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dobbiamo solo identificare attivit da fare, ma trovare gli attori (enti culturali, imprese, fondazioni) che possano supportare il nostro sforzo e renderlo sostenibile. Roma-Berna-Bruxelles Una questione fondamentale il rapporto con lEuropa: la relazione bilaterale deve considerare anche laspetto trilaterale, secondo alcuni punti principali. Primo: nellesperienza degli istituti internazionali, linsegnamento del sistema politico svizzero registra maggiore interesse se inserito in un discorso sullintegrazione europea e sul futuro della democrazia partecipativa. Un secondo aspetto riguarda il federalismo, essenziale per una discussione franca del sistema politico e dei suoi presupposti culturali, senza eccessive velleit di cambiamento. Come stato notato, nel lessico politico italiano la parola federalismo conosce una dignit con la cosiddetta Seconda Repubblica, ma stata maneggiata male. Il caso svizzero, sia a livello italiano che nel contesto europeo (si veda per esempio il modello del direttorio) pu essere interessante: per questo stato proposto, con il coinvolgimento delle realt culturali svizzere in Italia, di organizzare un seminario su forma di governo svizzera e forma di governo europea. Inoltre, lidea svizzera della cosa pubblica come amministrazione, pi che politica pu essere importante per il futuro dellordinamento italiano, con un alleggerimento del sistema dei partiti e la necessit di trovare forme reali e non velleitarie di partecipazione. Per questi aspetti, il federalismo merita un'ulteriore riflessione. Infine, in alcuni casi si pu individuare lEuropa come esempio negativo per lidea svizzera di buona amministrazione, legata a procedure snelle e a piccole dimensioni: lesempio concreto riguarda gli scambi degli studenti e gli sforzi svizzeri per entrare nel sistema Erasmus, che comporta enormi costi di amministrazione. Tale sistema, gestito da Bruxelles, stato definito una burocrazia inutile, che richiede un insieme di documentazione assurda. Expo ed esposizioni, i paradigmi della citt e della ricerca Numerosi operatori, italiani e svizzeri, hanno sottolineato limportanza dellappuntamento Expo2015, per i numeri previsti della manifestazione e per la possibilit di convogliare alcune risorse in un progetto-paese, in particolare a Milano. La Svizzera, primo paese aderente a Expo2015, sar presente in Italia gi nel 2013/2014, con un road-show (tradotto ciclisticamente come Giro dItalia della Svizzera) gestito da Presenza Svizzera e in grado di mettere insieme la memoria ae il presente (con il ruolo dellimmigrazione italiana in Svizzera e dellimmigrazione svizzera in Italia), il commercio e lenogastronomia, la scienza e la tecnologia (anche grazie alla disponibilit del Politecnico di Zurigo). Come stato notato, importante che questo Giro dItalia della Svizzera non sia legato soltanto limitato a Roma e a Milano, ma sia in grado di toccare anche altri centri. Tuttavia, e sul progetto e sul successo di Expo2015 (in riferimento alla deriva dellidea di Nutrire il pianeta) sono state anche espresse anche autorevoli riserve, relative soprattutto alla deriva dellidea di Nutrire il pianeta. A questo proposito, un approccio miniminalista resta quello di usare lopportunit di Expo2015 per iniziative di dialogo italo-svizzero e capire, nel medio termine, che spazio reale ci sia per riempirlo di contenuti. Nella collaborazione tra Italia e Svizzera e tra le reti culturali dei due paesi, un ruolo importante pu essere giocato da FAI Suisse, la cui presenza il segnale di un interesse a continuare lattivit su
conoscenza e valorizzazione del territorio. Le professionalit riconosciute nel campo dellarchitettura e dellurbanistica hanno proposto un approfondimento sulla citt europea (basata su stratificazione, cosmopolitismo e memoria condivisa), come spunto di dialogo e di scambio professionale nel campo dell'architettura, a livello di docenti e di studenti. Il primo riferimento ovviamente lAccademia di Architettura Mendrisio, che dedica lultimo anno accademico allo studio di una citt. Anche le esperienze di Zurigo, Losanna e Basilea evidenziano limportanza di sostenere i rapporti di ricerca tra gli studiosi dei due paesi e la reciproca conoscenza. Come stato notato, scienza e tecnologia possono essere considerate il vero motivo della ricchezza della Svizzera e su questo punto da parte italiana non vi ancora la necessaria consapevolezza. Il successo svizzero tuttavia non deriva da una programmazione strategica o da strutture che compromettano lautonomia delluniversit, ma da unidea di ricerca liberale che si adatta alla competizione internazionale e non ha un approccio romantico, bens pragmatico (anche per gli aspetti linguistici, visto il rapporto non conflittuale con langlicizzazione della ricerca). Una proposta specifica nel settore della cultura scientifica riguarda lo sforzo svizzero per combattere lo stereotipo antifemminile nelle carriere scientifiche e tecnologiche: i risultati migliori non si ottengono partendo dalluniversit o dal liceo, ma molto prima. Si propone quindi di organizzare un programma culturale di scambio bilaterale di due settimane riservato a giovani italiani e svizzeri dai 9 ai 12 anni, senza rigidi criteri di selezione linguistica, data la capacit dei ragazzi di comprendersi a vicenda. Lindividuazione di qualche centinaio di ragazzi da una parte e dallaltra pu avere un effetto di moltiplicatore culturale indelebile nel lungo termine.