, quello rivolto al cosiddetto postmoderno, su una sorta di inglobamento: la categoria del Moderno, una volta ridefinita a partire dal carattere autoaffermativo del soggetto nella sua irriducibile singolarit, non pu che inglobare le tematiche dei limiti e della crisi di fondazione del soggetto medesimo. F.C. Una tale uguaglianza non pu realizzarsi senza un pensiero del genere, in quanto sessuato, e senza una riscrittura dei diritti e dei doveri di ciascun sesso, differente luno dallaltro nei diritti e nei doveri sociali. E affinch le lotte delle donne possano essere portate avanti in modo diverso dalla semplice rivendicazione della parit tra i sessi, e conducano alliscrizione di diritti equivalenti, pur necessariamente differenti, bisogna permettere alle donne di accedere ad unaltra identit. Sarebbe inoltre auspicabile che le donne creino un ordine sociale nel quale la loro soggettivit possa manifestarsi con i suoi simboli, le sue immagini, le sue realt e sogni, dunque con mezzi oggettivi di scambi soggettivi. Le nostre societ, costituite in parti uguali da uomini e donne, sono state generate da due genealogie; eppure il potere patriarcale si organizza attraverso la soggezione di una genealogia allaltra, che ha significato la soppressione della genealogia madri-figlie. Le difficolt che le donne incontrano per entrare nel mondo culturale maschile hanno come conseguenza la quasi totale rinuncia alla soggettivit femminile e ai rapporti con altre donne. Parlare dunque di un diritto sessuato, nel quale si iscrive il genere femminile, perci molto diverso dalla rivendicazione del concetto tradizionale di parit: non si tratta di leggi uguali per tutti, ma di pensare le leggi in un modo che tenga conto del fatto che le donne non sono uguali agli uomini. F.P. Della tradizione del Medioevo fanno infatti parte, a pieno titolo, non solo il filone immanentistico e illuminista che, prendendo le mosse da Cartesio, si svolge fino allidealismo tedesco e a Marx, ma anche quello che, ancora da Cartesio, porta invece, attraverso Pascal, Malebranche e Vico, al neotomismo contemporaneo, in cui si colloca lo stesso Possenti, studioso e seguace di Jacques Maritain. Al di l delle differenze specifiche, di cui pure riconosce la rilevanza, Possenti vede una continuit e unispirazione unitaria fra il pensiero neoliberale contemporaneo (Bobbio, Hayek, Popper, Rawls, Rorty) e la tradizione liberale del Seicento e del Settecento. I fondamenti filosofici che costituiscono lelemento di continuit riguardano, secondo Possenti, lagnosticismo verso il problema della Trascendenza e quello del Bene, e determinano necessariamente una carenza sul piano della fondazione ontologica delle norme morali e del diritto naturale. Al di l di sintonie, pure evidenziate, con limpostazione cattolica, questo il motivo, per i cattolici, di inaccettabilit del pensiero liberale, che laico e, proprio perci, tragico. Il carattere tragico consiste nella consapevolezza del ruolo non esaustivo, non ultimativo, che rivestono i problemi etico-politici e, daltra parte, nellincapacit di procedere oltre di essi, verso un giudizio di tipo speculativo che, solo, potrebbe fondarli. Le questioni fondamentali, cio fondative, vengono anzi relegate in interiore homine; contemporaneamente, e conseguentemente, le questioni politiche lopzione, ad esempio, per i sistemi democratici - divengono materia di fede; si confondono cos i fini con i mezzi, alla discussione dei quali si riduce infine, pi o meno consapevolmente, la filosofia politica. La critica di Possenti a prospettive tutto sommato riduzioniste dellanalisi politica, che spiegano in termini esclusivamente utilitaristici o contrattualistici la dinamica delle decisioni politiche, non solo la critica della politica da un punto di vista etico o da uno ontologico. In realt, ricorda ancora Esposito, sono proprio le riduzioni pancontrattualistiche, lillusione demitizzante (che in nome di una risolubilit razionale dei conflitti li espelle dallorizzonte dellanalisi), a perdere di vista che il conflitto costituisce proprio lessenza, il banco di prova, dell'analisi politica. Si perde cos di vista anche lorigine storica della filosofia politica, della stessa riflessione filosoficopolitica che, nellet moderna, affonda le sue radici nei pressi delle guerre di religione, dei conflitti sociali, e delle guerre di successione. Questa genesi storica , daltra parte, a sua volta avvenuta in stretta correlazione con unaltra prospettiva, unaltra linea di pensiero, quella a cui Possenti si sente pi vicino. Il moderno e il postmoderno, se pure hanno un senso come strumenti di analisi, appaiono dunque come il luogo di unantinomia che assume le sembianze di una contraddizione, di un bivio: le societ liberaldemocratiche occidentali si trovano da un lato lindividualismo egocentrico e non fondato

Irigaray: cultura della differenza


Edito in Francia per le Editions Grasset & Fasquelle nel 1990, viene ora pubblicato in Italia lultimo libro di Luce Irigaray: IO, TU, NOI. PER UNA CULTURA DELLA DIFFERENZA (a cura di M. Antonietta Schepisi, Bollati-Boringhieri, Torino 1992), una raccolta di saggi, alcuni dei quali gi pubblicati in traduzione italiana negli anni 1987 e 1988 sulla rivista Rinascita. Il libro stato presentato a Torino, Bologna e a Roma, dove per loccasione si svolto un incontro aperto, misto, per volere stesso della presentatrice francese, che da almeno un decennio rappresenta per il movimento delle donne italiano un fondamentale punto di riferimento teorico.

Il bivio e la convergenza
Il bivio, cui allude il titolo dellopera di Vittorio Possenti, LE SOCIET LIBERALI AL BIVIO. LINEAMENTI DI FILOSOFIA DELLA SOCIET (Marietti, Genova 1992) quello a cui si trovano di fronte le societ liberali dellOccidente, sospese, secondo lautore, fra leredit della filosofia politica classica e cristiana, da un lato, e limpulso secolarizzante di un individualismo che assolutizza la libert del singolo, e la separa dalla verit, dallaltro.

Negli anni 50 e 60 il punto di riferimento principale per la cultura e il pensiero femminista stata lopera di Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, che ha contribuito a generare le basi del femminismo degli anni 70 con le sue rivendicazioni sociali e politiche, che tanta importanza hanno avuto per generazioni di donne, impegnate nella rivendicazione della parit con luomo. Ma la semplice richiesta di uguaglianza tra uomo e donna non sufficiente per Luce Irigaray.

Come ha rilrvato Roberto Esposito in occasione della presentazione dellopera di Possenti presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, il confronto che Vittorio Possenti instaura con la tradizione filosofico-politica dei classici e dellOccidente cristiano riposa sul convincimento che i problemi l dibattuti, i nuclei tematici delle questioni l individuati non siano eccessivamente dissimili da quelle a cui si trova di fronte luomo contemporaneo. La collocazione di questultimo attraverso categorie , quali quella di moderno o di postmoderno, che vogliono essere a un tempo teoretiche e storiografiche, risulta problematica proprio per la loro non univocit.
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TENDENZE E DIBATTITI

Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Incisione di Sichling da L. Sebbers

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TENDENZE E DIBATTITI

Riflessioni di Hegel
Il volume di Valerio Verra, LETTURE HE(il Mulino, Bologna 1992), che raccoglie una serie di recenti saggi dedicati al filosofo tedesco, pi che una ricostruzione del pensiero hegeliano nel suo complesso, propone uno spettro significativo di approcci diversi, che dimostrano la fecondit di tale pensiero, anche al di l di una discussione meramente storiografica. Con un intendimento non dissimile si sviluppa lo studio di Daniele Goldoni, IL RIFLESSO DELLASSOLUTO. DESTINO E CONTRADDIZIONE IN HEGEL (1797-1805), che assume la questione della riflessione come categoria teoretica, con la quale riconsiderare storicamente la collocazione di Hegel. Decisamente collocata sul versante di un confronto teoretico del pensiero hegeliano con alcuni momenti nodali della tradizione di pensiero occidentale invece lopera di Massimo Don, SULLASSOLUTO. PER UNA REINTERPRETAZIONE DELL IDEALISMO HEGELIANO (prefazione di Emanuele Severino, Einaudi, Torino 1992).
GELIANE. IDEA, NATURA , STORIA

Una questione di carattere metodologico motiva il titolo della raccolta di Valerio Verra, Letture hegeliane. Di letture si tratta, infatti, e non di interpretazioni, dato che lintento non quello di fornire una ricostruzione complessiva del pensiero hegeliano, e neppure la tematizzazione di un aspetto particolare di esso, ma di enucleare alcune chiavi di accesso teorico, importanti per situarlo storicamente. La doppia valenza, teoretica e storica, di alcuni di questi nodi concettuali, risulta ben evidente, ad esempio, rispetto alla questione della valutazione hegeliana dello scetticismo, nella quale agiscono, come ricorda Verra, parametri sia fenomenologici, sia logici. Risulta cos che lo scetticismo appare non soltanto come momento storicamente determinato dello sviluppo della riflessione filosofica, ma soprattutto come categoria teoretica, nei confronti della quale Hegel precisa la propria posizione. In tal senso, la considerazione privilegiata che Hegel accorda allo scetticismo antico nei

confronti di quello di Ernst Schultze, lautore del celebre Enesidemo (1792), ha il significato della rivalutazione di un momento decisivo nella critica del dogmatismo della coscienza comune. Invece lo scetticismo, nella prospettiva a lui contemporanea, appare a Hegel legato, per quanto in modo critico, alla filosofia della rappresentazione, cio a unimpostazione trascendentale di ascendenza kantiana, ferma al momento dello sguardo dellintelletto finito. Lo scetticismo antico, di cui Hegel evidenzia il carattere logico-dialettico (tematizzando, tra laltro, la differenza fra i tropi pi antichi e quelli di Sesto Empirico) appare dunque come una figura propriamente filosofica, laddove quello moderno vuole essere una critica allo sguardo filosofico, condotta a partire dal punto di vista della coscienza comune. Anche il saggio che Verra dedica al rapporto tra dialettica e metamorfosi mostra come la questione teoretica, che contrappone la filosofia hegeliana a quella della natura di stampo romantico, porti immediatamente Hegel, dal punto di vista storiografico, al di l del rapporto con Goethe. In ogni caso, a prescindere dai diversi intenti - classificazione e comparazione delle realt naturali come testimonianza dellarmonia del tutto, in Goethe; emergenza del nucleo logico-speculativo nella dialettica naturale, in Hegel - secondo Verra nei due pensatori operano categorie e strutture problematiche comuni. Un rimescolamento, invece, delle categorie aristoteliche il risultato del confronto di Hegel con i fondamenti della storia della tradizione speculativa, per quanto riguarda la questione della determinazione del processo di riflessione (identit, differenza, diversit, opposizione e contraddizione), che porta al cuore del sistema hegeliano e a cui Verra dedica un saggio della sua raccolta. Proprio il concetto di riflessione diviene, nellinterpretazione di Daniele Goldoni, banco di prova dellorganizzazione del pensiero hegeliano nel suo provenire, e insieme nel suo distaccarsi, dalla temperie culturale del primo periodo del Romanticismo. In particolare per lautore significativo il rapporto di Hegel con Hlderlin, al quale Goldoni aveva dedicato un precedente studio, Filosofia e paradosso. Il pen23

siero di Hlderlin e il problema del linguaggio da Herder a Hegel (ESI, Napoli 1990), che intendeva mostrare come proprio a partire dal concetto di riflessione Hlderlin pervenisse alla determinazione di una prospettiva tragica dellesistenza. Il processo di riflessione sembrerebbe infatti chiarire, in Hlderlin, il nesso tra condizionato e incondizionato come aspirazione necessaria, e necessariamente vana, allelevazione del finito allinfinito; la coscienza tragica consiste precisamente nella consapevolezza di tale necessit, e di tale vanit, e si realizza in Hlderlin come ricerca di una dimensione della trascendenza, che, pur tenendo fermo alla posizione kantiana come punto di non ritorno nella critica al dogmatismo della metafisica tradizionale, cerca nuove strade attraverso le quali ripensare la dimensione dellincondizionato, rimossa proprio in seguito alla critica kantiana. La soluzione scelta da Hegel, come osserva Goldoni in Il riflesso dellAssoluto, consiste tuttavia nell elusione del tragico. La riflessione assoluta hegeliana consiste nel trascendimento dellesser posto della finitezza, poich questo il compito della filosofia, non essendole concesso di fermarsi alla dimensione del condizionato. Lesperienza della contraddizione, dalla quale scaturisce luso di questultima come strumento, logico e ontologico insieme, attraverso il quale si attua il superamento della dimensione della finitezza, ha proprio il significato di un abbassamento dellesperienza del tragico, di una sua riduzione, finalizzata alla sua manipolazione e alla sua neutralizzazione. In verit il reale discrimine fra gli approcci dei due pensatori risiede proprio nella loro diversa concezione (tragica luna, conciliativa laltra) del nesso tra finito e infinito. Come rileva anche Emanuele Severino nella sua prefazione al volume, lopera di Massimo Don, SullAssoluto, muove dalla convinzione che in Hegel la totalit degli essenti si dia come eterna, come relazione originaria e necessaria dove ogni essente in relazione a ogni altro essente, e quindi rispecchia in s il Tutto, e dove la temporalit non ha nulla a che vedere con luscita dal nulla e il ritornare nel nulla. LAssoluto hegeliano non consiste in unaccettazio-

TENDENZE E DIBATTITI
ne del carattere processuale del divenire ma, al contrario, nella dimostrazione che tale processualit un falso movimento, se concepito come kinesis tra un essere e un nulla, come passaggio degli enti da una condizione di partecipazione allessere a una di assenza dello stesso. Reale, ovvero effettuale, non questo passare, ma lessere, lAssoluto, la totalit che si manifesta nei momenti del processo dialettico; negare il carattere di effettualit al singolo momento, in quanto finito, significa attribuire effettualit, cio realt, non al gioco delle loro negazioni, ma alla struttura originaria che sottost a questo gioco. Dallindagine di Don emerge dunque, in senso heideggeriano, un Hegel alle prese con lo stesso di tutta la grande tradizione filosofica, lAssoluto, che , in ogni ente, in ogni praesentia, ci che si fa presente. Lautore sviluppa la propria tesi attraverso lanalisi di alcuni topoi del confronto di Hegel con la tradizione occidentale: Adorno, Kant, Agostino. Relativamente allinterpretazione adorniana viene focalizzato il cuore del sistema di Hegel e la caratterizzazione fondamentale del suo Assoluto, la dialetticit, nel tentativo di dimostrare il fallimento dellesegesi di Adorno, imperniata, come noto, su un carattere diadico, cio aperto, anzich triadico, della dialettica. Il confronto invece che Don instaura fra Kant e Hegel, sul terreno dellinterpretazione della prova ontologica di Anselmo, mira a confutare linterpretazione di un superamento, da parte di Hegel, della questione kantiana del noumeno. Infine nellinterpretazione del confronto tra Hegel e Agostino, relativamente alla questione del tempo, Don rintraccia una forte affinit tra i due pensatori nellaffrontare il nodo del rapporto fra tempo e ontologia: la fenomenologia agostiniana, osserva Don, anticipa in modo sorprendente la concettualizzazione, tutta ontologica, che del divenire temporale verr realizzata dal pensiero hegeliano. F.C.
li dalle tendenze ermeneutiche dominanti.

Confronti con Heidegger


Le pi significative sperimentazioni sullopera di Martin Heidegger, promosse, tra il 1985 e il 1990, dalla cattedra di Filosofia Teoretica dellUniversit di Bari con la collaborazione di sette studiosi, Valerio Bernardi, Ferruccio De Natale, Domenica Discipio, Michele Illiceto, Mauro G. Minervini, Giuseppe Semerari, Francesco Valerio, sono state raccolte nel volume: CONFRONTI CON HEIDEGGER (a cura di Giuseppe Semerari, Dedalo, Bari 1992), che si caratterizza per lanalisi sia di luoghi heideggeriani molto frequentati, sia di luoghi poco frequentati dalla critica e, comunque, tali da richiedere una esplorazione che esu-

Luogo molto frequentato quello in cui si colloca lente-uomo in Martin Heidegger. La questione dellente-uomo in Heidegger appunto il titolo del saggio di Giuseppe Semerari, curatore dellopera, che ha affrontato diverse tendenze critiche: lindirizzo ermeneutico, che associa il pensiero di Heidegger alle diverse dichiarazioni di morte del soggetto; la posizione di Massimo Cacciari e Gianni Vattimo, che leggono Heidegger come filosofo della tecnica, considerata come processo definitivo; e infine le considerazioni sul tema svolte da Jacques Derrida, in particolare nella conferenza del 1987, pubblicata con il titolo: De lEsprit, Heidegger et la question (Dello spirito, Heidegger e la domanda), dove, sulla base delle riflessioni heideggeriane del 1929-30 sul diverso rapporto che le cose materiali, gli animali e gli uomini intrattengono con il mondo, si sostiene la presenza di una teleologia antropocentrica, persino umanista, nel pensiero di Heidegger. Lestremit di queste posizioni riflette, per Semerari, lambiguit del pensiero di Heidegger su questa questione. Per ovviare a questa situazione, occorre individuare innanzitutto il solido posto che Heidegger occupa nellambito della storia della filosofia occidentale, interpretata da Semerari secondo due modelli: parmenideo e protagoreo, da lui gi esposti in Filosofia. Lezioni preliminari (Milano 1991). Alluomo parmenideo sottratta la decidibilit, il controllo della propria esistenza, mentre a quello protagoreo si riconosce il progetto della propria autoresponsabilit, pur nellambito delle determinazioni biologiche e culturali. La caratterizzazione dellEsserci in termini di fatticit, di essere gettato, di essere colpevole, colloca Heidegger nellambito del modello parmenideo; ed proprio nello spazio parmenideo che si deve cogliere la singolarit ontologica delluomo: lessere mai signore di se stesso, mai faber fortunae sue, ma pastore dellEssere, diviene la condizione del suo privilegio. Luomo in quanto Esserci al di sopra di ogni altro ente in relazione alla peculiarit di pensare lEssere, di essere il mezzo dellapertura come disoccultamento e manifestativit dellEssere. Lappartenenza di Heidegger al modello parmenideo definisce unantropologia caratterizzata dal duplice movimento di spodestamento e di innalzamento delluomo. Il parmenidismo di Heidegger, osserva Semerari, va ricercato nel periodo precedente agli anni 20 (periodo in cui Semerari colloca lautentica Kehre nel pensiero heideggeriano). Indicare nella teologia il terreno di costituzione dellontologia parmenidea di Heidegger non specificarne semplicemente la provenienza, ma renderne visibile il carattere teologico intrinseco: la sentenza agostiniana merita nostra, dona
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Eius diviene in tal senso sintesi dellontologia teologico-parmenidea di Heidegger. Un interessante completamento di questa tematica pu essere rintracciato nel contributo di Valerio Bernardi, Lo HeideggerStreit teologico degli anni Trenta, che analizza le reazioni successive alla pubblicazione di Essere e Tempo in ambito teologico. Il periodo precedente gli anni 20, in modo particolare quello che intercorre tra il 1912 e il 1916, un periodo che, nonostante sia di notevole importanza per la costituzione del pensiero heideggeriano, il meno frequentato dalla critica. A questo proposito illuminante il saggio contenuto in questopera di Mauro G. Minervini, Prima di Essere e Tempo: Heidegger di fronte a Hegel, in cui, facendo riferimento a scritti giovanili di Heidegger come La dottrina del giudizio nello psicologismo del 1914, la dissertazione su Duns Scoto, Il concetto di tempo nella scienza storica, vengono messi in evidenza presenze e tracce di influenze e di stimoli propri della Hegel-Reinassance promossa dagli ambiti neo-kantiani e dallaffermarsi del pensiero di Dilthey e della sua opera critica su Hegel. Il saggio di Michele Illiceto Il rapporto tra il s e l nellontologia di Martin Heidegger, affronta il problema della differenza ontologica, analizzando il passaggio, attuato da Heidegger, dal S di formazione cartesiana al Ci, al Ci-. Il cogito cartesiano pone la precedenza del S, cio afferma un tempo in cui lIo senza mondo; in Heidegger prima del S c l che Ci-. La differenza ontologica si definisce, cos ...ontologizzazione del ritardo temporale del S rispetto all. In confronto alla fenomenologia husserliana come rinnovato cartesianesimo, in cui il rapporto di precedenza del s rispetto al mondo si pone mediante il rifiuto del mondo inteso come datit, nellaccezione cartesiana, e attraverso una struttura bipolare del cogito: movimento dellego e distesa dell, lontologia heideggeriana si rivela una filosofia delleccedenza dell. Luoghi poco frequentati del confronto con Heidegger sono anche quelli che coinvolgono pensatori cos lontani nel tempo quali Plotino, Spinoza o Freud. Il saggio di Ferruccio De Natale, Heidegger e Plotino: consonanze imperfette, cerca di mettere a confronto la Lettera sullUmanismo di Heidegger e le Enneadi di Plotino. E un confronto costitutivo: nel dialogo tra Heidegger e Plotino si inserisce lautore, che entra in discussione con i due filosofi, con la scrittura delle Enneadi, della Lettera sullUmanismo, con i versi di Silesius de Il pellegrino Cherubico; che guarda ed esprime lUno di Plotino per dire lindicibilit dellEssere heideggeriano. Nel saggio Heidegger e Freud, Domenica Discipio ripercorre invece, nella prima parte del confronto, le indagini condotte da M. Bartels in Selbstbewusstsein und Unbewusstes. Studien zu Freud und Heidegger (Autoco-

TENDENZE E DIBATTITI
scienza e inconscio. Studi su Freud e Heidegger) e da W. J. Richardson in The Place of unconscious in Heidegger (Il ruolo dellinconscio in Heidegger), che mirano a completare lelaborazione freudiana della struttura della personalit umana mediante lanalitica esistenzial-ontologica di Heidegger. La parte conclusiva del saggio di Discipio ribalta limpostazione data dalle due interpretazioni sopra esaminate e ripercorre il pensiero di Heidegger attraverso la psicoanalisi freudiana anche nei suoi risultati terapeutici, centrando lattenzione sul privilegio conferito da Heidegger, nellanalisi della condizione dellesserci nel mondo, allEssere dellesserci. Il confronto tra Heidegger e Spinoza, che Francesco Valerio sviluppa nel saggio Heidegger, Spinoza e il problema della soggettivit, un tentativo di attraversamento di uno dei violenti spazi oscuri (A. Jger) che Heidegger lascia aperti nella selettivit che caratterizza la sua ermeneutica dellintero pensiero occidentale. Sia Heidegger che Spinoza mirano a mantenere la priorit trascendentale (lo Stesso Sostanziale di Spinoza, il Sein selbst di Heidegger) in una teoria dellEssere della differenza ontologica tra Essere ed ente, nel tentativo di sottrarsi allerrore della presentificazione, entificazione dellEssere. Lorizzonte della Soggetti(vi)t, non intesa nel senso equivoco della metafisica moderna, la dimensione problematica di questo rapporto e ne definisce i termini. F.R.C. di Heidegger non contiene elementi nuovi, se si esclude la tesi, sostenuta nella parte dellopera dedicata alla filosofia dellultimo Heidegger, che questi non abbia mai abbandonato il punto di partenza della fenomenologia husserliana. Circa la questione che negli ultimi anni ha sollevato accese discussioni - il rapporto di Heidegger con il nazionalsocialismo - Nolte si ferma alla constatazione di alcuni elementi che sembrano generalmente accettati dagli interpreti heideggeriani. Con Habermas - suo avversario nella polemica svoltasi nel 1986-87 tra gli storici tedeschi sulle origini del nazismo, sul problema dellunicit dei suoi crimini e sul rapporto tra quel passato e lattuale identit tedesca - Nolte condivide alcuni punti di vista: nellultimo periodo della repubblica di Weimar che il pensiero di Heidegger si carica di elementi ideologici, e anzitutto del teorema della cosiddetta rivoluzione conservatrice; pur prendendo posizione, nel 1933-34, a favore del regime nazista, Heidegger non ne condivide il razzismo e lantisemitismo; dopo il periodo di rettorato, non prendendo parte alla resistenza, n scegliendo la strada dellemigrazione, il filosofo mantiene col nazismo un rapporto altamente ambiguo, considerandolo, alla pari di bolscevismo e americanismo, come una modalit delloblio dellessere, pur vedendo in esso anche un momento necessario nella dialettica di nascondimento/disvelamento dellessere stesso. In altri passaggi del suo studio, Nolte riprende (e ripete) alcuni punti di vista gi esposti nelle sue opere di carattere storico, e in particolare lidea del significato della rivoluzione dOttobre nella storia contemporanea. La rivoluzione bolscevica rappresenta per Nolte levento rivoluzionario per eccellenza, ma in senso negativo. Chiave interpretativa di questo fenomeno storico per Nolte la discussa contrapposizione tra sterminio di razza (nazismo) e di classe (rivoluzione dOttobre e arcipelago Gulag). Partendo da questo confronto tra stalinismo e nazismo Nolte giunge cos, pur non volendo negare la natura criminale del regime nazista, a ridurre lunicit degli suoi orrori, relativizzandola in quanto piccola soluzione rispetto alla grande soluzione bolscevica e stalinista. Non questo il luogo per discutere questa interpretazione, che del resto ha gi trovato i suoi critici. Va per osservato che, applicata alla filosofia heideggeriana, essa suggerisce lidea che ladesione al nazismo di Heidegger sia stata motivata da una posizione anticomunista. Resta comunque ancora aperta tra gli storici la questione se il nemico principale dei sostenitori della rivoluzione conservatrice fosse il movimento operaio e comunista (come voleva, pur da un punto di vista ideologico diverso a quello di Nolte, Georg Lukcs), o non piuttosto la democrazia parlamentare e liberale: che veniva identificata come il supporto politico dellordine uscito dalla pace
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di Versailles, con cui era stata sancita la sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale. M.M.

Attualit del marxismo


In un panorama culturale che tende a far ricadere sui padri (Marx ed Engels) le colpe di sedicenti figli e nipoti, due voci pressoch isolate si levano a rivendicare lattualit del pensiero marxiano, altra cosa rispetto a quello troppo a lungo propagandato come marxista: in Francia il semestrale ACTUEL MARX (giunto alla sesta annata: n. 11, primo semestre 1992); in Italia la nuova serie di CRITICA MARXISTA (di cui da poco uscito il n. 3/4, maggio/ ottobre 1992). In questo quadro, e nel momento in cui da molti avvertita lesigenza di un riorientamento del proprio pensiero intorno ai classici del marxismo, si colloca anche la recente raccolta di saggi di Giuseppe Vacca dal significativo titolo: GRAMSCI E TOGLIATTI (Editori Riuniti, Roma 1991).

Nolte, Heidegger e il nazismo


E dedicato a una ricostruzione monografica dellitinerario filosofico di Heidegger il pi recente studio dello storico tedesco Ernst Nolte dal titolo: MARTIN HEIDEGGER. POLITIK UND GESCHICHTE IM LEBEN UND DENKEN (Martin Heidegger. Politica e storia nella vita e nel pensiero, Propylen Verlag, Berlin 1992). Discutendo lannosa questione del rapporto di Heidegger con il nazionalsocialismo, Nolte riafferma la sua discussa visione del nazismo come risposta allo sviluppo del movimento bolscevico e alla rivoluzione dOttobre.

Questultimo studio di Ernst Nolte (che fu allievo di Martin Heidegger) va ad aggiungersi alla gi imponente bibliografia dedicata al filosofo tedesco e si presenta come una introduzione di carattere generale al pensiero heideggeriano. Per quanto riguarda la ricostruzione della vita del filosofo Nolte riprende elementi gi noti dalla documentazione presentata da Schneeberger, dai ricordi di Gadamer e Lwith, dalla biografia di Ott e dal controverso e unilaterale studio di Farias. Anche lesposizione dei contenuti teorici della filosofia

Quando, nel 1987, fu fondata la rivista Actuel Marx, la crisi delle societ cosiddette comuniste, e con esse del marxismoleninismo ufficiale, appariva ormai irreversibile, anche se nessuno ne prevedeva allora una fine cos repentina; era gi per tanto avvertita la necessit di un rinnovamento delle tradizioni marxiste [...] al di fuori di ogni ortodossia, e di un loro confronto con le altre componenti principali della cultura contemporanea. Questultima affermazione particolarmente indicata per presentare il numero 11 di Actuel Marx, la cui parte monografica, che come al solito copre la prima met abbondante del fascicolo (in realt un vero libro, come recita la quarta di copertina), dedicata questa volta a Weber e Marx. Presupposto di questa parte dedicata ai due autori il saggio omonimo di Karl Lwith del 1932, cui idealmente si richiamano tutti i contributi qui ospitati: la relazione di Herbert Marcuse al Congresso dei sociologi tedeschi del 1965 su Industrializzazione e capitalismo, volta a denunciare la non identit tra razionalizzazione (capitalista), analizzata ed elogiata da Weber, ma in realt tuttaltro che neutrale e formale, e razionalit tout court; larticolo di JeanMarie Vincent, che nella critica weberiana alla razionalit marxista vede da un lato un volgere contro Marx di critiche da lui stesso sviluppate, dallaltro una critica anticipata al socialismo reale, che per altro non coinvolge tutto Marx, ma anzi aiuta a separarne il pensiero vivo dal marxismo volgare o materialismo economico (opera cui gi si era accinto il nostro Gramsci); quindi il saggio di Michael Lwy su Figure del marxismo weberiano (Bloch e Lukcs innanzitutto, poi la Scuola di Francoforte, infine Merleau-Ponty, ideatore dellespressione marxismo weberiano) e quello di Catherine Colliot Thlne su

TENDENZE E DIBATTITI
Habermas, lettore di Marx e Max Weber. Seguono uninteressante antologia di testi weberiani dedicati a Marx ed al marxismo, curata da Enzo Traverso, ed una ricca sezione bibliografica. Almeno un cenno meritano infine le altre rubriche della rivista: Storia del marxismo, con un articolo di Jacques Texier (direttore della rivista insieme a Jacques Bidet) sui Gundrisse di Marx, un Intervento di Jeffrey Reiman su Rawls contro Nozick, e la consueta nutrita schiera di Libri, a sua volta articolata in sottosezioni, tra le quali La nuova struttura del mondo, argomento cui anche dedicato leditoriale di questo numero. Pi articolata appare la nuova serie di Critica marxista, che si apre con un ampio Osservatorio sullattualit politica ed economica. Soprattutto nellanalisi di questultima si possono apprezzare, gi nel numero 1, ad esempio, alcuni tentativi di sollevarsi al di sopra dellimmediata contingenza mediante il richiamo ad autori forti; anche in questo caso il pensiero di Marx viene messo a confronto con altri classici, stavolta delleconomia (Keynes e Schumpter), unica maniera per affrontare lattuale crisi, osserva Giorgio Lunghini (Occupazione e democrazia), senza rifugiarsi nella speranza, condivisa da molti, anche a sinistra [...], che il Dio che ci salver il Mercato [...], la vecchia ricetta degli ortodossi: laissez faire, laissez passer (su questo aspetto si veda anche Roberto Tesi, Aspettando linnovazione). Segue un Laboratorio culturale, pi propriamente filosofico: uno dei temi che hanno dominato i primi fascicoli rappresentato dal confronto tra liberalismo e marxismo a proposito dellidea di libert (argomento quantomai attuale, cui stato anche dedicato un recente convegno del Goethe Institut romano, dal titolo: Marxismo e liberalismo alla soglia del terzo millennio). Il dibattito stato aperto nel numero 1 da Stefano Petrucciani con uninteressante analisi di Tre concetti di libert, liberale, democratico e socialista, cui appartiene quello marxiano, per un verso pi estensivo libert collettiva, economica , per laltro esposto a gravi aporie, non riconoscendo dignit ai diritti classici (quelli dell 89, per intendersi) e presupponendo labolizione del mercato e della libera competizione, improponibile, secondo Petrucciani, nelle societ moderne; quindi necessario un suo ripensamento, che ne faccia un principio etico volto allo sviluppo, e non al superamento, delle libert democratiche. Sul medesimo tema sono poi intervenuti Nicola Badaloni (Le tre libert e il marxismo, n. 2), che, pur accettando buona parte del discorso di Petrucciani, non vuole ridurre il marxismo a ideale regolativo, ritenendolo invece, sulle orme di Sartre (e di Gramsci) una filosofia epocale [...] insuperabile, finch esistano le condizioni che determinano le disuguaglianze; e Domenico Losurdo (Liberalismo, comunismo e storia della libert, n. 3), che ha mostrato come il carattere autocontraddittorio del concetto liberale di libert negativa non implichi necessariamente, come purtroppo avvenuto nei paesi del socialismo reale, una sua liquidazione tout court, ma piuttosto la negazione di alcune libert (formali), per affermarne altre (sistemiche). In ogni numero presente poi una sezione dedicata alla Battaglia delle idee e una alle Riletture; seguono le consuete Schede critiche. In conclusione, siamo di fronte ad una rivista che, come sottolineava lEditoriale del numero inaugurale (presumibilmente opera dei due direttori Aldo Tortorella e Aldo Zanardo), pur senza rinnegare la quasi trentennale esperienza della prima serie di Critica marxista (1965-91), non ha niente a che fare con la nostalgia o con il continuismo, n con il ristabilimento del vero Marx, ma vuole essere la ripresa di un impegno di lettura critica della realt, fornendo, come recita il suo sottotitolo, analisi e contributi per ripensare la sinistra. In questo contesto ci pare significativo segnalare il ripensamento delle figure e dellopera di Gramsci e Togliatti che Giuseppe Vacca propone nel suo recente studio, Gramsci e Togliatti che muove dal riconoscimento della inscindibilit del nesso Gramsci Togliatti, decisivo per lelaborazione di quella via italiana al socialismo che, pur ritenuta dallautore nei fatti ormai storicamente superata (anzi, sostiene Vacca, ormai probabilmente lo stesso termine socialismo irrimediabilmente compromesso), rappresenta pur sempre un punto di riferimento preciso in una situazione dove, secondo unespressione gramsciana, mentre il vecchio muore, il nuovo non pu nascere. E questo innanzitutto perch i Quaderni del carcere di Gramsci sono rivolti principalmente ad indagare le ragioni di fondo [...] della sconfitta del movimento operaio ed elaborare i fondamenti (e alcuni indirizzi essenziali) dun nuovo programma, di cui la gramsciana filosofia della prassi costituisce la base. La vitalit di Gramsci starebbe dunque nel fatto che la sua opera fondamentale stata concepita in unepoca di crisi profonda delle forze rinnovatrici della societ, che presenta interessanti (e preoccupanti) analogie con lattuale. Inoltre, laver tentato, tra i primi, quella lettura diacronica delle note gramsciane, resa possibile dalle in-

Karl Marx prima del 1875 (foto di John Mayall, Londra)

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TENDENZE E DIBATTITI

Jrgen Habermas e Carl Schmitt

tegrazioni e correzioni apportate da Francioni alla cronologia dei Quaderni stabilita dalledizione critica curata da Gerratana nel 75, rende nuova e stimolante lanalisi di Vacca, contenuta nella prima parte del suo studio (I Quaderni e la politica del 900"), di concetti chiave del pensiero di Gramsci quali egemonia, guerra di posizione, rivoluzione passiva e cos via, anche per chi, come Guido Liguori (nel n. 1 di Critica marxista), non sia convinto che la posizione di Gramsci verso la democrazia rappresentativa quella della riforma, non della distruzione rivoluzionaria, ma sostenga invece che Gramsci tutto interno alla cultura della rivoluzione, termine di cui egli ridefinisce profondamente il senso, ma che non rinnega. E Togliatti? Il merito del successore di Gramsci alla guida del PCI consisterebbe, secondo Vacca, nellaver sviluppato le intuizioni gramsciane nella nozione di democrazia progressiva, con lobiettivo di dar vita ad un processo di trasformazioni politiche ed economiche intrecciate, tali da configurare, alla fine, una nuova idea del socialismo. Inoltre, osserva ancora Vacca, la parola dordine togliattiana del partito nuovo, lanciata subito dopo la caduta del

fascismo, era volta [...] ad esplorare la possibilit di dar vita ad un partito unico della classe operaia e dei lavoratori, che avrebbe potuto non essere un partito comunista: unoperazione simile a quella che, da qualche tempo, i dirigenti del neonato PDS (tra cui, lo ricordiamo, va annoverato lo stesso Vacca) stanno tentando; ma questa storia di oggi. G.C.

Teologia, diritto, politica


Definire la fonte del diritto, considerato come presupposto della risoluzione politica, il tentativo, pur perseguito su piani differenti, che hanno in comune la raccolta di saggi di Jrgen Habermas, MORALE, DIRITTO, POLITICA (traduzione e cura di Leonardo Ceppa, Einaudi, Torino 1992) e lopera di Carl Schmitt, TEOLOGIA POLITICA II (traduzione a cura di Antonio Caracciolo, Giuffr, Milano 1992).

La parte pi rilevante, dal punto di vista teoretico, dei saggi che compongono il volume di Jrgen Habermas, Morale, diritto, politica, senzaltro costituita dalla prima, che compare sotto il titolo: Diritto e morale, nella quale viene riprodotto il testo delle cosiddette Tanner Lectures, gi pubblicato nel 1988 negli Stati Uniti. Qui Habermas tenta di stabilire lorigine della
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forza legittimante del diritto, che non pu, a suo parere, essere fatta risiedere nella pura razionalit del potere politico, come la storia si incaricata di dimostrare. La forza legittimante del diritto va invece ricercata nella dimensione etica: solo cos la forma del diritto diventa risoluzione politica. Questa impostazione non potrebbe essere in alcun modo condivisa da Carl Schmitt, la cui teorizzazione della separatezza tra etica e politica rende necessario giustificare lo iato che in questo modo si apre non tanto fra diritto e morale, quanto fra diritto e politica. In altri termini la necessit di una giustificazione tocca, da un lato, proprio il diritto sul versante della sua effettualit, e dallaltro la politica su quello della sua legittimit formale. Per colmare lo iato, Schmitt ricorre, come noto, allantitesi amico-nemico come forma originaria del rapporto politico, derivando la forma del diritto, elevata a struttura giustificatoria di questo rapporto, dal modello teologico. Cos i concetti giuridici risultano in Schmitt, in modo pi o meno diretto, determinati da quelli teologici, con una decisa contiguit fra teologia e diritto. Teologia politica II la risposta di Schmitt a Erik Peterson, che nel 1935 aveva criticato le tesi schmittiane contenute in Teologia politica del 1922, dove si identificavano esplicitamente i concetti giuridici come concetti teologici secolarizzati. Nel testo di

TENDENZE E DIBATTITI
replica la posizione di Schmitt risulta pi sfumata, complici forse, pi che le critiche di Peterson, proprio le analisi di Blumenberg, tendenti a sottolineare la specificit del Moderno, che la tesi della secolarizzazione relega in secondo piano. La distanza fra limpostazione dellanalisi di Schmitt e quella di Habermas certo grande, collocandosi luna sul terreno di una fondazione a cui non estranea la dimensione metafisica, laltra su una strada pi direttamente aperta verso sviluppi politologici, quali sono, in effetti, quelli tematizzati nella seconda parte di Morale, diritto, politica. Ci accade in modo quasi paradossale se si considera che la qualifica di filosofo viene senza dubbio attribuita con maggiore immediatezza a Jrgen Habermas, piuttosto che a Carl Schmitt, il quale preferisce definirsi un giurista. Tuttavia lo scarto fra la teorizzazione della autonomia del politico, sottesa alla teologia politica schmittiana, e il radicamento nelletica delleffettualit del diritto, in quanto decisione politica, proposta da Habermas, forse meno grande di quanto possa apparire dalle dichiarazioni di intenti. Letica habermasiana infatti priva del carattere normativo, ovvero del legame con una dimensione trascendente, da cui, a parere di Schmitt, proviene il diritto, che da essa per si distacca attraverso il processo di secolarizzazione. Letica in Habermas si determina, infatti, come etica del discorso, da intendersi come discussione sulle procedure di comunicazione e, in quanto tale, sulle procedure di decisione politica. Come anche sottolinea Leonardo Ceppa nella sua Postfazione, la questione centrale degli ultimi trentanni di riflessione filosofico-politica di Habermas consiste nella determinazione delle condizioni di possibilit relative allo stabilirsi, in una societ alienata e fortemente mediatizzata, di meccanismi di comunicazione e decisione politica critici nei confronti del sistema. Pur su un altro versante, anche allanalisi habermasiana non dunque estraneo un intento di fondazione, come tentativo di trovare, nella dimensione delleffettualit, il terreno della connessione e della saldatura fra diritto e politica. F.C.
collaborazione con Felix Guattari, LE
VERIT NOMADI. PER NUOVI SPAZI DI LIBERT

(traduzione di Gioacchino Lavanco, Antonio Pellicani Editore, Roma 1992).

Spinoza, nomade e sovversivo


Con una nuova raccolta di saggi prosegue la ricerca filosofico-politica sulla figura e lopera di Baruch Spinoza di Antonio Negri, SPINOZA SOVVERSIVO. VARIAZIONI (IN)ATTUALI (introduzione di Emilia Giancotti, Antonio Pellicani Editore, Roma 1992) che approfondisce il concetto spinoziano di potenza, tematizzando la questione della prassi costitutiva. Su un terreno pi immediatamente politologico si colloca invece il testo composto da Negri in

Dopo Lanomalia selvaggia. Potere e potenza nellopera di Baruch Spinoza, del 1981, la nuova raccolta di saggi di Antonio Negri, Spinoza sovversivo, riprende la questione, cara allautore, dellattribuzione alla comunit di un primato etico che fonda la sua legittimit, contro Thomas Hobbes, al diritto di resistenza. E infatti noto, nel filosofo inglese, il coniugarsi di pactum unionis, ovvero il contratto sociale con il quale la moltitudine degli individui esce dallo stato di natura e fonda la societ, e di pactum subjectionis, il contratto politico, latto che delega la sovranit, cos costituita, allo Stato. Proprio attraverso lidentificazione, logica e temporale, dei due momenti, Hobbes perviene alla rimozione del diritto di resistenza da parte della societ nei confronti dello Stato: la rottura del pactum subjectionis comporta ipso facto la rottura del pactum unionis, cosicch non possibile, a rigore, neppure ipotizzare la resistenza della comunit, o della societ civile contro lo Stato: al di fuori della subordinazione ad esso non si d infatti societ, popolo in senso proprio, ma solo moltitudine di individui, cio stato di natura, caratterizzato dal bellum omnium contra omnes. Spinoza concorda con la valutazione hobbesiana del carattere bellicoso dello stato di natura, dove la radice di tale accordo risiede, per entrambi i pensatori, nella costituzione antropologica delluomo: il carattere espansivo del moto vitale interno in Hobbes, come il conatus in Spinoza, portano necessariamente a ritenere bellicoso, instabile, e perci nocivo per lessenza autoaffermativa delluomo, lo stato di natura. La differenza tra i due pensatori risiede nel fatto che lo stato civile deve in Spinoza non rimuovere, ma garantire e amplificare i diritti e lo stato naturale delluomo: in ci consiste propriamente lamplificazione della potenza, concetto centrale nellinterpretazione di Negri, pertinente a ogni singolo modo della Sostanza infinita, cio a ogni singola sostanza individuale finita. Se un rapporto esiste tra questa interpretazione di Spinoza e le verit nomadi, cui fa riferimento il titolo del volume composto da Negri in collaborazione con Felix Guattari, esso va individuato nel fatto che il nomadismo consiste proprio nel riconoscimento del frammentarsi della totalit nelle singole soggettivit individuali, legittimate in quanto tali, nel multicentrismo funzionale, tale per cui le aggregazioni individuali si rivelano capaci di scatenare rivoluzioni molecolari irreversibili, sul terreno sociale e su quello politico. Il trait dunion tra i due volumi sembra in verit risiedere nellinterpretazione che dello spinozismo ha fornito Gilles Deleuze, secondo cui la tesi dellunivocit della sostanza
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spinoziana, finalizzata a quella della sua radicale immanenza, serve proprio a fondare la legittimit delle sostanze finite in quanto singolarit irriducibili. Sul piano pi specificatamente politico, la polemica antirappresentazionalistica di Deleuze, che sottolinea lirriducibilit reciproca delle singolarit, si traduce in Negri nel carattere non rappresentativo e non pattizio della democrazia: il meccanismo di delega, conseguente al patto, prefigura infatti labdicazione, pur se finalizzata, nelle intenzioni, a una sua miglior difesa del diritto individuale, e dunque dellirriducibilit del singolo individuo. Da qui la proposta di Negri di fondare la legittimit dellazione politica su un legame tra la volont del singolo e la sua espressione sul piano della volont generale, anzich sulla sussunzione della volont particolare in quella generale. Anzi, a questo proposito, in Spinoza sovversivo si pu rilevare, a seguito del concetto di ampliamento di potenza, una maggior accentuazione, da parte di Negri, della singolarit individuale, che non della continuit, come avveniva in Lanomalia selvaggia. Certo, come fa notare Emilia Giancotti, senza un confronto puntuale con il testo spinoziano difficile stabilire quanto della lettura di Negri appartenga allo Spinoza storico, e quanto al Negri teorico; ma, forse, proprio stabilire questa distanza non interessava allinterprete. F.C.

Politica e filosofia
Uno dei temi centrali del dibattito filosofico-politico nel mondo anglosassone quello della legittimit del potere. A questo proposito si recentemente espresso David Beetham, con unopera dal titolo: THE LEGITIMATION OF POWER (La legittimit del potere, Macmillan, London 1991), in cui viene criticata, in riferimento a pensatori come Charles Taylor, Jrgen Habermas e Hanna Pitkin, la posizione di Max Weber e dei suoi seguaci, che riguardo a questo argomento ha avuto notevole influsso sul pensiero contemporaneo. Fa da riscontro a questo dibattito quello che si preoccupa di definire i legami esistenti tra filosofia, politica ed ideologia, evidenziando i limiti dellargomento razionale. E ci che si propone Stanley S. Kleinberg con il suo POLITICS AND PHOLOSOPHY : THE NECESSITY AND LIMITATIONS OF RATIONAL ARGUMENT (Politica e filosofia: la necessit e i limiti dellargomento razionale, Basil Blackwell, Oxford 1991).

