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Madrid (España)
Roberto Farné: Il linguaggio della Tellevisione educativa.
Recibido: 11/11/2008 – Aceptado: 22/01/2009
ACTAS Nº A1: SIC “Imágenes y Cultura en los Medios de Comunicación” – ISSN: 1697 - 8293
Roberto Farné
Professore in Didattica generale
Università di Bologna, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione
www.spazioformazione.it/farne
Abstract
Parole chiave
I due termini di "didattica" e "divulgazione
Didattica, Divulgazione culturale, Televisione,
culturale" hanno assunto significati in parte diversi,
in parte sovrapponibili. La didattica si basa su un Comunicazione.
processo di iniziazione al sapere, definito dalle forme
e dai rituali che connotano l'esperienza scolastica,
dove i contenuti sono oggetto di insegnamento e di
apprendimento, di programmazione e valutazione.
Abstract
La divulgazione si basa sulle tecniche di diffusione di
The words "didactics" and "popularisation" have
un sapere attraverso i media, rivolto al vasto
assumed several meanings, in someway replaceable.
pubblico. Mentre tradizionalmente si ritiene che
Didactics is based on a process of initiation to the
didattica e divulgazione abbiano un basso livello
knowledge, defined from the forms and the “rituals”
culturale, questo articolo mette in evidenza i tratti
that connote scholastic experience, based on
significativi che hanno portato allo sviluppo della
teaching, learning, planning and evaluating.
divulgazione culturale, soprattutto attraverso la
Cultural disclosure is based on knowledge’s
televisione negli ultimi 50 anni, gli elementi di
diffusion by media to general audience. While
contiguità e di differenza con il linguaggio della
traditionally Didactics and Popularisation are
didattica, e le possibili sinergie
considered to be part of low cultural standard, this
article stress the mean features that in the last fifty
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Metodologia ed obiettivi
Analisi diacronico della divulgazione culturale attraverso i concetti di iniziazione e diffusione.
in televisione degli ultimi cinquanta anni,
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tecnologiche disumane. E il secondo che guarda programmi televisivi per la raccolta di fondi. La
la ricerca scientifica e tecnologica e le loro catastrofe di un terremoto che occupa largo
applicazioni come a un punto di riferimento spazio dei notiziari televisivi, può diventare il
sicuro per la soluzione dei problemi che tema di una trasmissione scientifica che ne
affliggono l’umanità e come uno dei motori del spiega le origini e le caratteristiche, e così via.
progresso. Affrancati dalla condizione parascolastica
Questi tre contenitori tematici, non erano prima, elitaria e marginale poi, i programmi di
completamente nuovi per la televisione; ciò divulgazione scientifica e culturale in TV hanno
che è cambiato è la sensibilità ad argomenti il guadagnato uno spazio che, seppure
cui interesse diventa sempre più diffuso, anche quantitativamente inferiore agli altri generiii, si
in virtù dell’aumento del livello di caratterizza con una propria spettacolarità
scolarizzazione. Si tratta di un “bisogno di televisiva in grado di ottenere indici di ascolto
informazione culturale” che si carica anche di che in diversi casi, se il programma è collocato
aspetti emotivi. I problemi dell’energia nel prime time, hanno dimostrato di essere
nucleare e dei disastri ecologici, dell’AIDS e competitivi con quelli dei programmi
dei trapianti d’organi, della bioetica e dei tradizionali di intrattenimento.
rapporti fra lavoro, vita quotidiana e nuove A lungo considerate oggetto di un sapere
tecnologie, hanno alimentato ansie, paure, freddo, arido e connotato da un linguaggio
aspettative su cui le televisioni hanno innestato incomprensibile, le tematiche scientifiche
la loro prerogativa di fare informazione, hanno faticato a trovare spazio nelle pagine
spettacolo, cultura. Da un punto di vista culturali dei quotidiani, dove invece la critica
psicopedagogico, potremmo dire che si è d'arte, quella letteraria, musicale e teatrale
creato un terreno favorevole sono state ampiamente presenti con la
all’apprendimento, che trova le sue condizioni specificità del loro linguaggio spesso riservato a
migliori quando riesce a motivare il soggetto una élite di happy few.