Il concetto di legittimit diventato una delle nozioni centrali nelle analisi delle scienze sociali come anche nella teoria politica tradizionale. Una adeguata spiegazione di come una relazione di potere sor-

TENDENZE E DIBATTITI
ge, sopravvive o scompare, deve far riferimento non solo ad un gioco di forze materiali, ma anche a norme di legittimit. Max Weber stato considerato unautorit in proposito, anche se tuttoggi la sua posizione appare insoddisfacente. Per Weber la legittimit di un potere non dipende da nientaltro che dal credito che una parte di persone investe su di esso. Secondo Charles Taylor questo concetto eccessivamente empirico, e non riesce a spiegare il fatto che ci che rende legittimo un regime un insieme complesso di ci che egli chiama significati inter-soggettivi, cio linsieme di valori, significati, istituzioni e modalit pratiche che provvedono a fornire lintelaiatura normativa, tramite cui si esprime il consenso per un potere. La posizione weberiana non riesce a distinguere tra la legittimit di un regime ottenuta tramite una manipolazione dellopinione pubblica, e quella di un regime che esercita il potere in accordo con le leggi stabilite. Rispetto a tali argomenti, molte delle critiche di David Beetham sono rivolte contro Weber e ai suoi seguaci, ma anche contro i teorici realisti che insistono nel descrivere il mondo sociale interamente in termini materiali, nonch contro i marxisti - non contro Marx - che concepiscono la legittimit del potere semplicemente come limposizione di unideologia dominante. In accordo con la posizione weberiana questi ultimi concetti sono inaccettabili perch non riescono seriamente a spiegare in che maniera il potere possa trovare legittimit anche tramite le istituzioni legali, le convenzioni morali e la nozione di benessere pubblico. A questo proposito Beethan distingue in particolare tre elementi nel concetto di legittimit, affermando che il potere pu essere considerato legittimo se conforme alle regole stabilite, che le regole possono essere giustificate tramite la pubblica opinione dominante, e che esiste unatteggiamento di consenso anche nella minoranza. The legittimation of power dedicato in gran parte allelaborazione di questa triplice struttura, a cui affidato il compito di spiegare il contemporaneo sorgere, sopravvivere e decadere di relazioni di potere esistenti. Nella Politica Aristotele affermava che lo stato unentit naturale e che luomo un animale politico e sociale. Mentre da allora la concezione dello stato cambiata, rimane tuttora confermata la nostra esistenza politica. per Stanley S. Kleinberg questa considerazione implicitamente alla base della politica. La politica considera gli ordinamenti in cui noi viviamo e pu essere soggetta ad analisi da parte della filosofia. Di fatto la principale preoccupazione dello studio di Kleinberg consiste nellesposizione dei limiti propri dellargomentazione razionale, e nel mostrare come questi interessino anche la politica. In questa maniera egli cerca contemporaneamente di chiarire la natura stessa della filosofia. Secondo Kleinberg, il fatto che nella nostra esistenza facciamo certe ipotesi sul futuro che riflettono la nostra esperienza del passato una condizione che sta alla base della politica, la quale cerca appunto di stabilire la maniera in cui i rapporti di una comunit dovrebbero essere regolati. Le discordanze in questa regolamentazione non dipendono da altro che da differenti ideologie. Lideologia cerca di dirigere il nostro agire sulla base di assunzioni che possiedono un certo fondamento storico. Una volta stabilita la relazione esistente tra politica e ideologia, Kleinberg cerca ora di fornire una descrizione delle principali ideologie presenti nel pensiero politico occidentale, come il liberalismo, il conservatorismo e il socialismo. Scopo principale di Kleinberg individuare gli elementi fondamentali di ciascuna ideologia per poter confermare la possibilit di usare argomentazioni razionali nella critica delle ideologie, dimostrando allo stesso tempo la legittimit delluso di argomenti razionali nel discorso politico. V.R. terrorismo non pu essere giustificato: in questa prospettiva Wilkins sceglie di evitare le considerazioni strettamente politiche e si muove solo sul terreno di argomentazioni puramente morali. Prendendo spunto da autori come Richard M. Hare e Ted Honderich, Karl Jaspers e Carl Wellman, Herbert Morris e Joel Feinberg, Wilkins offre innanzitutto una definizione di terrorismo che non contenga gi in s un germe di valutazione morale: il terrorismo linsieme dei tentativi per ottenere cambiamenti politici, sociali, economici, oppure religiosi, attraverso limpiego effettivo o la minaccia della violenza contro le persone o la propriet. In base a questa definizione sembrerebbe che la guerra e la rivoluzione siano assimilabili al terrorismo: Wilkins riconosce che ci possa essere un fraintendimento, tuttavia fa notare come ogni giustificazione per la guerra possa anche valere come una giustificazione per il terrorismo. Se si ammette la liceit delluso della violenza, non vi nessuna differenza moralmente rilevante tra la violenza terroristica e quella militare. I molti problemi concettuali affrontati da Wilkins lo portano a formulare una definizione di terrorismo capace di superare ogni obiezione contro la possibilit di una giustificazione morale del terrorismo. In certe situazioni, osserva Wilkins, moralmente lecito ricorrere al terrorismo: la violenza impiegata in parte finalizzata a destabilizzare lordine politico e sociale esistente, ma principalmente a propagandare gli obiettivi o gli ideali propri dei terroristi; spesso, ma non sempre, detti tentativi hanno lo scopo di provocare reazioni che procureranno il pubblico consenso ai terroristi e alla loro causa; infine il terrorismo sentito da chi lo pratica come unattivit finalizzata alla correzione di gravi ingiustizie che altrimenti resterebbero tali e quali. La giustificazione di Wilkins del terrorismo a prima vista sorprendente e ha il suo punto di forza nellaltra sua tesi, per cui una collettivit pu essere responsabile senza che nessuno dei due componenti sia individualmente responsabile, bens sia responsabile solo in quanto componente di quella collettivit. Wilkins parla della responsabilit di avere accettato, per scelta, per abitudine o per tradizione, un certo modo di vivere (way of life): tutte le conseguenze di un certo stile di vita di un qualsiasi membro della collettivit ricadono su tutti coloro che aderiscono a quello stile di vita. In questo Wilkins si richiama alla tesi di Jaspers per cui i crimini delle S.S. ricadono sullintero popolo tedesco: allo stesso modo il popolo americano sarebbe responsabile degli orrori della guerra in Vietnam. Una volta accertata lesistenza di una responsabilit collettiva che non si riduce alle responsabilit individuali, biso-

Terrorismo e responsabilit collettiva


Negli anni 50, i filosofi morali che si richiamavano al metodo analitico, evitavano di addentrarsi nei meandri della giustificazione delle scelte morali concrete. Soprattutto i filosofi anglosassoni avevano fatto della metaetica il loro campo esclusivo di indagine. Il grande interesse negli anni 70 per la filosofia pratica sembrava avere spiazzato questa prospettiva, ma oggi la situazione radicalmente cambiata. Il metodo analitico non evoca pi la riflessione su teorie gi confezionate, poich molti autori hanno cercato di affrontare con la chiarezza e la rigorosit dello stile analitico i pi vari temi della moralit. Burleigh Taylor Wilkins ne ha affrontati alcuni in un suo recente volume, TERRORISM AND COLLECTIVE RESPONSIBILITY (Terrorismo e Responsabilit collettiva, Routledge, London 1992).

Lopera suddivisa da Taylor Wilkins in due parti strettamente collegate: la prima dedicata alla giustificazione morale del terrorismo ed enuclea come rilevante e problematico il concetto di responsabilit collettiva; la seconda esplora la portata morale della responsabilit collettiva attraverso la discussione di alcuni problemi di etica degli affari e di un celebre processo militare americano per il massacro di May Lay (Vietnam, 1968). Se non esiste una cosa come la colpa collettiva o la responsabilit collettiva di una societ umana, allora il
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Michel De Montaigne

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Montaigne, 400 anni dopo


Guadagnato da sempre il titolo di classico, a quattro secoli di distanza dalla morte Montaigne nel pantheon delle lettere francesi un monumento che corre il rischio di essere venerato invece che essere letto. Tuttavia, la ripubblicazione degli ESSAIS (Saggi, a cura di Claude Pinganaud, Arlea, Arles 1992) e la contemporanea uscita di una biografia ad opera di Madeleine Lazard, MONTAIGNE (Fayard, Paris 1992), nonch di alcuni saggi critici, tra cui quello di Pierre Leschemelle, MONTAIGNE OU LE MAL LAME (Montaigne o il male dellanima, Ed. Imago, Paris 1992) e quello di M. A. Screech, MONTAIGNE ET LA MLANCOLIE (Montaigne e la malinconia, PUF, Paris 1992), hanno avuto il merito di far cadere laura di pensatore ufficiale di Montaigne, per riproporre la difficile lezione di questo singolare filosofo, del quale anche Nietzsche ammirava la lucidit.

Il nome di Montaigne innanzitutto legato agli Essais, opera di una vita, continuamente rifinita col cesello dello stile e dellarguzia. La nuova edizione, curata da Claude Pinganaud, si propone, nello spazio di un unico volume, di soddisfare il principio di leggibilit del testo insieme alla fedelt alloriginale. La forma ortografica modificata per le parole non pi in uso, mentre un glossario e un cospicuo apparato di note consentono al lettore un percorso facilitato nella prosa di Montaigne. Come sottolineava Michel Butor nel suo Essai sur les Essais, (1968), questopera di Montaigne concepita come un monumento manierista alla gloria dellamico Etienne de La Botie, morto a 33 anni e la cui perdita sar sempre compianta da Montaigne con parole appassionate. Omaggio alla memoria dunque, ma anche essai, esperimento di sincerit, saggio dellautopercezione che rifiuta lordine classico dellesposizione compiuta per tentare una ridefinizione del s attraverso la scrittura. Di fatto la peinture du moi si inaugura con una confessione che ha ben poco della serenit dei memorialisti classici: Trovandomi

completamente vuoto di quale che sia differente materia, mi sono presentato, io stesso a me stesso, come argomento e soggetto. Ma anche la certezza cartesiana dellego cogitans ugualmente lontana nellaffermazione secondo cui la parola appartiene per met a chi parla e per met a chi lascolta. E questa consapevolezza che d alla scrittura di Montaigne quel carattere aperto, che sollecita linterpretazione. Sta forse in ci la misura della classicit degli Essais, ammirati da Nietzsche, criticati da Pascal, che considerava sciocco il progetto di Montaigne di autorappresentarsi, pur accettando di entrare in dialogo con questi, come interlocutore nascosto di un confronto che sar produttivo di tanta parte delle sue Penses. Come sottolinea Michel Tournier, appunto il riconoscimento del carattere di reciprocit dellatto linguistico, o di scrittura, che sta alla base della tolleranza di Montaigne, come del resto del suo rifiuto delle certezze dogmatiche. La verit non si d come un possesso pieno della ragione salda nelle sue categorie, ma con un movimento infinito di accostamento, dove sono egualmente significativi le riflessioni personali e la citazione dei classici, lelemento quotidiano e luniversale. La fricassea libresca, cos qualificava Montaigne gli Essais, sono pertanto il ricercato disordine che risponde al progetto di dipingere se stesso, nel dialogo con altre menti, con uomini e fatti, nellunica certezza che ogni uomo porta in s la forma intera dellumana condizione. Montaigne en mouvement era del resto il titolo di un ispirato saggio del 1982 di Jean Starobinsky, che metteva in luce il carattere di percorso del progetto conoscitivo di Montaigne. Nel solco di questa analisi si collocano i due studi critici: Montaigne ou le mal lame, di Pierre Leschemelle, e Montaigne et la mlancolie, di M. A. Screech, che, in una prospettiva biografica, il primo, pi teorica, il secondo, mettono laccento sullimportanza di questa malattia del sentire, coltivata e utilizzata come principio creativo. Ad essere attento scrutatore di s Montaigne era del resto obbligato da una dolorosa affezione renale che lo ha accompagnato per tutta lesistenza; questo non gli impedi31

va comunque di dedicarsi allarte di viaggiare. Ledizione critica del suo diario di viaggio in Italia, pubblicata con il titolo: Journal de voyage (Giornale di viaggio, a cura di Franois Rigolot, PUF, Paris 1992) chiude la complessa vicenda delle edizioni di questo testo, il cui originale scomparve misteriosamente, per ricomparire nel 1770 negli archivi del castello di Montaigne. E sicuramente autografo il testo scritto in italiano, mentre la parte in francese si deve probabilmente alla stesura del segretario. Originale o scritto sotto dettatura che sia, il diario di viaggio in Italia mantiene lo stile fluidamente discontinuo della scrittura di questo viaggiatore riflessivo e attento, che considerava il viaggiare unattivit, alla stregua di quella artistica, o una vocazione per le scoperte. A tavola, come davanti a unarchitettura o ad un paesaggio, Montaigne d prova di una curiosit per tutto quanto differente, ed ha le sue ragioni di esserlo. Se il motivo del viaggio era la presentazione al papa dei suoi Essais - ma c chi sostiene che la ragione fosse quella di unambasceria politica -, in tutta naturalezza il viaggio di Montaigne si trasforma in un percorso allinterno di unaltra cultura che non traccia alcuna linea certa, n dritta n curva, simile in questo allesistenza: La vita un movimento materiale e corporale, azione imperfetta per la sua propria essenza e priva di regole; mi adopero per servirla conformemente. E.N.

Filosofia della rivelazione


La pubblicazione, con il titolo: URFASSUNG DER P HILOSOPHIE DER O FFEN BARUNG , a cura di Walter E. Ehrhardt, Meiner, Amburgo 1992), di un testo di F. W. J. Schelling, trovato da Walter E. Ehrhardt nella biblioteca dellUniversit Cattolica di Eichsttt, in cui va probabilmente ravvisata la prima stesura della filosofia della rivelazione, mette a disposizione degli studiosi elementi importanti per la comprensione dellultimo periodo della filosofia schellinghiana.

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La pubblicazione in questi ultimi anni di testi appartenenti allultimo periodo della filosofia schellinghiana, nonch di saggi critici e interpretazioni su questo filosofo, ha fatto parlare di una vera e propria Schelling-Renaissance. Dallo scritto sulla libert del 1809 fino agli scritti, incompiuti, dedicati alla Filosofia della mitologia, alla Filosofia della rivelazione e ai frammenti, anchessi incompiuti, delle Et del mondo, questo periodo dellattivit di Schelling stato di volta in volta considerato come il compimento dellidealismo tedesco o come una degenerazione di carattere oscurantistico e mistico della filosofia. La possibilit di queste diverse interpretazioni (o era) data dalla situazione stessa dei testi di Schelling, dallo stato di conservazione dei manoscritti inediti e dalla qualit delledizione delle sue opere complete. Una fortunata scoperta ad opera di Walter E. Ehrhardt nella biblioteca dellUniversit Cattolica di Eichsttt mette ora a disposizione nuovi materiali per unadeguata valutazione di una delle opere fondamentali della tarda filosofia di Schelling. Si tratta, secondo le parole di Ehrhardt, della scrupolosa trascrizione di un testo dettato da Schelling, rinvenuto tra le carte di Joseph Maximilian Wachtl, studente allUniversit di Monaco dal 1829 al 1832, che rappresenta la prima stesura della Filosofia della rivelazione (1831-32). Nelle sue lezioni di questo periodo Schelling aveva sviluppato le proprie concezioni sistematiche di fondo, quelle di una filosofia della mitologia e di una interpretazione filosofica della rivelazione divina nella creazione e nellincarnazione di Cristo. Queste lezioni, a cui si aggiungono un indice dei nomi e dei termini, alcune note e una postilla, stanno alla base delledizione di Ehrhardt della Filosofia della rivelazione. Tra le novit relative ai contenuti teorici dellopera di Schelling, presentate dalla pubblicazione di questo testo, emerge che, attorno al 1830, Schelling non sembra distante da alcune delle concezioni di fondo di Hegel, suo antico compagno di studi e successivamente suo avversario filosofico. Come Hegel, anchegli intende qui Dio come lo spirito assoluto, come una autocoscienza che diventa consapevole di se stessa nel processo delluniverso, da noi conosciuto in quanto storia del mondo e in quanto storia dello spirito che rivela se stesso. Ma contro Hegel (da lui criticato, in queste lezioni, due volte esplicitamente, ma pi volte in maniera implicita), Schelling rifiuta il tentativo di far coincidere la libert della creazione divina e la libert umana nella comprensione dellaccadere universale dellessere. Se la creazione solo un successivo venire a s, un successivo diventare cosciente di s stesso da parte dellAssoluto (su questo punto Hegel e Schelling sembrano concordare), essa giunge alla sua meta solo nel sapere filosofico umano, in cui lAssoluto si mostra o si rivela. Cos, laddove Hegel utilizza strutture concettuali rigorose, il pensiero dellultimo Schelling si esprime in un linguaggio pi evocativo e seducente: la filosofia ricordo del processo dellAssoluto in quanto narrazione dei suoi gradi sulla base della pienezza del materiale storico e mitologico. Nella sua filosofia della mitologia Schelling racconta in che modo alla coscienza delluomo, che dopo lo stato edenico ha perso la propria unit con Dio, i momenti del processo delluniverso appaiono in quanto divinit (nelle configurazioni della mitologia). Nella filosofia della rivelazione egli presenta uninterpretazione dellincarnazione di Cristo come riconduzione delluomo distaccatosi dalla sua originaria unit con Dio al dominio del Dio Uno, inteso come lunica sorgente dellessere. M.M. questa successione di pensieri apparentemente slegati, una regola che Blaise Pascal enuncia nei termini di una digressione su ogni punto che mantiene il rapporto con la conclusione, per renderla sempre evidente. Il rinnovamento della letteratura gnomica, a cui mirano questi scrittori-filosofi, si misura attraverso il passaggio dalla sentenza alla massima, da intendersi non nellaccezione classica di regola di comportamento, ma di asserzione che, mantenendo il carattere di generalit, lascia trasparire la soggettivit, nellenunciato paradossale, nellornamento dello stile o nella raffinatezza psicologica dispiegata. Il progetto di mettere a nudo il cuore umano perseguito dunque attraverso la ricerca del consenso del lettore, che deve prima riconoscersi per poi aderire; punto di partenza la descrizione puramente antropologica della condizione umana e non il postulato metafisico. Ci vale anche per Pascal, la cui apologia del cristianesimo si fonda su di una antropologia tragica, segnata dalla nozione di miseria e di contraddittoriet delluomo. Ad eccezione di La Bruyre, in cui a tratti si evidenzia un tono predicatorio, le massime dei moralisti seicenteschi lasciano da pensare pi che far credere allautorit dellenunciato. Il loro discorso, come sostiene il curatore, Jean Lafond nella cospicua prefazione, mira a trovare il suo compimento attraverso linterpretazione attiva del lettore. Ma questa ricerca della complicit del lettore non significa tuttavia simpatia a tutti i costi per il genere umano; il pessimismo aristocratico, che ha in La Rochefoucauld il capofila, viene ad esempio criticato da F. Jeanson come strategia di deprezzamento dellaltro in funzione della valorizzazione narcisistica del s: al termine della messa in discussione dei valori, a salvarsi rimarrebbe soltanto la superiore coscienza critica dellautore. Roland Barthes ha visto invece in questo isolamento critico la condizione originaria dellintellettuale moderno il cui compito contestare. Restano invece incontestabili loriginalit e la ricchezza delle analisi, sulluomo e le sue passioni, dei moralisti francesi del 600, maestri di disincanto anche per Nietzsche che salutava in La Rochefoucauld il primo critico coerente del troppo umano, nascosto nelle virt professate. E.N.

Moralisti francesi del XVII secolo


Linteresse e il merito del volume a cura di Jean Lafond sui MORALISTES DU XVII SICLE (Moralisti del XVII secolo, a cura di Jean Lafond Coll. Bouquins, Parigi 1992) quello di raccogliere in un unica antologia i testi, per lo pi introvabili, di grandi e meno grandi moralisti francesi del secolo di Cartesio. Istruito da una ricchissima prefazione, il lettore ha lopportunit di accostare le riflessioni di La Rochefoucauld o di La Bruyre con le massime, non meno perfette alloccasione, di moralisti meno illustri come Pibrac, Puget de la Serre, M.me de Sabl, Urbain Chevreu.

Al centro del campo dindagine dei moralisti del XVII secolo c luomo, interrogato e messo in questione attraverso unanalisi che si raffina sempre pi nelluso dello scandaglio psicologico. Lindagine segue il solco di una riflessione che si potrebbe qualificare col titolo di antropologica. Grande tuttavia la differenza con i pensatori antichi nel modo di occuparsi dei costumi: diverso lo sguardo sulluomo, pi carico di sospetto o dumor nero, o forse soltanto con una maggiore carica di dubbio sulla possibilit di mettere a nudo la complessa fisiologia dellanimo umano. A voler riprendere il filo della storia, il precedente letterario pi significativo da rintracciarsi negli Essais di Montaigne, dove rappresentata una visione delluomo che accorda mirabilmente la dimensione intellettuale con quella della scrittura. Il successo dei moralisti viene anche dalla loro capacit di chiudere con la tradizione pedagogica, ormai esausta, del trattato, con i suoi vincoli retorici e strutturali, per inaugurare la forma discontinua, asistematica ma ben pi agile, della trattazione per massime e aforismi. E nondimeno c un ordine in
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Categorie dei segni


Il volume di Charles Sanders Peirce, CATEGORIE (traduzione e cura di Rossella Fabbrichesi Leo, Laterza, Roma-Bari 1992) raccoglie i testi pi significativi, quasi tutti inediti o mai tradotti in italiano, che il filosofo statunitense ha dedicato al problema delle categorie.

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Secondo Charles Sanders Peirce la dottrina delle categorie era la parte della propria riflessione pi degna di essere trasmessa ai posteri: un dono che faccio al mondo, per citare le sue stesse parole. In effetti Peirce, come sostiene Rossella Fabbrichesi Leo, lultimo grande costruttore di tavole categoriali dellet contemporanea, e la questione delle categorie attraversa tutta levoluzione del suo pensiero, come vuole dimostrare la scelta antologica dei passi raccolti in questo volume. Determinante lincontro con Kant, che muove Peirce al convincimento del carattere preliminare, nella ricerca filosofica, dellelaborazione di un modello categoriale. Il filo conduttore dei testi presentati in questa antologia dunque tanto logico, quanto cronologico: la questione teoretica delle categorie segna levolversi della riflessione anche da un punto di vista storiografico. Mentre nello scritto del 1861, Io, Esso, Tu, che lautore compose allet di ventidue anni, gli elementi pi semplici della realt sono individuati nei pronomi personali, in quello che per Peirce il suo unico contributo alla filosofia, cio il Nuovo elenco di categorie, del 1867, emerge lidea di una categoria fondante rispetto alle altre, la rappresentazione. Permane tuttavia il riconoscimento, che Peirce non abbandoner mai, del carattere triadico del modello categoriale, nonch del carattere di irriducibilit di ciascuna delle tre categorie alle altre. Non va dunque sopravvalutato il rapporto, stabilito da Peirce medesimo, fra la propria riflessione e il pensiero hegeliano, quando il filosofo americano sosteneva che le sue tre categorie non erano altro che i tre stadi della dialettica di Hegel. Occorre infatti sottolineare come a questo proposito si tratti pi della suggestione di uno schema, che di una effettiva eredit teoretica; piuttosto, opportuno rilevare come il ruolo fondativo assegnato alla rappresentazione costituisca un passo decisivo nel definirsi della prospettiva peirceana, che in tal senso, come fa notare la curatrice, si lascia abbracciare da uno sguardo unitario, quello del configurarsi della cosmologia peirceana come semiotica. Lunitariet della rappresentazione ha un carattere interpretativo; essa infatti fornita, al di l del rapporto diadico fra il segno e il suo denotato, dallelemento triadico dellInterpretante, il cui accadere ermeneutico struttura in realt le impressioni confuse. Logica e ontologia dunque coincidono, caratterizzandosi entrambe come semiotica: i modi dellessere divengono modi del segno. Il progressivo formalizzarsi dell'analisi categoriale in Peirce, nel corso dellevolversi della sua riflessione - di cui testimonianza lo scritto inedito Uno, Due, Tre del 1885, dove le tre categorie vengono semplicemente denominate Primo, Secondo, Terzo - va di pari passo con il tentativo, che questi intraprende, di applicare lapparato categoriale ai differenti campi disciplinari dellumana conoscenza. Daltra parte, non questo il cammino con il quale Peirce approda alla faneroscopia, cio alla prospettiva fenomenologica che, dopo il 1904, attraverso le categorie di Primit, Secondit e Terzit, reinterpreta il reale. Esiste in Peirce una linea evolutiva, i cui momenti di continuit prevalgono su quelli di discontinuit. In verit, osserva Fabbrichesi Leo, le tre categorie diventano, a questo punto, difficilmente distinguibili; se il Primo lidea dellessere, nellindipendenza da altro, e il Secondo lidea di essere, relativamente a qualcosa, solo la Terzit rende il Primo e il Secondo rappresentabili, e costituisce la nozione di legge, cio di realt. Ma se la Terzit d la parola al Primo e al Secondo, nel contempo li tradisce, rendendo rappresentabile ci che in s non rappresentabile: dovendo esprimersi attraverso essi, essa si trasfigura e li trasfigura, nel luogo del comune coessere che lesperienza. F.C. Humboldt, o per meglio dire, della riflessione antropologica, a cui linvestigazione sul linguaggio non apporterebbe nulla di decisivo. Lo scopo dellantropologia filosofica di Humboldt la comprensione dellindividualit attraverso limmaginazione, facolt in grado di coniugare gli approcci dello storico, del naturalista e del filosofo. A questo proposito Quillien si sofferma lungamente sulla fascinazione di Humboldt per lanatomia comparativa di Goethe, per la fisiognomica di Lavater e per la fisiognomica naturale del fratello Alessandro. Il concetto unificante questi vari ambiti del sapere quello di forza, che Humboldt va elaborando come energia e che ne rende originale la posizione rispetto alla filosofia della storia e alla riflessione morale dellepoca. La discussione fra specialisti e non riguardo a questa ricostruzione preziosa, documentata e originale del pensiero humboldtiano, ha messo in evidenza tesi di fondo di Quillien, che sostiene la totale indipendenza dellantropologia rispetto a ci che non ne sarebbe che la trasposizione in termini di linguaggio. Che il passaggio dallantropologia allo studio linguistico non modifichi affatto la riflessione di Humboldt, idea centrale di Quillien, giustificata, da un lato, dallimmenso lavoro di ricostruzione genetica del pensiero dellautore tedesco, dallaltro, dal fatto che numerosi assiomi della filosofia del linguaggio humboldtiana siano gi presenti in contesti non linguistici negli anni di formazione (in particolare la nozione di energia e la celebre formula perseguire scopi infiniti con mezzi finiti). Cos diversi commentatori hanno notato come Quillien trascuri, in un certo qual modo, loriginalit di Humboldt, consistente nellapproccio trascendentale al linguaggio e alle condizioni del pensiero. F.M.Z.

Lantropologia filosofica di Humboldt


Jean Quillien, che a Humboldt aveva gi consacrato nel 1983 uno studio dal titolo: HUMBOLDT E LA GRECIA. MODLE ET HISTOIRE (Humboldt e la Grecia. Modello e storia), ha pubblicato recentemente una monumentale ricostruzione della vicenda intellettuale di questo pensatore dellepoca di Goethe, LANTHROPOLOGIE PHILOSOPHIQUE DE G. DE HUMBOLDT (Lantropologia filosofica di W. von Humboldt, PUL, Lille 1991), che per un intero anno ha suscitato in Francia una certa discussione, divenendo unopera imprescindibile per gli specialisti non solo di Humboldt, ma anche dellantropologia linguistica.

La prima parte, La gense du problme anthropologique (La genesi del problema antropologico), dello studio di Jean Quillien, ripercorre il periodo di apprendistato di un filosofo la cui struttura di pensiero raggiunge la sua configurazione nel decennio 1790-1800. Wilhelm von Humboldt si avvale di tre fonti filosofiche: lAufklrung (Campe, Engel, Dohm), il realismo affascinante di Jacobi, e una lettura approfondita di Kant. Segue poi un ampio resoconto dei viaggi di Humboldt a Parigi e poi in Grecia, al ritorno dai quali, a Jena nel 1794, egli si dedica principalmente, con Schiller, ai problemi della creazione estetica e dellimmaginazione poetica. Dal 1797 al 1801 Humboldt di nuovo a Parigi, dove, secondo Quillien, inizia a interessarsi al problema del linguaggio. Nella seconda parte del volume, Lanthropologie philosophique (Lantropologia filosofica), Quillien rivendica la dimensione filosofica della riflessione di
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Lantropologia filosofica di Plessner


Lo studio di Stephan Pietrowicz dal titolo: HELMUTH PLESSNER. GENESE UND SYSTEM SEINES PHILOSOPHISCH-ANTROPOLOGISCHEN DENKENS (Helmuth Plessner. Genesi e sistema del suo pensiero filosofico-antropologico, Alber, Freiburg i.Br.-Mnchen 1992) intende offrire unimmagine complessiva dellantropologia filosofica di Plessner - pensatore di rilievo, ancora poco conosciuto in Italia - ricostruendo il contesto storico-culturale e filosofico in cui si sviluppato il pensiero del filosofo.

Secondo Stephan Pietrowicz lantropologia filosofica di Helmuth Plessner si sviluppa in un rapporto critico con lantropologia di Kant. Questi aveva diviso tale ambito del sapere in due parti: la conoscen-

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za fisiologica dellessere umano (che considera luomo come parte della natura) e quella pragmatica (che lo indaga in quanto essere che agisce liberamente in vista di scopi pratici), ponendo cos una scissione tra luomo considerato come corpo, oggetto della scienza della natura, e luomo come soggettivit, che stabilisce liberamente valori e scopi, oggetto della riflessione filosofica. Il tentativo di Plessner quello di gettare un ponte, nellantropologia filosofica, tra la considerazione biologica e quella culturale dellessere umano. In questo senso Pietrowicz interpreta i primi scritti di Plessner, dedicati a Kant, come una preparazione allopera principale del 1928, Die stufen des Organischen und der Mensch (I livelli dellorganico e luomo). Il modello kantiano di una scissione tra corpo e spirito (o quello cartesiano di una separazione tra sostanza estesa e sostanza pensante) non era per lunico da cui Plessner poteva attingere elementi per la propria antropologia filosofica. In Germania le scienze della storia e dello spirito avevano iniziato gi nel secolo XVIII a indagare luomo come essere storico e culturale, come essere vivente creativo che si esprime nelle diverse culture ed epoche storiche. Wilhelm Dilthey aveva cercato, con la sua critica della ragione storica, non solo di offrire un fondamento gnoseologico alle scienze dello spirito, ma anche di utilizzare i risultati di tali scienze e il loro modello conoscitivo psicologico-ermeneutico al fine di sviluppare unimmagine globale del mondo umano, storico e spirituale. Su un versante opposto, quello di una considerazione fisiologica dellumano, la biologia dellevoluzione considerava lessere umano come appartenente alla storia naturale del vivente e ne riduceva ogni facolt autonoma o spirituale a mera funzione di autoconservazione del corpo. Pietrowicz mostra come in tale contesto Plessner abbia tentato di superare lopposizione tra i due poli dialettici del problema attraverso una sorta di arte combinatoria. Importante, in questo tentativo, linflusso della fenomenologia: Edmund Husserl, con il suo metodo della riduzione a ci che dato in modo evidente alla coscienza, e Max Scheler, che applica tale metodo allo studio delluomo, rendono Plessner consapevole della necessit di prendere le mosse, nellindagine filosofica, dalluomo considerato come essere vivente unitario. Significativa anche, per lo sviluppo del progetto teorico plessneriano, la figura di Georg Misch (allievo di Dilthey e docente fino al 1933 nellUniversit di Gttingen), che partendo dalla filosofia diltheyana si proponeva di sviluppare una logica ermeneutica e una fondazione filosofica del mondo della cultura adeguate al punto di vista raggiunto dalla Lebensphilosophie. Per quanto riguarda invece i fondamenti empirici della sua antropologia filosofica, Plessner si rivolge ai biologi-filosofi Driesch e Uexkll. Partendo da queste basi filosofico-scientifiche, la domanda di fondo dellantropologia di Plessner in che modo luomo costituito dalla natura come un essere che agisce liberamente e secondo un progetto? Non si tratta qui, secondo Pietrowicz, della ricerca di una teleologia nascosta della natura, che farebbe delluomo un essere libero, ma di una domanda di carattere trascendentale circa le condizioni di possibilit del vivente in generale. Dai primi studi su Kant risulta come Plessner accettasse lesigenza kantiana per cui la filosofia deve giungere, in maniera critico-costruttiva, ad un principio che non ha origine nellesperienza, ma che con lesperienza deve accordarsi. Se Kant, secondo linterpretazione che Plessner offre del suo pensiero, aveva scelto il principio dellunit delle funzioni dellintelletto, partendo dal modello di esperienza della fisica newtoniana, il compito di unantropologia filosofica ora quello di giungere ad un principio che renda conto del livello di esperienza delle scienze della vita e della cultura. In questo tentativo, Plessner segue due direzioni. Per quanto riguarda il lato biologico-naturale del problema, il concetto di confine (Grenze) la condizione di possibilit del corpo vivente in generale, che sempre caratterizzato dalla sua posizione intermedia tra soggetto e oggetto, interno ed esterno, tra essere un corpo proprio ed avere una corporeit naturale. Luomo, come tutto il vivente, occupa sempre una posizione in un ambiente. Ma la sua caratteristica specifica, che lo differenzia dagli altri animali, di prendere distanza rispetto a tale ambiente in quanto gli dato nella percezione e nella coscienza: lessere umano cos definito per Plessner dalla categoria di posizionalit eccentrica, che esprime la forma umana particolare della generale struttura posizionata del vivente. Per quanto riguarda laltro aspetto del problema antropologico (luomo come essere storico e culturale), Plessner afferma che lessere umano si mostra, nel medium delle sue culture, come un essere naturale che deve realizzarsi in maniera artificiale per giungere all equilibrio e allespressione di se stesso. Viene cos evitata ogni immediatezza: luomo esprime la sua essenza solo attraverso una mediazione artificiale nella dimensione della cultura e della storia. Attraverso lesperienza storica luomo resta qualcosa di ambiguo e insondabile, e resta una domanda aperta a cui si pu tentare di rispondere attraverso unermeneutica della diversit. Riecheggiando una categoria teologica, Plessner parla, a questo proposito, anche di un homo absconditus, trasferendo cos alluomo (secondo Pietrowicz, in una svolta antropologi34

pensabile, ma non conoscibile, di ogni cultura. M.M.

Max Weber: politica e scienza come professione


Nelledizione delle opere complete di Max Weber sono stati recentemente ristampati due saggi: WISSENSCHAFT ALS BERUF E POLITIK ALS BERUF (Scienza come professione e Politica come professione, a cura di Wolfgang J. Mommsen e Wolfgang Schluchter in collaborazione con Birgitt Morgenbrod, in MAX WEBER GESAMTAUSGABE, parte I: Scritti e discorsi, J. C. B. Mohr, Tbingen 1992) che, assieme al celebre studio su LETICA PROTESTANTE E LO SPIRITO DEL CAPI TALISMO , si trovano alla base del grande influsso del sociologo, storico e filosofo Weber sulla cultura contemporanea.

Nel gennaio 1919 Max Weber aveva tenuto a Monaco di Baviera due conferenze, seguite da un vasto pubblico di studenti, intellettuali e militanti politici, che sarebbero poi state pubblicate sotto forma di saggio e sarebbero diventate due delle sue opere pi lette e influenti. In Wissenschaft als Beruf e in Politik als Beruf Weber presenta infatti alcuni elementi tipici e fondamentali della propria visione del mondo moderno e della funzione dellattivit scientifica e politica in esso. La nuova edizione di questi scritti nella Max Webers Gesamtausgabe (Edizione completa delle opere di Max Weber) riunisce ora in un unico volume i due testi, precedentemente disponibili in edizioni separate. Oltre che da un apparato di note, il volume arricchito da unintroduzione di Wolfgang Schluchter, che situa i due testi nel contesto dellopera complessiva di Weber, e dalle note editoriali di Wolfgang J. Mommsen, che discute e chiarisce le questioni relative alla datazione delle conferenze e ricostruisce la situazione storica in cui esse vanno inserite. La fortuna di questi due saggi di Weber stata probabilmente in gran parte legata al loro carattere originario di conferenze. Di questa modalit espositiva i saggi mantengono la forza comunicativa, la brevit e la pregnanza delle formulazioni. Sarebbe tuttavia fuorviante leggere questi pur importanti testi di Weber come unintroduzione di carattere generale al suo pensiero e alla sua concezione della sociologia e dellattivit politica e intellettuale. Proprio per la necessit di semplificare, che si impone al conferenziere di fronte al grande pubblico, i due testi trasmettono unimmagine per certi aspetti unilaterale della sfera di pensiero weberiana, caratterizzata invece da tensioni e contraddizioni. Wissenschaft als Beruf rende conto delle tonalit positive (e talvolta di esaltazione)

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Max Weber e Francis Bacon

con cui Weber presenta il mondo moderno, razionalizzato e amministrato: la trasformazione delle universit in grandi imprese scientifiche; il rapporto tra la vocazione interiore alla scienza e il processo di intellettualizzazione e di disincanto del mondo; il problema del senso della scienza nella modernit. Politik als Beruf presenta invece alcuni temi classici dellindagine weberiana: la sociologia del dominio; la storia dello sviluppo dello stato moderno e la sua tipologia; la sociologia dei partiti e del parlamentarismo; la descrizione delle virt del politico e la discussione del rapporto tra etica e politica. Da questi testi resta per escluso quello che secondo alcuni interpreti il lato oscuro e demonico del pensiero e della personalit di Weber; ugualmente non emerge quellimmagine critica della modernit che, pur con una valutazione ideologica di segno opposto, avvicina Weber ad alcuni punti di vista della critica della modernit formulata da pensatori come Tnnies, Simmel, Klages, il giovane Lukcs e il fratello Alfred Weber. Cos, ad esempio, pur dando una valutazione nettamente positiva del mondo moderno con la sua crescente differenziazione della vita in ambiti separati, con la sua burocratizzazione e razionalizzazione, Weber descrive laffermazione della modernit attraverso immagini di morte, irrigidimento, soffocamento, congelamento. Questa contradditoriet o tensione tra un

Weber che vede i limiti e i rischi della gabbia dacciaio della razionalizzazione della vita, ma che anche considera tale processo come sostanzialmente positivo e ineludibile (prendendo cos distanza rispetto alle critiche provenienti dai circoli letterari e dai citati intellettuali e filosofi dellepoca) si esprime in alcuni punti di Politik als Beruf. Qui troviamo alcuni grandi temi introdotti da Weber nella cultura contemporanea: lopposizione tra unetica della convinzione (Gesinnungsethik), orientata in base a principi e valori, e unetica della responsabilit, che tiene conto degli effetti e delle conseguenze dellagire umano e che per questo secondo Weber in grado di rispondere alle esigenze dellet moderna; il contrasto tra giudizi scientifici e giudizi di valore, e lesclusione di questi ultimi (se non al livello della scelta degli oggetti di studio) dalledificio della scienza; il dissidio tra una politica intesa come gestione e amministrazione dellesistente e una politica che, attraverso lopera di grandi individui dotati di carisma, prepara nuove possibilit e apre nuovi orizzonti. E su questo punto Weber, che pure intende contribuire al successo della nuova democrazia tedesca della repubblica di Weimar (dopo la guerra egli fu tra laltro consigliere nella stesura della costituzione), sembra tendere, nel profondo, non verso la figura del politico amministratore, ma del politico individuo deccezione, lasciando cos tra35

pelare quel cot della sua formazione culturale che debitore delle grandi critiche tedesche di una razionalit di carattere puramente strumentale o intellettualistica, e quel lato della sua personalit che tendeva verso loscuro e lirrazionale. M.M.

Francis Bacon: ministro della conoscenza


E stata recentemente pubblicata una monografia su Francis Bacon di Jiulian Martin, FRANCIS BACON, THE STATE,
AND THE REFORM OF NATURAL PHILOSOPHY

(Francis Bacon, lo stato e la riforma della filosofia naturale, Cambridge University Press, Cambridge 1992), che propone uninterpretazione del filosofo che in un certo senso assoggetta linteresse scientifico dellopera di questo autore al suo intento politico di rendere lInghilterra un grande e prospero impero.

Per Jiulian Martin la versatilit speculativa di cui Francisc Bacon seppe dare ragione non d semplicemente adito a un insieme considerevole, anche se scollegato, di risultati, quanto piuttosto indice di ununit essenziale del suo pensiero. Non fu un caso che Bacon si interess proprio di politica, di legge e di scienza naturale. Nellinsieme del suo pensiero queste tre aree sono parte di un progetto articolato, e nessuna di esse pu essere compresa

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senza le altre. Tenendo conto delle circostanze che lo conducono verso la carriera politica, risulta plausibile che lambizione filosofica di Bacone sidentificasse con la necessit politica di proporre un vasto programma di progresso sociale. Ci che emerge in particolare dal suo pensiero politico, osserva Martin, una visione coerente, in cui il livello pi alto del governo esercita una supervisione sui pubblici uffici, cercando di razionalizzare le leggi, di rendersi responsabile dei progressi della conoscenza, di fare il miglior uso dellesperienza e della saggezza per render lInghilterra un grande impero. Loriginalit dellanalisi del pensiero di Bacon proposta da Martin sta nel mostrare lo strettissimo legame che intercorre tra limpegno politico del filosofo ed il corpus del suo pensiero. Una tale interpretazione tuttavia sottoposta al rischio di considerare la filosofia naturale di Bacone in relazione al contesto politico, sottovalutando il puro e semplice interesse di Bacon per la scienza e la ricerca. La passione di Bacon per la conoscenza va ben al di l dellintento politico di far progredire lInghilterra, come invece sembra suggerire lanalisi di Martin. V.R. irriducibile singolarit del momento individuale, nel quale si estrinsecano le forze che in generale agiscono nel campo estetico. Lesperienza artistica dunque un caso particolare di quella estetica; per comprendere appieno la prima occorre ricondurla alla seconda, visto che non solo i principi, ma la possibilit stessa di unesperienza artistica, cos come essa si manifesta tanto nel momento creativo, quanto in quello fruitivo, riposano sullesistenza di strutture universali, cio comuni a tutti gli uomini in quanto tali. Lesperienza estetica si presenta ora come modello su cui si struttura la comprensione conoscitiva delluomo, al cui interno viene ricondotta lesperienza artistica. Leredit kantiana presente in questa impostazione evidente per almeno due aspetti. In primo luogo la nozione di universalit inerente alle strutture conoscitive, concepite come estetiche, e determina scientificamente la ricerca delle strutture fondamentali dellesperienza; le scienze dello spirito si qualificano come scienze in virt appunto dell oggettivit, intesa, in senso kantiano, come universalit, delle strutture conoscitive individuate attraverso lanalisi. In secondo luogo, nel carattere preliminare di queste stesse strutture, nella loro trascendentalit rispetto allesperienza, presente un indubbio momento di contiguit fra lapproccio kantiano e quello diltheyano. Da ci deriva anche il fenomenismo antipsicologistico che accomuna Dilthey a Kant, in quanto nelle nozioni psicologiste viene ravvisata una carenza di radicalit fondativa. Il distacco da Kant avviene in rapporto al concetto centrale di esperienza, o meglio di vissuto desperienza (Erlebnis); il tentativo fondativo di Dilthey si determina come antiformalistico, dove la cifra dellesperienza estetica risiede nel coappartenersi di vissuto (Erlebnis) e forma (Gestalt), nel tradursi delluno nellaltra nella rappresentazione intuitiva della vita, ovvero nel carattere vitale che il sentimento conferisce alla forma intuitiva. La nozione di vita diventa dunque il discrimine tra il formalismo criticista e la fondazione diltheyana che vuole por capo a una conoscenza storica dellumano, a partire dalla quale affermare lintrascendibilit della vita stessa, il suo non poter essere lasciata dietro le spalle. Ed a partire dalla nozione di Erlebnis, nel suo carattere ontologicofondativo, che pu essere messa a fuoco la critica di Dilthey alla metafisica, un altro filo conduttore che percorre tutto levolversi della riflessione diltheyana. Alla metafisica Dilthey riconosce una valenza positiva in rapporto al requisito essenziale di scientificit, cio di validit oggettiva, in quanto universale, implicita nel carattere sovrastorico delle verit metafisiche. Daltra parte, proprio
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questa sovrastoricit riduce le categorie della metafisica a strutture rigide e chiuse, a schemi che, sovrapposti allesperienza estetica e a quella artistica, non solo non sono in grado di darne conto, ma anzi le annullano. F.C.

Le prefazioni di Nietzsche
Ledizione italiana di materiali appartenenti a periodi differenti della produzione di Friedrich Nietzsche, FRAMMENTI POSTUMI 1872-1874 (trad. it. di Sossio Giametta, Adelphi, Milano 1992) e quella di cinque prefazioni, presentate con il titolo di TENTATIVO DI AUTOCRITICA (trad. it. e introd. a cura di Marco Brusotti, Il Melangolo, Genova 1992) offrono loccasione per riportare il discorso sul pensatore tedesco e sulla fortuna della sua opera. Ledizione critica di questultima, come noto, ha avuto il curioso destino di essere curata da due studiosi non tedeschi, Giorgio Colli e Mazzino Montinari, che peraltro differivano sensibilmente nel loro personale approccio alla filosofia e al pensiero nietzscheano. Di Montinari segnaliamo qui la recente pubblicazione di un breve studio interpretativo: LARTE DI LEGGERE NIETZSCHE (Ponte alle Grazie, Firenze 1992).

Lestetica dellesperienza
Raccolta di testi in parte inediti, e comunque per la prima volta tradotti in italiano, il volume di Wilhelm Dilthey, ESTETICA E POETICA. MATERIALI EDITI E INEDITI (traduzione a cura di Giovanni Matteucci, Franco Angeli, Milano 1992) ricostruisce il percorso del filosofo tedesco nellambito del dominio estetico, inteso qui in unaccezione che ne mette in evidenza il carattere esorbitante rispetto a quello dellesperienza artistica.

Come avverte Giovanni Matteucci allinizio dellutilissimo saggio introduttivo a questa raccolta, lintento di una ricostruzione sistematica del pensiero di Wilhelm Dilthey, anche limitato allambito delle sue riflessioni in campo estetico, rischia di costituire un intralcio, se assunto come un dato di fatto nello sviluppo oggettivo della riflessione diltheyana in campo estetico, ma pu essere fecondo, se utilizzato come ipotesi metodologica per lindividuazione, in essa, di un filo conduttore. Una costante della riflessione estetica diltheyana la distinzione, cui Dilthey tiene fermo, tra esperienza estetica e artistica. I due termini non sono coestensivi, in quanto la seconda un caso particolare della prima o, come sostiene Dilthey, una sua formalizzazione tipica; qui il concetto di tipico indica appunto il carattere di

I Frammenti postumi 1872-1874 appartengono al periodo che intercorre fra La nascita della tragedia e La filosofia nellepoca tragica dei Greci. E il periodo in cui lattenzione di Friedrich Nietzsche si rivolge al tentativo di definire il rapporto tra lelemento apollineo e quello dionisiaco, trovando nellarte il luogo del loro intrecciarsi. Lelemento dionisiaco che emerge dalla tragedia appare come la verit sotterranea e inquietante, lelemento perturbante che sconvolge la serenit dellanimo greco, rappresentata dagli dei olimpici, dallarte statuaria e dallarchitettura. Tale sconvolgimento non viene per allanimo greco dallesterno; quella serenit anzi una maschera funzionale al rapporto con lelemento perturbante e nella continuit di questa funzione di mascheramento, che al contempo mediazione, risiede la continuit fra la religione dei Greci e la loro filosofia. Luna e laltra ricoprono il medesimo ruolo: permettere alluomo greco di vivere nella consapevolezza della verit della propria esistenza. Ma, in questopera di dissimulazione, la filosofia va troppo oltre; limpianto che essa costruisce, la metafisica, pone la questione del vero, pretende per s la verit e dunque richiede nei suoi stessi confronti che sintraprenda unopera di smascheramento e se ne scopra la genealogia, il luogo dorigine. E precisamente questo luogo, il da dove dell anelito alla bellezza, e ancor pi il

TESTATINA
da dove dell anelito al brutto, ci che nel 1886, quattordici anni dopo la prima edizione della Nascita della tragedia, in un tentativo di autocritica, Nietzsche ritiene di dover precisare con unevidenza maggiore rispetto al proprio scritto giovanile. Tentativo di autocritica infatti il titolo del volume che raccoglie cinque nuove prefazioni, composte da Nietzsche fra il 1886 e il 1887, a cinque sue opere precedentemente pubblicate, tra cui La nascita della tragedia. Unoperazione teoretica e non editoriale, motivata da una ricollocazione delle opere del periodo giovanile, quello della scoperta del ruolo dellelemento dionisiaco, e di quelle del periodo illuminista, Umano, troppo umano, La Gaia Scienza, Aurora, Sulla genealogia della morale. Dopo lo Zarathustra Nietzsche sente infatti il bisogno di puntualizzare la propria estraneit al proposito, perseguito negli anni ai quali si riferiscono i Frammenti, di vedere la scienza sotto lottica dellartista, larte sotto quella della vita. Il s alla vita zarathustriano ha da tempo preso le distanze da qualsiasi ottimismo, oltre che dal pessimismo romantico, quello dei deboli, dei malriusciti, dei vinti. Uno dei principali obiettivi polemici di queste prefazioni la morale stessa, che era apparsa come fondamento della metafisica e viene ora relegata non nel mondo delle apparenze, nel senso del terminus technicus, come dice Nietzsche, ma nel campo delle vere e proprie illusioni. Gli scritti del periodo dei Frammenti hanno la colpa, per Nietzsche, di trattare con un intento da studioso, e attraverso la mediazione di Wagner e Schopenhauer, di questioni di cui egli avrebbe potuto parlare per esperienza diretta. Come nota Marco Brusotti nellIntroduzione, proprio la svolta verso il ben noto e peculiare autobiografismo nietzscheano il filo che lega queste prefazioni e il tentativo teoretico che sottendono. Cos la questione principe del periodo illuminista, quella della genealogia della morale, viene addirittura retrodatata da Nietzsche a unesperienza dellepoca dei suoi tredici anni, nel tentativo di fornire una chiave di lettura univoca, a partire dallo Zarathustra, della sua produzione precedente. Proprio intorno alla questione della chiave per accedere allopera di Nietzsche si sviluppata la storia della travagliata ricezione di Nietzsche. In questa prospettiva rientra anche il fatto che siano stati due studiosi non tedeschi, Giorgio Colli e Mazzino Montinari, a curare, a partire dal 1967, ledizione critica dellopera nietzscheana da punti di vista per certi aspetti addirittura conflittuali. La dimensione oracolare della riflessione nietzscheana, e quindi il permanere e linverarsi dellelemento dionisiaco nel canto zarathustriano, erano per Colli i caratteri essenziali del pensiero di Nietzsche. Per quanto riguarda invece Montinari, bench nelledizione critica egli abbia sempre interpretato il proprio ruolo pi nella prospettiva di unesegesi storico37

NOTIZIARIO

Nel corso di una ricerca presso lArchivio di Stato di Amburgo lo studioso Gnther Baum ha scoperto una lettera di KANT finora sconosciuta. Nella lettera, indirizzata nellottobre 1794 al suo allievo Friedrich August Nitsch, che teneva a Londra un corso sulla filosofia del maestro, Kant delinea alcuni principi fondamentali del suo pensiero, e d a Nitsch alcuni consigli di carattere didattico, da utilizzare nelle lezioni. A Baum si deve anche la scoperta, nel 1986, dei primi quattro manoscritti dello scritto di Kant Sulla pace perpetua.

di questi quattro anni di vita, anche se appare senzaltro privilegiata larea delle problematiche legate alla riflessione contemporanea; infatti al centro del primo numero della rivista troviamo una serie di interventi dedicati a Habermas; il secondo numero (1990) dedicato a Wittgenstein; il terzo (1991) alla teoria dellazione. Per il 1994, duecentesimo anniversario della comparsa dei Fondamenti della dottrina della scienza, prevista luscita di un numero monografico dedicato a Fichte. Lo scopo di questa iniziativa quello di focalizzare le tematiche di individualit e comunit attraverso le figure pi significative dellidealismo tedesco in campo morale, religioso, giuridico e politico; verr anche fornita loccasione per fare il punto sul dibattito internazionale della critica fichtiana.

Gli esiti pi significativi dellattivit di studio e di ricerca che la Fondazione Collegio San Carlo svolge da oltre ventanni nellambito della filosofia, delle scienze sociali e delle scienze religiose, saranno raccolti nella collana PUNTI CRITICI. Lorizzonte delle riflessioni circoscritto da uno sguardo filosofico e storico-antropologico sullesperienza e sulle modalit in cui le forme dellesperienza si sono costituite nel tempo. Autori, temi e questioni, che di volta in volta prendono risalto su questo sfondo (le istituzioni che organizzano il senso, gli atteggiamenti verso il tempo e gli oggetti, la tensione tra identit e differenza), danno luogo a campi di tensione che interpellano e connettono trasversalmente le diverse scienze delluomo. Sui singoli punti viene cos operata una pressione che, scomponendo quegli universi di sapere che si pongono come autosufficienti, mira a riattivare il pensiero critico e a riconsegnare alla ricerca il suo carattere problematico. Tra i titoli in programmazione: Lesperienza delle cose; Esodo, paradigma dellattesa.

Dal 1989, a cadenza annuale, apparsa in Spagna la rivista di filosofia DAIMON, a cura del Dipartimento di Logica e Filosofia dellUniversit di Murcia. Lo scopo di questa rivista quella di aprire uno spazio alle ricerche in merito a qualsiasi campo delle discipline di filosofia. Il titolo della rivista indica lidea di un progetto di ricerca aperto, che rifiuta qualsiasi impostazione dogmatica e che si pone invece in una prospettiva pluralistica di ricerca. Molteplici sono naturalmente le tematiche toccate nel corso

Dalla collaborazione del Centro di Studi Tomistici di Modena con lIstituto di Studi Politici Economici Sociali di Bologna nata la rivista CONTRATTO (Il polografico, Padova, due numeri allanno), il cui intento fondamentale quello di aprire uno spazio di confronto e di dibattito fra la tradizione metafisica tomista e alcuni percorsi del pensiero filosofico contemporaneo. Lo scopo di allargare lorizzonte della ricerca filosofica attraverso un serio confronto critico tra realt culturali diverse, al di l di una sterile settorialit e della logica dominante della specializzazione. La rivista si struttura in due sezioni, una dispirazione tomista e laltra tesa a far emergere tematiche ed autori legati pi direttamente alle tendenze dominanti della riflessione contemporanea, con particolare riguardo alle sollecitazioni provenienti dallermeneutica. Nel numero 1 (novembre 1992) la parte tomista dedicata al tema: Gnosi e nichilismo, a cura di E. Corradi; la questione fondamentale che qui viene affrontata quella dellindividuazione delle istanze teoretiche che soggiacciono ad una soteriologia secolarizzata. Gran parte della cultura contemporanea, priva ormai di un reale riferimento al trascendente, sembra tradurre questa assenza in uninesplicabile volont di non-senso sulla base del tacito presupposto di una possibile autosalvazione. La parte di filosofia contemporanea, centrata sul tema: Ermeneutiche leopardiane, affronta il problema del pensiero poetante in rapporto ai destini della filosofia occidentale. Attraverso interpretazioni forti del poeta di Recanati si tenta di delineare un possibile cammino verso quella regione dove poesia e filosofia sono chiamate ad interrogarsi. Per il numero 2 (maggio 1993) previsto come tema centrale Heidegger e letica.

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Edouard Bon (in alto), Evandro Agazzi (a sinistra), Ilya Prigogine, Georges C. Anawati, Jean Louis Leuba (in basso)

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Limmagine delluomo
AllIstituto Suor Orsola Benincasa di Napoli il 4 e il 5 giugno Evandro Agazzi, Ilya Prigogine, Vittorio Mathieu, Georges C. Anawati, Jean Louis Leuba e numerosi altri scienziati, antropologi, teologi, filosofi hanno discusso delle INTERPRETAZIONI ATTUALI DELLUOMO FRA FILOSOFIA SCIENZA E RELIGIONE.

Nella relazione che ha introdotto i lavori, Evandro Agazzi ha illustrato il programma del convegno il cui telos stato quello di incrociare e integrare le grandi aree linguistiche e di ricerca che oggi cercano di definire il modello dellumano: dalla fisica, la biologia, la genetica, linformatica, alla religione cristiana, islamica, buddhista, alla psicologia, lantropologia, la filosofia ermeneutica e la fenomenologia. La modellizzazione dellumano procede infatti per approcci globalizzanti e intuizionistici, da un lato, e per approcci analitici e settoriali, dallaltro, senza che si giunga ad una loro integrazione significativa. La problematicit della nozione di umano , secondo Agazzi, espressione della mancanza di un punto di convergenza e di focalizzazione delle conoscenze in favore di una trasmigrazione accellerata di categorie e modelli da un campo allaltro del sapere, con il conseguente abbattimento delle frontiere disciplinari, senza tuttavia giungere ad alcuna unificazione paradigmatica. Jean Louis Leuba ha indagato lo spazio inter-confessionale della religiosit come ambito di un domandare esterno allo spazio della Ragione, di una interrogazione continua oltre il limite del comprensibile e dello spiegabile che apre allo spazio dellAltro Totale al fine di dischiudere un rapporto ad esso che sia di rinascita e di abbandono. La vera religione si distinguer dalla falsa religione proprio in base a questa spinta liberatrice che emancipa lumano da se stesso. Edouard Bon, dellAccademia Internazionale di Filosofia della Scienza, ha aperto la serie delle relazioni di argomento scientifico prendendo in esame lo stato attuale delle teorie evoluzionistiche, per ci che attiene alla specie umana. Il punto di approdo delle teorie evoluzionistiche del

passato la concezione della specie umana come frutto di un evento irripetibile che ha segnato la nascita di una specie unica, quella umana appunto, dotata di caratteri biologici (e culturali) straordinari: lipotesi della coupure anthropologique. Questa teoria ha ricevuto recentemente una nuova formulazione che individua lorigine della specie umana nella combinazione di ben tre differenti specie pre-esistenti. La specie umana sembra peraltro essere ad un punto critico della sua evoluzione in quanto giunta a porsi il problema della padronanza delle proprie facolt biotecnologiche: il problema etico. Il Premio Nobel Ilya Prigogine ha invece affrontato lambito delle scienze naturali del nostro tempo dal punto di vista dello studio dei fenomeni naturali sotto laspetto della variabilit piuttosto che sotto laspetto, classico, dellinvarianza. La legge di natura oggi non indaga pi un tempo omogeneo, senza passato n futuro, ma piuttosto un tempo eterogeneo e irreversibile, direzionato verso mete che si strutturano nel corso del processo stesso. Ci significa che la nascita della specie umana in seno alla natura solo uno degli eventi della storia della natura e non certo lEvento unico e formidabile che giunge, per caso o per necessit, a violare le leggi dellidentit del sistema. I sistemi giungono a punti di disequilibrio, detti punti di biforcazione, rispetto ai quali non pu attagliarsi alcuno schema perdittivo, ma ci non esclude che, al di l della biforcazione, si manifesti una nuova regolarit a cui si possa applicare un modello deduttivo. La scienza della natura del XX secolo si incorporata, con il concetto di tempo qualitativo, la nozione di irreversibilit e quella di probabilit, dalle quali scaturisce una immagine ottimistica dellUniverso e del ruolo della specie umana in esso. Giuseppe Del Re si soffermato sulle emergenze attuali di quei settori della bioscienza che sono volti allo studio e alla manipolazione della materia vivente: genetica, ecologia, medicina. In tali settori gli interrogativi etici si affiancano sempre pi spesso ai tradizionali problemi scientifici tanto da far ritenere incompleta ogni forma di descrizione meccanicistica del rapporto fra la specie umana e il suo ambiente. Gunther Rager, aprendo la sezione cogni39

tivistica del convegno, ha affrontato il tema del rapporto fra linguaggio, mente e cervello delluomo, riproponendo la concezione di Eccles Popper che distingue metodologicamente il campo degli eventi mentali dal campo dei fatti neurali e identifica il linguaggio con unampia parte dellattivit della mente umana a cui si affiancano i processi mentali non-verbali. Sul piano della realt risulta invece evidente che il cervello la pre-condizione dei processi mentali nel loro complesso. Leon Cassiers ha integrato la rassegna di Rager con le problematiche della discussione francese sul rapporto fa Conscio ed Inconscio per come stato formulato, a partire da Freud, dalla scuola fenomenologica e dalla scuola strutturalista di Lacan. A sintetizzare questi due approcci la concezione auto-poietica formulata da Morvin-Maturana-Valera-Pichot secondo la quale le differenti istanze della mente si strutturano reciprocamente sulla base della pulsione psicobiologica verso un superiore equilibrio, sintesi di inconscio e mondo. Questo costituirebbe il principio neghentropico tipico della specie umana in seno alla natura vivente. Vittorio Mathieu ha invece evidenziato come il vasto territorio delle discipline ermeneutiche sia diventato il luogo fondativo di tutte le correnti della filosofia contemporanea. Lattuale immagine delluomo restituitaci dalla filosofia quella di un animal hermeneuticus ed appartiene simultaneamente al mondo della natura e della cultura, al mondo dellazione e al mondo dei valori. Mariano Artigas, infine, ha cercato di dimostrare come lapproccio scientifico empirico alla natura, tipico delle scienze contemporanee, comporti un presupposto gnoseologico di tipo realistico che non esclude una integrazione di scienza e metafisica. Riprendendo la questione cognitivista Jean Pierre Descls e Jean Ladriere hanno affrontato il tema della specificit cognitiva dellessere umano sotto laspetto della cosiddetta Intelligenza artificiale. Una delle implicazioni di questa branca dellinformatica quella di rintracciare una corrispondenza fra le operazioni mentali ridotte a procedure esatte ripetibili attraverso macchine, dette algoritmi, e il funzionamento dei circuiti neurali del cervello umano, con lintento di realizzare una omologia fra

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sistemi artificiali e sistemi biologici. Ladriere peraltro ha precisato che si pu sostenere con fondatezza che il cervello umano attivi procedure algoritmiche, o anche che sia solo parzialmente una macchina algoritmica. Daltra parte vi una pluralit di atti, sentimenti e volizioni che non si lasciano facilmente unificare in procedure di tipo algoritmico. Lo scarto fra coscienza, non oggettivabile, e riflessione, oggettivante, rappresenta pur sempre un momento di rottura fra lordine neurale obbiettivo e lordine mentale subbiettivoobbiettivo. La prospettiva antropologico-religiosa, dapprima quella cristiano-occidentale, da una parte, islamico-orientale, dallaltra, si aperta con la relazione di Jean Marie Van Cangh: Lhomme dans la Bible che ha ricostruito i termini originari con i quali tematizzata la realt delluomo nella Bibbia. In particolare Van Cangh si soffermato sulla concezione pre-dualistica e preplatonica delluomo tipica del pensiero ebraico, sulla concezione della creazione divina come passaggio dal Caos al Cosmos, sul mito dellalbero della conoscenza. Claude Geffr si invece impegnato in riflessioni metodologiche in merito al concetto stesso di antropologia cristiana, distinguendo fra una antropologia dogmatica, che intende dedurre dalla teologia e dai Testi le categorie antropologiche (Rahner), e una antropologia cristiana critica (Pannenberg), che mira ad una analisi dellantropologia in base storica. Problematico nellantropologia cristiana dogmatica, sarebbe, per Geffr, lumanismo, in unepoca di crisi dellideologia del soggetto, il rapporto fra il cristianesimo e le altre culture, la visione maschilista della religione e della societ. Geffr sembra invece propendere per un cristianesimo come religione della liberazione. Particolarmente interessante stata la sezione del Convegno dedicata agli universi religiosi non-occidentali. Georges C. Anawati, dellUniversit de Il Cairo, ha trattato il tema dellHomo Arabicus in terre di deserto e dal contatto con un crogiuolo di popoli (greci, ind, persiani, romani, cristiani) come antecedente storico e materia delluomo islamico, delluomo sottomesso interamente a Dio. Analizzando estesamente la specificit della teologia e della antropologia islamiche a partire dal VII secolo, Anawati ha messo in luce i contorni di una dottrina assai articolata per quanto riguarda il rapporto anima-corpo, la responsabilit individuale delle proprie azioni, il diretto coinvolgimento delluomo nei confronti di Dio, la negazione del peccato originale, giungendo alla conclusione che il mondo islamico custode di una tradizione etica e religiosa di grande valore e dignit nel quadro dassieme della civilt contemporanea. La tradizione buddhista stata invece argomento dellintervento di E. Cornelis. Nel pensiero buddhista in dissidio con la tradizione vedica, ogni antropologia vista necessariamente come una ideologia, una concezione illusoria, frutto dello stato di alienazione e di cecit in cui si trova luomo, che, essendo una costruzione della mente condizionata dal samshara, una immagine fallace, laddove non dato, per gli illuminati, nulla che possa dirsi la sostanza di un soggetto. Lesser uomo per il buddhista uno stadio provvisorio da cui pu dipartirsi un cammino ascetico e non egocentrico indirizzato verso la liberazione dallo stato del dolore e dellinganno. Il Convegno si concluso con lintervento di Jean Greisch che ha posto una sorta si sigillo filosofico ai lavori. Greisch, esaminando le opere di autori quali Heidegger, Wittgenstein, Ricoeur, Strawson, Rorty, Parfit, Vattimo, ha proposto un tavolo comune di lavoro fra la filosofia ermeneutica, punto di approdo della fenomenologia, e la filosofia analitica anglosassone. Nellopera di Ricoeur, Soi-meme comme un autre, una importante riconsiderazione ermeneutica delle categorie di soggetto, persona, mondo, ecc., lo scenario nuovo che consente unampia traducibilit fra culture filosofiche sin qui poco comunicanti la rivalutazione della filosofia pratica e delletica in quanto oggetti primari del pensiero filosofico: la vita, la persona, intese come fatticit, sauci, azione, sono lambito concreto della prassi fda cui scaturiscono tanto le conoscenze, quanto i valori. Proprio la questione dei valori stata in definitiva il vero punto unificante dei vari stili di linguaggio e di pensiero di questo Convegno. G.de.M. scenza accentua il mito dellonnipotenza delluomo liberato dallinquietudine e dal dolore. La metafisica classica occidentale, ben rappresentata, per esempio, da S. Tommaso, tenendo a un Dio buono, fonte di sicurezza, non pu ammettere Dio come fonte di insicurezza, dubbio, sofferenza, mentre la sofferenza ha un valore e un senso soltanto nellambito del non-potere delluomo autentico, che ammette i limiti e si rif a un Dio problematico. Solo in riferimento a un Dio senza volto, a un Dio assente, ha fatto notare Penzo, posso sperimentare una fede a rischio, ma autentica, che mi libera da una fede-superstizione, falsa quanto la scienza quando diventa superstizione legata a una eccessiva fiducia nelloggetto. Pochi rappresentanti della metafisica classica cristiana, come Meister Eckhart e S. Giovanni della Croce, hanno insistito sulla figura di Cristo crocefisso, mentre, in S. Tommaso, Leibniz, Pascal, per esempio, il male incompatibile con lessenza di Dio infinitamente buono. Nietzsche ha contribuito a mettere in discussione la mentalit metafisica razionalistica basata su un Dio buono, saggio, onnipotente, evidenziando loscurit delle risposte divine al grido di colui che si chiede il perch della sofferenza. Opponendo il suo esistenzialismo dionisiaco allaldil del bene e del male, Nietzsche propone una trasfigurazione dellesistenza in cui il dolore diventa lultima ragione dellesistenza umana, dando inizio alla tematica della teologia della morte di Dio, di un Dio che muore in Croce e che essere per la sofferenza contro larroganza del teologo che ricorre sempre alle categorie intellettuali di causa-effetto. La conferenza su Kant di Virgilio Melchiorre ha messo in luce come, ancora una volta, il pensiero del filosofo di Knigsberg continui a riservare nuove possibili questioni, proprio quando appare conchiusa e/o ovvia la sua interpretazione pi diffusa. Melchiorre, in particolare, si soffermato sul concetto di analogia che, nellanalisi trascendentale kantiana, risulterebbe da una parte (esplicitamente) identificabile con lanalogia - debole - di proporzionalit ma, dallaltra (implicitamente) riconducibile anche nella direzione - forte - di unanalogia di attribuzione. La regione della produzione kantiana, in cui Melchiorre ha individuato tale duplicit, quella in cui Kant affronta il problema di Dio e/o della sua dimostrabilit, sebbene abbia messo in risalto tutte le implicanze metafisiche di una tale ermeneutica. Nella sua interpretazione, Melchiorre ha voluto vedere in Kant la figura di un filosofo continuamente in lotta con se stesso: per questo, nellitinerario speculativo kantiano, il Kant detto non affatto pi autorevole di quello non-detto. La conferenza dedicata ad Augusto Del Noce stata tenuta allUniversit di Chieti da Pierluigi Pollini, collaboratore della cattedra di Filosofia della Politica presso la

Conferenze di Chieti
Nellambito di una serie di seminari e conferenze organizzati dai docenti dellIstituto di Filosofia dellUniversit di Chieti, il 29 aprile 1992 Giorgio Penzo ha tenuto una conferenza sul tema: DOLORE E PENSIERO TRA METAFISICA E NICHILISMO. Il 14 maggio 1992 intervenuto Virgilio Melchiorre con una puntuale relazione dal titolo: ANALOGIA E METAFISICA IN KANT, prendendo spunto dalle acquisizioni presenti nel suo ultimo libro: ANALOGIA E ANALISI TRASCENDENTALE - LINEE PER UNA NUOVA LETTURA DI KANT (Mursia, Milano 1992). Sempre allUniversit di Chieti i Cattolici Popolari della facolt di Lettere e Filosofia hanno organizzato il 1 giugno 1992 una conferenza su LATTUALIT DEL PENSIERO DI AUGUSTO DEL NOCE.

Lappassionata conferenza di Giorgio Penzo avrebbe potuto anche intitolarsi: Potere - non potere, in quanto lesistenza, luogo delle passioni e, quindi, anche della sofferenza, coglie la debolezza delluomo, mentre, daltro canto, la fiducia nella cono40

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facolt di Scienze Politiche di Teramo e studioso del pensiero di Del Noce ormai da dieci anni. Partendo da alcuni cenni biografici, Pierluigi Pollini ha esordito con uninteressante contestazione del titolo del dibattito: egli ha infatti dimostrato linattualit del pensiero di Del Noce alla luce del principio, strettamente delnociano, secondo cui la verit non si esaurisce nella sua attualit. La trattazione proseguita secondo alcune precise tematiche: il problema del rapporto di Del Noce con il marxismo e con il fascismo, la questione dellinterpretazione transpolitica della societ contemporanea, la crisi della modernit e la questione dellirreligione occidentale. La conferenza si poi conclusa con un vivace dibattito che ha permesso al relatore di approfondire alcuni temi, come la subordinazione delletica alla politica, la teoria delleterogenesi dei fini e il rapporto tra Del Noce e il mondo cattolico contemporaneo. C.C./G.F. prende vita la possibilit di dissoluzione del mondo e insieme la ricomposizione di una nuova ontologia delle cose, attraverso la cifrazione melodica della purezza. Poiein qui gioco infinito, in cui la costruzione e la creazione della poiesis non hanno bisogno della persistenza del mondo vero e la purezza e la legittimit degli arabeschi alludono allinfinita legge del fare. Secondo Sergio Givone, dopo la critica di Gadamer alla coscienza estetica moderna, larte prospetta una verit al di l del principio di non contraddizione. Linfinit dellinterpretazione, ponendo la verit come conflitto, ci introduce ad una domanda pi radicale, quella del pensiero tragico, dove le prospettive, pur legittimate, sono le une contro le altre. Ma se lesperienza estetica ci mostra che la contraddizione lesperienza essenziale della verit, una terza via, rispetto al prospettivismo e al pensiero tragico, rappresentata, per Givone, dallermeneutica di Pareyson, per la quale invece la verit, intesa come libert, che nellinterpretazione fa valere i propri diritti. Franco Fanizza ha invitato a cogliere la modernit dellEstetica al di l dei canoni tradizionali dellEstetica letteraria e filosofica di Croce che, sebbene abbia avuto il merito indiscutibile di aver conferito a questa disciplina una specificit moderna, ha nel contempo prestato scarsa attenzione alla sfera dell esteticit diffusa, alla voce infinita e molteplice della vita che canta allunisono con gli artisti. Percorrendo una diversa strada, Fanizza intende disegnare un nuovo orizzonte teorico, entro il quale leggere un modo nuovo di sentire la modernit e di apprezzare il gioco continuo e lo scambio ininterrotto tra estetico ed Estetica. In questo senso egli analizza il rapporto tra Esteticit e modernit, mediato dalla lettura di Roland Freart de Chambray, un autore poco noto del 600, la cui opera, Lidea della perfezione nellarte, segna il passaggio nella pittura da mestiere ad arte, da saper fare a scienza. Lintervento di Grazia Marchian ha posto decisamente la tradizione estetica in una prospettiva storica e teorica comparativa, che critica latteggiamento etnocentrico della cultura occidentale e propone un confronto alla pari tra diverse tradizioni filosofiche. Impostare una ricerca comparata nel campo dellEstetica significa esplorare i concetti classici di tale disciplina, cos come sono messi in uso in tradizioni differenti, per proiettarli in un tempo nuovo che non pu prescindere da un confronto serrato con lOriente, alla luce in particolare delle ricerche di estetologi come il giapponese Sasaki-Ken-Ichi e il cinese Fei Ximpei. Porre in evidenza la complementariet e la correlazione esistente nel rapporto tra arte e politica nella modernit il tema proposto da Remo Guidieri. Con sempre maggiore evidenza appare oggi come qualsiasi
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Arte e modernit
Con il titolo: LA FORMA DELLARTE E LIDEA
DEL MODERNO si tenuto a Napoli, pres-

so lIstituto Universitario Suor Orsola Benincasa dal 11 maggio al 24 giugno 1992, un corso di aggiornamento e perfezionamento in Estetica con la partecipazione di Aldo Trione, Sergio Givone, Franco Fanizza, Grazia Marchian, Remo Guidieri, Michel Rey, Rafael Argullol, Gianni Vattimo, Jos Jimenez, Stefano Zecchi, Yves Hersant, Domenico Conci, Emilio Garroni, studiosi impegnati nei vari ambiti della riflessione estetica contemporanea, che hanno condiviso lintento di individuare le categorie pi rilevanti che hanno segnato la storia dellEstetica e larticolarsi delle varie poetiche in epoca moderna.

Il punto di partenza della riflessione di Aldo Trione, ideatore e curatore del corso, una analisi costruttiva della specificit dellEstetica moderna e della trama fitta di relazioni e rapporti che essa intrattiene con altri contesti e saperi. Nella Monadologia leibniziana la realt un organismo vivente in cui le parti e il tutto sono correlati armonicamente. Lopera poetica, ha osservato Trione, un microcosmo speculare in cui la rappresentazione arabescata e geroglifica delle cose, preservata dal rischio metafisico, si configura come costruzione e divenire. I mondi possibili di Leibniz, esemplificati con finzioni letterarie ed artistiche, sono mondi finzionali, alternativi ai mondi reali. Lestetica diviene qui strategia della poiesis e luniverso della finzione oltrepassa il mondo reale. Un esempio pu essere la poesia Crise de vers di Mallarm, che prelude ad una scrittura in cui

oggetto, qualsiasi immagine, possono diventare arte a pieno titolo indipendentemente dalla qualit formale, dallorigine o dal contesto di cui fanno parte. Lestetica moderna rivela il carattere di artisticit diffusa, di estetizzazione generalizzata, che definisce la sfera dellarte nella societ contemporanea. Lo spazio estetico assume le dimensioni di una galassia caratterizzata dal tentativo cronico di sfondamento del limite tra ci che artistico e ci che non lo . Parallelamente assistiamo nella politica ad un analogo sfondamento dei limiti. La prima frontiera che cade quella tra autorit e potere, poich lo spazio estetico viene usato per mobilitare lopinione pubblica e rilegittimare lesercizio di un potere ormai esautorato. La seconda frontiera che viene meno quella tra utopia e futuro, poich la fine delle utopie fa s che nella politica permanga unicamente la categoria del futuro. La terza frontiera che viene abolita quella tra giustizia e territorio, con lunificazione nel villaggio globale di tutte le minoranze etniche. Infine la soppressione della frontiera tra realt e rappresentazione che determina un nuovo disordine e giustifica limmane responsabilit dellestetico nella modernit. Michel Rey ha presentato alcuni motivi di pensiero propri di Valry, impegnato nel pensare in maniera radicale la poesia e la prospettiva estetica. Per Valry, lartista libero colui che conferisce ad altri il Dono di ri-fare lopera artistica. Paradigmatico il caso di Baudelaire, che si impadronisce, in una sorta di plagio-innovatorio, del principio poetico di Poe. Lappropriazione non possesso delloggetto, ma ri-presa a fare, ri-messa in opera del testo di un altro. Questo movimento tra il dare e il ricevere porta lEstetica ad incrociarsi con letica, la vita dellopera con la metafora della rovina. Rafael Argullol, filosofo spagnolo, ha letto lo Zibaldone in chiave teoretico-filosofica, interpretando Leopardi come filosofo che anticipa le tesi nietzscheane sullo smascheramento della verit, criticando la concezione metafisica sul fronte del razionalismo e dello spiritualismo moderno. La poesia di Leopardi si rileva per tale motivo topos dellEstetica moderna, la forma pi elevata di illusione e al tempo stesso oblio del nulla. Per caratterizzare la modernit, Jos Jimnez ha proposto una concettualizzazione del tempo che nellepoca classica individua il destino dellarte nel tentativo di fermare il tempo per dar corpo allistante nella sua pienezza estatica ed estetica. Tale prospettiva viene rovesciata dalle avanguardie storiche, in particolare con il Futurismo, che sostituisce alla volont di fermare il tempo la necessit di cogliere nellarte il dinamismo eterno dellazione, la velocit della vita, il movimento e la trasformazione tumultuosa della realt. Nella modernit lespansione del predominio della tecnica ha generato una nuova dimen-

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Andy Warhol, Campbells Soup Cans 200 (1962), particolare

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sione temporale, per cui, con lavvento dei mezzi di comunicazione di massa, il tempo diviene reversibile: passato e futuro divengono parte di un processo circolare in cui si consuma la rottura della mimesis e della rappresentazione in senso classico. Si tratta ora per larte di trovare uno spazio suo proprio, una nuova moralit per sfuggire alla sua completa dissoluzione, per smascherare lera dell estetizzazione vuota. Per Stefano Zecchi, di fronte allo sperimentalismo e al nichilismo della cultura contemporanea, che ha messo a morte qualunque valore di verit della creativit, e dove pi nessuno responsabile politicamente della Bellezza, necessario difendere lidea di un estetica militante. La nostra cultura deve porsi alla ricerca della Bellezza come idea ricostruttiva/propositiva. Il romanticismo ha difeso con passione lazione creativa delluomo e il suo rapporto con la potenza cosmica e sacra della vita. La bellezza ritorna nel romanticismo con la figura di Ermes, il dio della metamorfosi e della simbolicit. Il mondo che si apre con la crisi del romanticismo quello della decadenza che inaugura con Nietzsche limpossibilit della rappresentazione della forma bella. A questa idea di decadenza Zecchi oppone la ricerca di ci che manca, la restaurazione della bellezza che impone una ricostruzione simbolico-mitica della stessa filosofia. Yves Hersant ha posto al centro del suo intervento la malinconia come categoria costitutiva delluomo, in cui si raccoglie un insieme di miti, sentimenti, umori che ruotano attorno al rapporto corpo-anima. La malinconia nasce nella Grecia socratica, nellera dellintellettualizzazione, quando luomo scopre la sua natura doppia, ambigua e contraddittoria. Nella storia del pensiero antico, Ippocrate per primo la connette al sentimento di tristezza e paura, alla smaniosa immobilit di chi soffre interiormente, mentre Aristotele rintraccia un legame tra genio e umore nero. Per lo Pseudo Ippocrate, invece, vi collegamento tra la malinconia e la satira, il riso feroce. In Baudelaire la malinconia, come carattere della modernit, pienezza del presente e si oppone al moderno, come vivere attuale nel presente. Larte della modernit, legata alla perdita del fondamento e delle certezze, alla lacerazione e scissione del soggetto, non pensabile al di fuori della malinconia. Attraverso la fenomenologia dellarte etnologica, Conci ha mostrato la differenza e al tempo stesso il rapporto tra presenza e fenomeno. Nellarte realistica delle culture primitive, il reale cos com e non come appare, perch in questo tipo di culture vi lassenza del testimone, dello spettatore. Il concetto di presenza legato alla credenza del realismo segnico, richiama la valutazione attestativa del reale come dominio ideologico della verit: la presenza autodatit. Ma alla fine del 1100/900 a.c., quando la cultura magico-mitica dei popoli primitivi viene smarrita, nellarea del bacino mediterraneo avviene il collasso fra apparire ed essere, proprio del realismo segnico, ed emerge il concetto di fenomeno. A questo smarrimento i Greci rispondono con il Logos, con il quale si cerca di ricucire il segno con lente. Nasce cos in Grecia losservatore e con lui il fenomeno consegnato alla sfera dellindividuale come presenza derealizzata e inadeguata, privata di segni. Nel corso del tempo la metafisica ha tentato di colmare la voragine tra il segno e lente; ma la scienza, che avanza attraverso congetture e ipotesi gli ha mostrato che ci impossibile, spazzando via levidenza, lultima grande categoria millenaria della presenza. Per Emilio Garroni, lestetica filosofia tout-court, strettamente pertinente alle problematiche epistemologiche. Nella Critica del Giudizio il gusto, che nel pensiero filosofico tra il 600 ed il 700 veniva inteso come proprio del regno della soggettivit e dellarbitrio, diviene disposizione e proporzione delle facolt conoscitive nellaccordare il particolare con lintelletto, rendendo cos possibile la conoscenza oggettiva. In Kant e, pi in generale, nellEstetica del XVIII secolo, lArte dona senso ad un intreccio di somiglianze e differenze non definibile, ma omogeneo, che, nel 700, si raccoglie nella definizione di Belle Arti. Nel nostro secolo, lArte che ha allargato smisuratamente il suo ambito materiale e messo in questione radicalmente la propria esistenza nel tentativo di instaurare il senso, diviene allopposto rivelatrice del non senso. In conclusione, lestetica per Garroni non sostituisce la metafisica, ma la comprende nella sua istanza di indeterminatezza. L.B./C.P. Welsch (Bamberg) possono essere considerati come rappresentativi di questo contrasto tra unestetica intesa come scienza dellarte e una filosofia che tenta di derivare la conoscenza stessa da principi di carattere estetico. Bohrer ha criticato l ampliamento dei confini (Entgrenzung) dellambito estetico, con il quale lestetica rischierebbe di perdere il suo nucleo teoretico sostanziale e la propria autonomia di scienza. Se a partire dallidealismo lautonomia dellestetica veniva minacciata dal discorso storico, il rischio sarebbe oggi di identificare l estetico con lattuale mondo edonistico della vita. Allestremo opposto si situato lintervento di Welsch, che ha sostenuto invece lidea di una estetizzazione epistemologica, mettendo in evidenza, attraverso unampia panoramica delle forme di estetizzazione nella societ contemporanea, limportanza dellestetica per tutti gli ambiti della vita quotidiana. Il panorama, proposto da Welsch (uno degli ideatori del Convegno), di unestetizzazione della societ contemporanea ha fornito il quadro strutturale di una della sezione del convegno dedicata appunto al tema: Estetizzazione nel mondo della vita. Qui, problemi tipici della societ attuale come la stilizzazione del s, le strategie dellabbellimento, design e pubblicit, il ruolo dei nuovi media e delle nuove tecnologie, politica, scienza ed estetica femminile, si sono affiancati a questioni pi tradizionali, quali lesperienza della natura e lesperienza artistica. La maggior parte degli interventi di questa sezione ha presentato una descrizione dello stato attuale delle scienze e della societ considerate dal punto di vista dei problemi estetici. Thomas Ziehe (Francoforte) ha descritto con ricchezza di dati levoluzione nella societ tedesca dal dopoguerra ad oggi come passaggio da uno standard di vita a uno stile di vita; uno sviluppo che, contrariamente al verdetto di raggrinzimento del presente, pronunciato da Hermann Lbbe, permette possibilit di differenziazione e non conduce a una mera estetizzazione della vita in quanto opera darte. A favore di questultima invece intervenuto Wilhelm Schmid (Berlino) che, riferendosi a Montaigne, ha inteso mostrare come possa oggi configurarsi unetica che metta la vita al primo posto, facendo fronte alla crescente complessit e alle contraddizioni del presente non attraverso una grande saggezza (Weisheit) ma una piccola intelligenza (Klugheit). Al design stato dedicato lintervento di Francois Burkhardt, gi direttore del Centre Georges Pompidou di Parigi. Barometro della situazione della societ moderna, il design esprimerebbe la tendenza dellestetica moderna a diventare popolare, reagendo cos ai tentativi di disciplinare ed universalizzare il gusto. Tra gli interventi dedicati ai nuovi media e alle nuove tecnologie, quello di Derrick de Kerckhove (Toronto) ha individuato una crescente accelerazione, moltiplicazione ed estensione

Lattualit dellEstetico
Si svolto a Hannover dal 3 al 5 settembre un convegno sul tema: LATTUALIT DELL ESTETICO. In 43 interventi, filosofi, sociologi, storici dellarte, scienziati, designers, studiosi delle comunicazioni di massa si sono chiesti quale sia lo statuto dellestetica e quali siano i significati di ci che estetico nella societ attuale, nei suoi stili di vita e modelli percettivi.

Il tema che ha fatto da filo conduttore dei diversi interventi stato quello dei confini e dello statuto epistemologico dellestetica: deve lestetica limitarsi ad essere una filosofia dellarte o, riferendosi al significato originario del termine di teoria della sensibilit, oltrepassare i limiti di uno studio del fatto artistico, per prendere parte al fenomeno di estetizzazione del mondo della vita tipico delle societ occidentali e post-moderne? Gli interventi di KarlHeinz Bohrer (Bielefeld) e di Wolfgang
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del s attraverso la tecnica, che condurrebbero ad una perdita del senso della corporeit. La tendenza, in tale contesto, a considerare adeguata alla societ contemporanea solo unarte ispirata alle nuove tecnologie stata criticata da Wibke von Bonin (Colonia), che ha presentato in un filmato alcune modalit di applicazione di queste tecnologie allattivit artistica. Pessimistica invece la visione di Neil Postman, secondo cui la societ attuale caratterizzata da un eccesso di informazioni che vengono accettate passivamente e non sono sostenute da un orizzonte di senso. Si tratterebbe allora di sviluppare nuove narrazioni e di trovare nuovi contesti che conferiscano senso alle informazioni. Unimmagine e una valutazione della societ contemporanea e dei suoi problemi opposta rispetto a quella di Postman, stata presentata da Richard Sennet (New York): non la ricerca di quadri antropologici stabili e purificatori rispetto alla complessit del reale la soluzione auspicabile, bens lo spostamento (displacement) di ci che si presenta come fisso e stabile; a ci pu contribuire proprio larte contemporanea. Oltre a un gruppo di interventi di critici e storici dellarte come Jean-Cristophe Ammann del Museo darte moderna di Francoforte, Thierry de Duve (Parigi) e Stephan Schmidt-Wullfen (Amburgo), bisogna ricordare alcuni contributi che, con riferimento a problemi di epistemologia e delle scienze naturali, hanno tentato di conferire un significato obiettivo a uno dei concetti-chiave della storia dellestetica, quello di bellezza. Bernd-Olaf Kppers (Heidelberg) ha sottolineato che, se vero che le immagini della ricerca sul caos possono essere definite belle, il concetto di bellezza non pu per essere ridotto a ci. Inscenando una sorta di dialogo tra La Mettrie, Einstein e Picasso, Ernst Pppel (Monaco) ha proposto un concetto di bellezza di carattere sostanzialistico, che ha suscitato perplessit e imbarazzo tra i filosofi presenti: descrivendo il funzionamento della percezione Pppel ha parlato di finestre di presenza (Gegenwartsfenster) nel cervello umano, la cui durata (tre secondi) corrisponderebbe alla lunghezza di molti versi poetici belli. Deludente sembrato anche lintervento del biologo cileno Humberto Maturana, che ha sostenuto lesistenza di un rapporto di dipendenza tra cervello e ambiente, giungendo ad affermare, su questa base, un ideale di bellezza di carattere armonico. Al rapporto tra scienza ed estetica stato dedicato anche lintervento di Paul Feyerabend: sulla base di esempi relativi al modo di procedere dellesperimento scientifico e al relativo carattere artificiale dei loro risultati, Feyerabend ha presentato un concetto di natura come opera darte - una tesi che sembra per riguardare pi gli aspetti creativi nellattivit scientifica, che non lestetica in senso stretto. Martin Seel (Amburgo) ha infine distinto nel proprio intervento tre diverse forme del comportamento estetico, e ha ribadito la distinzione tra unestetica come scienza dellarte e come teoria generale della percezione. E a questultimo aspetto dellestetica, e alla necessit di discutere lestetizzazione della societ e della cultura contemporanea, che ha fatto riferimento la maggioranza dei partecipanti al Convegno di Hannover. M.M. termine razionalit. La prima, talvolta definita come ragione tecnica, consiste nellabilit strumentale, che si riassume in una capacit di sopravvivenza, cio nella capacit di adattamento allambiente nel modo il pi possibile proficuo per lindividuo; in questa accezione la razionalit dunque eticamente neutra, a differenza della seconda accezione del termine che va al di l della mera sopravvivenza e, implicando una possibile gerarchia di opzioni, cio di valutazioni, propria degli uomini. La terza accezione comprende infine la capacit, da parte di individui o gruppi sociali, di accogliere il diverso da s con una perturbazione il meno rilevante possibile. Per quanto i tre significati vengano spesso sovrapposti, Rorty ha ribadito la distinzione indicando lobiettivo della propria indagine nella determinazione del rapporto fra la prima accezione del termine e la terza, lasciando cadere la seconda. Analogamente, Rorty ha distinto tre diverse accezioni di cultura: una sociologico-antropologica, in quanto insieme storicamente determinato di usi e costumi; laltra qualitativostrumentale, in quanto capacit di manipolare strumenti concettuali; la terza qualitativo finale, dove cultura lo stadio di realizzazione dell essenza universale delluomo. Rifacendosi alla prospettiva di John Dewey, Rorty ha notato come si possa postulare un collegamento, seppur non necessario, fra laumento della razionalit, intesa secondo la prima accezione, lefficienza tecnico-scientifica, e quello della razionalit nella terza accezione, cio la tolleranza. A chi, come Ashis Nandy, etichetta tale posizione come pragmatismo evoluzionista tecnocratico, mirante, proprio in nome della bont e tolleranza della propria particolare cultura, a eliminare le altre, Rorty ribatte che il contrasto fra Dewey e Nandy non di natura propriamente teorica, ma empirica, e verte sulla predizione di ci che pu accadere se il pragmatismo evoluzionista tecnocratico si affermasse in una comunit globale unificata politicamente. In effetti oltre alla seconda accezione del termine razionalit, Dewey, seguito da Rorty, lascia cadere la terza del termine cultura, escludendo cos che possa darsi la pretesa, da parte di una qualsivoglia particolare cultura, di porsi, proprio in forza della propria tolleranza, come superiore alle altre e quindi come momento risolutivo delle differenze culturali. Nella convinzione, tutta deweyana, che la teoria vada incoraggiata solo se pu giovare alla prassi, Rorty sostiene che il compito del filosofo non comporre ampie sintesi (o ampie contrapposizioni) teoriche, ma inasprire le questioni cio radicalizzarle. Lobiettivo deve essere dunque quello di costruire unutopia globale multiculturale, dove il confronto, spinto allestremo, fra le culture (nella prima accezione del termine)

Razionalit e cultura
Alla Sala Incontri dellISU di Milano si svolta a giugno, introdotta da Aldo Giulio Gargani, una conferenza di Richard Rorty, sul tema: UNA VISIONE PRAGMATISTA DELLA RAZIONALIT E DELLA DIFFERENZA CULTURALE. Attraverso unanalisi del concetto di razionalit e di quello di cultura, con particolare riferimento allimpostazione deweyana, Rorty ha indagato la possibilit di proporre teoricamente un agire razionale, in quanto tollerante di modi dagire diversi dal proprio.

Introducendo la conferenza, Aldo Giulio Gargani ha rilevato come per il filosofo statunitense il neopragmatismo funga da premessa, affiancato per da altre correnti filosofiche. La filosofia analitica in primo luogo, di cui Rorty critico ma anche interlocutore, e la stessa continental philosophy, dalla quale egli prende in chiave antimetafisica. Lobiettivo polemico la nozione delluomo come glassy essence, propria della teoria gnoseologica del rispecchiamento, in base alla quale la conoscenza sarebbe adeguamento delle capacit del soggetto alla realt esterna ad esso. Rorty individua una scissione che, nel momento critico della scoperta scientifica, diventa una frizione tra la prospettiva della scienza normale e quella dellermeneutica. Da un punto di vista che non evidentemente solo gnoseologico, Rorty contrappone i cosiddetti uomini dellobiettivit, che fanno riferimento a una verit certa, astorica, agli uomini della solidariet, per i quali la verit fondata in quanto condivisa. Quella di verit appare qui dunque una nozione contestualizzata, riconducibile a pratiche linguistiche sociali. Per questa ragione Rorty non approda al relativismo, perch dare per scontato il coesistere di culture definite, in modo statico, come differenti luna dallaltra, presuppone la reintroduzione di una nozione di ragione (sia pur delineata al plurale) ancora metafisica, in quanto decontestualizzata dalla pratiche che, sole, la possono definire. Proprio a una messa a fuoco della connessione fra il concetto di razionalit e quello di cultura si rivolta la conferenza di Richard Rorty a Milano, che ha esordito distinguendo tre differenti accezioni del
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ponga capo alla loro coesistenza in una prospettiva, quella della tolleranza, quale si d nella terza accezione di razionalit, quella pi propriamente etica. F.C. pretazione a fondare lasserzione, e non viceversa. E qui che vengono poste le basi del primato della filosofia a partire dal ruolo fondativo, nel costituirsi della soggettivit, attribuito allascolto della voce dellamico. E in questo modo, secondo Ferraris, che Heidegger introduce e fonda un esperienza dellaltro autenticamente ermeneutica, in quanto non sensistica, empatica, ma razionale. A parere di Ferraris lermeneutica heideggeriana ha fatto passare in secondo piano proprio il fatto, ben presente invece a Heidegger, che l altro dentro al s; affermazione che non paradossalmente avvicina Heidegger alla logica della ricerca scientifica, dove l altro lelemento di realt che dovrebbe stare in fronte alla teoria, per verificarla o per falsificarla, ma si colloca in realt internamente alla teoria stessa. Proprio quella dellalterit e del suo supporto ontologico , secondo Pier Aldo Rovatti, la questione centrale in merito al tema della razionalit dellermeneutica. Questione che si decide nellambito del linguaggio, per cui lindagine sulla razionalit dellermeneutica si trasforma in quella sul linguaggio dellermeneutica. Su questo punto, osserva Rovatti, Vattimo rimprovera a Derrida un mancato passaggio dal momento decostruttivo a quello ricostruttivo, proprio per rispondere alla questione della razionalit dellermeneutica, che rischia di perdersi nelleccessiva dispersivit delloperazione decostruttiva. In questo modo, obietta Rovatti, si rischia per di gettare il bambino insieme allacqua sporca: fuori luogo richiedere al linguaggio dellermeneutica, per salvare la sua valenza veritativa, un surplus di oggettivit, avvicinando cos quello dellermeneutica al linguaggio normale. Obiettivo del linguaggio dellermeneutica proprio quello di mettere in mora la struttura obiettivante del linguaggio ordinario. In questo senso, per quanto sia certo legittimo cercare in Heidegger elementi di provenienza husserliana, considerando Heidegger pi avanti di Husserl sulla strada dellermeneutica, pure possibile, secondo Rovatti, operare in modo inverso e leggere heideggerianamente, cio in senso ermeneutico, talune affermazioni husserliane, riconoscendo che le cose stesse, alle quali occorre rivolgersi, non sono sic et simpliciter (neppure da un punto di vista fenomenologico) oggetti. Di fronte alla constatazione husserliana secondo cui mancano i nomi, il problema non sar trovare i nomi, ma un linguaggio non oggettivante che sappia mettere - come fa la metafora - in relazione la dimensione verbale con quella extraverbale. Mario Ruggenini ha valutato come novit positiva il fatto che Vattimo si sia posto il problema della razionalit, perch, a suo parere, il pensiero debole,
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Razionalit dellermeneutica
A partire dalle tematiche che affiorano dai saggi raccolti nellannuario FILOSOFIA 91 (a cura di Gianni Vattimo, Laterza, Roma-Bari 1992) nel mese di giugno 1992 si tenuto alla Sala Incontri dellISU di Milano un dibattito su RAZIONALIT DELLERMENEUTICA, al quale hanno partecipato Maurizio Ferraris, Aldo Giulio Gargani, Guido Morpurgo-Tagliabue, Pier Aldo Rovatti, Mario Ruggenini.

Con unintroduzione di carattere generale al dibattito, Aldo Giulio Gargani ha rilevato come la questione relativa alla razionalit dellermeneutica risalga alla distinzione diltheyana fa scienze della natura e scienze dello spirito. Lermeneutica nasce infatti come progressione filosofica di significato in significato, laddove il paradigma deduttivistico delle matematiche della natura prevede il passaggio dalla premessa alle conseguenze, o da ipotesi teorica a verifica sperimentale. Nella prospettiva di un reticolo di significati che definisce la struttura euristica dellermeneutica, Gargani ha rilevato, riprendendo il saggio di Ferraris, contenuto nella raccolta, come sia possibile costruire, partendo da Husserl, una nozione di soggettivit che comprenda in s, fin dal momento del suo costituirsi, lalterit. Questo, contro la riduzione di marca idealistica dellalterit ad autoidentificazione, ma contro anche la teoria adeguativa della conoscenza. Da questo punto di vista le preoccupazioni di Vattimo circa il destino della nozione di verit dellermeneutica, messa a rischio dal carattere narrativo di talune trattazioni di ambito ermeneutico, toccano senzaltro, secondo Gargani, un problema cruciale, ma lo pongono in termini impropri, quelli di unalternativa tra filosofia e narrazione. Illuminanti a questo proposito sono, secondo Gargani, la posizione di Rorty, che rifiuta di riconoscere nel linguaggio un veicolo di chiarificazione totale, e quella di Rovatti, che sostiene il costituirsi della soggettivit in un rapporto di consustanzialit con lalterit, nella dimensione di un linguaggio che non pi solo inferenziale, ma neppure solo evocativo. In rapporto a queste considerazioni, Maurizio Ferraris ha tuttavia ribadito che dal punto di vista teoretico la contrapposizione fra scienze della natura e scienze dello spirito retorica. Pi che sul rapporto fra identit e alterit, cio fra impostazione trascendentale e impostazione fenomenico-espressiva, la questione della razionalit dellermeneutica nasce storicamente in Heidegger, laddove questi, come tematizza Jacques Derrida, afferma essere linter-

di cui Vattimo stato uno dei rappresentanti, ha portato proprio a una liquidazione di questa problematica. E proprio la questione del linguaggio , secondo Ruggenini, ci che divide la razionalit dellermeneutica da quella della metafisica. Questultima chiede ragione di ci che si dice dellessere, perch lessere la ragione ultima delle cose; da questo punto di vista, la questione del linguaggio accessoria: la metafisica, lontologia, rappresentano la liquidazione del linguaggio come problema. Lermeneutica non pu invece prescindere dal linguaggio; essa rifiuta infatti una trascendenza metalinguistica, coglibile intuitivamente. La posta in gioco la pluralit della verit, la pluralit irriducibile delle narrazioni, che nella loro comune condizione di finitezza raccontano le singole aperture al mondo, le singole esperienze linguistiche del mondo. Proprio a partire dallesperienza della finitezza, fa notare Ruggenini, avviene lesperienza dellalterit. Da bandire la husserliana percezione dellaltro, riedizione di quel criterio con il quale, da Cartesio in poi, la metafisica ha espunto lalterit. Occorre invece riscoprire la nozione di esperienza dellaltro, nel parlare con l altro: in questo modo che lio diventa un secondo rispetto allaltro; si parla sempre a partire dallaltro. La razionalit dellermeneutica consiste dunque nello stare al gioco del discorso; solo cos si esorcizza la fin troppo frequente accusa di relativismo. Un accenno merita lintervento nel dibattito, a conclusione delle relazioni, di Guido Morpurgo-Tagliabue, il quale ha posto una domanda che nella sua radicalit quasi risuonata come provocatoria: perch laltro?. Il dialogo, ha sostenuto Morpurgo-Tagliabue, non necessariamente ha luogo con un altro da s; il dialogare con s stessi, la voce dellamico , possono ben essere espressioni della propria voce interiore. Ma il linguaggio vale qui come codice, non necessariamente verbale, ha obiettato Ferraris: il dialogo con se stessi dunque dialogo con un altro, con unalterit. Anche nel dialogo con se stessi, ha aggiunto Ruggenini, si alle prese con parole gi date, quindi con unalterit per cui il soggetto secondo. In realt, ha proseguito Morpurgo-Tagliabue, contestando la dimensione linguistica in cui lermeneutica contemporanea ha collocato la questione ontologica, la domanda perch laltro si riformula anche in quella perch il linguaggio?. Il termine ermeneutica, in Aristotele, indica il linguaggio, ma anche, semplicemente, latto dellinterpretazione; e questultima pu avvenire sen-

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Come distinguere un fatto da un evento storico? Come rendere credibile la ricostruzione di un tempo passato? si pu rispondere solo attraverso una perspicua alleanza fra duttilit pratica, ponderatezza filosofica, esercizio fenomenologico della descrizione, riflessione teoretica. In tal senso, verit storica non significa tanto corrispondenza con una realt trascorsa, ma pur sempre rintracciabile nei resti del presente, n rappresentazione pittorica di unimmagine lontana, consunta dalla memoria storica, bens verosimiglianza e plausibilit di un racconto storico. Il problema la realt del passato, lo statuto ontologico del tempo trascorso in quanto esser-stato-ci-chenon--pi. Ci che stato diviene nel lavoro dello storico il contenuto di un enunciato che mira a restituire un passato, che non pu che definirsi grande assente. La scrittura storiografica, guidata da una o pi ipotesi interpretative, destinata a presentare la totalit esplicativa solamente come plausibile, credibile, attestabile. In questa situazione il filosofo - afferma Ricoeur - non ha nulla da insegnare allo storico, se non forse a riflettere sulla complessit e sulla ricchezza del termine evento. Nel quadro di una filosofia critica della storia, a cui appartiene Ricoeur stesso, il filosofo invita a riflettere sullimpegno concreto dello storico, mettendo a fuoco tre piani di preoccupazioni al contempo pratiche e teoriche: lo storico si trova alle prese infatti con lesigenza di attestare prove documentarie affidabili, con la pretesa di ricostruire il passato in modo oggettivo e scientifico attraverso lesercizio letterario-retorico di comporre in scrittura le proprie argomentazioni. Ma come la spiegazione scientifica determina il ruolo e la portata dei singoli documenti? E ancora, come la forma letteraria, seducente e persuasiva, agisce sulle prove e sul giudizio? Per quanto riguarda il problema delle fonti, Ricoeur taglia alla radice un possibile malinteso: le tracce del passato non sono affatto dirette, non appartengono allordine del visibile. Per Ricoeur, la non visibilit della traccia e la discontinuit dellevento singolo in un modello esplicativo indicano che un elemento (un dettaglio, un semplice dato) per divenire documento, atto allintelligibilit di un momento storico, deve sottoporsi a unipotesi esplicativa, a uninterrogazione preliminare. Lattivit dello storico nasce dallancestrale capacit, culturalmente educata, di porre domande orientate, di saper interrogare, ancor prima che cercare. Ma allora, si potrebbe obiettare, se tutto potenzialmente traccia, ma non documento, sembrerebbe sufficiente unipotesi esplicativa per poter parlare anche di storia degli astri, della terra, di qualsiasi cosa, umana e non umana. A questo Ricoeur risponde, rivendicando il carattere specificatamente umano della storia, basato sullanalogia e omologia fra gli uomini che hanno fatto la storia e gli storici che rifanno la storia. Inoltre, la distanza tem-

Botticelli, SantAgostino nello studio, particolare

za parole, senza dialogo, mettendo solo in gioco significati. Questo , daltra parte, ci che accade con la dialettica, dove il pensiero dialettico non mette in gioco il linguaggio e, dunque neppure un altro da s, ma, appunto, solo significati. F.C.

Il problema della verit storica


Presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, Paul Ricoeur ha tenuto, dal 25 al 29 maggio, un seminario dal titolo: LE PROBLME DE LA VERIT EN HISTOIRE (Il problema della verit nella storia), che ha inteso innanzitutto sgomberare il campo dalle molteplici versioni speculative della filosofia della storia. Critico dunque, non tanto in senso kantiano, quanto antispeculativo, stato lapproccio di Ricoeur al problema della credibilit delle ricostruzioni storiche, nel tentativo di aggiustare il tiro della riflessione filosofica in tale ambito, mirando alle dinamiche e alle difficolt specifiche dellattivit pratico-teorica dello storico di professione. Un ulteriore approfondimento di queste tematiche stata la conferenza dal titolo: FRAGILIT E RESPONSABILIT, tenuta da Ricoeur, in occasione del suo soggiorno partenopeo, allUniversit di Napoli.

Se il dibattito sulla nozione di verit storica catalizza con accenti nuovi le preoccupazioni contemporanee dinterpreti diversi: storici, filosofi, semiologi, nonch retori, perch una volta smantellate le pretese universalistiche della storia filosofica, diviene centrale, ha affermato Paul Ricoeur, lesigenza di riflettere sul mestiere stesso dello storico, al fine di farne emergere gli scopi e i mezzi, i vincoli e le ambizioni. In tal senso, rispetto ai grandi scenari interpretativi della trilogia Tempo e racconto, Ricoeur rilancia la riflessione ermeneutica grazie a unattenzione tutta particolare per il piano concreto del lavoro dello storico, alle prese con la riconfigurazione plausibile e sensata delle vicende del passato. Due sono i tratti salienti di questo approccio: da un lato, linteresse rinnovato del filosofo non solo per i testi interpretativi del lavoro, gi interpretativo, degli storici, ma anche per i lavori primi degli storici, risultati concreti di una professione dintelligenza al contempo pratica e teorica; dallaltro, la continuit fra le ultime opere ricoeuriane, in particolare Se stesso come un altro, e linteresse per il piano pratico dellazione, per la singolarit degli eventi, per la storicit di uomini calati in situazioni volta per volta uniche, contingenti, irripetibili, con cui lo storico si trova a fare i conti. A domande quali: che cosa considerare un documento, una fonte?
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porale vieta ogni concezione ingenuamente rappresentativa: ogni fatto storico principalmente il contenuto di un enunciato che domanda un attestato di fiducia. In ogni interpretazione, osserva Ricoeur, un dato momento storico pu essere rivalutato, studiato sotto una particolare angolatura rimettendone in discussione i tratti fondamentali. Solo attraverso forme pi sottili di relazione referenziale, la ricostruzione storica elude il gioco retorico, labbellimento letterario, e un giudizio non certo, ma plausibile, pu essere esercitato sulla coerenza e affidabilit del lavoro interpretativo: agenti e soffrenti: non si tratta di giustificare il passato, sottolinea Ricoeur, n di verificarlo, bens di sottoporre a contestazione, replica, revisione tutte le versioni plausibili di un dato processo storico. La plausibilit di una ricostruzione storica, la sua specifica veracit, dipendono dalla garanzia che le singole prove apportano alle diverse ipotesi esplicative: la storiografia non solo linguaggio, poich la critica documentaria, la selezione e la preliminare indagine delle tracce, sono condizione di autonomia per la spiegazione storica e al contempo costituiscono il polo referenziale, per quanto indiretto, dello storico, che passo per passo commisura, soppesa, controbilancia le ipotesi con i documenti. In particolare, la scientificit della ricostruzione storica inerisce alla duttilit con cui lo storico sa intrecciare comprensione e spiegazione, con particolare riferimento alle capacit immaginativa del medesimo. Lutilizzo dellargomento immaginario serve a cogliere pi da vicino la singolarit unica di un dato evento storico. A questo proposito, centrale in Ricoeur lidea che i corsi e i decorsi storici siano principalmente svolgimenti di azioni e di passioni, i cui motivi e ritmi, per quanto complessi, non sono incomprensibili; tuttaltro, essi sono costitutivamente analoghi alle azioni, alle passioni, agli interventi con cui gli uomini di oggi si misurano con le grandezze e le qualit della realt sociale, politica di ieri. Modelli culturali permettono oggi di attraversare, senza abolirla, la distanza paradossale tra un tempo che stato una volta, e che ora non pi. La storia, sottolinea Ricoeur, una disciplina mista, che coniuga senza confondere la validit di un sapere e la verosimiglianza di un racconto, la tenacit di un metodo scientifico e la coscienza della fragilit del suo oggetto. Questa fragilit, connessa alloggetto storico, dovuta al fatto che la storia, "fatta o raccontata, principalmente storia di azioni e dellazione detiene tutti i tratti: precariet, ragionevolezza, non necessit. Per questo, fra le risorse proprie del lavoro dello storico spicca lelaborazione della nozione di intervento (Ricoeur si riferisce qui in particolare al lavoro di G. H. von Wright, Explanation and Understanding, del 1971; tr. it. di G. di Bernardo, Spiegazione e comprensione, Bologna 1977). Nellidea dintervento Ricoeur individua lespressione perspicua dellambiguit dellevento storico: ogni accaduto presuppone infatti che esso sia stato compiuto da un agente e che daltro canto sinserisca nellordine (sociale, politico, cosmologico anche) delle cose. Lazione in quanto intervento e iniziativa si offre allora alla comprensione dello storico in grado di cogliere le motivazioni e le intenzioni di un agente lontano, le cui ragioni sono antropologicamente condivisibili sulla base di una teoria dellazione. Inoltre, inserendosi nel corso delle cose, levento suscettibile di essere spiegato in una connessione causale. Questo articolarsi di segmenti nomologici e di segmenti motivazionali sulla scala dellazione storica permette di cogliere con pi forza lanalogia fra gli uomini che hanno fatto la storia e gli storici che la rifanno: nel fare la storia, uomini storici e storici degli uomini partecipano del medesimo statuto di agenti e sofferenti. Questa analogia giustifica il realismo critico dello storico, la fiducia-confidenza nellimpegno ricostruttivo del passato. Nel fare la storia, n gli attori, n gli storici sono padroni degli eventi: il passato inafferrabile non si fa rappresentare, bens sentire nei suoi effetti, nelle sue conseguenze, rendendo tutti quanti eredi a volte inconsapevoli, non sempre volenterosi di un debito. Centrale, per Ricoeur, resta in tal senso lesigenza etica della ricostruzione del passato. Definendo il passato come essendo-stato-non-pi, il debito verso il passato implica lobbligo di non dimenticare, di risarcire i nostri morti. Ricoeur propone tre modelli teorico-pratici, capaci di guidare comportamenti responsabili nel difficile, spesso ingrato, compito di risarcire i debiti del passato: vie possibili di unintegrazione fragile fra presente e passato, identit e alterit, che la nuova situazione europea e mondiale invita a considerare seriamente. Il primo modello quello della traduzione, che non una semplice transazione, ma unesigenza di diritto, poich il linguaggio esiste solo mediante le lingue. Tradurre un atto spirituale, non meccanico, che implica un trasporsi nelle motivazioni spirituali dellaltro, non per impadronirsene, bens per abitare presso laltro, al fine - sottolinea Ricoeur - di ricondurlo a casa propria a titolo di ospite invitato. Questa nozione di ospitalit linguistica un primo modello, esportabile nella vita pubblica, in grado dindicare come attraversare le distanze fra noi e gli altri (per lingua, sesso, temporalit). Il secondo modello quello dello scambio di memorie: bisogna spezzare la chiusura delle proprie ragioni, uscire dai pregiudizi non per una generica e melliflua tolleranza, ma per uno scambio attivo e partecipe delle me-

Sbastien Stoskopf, La grande Vanit (1641), particolare

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morie, delle storie fondatrici degli altri, attraverso cui gli altri si raccontano e ci raccontano. Questesigenza porta lo storico alla correzione delle memorie attraverso la correzione dei racconti, al confronto dei propri racconti con quelli degli uomini di ieri, con i contemporanei di allora, per dare accesso nella propria storia alla storia degli altri. Lultimo modello, il perdono, porta nel cuore della fragilit delle azioni e delle passioni umane. La storia anche il cumulo dei torti reciprocamente inflitti e subiti: gli agenti sono stati tutti, prima o poi, dei sofferenti. Bisogna partire allora dalla sofferenza altrui, se si vuole restituire non solo i colpi ricevuti, ma anche i debiti. Il perdono in tal senso connesso per Ricoeur a uneconomia del dono e a una perspicua idea di memoria, e come tale assunto a categoria dellinterpretazione storica e dellagire politico. Il perdono, secondo Ricoeur, si presenta come terapeutica della memoria: non abolisce i torti, ma insegna a gestire e a convivere con il male inflitto e subito; opera nella logica del dono, della sovrabbondanza, e come tale coopera con la regola del riconoscimento reciproco, del confronto con lalterit. Il perdono esige lunga pazienza, ha concluso Ricoeur, sottolineando la tensione costitutiva fra lurgenza del risarcimento e la temperanza catartica del perdono. Questattesa, certo, pu significare lauspicabile elaborazione luttuosa e mortifera della vendetta, ma anche il rischio, sempre presente, di sottovalutare, se non di rinnegare, le lotte e le speranze contemporanee degli uomini di ieri, di cui, perdonando, si potrebbero cancellare non tanto le tracce di un tempo non pi, pur essendo stato, quanto di un passato mai stato, perch dimenticato una volta per tutte. F.M.Z. Anche se oltrepassa un approccio meramente storiografico, la strutturazione di questo ciclo di conferenze non esclude un aspetto didattico, introduttivo o di aggiornamento rispetto ai contenuti proposti. Pi precisamente, ricorda Fulvio Papi, le lezioni sono state pensate attraverso un problema teorico: come possibile oggi tentare di pensare? La domanda esclude che si possa ritenere che la filosofia sia gi accaduta, e quindi non resti che ricostruire genealogie che ci dicano come possibile che si siano strutturate determinate forme di pensiero. Cos, questa serie di lezioni intende definire lorizzonte di un problema attraverso strade identificabili, che consistono senza dubbio in questioni e riflessioni teoriche, ma percepite attraverso la necessaria mediazione degli autori o, perlomeno, delle prospettive da questi aperte. Papi rifiuta di concepire la filosofia come una sorta di ermeneutica breve, che consista in una specie di continua dialogicit con i fatti del mondo. Se la pratica filosofica certo non deve esaurirsi nella storiografia filosofica, tantomeno pu a suo parere ridursi a quellatteggiamento un po naf, ingenuo, che pretende dincamminarsi senza fondamenti sulla strada della scoperta della verit. In tal senso non possibile per Papi alcuna tabula rasa: il processo euristico non scopre la verit, ma procede piuttosto penetrando in forme di pensiero che organizzano i loro propri effetti di verit. Ci accade perch le pratiche filosofiche provocano forme di sapere, e quindi di verit, alla stessa stregua di quelle scientifiche, o di quelle artistiche. Come ogni pratica, anche quella filosofica, per quanto attuale nel suo farsi, assume le forme vincolanti e vincolate di un sapere. Esiste dunque una precisa ragione di fondo della scelta, per il corso, di autori appartenenti alla filosofia istituzionalmente riconosciuta come contemporanea. Se per fare filosofia occorre non dare per scontato che essa si esaurisca nelle due opzioni sopra ricordate, quella dello storiografismo e quella della navet, questo presupposto non si realizza in una dichiarazione di intenti, in un atto di volont, ma nel mettersi in condizione di affrontare la prova. Occorre cio stare in mezzo alla filosofia contemporanea, perch il senso della filosofia medesima non pu essere scisso dalla contemporaneit del suo accadere, cio del suo farsi: per Papi la filosofia deve la propria giustificazione teorica alla situazione filosofica in cui si colloca. La determinazione temporale non , evidentemente, solo cronologica; la nozione di contemporaneit in filosofia, osserva Papi, non pu infatti significare in alcun modo unidentit dello sviluppo cronologico, indipendentemente dalla storia reale dei contenuti. La contemporaneit non un dato di fatto, ma consiste piuttosto in un accadere temporale, che deriva dal mettersi in condizione di accadere come tentativo di pensiero delle filosofie contempora48

tifica con la filosofia, ovvero con la prassi filosofica, il problema si pone allora nei termini di come pensare, collocandosi allinterno di questultima (che dunque, necessariamente, contemporanea), e subendone linsieme degli effetti, che non sono omogenei. In questo senso, proprio per quello che pu ancora dirci, proprio per come pu ancora condizionare il nostro fare filosofia, anche Platone nostro contemporaneo, forsanche pi di pensatori a lui posteriori. F.C.

Nodi della volont


Provocati da eccesso dimpeto o da abulia, i nodi della volont sono da sempre uno dei temi privilegiati della riflessione morale. In un recente seminario di studi dedicato a questa tematica, tenutosi a Napoli presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici dal 29 giugno al 3 luglio 1992, Remo Bodei ne ha messo in rilievo la centralit in ogni considerazione problematica del volere e la significativit imprescindibile in rapporto alla domanda, che si ripropone oggi in senso forte, su che cosa fare di fronte alla patologia del volere, alla sua acrasia.

Contemporaneit della filosofia


Si inaugurato nel mese di ottobre alla Casa della Cultura di Milano un ciclo di conferenze dal titolo: LA FILOSOFIA CONTEMPORANEA . CI CHE VIVO , CI CHE MORTO a cura di Fulvio Papi, che con questa iniziativa ha inteso ribadire il carattere essenzialmente contemporaneo della filosofia, come identit tra riflessione su se stessa e prassi filosofica, il cui senso non pu essere scisso dal suo accadere. Queste le relazioni previste: Attualit di Sartre, di Pierangelo Rovatti; Giochi di verit: Foucault epistemologo e genealogista, di Salvatore Natoli; Wittgenstein: il linguaggio come forma, di Silvana Borutti; Popper: scienza come democrazia, di Giulio Giorello; Derrida e la filosofia, di Maurizio Ferraris; Platone e noi, di Mario Vegetti; Bilancio su Heidegger, di Carlo Sini.

Intorno al problema della fedelt della volont a se stessa e quindi, originariamente, al problema stesso del volere, si incontrano e scontrano esigenze e prospettive diverse: lautonomia del volere e la sua normativit o razionalit; lefficacia selettiva dellazione e le possibilit energetiche infinite di passioni e desideri. Ripercorrendo in modo discontinuo prospettive diverse e lontane nel tempo, Remo Bodei ne fa emergere per una chiara linea di continuit e su tale base procede alla ricerca di una armonia possibile, come concordia e coerenza delluomo con se stesso, che in parte andata perduta con la dissoluzione del modello greco classico di un agire corrispondente allidea, e in parte da ricreare, per superare la scissione agostiniana di voluntas e noluntas e, insieme, riconoscere diritto di cittadinanza a pulsioni e desideri che la concezione platonica preclude alla persuasione e sottopone al controllo della forza. Il nodo fondamentale da sciogliere si delinea allora nello spazio libero della decisione, quando, tra razionalit dei fini e loro messa in pratica, la tradizione ebraico-cristiana insinua il dilemma della scelta accompagnata da senso di colpa, scoprendo lincapacit della volont di comandare a se stessa. In tal modo, il problema di decidere, ovvero di re-cidere il possibile, trasformandolo in effettuale, non appare pi una operazione automatica, ma una decisione di volere, quindi un decidere di decidere. In questa sua assurdit di comandamento autocontraddittorio, e quindi inseguibile, il problema del decidere, dalla

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scommessa di Pascal alla volont di credere di James, individua lo specifico del carattere riflessivo del volere. Da Agostino a Freud, da Simon a Elster a Ricoeur i nodi della volont vengono sciolti aggredendo la volont alle spalle, con strategie indirette che la vincolano al proposito iniziale o alla parola data e che, senza obliare linevitabilit del conflitto, mettono in movimento la riconciliazione del s come identit da acquisire e mantenere in gradi sempre pi alti di ricomposizione. In particolare, nell ipseit di Ricoeur, come volont che lega se stessa allo schema della promessa, Bodei legge una volont di permanere coerenti a se stessi che supplisce il carattere dellintegrit morale classica, perch non presuppone naturalisticamente, n ricompone per grazia divina, quellamicizia con se stessi che si realizza solo nella fedelt morale rivolta al futuro. Altro merito significativo Bodei riconosce poi a Cartesio, che capovolge la concezione classica del troppo desiderare come peccato. La volont, che per Cartesio sempre capace, se ben addestrata, di dirigere e orientare, si rafforza non mortificando le passioni e i desideri, ma mediante la loro espansione. Anche in Kant, infine, i nodi della volont vengono sciolti strategicamente, in virt della non obbedienza alla propria singola volont: la razionalit, come legge morale generale, che ha potere sul singolo, appunto perch non il singolo a decidere. Un punto tuttavia fermo, secondo Bodei, nelle posizioni considerate: il conflitto con la volont o la legge insolubile finch diretto e immediato. Sciogliere i nodi della volont possibile o attraverso il ricorso a vincoli e stratagemmi, o disponendo la propria volont, con i suoi vincoli, ad accogliere una volont divina o universale in cui annullarla e cos sbloccarla. Pure accettando quella linea di pensiero che da Spencer a Binet giunge sino a Freud e Ribau nel ribadire che la patologia della volont la regressione, si deve convenire, osserva Bodei, che la volont, pi che rimandare ad altro, deve fare i conti con la molteplicit di potenziali io centrifughi, che sabotano lio egemonico quando conflitti non risolti, pur essendo rimossi dalla coscienza, continuano a logorare la volont dal profondo. Abolire la rimozione di quelle esperienze non comprese e di quei conflitti non risolti non basta per Bodei, a sbloccare la volont: resta il senso di colpa. Si tratta allora di creare nuove edizioni dei vecchi conflitti, di portare ad un altro livello la carica e la contro-carica, e cos allargare larea di coscienza e rafforzare lio nella revisione di processi frettolosamente conclusi con la condanna di certe pulsioni o idee. La libert della
SantAgostino (in alto, dipinto del Botticelli) e Blaise Pascal

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decisione in tal senso espansione della conoscenza, decifrazione dei conflitti che, nel portare alla luce della conoscenza la voce tirannica dellautorit, le norme sociali interiorizzate, ricostruisce la storia dei sensi di colpa e stabilisce con chiarezza ci che da rifiutare o da accettare. In conclusione, il conflitto si risolve indirettamente spostando il livello dello scontro e, per Bodei, portando alla coscienza la voce del Super-io, che in noi chiede obbedienza, sia pure per venire a patti o scontrarsi con esso: peggio di tutto, per sanare la volont divisa, la non consapevolezza tanto del conflitto quanto dei limiti. L.S. antico: contesto originario, sue utilizzazioni e sopravvivenza letteraria, sono stati prevalenti gli interventi di filologia e storia greca e romana. Lucio Bertelli ha mostrato come continue versioni e riappropriazioni del mito di Teseo abbiano potuto fungere in et classica da sostegno ideologico di posizioni politiche di volta in volta diverse o addirittura in conflitto fra loro. Riccardo Scarcia e Maria Laetitia Coletti hanno ripercorso, il primo la vicenda letteraria del topos della solitudine e della melanconia dellintellettuale letterato, rintracciato nel mito di Bellerofonte, riletto da Cicerone nelle Tuscolanae, la seconda, la vicenda del motivo della passione filiale e della donna malefica e mortale che in ogni epoca si ripropone nei moduli tragici del mito di Fedra. Giovanni Giorgini, rifacendosi ad una classificazione dei caratteri femminili nella societ inglese dellOttocento, desunta da A. Mac Intyre, ne ha rintracciato le rappresentazioni nella relativa letteratura, e gli archetipi nella letteratura classica e indietro fino alla mitologia indeuropea. A Francesco Iengo toccato il compito di trarre conclusioni teoriche sulla reale persistenza culturale del mito greco nella nostra letteratura e sulla sua effettiva funzione di elemento di riorganizzazione di contesti ideologici diversi. Con il terzo Colloquio dal titolo: Mito, epistemologia e forme della conoscenza, si tornati alla considerazione teoretica e storico-scientifica del mito, dallet pre-moderna allet moderna e postmoderna. Ugo Baldini ha messo in evidenza come, fin dalla prospettiva positivistica di M. Mller, si sia tentata una valutazione del mito in chiave scientifica e naturalistica, e come da De Santillana a Feyerabend ci sia stata ultimamente una riconsiderazione positiva della conoscenza mitica da parte degli storici e dei teorici della razionalit scientifica. Cesare Preti, inserendosi nel contesto aperto dalla prima relazione, ha dato un esempio di come tra il 500 e il 600 il mito biblico del Diluvio abbia costituito un forte referente per i primi tentativi di spiegazione scientifica della natura dei fossili marini. Di carattere diverso stata la relazione di Giuseppe Cognetti sulla ricerca di una razionalit veritativa del mito in Kurt Hbner, a met strada tra strutturalismo ed ermeneutica e con accenni ai cultori delle tradizioni esoteriche tra Ottocento e Novecento. Francesco Paolo Ciglia ha affrontato, invece, il problema della localizzazione del mitico nel complesso ed originale discorso filosofico di Levinas, per il quale il mito, come larte, il controverso segnale del fondo oscuro, brulicante, ma privo di senso, che soggiace lesistenza umana. Nellultimo intervento della serie, Pier Luigi Santangelo ha rilevato in Wittgenstein lesistenza di una categoria di miticit che gli consente una distinzione teorica tra mitologia incantatrice e mitologia paradigmatica, luna riferibile ai complessi organizzati di credenze da cui si coglie il mondo, laltra agli oggetti di questo stesso considerare; si comprende, cos, come ogni tentativo di demitizzare le credenze mediante lanalisi dei loro oggetti non possa portare ad altro, per Wittgenstein, che alla manifestazione di una diversa mitologia. M.D.I.

Mito e polarit
Un nuovo intervento sulla polarit mythos-logos, dal mondo antico alla contemporaneit, ha avuto luogo allUniversit di Chieti in tre Colloqui distinti sul tema: MITO E POLARIT, organizzati rispettivamente nei giorni 20 febbraio, 1 aprile e 30 aprile 1992 dalla cattedra di Filosofia Antica, con il patrocinio del Centro Servizi Culturali della Regione Abruzzo.

Retorica della scienza


Organizzato dallIstituto Italiano per gli Studi Filosofici, si svolto a Napoli, dall' 8 al 13 giugno 1992, un seminario dal titolo: DAL METODO DELLA SCIENZA ALLA RETORICA DEGLI SCIENZIATI, condotto da Marcello Pera sul ruolo fondamentale svolto dalla retorica e dalla dialettica nella formazione delle teorie scientifiche.

Sotto il titolo: Mitologie comparate e loro ermeneutiche, hanno avuto inizio i lavori del primo Colloquio con interventi di taglio storico ed ermeneutico incentrati sul mondo antico e sulla prospettiva che di esso ha la modernit. Gian Battista Vaccaro ha ricostruito la vicenda filosofica del problema da Platone a Nietzsche, cio dallinizio alla fine di un pensiero che si caratterizza come occidentale, per mettere in evidenza la modernit dellintrinseca caratterizzazione polare del pensiero mitico nella vicenda celtico-cristiana dellopposta simbologia della spada e del calice. Pietro De Vitiis ha esposto linterpretazione del mito nella filosofia ermeneutica fino a Blumenberg, desumendo una originale riconsiderazione della distinzione ottocentesca tra scienze della natura e scienze dello spirito. Gli ultimi due interventi di questo primo Colloquio, di Maurizio De Innocentis e Patrizia Deplano, erano tesi a ricercare luoghi di analisi della polarit mitica al di fuori o al margine della tradizione greca ed occidentale: nella Bibbia ebraica e nella tarda tradizione giudaica. Nel primo caso stata messa in evidenza la particolare originalit del discorso biblico della creazione nella fondamentale ripresa polemica di toni ed elementi delle mitologie mesopotamiche contemporanee; nel secondo caso, attraverso un lavoro comparativo sulle tradizioni esegetiche giudaiche, stato sottolineato il senso destabilizzante del leggendario nei confronti della misurata fissit del testo canonico. Nel secondo Colloquio dal titolo: Mito

La cosiddetta nuova filosofia della scienza non sembra essersi ancora sufficientemente interrogata sul perch si sia passati, in tempi relativamente brevi, da una concezione della ricerca scientifica come unica forma di conoscenza razionale della realt alla riduzione della scienza al rango di una forma razionale di cultura al pari di altre. Per spiegare questa situazione, ha osservato Marcello Pera, occorre partire dallanalisi dello statuto epistemologico della cosiddetta scienza classica, cio dalla scienza come dimostrazione. Facendo riferimento alle teorie dei pi autorevoli rappresentanti del pensiero scientifico moderno (Bacone, Cartesio, Leibniz, Newton), Pera ha rilevato le due componenti fondamentali della scienza come dimostrazione: una componente epistemica, che presuppone che la scienza disponga di dati certi, siano essi di origine empirica o razionale, in grado di consentire un accesso diretto alla realt; e una componente metodologica, secondo cui esiste una procedura ben definita che, a partire dai dati certi, garantisce la validit delle conclusioni. Un tale impianto subisce un primo scossone tra 800 e 900 con la messa in questione della componente epistemica e la conseguenza che a) quelle che erano ritenute cartesianamente idee chiare e distinte (spazio, tempo, causa, numero, ecc.) potevano essere oggetto di ridefinizioni totali; che b) anche le percezioni apparentemente pi pure erano, in realt, pregne di teoria e indissolubilmente legate al particolare punto di vista assunto dallos-

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servatore. Tuttavia, bench privato di un sostegno fondamentale, ledificio della scienza come dimostrazione rimane ancora in equilibrio sul pilastro della componente metodologica. Non a caso anche quei filosofi come Popper e Lakatos, che pure hanno messo in evidenza lindebolimento dello scopo epistemico della scienza, continuano a riconoscersi in quello che Pera definisce progetto cartesiano e che pu essere schematicamente cos riassunto: 1) esiste un metodo universale che permette di distinguere la scienza da ogni altra forma di cultura; 2) la corretta utilizzazione delle norme metodologiche garantisce il raggiungimento dello scopo della scienza; 3) se la scienza non avesse un metodo, non potrebbe essere considerata unattivit conoscitiva razionale. Proprio questo progetto cartesiano stato oggetto, negli ultimi anni, degli attacchi della nuova filosofia della scienza, che ha messo in evidenza come lipotesi di due principi metodologici immutabili e assolutamente vincolanti per lindagine scientifica risulti decisamente smentita dal fatto che le pi rilevanti acquisizioni della scienza sono nate dalla violazione (pi o meno consapevole) da parte degli scienziati di determinate norme metodologiche. La nuova filosofia della scienza, ha osservato Pera, ha tentato poi di sostituire al modello metodologico di scienza di stampo cartesiano modelli contrometodologici di almeno tre tipi: a) di tipo anarchico (Feyerabend), secondo cui le pretese cognitive della scienza e le valutazioni epistemiche dipendono da mezzi non argomentativi o irrazionali; b) di tipo sociologico (D. Bloor, M. Hesse), secondo cui il succedersi delle teorie va spiegato facendo riferimento a fattori sociali, pi che logici; c) di tipo post-filosofico (Rorty), in cui lidea di metodo scientifico si dissolve nellottica di unermeneutica onnicomprensiva. Tuttavia, se i modelli contrometodologici hanno colpito al cuore le prime due tesi del progetto cartesiano, anche vero che essi hanno implicitamente alimentato lopinione che lunica alternativa al metodo sia lirrazionalit o, quanto meno, la riduzione della scienza a normale conversazione tra persone ben educate. Per cercare di superare lempasse epistemologica costituita dal riproporsi del dilemma cartesiano (o metodo, o irrazionalit), Pera ha proposto ladozione di un modello retorico di scienza che sia in grado di salvaguardare alcune propriet tipiche della scienza (oggettivit, razionalit, progressivit), senza per questo sacrificare le acquisizioni della critica pi recente (storicit, incommensurabilit fra le teorie, varianza di significato ecc.). Secondo Pera, il tradizionale modello metodologico concepisce la ricerca scientifica come una partita tra lo scienziato, che pone le sue domande, e la natura, che fornisce delle risposte (dati e risultati). La partita ha poi fine quando lo scienziato, nel rispetto delle regole dettate dal metodo scientifico, riuscito a porre le sue domande in modo tale da costringere la natura a rivelargli i suoi segreti. Nei modelli di tipo contrometodologico avviene invece che in assenza di regole metodologiche, i fattori esterni (psicologici, sociali, linguistici) producono tanto rumore che gli scienziati non possono far altro che interpretare i sempre pi flebili suoni della natura secondo le proprie tendenze e gusti personali. Al contrario, ha osservato Pera, nel modello retorico lindagine scientifica viene innovativamente concepita come una partita a tre tra la natura, lo scienziato e la comunit scientifica. Lo scienziato interroga la natura, la natura fornisce dati e risultati sperimentali e la comunit scientifica discute sia la domanda, che la risposta, mediante il dibattito e la ripetizione degli esperimenti. La partita ha poi fine nel momento in cui i tre protagonisti si sono, per cos dire, messi daccordo sulla risposta corretta al problema di partenza. In questo caso, dal momento che la validit o meno di una teoria dipende esclusivamente dagli esiti del dibattito che si instaura tra la natura, lo scienziato e la comunit scientifica, chiaro che venga messa in primo piano limportanza delle tecniche di persuasione e, quindi, della retorica. Ci non significa, ha sottolineato Pera, una riduzione della scienza a normale conversazione, poich la retorica cui si fa riferimento una retorica tipica della scienza, con norme e procedure ben definite, forme dellargomentazione scientifica, che a loro volta, rimandano al concetto di dialettica scientifica, intesa come logica di validazione di tali forme. A.N. pre maggiore divulgazione di informazioni sui popoli del vicino ed estremo Oriente. Si deve, in primo luogo, al differente modo di considerare il rapporto storia sacra-storia profana la distinzione in due ambiti diversi della riflessione sulla storia nel 700. Nel Discorso sulla storia universale (1681) la storia profana per Bossuet realizzazione di un disegno provvidenziale, in cui le rivoluzioni degli imperi hanno senso solo in funzione della vicenda sacra del popolo ebreo. In Vico, nella Scienza Nuova seconda (1730), il corso e ricorso storico delle nazioni retto dalla Provvidenza divina, anche se senza interventi diretti, miracolosi, ma per reconditi disegni. Invece nel Saggio sui costumi e lo spirito delle nazioni (1756) di Voltaire, che pure si propone come una continuazione dellopera storica di Bossuet, la vicenda del popolo ebreo diventa assolutamente marginale ed ben lungi dal costituire lasse della storia universale. Laffermarsi della concezione della storia come sviluppo verso la civilt legata allemergere delle idee di civilt e di progresso. Subito dopo la met del XVIII secolo, il termine francese civilisation viene a designare il processo di civilizzazione di un individuo o di un popolo e insieme lo stato raggiunto da chi passato attraverso questo processo. La nozione di progresso ha, invece, la sua genesi nella Querelle des Anciens et des Modernes e si viene arricchendo nelle posteriori formulazioni di Voltaire e Turgot: il primo afferma una teoria del progresso in termini di sviluppo scientifico e di perfezionamento dei costumi; il secondo stabilisce per la prima volta il carattere di infinit del progresso, nascostamente presente anche nei periodi di decadenza. Ma in entrambi assente la dimensione socio-politica del progresso, recuperata invece da Montesquieu con la nota antitesi ideologica tra Asia (continente dei dispotismi) e Europa (terra dei governi moderati) e, in termini pi originalmente socio-economici, dallo storico e sociologo scozzese Adam Ferguson, che nel suo Saggio sulla storia della societ civile (1767) indica nellistituzione della propriet e nella sua successiva codificazione giuridica il passaggio dallo stato selvaggio alla barbarie e allo stato civile. Solo nella cultura illuministica, osserva Rossi, la riflessione sullidea di progresso tocca inevitabilmente il problema della continuit o discontinuit del progresso stesso, che finisce per essere concepito come indefinito e illimitato nellAbbozzo di un quadro storico dei progressi della natura umana (1793) di Condorcet. Qui lo spettacolo di una rivoluzione riuscita (quella americana) consente non solo di descrivere il progresso storico, ma anche di prevedere quello futuro come eliminazione della diseguaglianza e perfezionamento della stessa natura umana. Tutto questo non deve suscitare limpres-

Filosofie della storia nel Settecento


Assumendo come punto di partenza della propria ricostruzione storico-critica il presupposto che nel 700 coesistano teorie della storia fondate sul concetto di Provvidenza e teorie fondate su quello alternativo di progresso, Pietro Rossi ha tenuto, dal 22 al 26 giugno, presso lIstituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, un seminario sul tema: TEORIE DEL PROGRESSO E TEORIE DELLA PROVVIDENZA NELLE FILOSOFIE DELLA STORIA DEL SETTECENTO .

Secondo Pietro Rossi lorigine comune delle settecentesche teorie della storia deve essere rintracciata nel complesso orizzonte culturale degli ultimi decenni del 600 che, se da un lato conosce una diffusa rilettura e riproposizione del De civitate Dei di Agostino, pure, dallaltro, raccoglie leredit della cultura libertina, vede laffermazione della critica biblica e la sem51

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Johann Gottfried Herder. Dipinto di Anton Graff

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sione, fa notare Rossi, che nel corso del 700 non ci sia spazio per le teorie provvidenzialistiche della storia. Nellopuscolo Ancora una filosofia della storia per leducazione dellumanit (1774) di Herder, la successione delle epoche risponde ad un piano provvidenziale, che per, a differenza di Bossuet, non presuppone la distinzione tra storia sacra e storia profana, ma sancisce ben prima di Hegel, la prima radicale sacralizzazione della storia: La storia - scrive Herder - il cammino di Dio attraverso le nazioni; e ancora, la storia lepopea di Dio attraverso tutte le et, tutti i continenti, tutti i popoli. E la storia non soltanto sacralizzata, ma divinizzata nella grossa opera sistematica di Herder, Idee per la filosofia della storia dellumanit (1784-91), dove la lettura organica del Deus sive natura spinoziano consentiva a Herder di concepire la relazione naturastoria umana in termini gi romantici di una totalit vivente, che si articola in uno sviluppo biologico finalizzato alla nascita delluomo, anello di congiunzione tra mondo naturale e mondo storico. Da ultimo Rossi ha considerato il particolare problema della presenza o meno delle civilt extraeuropee nei quadri storiografici del 700. Nella concezione provvidenzialistica della storia lassunzione della teoria monogenetica, ovvero della tesi dellunica origine dellumanit e il conseguente rifiuto del poligenismo, comporta lesclusione dei popoli extreuropei. Quanto poi alla concezione della storia come progresso verso la civilt, essa presuppone lo schema evolutivo stato-selvaggio-barbarie-civilt, che permette di collocare comodamente al primo o al secondo livello le civilt extraeuropee: cos viene di fatto risolto il problema dei selvaggi americani; mentre le culture azteche, maya, inca, non sono considerate culture civili nellorizzonte storico settecentesco. Non cos per la Cina, mitizzata da Voltaire come la civilt che ha dato vita alla religione pi priva di elementi mitologici, quella pi vicina alla religione naturale, ma anche, secondo uno schema di derivazione montesqueiana, terra di tradizioni dispotiche e pertanto non civile. Dunque, se le teorie della storia come progresso verso la civilt consentono pi e meglio di avvicinarsi alle civilt dei popoli extraeuropei, non si pu tuttavia affermare, osserva Rossi, che con esse siamo di fronte al riconoscimento di una pluralit di direzioni di sviluppo verso la civilt. A.I.
genere umano e nel promuovere incessantemente tale progresso. Sulla base di questo imperativo, Alberto Tenenti, dellEcole des Hautes Etudes en Sciences di Parigi, ha condotto il seminario dal titolo: PERCORSI DELLA MODERNIT, tenutosi dal 21 al 24 aprile 1992 allIstituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli.

Percorsi della modernit


Secondo le significative e attualissime parole pronunciate da Fichte nel 1794 nellopera omonima, la missione del dotto consiste nel sorvegliare dallalto il progresso effettivo del

Il richiamo ad un filosofo cos distante nel tempo per introdurre il ciclo di conferenze di Alberto Tenenti non apparir arbitrario se guardiamo al legame sotterraneo che tiene unite, al di l dellapparente disomogeneit dei contenuti proposti, la serie delle relazioni: Stato e ragion di Stato; Le trasformazioni della citt italiana; Luci e ombre dellutopia; Tolleranza religiosa e libero pensiero; e infine La visione dello spazio europeo. Nella conferenza di apertura Tenenti ha illustrato, in riferimento allo scacchiere europeo dei primi Stati nazionali, la concezione dello Stato sottesa alle politiche delle diverse monarchie sorte nellepoca moderna e linfluenza della ragion di Stato sulle decisioni effettive delle ologarchie, mostrando il ruolo delle dottrine politiche nel cambiamento delle istituzioni. Anche in riferimento alle trasformazioni della citt italiana, prendendo spunto dalle vicende specifiche di progressivo allontanamento dal volto originariamente comunale-medioevale di citt campione come Genova, Torino, Roma, Tenenti ha mostrato come le forze politico-economiche abbiano addirittura finito col favorire nuove concezioni architettoniche, che avevano come scopo di rendere la citt medioevale rappresentazione del potere politico dominante. A partire dal 500, Genova assiste a una spartizione ufficiale del potere politico tra i banchieri delle maggiori casate nobiliari della citt i quali, pur facendone una capitale monetaria, ne modificano per laspetto prevalentemente medioevale, appropriandosi di due quartieri di propriet comunale per trasformarli in dimore private di prestigio. A Roma, invece, la notevole sensibilit urbanistica dei Papi si espresse nel rifunzionalizzare ledilizia pubblica preesistente per dare alla citt, accanto al ruolo di centro spirituale, unimmagine che valorizzasse il suo maestoso passato di capitale imperiale e la ponesse anche come polo di un potere temporale. Soltanto la Torino sabauda, tralasciando i preesistenti nuclei romanomedievali, utilizzer a partire dal 500, accanto ad altre trasformazioni essenziali in campo economico e politico, unurbanistica moderna e razionale a fini sociali e collettivi, ponendosi gi da allora come modello urbanistico di capitale in uno stato moderno. Con un excursus storico sul concetto di utopia attraverso Platone, il Cristianesimo, Lutero, Moore, Bacone, Rousseau e altri, Tenenti ha affrontato lanalisi del53

linfluenza del livello ideologico sulla realt esistente e quindi sulla formazione della societ moderna. Si tratta di considerare lutopia come regno del possibile e perci forza spirituale di rinnovamento, rintracciandola nella sua forzata attribuzione ad antichi predicatori o legislatori, o nella necessaria rappresentazione di societ paradigmatiche e perfette, e infine nei suoi tentativi di realizzazione politicosociale a partire dal XVIII secolo, coinvolta nelle problematiche della distribuzione del lavoro e della ricchezza, della scissione tra potere spirituale e temporale e della felicit nella vita di fronte alla morte. Questo significa, per Tenenti, interpretare la laicizzazione del regno ideale come progressivo allontanamento dalloltremondano verso lintramondano e dellideale verso il progettuale, mettendo in evidenza sia il carattere critico-teorico dellutopia nei confronti dellesistente, sia il carattere di esercizio ideologico di gruppi o singoli individui dottrinari e autoritari. Tenenti ha poi affrontato la visione eticoculturale che lOccidente ha di se stesso in rapporto allaltro da s, sia allesterno che allinterno dei confini geografici. Solo dopo circa tre secoli di tentativi di assorbimento o di annullamento del diverso, in campo economico, politico, religioso, culturale, si giunge a riempire di contenuto ideali come la tolleranza religiosa e la libert di pensiero con uno sguardo alla realt dellaltro, che nella sua opposizione ha anchessa contribuito a modificare la percezione di s dellOccidente. Questa visione che nel 500 lOccidente ha di se stesso e del diverso, e la sua lenta trasformazione, sono leggibili per Tenenti anche nella rappresentazione dello spazio: in tutto il 500 il notevole scarto tra realt geografica e rappresentazione cartografica dovuto al fatto che si continuano a utilizzare come base le indicazioni di Tolomeo sia per lEuropa - la Cristianit - che per gli altri mondi e che solo lentamente lo spazio geografico conosciuto, suddiviso tra il Baltico, il Mediterraneo e lEgeo, viene allargato a includere altre terre, con sempre maggiore consapevolezza che la conoscenza della realt dellaltro significa conoscenza della realt del s in modo nuovo e diverso. In tale contesto di progressiva apertura e cambiamenti, Tenenti ha messo in luce il ruolo dellintellettuale nella societ, sviluppando in particolare la possibilit di unazione reale e perci stesso etica dellintellettuale nella storia, impegnato col suo stesso lavoro a favorire lo sviluppo pacifico e lintegrazione armonica di quei semi gi comunque presenti nella storia che egli stesso vive. Solo in una tale prospettiva di realismo storico, sembra voler concludere Tenenti, possibile assolvere fino in fondo alla missione fichtiana del dotto. S.S.

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Quest for Ultimate Explanation (Teorie del tutto. La ricerca di una spiegazione ultima, Oxford UP, Oxford 1991), di prossima traduzione preso la casa editrice Adelphi. Perch i modelli offerti dalle teorie scientifiche si rivelano adatti al mondo nel quale viviamo? Esiste una corrispondenza certa tra mondo matematico e mondo fisico? Questi i principali interrogativi a cui Barrow ha cercato di dare una risposta, affrontando innanzitutto dal punto di vista storico il problema dei fondamenti della scienza moderna. Dapprima stata presa in esame levoluzione di un primitivo metodo di conta da strumento utile alla vita quotidiana e strettamente legato alle esigenze di questa (controllo del numero di pecore in un gregge, ecc.) a sistema di numerazione autonomo, astratto e fecondo come quello matematico odierno (parente di sistemi gi sofisticati come quello Maya o Babilonese); unevoluzione resa possibile grazie alla scoperta e allintroduzione di tre fattori: la base di conta, il sistema posizionale e linvenzione dello zero. Sul problema della validit delle rappresentazioni matematiche si sono scontrati pensatori appartenenti a differenti radici culturali, dando vita a scuole di pensiero che hanno contribuito ad analizzare in profondit il problema. E stato questo il secondo argomento affrontato da Barrow, che ha esposto la posizione delle scuole di pensiero nate a partire dalla seconda met del XIX sec.: formalismo, costruttivismo, platonismo, empirismo. Da queste dispute scaturito un risultato fondamentale per la comprensione delle capacit e della validit di un sistema matematico: il teorema di incompletezza di Gdel (1930-31), secondo il quale non possibile stabilire la verit di qualsiasi proposizione appartenente ad un sistema assiomatico consistente, abbastanza ampio da contenere anche laritmetica. In pratica: in un sistema di questo tipo vi saranno sempre una o pi proposizioni, la cui verit sar indecidibile, con la conseguente presa di coscienza dellimpossibilit di poter affrontare e risolvere tutti i problemi insiti nel sistema. Un risultato del genere sembrerebbe mettere a tacere ogni disputa sulla validit delluso della matematica nelle descrizioni della realt. Ma la fiducia riposta da Barrow nella validit del linguaggio matematico si basa sulla sua obiettivit, comprovata dalla sua regolarit, dalla sua capacit autoproduttiva, dal proliferare di molteplici scoperte; e si basa inoltre sulle relazioni tra mondo matematico e mondo fisico, che permangono feconde. Barrow ha mostrato il rapporto simbiotico esistente tra le due discipline: il caso, ad esempio, di come la teoria dei tensori e le geometrie non euclidee abbiano permesso la nascita della Relativit Generale; o di come, viceversa, dagli studi sullottica siano nate le serie di Fourier. Il ruolo rilevante della matematica nel mondo scientifico stato ulteriormente messo in evidenza da Barrow in riferimen54

Primo piano: lezioni italiane

Prendendo ispirazione dalla tradizione anglosassone delle University Lectures, la Fondazione Sigma-Tau, in collaborazione con la casa editrice Laterza, ha organizzato a cura di Pino Donghi e Lorena Preta una serie di conferenze, raccolte sotto il titolo di Lezioni italiane, che hanno affrontato temi di attualit scientifica e culturale. Condotte nella forma di brevi corsi universitari della durata di due o tre giorni consecutivi, le conferenze avevano lintento di proporre un laboratorio permanente di riflessione sulle tendenze che i movimenti culturali e il progresso delle scienze vanno delineando per i prossimi anni. Soprattutto si voluto tentare di gettare un ponte che colmasse la separazione tra cultura scientifica e umanistica. E affinch questo ponte fosse in seguito percorribile e ripercorribile pi volte, i testi delle varie conferenze sono stati raccolti, interamente o in parte, in una serie di volumi dalleditore Laterza. Di questa serie di conferenze vogliamo qui segnalare quelle che pi direttamente hanno investito il mondo della filosofia. Ci riferiamo alle lezioni di John David Barrow, PERCH IL MONDO MATEMATICO? (11-13 dicembre 1991, Universit degli Studi di Milano), di Francisco Varela, UN KNOW-HOW PER LETICA (16-18 dicembre 1991, Universit degli Studi di Bologna), di Ilya Prigogine, LE LEGGI DEL CAOS (febbraio 1992, Universit degli Studi di Milano), di Hilary Putnam, IL PRAGMATISMO: UNA QUESTIONE APERTA (24-26 aprile 1992, Universit degli Studi di Roma La Sapienza), di Aldo Giorgio Gargani, IL TESTO DEL TEMPO (7-9 aprile 1992, Universit degli Studi di Milano ).

Presentato allUniversit di Milano da Giulio Giorello, John David Barrow, docente di astronomia allUniversit del Sussex, gi noto al pubblico italiano con il volume: Il mondo dentro il mondo (Adelphi, Milano 1991) ha indagato il problema dei fondamenti di validit della moderna impresa scientifica, riprendendo motivi del suo ultimo libro, Theories of Everything. The

to alla situazione attuale della ricerca teorica in fisica, impegnata nella formulazione della teoria delluno, la grande teoria unificatrice, che al di l delle diverse separate correnti teoriche dovrebbe riunire in un unico modello linfinitamente grande e linfinitamente piccolo. Di fatto il teorema di Godel impedisce ad un sistema formale di dare prova della propria verit, ma non di provare verit di complessit inferiore a quella del sistema stesso. La matematica uno strumento del nostro cervello, che a sua volta il risultato di un evoluzione durata milioni di anni: la nostra capacit di operare semplificazioni del mondo circostante stata plasmata e corretta dalla selezione naturale; la complessit del nostro cervello si accresciuta tanto da poter comprendere in maniera soddisfacente la realt e di poterla rappresentare esaurientemente tramite descrizioni matematiche. Se ci non fosse vero, avremmo solamente una serie di sequenze casuali di dati. Al contrario, il mondo sembra algoritmicamente comprimibile e la scienza esiste grazie a ci. A questo proposito, fa notare Barrow, i risultati ottenuti dalla scienza parlano chiaro: siamo arrivati al punto in cui possiamo disporre di funzioni donda dellintero universo; descriverne lo stato in ogni direzione spazio-temporale; porre questioni di ordine teologico con strumenti scientifici e indagare sulla prima natura delluniverso. Tutto ci conferma il ruolo importantissimo della matematica e soprattutto della sua figlia prediletta: lelaborazione al calcolatore. La natura dunque per Barrow un grande libro scritto in un linguaggio codificato, ma accessibile ad un buon compressore algoritmico, un organo in grado di semplificare senza perdita di informazione rilevante le sequenze di codici naturali; questo compressore il nostro cervello. Ci giustifica la nostra fiducia nelle teorie scientifiche, rendendoci accessibile lidea di un progressivo avvicinamento a una verit comprensibile. In tal senso fondamentale per Barrow la simulazione allelaboratore elettronico: la produzione della realt virtuale. Alla base di questa fiducia nelle possibilit della scienza vi un principio esposto da Barrow nel volume The anthropic Cosmological Principle (Il principio antropico cosmologico, Oxford UP, Oxford 1986, 1988, 1989), scritto in collaborazione con Franck J. Tipler, nel quale viene descritto esplicitamente il principio antropico che giustifica la presenza delluomo nelluniverso come conseguenza necessaria di una serie di variabili dingresso. Lorganizzazione delluniverso e la vita come-noi-laconosciamo implicano la presenza di unintelligenza cosciente e capace di comprendere tutto ci che la circonda in maniera soddisfacente: il creato necessita di un pubblico! La matematica lo strumento adatto per questa descrizione delluniverso, perch il linguaggio in base al quale il nostro cervello, a seguito di millenni di evoluzio-

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ne selettiva, codifica le esperienze fisiche. Dare fiducia alle rappresentazioni matematiche significa dunque considerare una possibile immagine computazionale delluniverso, come rappresentato virtualmente: non pi supremazia delle leggi simmetriche, n continuit di un substrato spazio-temporale, ma labbandono dellillusoria concezione di universo simmetrico e ladozione di una base discreta: un universo discontinuo, afferrabile gradatamente attraverso schematismi matematici che non hanno comunque la presunzione di inglobare lessenza della vita, ma solamente la funzione di comprendere i problemi che di volta in volta compaiono. M.P. Nelle sue tre lezioni allUniversit di Bologna, con la presentazione di Paolo Fabbri, il biologo ed epistemologo cileno Francisco Varela ha sostanzialmente presentato le posizioni di fondo a cui egli perviene, insieme a Eleanor Rosch e Evan Thompson, nel suo ultimo libro, The embodied mind (MIT Press, Londra 1991, in corso di traduzione presso leditore Feltrinelli di Milano), aggiungendovi per alcune importanti estensioni. Ormai da oltre un quarantennio che si andata coagulando intorno al problema dellintelligenza artificiale quella disciplina nota ai pi come scienza cognitiva. Il problema di formulare un modello soddisfacente della mente umana e dei suoi meccanismi dapprendimento vecchio forse quanto il pensiero stesso delluomo, ma le esigenze sempre imperative e pressanti dellindustria e della ricerca tecnologica hanno sicuramente favorito unimpennata negli sforzi dedicati a questo problema. Un dibattito classico dellarea cognitivista quello sorto, pi di dieci anni fa, fra il filosofo americano John Searle e chi a lui si contrapponeva con la cosiddetta ipotesi forte dellintelligenza artificiale, ovvero che lintelligenza fosse essenzialmente sistemica, in senso stretto, e algoritmica, e dunque riproducibile in sistemi strutturalmente analoghi al cervello umano, ma materialmente molto dissimili, quali sono appunto i computer. Bench anche altri, prima di lui, avessero sollevato il limite dellapproccio computazionalista, Searle fu il primo a farlo pubblicamente e da una posizione di specialista della materia. I suoi argomenti si basavano sulla necessit di tener conto della struttura biologica del cervello, degli scambi ormonali che si verificano nel corso del passaggio di informazione lungo il sistema nervoso: una considerazione delluomo, questa, come individuo fisiologicamente inscindibile nelle sue parti. Inoltre Searle fu uno dei primi a far intravedere la possibilit di recupero di argomenti fenomenologici accanto alla vecchia impostazione razionalistica, sottolineando limportanza dellatto cognitivo come atto intenzionale. Allinterno di questa nuova corrente di pensiero che anima il dibattito contemporaneo sia nella riflessione cognitivista, sia nella ricerca tecnologica attiva in ambito di intelligenza artificiale, Varela opera brillantemente da circa un ventennio. Biologo di formazione, compie insieme a Humberto Maturana, i fondamentali studi sulla visione nelle rane, da cui i due scienziati trassero spunto per formulare quella che molti hanno acclamato come la nuova cibernetica, ovvero la teoria dei sistemi autopoietici, o auto-organizzati. Questa nuova metodologia concettuale ha infatti trovato altrettanti sbocchi in altre discipline di quanti non ne ebbe la cibernetica wieneriana negli anni cinquanta. Dalla biologia alla sociologia delle organizzazioni, dalleconomia alla filosofia della scienza in generale, il concetto di sistema autopoietico ormai strumento consueto. Ma lapplicazione pi immediata fu, naturalmente, quella in ambito cognitivista; applicazione portata a compimento, tra gli altri, dallo stesso Varela. Come si pu arguire dal titolo stesso delle conferenze, Varela pone le basi del suo discorso sulletica nella distinzione tra i due termini, know-how e know-what, che starebbero poi ad indicare i due diversi atteggiamenti di utilizzo delle nostre capacit e conoscenze. Per definire i due termini, esplicito il riferimento di Varela al dibattito cognitivista, di cui si diceva sopra, che vede contrapposti da un lato coloro che concepiscono lagire umano come una interminabile sequenza di impostazione di spazi problemici e di ricerca algoritmica delle soluzioni, dallaltro coloro che non si esimono dal far proprio il vocabolario husserliano, o addirittura heideggeriano, parlando di intenzionalit, di globalit dellesperienza esistenziale, di gettatezza dellesserci, di deiezione; il tutto pur sempre, beninteso, in unottica implementativa di realizzazione tecnologica. Oltre alle due tradizioni occidentali kantiana e hegeliana, nel suo discorso sulletica Varela fa riferimento anche a tre delle pi importanti tradizioni di pensiero orientali: Confucianesimo, Taoismo e Buddismo. Particolari sono state alcune citazioni dal Meng-tzu, il Libro di Mencio, uno dei primi testi confuciani. Dunque quello che ci propone Varela di recuperare la vecchia figura del saggio, come colui il quale sa essere buono, agisce secondo il proprio know-how, in maniera immediata e spontanea, e non perch ha appreso, nel vivere in societ, alcune regole di comportamento. In pratica tutti noi siamo degli ethical experts e non abbiamo bisogno di sottoporci ad alcun tipo di training per imparare a comportarsi eticamente. Il discorso di Varela rimane tuttavia condizionato da citazioni e categorizzazioni prese a prestito dal mondo della biologia, dellepistemologia, e lo sfondo teorico resta pur sempre quello di una particolare filosofia della mente, che egli tenta di estendere anche a campi non tecnicamente
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attigui, come quello appunto delletica. Unoperazione che gli riesce senzaltro e che, anzi, gli permette di fare anche delle previsioni sul futuro della scienza e della filosofia: alcuni concetti, sorti o comunque utilizzati in maniera nuova nellenorme area di ricerca dellintelligenza artificiale, sembrano destinati a entrare nel comune vocabolario filosofico, suggerendo nuove strutture concettuali per ogni disciplina che si riveli abbastanza ricettiva. G.B. La scissione ricorrente tra ricerca scientifica attiva e riflessione filosofica sembra sfumare del tutto di fronte al lavoro di scienziati come il chimico belga Ilya Prigogine, vincitore del premio Nobel per la chimica nel 1977 e autore di studi importanti sui sistemi dissipativi, nonch di ricerche originali in campo biologico. Di questi studi, i pi importanti sono gi noti in Italia, come La nuova alleanza. Metamorfosi della scienza (1981, in collaborazione con I. Stengers) e Le strutture dissipative (1982, in collaborazione con G. Nicolis); recentemente sono apparsi: La complessit. Esplorazioni nei nuovi campi della scienza (Einaudi, Torino 1991, in collaborazione con G. Nicolis) e La nascita del tempo (Bompiani, Milano 1992). Ilya Prigogine stato ospite allUniversit di Milano, presentato da Giulio Giorello, per una serie di lezioni in cui stata affrontata la situazione odierna della scienza di fronte a certi problemi che sembrano minacciarne la potenza esplicativa, come le leggi del caos o lorigine delluniverso. Prigogine ha difeso un concetto di scienza come scienza del divenire, da contrapporre a una vetusta idea di ipotesi scientifica, non pi in grado, ormai, di affrontare i problemi che le nuove frontiere tecnologiche pongono necessariamente. Questa nuova scienza non una nuova visione del mondo, separata dalle sue radici, che si imponga come una verit rivelata. E piuttosto una lunga e complessa costruzione di un linguaggio, di nuovi modi di pensare, la costruzione di una coerenza tra la realt che viviamo e ci che siamo in grado di pensare..., da sostituire alle lenti cognitivistiche, divenute ormai obsolete, con cui finora abbiamo guardato al realt. Ma quali sono gli aspetti della realt che le vecchie lenti distorgono o non ci mostrano in modo adeguato? Per Prigogine la realt stessa delluniverso, il suo aspetto sempre evolutivo, il carattere costitutivo dei processi instabili di non-equilibrio, lirreversibilit del tempo. Una solida base di studio per la comprensione e la risoluzione di questi problemi, ha osservato Prigogine, costituita dalla cosiddetta casual dynamics (o subdynamics), che consiste nello studio di quei fenomeni che pur svolgendosi lontani da una situazione di equilibrio conducono a stati di ordine tramite processi di fluttuazione, strutture dissipative, solitamente non analizzate e invece fonda-

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mentali per comprendere la coerenza e lorganizzazione del mondo di non-equilibrio nel quale siamo inseriti. Un esempio di questa capacit della materia di organizzarsi in strutture nuove grazie allapplicazione di forze in situazioni caotiche sono i cosiddetti vortici di Bernard, piccoli movimenti odinati delle molecole di un fluido, dovuti alla variazione di temperatura a cui viene sottoposto il liquido. Situazioni come queste non sono affatto marginali, come potrebbe sembrare, ma chiamano in causa un concetto di fluttuazione e di processo non-lineare. Il modello astrofisico condiviso da Prigogine quello proposto dal fisico E. Tyron negli anni Settanta e conosciuto col nome di modello free lunch, secondo cui la nascita delluniverso presuppone il Nulla allorigine e una gratuita, spontanea fluttuazione del vuoto come movimento iniziale: lessere dal non-essere. Lidea pu essere ricondotta al modello delluniverso di Minkowski e pu essere resa visibilmente in riferimento al processo di cristallizzazione di un liquido sopraffuso. Una tale interazione tra vuoto quantistico e materia stravolge anche lantica interpretazione di entropia. Non pi veritiero, infatti, associare a trasformazioni irreversibili un valore crescente di entropia; sembra invece che sia possibile parlare di un nuovo principio di equivalenza tra materia ed entropia. Laumento di entropia non simboleggerebbe pi il costo che si deve pagare, in termini di energia, per avere un qualunque tipo di organizzazione allinterno di un sistema; anzi, talvolta, laumento del disordine delle componenti del sistema pu portare a nuove situazioni stabili. La scienza dovrebbe in tal senso essere consapevole del suo carattere primariamente probabilistico, non certo dovuto a questioni di minore o maggiore conoscenza, n a una qualsivoglia approssimazione. Il probabilismo, osserva Prigogine, una qualit necessaria della struttura delluniverso; strettamente legato al concetto di asimmetria temporale e al secondo principio della termodinamica, il principio di degradazione dellenergia, a cui connesso un accrescimento di entropia, considerato come fatto fisico fondamentale. Lo spazio-tempo di einsteiniana memoria era una costruzione simmetrica coniforme, con un osservatore posto nel vertice: nel presente. Losservatore non era un elemento attivo nei coni di luce, non modificava la visione del passato, n influenzava la struttura del futuro. Ebbene, la rottura della simmetria temporale genera un osservatore per il quale il futuro non pi esattamente speculare al passato: da qui lirreversibilit di ogni processo fisico e cognitivo, garante dellesistenza delle strutture dissipative e del loro funzionamento. La nuova scienza non pu pi prevedere con esattezza levento, semplicemente perch una tale previsione non possibile.

John D. Barrow, Aldo Giorgio Gargani Hylary Putnam Ilya Prigogine, Francisco Varela

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La fisica sembra essersi resa conto di questa situazione in alcune sue creazioni pi recenti, come le leggi del caos. Alcuni dei risultati di questo nuovo ramo della scienza, ha mostrato Prigogine, indicano come sia naturale il formarsi di strutture ordinate, perfettamente organizzate e dunque disentropiche, a partire, proprio, da situazioni caotiche e disordinate. Questo, secondo Prigogine, dovrebbe portare a una riconsiderazione della teoria scientifica, che dovrebbe rendere palese il fallimento delle concezioni classiche della scienza di carattere deterministico, atemporale e che proprio per questo non colgono quello che caratterizza levento fisico: la casualit e la sua storia. Lalternativa presa in esame da Prigogine quella delle scienze umane, molto pi attente al singolo evento, molto pi fedeli nel descriverlo, appunto perch ne colgono le mutazioni, levoluzione, attraverso schemi che si adattano alla storia del problema e non cercano, viceversa, di costringerlo allinterno di uno schema invariante. Il tempo qui il concetto fondamentale; solamente considerando il percorso evolutivo di un sistema, si potr stabilire integralmente la sua conformazione presente, senza correre il rischio di avere a che fare con una statica ed artefatta immagine di esso. Sulla necessit della ricerca di una base culturale comune alle scienze naturali e umane, Prigogine si era gi espresso in La nuova alleanza: Oggi la sfida alla scienza totale. E' per questo che ci sembra paradossale separare la scienza dalla societ [...] Dobbiamo cercare di rendere linterfaccia tra scienza e societ la pi fluida possibile [... attraverso] nuovi canali di comunicazione. Una visione dellimpresa scientifica, questa di Prigogine, che presuppone unidea di scienza meno forte: la natura stessa di scienza statistica ne definisce i limiti, ma, nello stesso tempo, ne unifica gli ambiti particolari, permettendo una diversa interpretazione dei principii. In questottica il grado dordine di un sistema, o il degrado di energia, non pi strettamente legato al concetto di entropia; se in termodinamica, fenomeni ordinati, creatisi da situazioni caotiche, come i vortici di Bernard, denunciano infatti una diminuzione di entropia nel sistema, il sistema ordinato per eccellenza, il nostro universo, sar, dal punto di vista della nuova scienza, un sistema aperto a nuove ipotesi generazionali, come a nuove prospettive di sviluppo futuro. Per quanto riguarda il presente limmagine offerta da Prigogine sembra essere molto suggestiva: il nostro universo immerso in un mare di antimateria che funge da serbatoio entropico e permette il crearsi di fenomeni ordinati di carattere disentropico. Il lento morire delluniverso previsto dalla cosmologia classica viene sostituito da una visione nebulosa del futuro, pi incerta perch aperta a ogni cambiamento. M.P. Il pragmatismo sembra essere la dottrina pi democratica allinterno del panorama filosofico, e sicuramente la pi efficace in rapporto allindagine scientifica; ma proprio per questo il pragmatismo anche la dottrina che ha pi bisogno di referenti esterni per non ricadere nella sua forma anarchica: il relativismo. Da questo punto di vista, sia il pragmatismo di Peirce, sia quello di James non offrono criteri universalmente validi che permettano di scegliere tra varie teorie per la soluzione di un problema; Peirce parla di scelta dipendente dalle conseguenze pratiche ottenibili, quindi quasi di una convalida dellesperienza, mentre James si affida a un salto di fede kierkegaardiano. Fatto sta che la semplice condizione di coerenza di una teoria non sufficiente ad assegnarle valore di verit, n in grado di selezionare la pluralit di visioni e di soluzioni, ugualmente coerenti, esistente per uno stesso problema. Nelle sue lezioni allUniversit di Roma con la presentazione di Carlo Cellucci, Emilio Garroni e Eugenio Lecaldano, Hilary Putnam, docente di Logica matematica ad Harvard, gi collaboratore di Carnap e Reichembach, si ricollegato espressamente a questa tradizione ottocentesca, che ancora trova interpreti illustri come Rorty, nel mondo accademico filosofico anglosassone, ed normalmente adottata nel mondo scientifico. Lintento di Putnam di individuare quel criterio di scelta interno alla dottrina pragmatista che pu conferire una veste filosofica completa al pragmatismo e nello stesso tempo una giustificazione filosofica accettabile al procedere attraverso selezione di paradigmi proprio della comunit scientifica. Questa prospettiva di realismo interno, come viene definita, gi stata anticipata da Putnam in alcuni scritti, noti anche in Italia: Verit ed etica (1982), Ragione, verit e storia (1985) e il pi recente La sfida del realismo (Garzanti, Milano 1991). La posizione di Putnam si contrappone alle dottrine oggettivistiche, denominate dallo stesso Putnam realismo metafisico, come quella corrente filosofica che unisce una visione oggettiva, univoca della realt alla credenza nella possibilit, da parte delluomo, di cogliere il mondo in s senza alcuna interferenza teoretica nella percezione sensoriale. Allinterno di questa ampia corrente di pensiero rientra anche, secondo Putnam, lambizioso programma dellintelligenza artificiale di riproduzione algoritmica della capacit di conoscenza propriamente umana sulla base di uninappropriata concezione di intenzionalit e sullidea che la nostra organizzazione funzionale mentale sia in fondo riducibile al funzionamento di una macchina di Turing, sia, cio, riproducibile. Ricollegandosi alle posizioni di James, di Singer e proponendo una lettura pragmatista di Wittgenstein, a partire dalle Ricerche filosofiche e dal trattato Sulla certezza, Putnam dimostra come la posizione del
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realismo metafisico sia insostenibile: la nostra percezione non mai immediata, ma intrisa di teoria, di una visione del mondo che si formata man mano durante la crescita e lapprendimento, in modo personale perch dipendente dalla nostra esperienza di vita e dal nostro personalissimo modo di giocare con lo strumento che ci permette di conoscere: il linguaggio. Lo schema, in parte ripreso da Singer, allievo di James, con cui Putnam critica il realismo metafisico comprende sei punti: 1) la conoscenza dei fatti presuppone la conoscenza delle teorie; 2) la conoscenza delle teorie presuppone la conoscenza dei fatti; 3) la conoscenza dei fatti presuppone la conoscenza dei valori; 4) la conoscenza dei valori presuppone la conoscenza dei fatti; 5) la conoscenza dei fatti presuppone la conoscenza delle interpretazioni; 6) la conoscenza delle interpretazioni presuppone la conoscenza dei fatti. Questo schema lantitesi dei protocolli neopositivistici; espone, cio, linscindibile relazione tra ci che conoscenza soggettiva e ci che invece riconducibile a un qualche grado di oggettivit. Allo stesso modo viene dimostrata limpossibilit di ridurre la nostra conoscenza a una equivalenza tra stati mentali e stati funzionali del cervello, come invece si propone di fare lintelligenza artificiale, proprio per via dello stretto legame che intercorre tra valutazioni etiche e cognitive. In questo la posizione di Putnam non sembra differire da quella di Rorty, altra figura di spicco del pragmatismo anglosassone, secondo il quale una qualunque produzione teorica giustificabile per il fatto di essere stata concepita in relazione alle concezioni vigenti in un determinato ambito culturale. In realt per Putnam, se non si pu affermare che ci sia un criterio di scelta universale, si pu comunque ammettere una direzione prioritaria nella quale vanno le scelte fondamentali dellesistenza umana. In questo Putnam si richiama a Kant: lidea che la natura sia governata da leggi non una convinzione propria della ragione teoretica, ma figlia della ragion pratica. La filosofia kantiana contempla lesistenza di diverse e interdipendenti visioni corrette del mondo, guidate e selezionate nel loro evolversi dallazione della ragion pratica: questazione ci che determina la caratteristica fondamentale del realismo interno di Putnam. Queste considerazioni si possono ricollegare allo schema esposto in precedenza. Le interpretazioni, le teorie, i valori risultano strettamente legate ai fatti; questo significa sia che le nostre percezioni sono influenzate dal nostro background culturale ed esistenziale, sia anche che il mondo esterno in s contribuisce a fornire il materiale che verr poi analizzato e inglobato nella nostra personale ontologia, e che servir a determinarne la fisionomia. Non che sia escluso dalla nostra conoscenza un fattore oggettivo; solo esso non isolabile, non

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scindibile dal contesto personale nel quale sito, e ci consente di cogliere lo iato tra le nostre congetture e la verit, ci permette di sentire la nostra vicinanza alla realt delle cose; unintima consapevolezza, che non solo garante dellesistenza di fatti indipendenti, ma giustifica un olismo intellettuale invidiabile, che permette una pluralit di descrizioni del mondo ugualmente attendibili, rivalutando anche le forme di conoscenza meno rigorose come larte. Questa consapevolezza, nonostante sia esplicitamente dichiarata universalmente valida da Putnam, risulta essere un po troppo intima, personale per poter avere il compito selettivo che gli viene attribuito, tanto da non riuscire a spiegare come la storia della conoscenza umana abbia le sue dispute, i suoi errori, il suo progresso poco lineare; rischiando di ricadere nel tanto odiato relativismo. M.P. I tre incontri con Aldo Giorgio Gargani, svoltisi allUniversit di Milano con la presentazione di Carlo Sini, sono stati certamente fra i pi particolari nellambito delle Lezioni italiane. Nel suo intervento Gargani ha voluto portare allattenzione del pubblico, gi nella struttura delle sue conferenze, il tema della crisi del filosofare, in una costellazione di citazioni e rimandi concernenti la tradizione analitica anglosassone, cos come la cultura tedesca del nostro secolo. Non sono mancate riprese delloramai nota critica alla concezione corrispondendistica della verit di certa filosofia anglosassone, proponendo una definizione che intende sradicare la nozione di verit dallinterno delle teorie, rendendola appunto extra-teorica e assimilandola ad un atteggiamento nei confronti di un interlocutore, allinterno di un contesto discorsivo. Laccento, cos, si spostato inevitabilmente sulla questione della scrittura: nella scrittura largomentare filosofico si pu liberare da obiezioni di carattere metafisico; ogni espressione deve articolarsi in rapporto allintero testo; dallisolamento dellespressione non deriva alcuna comprensione; il linguaggio da transitivo, denotativo, diventa intransitivo, responsabile di se stesso, esprime ci che esprime e lo fa di proprio pugno, evitando cos il tentativo di trovare condizioni di possibilit che siano altro dal linguaggio stesso. Prendendo spunto dalla considerazione di Wittgenstein della dimostrazione matematica non come un insieme di premesse che causano le conclusioni, ma come modelli di pratica simbolica, come una frase musicale da cui usciamo convinti, Gargani ha rilevato come il linguaggio sia dominato da regole e criteri pratici, e non da necessit causali. Si possono di fatto individuare due sfere di utilizzo del linguaggio (e della scrittura in particolare): quella convenzionale, in cui pu avere un senso argomentare, e quella in cui, invece, si elaborano nuovi linguaggi, nuove metafore, non giustificabili in senso argomentativo. E emerso cos un primo abbozzo di risposta alla domanda che ha percorso lintera serie dei tre incontri: che cosa significhi fare filosofia ai giorni nostri. E la risposta, inizialmente, Gargani la prende a prestito da Richard Rorty, esponente di rilievo della corrente cosiddetta post-analitica: la filosofia una narrazione, unattivit concettuale vicina allattivit poetica, un lavoro di carattere compositivo sul linguaggio attraverso la scrittura. Ma bisogna evitare di cadere in teorizzazioni sulla scrittura: questa va avvicinata dal punto di vista del suo evento, assumendola non in termini illuministici, ma come evento imprevedibile portatore di verit, intesa non come oggetto di argomentazione, ma come pratica. La scrittura filosofica , dunque, narrazione, espressione del luogo dal quale si parla; non pi manualit, non pi tecnica, ma un atto di coraggio, di rinuncia al possesso, alla sicurezza: scrivere come cercare, senza sapere cosa andiamo a cercare, con il coraggio di scendere nella profondit di se stessi. La scrittura diviene un teatro di segni coesistenti, ed questa coesistenza, e non un qualsivoglia fattore causale, che le d la coerenza. La struttura delle lezioni di Gargani non ha mancato certo di rispecchiare queste premesse teoriche. Cos, per buona parte di ognuno dei tre incontri, si trattato di un progressivo avvicinamento alla scrittura che lo stesso Gargani propone con il suo testo del tempo. Ampi stralci di questo testo sono stati letti dallautore: limpressione che ne derivata quella di una filosofia che si protende in modo complesso e problematico verso la letteratura. La si potrebbe forse definire una provocazione, questa di Gargani, volta soprattutto alla filosofia normale; ma anche, come qualcuno ha avuto modo di commentare, una provocazione alla letteratura, al quadro di desolante assenza di opere letterarie che riescano a svincolarsi dalla tecnica di scrittura e narrino di viaggi nel profondo di noi stessi, che si liberino da stili imposti e logorati dalla tradizione. Cos Gargani ha raccontato s stesso e ha letto questa narrazione di fronte ad un pubblico sorpreso, inoltrandosi attraverso una rivisitazione del suo passato, in cui vengono recuperati ricordi dinfanzia e in particolare la figura paterna, un pittore anarchico il quale, a suo tempo, decise di abbandonare strade gi percorse prima ancora dintraprenderle e dedicarsi infine alla pittura. In questo lesistenza assimilata a un teatro, nel quale noi siamo veri e propri attori: il problema riuscire ad interpretare un ruolo nella scena della verit. La narrazione diventa narrazione di ci che non si , di ci che non si riusciti ad essere, ed proprio attraverso la scrittura che si pu ora nascere ad una nuova vita. Il testo di Gargani diviene con questo una ricerca di che cosa sia la verit, in luogo di predicarla senza conoscerla. G.B.
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La Casa della Cultura di Milano, nellambito della serie dincontri dedicati alla Filosofia Contemporanea, ha organizzato per il 19 novembre la conferenza di Maurizio Ferraris dal titolo: Derrida e la filosofia; sempre nellambito della medesima serie dincontri, il 26 novembre Mario Vegetti ha tenuto una conferenza sul tema: Platone e noi. In occasione della pubblicazione del libro di Toms Maldonado: Reale e Virtuale, edito da Feltrinelli, si svolto il 24 novembre un dibattito sul tema:
Reale e virtuale. Rapporto tra mondi reali, mondi virtuali e mondi possibili. Sono intervenuti: Gio-

vanni Anceschi, Omar Calabrese, Gillo Dorfles, Corrado Mangione, Ugo Volli. Presente lautore. q Informazioni: Casa della Cultura, Via Borgogna 3, 20122 Milano, tel. 02/795567.

Organizzata dallIstituto Ludovico Geymonat per la Filosofia della scienza, la Logica e la Storia della scienza e della tecnica in collaborazione con lUniversit degli Studi di Milano, il 30 novembre ha avuto luogo presso il Teatro Franco Parenti una serata in onore di Ludovico Geymonat, dal titolo: Omaggio a Ludovico Geymonat: Scienza, filosofia e vita civile. Sono intervenuti: Giulio Gio-

rello, Inge Feltrinelli, Mario Capanna, Francesco Barone, Norberto Bobbio, Felice Burdino, Gi Pomodoro e Giovanna Cavazzoni. Nelloccasione stato presentato il volume: Omaggio a Ludovico Geymonat, edito da Franco Muzzio. q Informazioni: Il Salone della Via Pier Lombardo 14, 20135 Milano, tel. 02/55184075.

Il 3 dicembre, nella Sala Ripetta della residenza Ripetta (Via di Ripetta 231, Roma), la Fondazione Ugo Spirito ha presentato il terzo volume (1991) degli Annali della Fondazione Ugo Spirito. Sono intervenuti: Bruno Bottai, Gaetano Calabr, Renzo De Felice, Gaetano Rasi, Vincenzo Saba. q Informazioni: Fondazione Ugo Spirito, Via Genova 24, Roma, tel. 06/4743779.

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Organizzato dalla Fondazione Rosselli, ha avuto luogo nei giorni 3-4-5 dicembre un Convegno Internazionale dal titolo: What is Left? Il futuro della sinistra democratica in Europa . Gli interventi sono stati rag-

gruppati in ambiti tematici: Leredit e il futuro della sinistra europea, con interventi di J. Dunn, S. N. Eisenstadt, P. Flores dArcais, L. Pellicani, U. Ranieri, G. E. Rusconi, M. L. Salvadori; I dilemmi della libert e della giustizia, con interventi di M. Walzer, T. Giddens, A. E. Galeotti, B. K. Paz, N. Urbinati, S. Veca, S. Zamagni; I diritti politici e sociali della cittadinanza in Europa, con interventi di P. Flora, G. Zincone, G. Esping Andersen, M. Fedele, M. Ferrara, F. Forte, E. Granaglia; La democrazia economica e le nuove relazioni industriali, con interventi di G. Giungi, A. Michnik, A. Accornero, F. Cavazzuti, G. Gazzola, I. Cipolletta, M. Regini, T. Treu, A. Martinelli. Ha concluso il convegno una tavola rotonda sul tema: Quale futuro per la sinistra italiana?, con interventi di S. Vertone, A. Barbera, G. Bodrato, G. Giugni, A. Manzella, M. Pannella q Informazioni: Fondazione Rosselli, Torino, tel. 011/5622510.

Beatrice De Gelder, Riccardo Luccio, Luciano Mecacci, Jean Petitot, Massimo Piattelli Palmarini e Zenon Pylyshyn. q Informazioni: Universit di San Marino - Contrada Omerelli 77, 47031 San Marino, tel. 0549/882516.

Organizzato dal Centro Culturale della Fondazione San Carlo di Modena per il periodo novembre 1992-maggio 1993, il ciclo di lezioni: Questioni del tradurre: traducibilit e intraducibilit di linguaggi, culture e forme di vita, prosegue secondo il

23 marzo, Eros trionfante e censurato. I gioielli indiscreti e La monaca di Diderot; 30 marzo, La morte e la calma degli dei. Il cimitero marino di Paul Valery; 6 febbraio, Nella mia fine il mio principio. I quattro quartetti di T. S. Eliot. q Informazioni: La Casa Zoiosa, C.so di Porta Nuova 34, 20121 Milano, tel. 02/6551813.

W. Fesser, G. Tembrock, R. Riedl, D. Ploog), Comunicazione e individuo (fra gli altri, I. V. Eibl-Eibesfeldt), Uomo e natura nel processo comunicativo (J. Gtschel, E. Oeser). q Informazioni: Frank Naumann, Interdisziplinres Institut fr Wissenschaftsphilosophie und Humanontogenese, Humboldt-Universitt, Am Kupfergraben 5, D-O-1086 Berlin.

La Casa del Popolo S.M.S. di Rifredi ha organizzato un Convegno dal titolo: Individuo e Insurrezione, che si svolto dal 12 al 13 dicembre con relazioni di Giorgio Penzo: Max Stirner. La rivolta esistenziale; Roberto Escobar: Luomo in rivolta: da Stirner a Camus; Ferruccio Andolfi: Lessenza umana: Stirner e i suoi contemporanei; Sandro Galli: Ricomincio da uno; Enrico Ferri: Dimensioni della rivolta in Max Stirner; Carmine Mangone: Lindividuo e il governo sociale della mancanza ; Franco DiSabantonio: Stirner e lanarchismo; Antimo Negri: Marx legge Stirner; Alfredo Maria Bonanno: Individualismo e comunismo. Una realt e due falsi problemi; Guido Durante: La scuola in fiamme: riflessioni su il falso principio della nostra educazione; Fabio Bazzani: Stirner come segno della cesura nel paradigma della ragione moderna; Massimo Passamani: Lutilizzazione reciproca: relazionalit e rivolta in Max Stirner; Pier Leone Porcu: Il naufragio dellesistere. q Informazioni: Libera Associazione di Studi Anarchici, Via Mascarella 24/b, Bologna, tel. 051/266445.

seguente calendario: 4 dicembre, Simona Argentini: Gli scrittori in lingua non materna; 22 gennaio, Diego Marconi: Problemi filosofici della traduzione radicale; 5 febbraio, Alessandro Pizzorno: La spiegazione sociale come traduzione; 19 febbraio, Goffredo Bartocci: Linconscio dellaltro; 5 marzo, Alessandro Simonicca: Forme di vita e culture; 19 marzo, Steven Lukes: Razionalit e relativismo; 21 maggio, Clifford Geertz: Riflessioni sullo studio della cultura. Organizzato invece dal Centro Studi Religiosi della Fondazione San Carlo, il ciclo di lezioni: I paesaggi del sacro, ha il seguente svolgimento: 10 dicembre, Giuseppe Barbaglio: La desacralizzazione dello spazio nella Bibbia; 21 gennaio, Pierangelo Sequeri: Linferno e il paradiso; 4 febbraio, Filippo Gentiloni: LEuropa della Nuova Evangelizzazione; 18 febbraio, Aldo Natale Terrini: Tra vecchi e nuovi paradisi; 25 febbraio, Franco La Cecla: La sacralit del guard-rail; 11 marzo, Paolo Ricca: N sul Garizim n a Gerusalemme. Nellambito del seminario di studio dal titolo: Emile Durkheim: Societ, sacro, individuo, tenutosi da ottobre a dicembre con interventi di Massimo Borlandi, Realino Marra, Sandro Nannini e Francois Chazel, il 16 dicembre Francois Chazel, docente di Sociologia presso lUniversit Sorbona di Parigi, ha tenuto una lezione pubblica conclusiva sul tema:
Emile Durkheim: apparente inattualit e nuove letture.

Il Dipartimento di Filosofia dellUniversit degli Studi di Milano, in collaborazione con il Goethe-Institut di Milano, ha in programma un ciclo di lezioni dal titolo: La Filosofia in Germania Oggi. Questo il calendario delle conferenze: 17 febbraio, Gnther Patzig: La filosofia analitica; 23 marzo, Hans Michael Baumgartner: La filosofia trascendentale; 21 aprile, Odo Marquard: Il Postmoderno. q Informazioni: Goethe Institut, Via S. Paolo 10, Milano, tel. 02/76005571; Universit degli Studi, Via Festa del Perdono 7, Milano, tel. 02/809431.

Dal 3 al 5 marzo 1993 si terr a Jena il convegno annuale della Deutsche Gesellschaft fr Sprachwissenschaft sul tema: Sprachvariation und Sprachgeschichte. q Informazioni: Rudolf Emons, Innstr. 40, D-8390 Passau.

Dal 10 al 12 marzo 1993 la Hochschule fr Philosophie di Monaco di Baviera terr un simposio sul tema:
Luomo e il suo bisogno di assoluto, a cui parteciperanno anche filoso-

Nellambito dei Luned Letterari: incontri alla scoperta del nuovo umanesimo, organizzati dallAssociazione Culturale Italiana presso il Teatro Franco Parenti di Milano, il 18 gennaio Remo Bodei presenta una relazione sul tema: La ragione delle passioni; il 22 febbraio Vassilis Vassilikos terr una conferenza dal titolo: Il nostro avvenire: i presocratici; il 22 marzo, in programma una conferenza di Dennis W. Sciama dal titolo: Lorigine dellUniverso. q Informazioni: A.C.I., Via Po 39, 10124 Torino, tel. 011/831638.

fi russi. Terranno relazioni, tra gli altri: Haeffner (Mnchen), v. Kutschera (Augsburg), Ricken (Mnchen), Splett (Frankfurt), Wenzler (Freiburg) e Gusejnow (Mosca), Michailow (Minsk), Motroschilowa (Mosca). q Informazioni: Hochschule fr Philosophie, Sekretariat, Kaulbachstr. 33, D-8000 Mnchen 22, tel. (089) 2386-2310.

Dal 17 al 19 marzo si terr a Padova un seminario internazionale su: Ontologia formale nellanalisi concettuale e nella rappresentazione della conoscenza. Il seminario met-

q Informazioni: Collegio San Carlo, Via San Carlo 5, Modena, tel. 059/ 222315.

Nellambito delle attivit culturali della Centro Culturale Casa Zoiosa di Milano, Giuseppe Rizzardi ha tenuto, a partire dal 2 dicembre, tre incontri sul tema: Lio e la Trascendenza (spiritualit induista), lio e il S (spiritualit buddhista), lio e il Creatore (spiritualit islamica).

ter a contatto filosofi che lavorano nella tradizione di Brentano e Husserl con quelli che si occupano di knowledge representation e lexical semantics. Sono stati invitati a parlare N. Cocchiarella, T. Gruber, P. Hayes, J. Hobbs, G. Link, J. Petitott, P. Simons, B. Smith e J. Sowa. Il numero dei partecipanti limitato a 45 persone. Gli interessati possono inviare un prospetto del proprio intervento (massimo dieci cartelle A4). q Informazioni: Nicola Guarino, LADSEB-NR, Corso Stati Uniti 4, I35020, Padova.

LIstituto di Filosofia e Storia della Filosofia della Facolt di Magistero dellUniversit degli Studi di Bari organizza il giorno 19 gennaio, presso Palazzo Ateneo di Bari, una tavola rotonda sul tema: La memoria e loccidente, a cui partecipano Davide Bigalli, Giorgio Cerboni Baiardi, Enrico Rambaldi, Paolo Rossi, Fulvio Tessitore. Occasione di dibattito il recente volume di Paolo Rossi, Il passato, la memoria, loblio (Il Mulino, Bologna 1991). q Informazioni: Istituto di Filosofia e Storia della Filosofia, Facolt di Magistero, Bari.

Il 14 e 15 dicembre ha avuto luogo un ciclo di lezioni su Brain and Cognitive Processes, organizzato dal Centro Internazionale di Studi Semiotici e Cognitivi dellUniversit degli Studi della Repubblica di San Marino. Queste le relazioni: Jerry A. Fodor, Cognitive Science: Where are we, haw did we get here, and what happens next?; Gerald M. Edelman, Neural Darwinism: Population Thinking and Psycological Theory; Tavola Rotonda con interventi di

Il 17 dicembre, Emanuele Severino ha tenuto una conferenza su: Luomo e la gioia . A partire dal 19 gennaio, ogni marted, avranno luogo quattro incontri con Francesco Moiso su: La
filosofia della natura da Rousseau a Nietzsche. Dal 23 marzo, ogni

marted, Elio Franzini terr una serie di tre incontri sul tema: Le parole e larte; questi i titoli delle relazioni:

Dal 3 al 5 marzo avr luogo la III Conferenza Internazionale Berlinese sul tema: Comunicazione e ontogenesi umana, organizzata dallInterdisziplinres Institut fr Wissenschaftsphilosophie und Humangenetik della Humboldt-Universitt di Berlino e dal gruppo di ricerca Biopsychosoziale Einheit Mensch ad esso collegato. Sono previste sezioni su: Presupposti della comunicazione umana (interventi fra gli altri di K.-

LUniversit degli Studi di Milano, in collaborazione con lISU di Milano, organizza presso la Sala Incontri ISU, il giorno 20 gennaio 1993, in occasione delledizione italiana del volume di Nicholas Rescher, Il conflitto dei sistemi (Marietti Genova 1993) una tavola rotonda dal titolo: Linterconnessione sistemica degli argomenti filosodfici., a cui partecipano, oltre allautore, Carlo Sini, Carlo Penco, Michele Marsonet, Andrea Bottani. q Informazioni: ISU, Istituto per il Diritto allo Studio Universitario, C.so di Porta Romana 19, Milano.

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DIDATTICA

DIDATTICA

a cura di Riccardo Lazzari

Prospettive di metodologia filosofica


In Francia, la riflessione sul metodo, sulle tecniche di apprendimento e di insegnamento, appartiene costitutivamente alla pratica della filosofia. Non sorprende allora che due docenti di filosofia presso le Universit di Rennes I e di Bourgogne, Dominique Folscheid e Jean-Jacques Wunenburger, abbiano dedicato uno specifico studio alla metodologia filosofica, MTODOLOGIE PHILOSOPHIQUE (Metodologia filosofica, PUF, Paris 1992), affrontando in modo sistematico i principali problemi di metodo relativi sia alla lettura e interpretazione dei testi filosofici, sia allargomentazione scritta con cui solitamente si trova a confrontarsi lo studente di filosofia.

Mtodologie philosophique nasce dalla collaborazione fra Dominique Folscheid e Jean-Jacques Wunenburger, docenti universitari di filosofia, e dal contributo di Philippe Choulet, insegnante nelle classi preparatorie alle grandes coles. Lopera vuole anzitutto essere una sistematizzazione delle tecniche intellettuali alle quali lo studente gi stato abituato durante linsegnamento della filosofia nelle scuole secondarie. Poich tale insegnamento in Francia relegato essenzialmente allultimo anno, lo studente che ha sostenuto il baccalaureato (lesame corrispondente alla nostra maturit) in possesso soltanto di una sorta di iniziazione generale alla filosofia, che resta ben lontana dalle esigenze di un approfondimento universitario di questa disciplina. Mtodologie philosophique si rivolge pertanto agli studenti che si accingono ad intraprendere il ciclo universitario o a frequentare le classi preparatorie che danno accesso alle grandes coles. La struttura del libro, che si articola attraverso sezioni pi propriamente teoriche e capitoli dedicati alle applicazioni e agli esercizi, appare in larga parte finalizzata allo scopo di aiutare lo studente ad affrontare le classiche prove desame e di concorso, costituite dalla dissertation scritta e dalla prova specificamente orale. Non si trattato per, specificano gli auto-

ri, di fornire un insieme di tecniche generali dellapprendimento, al solo scopo di facilitare il lavoro dello studente e la sua preparazione agli esami, poich diversamente in filosofia non si possono acquisire dei metodi di lavoro se non si comprende gi che il metodo inerente alla filosofia stessa, sicch elaborare una metodologia significa gi fare filosofia ed entrare nel merito delle esigenze speculative che contraddistinguono la filosofia. Gli autori sottolineano inoltre che non esiste un unico metodo, valido in tutti i casi e per tutti gli usi, e che dunque non possibile approntare uno strumento didattico capace di prevedere tutte le difficolt che lo studente incontrer nel suo studio della disciplina. Anzich dispensare lo studente del primo ciclo universitario da ogni sforzo dinvenzione e di adattamento, una volta che questi si trover da solo dinanzi ad un esercizio filosofico, questo strumento per lapprendimento della filosofia intende invece avviarlo a filosofare, vale a dire non solo a porsi in rapporto con una o pi filosofie anteriori, ma anche ad esercitarsi a formulare e a risolvere problemi. La prima parte dellopera dedicata al testo filosofico ed affronta i problemi relativi alla lettura, alla spiegazione e al commento dei testi secondo un approccio di analisi progressiva dei diversi livelli di difficolt. Per fare un esempio: il capitolo sulla spiegazione del testo si articola a partire da una chiarificazione di ci che non una spiegazione, distinguendo questultima dal commento, dalla parafrasi e dalla disamina letterale e minuziosa del testo, per poi passare ad una chiarificazione di ci in cui essa positivamente consiste e delle tecniche che consentono di attuarla. Ma la sezione pi ricca della prima parte dedicata alle esercitazioni, dove si esemplifica litinerario teorico attraverso applicazioni relative a testi di Cartesio, di Aristotele, di Platone, di Rousseau. La seconda parte dellopera dedicata alla dissertazione filosofica. Lungi dal costituire un esercizio scolastico di routine, la dissertation diventa per gli autori loccasione privilegiata per un pensiero in formazione di mettersi alla prova, di mettersi in gioco assumendo dei rischi, operando delle scelte e formulando delle conclusio61

ni, per quanto provvisorie ed ipotetiche. Nel campo della filosofia essa non pu prescindere da una cultura propriamente storica, intesa tuttavia non come un repertorio steoreotipato di soluzioni, ma come materia prima per un pensiero vivente e capace di confrontarsi con i diversi stili dellargomentazione filosofica. Anche qui, unampia sezione dedicata alle esemplificazioni relative alla produzione di testi scritti. Seguono altre due parti relative alle esercitazioni di tipo orale e agli strumenti di lavoro. Su Le Monde de lducation (n. 196, sett. 1992) Frdrique Pascal, introducendo un dossier relativo alle prove di filosofia per la sessione di giugno degli esami di baccalaureato, affronta alcuni temi pi generali dai titoli: Commencer en philosophie (Cominciare in filosofia), Russir lcrit (riuscire nello scritto), Loral peut payer (Lorale pu pagare). Nel primo di questi articoli lautore, rinviando anche alle prese di posizioni di insegnanti di filosofia comparse sulla rivista Lcole des philosophes (n. 1, giugno 1991, CRDP de Lille), rileva come abitualmente chi insegna filosofia presenti lavviamento a questa disciplina come un atto di rottura, destinato a sorprendere e a stupire gli allievi per la radicalit delle sue domande. Pi che per un gusto delloriginalit, questo atteggiamento sembra imposto dalla natura stessa della disciplina: il suo insegnamento infatti non pu consistere in una semplice trasmissione di contenuti del sapere, ma solo nel fare direttamente filosofia con gli allievi. Secondo Charles Coutel, professore allIUFM di Lille, la difficolt nasce dal fatto che la filosofia non elementarizzabile. C chi ritiene indispensabile partire dallesperienza diretta di vita e riferirsi ai punti di riferimento che sono famigliari allo studente, per condurlo progressivamente ad acquisire lattitudine per il discorso filosofico. C chi utilizza invece un questionario scritto come primo avvio alle grandi questioni del pensiero filosofico. Qualcun altro imposta il problema di cominciare in filosofia in diretto rapporto con la dissertation, con largomentazione scritta intorno a un soggetto specifico. M. Rizk, per esempio, ritiene che lesercizio della dissertazione

DIDATTICA

Dominique Folscheid e Jean-Jacques Wunenburger

obbedisce a delle regole, senza ridursi peraltro a semplice retorica, e che cos che gli studenti, in un certo modo, faranno un lavoro filosofico. Una serie di altri articoli di Pascal, presente nel dossier, mette a fuoco i problemi interni alla didattica liceale della filosofia in Francia, che in larga misura appare condizionata dalla preminenza assegnata alla dissertation scritta, passaggio necessario per ottenere il baccalaurat. Una particolare attenzione dedicata dallautore alle modalit rigorose per impostare la prova orale, in modo che essa sia sottratta ad ogni rischio di nozionismo mnemonico.

Convegni
In collaborazione con lIRRSAE Lombardia e la Societ Filosofica Italiana, lAssociazione Politeia ha organizzato a Milano, a partire dal dicembre 1992 fino al marzo 1993, la II edizione del corso di aggiornamento dal titolo: LINSEGNAMENTO DELLETICA NELLA SCUOLA MEDIA SUPERIORE.

Il corso ha lo scopo di dotare i docenti di strumentazione analitica e di informazioni per sviluppare nei giovani la consapevolezza del ruolo della valutazione morale nei

rapporti personali e sociali. Lidea di fondo che la cura del ragionamento morale nelleducazione costituisca una solida garanzia che i futuri cittadini sappiano affrontare le questioni pratiche emergenti da societ in rapido sviluppo attraverso un costruttivo spirito di ricerca e collaborazione. Il corso, che si rivolge a insegnanti di filosofia, lettere, scienze, diritto, economia e religione, si articola: a) in un corso di base, rivolto a chi si iscritto per la prima volta al corso; b) in un corso progredito, rivolto a chi ha frequentato la precedente edizione del corso. La partecipazione, previa iscrizione (possono partecipare solo 25 corsisti), gratuita. Questo il programma del corso di base: gioved 17 dicembre 1992, ore 15: Attilio Agnoletto, Paolo Martelli, Luciana Vigone, Apertura del corso; Carlo Augusto Viano, Letica tra teoria e argomentazione. Venerd 15 gennaio 1993, ore 15: Enrico Berti, Perch e come insegnare etica. Venerd 12 febbraio, ore 15: Paolo Comanducci, Cognitivismo e non-cognitivismo nel ragionamento pratico. Venerd 19 febbraio, ore 15: Maurizio Mori, Perch si pu insegnare letica applicata. Venerd 5 marzo, ore 15: Paolo Cattorini, Linsegnamento della bioetica. Venerd 19 marzo, ore 15: Sebastiano Maffettone, Teorie normative della politica: una introduzione. Venerd 19 marzo, ore 15: Lorenzo Sacconi, Dilemmi della vita eco62

nomica e insegnamento delletica. Venerd 26 marzo, ore 15: Mario Jori, Diritto o giustizia?. Gioved 1 aprile, ore 15: Luciana Vigone, Chiusura del corso. Il corso si tiene presso la sede milanese dellAssociazione Politeia, via Cosimo del Fante, 13. Per informazioni: tel. 02/ 58.31.39.88.
La sezione novarese della Societ Filosofica Italiana organizza presso lIstituto Magistrale Bellini un corso di studio e di aggiornamento sul tema : LA FILOSOFIA POLITICA NEL NOVECENTO, aperto alla partecipazione gratuita di insegnanti, studenti o persone comunque interessate.

Il corso, coordinato da Santo Arcoleo, si articoler in sette incontri: sei dedicati alla trattazione da parte di un docente universitario di un argomento relativo al tema; il settimo dedicato a un seminario volto a verificare le modalit di traduzione didattica dei contenuti trattati. Il programma del corso il seguente: 12 gennaio, S. Natoli: La filosofia politica del 900. Temi e problemi; 25 gennaio, L. Boella: H. Arendt: lagire come presenza nel mondo; 16 febbraio, G. Invitto: Lidea di rivoluzione in Simone Weil; 9 marzo, A. Ferraro: J. Habermas. Tra Marx e la modernit: vitalit del pensiero critico; 6 aprile, A. E. Galeotti: Il neocontrattualismo: nuove prospettive sulla giustizia. Il 20 aprile concluder il corso

RASSEGNA DELLE RIVISTE

RASSEGNA DELLE RIVISTE

a cura di Silvia Cecchi


REVUE PHILOSOPHIQUE DE LOUVAIN

Vol. 90, maggio 1992 Institut Suprieur de Philosophie Louvain La Neuve Lunit de lEtre parmnidien, di H. Pasqua: secondo lautore, la tesi fondamentale di Parmenide si giustifica solo se lEssere si identifica con lUno. A partire da questo presupposto si sviluppa un confronto con le pi recenti interpretazioni di Parmenide. Le concept de vie dans la Grce ancienne et le serment dHippocrate di L. R. Angeletti: la sensibilit nei confronti della vita e le prescrizioni contro laborto sembrano indicare un concetto etico della vita in unepoca pre-cristiana. Savoir et mort chez F. Rosenzweig, di E. Robberechts: dietro il sapere e lapparenza di una ricerca di unarmonia logica globalizzante e senza fratture, tipica dellOccidente, si celerebbe, secondo Rosenzweig, un rifiuto di responsabilit, una fuga davanti alla vita e allangoscia per la morte che lattraversa. Scienza e filosofia vorrebbero evitare il confronto con langoscia e la morte alla luce di un accordo tra il pensiero e un principio di ragione superiore. Quali sono, allora, le prospettive per la modernit?

stione, sembra approdare a unidea trascendentale che lo pone in una posizione di transizione tra la kantiana Dissertazione del 1770 e la Critica della ragion pura. Le trois images de labsolu. Contribution a ltude de la dernire philosophie de Fichte, di M. Vet: larticolo analizza i concetti fondamentali della seconda versione delle Tatsachen des Bewusstseins (18101814) di Fichte come chiave di lettura dellultima fase del suo pensiero.

La thse peircienne de lidentit de la pense et du signe, di P. Thibaud: la tesi di Peirce dellidentit assoluta di segni e pensiero al centro della stessa determinazione del senso della sua nozione di pragmatismo. Ralisme et anti-ralisme en logique, di F. Nef: analisi dellopera di P. Engel: La norme du vrai. Philosophie de la Logique (Paris, Gallimard, 1989) Les figures de lintersubjectivit . Etude des Husserliana XIII, XIV, Xv zur Intersubjectivitt, di N. Depraz.

ARCHIVES DE PHILOSOPHIE

Vol. 55, luglio-settembre 1992 Beauchesne, Paris Que reste-t-il de la fondation de la raison?, di J. E. Joos: larticolo mostra come il concetto di dialettica negativa adorniano sia in realt unelaborazione di un aspetto della filosofia di Kant: i due filosofi condividono lipotesi della legittimazione razionale come processo infinito. E a partire da questa stessa interpretazione che Lyotard vede i rapporti tra la legislazione razionale e la facolt di giudicare in Kant. Lentrelacs du temps, di F. Proust: lelaborazione di una nuova nozione di storia e di tempo in Benjamin. Une philosophie de la grammaire daprs Kant: la Sprachlehre dA. F. Bernhardi, di D. Thouard: uno degli aspetti significativi della critica kantiana ai fondamenti ontologici dellantica metafisica consiste nellaver messo in discussione le grammatiche generali del XVII e XVIII sec., che avevano la pretesa di mostrare le leggi universali del linguaggio, indipendentemente dalla diversit delle lingue. Di conseguenza una delle possibili direzioni delle ricerche di grammatica non poteva che essere lelaborazione, su fondamenti kantiani, di una reoria universale del linguaggio in relazione ad una grammatica trascendentale delle categorie. E questa appunto la direzione di pensiero assunta dal grammatico e pedagogo A. F. Bernhardi (1769-1820)
REVUE INTERNATIONALE DE PHILOSOPHIE

Vol. 46, n. 2/1992 Universa, Wetteren Tema: Montaigne filosofo Une critique du jugement, di E. Baillon: la questione della formulazione dei giudizi di valore al centro dellopera e della vita di Montaigne. Montaigne me manque, di M. Conche. Limagination philosophique de Montaigne, di J. P. Dumont: considerazioni sullamore e sulla morte in Montaigne. La dliason secrte, di J. M. Le Lannou: una delle pi importanti e radicali esperienze di Montaigne nei Saggi quella dellalterit come esperienza costitutiva dellessere delluomo, che apre una nuova interpretazione dello statuto della negativit. Entretien, di J. G. Poletti e C. Rosset: colloquio a proposito di Entretien de Pascal avec M. de Sacy (1655), testo che evidenzia lo stimolo costante che Montaigne esercit su Pascal. Montaigne cynique?, di A. Comte Sponville: valore e verit nei Saggi.

REVUE PHILOSOPHIQUE DE LA FRANCE ET DE LETRANGER

n. 1, gennaio-marzo 1992 PUF, Paris Tema della rivista: Intorno a Kant. Tetens et la crise de la mtaphysique allemande en 1775, di M. Puech: il breve scritto ber die allgemeine speculativische Philosophie di Johann Nicolas Tetens (1775) permette di descrivere la situazione filosofica in Germania in uno dei momenti pi decisivi per la formazione del pensiero kantiano. La crisi metafisica un concetto chiave della filosofia tedesca di questo periodo e Tetens, nellaffrontare la que-

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RASSEGNA DELLE RIVISTE


DAIMON

n. 4, 1992 Compobell, Murcia El Parmnides de Platn: parricidio o suicidio?, di J. Lorite Mena: larticolo analizza la struttura interna del Parmenide platonico alla luce di due elementi, il ripiegamento su se stesso del pensiero platonico come totale autoreferenzialit e la prima comparsa nel panorama della filosofia occidentale di una teoria che si costituisce come sistema. Sabidura y enseanza en la Carta VII de Platn, di J. De Dios Bares: larticolo analizza la settima lettera di Platone, concentrandosi, in particolare, sulla differenza tra i contenuti orali e scritti della sua filosofia. Belleza y terror en Platn, di F. Duque. Sobre el carcter jurdico de la razn critica: logros y perspectivas, di M. Hernandez Marcos: larticolo intende rivolgersi ad un aspetto spesso trascurato del criticismo kantiano, la riflessione sulla filosofia del diritto. Questanalisi risulta supportata dalla ricerca in merito compiuta da F. Kaulbach Schopenhauer y la primera edicin de la Crtica de la Razn Pura: los fundamentos del nihilismo, di J. L. Villacaas: la relazione tra lesegesi della Critica della Ragion Pura compiuta da Schopenhauer e la tradizione precedente. El ejercicio de la desilusin en la reflexin crtica de Nietzsche, di R. Avila Crespo. Carlo Michelstaedter y la experiencia del sentido, di C. La Rocca: la finalit fondamentale della riflessione del filosofo triestino sarebbe la rivendicazione di una forma di comunicazione umana basata sulla categoria della persuasione. Dios como condicin de la racionalidad segn E. Husserl, di A. Garcia Marques. Metodologa y experiencia hermenutica, di J. M. Martinez: il campo prioritario che accomuna metodologia ed ermeneutica sembra essere quello dellattivit prescientifica. Lermeneutica, come riflessione filosofica, mostra i caratteri storici e linguistici che costituiscono i fondamenti della comprensione. Pi che un metodo essa appare quindi come un processo che evidenzia i caratteri della phronesis.

INTERNATIONAL PHILOSOPHICAL QUARTERLY

Vol. XXXII, n. 3, settembre 1992 Fordham University, New York Some remarks on the object of physical knowledge, di Y. R. Simon: attraverso tre scritti, Introduction to metaphysics of knowledge (1934), Critique de la connaissance morale (1934), Prvoir et savoir (1944), che rappresentano, nel loro insieme, la base della teoria della conoscenza di Yves R. Simon, viene analizzato il problema delloggetto della conoscenza, che ad un primo livello di astrazione pu essere definito, con una terminologia di tradizione tomista, ens mobile, ens sensibile, ens materiale. Comprehending Anna Karenina: a test for theories of happiness, di D. W. Hudson. Wittgenstein on voluntary actions, di J. V. Arregui: seguendo il pensiero di Wittgenstein larticolo propone una critica al dualismo nelluomo tra pensare e volere. Aristotles argument from motion, di J. F. Mc Niff: largomentazione aristotelica circa lesistenza di Dio non pu essere interpretata come un vero e proprio argomento dellesistenza di Dio o di unaltra entit, quanto piuttosto come la dimostrazione dellesistenza di un qualcosa che governa luniverso e che assolutamente immobile. Inverse Correspondence in the philosophy of Nishida: the emergence of the notion, di M. Abe: larticolo analizza il concetto di gyakutaio (inverse correspondance) elaborato da Nishida, pensatore giapponese (1870-1945), artefice di una sintesi originale tra filosofia orientale e occidentale. Music of the spheres: kierkegaardian selves and transformations, di E. F. Mooney: bench i modelli kierkegaardiani mutuati dalla musica siano stati scarsamente presi in considerazione dalla critica, larticolo vuole analizzare lelaborazione del S e la sua trasformazione che Kierkegaard propone in chiave musicale. La sua analisi del Don Giovanni di Mozart rilevante per la comprensione della sfera estetica dellesistenza umana.

Heideggers autobiographies, di J. Van Buren: attraverso lanalisi di saggi e corsi heideggeriani recentemente riscoperti, larticolo vuole mettere in evidenza lintima relazione tra gli scritti del primo e dellultimo Heidegger. Lask, Heidegger and the homelessness of logic, di S. Galt Crowell: dalle prime pubblicazioni di Heidegger emerge che il cammino della questione dellEssere passa attraverso una teoria della logica. Particolarmente importante in questa prospettiva il debito che Heidegger ha verso il filosofo neokantiano Emil Lask (1875-1915), da cui trae specifici motivi di ordine logico e elementi di teoria del significato. Uneco di tale influenza particolarmente evidente nella Habilitationschrift heideggeriana. Essential thinking: reflections on Heideggers Beitrge zur Philosophie, di A. Grieder. Poetizing and thinking in Heideggers thought, di T. OConnor: una riflessione sui concetti heideggeriani di Essere, linguaggio, verit, da cui emerge limportanza del rapporto con la poesia. Against aesthetics: Heidegger on art, di J. Hodge: la riflessione estetica di Heidegger in rapporto a Nietzsche e contesrtualmente alla questione della relazione tra soggetto e oggetto.

MAN AND WORLD

Vol. 25, n. 3-4. ottobre 1992 Kluwer Academic Publishers, Dordrecht The hermeneutic dimension of social science and its normative foundation, di K. O. Apel: la questione della dimensione ermeneutica delle scienze sociali e la sua funzione normativa al centro non solo dellodierno dibattito sulla filosofia delle scienze umane, ma anche della riflessione sui rapporti tra scienze umane, epistemologia, comunicazione intersoggettiva. Heidegger im Gesprch mit Hegel: zur negativitt bei Hegel, di W. Biemel. Forgetting remembered, di E. S. Casey: alcune riflessioni sulloblio, dalle considerazioni del Gorgia platonico alla speculazione del nostro secolo. On confronting species-specific skepticism as we near the end of the twentieth century, di J. M. Edie. The primacy of the body, not the primacy of perception, di E. T. Gendlin: larticolo analizza in modo critico il legame instaurato da Merleau-Ponty tra corpo e linguaggio. Phenomenological interpretations with

J. B. S. P.

Vol. 23, n. 3, ottobre 1992 University of Manchester, Manchester Tema della rivista: Il primo e lultimo Heidegger.

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RASSEGNA DELLE RIVISTE


respect to Aristotle: indication of the hermeneutical situation, di M. Heidegger (a cura di M. Baur). Genesis and modern theories of evolution, di K. Hbner: prendendo le mosse dalla constatazione che il desiderio di conoscenza della genesi e dellevoluzione delluniverso sta alla base di ogni pi remota forma di espressione delluomo, larticolo analizza pi precisamente le teorie di Eigen e Vollmert ed il complesso rapporto che intercorre tra teologia e scienza. Time and space in technological society, di S, Ijsseling. Martin Heidegger und der Neukantianismus, di E. W. Orth. Against the grain of modernity: the politics of difference and the conservation of race, di L. Outlaw: una riflessione sul significato filosofico e pratico dei termini razza e etnia. Lavinas on technology and nature, di A. Peperzak: la posizione di Levinas sulla tecnologia, a partire da una rilettura della riflessione antitecnologica di Heidegger. Rorty and analytic heideggerian epistemology - and Heidegger, di R. C. Scharff. The preconscious, the unconscious and the subconscious: a phenomenological explication, di T. Seebohm: alcuni filosofi ritengono che la nozione di inconscio e subconscio non possa essere investigata attraverso le tecniche della descrizione fenomenologica, mentre altri studiosi dellultimo Husserl non concordano con questa posizione. Larticolo vuole analizzare questo prolema proprio in rapporto a Husserl. Gerold Prauss: die Welt und Wir, di B. Sandkaulen: recensione dellomonimo testo (J. B. Metzler, Stuttgart, 1990).
ZEITSCHRIFT FR PHILOSOPHISCHE FORSCHUNG

Habermas a Derrida e la funzione di apertura al mondo del linguaggio.


FILOSOFIA

Vol. 46, n. 1, gennaio-marzo 1992 Klostermann, Frankfurt a/M, Georgi Schischkoff zum Gedenken (19121991), di G. Dontschev. Freiheits Dialektik und immanente Nicht-Freiheit, di R. Khn: larticolo analizza il concetto di situazione nel pensiero di Michel Henry, che con Levinas, Ricoeur e Derrida rappresenta uno dei pi autorevoli fenomenologi francesi. Die Konstitution des Sozialen, di L. Ellrich: i motivi fenomenologici presenti nella teoria del sistema di Luhmann. Aufforderung zur nationalen Selstbestimmung, di P. L. Oesterreich: larticolo esamina i Discorsi alla nazione tedesca di Fichte, soffermandosi sulla curvatura politica della filosofia del linguaggio qui proposta. Sokratisch-platonische Tradition im Expertensystem, di E. Martens. On the limits of literalness, di Z. Radman. Neues ber die Erkenntnistheorie Isaac Newtons, di E. Dellian.

Vol. XLIII, n. 2, maggio-agosto 1992 Mursia, Milano Manifesto di un movimento ermeneutico universale, di V. Mathieu: partendo dalla domanda su quale sia lo spazio della filosofia, larticolo, attraverso una serie di osservazioni sviluppate per punti, pone lermeneutica come cuore di tutte le attivit umane e di ogni possibile forma di filosofare infinito. La conciliazione estetica e letica, di G. Gallino: Schiller, lunit delletico e dellestetico e lutopia delluomo totale. Malinconia e nichilismo, di L. Bottani: dalla ferita mortale, per cui sia nella tradizione ebraica, che in quella biblica la conoscenza rappresenterebbe per luomo uno strumento di perdizione e di possibile salvazione, emerge la piena consapevolezza della propria mortalit, attraverso la quale la coscienza perviene con malinconia ad abbracciare il nulla come non-senso ed insignificanza. Da questa coscienza del nulla e della morte scaturiscono il pensiero tragico, da un lato, e lironia, dallaltro. Nota sul pensiero tragico di Sergio Givone, di F. Tomatis: due libri di Givone, Disincanto del mondo e pensiero tragico (1988) e La questione romantica (1992) rappresentano un tentativo di interpretazione della realt contemporanea alla luce di questioni emergenti allinterno del pensiero romantico e tragico. Il problema del fondamento e la filosofia italiana del 900, un convegno a Subiaco, di C. Gily Reda: lomonimo convegno tenutosi a Subiaco il 28-30 ottobre 1991. I poeti nel tempo della povert, di A. Mazzarella: recensione dellopera di A. Trione: Lostinata armonia. Filosofia ed estetica tra 800 e 900 (Laterza, Bari, 1992).

MESOTES

n. 1, 1992 Braumller, Wien Psychoanalyse und Deutscher Idealismus, di S. Zizek.

PHILOSOPHISCHE RUNDSCHAU

Vol. 39, n. 3, 1992 J. C. B. Mohr, Tbingen Mystik und Philosophie, di R. Margreiter: larticolo esamina una serie di testi pubblicati negli ultimi anni, relativi al tema della mistica. Zwischen Epistemologie und Ethik, di B. Liebsch: il rapporto tra etica ed epistemologia in relazione al pensiero di Foucault, filosofo a cui sono dedicati molti testi di recente pubblicazione in Germania. Vom Risiko der Positivitt. Philosophieren nach dem Tod der Subjects, di R. Konersmann: analisi dellattuale discussione filosofica sulla soggettivit.

Fantasy and the theory of justice, di R. Salecl: attraverso il sostegno delle teorie di Lacan, larticolo intende mostrare come letica dellutilitarismo si fondi su unesclusione della fantasia e come, in relazione a questa esclusione, letica liberale sia in realt non-liberale. Verkennen, Erkennen, di R. Pfaller: la psicanalisi come strumento di una teoria della conoscenza in Bachelard ed Althusser. Zu einer pragmatischen Wahrheitstheorie, di F. Tallar. Philosophie zwischen Rhetorik und Sprachgrammatik, di B. Mikulic: la critica di

RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO

Vol. LXIX, n. 1, gennaio-marzo 1992 Giuffr, Milano Luniversalit dei diritti delluomo, di M. Kriele: le tematiche principali delle recenti discussioni sulluniversalit dei diritti delluomo: il relativismo regionale e storico, la reazione utilitarista, lo Stato e la divisione dei poteri, luniversalit dello Stato. Linguaggio giuridico e realt sociale, di M. La Torre: la critica realistica del concet-

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RASSEGNA DELLE RIVISTE


to di diritto soggettivo: Duguit, Alf Ross, Karl Olivecrona. Golah. Il nomos della responsabilit, di S. Tarter: giustizia e religione ebraica.
IL CANNOCCHIALE

ga- Milano nelle persone di Krmer, Gaiser, Reale, Szlezak. Ad esso segue unappendice sulle principali opere afferenti a questa nuova interpretazione. Vico e lo spirito intersoggettivo, di G. DAcunto: larticolo analizza lintroduzione alledizione tedesca, per la prima volta integrale, della Scienza nuova (Felix Meiner Verlag, Hamburg, 1990).

n. 1, gennaio-aprile 1992, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli La teoria vichiana del linguaggio, di A. M. Jacobelli Isoldi: la riflessione vichiana sul linguaggio rappresenta un elemento fondamentale della sua filosofia, fin dalle prime produzioni; centrale il concetto di vis veri, cio laspirazione della coscienza ad attingere ad una verit assoluta che coincide con Dio e che si manifesta sotto forma di facolt poetica. Si delinea quindi una connessione tra lo sviluppo della vita civile e quello del linguaggio, connessione che rappresenta uno degli sviluppi pi originali del pensiero vichiano. El principio de perfeccion y la idea de progreso moral en Leibniz, di C. R. Panadero. Il concetto di Bildung nella Fenomenologia dello Spirito di Hegel, di S. Dallavalle: nonostante la centralit, nella produzione hegeliana jenese, del concetto di Bildung, la critica non sembra essersi sufficientemente soffermata sulluso che di questo termine fa Hegel in tre contesti semantici diversi: in un primo senso Bildung significa un processo di formazione della coscienza individuale, dalle forme di conoscenza pi semplici ed immediate fino alla scienza ed alla verit; in un secondo senso Bildung il processo di formazione dellintera umanit; in un terzo senso Bildung una categoria di una precisa figura della Fenomenologia, appartenente allo spirito che si reso estraneo a s. Se per quanto riguarda le prime due accezioni i tratti in comune sono piuttosto evidenti, pi complessa risulta lanalisi della terza, dove il concetto di Bildung appare, negativamente, suscettibile di un superamento dialettico. Ci nonostante larticolo conclude con la non contraddittoriet degli usi hegeliani del concetto di Bildung nellopera jenese. Carlo Michelstaedter e lesperienza del senso, di C. La Rocca: lopera del filosofo triestino, gli influssi e le influenze. Teoresi del fondamento, di P. Miccoli: lindagine sul problema filosofico del fondamento rappresenta una tappa ineludibile dellanalisi dellesperienza conoscitiva umana ed investe, accanto al piano logicognoseologico, anche quello metafisico ed etico. La scuola di Tubinga-Milano per una nuova immagine di Platone, di M. Migliori: larticolo si propone di inquadrare, anche da un punto di vista storico, linterpretazione platonica fornita dalla scuola di Tubin-

Tra linguistica ed ontologia. Tipi di semanticit emergenti dal lessico tomista, di R. Diodato: vengono qui esposti i risultati di una ricerca di classificazione, basata su i diversi tipi di semanticit, di 20173 lemmi dellIndex thomosticus che riassumono integralmente le 147088 forme reperite nellopera di S. Tommaso ed altre opere medievali. Inediti leibniziani sulle polemiche trinitarie, a cura di M. R. Antognazza: testi leibniziani relativi alla polemica scoppiata nel XVII sec. in seguito alla diffusione dellantitrinitarismo sociniano. La filosofia come musica, di V. Mathieu: filosofia, musica e i problema del senso. Fondazione ed applicazione dei principi etici. Aspetti del dibattito sulla bioetica, di A. Pessina. Un nuovo commentario filosofico al Parmenide di Platone, di R. Radice: recensione dellopera di M. Migliori, Dialettica e verit, commentario filosofico al Parmenide di Platone (Vita e Pensiero, Milano 1990). Dire la differenza con la persona. A proposito della terza edizione di Essere e Parola di Melchiorre, di U. Regina.

ITINERARI FILOSOFICI

Vol. II, n. 2, gennaio-aprile 1992 Societ Italiana per la Ricerca Filosofica Milano La caduta della luna. Lesperienza della distanza nel XXXVII Canto di Leopardi Odi Melisso..., di A. Carrera: in questo canto leopardiano lautore ritrova un contenuto di pensiero che si riferisce al costituirsi del soggetto umano. Nella relazione segnica che lega luomo alla luna ha luogo loriginaria esperienza della distanza che definisce il costituirsi di due enti in quanto tali. Rythms e differenza ontologica. Levento ritmico da Platone a Derrida, di S. Pappalardo: ripercorrendo, attraverso unindagine filologica, la nozione di ritmo dalla cultura greca fino a Heidegger e Derrida, larticolo intende mostrare come lambizione di questo concetto sia accedere ad uno sguardo altro dalla metafisica. Lorizzonte filosofico della psicologia comprensiva di Karl Jaspers: Wilhelm Dilthey e Georg Simmel, di F. Paracchini. Filosofia e storia della filosofia in Mario Dal Pra. Conversazione con Fulvio Papi, a cura di F. Cassinari.

FENOMENOLOGIA E SOCIETA

Anno XV, n. 1, 1992, Piemme Edizioni, Milano Le prime pagine della rivista sono dedicate ad un ricordo di Emilio Agazzi a cura di E. Mascitelli e N. Bobbio. Oltre la religione e lilluminismo, di C. Larmore: larticolo si incentra sulla tesi che la secolarizzazione rappresenti una sorta di logica interna del monoteismo giudaicocristiano. La decisione di Ulisse. Scelte razionali e scelte morali, di A. Villani: il riferimento al mito omerico offre lo spunto per una riflessione sul rapporto tra moralit e razionalit nelle scelte individuali e collettive. Il problema dellattualit della filosofia pratica aristotelica, di F. Ingravalle: larea tedesca, nel dopoguerra, ha mostrato un interesse crescente per la filosofia pratica aristotelica, al fine di recuperare nuove basi per una fondazione veritativa della prassi. E in questottica che si situa la corrente neoaristotelica della filosofia tedesca contemporanea che fa capo a Luhmann, Riedel, e Bien, il cui intento non soltanto quello di rivitalizzare la filosofia pratica aristotelica, ma anche quello di interpretarla.

RIVISTA DI FILOSOFIA NEOSCOLASTICA

Anno LXXXIII, n. 4, ottobre-dicembre 1991 Vita e Pensiero, Milano Una nuova interpretazione delle opere perdute di Aristotele, di E. Peroli: un recente testo di A. P. Bos, Teologia cosmica e metacosmica: per una nuova interpretazione dei dialoghi perduti di Aristotele (Milano 1991) ha definitivamente messo in crisi la tradizionale interpretazione proposta fin dal 1923 dallo Jaeger circa lo sviluppo evolutivo della filosofia aristotelica. Questo libro, invece, ricostruendo in maniera articolata il contenuto delle opere perdute dello Stagirita, propone la tesi delloriginalit e dellautonomia delle riflessioni filosofiche di Aristotele.
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di elaborata una teoria speciale dellimmaginazione che ne rivela gli aspetti attivi e multilaterali, anche alla luce della riflessione posteriore. Circostanze serresiane, di G. Polizzi; Lorigine della geometria, di M. Serres; Chiarimenti. Un incontro con Michel Serres, a cura di G. Polizzi e M. Porro: interpretazioni dellopera di Michel Serres, in particolare di Eclaircissements. Cinq entretiens avec Bruno Latour (Bourin, Paris, 1992).

Pierre Bourdieu. Il punto di vista scolastico, a cura di A. Boschetti: il testo qui riportato la trascrizione di una conferenza tenuta nel 1989 a Berlino da P. Bourdieu, docente al Collge de France. Lantropologia filosofica di Ludwig Binswanger, di G. Nardi. Il gioco in Gadamer tra rischio e simmetria di G. Qualizza: se, come sottolinea Habermas, lopera di Gadamer rappresenta uno sforzo di ridurre la portata della critica heideggeriana alla tradizione metafisica, la nozione di gioco svolge un ruolo fondamentale nel delineare il nostro rapporto con lopera darte, la tradizione, il linguaggio e lessere. Attenzione particolare viene dedicata al concetto gadameriano di stare al gioco. Hans Blumenberg: per unestetica del possibile, di L. A. Terzuolo. Esperienza e metariflessione nel pensiero di Giulio Preti, di M. Pavesi.

Note sulla cristologia di Unamuno, di F. Gorani. Le ragioni della fede nellultimo Carlini, di N. Pascolo.
STUDI KANTIANI

n. 5, 1992 Giardini Editori e Stampatori, Pisa Sulluso dei termini genere e specie nella filosofia di Kant, di S. Marcucci: prendendo spunto dal titolo dato da Kant allo scritto del 1788 Circa luso dei principi teologici in filosofia, larticolo analizza i principi dellomogeneit, della specificit e della continuit delle forme in rapporto alla riflessione kantiana intorno alla letteratura naturalistica del tempo. Apriori e trascendentale nella prima edizione di Kants Theorie der Erfahrung di H. Cohen, di G. Gigliotti: questopera di Cohen del 1871 affronta uno dei nodi centrali della filosofia kantiana, che, secondo alcuni, rimasto aperto: la connessione tra natura delle forme a priori e modo della loro conoscenza. Teodicea autentica e teodicea storica. Kant e Cohen, di A. Poma: loccasione di questo scritto dato dal bicentenario del saggio di I. Kant Sullinsuccesso di ogni saggio filosofico di teodicea (1791-1991). Sulle relazioni tra bene, sommo bene e necessit e tra contingenza e male nelle Vorlesungen kantiane, di P. Colonnello. La teoria kantiana delle leggi fisiche, di S. Marcucci: recensione dellopera di V. Mudroch: Kants Theorie der physikalischen Gesetze (Walter de Gruyter, Berlin-New York 1987).

IDEE

Vol. VII, n. 19, gennaio-aprile 1992 Milella, Lecce Il sacro e il divino, di P. de Vitiis: larticolo cerca di individuare i presupposti storici che condizionano il delinearsi del concetto di sacro a partire da Schleiermacher che, in contrasto con Kant, rivendic per primo lautonomia della religione rispetto alletica. Nel corso del tempo si poi delineata una posizione scissionista tra sacro e divino, che rischia di svalutare tutto ci che non riducibile ad una pura concettualit logica, come hanno messo in luce da Scheler, Heidegger e Gehlen. Religione e filosofia in Descartes e Malebranche, di N. Grimaldi: bench il grande merito di Cartesio sia stata la descrizione della condizione metafisica delluomo, stato soprattutto Malebranche ad aver individuato nella religione la via che ha aperto alla filosofia la capacit di comprendere il senso della condizione umana. La probativit delle cinque vie in S. Tommaso, di F. Fiorentino. Il bisogno moderno dellantico e lincontro con la teologia greca, di D. Goldoni: un cammino a ritroso dalle secche del nichilismo contemporaneo alla ricerca di una verit di vivere che approda alla teologia greca, secondo una chiave di lettura gi adombrata da Jaeger e Pannenberg. Ricordando Pareyson, di P. Birtolo. Ermeneutica filosofica e pluralismo religioso, di C. Ciancio: lermeneutica come possibile via di unificazione del particolare e delluniversale stata al centro del convegno: Cristianesimo e religioni. Filosofia e teologia di fronte alla sfida del pluralismo (Torino, 18-19 ottobre 1991). Ermeneutica e verit, di F. Brezzi: recensione dellopera di G. Mura: Ermeneutica e verit (Citt nuova, Roma 1990).

AUT AUT

n. 250, luglio-agosto 1992 La Nuova Italia, Firenze LEssere, un Mac Guffin. Come preservare il desiderio di pensare, di H. Blumenberg: come il Mac Guffin di cinematografica memoria induce un accrescimento della suspense dellazione, cos la leggendaria seconda parte di Essere e Tempo rappresenta una sorta di Mac Guffin della filosofia, in quanto la comprensione dellEssere genererebbe solo noia, interrompendo il cammino continuo della filosofia. Comunit. Appunti sulla permanenza di un mito, di A. Dal Lago: larticolo si propone come un esortazione ad una ricerca filosofica che si incentri non soltanto sulla delineazione di utopistiche societ future o immaginarie societ originarie, ma anche su unanalisi del mondo e della comunit attuali. La scrittura come esenzione. Montaigne e La Botie, di G. Gabetta: larticolo esamina lambivalenza interna della scrittura dei Saggi di Montaigne: da un lato la malinconia per la prematura scomparsa dellamico Etienne de La Botie, dallaltro la goia dello scrivere. Immaginazione e socialit. Saggio di materialismo antropologico, di U. Fadini e G. Pascucci: il ruolo che limmaginazione gioca allinterno dellopera di Spinoza non soltanto di natura conoscitiva, ma anche di carattere produttivo, in quanto limmaginazione sembra aprire una dimensione altra rispetto a quella consueta. Viene quin-

IRIDE

n. 8, gennaio-aprile 1992 Ponte alle Grazie, Firenze Il relativismo ontologico, di P. Feyerabend: larticolo analizza il dibattito tra realismo e relativismo a partire dalle indicazioni di Parmenide ed Aristotele. Il fanatico e larcangelo. Una critica della meta-etica di R. M. Hare, di S. Nannini. La svolta linguistica nellermeneutica tedesca contemporanea, di P. Tomasello: bench tra tradizione filosofica continentale, legata alla fenomenologia ed allermeneutica, e tradizione analitica anglosassone si sia sempre instaurato un clima di reciproca indifferenza, di recente, secondo quanto osservato anche da R. Bubner, si

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andato affermando un rapporto di mutua influenza dovuto e al successo allestero, prima che in madrepatria, di autori come Frege e Wittgenstein, e alla ricettivit mostrata dallermeneutica e dalla fenomenologia per le problematiche legate alla filosofia del linguaggio. In questottica, rilevanti appaiono i contributi di autori come Habermas, Apel e Tugendhat, legati alla tradizione ermeneutica, ma attenti anche allinflusso della filosofia analitica. Isaiah Berlin tra la filosofia e la storia delle idee, unintervista autobiografica a cura di S. Lukes. Riflessioni su genere morale e potere: la cura e il problema morale dellalterit, di J. C. Tronto; Moralit della cura, differenza sessuale e teoria femminista, di M. Drakopoulou; I due percorsi dello sviluppo morale: una svolta nel cammino del femminismo?, di P. A. Meyers: motivi del recente dibattito sul rapporto tra donne e morale, questione fondamentale della prospettiva morale femminista. Spirito e cultura. In margine ad un recente libro di Maurizio Ferraris, di G. Carchia: recensione dellopera di M. Ferraris: La filosofia e lo spirito vivente (Laterza, RomaBari 1991). Sulla storia e lanalisi della filosofia continentale, di K. Mulligan: larticolo analizza brevemente le differenze pi appariscenti tra filosofia analitica e filosofia continentale a partire dal metodo, dal ruolo della storia, dallinflusso della filosofia tedesca. Agostino, lanima e la storia, di R. de Monticelli: recensione dellopera di R. Bodei: Ordo amoris (Il Mulino, Bologna 1991). Differenza e identit personale, di G. Mari: la questione del soggetto nelle due tradizioni postmetafisiche, quella tragica e quella postmoderna, tradizioni che hanno in comune lidea di poter pensare le questioni relative al soggetto indipendentemente dalle considerazioni sul tempo. La nota intende appunto integrare tali posizioni con osservazioni di carattere temporale. la realt che nel trasformarla. Nel numero successivo (aprile-giugno 1992) vengono affrontate problematiche relative alla filosofia francese contemporanea, con particolare attenzione alle figure di Bergson, Merleau-Ponty, Sartre, Derrida, Lavelle, Fnelon, Lequier.
FILOSOFIA OGGI (Vol. XV, n. 58, aprile-

giugno 1992) presenta un interessante intervento di S. A. Salvaggio: De ltat de nature la socit civile: contrat special et intellegibilit de la transition chez Spinoza. Il numero successivo (Vol. XV, n. 59, luglio-settembre 1992) presenta un intervento di A. Deregibus, Pascal e Descartes, che propone un confronto tra i due filosofi in merito alla questione morale. Un simile confronto risulta particolarmente significativo non soltanto alla luce di una comune temperie storica e culturale, ma anche perch sullimportante concetto di cuore pascaliano gioca un ruolo rilevante la componente volontaristica cartesiana. Segnaliamo inltre lintervento do P. P. Ottonello su Gentile: Gentile: la religione come morale assoluta.
NUOVA CIVILTA DELLE MACCHINE

automi allautomazione. Loccasione per riflettere sul ruolo della tecnologia e dellautomazione stata offerta dal convegno organizzato dallAIMMA (Associazione Industriali Metallurgici, Meccanici ed affini) sul tema: Dagli automati allautomazione. Unaspirazione umana tra mito e realt (Torino, 30 ottobre 1990). La rivista pubblica gli interventi al convegno, che spaziano dallantichit al XVIII secolo, fino alle considerazione sugli attuali robot.
INTERSEZIONI (Vol. XII, n. 3, dicembre

1992, Il Mulino, Bologna) presenta un articolo di S. Weber dal titolo Dopo la decostruzione, che affronta non tanto problematiche relative alla scomparsa della decostruzione, o alle sue conseguenze, quanto tratti salienti e distintivi della decostruzione stessa, al fine di cogliere con pi precisione la questione del suo influsso e della scia che essa ha lasciato. Segnaliamo inoltre un interessante intervento di N. Pollastri: La filosofia della natura di nuovo attuale?. Hegel, la scienza e lepistemologia contemporanea, che offre una panoramica dei contributi storiografici alla comprensione del pensiero hegeliano.
FILOSOFIA E TEOLOGIA (Vol. IV, n. 2,

(Vol. X, n. 2, 1992) propone il tema: Dagli

LES ETUDES PHILOSOPHIQUES (gennaio-marzo 1992, PUF, Paris) affronta il tema della crisi del marxismo. I recenti avvenimenti storici hanno messo in dicussione i capisaldi del pensiero di Marx; anche se oggi non pi possibile definire Marx come il Copernico delleconomia politica, secondo lindicazione di Althusser, senza dubbio egli fu un pensatore assetato di giustizia, profondo fenomenologo e sagace analista, pi abile, forse, nellinterpretare

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NOVITA IN LIBRERIA
AA.VV Arbeit und Humanitat. Wege in eine humane Arbeitsgesellschaft Schulz-Kirchner, luglio-agosto 1992 pp. 176, DM 28 AA.VV. Transzendentalphilosophie und Evolutionstheorie Rodopi, settembre 1992 Dfl. 80 O.-D. Creutzfeld: Principi dellorganizzazione cerebrale come condizione della percezione, del pensiero e del comportamento. G. Vollmer: Eancora pensabile lautorganizzazione evolutiva nella vita e nella coscienza? H. Girndt: Teoria dellevoluzione e pensiero trascendentale: compendio di problemi scientifico-teoretici. W. Ltterfelds: Lesperienza idealistica ha una base naturalistica? La prima filosofia trascendentale di Fichte. AA.VV. Aggiornamenti sullidea di caso Bollati Boringhieri, novembre 1992 pp.192, L. 20.000 Onnipresente e inafferrabile, il caso sembra farsi beffe del mondo degli uomini. E una realt oggettiva oppure un effetto della nostra ignoranza? Non potendo risolvere lenigma, la scienza tenta di addomesticare il caso. In questa serie di quindici conversazioni sociologi, linguisti, matematici, filologi, fisici e filosofi testimoniano della ricchezza di questo concetto che al giorno doggi il cardine di un nuovo rivoluzionario paradigma scientifico. Akerma, Karim Der Gewinn des Symbolischen. Zur Ableitung von Naturtheorie aus dem gesellschaftlichen Sein in der Tradition kritischerTheorie seit Marx Lit, luglio-agosto 1992 pp.380, DM 58 Alexander, Peter Sensationalism and scientific explanation Thoemmes, novembre 1992 pp.158, 12,99 Alexander sostiene in modo convincente che il sensazionalismo, con la sua enfasi sul ruolo puramente descrittivo della scienza, non rende giustizia al suo ruolo esplicativo, altrettanto importante. Allen, R.T. The education of autonomous man. Historical and critical studies Avebury, settembre 1992 pp. 88, 30 Il presente studio del moderno pensiero educazionale mette in relazione certi pensatori e teorie con il profondo cambiamento intervenuto nella concezione che gli uomini hanno di s (come esseri autodeterminanti e autolegiferanti) e del mondo. Fra i filosofi di cui si tratta, Rousseau, Kant, Hegel, Froebel, Marx e Nietzsche.

NOVITA IN LIBRERIA

De generatione animalium in cui Aristotele porta a termine la propria teoria riproduttiva. Le note spiegano le affermazioni di Aristotele e discutono le sue idee su questioni importanti quale la teleologia naturale. Bartuschat, Wolfgang Spinozas Theorie des Menschen Meiner, settembre 1992 pp.396, DM 128 Baule, Bernward Kulturerkenntnis und Kulturbewertung bei Theodor Lessing Lax, settembre 1992 pp.266, DM 44

Ammitzboll, Niels P. Menschenbild und Erziehungskonseption bei William Godwin. Zum sensualistischen und utilitaristischen Charakter seiner Pdagogik G. Olms, luglio-agosto 1992 pp.250, DM 44,80 William Godwin (1756-1836), filosofo e autore di romanzi, biografie, opere storiche, libri scolastici e per bambini, pose linformazione, leducazione e listruzione al centro della propria filosofia. Anders, Gnther ber philosophische Diktion und das Problem der Popularisierung Wallstein, luglio-agosto 1992 pp.28, DM 15 Angiulli, Andrea Gli hegeliani e i positivisti in Italia a cura di A. Savorelli Leo S. Olschki, novembre 1992 pp.314, L. 58.000 I testi inediti di uno dei protagonisti della cultura filosofica italiana dopo lUnit: un originale percorso intellettuale che, dalla riflessione su temi etico-politici, approda ad una revisione critica del positivismo evoluzionistico. Annas, Julia (a cura di) Oxford studies in ancient philosophy: Vol. X. 1992 Clarendon, dicembre 1992 pp.304, 35 Decima pubblicazione annuale (1992) della serie su antichi saggi di filosofia, questo volume copre una vasta gamma di argomenti della filosofia antica e riesamina libri importanti. Aristote Ethique Nicomaque trad. dal greco di J. Defradas intr. e comm. di R. Arnaldez Presses-Pocket, luglio-agosto 1992 F 70 Armour, Leslie Being and idea. Developments of some themes in Spinoza and Hegel Olms, ottobre 1992 pp.185, DM 39,80

Arnauld, Antoine - Nicole, Pierre Jourdain, Charles (a cura di) La Logique ou larte de penser Gallimard, ottobre 1992 pp.404, F 63 Pubblicato per la prima volta nel 1662, La Logique de Port-Royal al contempo una grammatica intellettuale e un compendio dellepistemologia del classicismo cartesiano e pascaliano. Questo modo di pensare strutturato secondo i quattro aspetti del pensiero razionale: comprendere, giudicare, dedurre e ordinare. Augias, Jean-Marie Michel Serres, philosophe occitan Fdrop, ottobre 1992 pp.167, F 90 Michel Serres appartiene con tutto se stesso al pensiero occitano. La terra, i luoghi, i giochi, linfanzia e lautenticit, tutto vi riporta. Ma la cosa pi importante, secondo lautore, lapporto di M. Serres alla cultura occitana. Bachelard, Gaston LAir et les songes: essai sur limagination du mouvement LGF, ottobre 1992 pp.350, F 46 Bachelard riunisce e interpreta gli elementi che compongono quello che si potrebbe chiamare lo psichismo aereo, vale a dire tutto ci che nello spirito umano partecipa dei fantasmi legati allaria e soprattutto il fatto di volare, oggetto di numerose credenze e di innumerevoli elaborazioni poetiche. Balke, F. - Mchoulan, E. Wagner, B. (a cura di) Zeit des Ereignisses Ende der Geschichte? W. Fink, luglio-agosto 1992 pp.280, DM 68 Dove c una teoria sulla fine si inserisce il discorso sul fenomeno. Ci dimostra in modo impressionante lattuale congiuntura del fenomeno in filosofia, sociologia, storiografia e politica. Balme, D. M. - Gothelf, Allan (a cura di) Aristotle: De partibus animalium I and De generatione animalium I Clarendon, novembre 1992 pp.192, 14 La traduzione comprende parte del

Baxter, Timothy M. S. The Cratylus. Platos critique of naming Brill, ottobre 1992 pp.200, Dfl 130 Beare, John I. Greek theories of elementary cognition. From Alcmaeon to Aristotle (1906) Thoemmes Press, novembre 1992 pp.366, 42 Saggio sulle teorie greche della cognizione elementare, da Alcmane ad Aristotele. Bechtel. W.- Richardson, R. C. Discovering complexity. Decomposition and localization as strategies in scientific research Princeton UP, ottobre 1992 pp.328, $ 48 Il libro offre un resoconto della scoperta scientifica che cerca di essere psicologicamente e storicamente realistico. Prendendo esempi tratti da numerose scienze vitali questo saggio sulle dinemiche dellelaborazione di teorie si focalizza su due euristiche psicologiche, la decomposizione e la localizzazione. Beckmann, Jan P. Ockham-Bibliographie 1900 bis 1990 Meiner, settembre 1992 pp.167, DM 120 Il curatore ha ordinato alfabeticamente per autori la bibliografia secondaria, munendo questa edizione di quattro indici (dei nomi, delle opere, sistematico e delle cose). Bellebaum, A. (a cura di) Glckforschung. Eine Symposium Westdt. Verlag, settembre 1992 pp.200, DM 28 Le venerabili teorie filosofiche (morali) e teologiche della fortuna attualmente non vengono pi sviluppate con altrettanto vigore che in altri tempi. Daltronde, la ricerca sulla fortuna e la soddisfazione nelle scienze sociali di orientamento empirico si espande, mentre al contempo si parla meno della fortuna come qualit di vita eccetera. Qui si propone un ulteriore campo di ricerca sulla fortuna, psicologico e sociopsicologico.

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NOVITA IN LIBRERIA
Bellet, Maurice Critique de la raison sourde Descle de B., luglio-agosto 1992 pp.207, F 98 Che cos la ragione sorda? Quella che non sente, che si ripiega su se stessa, chiusa sui suoi principi, ostile a ci che le estraneo. Benedikt, M. et al. Verdrngter Humanismus verzgerte Aufklrung. sterreische Philosophie zur Zeit der Aufklrung und Revolution Turia und Kant, luglio-agosto 1992 pp.960, DM 68 Benjamin, Andrew (a cura di) Judging Lyotard Routledge, settembre 1992 pp.224, 11 Raccolta di scritti dedicati allopera di Lyotard, che costituisce una valutazione e una critica della sua opera e in particolare si sofferma sullimportanza per Lyotard della questione del giudizio e delle sue idee su ci in un contesto kantiano. Bergson, H. Lettere a Xavier Lon e ad altri a cura di Renzo Ragghianti Bibliopolis, novembre 1992 pp. 188, L. 50.000 Le lettere di Bergson a Xavier Lon, rintracciate presso la biblioteca Victor Cousin in Sorbona, registrano un intenso scambio ideale protrattosi per oltre un quarantennio. Lepistolario indugia sulle circostanze che accompagnarono la fondazione e il successivo affermarsi della Revue de Mtaphysique et de Morale della Societ Francaise de Philosophie, in un serrato intreccio tra annotazioni di cronaca e itinerari speculativi, aperto ad una fitta rete di collaborazioni internazionali. Bergson, Henri Dure et simultanit PUF, luglio-agosto 1992 pp.232, F 58 Pubblicata nel 1922, questopera presenta una nuova prova della teoria di Bergson della durata, una teoria fondamentale per la comprensione di tutto il suo pensiero, visto che proprio a partire da essa si sviluppata la filosofia dellintuizione. Bianco, Franco - Sichirollo, Livio (a cura di) Logica e storia. Scritti in onore di Leo Lugarini Franco Angeli, ottobre 1992 pp.240, L. 35.000 Nel riunire gli scritti si studiosi italiani e stranieri sotto il titolo di Logica e storia i curatori del volume hanno ritenuto di poter indicare non solo lambito dei problemi affrontati nei singoli contributi, ma anche la cerchia tematica cui pi intensamente si rivolta la riflessione di Lugarini. Bianco, Franco (a cura di) Heidegger in discussione Franco Angeli, ottobre 1992 pp. 368, L. 50.000 Interrogarsi sulla eredit di Heidegger significa cercare di tener conto non solo delle luci ma anche delle ombre che ne hanno accompagnato lopera e la vita. Accanto alla riflessione sulla prassi vengono indagati, in questo volume, i problemi connessi con la comprensione del logos e della soggettivit, il rapporto decostruttivo-costruttivo instaurato da Heidegger con la tradizione e lorizzonte in senso lato religioso che ne caratterizza lintera evoluzione speculativa. Bicchieri, Cristina Dalla Chiara, Maria Luisa Knowledge, belief and strategic interaction Cambridge UP, novembre 1992 pp.544, 40 Il libro offre un panorama dellinterazine fra teoria del gioco, logica ed epistemologia nei modelli formali di conoscenza, credenza, deliberazione e apprendimento e nel rapporto fra la teoria decisionale bayesiana e la teoria del gioco, nonch fra razionalit vincolata e complessit computazionale. Binder, Fabian, Valent International bibliography of Austrian philosophy 1984-1985 Ed. Rodopi, luglio-agosto 1992 pp.300, Dfl 120 Bhme, Hartmut Das andere der Vernunft. Zur Entwicklung von Rationalittsstrukturen am Beispiel Kants. 2. Auflage Suhrkamp, luglio-agosto 1992 pp.516, DM 32 Brandt, Richard B. Morality, utilitarianism and rights Cambridge UP, ottobre 1992 pp.400, 14 Richard Brandt uno dei pi eminenti e influenti filosofi morali contemporanei. Il presente volume comprende molti classici brani della teoria metaetica ed etica normativa. Braun, Eberhard Aufhebung der Philosophen. Marx und die folgen J. B. Metzler, ottobre 1992 pp. 428, DM 68 Si verificata una frattura rivoluzionaria con la tradizione filosofica. Vi hanno partecipato importanti filosofi, tutti prima di Marx e Nietzsche. Come va pensata questa rivoluzionaria frattura? Brendel, Elke Die Wahrheit ber den Lgner. Eine philosophisch-logische Analyse der Antinomie des Lgners de Gruyter, ottobre 1992 pp.230, DM 108 Indagine storica e sistematica della problematica della verit sullesempio dei pi noti paradossi della logica filosofica. Monografia scientifica e libro di testo per studenti di grado avanzato. Brzoska, Andreas Absolutes Sein. Parmenides Lehrgedicht und seine Spiegelung im Sophistes Lit Verlag, ottobre 1992 pp.184, DM 48,80 Buchdahl, Gerd The dynamics of reason: Essays on the structure of Kants philosophy Blackwell Publishing , ottobre 1992 pp.356, 45 Al centro di questo libro sullinterpretazione della filosofia trascendentale di Kant c lassunto che la si possa capire meglio dinamicamente. Si fa uso del processo riduttivo-realizzativo come chiave di interpretazione delle sezioni pi oscure dellopera di Kant. Bucher, Zeno Die Abstammung des Menschen als naturphilosophisches Problem A cura di G. Witzany Knigshausen , ottobre 1992 pp.136, DM 29,80 Zeno Bucher OSB (1907-1984) stato professore a S.Anselmo, Roma, e allIstituto Filosofico della Facolt di Teologia di Salisburgo. Egli ha chiarito che i metodi delle scienze naturali non possono essere efficaci per levoluzione dello spirito umano e che non si pu rinunciare a un lavoro di filosofia naturale. Burmester, Ute Schlagworte der frhen deutschen Aufklrung. Exemplarische Textanalyse zu Gottfried Wilhelm Leibniz Lang, luglio-agosto 1992 pp.446 Burton, Steven J. (a cura di) Judging in good faith Cambridge UP, novembre 1992 pp.272, 32,50 Interessato alletica delle corti di giustizia, Burton analizza il terreno, il contenuto e la forza del dovere legale e morale di un giudice di sostenere la legge, e difende due tesi principali: prima, quella della buona fede laddove i giudici sono tenuti a sostenere la legge, e seconda quella della discrezione ammissibile. Burwick, Frederick et al. (a cura di) The crisis in modernism. Bergson and the vitalist controversy Cambridge UP, luglio-agosto 1992 pp.420, 50 Il movimento modernista stato considerato la rappresentazione di un punto critico nel pensiero occidentale. Il presente volume guarda a quella crisi dal punto di vista della sua reinterpretazione delle idee sul vitalismo: lanimazione (spirituale o basata su energie fisiche) delluniverso. Buttlar, Johannes v. Gottes Wrfel. Schicksal oder Zufall Herbig , luglio-agosto 1992 pp.272, DM 39,80 Critica spietata della teoria del caos, della scienza naturale stabilita e della fredda arringa. Lastrofisico Johannes v. Buttlar si applica al nuovo pensiero intuitivo della fisica, per una comprensione totalizzante delluniverso e della sua legalit, per una strategia pianificata del cosmo. Byrne, Peter The philosophical and theoogical foundations of ethics: An introduction to moral theory and its relations to religious belief Macmillan, ottobre 1992 pp.192, 40 Il presente saggio unintroduzione ai problemi della filosofia morale, pensata in particolare per studenti di teologia e di discipline religiose. Esso offre un resoconto della natura e propone temi di discussione morale e dei principali tipi di teoria morale della filosofia morale contemporanea. Campbell, Richard Truth and historicity Clarendon, ottobre 1992 pp.480, 48 Questopera chiarisce il concetto di verit rintracciandone la storia dagli antichi greci fino allesistenzialismo, al marxismo e alla moderna filosofia analitica, esponendo le concezioni di diversi pensatori e illustrando il loro impegno nei problemi contemporanei. Carr, Karen L. The banalization of nihilism Twentieth-century responses to meaninglessness State Univ. of New York Pr. luglio-agosto 1992 pp.142, $ 13 Dopo una ricognizione storica e concettuale dei cambiamenti subiti dal nichilismo nellultimo secolo, la Carr esamina la diagnosi di Nietzsche del nichilismo come grande crisi della modernit. Lautrice poi mette a confronto le risposte al nichilismo dal primo Karl Barth e da Richard Rorty. Centre Culturel International (a cura di) Epistmologie et cognition Mardaga, luglio-agosto 1992 F 219 Un testo fondamentale in unindagine a met strada fra la filosofia e la cognizione. Le scienze cognitive sono discipline che studiano le capacit di formare, integrare o manipolare le informazioni e le rappresentazioni mentali. Esse aprono alla filosofia nuove questioni. Chevalier, Jacques Histoire de la pense 3: De Saint Augustin Saint Thomas 4: De Duns Scoto Suarez Ed. universitaires luglio-agosto 1992 pp.306, F 198 Uno studio della filosofia dal IV al XII secolo e levoluzione della filosofia dal Medio Evo ai giorni nostri.

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Chrtien, Jean-Louis LAppel et la rponse Minuit, ottobre 1992 pp.160, F 129 Attraverso analisi che vanno da Aristotele alla fenomenologia contemporanea, ecco una riflessione sulla bellezza come richiamo, una critica del pensiero portata da una voce interiore, silenziosa e incorporea, come la voce della coscienza, e una descrizione delle funzioni del toccare nel nostro rapporto con il mondo. Clark, Austen Sensory qualities Clarendon, novembre 1992 pp.224, 25 Molti filosofi dubitano che si possa dare una spiegazione soddisfacente delle qualit sensoriali, di come le cose appaiono, sembrano o impressionano il soggetto che le percepisce. Clark si rivolge a questi problemi apparentemente intrattabili e suggerisce che in effetti possibile una soluzione. Cleary, John J. (a cura di) Proceedings of the Boston area colloquium in ancient philosophy: Vol. 7 UP of America, novembre 1992 pp.250, 17,50 Il volume contiene scritti e commenti presentati nel 13 Congresso della zona di Boston sulla Filosofia Antica nellanno accademico 1990-91. Cobb-Stevens, Richard Taminiaux, Jacques Granel, Grard et al. La Phnomnologie aux confins TER, luglio-agosto 1992 pp.113, F 69 Raccolta di quattro saggi che furono quattro conferenze tenute al Collge International de philosophie nel novembre 1991. Essi cercano di mostrare i limiti del concetto di fenomenologia attraverso il pensiero di Husserl, Heidegger e Wittgenstein. Cody, Michael W. J. Richardson, R. Lynn Honest government: An ethics guide for public service Praeger Publishers, novembre 1992 12,85 Il testo rivolto ha chi ha bisogno di una vasta valutazione del comportamento etico dei pubblici funzionari e degli impiegati di ogni livello nel governo degli Stati Uniti, Gli autori esaminano la questione di come gli americani potrebbero misurare letica routinaria, quotidiana di uomini e donne che prestano servizio pubblico. Colby, Ann - Damon, William Some do care: Contemporary lives of moral commitment Free, ottobre 1992 pp.325, 16,95 Il libro si propone di fornire un resoconto psicologico di 23 esemplari morali contemporanei che hanno dato una guida morale alle comunit per tutti gli Stati Uniti. In genere queste persone hanno lavorato per i poveri, combattuto per i diritti civili dedicando le proprie vite al bene altrui. Collge International de philosophie (Paris) Politique et modernit Osiris, luglio-agosto 1992 Collingwood, R. G. The new Leviathan: On man, society, civilization and barbarism A cura di David Boucher Clarendon, novembre 1992 pp.576, 45 Edizione riveduta dellultima grande opera del filosofo oxoniense R. G. Collingwood. David Boucher vi ha aggiunto pregevole materiale inedito tratto dai manoscritti di Collingwood. Copenhaver, Br. P. (a cura di) Hermetica. Cambridge UP, ottobre 1992 pp.380, 40 Lintroduzione di Copenhaver e le note forniscono un contesto interpretativo che tiene conto dei recenti progressi degli studiosi ermetici. Copenhaver, Brian P. A history of Western philosophy. Vol.3: Renaissance philosophy Oxford Univ., settembre 1992 pp.464, 10 Il Rinascimento visto come un momento brillante nello sviluppo della civilt occidentale. Ai contributi della filosofia alla cultura rinascimentale tuttavia stato dedicato relativamente poco spazio. Nel volume si tratta di Marsilio Ficino, Justus Lipsius, Erasmo e Machiavelli. Cotten, Jean-Pierre Autour de Victor Cousin: une politique de la philosophie Belles Lettres, luglio-agosto 1992 pp.237, F 220 Attraverso una serie di saggi, lautore cerca di dimostrare che una politica della filosofia nel XIX secolo francese, non si confonde con una filosofia politica, n si pu ridurre al portare in luce interessi eminentemente pratici che si possono soddisfare sotto legida di un discorso filosofico. Cottingham, John (a cura di) The Cambridge companion to Descartes Cambridge UP, novembre 1992 pp.464, 12,95 Questi scritti su Descartes riguardano la vita, levoluzione del suo pensiero e il retroterra intellettuale della sua opera. C anche una sezione centrale sulla sua metafisica, in cui si tratta fra laltro dellargomentazione del cogito, delle prove dellesistenza di Dio, del circolo cartesiano e altro ancora. Critchley, Simon The ethics of deconstruction. Derrida and Levinas Blackwell , luglio-agosto 1992 pp.272, 14 Lautore attacca le polemiche secondo le quali lopera di Derrida sospende ogni questione di valore. Critchley ritiene che la decostruzione di Derrida possa e in realt debba essere letta come una richiesta etica, ammesso che quelletica venga interpretata nel senso che le dato dallopera di Levinas. Dagognet, Franois Le corps multiple et un. Laboratoires Delagrange luglio-agosto 1992 pp.215, F 84 Perch i filosofi si sono sempre interessati cos poco al corpo, preferendogli la pi nobile coscienza? Lautore riprende questa questione per mezzo di quattro grandi filosofi, da Platone a Bergson. Al programma degli studenti al concorso delle scuole di commercio. Dalfert, Ingolf U. Gott. Philosophischtheologische Denkversuch J. C. B. Mohr, ottobre 1992 pp.280, DM 59 In che senso si pu dire che Dio esiste? Pu Dio agire? Se Dio onnipotente, pu anche peccare? In che misura Dio ovvio? Che cosa bisogna pensare se si vuole pensare Dio? Dancy, Jonathan et al. A companion to epistemology Blackwell Publ., settembre 1992 pp.352, 65 Lepistemologia, la teoria della conoscenza e la sua giustificazione, ha sempre avuto unimportanza centrale nella filosofia. Questa opera di consultazione del campo contiene oltre 250 articoli che vanno dalle discussioni sommarie a saggi su argomenti attualmente oggetto di dibattito. Davis, Michael Aristotles Poetics: The poetry of philosophy Rowman & Littlefield, ottobre 1992 pp.256, 15,95 Michael Davis qui sostiene in modo convincente che oltre a insegnarci qualcosa sulla poesia, la Poetica contiene uninterpretazione della struttura comune dellazione umana e del pensiero umano che la riporta ad altri scritti di Aristotele di politica e morale. Davis, Michael To make the punishment f fit the crime: Essays in the theory of criminal justice Westview Press, novembre 1992 pp.260, 33,50 Analisi dei molti problemi pratici della punizione, questo libro sar utilissimo per filosofi, avvocati e criminologi. Fra le questioni discusse, lo stupro, le recidive, i tentativi falliti di compiere crimini, la follia criminale e i crimini di stretta responsabilit Dawes Hicks, G. Berkeley (1932) Thoemmes, novembre 1992 pp.346, 16,99 Un saggio del dottor Dawes Hicks che costituisce un esame critico degli scritti di George Berkeley. Delhomme, Jeanne Exercise de la pense Deux-temps Tierce, ottobre 1992 pp.200, F 130 Una scelta di articoli per contribuire a far conoscere il pensiero di J. Delhomme. Un pensiero insolito, esigente che riconosce come unico compito quello di ricordare che lesercizio della pi estrema lucidit riflessiva costituisce il senso stesso dellatto di filosofare. DellUtri, Massimo Le vie del realismo Verit, linguaggio e conoscenza in H. Putnam Franco Angeli, ottobre 1992 pp.224, L. 32.000 Lopposizione di Hilary Putnam ad ogni presunta guida assoluta e univoca della conoscenza razionale radicata nella salda convinzione che quei concetti abbiano un loro peculiare contenuto, le cui possibili descrizioni sono calate nella storia e intrise di sensibilit, aspettative e valori profondamente umani. Tale convinzione frutto appunto di un graduale processo di maturazione che avviene sotto il segno del realismo. Demmerlich, Chr. Kambartel, Fr. (a cura di) Vernunftkritik nach Hegel. Beitrge zu Ethik, Gerechtigkeitstheorie und Normenlogik Bhlau, ottobre 1992 pp.520, DM 140 Dilman, Ilham Existentialist critique of Cartesianism Macmillan, novembre 1992 pp.200, 35 Una discussione delle critiche esistenzialiste allepistemologia cartesiana, lo scetticismo a cui essa porta, la sua concezione oggettivista dellio, il dualismo e il solipsismo cartesiano e la concezione deterministica della vita umana. Dallautore di Morality and the Inner Life: A Study of Platos Gorgias. Ditfurth, Hoimar von Das Erbe des Neandertalers. Weltbild zwischen Wissenschaft und Glaube Kiepenheur, luglio-agosto 1992 pp.400, DM 39,80 In questo saggio, finora inedito nei suoi libri, su una moderna immagine del mondo, il grande giornalista scientifico ammonisce i colleghi dal distacco dellignoranza antropocentrica di fronte alla creazione. Domenach, Jean-Marie Une morale sens moralisme Flammarion, ottobre 1992 pp.260, F 120 Gli anni 90 saranno gli anni della morale? Secondo lautore, la morale non ha alcun senso se non confrontata a situazioni concrete. Restaurare i valori e celebrare le virt non vuol dire esattamente tornare al moralismo, che sia di destra o di sinistra?

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Douglas Geivett, R. Sweetman, Brendan Contemporary Perspectives on religious epistemology Oxford UP, novembre 1992 pp.384, 14,95 Questa antologia contiene 28 saggi chiave che rappresentano le correnti dominanti nellepistemologia religiosa contemporanea. Fra gli approcci discussi la teologia naturale, la fede razionale basata sullesperienza religiosa, la sfida ateistica, il fideismo wittgensteiniano e lepistemologia riformata. Drieschner, Michael Carl Friedrich von Weizscker zur Einfhrung Junius, ottobre 1992 pp.150, DM 16,80 Drieschner mette in luce nella propria introduzione lunit dellopera di Weizscker e dimostra quali siano i suoi contributi alla fisica, alla filosofia, alla politica e alla religione. Echeverria, J. - Ibarra, A. Mormann, Th. (a cura di) The space of mathematics. Philosophical, epistemological and historical explorations de Gruyter, settembre 1992 pp.422, DM 228 Scritti sulla nuova teoria della matematica. In particolare evidenza le questioni concettuali e storiche che pongono la conoscenza matematica allinterno del contesto generale della conoscenza (scientifica). Eidam, Heinz Discrimen der Zeit. Zur Historiographie der Moderne bei W. Benjamin Knigshausen und Neumann settembre 1992 pp.494, DM 98 Questa estesa e completa monografia sulla prima e lultima opera di Walter Benjamin costituisce al tempo stesso un contributo al dibattito dei problemi filosofici del tempo e della storia. Faye, Jean-Pierre (a cura di) LEurope une: les philosophes et lEurope Gallimard, ottobre 1992 pp.290, F 75 J.-P. Faye si richiama ai testi dei grandi pensatori della storia per commentare il gioco filosofico degli avvenimenti politici contemporanei: Rousseau, Voltaire, Pasolini e soprattutto Nietzsche, che scriveva: lEuropa viene a noi lentamente e come esitando ma spinta da necessit. Ferry, Luc Le nouvel ordre cologique: larbre, lanimal et lhomme Grasset, ottobre 1992 pp.275, F 115 Che cosa sappiamo del contesto intellettuale nel quale la Germania nazista elabor le prime grandi leggi sulla protezione degli animali (1933) e della natura (1935)? Quali sono oggi le motivazioni filosofiche e politiche delle correnti ecologiche fondamentaliste? Lautore auspica unetica dellambiente alleata alla democrazia. Feucht, Roland H. Die Neoontologie Nicolai Hartmanns im Licht der evolutionren Erkenntnistheorie Roderer, ottobre 1992 pp.300, DM 52 Feuerbach, Ludwig Lessence du christianisme A cura di J.-P. Osier Gallimard, ottobre 1992 F 98 Lopera di Feuerbach ancora oggi oggetto di scandalo, poich tratta di religione e divide gli uomini. Essa costringe a pronunciarsi su quella che rimane indubbiamente una questione cruciale: per una filosofia religiosa o per una filosofia coscientemente e rigorosamente antireligiosa. Feyerabend, Paul K. ber die Erkenntnis. Zwei Dialoge Campus, ottobre 1992 pp.210, DM 28 I due dialoghi sono stati tradotti dallinglese da Ilse Grimm, il saggio che chiude il volume da Hans Gnther Holl. Fietz, Rudolf Medienphilosophie. Musik, Sprache und Schrift bei Friedrich Nietzsche Knigshausen und Neumann settembre 1992 pp.440, DM 98 Per i propri testi, Nietzsche reclamava un altro modo di scrivere, pi musicale. In questo libro si dimostra che cosa era secondo Nietzsche lorganizzazione dei segni e come dunque si possano leggere e comprendere i suoi scritti. Figal, Gnter Heidegger zur Einfhrung Junius, ottobre 1992 pp.200, DM 19,80 Nella sua introduzione Figal cerca di rintracciare lorigine dei fondamenti del pensiero di Heidegger e di evidenziarne la loro dipendenza reciproca. Solo in questa cornice sistematica molte delle formulazioni di Heidegger perdono la loro enigmaticit. Filodemo Testimonianze su Socrate trad. di E. A. Mendz e A. Angeli Bibliopolis, ottobre 1992 pp.408, L. 160.000 La critica epicurea a Socrate si inserisce nella tradizione ostile al filosofo attestata in Aristofane e in altri poeti comici, nella Accusa di Policrate e in alcuni allievi di Aristotele. Da questi emerge che lantisocratismo epicureo, pur conservando durante lintero percorso storico della scuola il rifiuto dei concetti socratici di filosofia e di sapere, attravers fasi diverse. Fischer, Kuno Descartes and his school (1887) Thoemmes Press, novembre 1992 pp.610, 48 Unopera sugli eroi della moderna filosofia, compreso Descartes e i suoi seguaci. Folina, Janet M. Poincar and the philosophy of mathematics Macmillan Academic settembre 1992 pp.224, 40 Una ricostruzione della filosofia della matematica antirealista di Henri Poicar. Folscheid, Dominique Wunenburger, Jean-Jacques Mthodologie philosophique PUF, settembre 1992 pp. 384, F 118 Lapprendimento della filosofia non pu prescindere dalla lettura, dallinterpretazione di testi e dalla riflessione su questioni sempre vive. Per tutti questi esercizi, qui si troveranno i fondamenti teorici, i mezzi di applicazione seguiti da esempi nelle situazioni. Fotion, Nick - Elfstrom, Gerard Toleration Univ. of Alabama, novembre 1992 pp.200, 21,50 Il libro sostiene che la tolleranza offre lutile possibilit di rispondere a situazioni difficili con un grado di flessibilit che non possibile con i concetti dicotomici di bene-male, giustosbagliato, etica-non etico, destra-sinistra. Foucault, Michel Tecnologie del s Bollati Boringhieri, ottobre 1992 pp.168, L. 20.000 Verso la fine della sua vita, Foucault si volse dallo studio delle tecniche del potere e del dominio mediante le quali il s era stato oggettivato, allo studio di come un individuo interagisce con gli altri e agisce su se stesso. Nel libro, che avrebbe dovuto nascere da un seminario tenuto nel 1982 negli Stati Uniti, Foucault si proponeva di ricostruire una geneoalogia di come il s costitu se stesso in soggetto. La morte gli imped di realizzare tale progetto, di cui restano per i materiali poi scrupolosamente editi da alcuni suoi discepoli. Fraser, Nancy Widerspenstige Praktiken. Macht, Diskurs, Geschlecht. Gender Studies Suhrkamp, luglio-agosto 1992 pp.230, DM 16 La filosofa Nancy Fraser esplora una linea di nuovi principi critici di teoria della societ in Francia, Germania e America, con un occhio alla teoria e alla prassi dei movimenti femminili. Freudenthal, Gad (a cura di) Studies on Gersonides: A fourteenth-century jewish philosopher-scientist E. J. Brill, novembre 1992 pp.400, Dfl 150 Una rassegna completa e una valutazione dellopera scientifica di Gersonide, una della pi grandi figure del pensiero ebreo medievale. Il volume adotta unampia nozione di scienza che comprende, oltre allastronomia, alla matematica e alla logica, anche la fisica e la filosofia. Friedman, Michael Kant and the exact sciences Harvard UP, luglio-agosto 1992 pp.368, $53 Lautore sostiene che gli sforzi di Kant per arrivare a una metafisica che fornisse i fondamenti scientifici sono essenziali per comprendere lo sviluppo del suo pensiero dagli inizi nella tesi del 1747 alla Critica della ragion pura fino ai suoi ultimi scritti nellOpus postumum. Friedrichsdorf, Ulf Einfhrung in die klassische und intensionale Logik Vieweg, settembre 1992 pp.360, DM 68 Il libro si propone di introdurre anche il lettore con una scarsa formazione matematica alla logica classica bivalente e ai suoi sviluppi intensionali come la logica modale, la logica del tempo e la logica dinamica. Fromm, Erich Humanismus als reale Utopie. Der Glaube an den Menschen Beltz Quadriga, luglio-agosto 1992 pp.200, DM 26 Lenorme ricchezza di pensiero di questo testo finora inedito ci viene proposta in unedizione in otto volume e rappresenta unindispensabile integrazione delle opere complete. Gabel. Gernot U. Sartre. A comprehensive bibliography of international theses and dissertation 1950-1985 Ed. Gemini, luglio-agosto 1992 pp.70, DM 20 Ghde, U. - Schrader, W. H.

Eisner, Gary Nietzsche: A philosophical biography UP of America, ottobre 1992 pp.206, 19,95 Questo studio delle concezioni di Nietzsche intreccia le azioni rilevanti nella sua vita cos da presentare una biografia filosofica. La premessa principale dellopera che solo una simile presentazione storica possa dar luogo a una comprensione della persona di Nietzsche, che fu un filosofo. Erdmann, Johann Eduard Grundri der Geschichte der Philosophie. Bd. 1: Philosophie des Altertums und des Mittelalters. Bd. 2: Philosophie der Neuzeit Klotz, settembre 1992 pp.1610, DM 400

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(a cura di) Der klassische Utilitarismus. Einflsse - Entwicklungen - Folgen Akademie, ottobre 1992 pp.360, DM 78 Gandillac, Maurice de Genses de la modernit: les douze sicles o se fit notre Europe, de La Cit de Dieu La Nouvelle Atlantide Cerf, ottobre 1992 pp.670, F 295 Le origini spirituali dellEuropa, dalla Citt di Dio di SantAgostino alla Nuova Atlantide di Bacone. La prima parte si ferma allinizio del XIV secolo con Lullo, araldo delle utopie del Rinascimento; la seconda annuncia lo sconvolgimento cosmologico che avrebbe abolito tutti i limiti dellestensione e del tempo. Gans, Chaim Philosophical anarchism and political disobedience Cambridge UP, luglio-agosto 1992 pp.180, 28 Ispirandosi allesperienza israeliana di disobbedienza civile motivata da differenti visioni morali, lautore espone i principi che secondo lui dovrebbero guidare il nostro atteggiamento verso la legge e lautorit politica anche fra ideologie contrastanti e moralit inconciliabili. Gauthier, David - Sugden, Robert (a cura di) Rationality, justice and the social contract: Themes from Morals by agreement Harvester Wheatsheaf, ottobre 1992 pp.192, 35 Un gruppo di filosofi, economisti e teorici politici discute lopera di David Gauthier, il quale cerca di dimostrare che lindividuo razionale accetterebbe determinate costrizioni morali sulle proprie scelte. Si analizzano possibilit e limiti di un approccio contrattuale alle questioni di giustizia. Geach, Peter Mental acts (1971) Thoemmes Press, novembre 1992 pp.148, 10,99 Scritto in contrasto con il behaviourismo dominante in quel periodo, questo libro agile ma acuto sostiene la realt degli atti mentali quali gli atti di giudizio. Geach prosegue screditando la teoria astrazionista del concetto di formazione e criticando la teoria relazionale del giudizio di Russell. Geliner, Ernest Reason and rationalism Blackwell, luglio-agosto 1992 pp.224, 10 Un esame della disparit fra la storia dellidea di razionalit e ci che costituisce e ha costituito il comportamento ragionevole. Lautore confronta le idee delle societ secolari con quelle di societ dichiaratamente teocratiche, fra cui quella musulmana. Gerassi, John Sartre. Conscience haie de son sicle Rocher, luglio-agosto 1992 pp.312, FF 150 Lautore si rif a documenti inediti e soprattutto su una decina di ore di colloquio con Sartre e i suoi parenti. Gerhardt, Volker Friedrich Nietzsche C. H. Beck, ottobre 1992 pp.180, DM 22 Volker Gerhardt ci offre unimmagine completa della vita e delle opere di Nietzsche, dedicandosi ai primi scritti con altrettanta cura che alle grandi visioni delle ultime opere. Gerl, Hanna-B. Nach dem Jahrhundert der Wlfe. Werte im Aufbruch Benziger, luglio-agosto 1992 pp.200, DM 29,80 A che cosa si pu obbligare tutta lumanit? Quali valori rimangono ancora intatti? Quali criteri sono importanti per una futura cultura della vita? Hanna-B. Gerl risponde allo spirito dei tempi moderno, indica la strada nella giungla delle ideologie di questo secolo e delinea le direttive di una nuova cultura delluomo. Gerlich, Siegfried Sinn, Unsinn, Sein. Philosophische Studien ber Psychoanalyse, Dekonstruktion und Genealogie Passagen-Vlg., ottobre 1992 pp.256, DM 55 Geyer, P. - Hagenbche, R. (a cura di) Das Paradox: Signatur der Krise. Eine Herausforderung des abendlndischen Denkens Stauffenburg, luglio-agosto 1992 pp.671, DM 128 Gillett, Grant Representation, meaning and thought Clarendon, ottobre 1992 pp.232, 25 Il libro esamina il rapporto fra pensiero e linguaggio prendendo in considerazione le idee di Kant e di Wittgenstein oltre a numerosi rami del dibattito contemporaneo nellarea del contenuto mentale. Goddard, Jean-Christophe Le Corps Vrin, luglio-agosto 1992 pp.320, F 144 Esposizione in quindici lezioni delle tappe principali della storia del pensiero del corpo, nella filosofia della conoscenza come in filosofia morale e politica, estetica, psicoanalisi e fenomenologia. Destinato agli allievi delle classi preparatorie delle scuole di commercio. Gombridge, E. H. Hochberg, Julian Black, Max (a cura di) Art, perception and reality The Johns Hopkins , novembre 1992 pp.146, 11,50 Il testo esplora le questioni relative alla natura della rappresentazione nellarte, chiedendosi per esempio come facciamo a cogliere la somiglianza nelle caricature o nei ritratti. Presenta poi le tesi e le opinioni contrastanti di uno storico dellarte, uno psicologo e un filosofo. Goodman, L. E. Avicenna Routledge, ottobre 1992 pp.256, 12,99 Un ritratto filosofico di uno dei grandi metafisici della storia. Avicenna viene inserito efficacemente nel contesto storico, ma al contempo si collegano le sue teorie a centrali questioni filosofiche contemporanee. Gorby, Ivan Pythagore Ed. universitaire, ottobre 1992 pp.128, F 145 Una presentazione di colui che fu considerato il padre della filosofia. Lautore si sofferma soprattutto sullinfluenza di Pitagora sui primi autori cristiani e in particolare sui Padri della Chiesa. Gosepath, Stefan Aufgeklrtes Eigeninteresse. Eine Theorie theoretischer und praktischer Rationalitt Suhrkamp, ottobre 1992 pp.380, DM 48 Oggi giorno la razionalit e la ragione appartengono non solo alla filosofia, ma anche al dibattito pubblico sui concetti affini. Sia nel linguaggio di tutti i giorni che in filosofia per c poca chiarezza su cosa significhino questi concetti. Il presente volume si occupa di chiarire il concetto di razionalit. Graham, A. C. Two chinese philosophers: The metaphysics of the brothers Cheng Open Court Publ., ottobre 1992 pp.230, 14,95 I fratelli Cheng furono esponenti di punta del revival neo-confuciano, che divenne la dottrina ortodossa di stato, usata quindi per educare e forgiare ideologicamente la classe governante cinese. Questo libro analizza i fratelli Cheng e ne esamina la filosofia. Grimal, Pierre Seneca Garzanti, ottobre 1992 pp.352, L. 55.000 Lindagine di Grimal si orientata soprattutto verso il pensiero di Seneca, la sua adesione convinta e totale alle dottrine stoiche, il suo impegno a coglierne continuamente i risvolti morali e pratici. Grossman, Reinhardt The existence of the world. An introduction to ontology Routledge, luglio-agosto 1992 pp.152, 30 Lautore vede la storia della filosofia occidentale come una grande battaglia fra naturalisti e ontologisti, ed esamina i dibattiti che li separano. Grote, George Plato, and the other companions of Sokrates Thoemmes Press, novembre 1992 pp.1888, 150 Uno studio in tre volumi dellopera di Platone, Socrate e la loro cerchia. Gnther, Horst Montaigne. Ein Essay Insel-Vlg., settembre 1992 pp.160, DM 10 Haardt, Alexander Husserl in Ruland. Phnomenologie der Sprache und Kunst bei G. Spet und A. Losev W. Fink, settembre 1992 pp.280, DM 68 Ci che nel pensiero di Husserl appare in dissolvenza, ci che in lui rimane solo periferico, per i fenomenologi russi si trova al centro della loro rilfessione. Habermas, Jrgen Faktizitt und Geltung. Beitrge zur Diskurstheorie des Rechts und des demokratischen Rechtsstaates Suhrkamp, luglio-agosto 1992 pp.500, DM 48 Lapproccio teoretico del discorso era fino a questo momento impostato sulla costruzione della volont individuale e trovava la sua dimostrazione negli ambiti della filosofia morale ed etica. Ma lo si pu motivare gi da un punto di vista funzionale, perch la forma post-tradizionale di una morale fondata sui principi avviata al completamente attraverso il diritto positivo. Hagestedt, Jens Freud und Heidegger. Zum Begriff der Geschichte im Ausgang des subjektzentrischen Denkens W. Fink, ottobre 1992 pp.380, DM 88 Ci che dopo Heidegger rende possibile lapprofondimento della storia della metafisica in una cornice collettiva quanto praticato dalla psicoanalisi in campo individuale: il superamento del problema attraverso lannullamento dellamnesia, il ricordo di determinati avvenimenti, che a suo tempo non hanno potuto essere esperiti adeguatamente. Haksar, Vinit Invisible selves and practical life Edinburgh UP, novembre 1992 pp.240, 13,95 Il testo sostiene che i presupposti della nostra vita morale e pratica hanno uninfluenza su quanto crediamo delle persone e dellidentit personale. Lautore difende la concezione dellio indivisibile, servendosi di prove empiriche, dalla schizofrenia a molti casi di personalit multipla. Hamlyn, D. W. Being a philosopher. The history of a practice Routledge, settembre 1992 pp.224, 25 Being a philosopher esamina le ten-

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denze principali della pratica di considerare la filosofia come unistituzione e osserva come i filosofi vengano visti in tempi diversi, dai greci al medio evo fino ai giorni nostri, in cui la filosofia entrata a far parte dei corsi di studio universitari. Hansen, Chad A Daoist theory of chinese thought: A philosophical interpretation Oxford UP, ottobre 1992 pp.496, 50 In un tentativo di rimuovere le barriere fra filosofia cinese e mondiale, il presente saggio cerca di presentare una teoria unificata del pensiero cinese classico. Lautore usa il Taoismo, invece del confucianesimo, come principio unificante centrale. Haren, Michael Medieval thought: The western intellectual tradition from antiquity to the 13th century Macmillan, novembre 1992 pp.276, 11,99 Questa seconda edizione comprende, oltre alla revisione di particolari, unulteriore bibliografia di scuole primarie e secondarie recenti e un nuovo capitolo conclusivo che tira le somme criticamente e inserisce in un contesto le implicazioni delle ultime ricerche. Harris, Errol E. The foundations of metaphysics in science Humanitie, dicembre 1992 pp.528, 15,95 In questo testo, lautore dimostra come la scienza contemporanea impliche una metafisica olistica. La sua posizione sostenuta da tre importanti concetti: lunit del mondo fisico, la totalit organica della biosfera e il Principio Antropico. Hartmann, Eduard von Zur Geschichte und Begrndung des Pessimismus Klotz, settembre 1992 pp.141, DM 49 Hauerwas, Stanley Against the nations: War and survival in a liberal society Univ. of Notre Dame, ottobre 1992 pp.216, 10 In quanto tentativo dellautore di elaborare unetica tipicamente cristiana, questo libro parte da temi generali quali Mantenere teologica letica teologica e Mantenere teologica letica immaginativa per applicarli ad argomenti diversi come lOlocausto, Jonestown e la guerra nucleare. Hauser, Margit Gesellschaftsbild und Frauenrolle in der Aufklrung. Zur Herausbildung des egalitren und komplementren Geschlechtsrollenkonzeptes bei Poullain de la Barre und Rousseau Passagen-Vlg., luglio-agosto 1992 pp.232, DM 46 - S 320 Hayter, Thomas Remarks on Mr. Humes Dialogues concerning natural religion (1780) Thoemmes, novembre 1992 pp.80, 32 Analisi dellopera del filosofo scozzese David Hume sulla religione naturale, a opera di Thomas Hayter. Hegel, G. W. F. Vorlesungen. Band 11: Vorlesungen ber Logik und Metaphysik A cura di K. Gloy Felix Meiner, ottobre 1992 pp.327, DM 218 Oltre al testo delle lezioni il testo presenta una prefazione dettagliata, un voluminoso commento storico sistematico ai passi e concetti pi importanti e una bibliografia competa per la prima parte dellEnciclopedia. Hegel, G. W. Friedrich LEsprit du christianisme Presses-Pocket, ottobre 1992 F 60 Attraverso lo studio del cristianesimo e dellebraismoHegel pose i grandi concetti della sua filosofia. Accompagnato da unappendice di commenti. Heil, John The nature of true minds Cambridge UP, novembre 1992 pp.272, 12,95 Il volume vuole riconciliare le emergenti concezioni della mente con il loro contenuto che, negli ultimi anni, sembrava invece inconciliabile. Si esplorano numerose tesi indicando una strada per una sintesi naturalistica, che accordi al mentale un posto nel mondo fisico insieme al non-mentale. Heiland, Stefan Naturverstndnis. Dimensionen des menschlichen Naturbezugs Prefazione di G. Altner Wissenschaftl. Buchges. settembre 1992 pp.180, DM 24,80 Dalla ricerca alle risposte la storia della filosofia e della scienza vengono considerate anche come forme storiche dei rapporti fra uomo e natura. Heitsch, Ernst Wege zu Platon. Beitrge zum Verstndnis seines Argumentierens Vandenhoeck & Ruprecht ottobre 1992 pp.160, DM 45 Chi viene a contatto con la sua argomentazione ancora oggi non ne ricava solo un piacere intellettuale, ma ne guadagna anche in conoscenza proprio laddove non si ottiene un risultato chiaro o quello che si ottiene non ci convince pi. Henrich, Dieter Der Grund im Bewutsein. Untersuchungen zu Hlderlins Denken Klett-Cotta, luglio-agosto 1992 pp.750, DM 96 Il poeta Hlderlin influenz con la propria opera filosofica la formazione della filosofia postkantiana in modo rilevante. Questo libro mette in luce le concezioni di Hlderlin e la sua genesi. Herrmann, Friedrich-W.v. Augustinus und die phnomenologische Frage nach der Zeit Klostermann, ottobre 1992 pp.160, DM 38 Hobohm, Carsten Naturethik - Analyse und Ausblick Hochschul-Vlg, ottobre 1992 pp.148, DM 36,50 Hffe, O. et al. (a cura di) Lexikon der Ethik C. H. Beck, ottobre 1992 pp.300, DM 24 Completamento delle voci: Antropocentrico - Biocentrico, Discorso etico, Dilemmi morali e positivismo del diritto. A parte ci c una serie di nuovi rimandi, fra cui Etica della ricerca, Dilemma della carcerazione, Guerra giusta. Hoffman, Robert A portion of reason UP of America, novembre 1992 pp.394, 19,95 Una raccolta di saggi che esamina diversi argomenti nei quali lirragionevolezza o un basso livello di razionalit sostituisce gli slogan o il sentimentalismo per il pensiero sobrio e quindi restringe lazione. Il saggio difende i valori interconnessi della ragionevolezza e della libert. Honnefelder, L. (a cura di) Sittliche Lebensform und praktische Vernunft Schningh, luglio-agosto 1992 pp.223, DM 28 Honneth, Axel Kampf um anerkennung. Zur moralischen Grammatik sozialer Konflikte Suhrkamp, ottobre 1992 pp.280, DM 48 Lo scopo di questo libro di elaborare i fondamenti di una sostanziosa teoria normativa della societ, partendo dal modello di pensiero hegeliano di una lotta per il riconoscimento, scopo che approda al risultato a cui ha portato la ricerca di Honneth sulla critica del potere. Hopkins, James - Savile, Anthony (a cura di) Psychoanalysis, Mind and art:Perspectives on Richard Wollheim Blackwell Publishing, ottobre 1992 pp.368, 40 Raccolta di saggi che discute, esamina e passa in rassegna i risultati raggiunti da Richard Wollheim nel campo della psicoanalisi, della mente e delle emozioni, dellarte, della politica e dei valori analizzando insieme leterno problema di mente e arte. Hsle, Vittorio Praktische Philosophie in der modernen Welt C. H. Beck, ottobre 1992 pp.200, DM 19,80 Nonostante tutte le difficolt, la filosofia non pu eludere le domande etiche che assillano ogni uomo pensante di fronte alla crisi ecologica, allapprofondimento del divario fra primo e e terzo mondo al pericolo di una guerra nucleare. I saggi qui raccolti sono un primo contributo alla riflessione su queste difficolt. Huisman, Bruno Ribes, Franois Les philosophes et le corps Dunod, ottobre 1992 pp.448, F 160 Rivolto agli studenti delle classi preparatorie HEC. Hume, David Essays on suicide and the immortality of the soul Thoemmes Press, novembre 1992 pp.132, 10,99 I Saggi sul suicidio e sullimmortalit dellanima di David Hume vengono qui ripubblicati con una nuova introduzione di John Valdimir Price. Hntelmann, Rafael Bekennen. Philosophische Meditationen zu einem Grundphnomen im Ausgang von den Augustinischen Confessiones Centaurus-Vlgs., settembre 1992 pp.208, DM 38 Husak, Douglas N. Drugs and rights Cambridge UP, ottobre 1992 pp.352, 12,95 In questo testo, lautore sostiene che la guerra alla droga viola i diritti morali degli adulti che vogliono far uso di droghe per piacere, e che la criminalizzazione contro tale uso sono incompatibili con i diritti morali. Husserl, Edmund Gesammelte Schriften A cura di E. Strker Felix Meiner, ottobre 1992 pp.3152, DM 238 I testi raccolti in questa edizione si basano sulledizione critica Husserliana e costituiscono unedizione definitiva e completa di tutte le opere pubblicate da Husserl stesso, a eccezione di alcuni piccoli trattati e saggi. Htter, A. (a cura di) Paradigmenvielfalt und Wissensintegration. Beitrge zur Postmoderne im Umkreis von Jean-Franois Lyotard Passagen-Vlg, ottobre 1992 pp.240, DM 49,80 Iacono, Alfonso M. Le Ftichisme: histoire dun concept PUF, luglio-agosto 1992 pp.128, F 45 Il feticismo non indica un oggetto positivo che pu essere isolato una

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volta per tutte, ma un movimento di pensiero (che appartiene ora alla teoria, ora alla pratica) del primitivo e dellevoluto, dove le procedure dellidentificazione sembrano confondersi con quelle dellalienazione. Imbach, R. (a cura di) Thomas von Aqyuin: Prologe zu den AristotelesKommentaren Klostermann, ottobre 1992 pp.150, DM 24 Imhof, Arthur E. Die Kunst des Sterbens als Modell fr ein besseres Leben Picus-Vlg., settembre 1992 pp.80, DM 14,80 Institut fr Sozialforschung (a cura di) Kritik und Utopie im Werk von Herbert Marcuse Suhrkamp, ottobre 1992 pp.408, DM 26 Isak, Rainer Evolution ohne Ziel? Ein interdisziplinrer Forschungsbeitrag Herder, settembre 1992 pp.464, DM 56 Ivnka von, Endre Platonismo cristiano. Recezione e trasformazione del Platonismo nella Patristica Vita e Pensiero, ottobre 1992 Il volume offre il quadro generale pi soddisfacente e nuovo che negli anni passati sia stato presentato sullargomento, e quindi si impone come un punto di partenza essenziale e veramente irrinunciabile per chi si occupa di tale tematica. Ivekovic, Rada Orients: critiques de la raison postmoderne N. Blandin, ottobre 1992 pp.192, F 120 Vari saggi sui dibattiti filosofici esagonali a proposito del meticciato, dellinterculturale e del postmodernismo. Jacob, Alexander Henry Mores Refutation of Spinoza G. Olms, luglio-agosto 1992 pp.138, DM 58 Henry More (1614-1687), filosofo neoplatonico di Cambridge, stato fra i primi a smascherare il fondamento materialistico del sistema filosofico del suo contemporaneo Baruch Spinoza (1632-1677). Jacquette, Dale Meinongian logic: The semantics of existence and nonexistence Philosophia, novembre 1992 pp.322, 53 In risposta al bisogno avvertito da molti di un riesame dei cardini fondamentali della filosofia di Meinong, questo libro uno sviluppo revisionista della logica e della semantica di Meinong, basata su determinati principi della teoria delloggetto maturo di Meinong. Jaeschke, W. (a cura di) Sinnlichkeit und Rationalitt. Der Umbruch in der Philosophie des 19. Jhdts: Ludwig Feuerbach Akademie Verlag, ottobre 1992 pp.212, DM 124 Jaeschke, W. (a cura di) Transzendentalphilosophie und Spekulation. Quellen. Der Streit um di Gestalt einer Ersten Philosophie (1799-1807) Felix Meiner, ottobre 1992 pp.436, DM 136 Il volume si articola in quattro gruppi tematici: Realismo contro idealismo trascendentale, idealismo trascendentale contro idealismo trascendentale e assoluto, realismo contro idealismo trascendentale e assoluto, scetticismo contro idealismo assoluto. Janacek, Karel Indice delle vite dei Filosofi di Diogene Laerzio Leo S. Olschki, novembre 1992 pp. 374, L. 115.000 Lautore presenta il risultato di unattivit di studioso di filosofia antica protrattasi per pi di quarantanni. LIndice costituisce uno strumento essenziale nellindagine filosofica classica, di cui si avvertiva profondamente la mancanze. Jeffrey, Richard Probability and the art of judgment Cambridge UP, luglio-agosto 1992 pp.264, 11 Questa raccolta di saggi sulla teoria della decisione e la teoria della conoscenza abbraccia un periodo di circa trentacinque anni e include quelli che ormai sono alcuni dei lavori classici nel campo. C anche un brano completamente nuovo, mentre nella maggior parte dei casi aggiunge ai vecchi saggi qualche nota. Joas, Hans Die Kreativitt des Handelns Suhrkamp, luglio-agosto 1992 pp.416, DM 56 Il pensiero centrale di questo libro sta nellaffermazione che ai modelli dominanti dellagire razionale e normativo se ne pu aggiungere un terzo, per il quale ci si affida al discorso sul carattere creativo dellagire umano. Jordan, William Ancient Concepts of philosophy Routledge, novembre 1992 pp.224, 10,99 In tutto il libro lopera degli antichi viene inserita nel contesto del pensiero pi recente sulla natura e il valore della filosofia. Si dimostra che c molto da imparare dalle idee deglinantichi sulla vita di un filosofo. Kalinovski, Georges Exprience et phnomnologie Ed. univers., luglio-agosto 1992 pp.110, F 140 Il concetto di esperienza analizzato nel contesto fenomenologico, a partire dallopera di Husserl, Scheler e Ingarden. Kant, Immanuel Kants Introduction to logic and Essay on the mistaken subtility of the four figures (1885) Thoemmes, novembre 1992 pp.108, 10,99 La Logica di Kant (1800) solo un compendio della comune logica scolastica, chiaramente volta allinsegnamento e di scarsio interesse filosofico. La sua Introduzione invece ci offre, in un linguaggio non tecnico, le sue idee su diverse questioni epistemologiche. Kant, Immanuel Kant on education (ber Pdagogik) (1899) Thoemmes, novembre 1992 pp.146, 10,99 Un libro che contiene le idee di Immanuel Kant sulleducazione. Kaspar, Rudolf F. Wittgensteins sthetik. Eine Studie Europa-Vlg., ottobre 1992 pp.140, DM 26 Kenny, Anthony Aristotle on the perfect life Clarendon Press, luglio-agosto 1992 pp.184, 22,50 Studiando lEtica Nicomachea e lEtica Eudemia di Aristotele, questopera combina la discussione scolastica dei testi greci con la riflessione sugli argomenti trattati da Aristotele, tenendo conto di come nel post aristotelismo sono stati trattati argomenti come la vocazione morale o la fortuna morale. Keown, Damien The nature of Buddhist ethics Macmillan Acad., settembre 1992 pp.240, 40 Il presente volume esamina i dati etici di fonte antica e pi recente nel tentativo di cogliere la natura teoretica delletica buddista e di chiarirne il ruolo. Il libro respinge lidea che si tratti di unetica di valore limitato o provvisionale. Kettern, Bernd Sozialethik und Gemeinwohl. Die Begrndung einer realistischen Sozialethik bei Arthur F. Utz Duncker & Hum., settembre 1992 pp.194, DM 98 Kim, Yong I. Existentielle Bewegung und existentielles Verstehen bei Sren Kierkegaard Roderer, luglio-agosto 1992 pp.200, DM 48 Kondylis, Panajotis (a cura di) Der Philosoph und die Macht. Eine Anthologie Junius Vlg., settembre 1992 pp.256, DM 34 Un intenso rapporto di tensioni, nelle riflessioni di: Platone, Aristotele, Tommaso dAquino, Thomas Hobbes, Rousseau, Hegel, Nietzsche, Plessner, Jaspers, Arendt, Foucault e altri. Prefazione di Panajotis Kondylis. Korfmacher, Wolfgang Ideen und Ideenerkenntnis in der sthetischen Theorie Arthur Schopenhauers Centaurus-Vlgsges, settembre 1992 pp.204, DM 58 Korte, Eduard Kulturphilosophie und Anthropologie Kovac, ottobre 1992 pp.198, DM 79,80 Koslow, Arnold A structuralist theory of logic Cambridge UP, settembre 1992 pp.416, 45 Koslow propone una nuova esposizione dei concetti basilari della logica. Un punto centrale della teoria che essa non richiede che gli elementi della logica siano basati su un linguaggio formalizzato, ma utilizza la nozione generica di implicazione come strumento per organizzare i risultati formali di vari sistemi logici in modo semplice ma acuto. Kreiner, Armin Ende der Wahrheit? Zum Wahrheitsverstndnis in Philosophie und Theologie Herder, settembre 1992 pp.608, DM 68 Krusekamp, Harald Archologen der Moderne. Zum Verhltnis von Mythos und Rationalitt in der Kritischen Theorie Westdt. Vlg., settembre 1992 pp.231, DM 42 Il saggio indaga sui rapporti fra mito e razionalit nellopera di Horkheimer, Adorno e Habermas. Si chiarisce cos che lattuale deprezzamento delle forme di pensiero mitico nellanalisi sociale della teoria critica dovuto ai modelli di pensiero dellilluminismo europeo. Kuhn, Rolf Leiblichkeit und Lebendigkeit Michel Henrys Lebensphnomenologie absoluter Subjektivitt als Affektivitt Karl Alber, ottobre 1992 pp.640, DM 178 Kulke, Chr. - Scheich, E. (a cura di) Zwielicht der Vernunft. Die Dialektik der Aufklrung aus der Sicht von Frauen Centaurus-Vl, luglio-agosto 1992 pp.189, DM 38 Kulp, Christopher B. The end of epistemology: Dewey and his current allies on the spectator theory of knowledge Greenwood Press, novembre 1992 36,40 Il libro propone un esame degli in-

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fluenti argomenti di John Dewey contro le teorie tradizionali della conoscenza; in particolare contro la tradizionale teoria dello spettatore, la tesi che conoscere sia un rapporto contemplativo fondamentalmente passivo fra il conoscente e loggetto conosciuto. Lamarche-Vadel, Gatane (a cura di) Lhumilit: la grandeur de lintime Autrement, ottobre 1992 pp.189, F 98 Agli antipodi del mondo occidentale contemporaneo, lumilt elabora un pensiero paradossale, propone unaltra scala di valori, unaltra misura delle cose. Sul filo dei testi, il filosofo, il poeta, il caminatore e lartista tracciano la linea impercettibile dove linsignificante e lessenziale si riuniscono e si allontanano. Lance, Pierre Au-del de Nietzsche LEre nouvelle, luglio-agosto 1992 pp.272, F 125. Lanfranconi, Aldo Krisis. Eine Lektre der Weltalter. Texte F. W. J. Schelling Frommann, luglio-agosto 1992 pp.380, DM 152 Questo volume stato presentato dalla Schelling-Kommission della Accademia bavarese delle scienze. Laruelle, Franois Thories des Identits PUF, luglio-agosto 1992 pp.320, F 198 Le identit, nella scienza e fuori dalla filosofia, vanno citate al plurale. Viventi, inalienabili, si perdono nel mondo, la storia, il potere, il linguaggio. Lasswitz, Kurd Die Lehre Kants von der Idealitt des Raumes und der Zeit allgemeinverstndlich dargestellt Klotz, settembre 1992 pp.246, DM 70 Laursen, John Christian The politics of skepticism in the ancients, Montaigne, Hume and Kant Brill, ottobre 1992 pp.250, Dfl 100 Lavelle, Louis De lacte Aubier, ottobre 1992 pp.576, F 195 Pubblicato nel 1937, questo libro vuole dimostrare che il pensiero deve compiere lesperienza di uscire dallessere, esperienza alla quale partecipa la nostra coscienza. Lee, Donald C. Toward a sound world order. A multidimensional, hierarchical ethical theory Greenwood Press, settembre 1992 31,85 Con i filosofi e gli psicologi da Platone a Maslow, lautore ritiene che gli uomini progrediscano per mezzo di stadi gerarchici di evoluzione morale e biologica, e che lobiettivo etica dellumanit sia di creare un ordine mondiale che soddisfi a tutti i livelli i bisogni umani e ambientali. Lerner, M.P. Tre saggi sulla cosmologia alla fine del Cinquecento Bibliopolis, ottobre 1992 pp.104, L. 20.000 Questo volume raccoglie il testo riveduto e annotato di tre conferenze tenute a Firenze nel giugno 1991 sotto gli auspici dellIstituto Italiano per gli Studi Filosofici insieme con lIstituto sul Rinascimento e con lIstituto e Museo di Storia delle Scienze. Levy, Charles S. Social work ethics on the line Haworth Press, dicembre 1992 pp.138, 8,95 Una guida che vuole essere di aiuto agli operatori sociali nei dilemmi etici e assisterli nellesercizio nella discrezione professionale senza dover ricorrere esclusivamente ai codici di etica professionale a cui essi sono legati. Con 24 descrizioni che rappresentano situazioni che si incontrano di frequente. Lindberg, David C. The beginnings of Western science. The European scientific tradition in philosophical, religious and institutional context, 600 B.C. to A.D. 1450 Univ. of Chicago Pr., ottobre 1992 pp.424, $ 23 Ampia cronaca dellevoluzione di idee, pratiche e istituzioni scientifiche dai filosofi greci presocratici agli scolasti del tardo medio evo. Linke, Werner Zum Wandel des Selbstbewutseins. Anthropologischen Betrachtungen Schuble, ottobre 1992 pp.120, DM 62 Litschev, A. - Kegler, D. (a cura di) Abschied vom Marxismus. Sowjetische Philosophie im Umbruch Rowohlt, luglio- agosto 1992 DM 24,90 12 testi mostrano le dimensioni di problemi che in un periodo di rivolgimenti appaiono con tutti i segnali di una transizione: critica e superamentp dei sistemi totalitari. Indagine sui nuovi orientamenti. Spaccatura del pensiero e della coscienza storica. Locke, John Lettres sur la tolrance A cura di J.-F. Spitz Flammarion, ottobre 1992 pp.288, F 38 La societ poggia su un contratto e il sovrano deve obbedire alle leggi; in caso contrario linsurrezione del popolo legittima. Cos dice John Locke in questopera apparsa nel 1689, un anno prima del Saggio sullintelletto umano. Lnheysen, Wolfgang von Raffael unter den Philosophen. Philosophen ber Raffael. Denkbild und Sprache der Interpretation Dunker & Humblot, luglio-agosto 1992 pp.415, DM 68 I quadri di questo artista possono servire a interpretare anche le immagini mentali dei filosofi. Di fronte ai dipinti di un tempo lontano solo il pensiero pu costruire un ponte attraverso il quale possiamo ancora comprenderli superando labisso temporale, visto che la scienza a dispetto della molteplicit della sua conoscenza causale non riesce a fornire spiegazioni soddisfacenti. Lueken, Geert-Lueke Inkommensurabilitt als Problem rationalen Argumentieren Frommann-Holzboog, ottobre 1992 pp.410, DM 118 Malebranche, Nicolas de Treatise on nature and grace Clarendon, ottobre 1992 pp.256, 30 Traduzione di unopera controversa e influente di Nicolas Malebranche (1638-1715), filosofo francese. Il Trattato ebbe grande importanza nei dibattiti del XVII secolo sulla natura della grazia divina e della salvezza. La traduzione accompagnata da una sostanziosa ed erudita introduzione. Malebranche, Nicolas de Oeuvres A cura di G. Rodis-Lewis Gallimard, ottobre 1992 F 460 Lapparizione del Trattato della natura e della grazia, nel 1680, frutt al suo autore gli attacchi violenti di Arnauld e soprattutto di Boussuet, che denunci quesl razionalismo in cui Dio non era pi lautore che di un certo ordine generale mentre il resto si sviluppa come pu. Mali, Joseph The rehabilitation of myth. Vicos New Science Cambridge UP, ottobre 1992 pp.272, 35 Mali sostiene che la Nuova Scienza di Vico va interpretata secondo le chiavi e le regole di interpretazione dello stesso Vico, soprattutto sulla sua affermazione che la chiave di volta di questa Nuova Scienza sia la scoperta del mito. Malpas, J. E. Donald Davidson and the mirror of meaning. Holism, truth, interpretation Cambridge UP, settembre 1992 pp.296, 35 Lautore ci offre un resoconto della concezione olistica ed ermeneutica dellinterpretazione linguistica di Davidson e, pi in generale, della mente. Manz, Hans-G. v. Fairne und Vernunftrecht Olms, ottobre 1992 pp.282, DM 49,80 Mariotte, Edme Roberval, Gilles Personne de Picolet, Guy (a cura di) Essai de logique; Les principes du devoir et des connaissance humaines Fayard, ottobre 1992 pp.206, F 195 Edme Mariotte (1620-1684), fisico francese, noto anche come filosofo. Un testo di logica matematica fra i pi potenti di tutto il XVII secolo. Mayer, Hans Der Zeitgenosse Walter Benjamin Jdischer, luglio-agosto 1992 pp.96, DM 24 Un saggio presentato da Hans Mayer il 15 luglio 1992 per il centesimo anniversario della nascita di Walter Benjamin. McKirahan, Richard D. Principles and proofs. Aristotles theory of demonstrative science Princeton UP, settembre 1992 pp.356, $ 55 I Secondi analitici contengono la prima trattazione estesa della natura e della struttura della scienza nella storia della filosofia. McKirahan tenta uninterpretazioe simpatetica, seguendo la guida del testo, piuttosto che imponendovi una cornice contemporanea. Mehring, Reinhard Heideggers berlieferungsgeschick. Eine dionysische Inszenierung Knigshausen und Neumann ottobre 1992 pp.160, DM 34 Labilit di Heidegger di curarsi della propria tradizione viene raccomandata e correntemente discussa come nuovo approccio allinterpretazione complessiva degli enigmi del pensiero dellessere, la saga dellevento. Miller, Richard W. Moral differences. Truth, justice and conscience in a world of conflict Princeton UP, luglio-agosto 1992 pp.416, $ 23 Lautore, attingendo a diversi campi della filosofia e delle scienze sociali, tra cui i suoi lavori precedenti di filosofia della scienza, propone un quadro del nostro accesso alla verit morale e, allinterno di questa cornice, elabora una teoria della giustizia e una valutazione del ruolo della moralit nella scelta razionale. Misrahi, Robert Le corps et lesprit dans la philosophie de Spinoza Laborat. Delagrange, ottobre 1992 pp.139, F 74 Spinoza combatt instancabilmente contro il dualismo. Dopo aver criticato il dualismo anima-corpo, combatt quello interno allanima: lopposizio-

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ne tradizionale della volont e dellintelletto. Mitterer, Joseph Das Jenseits der Philosophie. Wider das dualistische Erkenntnisprinzip Passagen-Vlg., ottobre 1992 pp.120, DM 26 Mohanty, Jitendra Nath Reason and tradition in indian thought: An essay on the nature of indian philosophical thinking Clarendon, ottobre 1992 pp.320, 37,50 Il volume esplora il pensiero indiano per mezzo dei concetti fondamentali che lo ispirano. Fra quelli discussi coscienza e soggettivit, linguaggio e significato, logica e verit. Per aiutare la comprensione, vengono applicate concezioni della moderna filosofia analitica e fenomenologica occidentale. Montaigne, Michel de Essais. Diogenes, ottobre 1992 pp.2744, DM 248 Questa edizione riunisce tutti i saggi, una biografia di Montaigne, le sue lettere, Von der freiwilligen Dienstbarkeit di Etienne de la Boties, le critiche agli Essais e un dettagliato indice analitico delle persone e delle parole chiave. Montmarquet, James A. Epistemic virtue and doxastic responsability Rowman & Littlefield novembre 1992 pp.188, 31,50 Difendendo unoriginale idea sulla nostra responsabilit per la convinzione e la relazione di tale responsabilit con la giustificazione morale delle nostre azioni, Montmarquet presenta un dettagliato resoconto di alcuni tratti del carattere intellettuale (le virt epistemiche) e del loro rapporto con le credenze di ognuno. Mooney, Michael Vico e la tradizione della retorica Il Mulino, luglio 1992 pp. 362, L. 40.000 Lautore cerca di collocare la riflessione e lopera di Giambattista Vico allinterno di una tradizione retorica che affonda le sue radici tanto nellantichit quanto nella cultura umanistica (Aristotele, Cicerone, Quintiliano), secondo la quale la retorica stessa intesa non come dottrina linguistica accessoria ed esornativa, ma come cultura attiva portatrice anche di valori etici, sociali e civili. Moravcsik, Julius Plato and platonism: Platos conception of appearance and reality in ontology, epistemology and ethics and its modern echoes Blackwell Publis., ottobre 1992 pp.352, 40 Il volume si apre con un dibattito sulla concezione platonica di disciplina autenticamente razionale (techne). Lautore dimostra come la teoria della reminiscenza, della Forma come fattore ultimo di spiegazione e delletica platonica dellideale umano di bene emergano da condizioni essenziali delle technai. Morgenstern, Martin Nicolai Hartmann. Grundlinien einer wissenschaftlich orientierten Philosophie Francke, ottobre 1992 pp.230, DM 58 Morris, Michael The good and the true Clarendon, novembre 1992 pp.352, 37,50 Confrontando la concezione scientifica della natura della realt, Michael Morris suggerisce che per noi il concetto di possesso, fede e verit hanno senso solo in unottica in cui i valori in generale, e il bene morale in particolare, contino qualcosa come parte del mondo. Mugnai, Massimo Leibnizs theory of relations Steiner, luglio-agosto 1992 pp.291, DM 96 Mller, W. E. Schulz, H. H. R. (a cura di) Theologie und Aufklrung. Festschrift fr Gottfried Hornig zum 65. Geburstag Knigshausen und Neumann settembre 1992 pp.446, DM 138 A fronte del giudizio per lo pi complessivamente negativo sullilluminismo, che si rovescia nel suo contrario, i saggi di questo volume si adoperano per raggiungere una chiarificazione immanente dello stato di cose dellIlluminismo nelle differenti forme illuministiche della filosofia, della teologia e della poesia. Mller, Wolfgang H. Ethik als Wissenschaft und Rechtsphilosophie nach Immanuel Kant Knigshausen und Neumann ottobre 1992 pp.118, DM 26 Nel presente saggio lautore dimostra come la morale, nonch il diritto privato, quello penale e quello pubblico si possano formare da un punto di vista scientifico. Neumann, Walter G. Das Wesen von Geist und Natur. Zur negativen Metaphysik Haag & Herchen, settembre 1992 pp.256, DM 38 Nietzsche, Friedrich Ecce homo: How one becomes what one is Penguin Books, novembre 1992 pp.144, 4,99 Unautobiografia portata a termine pochi giorni prima del collasso mentale di Nietzsche, e in ogni caso il suo ultimo testamento. Si tratta di un sommario in cui si ritrovano lopera e i conflitti della sua vita, unultima parola dalla sua posizione di filosofo, psicologo e anti-Cristo. Nietzsche, Friedrich Wilhelm Maximes et penses A. Silvaire, ottobre 1992 F 39 Scelta di aforismi sferzanti scritti dallautore della Gaia scienza. Nietzsche, Friedrich Wilhelm Ecce homo; Nietzsche contre Wagner A cura di E. Blondel Flammarion, ottobre 1992 pp.320, F 42 Nel primo libro, testo autobiografico, Nietzsche rivela la diversit della sua personalit e lorigine della propria saggezza. Nel secondo il filosofo intenta un processo postumo contro il musicista, colpevole di aver disprezzato lesistenza rifugiandosi nel romanticismo e nella tragedia. Nolte, Ernst Martin Heidegger. Politik und Geschichte im Leben und Denken Propylen, settembre 1992 pp.336, DM 39,80 Nussbaum, Martha - Sen, Amartya (a cura di) The quality of life Clarendon, novembre 1992 pp.460, 50 Economisti e filosofi di punta compiono il tentativo di definire e misurare la qualit di vita. Vengono discussi e connessi a questioni pratiche i recenti sviluppi delle definizioni filosofiche di benessere. OBrien, Denis Theodicee plotinienne, theodicee gnostique E. J. Brill, novembre 1992 pp.128, Dfl 80 Analisi del Contro gli gnostici di Plotino, questopera sostiene che nei primi trattati delle Enneadi Plotino propone una teoria della generazione della materia dallanima che poi d per scontata nei suoi attacchi agli gnostici. Oelmller, W. (a cura di) Worber man nicht schweigen kann. Neue Diskussion zur Theodizeefrage W. Fink, settembre 1992 pp.317, DM 78 Che cosa possono dire filosofi e teologi senza minimizzare n rimuovere, senza autoinganno n inganno per Dio (Giobbe) allanonima, incolpevole e provocata dagli uomini sofferenza nella natura, nella storia e nella convivenza umana? Lintroduzione al dibattito e il protocollo autorizzato di un congresso internazionale cercano le risposte a tali domande. Olson, Alan M. Hegel and the spirit. Philosophy as pneumatology Princeton UP, luglio-agosto 1992 pp.240, $ 30 Il testo indaga sul significato della grande categoria filosofica hegeliana di Geist, per mezzo di quella che Olson definisce una tesi pneumatologica. Egli sostiene che lelaborazione di Hegel di una filosofia come pneumatologia deriva da una lettura dellinterpretazione dialettica luterana dello spirito. Otsuru, Tadashi Gerechtigkeit und dike. Der Denkweg als SelbstKritik in Heideggers Nietzsche-Auslegung Knigshausen und Neumann luglio-agosto 1992 pp.190, DM 44 Il libro un tentativo di evidenziare la svolta nel pensiero di Heidegger verso Sein und Zeit alla luce dei suoi studi nietzscheani rispetto al tentativo sistematico di trovare unimpostazione per i quesiti sui rapporti fra storia e libert che non derivano pi dallodierno concetto di autodeterminazione. Otto, Stephan Giambattista Vico. Lineamenti della sua filosofia Guida Editori, giugno 1992 pp.163 Qual il motivo per cui Vico fu scoperto solo nel XIX secolo e perch ci fu bisogno di un altro secolo prima che fosse definitivamente tratto fuori dal deserto in cui visse durante il suo tempo? Da queste domande muove il libro di Stephan Otto che costituisce la prima introduzione sistematica al pensiero vichiano apparsa in Germania. Sostenuta da un esplicito intento divulgativo, questa introduzione, che vuole contribuire a porre fine alla storia delloblio cui Vico in Germania non stato ancora sottratto, tuttavia organizzata intorno a una proposta interpretativa forte: una lettura in chiave trascendentalista della filosofia vichiana che unisce originalit filosofica e ricostruzione sistematica. Owens, David Causes and coincidences Cambridge UP, settembre 1992 pp.200, 30 Owens mette in discussione le idee associate a Hume, Davidson e Lewis e costruisce una teoria che distingue la necessit nomologica e la sufficienza dalle loro controparti logiche, riuscendo a fornire una soluzione nuova ai maggiori problemi della causalit. Owens, Joseph Cognition: An epistemological inquiry Univ. of Notre Dame, ottobre 1992 pp.384, 11,95 Cognition un fondamentale testo introduttivo per corsi universitari di filosofia della conoscenza. Joseph Owens qui amplia langusta trattazione della metafisica che aveva dato nel suo libro precedente, An Elementary Christian Metaphysics, facendone unepistemologia pienamente sviluppata.

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Padgett, Alan God, eternity and the nature of time Macmillan Acad., settembre 1992 pp.208, 35 Analisi e discussione della natura del tempo e delleternit, focalizzata sullatemporalit di Dio. Dopo aver preso in esame due teorie del tempo alla luce della scienza moderna, lautore sostiene un concetto processo del tempo. Panichas, George A. The critic as conservator: Essays in literature, society and culture Catholic University of America dicembre 1992 pp.262, 39,95 Terzo libro di una trilogia. The Reverent Discipline, The Courage of Judgement e questultima raccolta sono tutte critiche non solo della letteratura e della critica, ma anche della cultura e della societ, scritte dalla tradizione di quella che Edmund Burke chiama la dissidenza del dissenso. Patocka, Jan Introduction la phnomnologie de Husserl J. Millon, ottobre 1992 pp.240, F 120 Scritto nel 1965-66, il libro una messa a punto critica e una contestualizzazione storica dellopera del fondatore della fenomenologia. Paul, Dietmar O. Menschliches und Philosophisches oder Der nchste Untergang der Welt Universitas, settembre 1992 pp.210, DM 29,80 Anacronistica riflessione di un pensatore erudito e di un buon parlatore, che osserva i nostri rapporti odierni e le nostre teorie, i nostri modi e i nostri capricci alla luce sorprendente della filosofia e dellestetica classica e classicista. Peter, Niklaus Im Shatten der Modernitt. Franz Overbecks Weg zur Christlichkeit unserer heutigen Theologie J. B. Metzler, ottobre 1992 pp.184, DM 48 Il teologo e critico della teologia Overbeck alla fine del XIX secolo si pone in una cesura nella quale si incrociano importanti linee di un dibattito di critica della civilt. In tal modo egli costituisce in tempi di rinnovato dibattito sul moderno una figura interessante sia da un punto di vista storico che sistematico. Piaget, Jean Sagesse et illusion de la philosophie PUF, luglio-agosto 1992 pp.320, F 64 Lo sviluppo della psicologia scientifica e di altre scienze che toccano i problemi dello spirito secondo Piaget irreversibile, in quanto riposa sulla coscienza degli errori che non si faranno pi poich nella scienza impossibile sbagliarsi due volte nello stesso modo. Picht, Georg Zukunft und Utopie. Einleitung von Heinz Wismann Klett-Cotta, luglio-agosto 1992 pp.420, DM 68 Finch vivono, gli uomini sono condannati al futuro. Allo stanco cinismo e alla paura di una generazione, viene qui contrapposto il progetto di una filosofia illuminata che incoraggi unazione e un pensiero responsabili. Pieper, A. (a cura di) Geschichte der neueren Ethik. Bd. 1: Neuzeit. Bd. 2: Gegenwart Francke, ottobre 1992 pp.32 , DM 32,80 Plato The Republic Everymans Libr., novembre 1992 pp.368, 8,99 Lopera di Platone descrive una societ che ad alcuni sembra la comunit umana ideale, ad altri un incubo totalitario, ma in ogni caso continua a sollevare questioni politiche, artistiche, educative e in genere di condotta di vita. Platon Rpublique A cura di E. Chambry Gallimard, ottobre 1992 F 90 Le questioni indiscrete e fastidiose (che cos la virt? il coraggio? la piet?) con le quali Socrate esasperava i suoi concittadini sono ancora pi attuali e pi imbarazzanti che mai. Platon Apologie de Socrate; Criton; Phdon A cura di B. e R. Piettre LGF, ottobre 1992 pp.382, F 31 LApologia di Socrate mette in scena il famoso processo del grande filosofo. I tre testi formano un tuttunico che fa luce sulla personalit morale di Socrate, rivelando tutti i temi della sua dottrina: ideale di giustizia, distacco dalla vita e dai beni umani, visione del bene supremo, serenit dellanima giusta. Pleines, Jrgen E. Studien zur Ethik Olms, ottobre 1992 pp.431, DM 68 Popper, Karl Die offene Gesellschaft und ihre Feinde. Band I: Der Zauber Platons. Band II: Falsche Propheten. Hegel. Marx und die Folgen. J.C.B. Mohr, luglio-agosto 1992 pp.500, DM 78 Popper, Karl Unended quest. An intellectual biography Routledge, settembre 1992 pp.288, 10 A questa edizione della sua autobiografia Karl Popper ha aggiunto una prefazione, Poscript to Marxism, e un ulteriore saggio bibliografico. Price, John Valdimir The ironic Hume (1965) Thoemmes, novembre 1992 pp.208, 32 Uno studio dellopera di David Hume, il filosofo e storico scozzese, firmato da John Valdimir Price, il quale conclude che il testo da solo non basta a stabilire il significato di un autore. Prigogine, Ilya Stengers, Isabelle Entre le temps et leternit Flammarion, ottobre 1992 pp.222, F 46 La filosofia occidentale, da Kant a Bergson, si fonda sulla scissione fra un mondo esteriore autonomo e un mondo interiore di libert e di responsabilit. Oggi le immagini di questi due mondi convergono, non sono pi separabili; la nostra percezione del tempo scientifico ne sconvolta. Prini, Pietro Plotino e la fondazione dellumanesimo interiore Vita e Pesiero, 1992 Ripensare Plotino vuol dire oggi ritrovare la dimensione, la consistenza del proprio s, lontano dalla coscienza infelice della separazione di s da s nel generale appiattimento delle tensioni spirituali del nostro tempo. Puech, Bernard Comprachicos Corti, ottobre 1992 pp.217, F 100 Per lautore di questa riflessione sulla filosofia e il suo atto di nascita, ai giorni nostri bisogna fare ben pi che leggere fra le righe di un testo di Platone, ma leggere proprio quelle righe che una certa lettura dimentica. Pugliese Carratelli, G. Blasucci, L. - Sacarese, G. Villani, P. Incontro con Albino Pierro Bibliopolis, novembre 1992 pp.61, L. 15.000 Albino Pierro d testimonianza del perenne vigore, in rinnovate forme, dellispirazione poetica animatrice di scrittori, artisti e pensatori della Magna Grecia. LIstituto Italiano per gli Studi Filosofici non poteva dimenticare un poeta classico del nostro tempo e intorno a lui si sono pertanto riuniti il 12 gennaio 1991, nel Palazzo Serra di Cassano, amici devoti per esprimergli consenso e anmmirazione. Da qui lo spunto del libretto. Rand, Benjamin Baldwin, James M. (a cura di) Bibliography of philosophy, psychology and cognate subjects (1905): Part I of volume III of dictionary of philosophy and psychology Thoemmes Press, novembre 1992 pp.570, 60 Bibliografia della storia della filosofia fino al 1900, il volume risulter di grande aiuto nella ricerca per gli studiosi. Reeve, C. D. C. Practices of reason. Aristotles Nicomachean Ethics Clarendon Press, settembre 1992 pp.240, 27,50 Unesplorazione dei fondamenti epistemologici, metafisici e psicologici dellEtica Nicomachea di Aristotele. Fra gli argomenti trattati il ruolo dellepisteme (la conoscenza scientifica), del nous (dialettica e interpretazione), della phronesis (la saggezza pratica) e delleudaimonia (la felicit). Regehly, Thomas Hermeneutische Reflexionen ber den Gegenstand des Verstehens Olms, ottobre 1992 pp.300, DM 48 Reinecke, Volker Kultur und Todesantinomie. Die Geschichtsphilosophie Franz Borkenaus Passagen-Vlg., ottobre 1992 pp.240, DM 49,80 Renan, Ernst - Retat, Laudyce (a cura di) Dialogues philosophiques Ed. du CNRS, ottobre 1992 F 135 Questi testi sono una testimonianza fondamentale del trauma prodotto dalla guerra del 1870 e quindi dalla Comune su una certa mentalit intellettuale del tempo. Nel terzo dialogo limmaginazione dei sapienti arriva a una visione allucinata della scienza, creatrice dei miti e di quelle religioni a cui sostiene di sostituirsi. Resch, Robert P. Althusser and the renewal of Marxist social theory Univ. of California, settembre 1992 pp.381, $ 48 Rasch ci offre unintroduzione vasta e tematica allopera di Althusser, Nicos Poulantzas, Pierre Macherey, Etienne Balibar, Emmanuel Terray, Terry Eagleton, Goran Therborn, Rene Balibar, Perry Anderson, Pierre-Philippe Rey, Michel pchaux, Guy Bois e altri. Robinson, Daniel N. (a cura di) Social discourse and moral judgement Academic, novembre 1992 pp.266, 34 La presente raccolta di saggi (presentati a un simposio su costruttivismo sociale e moralit) esplora lo sviluppo della moralit allinterno dellindividuo, la sua evoluzione allinterno della societ e il suo posto allinterno della legge. Rd, Wolfgang Der Gott der reinen Vernunft. Die Auseinandersetzung um den ontologischen Gottesbeweis vonn Anselm bis Hegel Beck, Mnchen ottobre 1992 pp.240, DM 48

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Rodd, Rosemary Biology, ethics and animals Clarendon, ottobre 1992 pp.280, 10,95 Nel dibattito sui diritti animali, i biologi a volte si sentono minacciati dalle critiche alluso che fanno degli animali. Talvolta forse pensano anche che la discussione filosofica sugli animali sia a tal punto astratta da essere priva di senso. Il libro propone una trattazione congiunta di biologia e filosofia di questi atteggiamenti. Roethke, Gisela Zur symbolik in Hermann Brochs Werken. Platons Hhlengleichnis als Subtext Francke, luglio-agosto 1992 pp.199, DM 48 Rorty, A. O. (a cura di) Essays on Aristotles poetics Princeton UP, settembre 1992 pp.480, $ 24 In questi ventun saggi, filosofi e classicisti esplorano il corpus dellopera di Aristotele cercando di collegare la Poetica alle altre concezioni della psicologia e della storia, etica e politica. Rossetti, L. (a cura di) Understanding the Phaedrus. Proceedings of the II. Symposium Platonicum Akademia-Vlg., luglio-agosto 1992 pp.328, DM 98. Rotschild, Kurt W. Ethik und Wirtschaftstheorie J.C.B. Mohr, settembre 1992 pp.120, DM 40 Spesso etica e scienza economica vengono in conflitto. Rotschild ci mostra quali elementi etici si celino nella teoria economica e perch si generino difficolt e malintesi nel dibattito etico-economico. Rudolph, E. (a cura di) Die Vernunft und ihr Gott. Studien zum Streit zwischen Religion und Aufklrung Klett-Cotta, luglio-agosto 1992 pp.147, DM 48 Chi, nelle grandi contrapposizioni ideologiche del XVIII secolo, ha riportato la vittoria? LIlluminismo in forma di prassi scientifica non soggiogata? O la religione, come necessario soddisfacimento dei bisogni, a superare significativamente la finitezza dellesserci? Ruffing, Rainer Agnes Heller. Pluralitt und Moral Lescke & Budrich, settembre 1992 pp.172, DM 33 Una presentazione complessiva delle opere filosofiche e di teoria politica di Agnes Heller. Lautore mette a confronto Agnes Heller con Jrgen Habermas, Marianne Gronemeyer e Jean Baudrillard ed espone la particolare proposta della Heller di una teoria del moderno. Ruprecht, E. und A. (a cura di) Tod und Unsterblichkeit. Texte aus Philosophie, Theologie und Dichtung vom Mittelalter bis zur Gegenwart. Band 1: Von der Mystik des Mittelalters bis zur Aufklrung Urachhaus, settembre 1992 pp.600, DM 128 Salamun, K. (a cura di) Ideologien und Ideologiekritik Wissenschaftl. Buc., ottobre 1992 pp.216, DM 36 Si discute dei rapporti fra ideologia e politica e della tesi della fine delle ideologie, nonch di singoli fenomeni di ideologizzazione in etica, scienza e teologia. Schelling, Friedrich W. J. System des transzendentalen Idealismus Prefazione di W. Schulz a cura di H. D. Brandt e P. Mller Felix Meiner, ottobre 1992 pp.310, DM 36 Con il Sistema dellidealismo trascendentale (1800) Schelling fondava il programma della propria filosofia. Nuova edizione sullimpronta della prima. Scherb, Martin Knstliche und natrliche Sprache. Bemerkungen zur Semantik bei Tarski und Wittgenstein Olms, ottobre 1992 pp.90, DM 25,80 Scherer, Georg Philosophie des Mittelalters J. B. Metzler, ottobre 1992 pp.160, DM 22,80 Scherer, Klaus (a cura di) Justice: Interdisciplinary perspectives Cambridge UP, ottobre 1992 pp.314, 40 Il volume mette assieme i principali studiosi delle scienze sociali e discute i recenti studi teoretici ed empirici della giustizia, che esaminano la natura della giustizia nelle ottiche attuali filosofiche, economiche, legali, sociologiche e psicologiche, esplorando possibili linee di convergenza. Schleiermacher, Friedrich Schleiermachers introduction to the Dialogues of Plato (1836) Thoemmes Press, novembre 1992 pp.454, 48 Studio della filosofia antica, in particolare di Platone, a opera del filosofo tedesco Friedrich Schleiermacher, che analizza anche la composizione dei Dialoghi platonici. Schmidt-Biggeman, Wilhelm Sinn-Welten, Welten-Sinn. Eine philosophische Topik Suhrkamp, luglio-agosto 1992 pp.180, DM 32 Con questo libro Schmidt-Biggeman ci offre un rendiconto filosofico. Il risultato (come al solito, attraverso lesperienza, il viaggio): una topografia dei ricordi, che nel complesso approda a una totalit confusa. Schmitz, Heinz-G. Die Glcklichen und die Unglcklichen. Politische Eudmonologie, sthetischer Staat und erhabene Kunst im Werk Friedrich Schillers Knigshausen und Neumann ottobre 1992 pp.128, DM 29,80 Schmitz, Hermann Die entfremdete Subjektivitt. Von Fichte zu Hegel Bouvier, ottobre 1992 pp.320, DM 95 Schmitz-Moormann, K. (a cura di) Schpfung und Evolution. Neue Anstze zum Dialog zwischen Theologie und Naturwissenschaft. Beitrge zu dem Symposium aus Anla der 300-Jahr-Feier der Publikation der Principia Mathematica Newtons Patmos-Vlg.,ottobre 1992 pp.168, DM 32,80 Schneider, Fridhelm Die Wahrnehmung der Wirklichkeit. Ein philosophischer Essay Attempto-Vlg., ottobre 1992 pp.322, DM 39,80 Schneider, H. J. Inhetveen, R. (a cura di) Enteignen uns die Wissenschaften? Zum Verhltnis zwischen Erfahrung und Empirismus W. Fink, settembre 1992 pp.192, DM 48 Gli autori dimostrano come i metodi oggettivanti portano a risultati insoddisfacenti degli oggetti (per esempio in sociologia e in filosofia della politica) ed esplorano anche la specificit delle complesse forme di articolazione dellesperienza (etica, estetica, psicoanalisi). Schnelzer, Thomas Tod als lezte Entsheidung. Pldoyer fr die Endentscheidungshypothese des Ladislaus Boros Roderer, luglio-agosto 1992 pp.140, DM 36 Schobingen, Jean-Pierre Miszellen zu Nietzsche. Versuche von operationalen Auslegungen Schwabe, ottobre 1992 pp.180, DM 43 - Sfr 36 Schoeman, David Ferdinand Privacy and social freedom Cambridge UP, ottobre 1992 pp.240, 30 Il libro attacca la premessa che si ritrova in molta filosofia morale che il controllo sociale in quanto tale sia una forza intellettualmente e moralmente distruttiva. Questa concezione viene sostituita con una visione sulla natura del carattere sociale che mira a mostrare come la libert sociale non possa significare immunit dalle pressioni sociali. Schopenhauer, Arthur Eis auton (A soi-mme) A cura di G. Fillion Anabase, ottobre 1992 pp.55, F 65 In questi appunti intimi, tradotti per la prima volta in francese, Schopenhauer ha riunito per quasi trentacinque anni osservazioni su se stesso, riflessioni sullesistenza e citazioni che corroborano la sua visione pessimista dellumanit. Schttker, Detlev Walter Benjamin J.B. Metzler, luglio-agosto 1992 pp.160, DM 22,80 Schubert, Elke Gnther Anders Rororo, settembre 1992 DM 10,90 La sua originale e conseguente opera filosofica a tuttoggi pressoch inosservata. Decisiva da questo punto di vista la radicalit con cui Anders mette in crisi la filosofia occidentale: il Signore della Creazione non luomo, ma la tecnica, alla quale egli si pone di fronte come essere manchevole e antiquato. Schulthess, Peter Sein, Signifikation und Erkenntnis bei Wilhelm von Ockham Akad.-Verlag, luglio-agosto 1992 pp.336, DM 74 Schler, Werner Leibniz Auffassung des menschlichen Verstandes (intellectus). Eine Untersuchung zum Standpunktwechsel zwischen systme commun und systme nouveau und dem Versuch ihrer Vermittlung de Gruyter, ottobre 1992 pp.256, DM 138 Per la prima volta qui viene resa accessibile la difficilissima problematica della comprensione nel pensiero di G. W. Leibniz, nellambito della sua problematica del punto di vista. Limmagine consueta di Leibniz ne esce non poco modificata. Scott, William R. Francis Hutcheson. His life, teaching and position in the history of philosophy (1900) Thoemmes, novembre 1992 pp.318, 14,99 Uno studio su Francis Hutcheson dal punto di vista della vita, dellinsegnamento e della sua posizione nella storia della filosofia. Scott era partito con il modesto progetto di raccogliere materiale per un articolo sul periodo dublinese di Hutcheson, prima della nomina alla cattedra di filosofia morale a Glasgow. Secret, Franois Hermtisme et Kabbale Bibliopolis,novembre 1992 pp.146, L. 22.000

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Il tema trattato dallautore in questo volume il risultato di numerosi lavori, tra i quali anche quello del Prof. Cesare Vasoli. Lo scopo fornire dei chiarimenti su una inchiesta iniziata pi di quarantanni fa e che stata chiamata la Cabala cristiana. Seidel Menchi, Silvana Erasmus als Ketzer: Reformation und Inquisition im Italien des 16. Jahrhunderts E. J. Brill, ottobre 1992 pp.604, Dfl 260 Basato principalmente sui verbali dei processi dellInquisizione provenienti da ogni parte della penisola, questo saggio sulla Riforma e sullInquisizione mette in luce lampia diffusione delle idee di Erasmo in Italia. Uno studio tanto sullaccoglienza di Erasmo quanto sulla dimensione sociale della Riforma. Seifen, Johannes Der Zufall - Eine Chimre? Untersuchungen zum Zufallsbegriff in der philosophische Tradition und bei Gottfried Wilhelm Leibniz Akademia-Vlg., ottobre 1992 pp.260, DM 48 Seifert, Helmut Einfhrung in die Hermeneutik. Die Lehre von der Interpretation in der Fachwissenschaften Francke, settembre 1992 pp.240, DM 29,80 Severino, Emanuele La bilancia. Pensiero sul nostro tempo Rizzoli, novembre 1992 pp.218, L. 29.000 Dagli anni Ottanta la Storia ha subito una velocissima trasformazione; tutto in crisi e la stessa filosofia - quasi paralizzata dal crollo del suo ultimo grande sistema - sembra impotente a trasmetterci nuove ipotesi, a darci risposte che sappiano accompagnarci e aiutarci. In questo libro, Emanuele Severino ci offre risposte che gettano nuova luce su idee, fatti ed eventi che sembrano sfuggire a una qualsiasi logica, ci parla di come la storia stia portandoci al di fuori del nostro passato - ad di fuori, cio, della tradizione dellOccidente. Shea R., William Interpreting the World Science and Society a cura di A. Spadafora Science History UP, settembre 1992 pp.215 Shelton, George Morality and sovereignty in the philosophy of Hobbes Macmillan, ottobre 1992 pp.336, 47,50 Studio di due punti controversi della filosofia di Hobbes: la moralit e la sovranit. Il saggio distingue fra le due versioni di patto proposte da Hobbes, una delle quali stabilisce un vero sistema di moralit basato sulla regole aurea e laltro giustifica il potere assoluto del sovrano. Sholem, Gershom Fidelit et utopie Press Pocket, luglio-agosto 1992 Siep, Ludwig Praktische Philosophie im deutschen Idealismus Suhrkamp, ottobre 1992 pp.360, DM 24 Simmons, A. John The Lockean theory of rights Princeton UP, luglio-agosto 1992 pp.384, $ 50 Uno studio vasto e sistematico della teoria del diritto di Locke e delle sue potenzialit come autentico contributo ai dibattiti contemporanei sui diritti e sul loro posto nella filosofia politica. Simmons fa ampio riferimento a opere pubblicate e non pubblicate di Locke. Slater, John G. Frohmann, Bernd (a cura di) Collected papers of Bertrand Russell: Logical and philosophical papers: Vol. 6 1909-13 Routledge, ottobre 1992 pp.682, 95 Gli anni presi in esame da questo volume della Raccolta di scritti di Bertrand Russell furono fra i pi produttivi di tutta la carriera di Russell. Slote, Michael From morality to virtue Oxford UP, ottobre 1992 pp.320, 32,50 Lobiettivo principale di questo trattato di sostenere che letica della virt dovrebbe essere considerata la teoria fondante che pu dare una spiegazione pi soddisfacente di tutta una serie di idee sul valore, la scelta, lobbligo e lazione razionale rispetto alletica kantiana, a quella del buon senso o allutilitarismo. Smith, C. U. M. Problem of mind: Evolution, neuroscience, philosophy The Athlone Press, novembre 1992 pp.320, 28 Il testo discute il posto della mente nella natura e spiega lesistenza della soggettivit in un mondo di cose. Fra le altre pubblicazioni di Smith, The problem of life: An essay in the origins of biological thought e Elements of molecular neurobiology. Sommerville, Johann P. Thomas Hobbes. Political ideas in historical context Macmillan Education, ottobre 1992 pp.256, 35 Attingendo a recenti studi e a quasi sconosciute fonti del XVII secolo, lautore pone gli insegnamenti di Hobbes sullo stato di natura, le origini del governo, il potere dei governanti, la natura della famiglia e altre questioni sullo sfondo del dibattito contemporaneo. Sorensen, Roy A. Thought experiments Oxford UP, settembre 1992 pp.352, 40 Lautore presenta una teoria generale degli esperimenti del pensiero filosofico, descrivendone pregi e difetti. Egli sostiene che sia possibile comprendere questi esperimenti concentrandosi sulla loro somiglianza con relativi scientifici. Sowa, Hubert Krisis der Poiesis. Schaffen und Bewahren als doppelter Grund im Denken Martin Heideggers Knigshausen und Neumann ottobre 1992 pp.400, DM 78 Sprockhoff, Harald von Naturwissenschaft und christlicher Glaube ein Widerspruch? Fink, luglio-agosto 1992 pp.230, DM 26,80 Sullesempio dellevoluzione con la sua fase cosmica, chimica e biologica e del suo legame con quasi tutti i rami della scienza naturale, lautore vorrebbe dimostrare che possibile un incontro delle due discipline fino a una reale intesa. Stewart, Melville Y. The greater good defence: An essay on the rationality of faith Macmillan, ottobre 1992 pp.256, 40 Il libro offre definizioni coerenti e compatibili di onnipotenza, onniscienza e onnibenevolenza. Ledifese del bene maggiore vengono esaminate, rintracciando le derivazioni di un resoconto di base di tale difesa nei principi teistici. Il volume d poi un resoconto delle origini del male. Stoyan, H. (a cura di) Erklrung im Gesprch - Erklrung im Mensch-Maschine-Dialog. Verffentlichungen eines Symposium an der TH Darmstadt, Juli 1989 Springer, luglio-agosto 1992 pp.149, DM 50 Il volume documenta lo stadio della ricerca nel campo della spiegazione e dello scambio scientifico fra informatici e filosofi. Strawson, P. F. Analysis and metaphysics. An introduction to philosophy Oxford UP, luglio-agosto 1992 pp.160, 8 Questo libro sostiene che le tre discipline tradizionalmente separate della metafisica, dellepistemologia e della logica sono altrettanti aspetti di una sola ricerca. Tachibana, Shundo The ethics of Buddhism Curzion Press, ottobre 1992 pp.304, 10,99 Il libro vuole dimostrare che il Buddismo, alle sue origini, una religione di grande statura morale e che la moralit propugnata dal Buddismo di tipo pratico. Il volume presenta unindagine delle virt cardinali del Buddismo, non limitandosi ad astrarne lidea morale e a filosofeggiare su di essa. Tanner, John S. Anxiety in Eden: A Kierkegaardian reading of Paradise lost Oxford UP, ottobre 1992 pp.256. 27,50 Lautore si serve del pensiero di Kierkegaard, in particolare della sua teoria dellansia, per proporre una nuova lettura del Paradiso perduto. Egli sostiene che, per Milton e Kierkegaard, la via al peccato o alla salvezza sta nellansia, che entrambi includono nel paradiso. Tegtmeier, Erwin Grundzge einer kategorialen Ontologie. Dinge, Eigenschaften, Beziehungen, Sachverhalte Karl Alber, ottobre 1992 pp.222, DM 68 Tejera, V. The city-state foundation of western thought UP of America, novembre 1992 pp.182, 14,95 Le due differenze principali fra la presente edizione riveduta e la prima sono laggiunta di una sezione delletica di Solone nel capitolo II, e lapproccio pi diretto al discorso del visitatore di Elea nel Politicus di Platone. Thomas, Jean-Franois Simone Weil et Edith Stein: souffrance et malheur Culture et vrit, ottobre 1992 Thompson, Paul B. The ethics of trade and aid: Us food policy, foreign competition and the social contract Cambridge UP, ottobre 1992 pp.272, 35 Lautore sostituisce al tradizionale modello militare-territoriale dello stato nazionale il concetto di stato commerciale che vede il proprio ruolo in termini di istituzioni internazionali che stabilizzino e facilitino gli scambi culturali, intellettuali e commerciali fra le nazioni. Titze, Hans Das philosophische Gesamtwerk Band 2: Kausalitt in Physik und Philosophie Schuble, settembre 1992 pp.240, DM 128 Todorov, Tzvetan Nous et les autres: la rflexion franaise sur la diversit humaine Seuil, ottobre 1992 pp.538, F 55 La relazione fra noi (il gruppo sociale o culturale al quale apparteniamo) e gli altri (quelli che non ne fanno parte) nei pensatori francesi: da Montesquieu a Segalen, da Montaigne a Lvi-Strauss.

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NOVITA IN LIBRERIA
Tozzi, Roberto Ci che razionale reale e ci che reale razionale Mursia Ed., novembre 1992 pp.728, L. 65.000 Questo terzo volume dellAntologia dei grandi filosofi copre il periodo che va dagli inizi dellOttocento al 1867, anno di pubblicazione del primo volume del Capitale di Karl Marx. In questi pochi decenni compaiono grandi figure di pensatori che influenzeranno profondamente la filosofia successiva. Grande protagonista la filosofia di Hegel nel suo affermarsi come pensiero egemone in Germania. Traub, Hartmut J.G. Fichtes Populrphilosophie. Eine Untersuchung der populrphilosophischen Schriften Frommann-Holz., settembre 1992 pp270, DM 84 Unger, Erich Vom Expressionismus zum Mythos des Hebrertums. Schriften 1909 bis 1931 A cura di M. Voigts Knigshausen und Neumann ottobre 1992 pp.149, DM 49,80 Il volume raccoglie saggi ancora parzialmente inediti di Erich Unger del periodo fra il 1909 al 1931. Grazie a questa edizione diviene evidente il forte influsso di Unger su Walter Benjamin e fa di questo testo un indispensabile strumento di ricerca per la valutazione dello sviluppo del pensiero benjaminiano. Valberg, J. J. The puzzle of experience Clarendon Press, novembre 1992 pp.240, 25 Il libro esplora il puzzle dellesperienza percettuale. Riflettendo sulla nostra esperienza possiamo ragionare su di essa, oppure aprirci a essa. Tali riflessioni generano una contraddizione sulloggetto dellesistenza. Il volume spiega come e perch sorge questa contraddizione e prende in considerazione le soluzioni. Valenti, Cesare Dissuasione metafisica Franco Angeli, ottobre 1992 pp. 320, L. 40.000 Si deve tornare a una ragione-verit eticamente unificata, pre-moderna e pre-weberiana? Da qui la rottura, i due regni proposti dallautore: da un lato la verit metafisica, metafisicamente dissuasa, immediata materialit senza spessore e memoria, dallaltra lemozione come metafisiscamente nascente da una matrice insersoggettivo-sociale e stante per lintero del mondo umanao, della vita, della civilt e cultura. Verstraten, Philippe La gnalogie de la parole Osiris, ottobre 1992 pp.118, F 80 Una riflessione genealogica che si basa sullanalisi di due casi storici di silenzio: Nietzsche e Hlderlin. Vico, Giambattista Autobiografia Il Mulino, luglio 1992 Si tratta della ristampa anastatica della celebre Vita scritta da Vico in pi riprese a partire dal 1725, che senza dubbio costituisce non solo un testo fondamentale e privilegiato per la comprensione del suo pensiero, ma anche un notevole modello letterario che lascer una traccia indelebile nella storia moderna dellautobiografia intellettuale. Volkmann-Schluck, Karl-Heinz Die Philosophie der Vorsokratiker. Der Anfang der abendlndischen Metaphysik A cura di P. Kremer Knigshausen und Neumann, settembre 1992 pp.157, DM 38 In questo volume Volkmann-Schluck rivela il carattere originario del pensiero presocratico. Contro le altre interpretazioni che conducono a una visione aristotelica dei presocratici, Volkmann-Schluck dimostra che linizio del pensiero presocratico pi ricco di quanto seguito. Walsh, W. H. An introduction to the philosophy of history (1961) Thoemmes, novembre 1992 pp.176, 12,99 Un libro che tratta la logica del pensiero storico e costituisce anche una discussione critica dei vari tentativi di arrivare a una metafisica, o a una interpretazione metafisica della storia. Ward, Keith Defending the soul Oneworld Publ., ottobre 1992 pp.176, 6,95 Lautore sostiene che la negazione dellesistenza dellanima umana ha effetti devastanti sulla nostra valutazione degli esseri umani e dei loro doveri. Riporta le attuali argomentazioni scientifiche allessenzialit e presenta un caso convincente che contrasta tale negazione. Warnke, Georgia Justice and interpretation Polity Press, settembre 1992 pp.220, 35 Un esame dei pi importanti contributi alla filosofia politica contemporanea, comprendente lopera di Rawls, Walzer, Dworkin, Taylor, MacIntyre e Habermas. Il testo dimostra che il lavoro di questi autori ha assunto sempre pi un carattere ermeneutico e analizza le implicazioni di questa evoluzione. Washner, R. - von Borzeszkowski, H.-H. Die Wirklichkeit der Physik. Studien zu Idealitt und Realitt in einer messenden Wissenschaft Lang, luglio-agosto 1992 pp.362 Watzlawick, Paul Vom Unsinn des Sinns oder vom Sinn des Unsinns Picus Verlag, luglio-agosto 1992 pp.64, DM 14,80 Un saggio del brillante filosofo e psicoanalista Paul Watzlawick su una questione centrale dellesistenza umana: quella del senso e delle sue illusioni. Weizscker, Carl Fr. von Zeit und Wissen C. Hanser, settembre 1992 pp.1104, DM 78 Zeit und Wissen la summa della vita di Carl Fr. von Weizscker e al contempo il progetto di una filosofia futura, una nuova, grande opera. Wettersten, John R. The roots of critical rationalism Edition Rodopi, luglio-agosto 1992 pp.250 Dfl 80 Il libro di Wettersten rintraccia le radici storiche e intellettuali del razionalismo critico dai giorni del dibattito classico Whewell-Mill allopera di Popper. Wetzel, James Augustine and the limits of virtue Cambridge UP, luglio-agosto 1992 pp.280, 32,50 Il testo valuta lo sviluppo della psicologia morale di Agostino, dimostrando che la visione del libero arbitrio offerta da Agostino non stata apprezzata come doveva a causa di unanacronistica distinzione fra teologia e filosofia. Willaschek, Marcus Praktische Vernunft. Handlungstheorie und Moralbegrndung bei Kant J. B. Metzler, ottobre 1992 pp.332, DM 68 La teoria del comportamento una disciplina filosofica relativamente giovane. Per quanto sorprendente ci possa apparire, dietro la concezione kantiana di una ragione pura si nasconde gi in abbozzo, se non completamente sviluppata, una teoria del comportamento umano. Williams, Robert Recognition. Fichte and Hegel on the other State Univ. of New York Pr. luglio-agosto 1992 pp.352, $ 20 Laspetto pi saliente di questo libro la trattazione estesa e dettagliata del concetto idealista di intersoggettivit, o riconoscimento, raramente studiato nei particolari, pressoch unica nelle bibliografie inglesi contemporanee. Wilmer, Heiner Mystik zwischen Tun und Denken. Ein neuer Zugang zur Philosophie Maurice Blondels Herder, settembre 1992 pp.277, DM 42 Wolbert, Werner Vom Nutzen der Gerechtigkeit. Zur Diskussion um Utilitarismus und teleologische Theorie Herder, settembre 1992 pp.240, DM 46 Wolf, A. The oldest biography of Spinoza (1927) Thoemmes, novembre 1992 pp.208, 36 Prima edizione e traduzione inglese dellanonimo La vie de feu de Monsieur de Spinoza, che dovrebbe contribuire a colmare alcune lacune nella letteratura spinoziana di questo paese. Wolin, Richard The terms of cultural criticism. The Frankfurt School, existentialism, poststructuralism Columbia UP, settembre 1992 pp.300, $ 44 Le tre scuole si indirizzano tutte allevidente collasso della tradizione europea e tutte pongono una sfida formidabile a eredit dellIlluminismo quali il liberalismo politico, la ragione strumentale e la soggettivit autopositiva. Woods, Michael (a cura di) Aristotle: Eudemian Ethics: Books I, II and VIII Clarendon Press, novembre 1992 pp.224, 13,95 Il volume comprende una traduzione di tre degli otto libri dellEtica Eudemia, insieme a un commento filosofico su di essi da un punto di vista contemporaneo. Wyss, Dieter Die Philosophie des Chaos oder das irrationale Knigshausen und Neumann luglio-agosto 1992 pp. 200, DM 38 Unintroduzione comprensibile e di facile lettura alla moderna ricerca sul caos, cos come viene affrontata nel campo matematico e fisico, che presenta il rapporto di questa teoria con la psicoterapia e la psicologia, ma anche con la filosofia delluomo. Zemach, Eddy M. Types. Essays in metaphysics E. J. Brill, ottobre 1992 pp.320, Dfl 160 Il volume comprende una serie di applicazioni sullontologia, filosofia della mente ed estetica, a due tesi nominalistiche: che tutte le cose che incontriamo siano tipi e che le cose siano ontologicamente incomplete e quindi possano essere identiche ad altre cose pi complete. Ziegler, Walther U. Anerkennung und Nicht-Anerkennung. Studien zur Struktur zwischenmenschlicher.Beziehung aus symbolischinteraktionistischer existenz-philosophischer und dialogischer Sicht Bouvier, luglio-agosto 1992 pp.262, DM 58

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