sulla base di un bisogno o di un interesse che
egli sente, generando un circuito positivo fra La cultura scientifica, a partire dagli anni
spinta emotiva e interesse a conoscere. settanta del secolo scorso si prende poco a poco
la rivincita conquistando spazi e interessi nei
Ovviamente, la strategia televisiva non mass-media, pronti a coglierne il dinamismo e
corrisponde alla strategia didattica che un buon l'attualità dei contenuti. Rivolgersi alle scienze
insegnante dovrebbe possedere per attivare come discipline da interrogare a partire da
questa stessa sinergia. La TV ha bisogno di domande e curiosità che appartengono
catturare l’attenzione partendo da eventi all'esperienza quotidiana di ognuno, o da
sensazionali, da catastrofi avvenute o problemi che toccano l'ambiente di vita
annunciate, da notizie in cui la realtà si collettivo, ha portato un certo cambiamento
sovraccarica di immaginario. La distrofia nel modo con cui si era strutturato il rapporto
muscolare, per esempio, diventa il tema di uno con la cultura scientifica, vista come un sapere
show trasversale (il Telethon) che investe diversi misterioso o miracoloso, distante e potente. In
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questo senso, alla televisione va il merito, esaltando le sue capacità di autodidatta. Non a
almeno in Italia, di aver contribuito alla lotta caso, ogni proposta divulgativa deve garantire
contro l'analfabetismo scientifico, prodotto in di essere facile e attraente, predisponendo il
questo caso non dalla mancanza di soggetto ad un atteggiamento totalmente
scolarizzazione, ma, paradossalmente, dalla acritico nei confronti di ciò che gli viene
scuola stessa, dove le discipline scientifiche, offerto: «La divulgazione si scarica la coscienza
sono state trattate dal punto di vista didattico di ogni tensione ideologica, di ogni proposito
sulla base di un insegnamento prevalentemente umanitaristico, di ogni progetto pedagogico;
assiomatico ed astratto. anzi, tenta con buon esito con quell'universo di
La scienza che si fa spettacolo, intrattenimento, "nuovi bisogni" nati dalla scolarizzazione
adattando e in alcuni casi deformando i propri prolungata, dal mito dell'educazione
assetti linguistici e i propri contenuti alle permanente, dall'ossessione
esigenze del medium e del suo pubblico, non dell'aggiornamento. Agli occhi dell'industria, il
manca di sollevare alcune critiche che toccano, sapere scientifico è solo un enorme giacimento
in ultima analisi, la stessa consistenza quasi intatto da sfruttare e da confezionare per
pedagogica della televisione. La divulgazione nuovi bazar» (Grasso 1992, p.113).
scientifica in TV è via via diventata anche L'autodidatta, con la sua “goffa arroganza”, si
portatrice di una propria “visione del mondo”. caratterizza nella duplice veste di consumatore
Investita dell'ideologia del progresso, e di allievo modello di un'industria culturale le
fortemente permeata di cultura positivista, la cui merci vengono fruite con la (falsa)
scienza in TV diventa il “modello di lettura e di coscienza di chi ritiene di scegliere spinto dal
interpretazione della realtà” più solido e principio superiore o dalla giusta causa della
accreditato; lunico modello che appare esente propria formazione. La divulgazione altro non
da crisi quando le certezze di ogni altra sarebbe che il risultato di un processo di
ideologia si sono incrinate o frantumate. La manipolazione linguistica finalizzato a
scienza finisce così per diventare “coscienza trasformare la materia prima scientifica in serie
della TV” (Bettetini, Grasso, 1988) di prodotti pronti per una cultura a buon
Un forte attacco alla divulgazione, definita da mercato. In questo processo di elaborazione, la
una parte come “demone” e “mito” del pensiero scienza perderebbe gran parte dei suoi caratteri
illuminista e di ideologie materialiste, dall'altra originari per assumere o il linguaggio
come forma ibrida di cultura che sta fra la meramente descrittivo che traduce i contenuti
propaganda e l'istruzione popolare, viene da un sistema codificato complesso ad uno più
mosso da Aldo Grasso, critico e studioso della accessibile, oppure quello narrativo che
TV fra i più importanti in Italia. Egli ha visto trasforma la scienza in affabulazione, in good
nel progetto della divulgazione una sorta di story, per cui «la divulgazione scientifica
utopia antipedagogica che illude il pubblico di televisiva è sempre e comunque science-fiction»
arrivare alla conoscenza non attraverso (Grasso 1992, p.122).
l'iniziazione e la mediazione educativa, ma
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Di parere opposto Piero Angela, figura di E' sul carattere icastico che si fonda gran parte
primo piano della televisione culturale i Italia, della divulgazione scientifica in TV. Esso
con il suo programma Quark che va in onda dal rappresenta la sua carta vincente, consentendo
1981. Egli sostiene la tesi che semplificare le per la prima volta di dare visibilità a un
difficoltà non significa banalizzare i problemi e i universo di fenomeni e di eventi a lungo
concetti, ma renderli accessibili a un gran inaccessibili e perciò invisibili al pubblico, di
numero di persone che, altrimenti, ne portare l'osservazione scientifica sotto gli occhi
sarebbero escluse: «quello che a me sembra di tutti. Giocando abilmente sui caratteri
giusto si faccia, è di puntare alla più alta soglia sensazionali e spettacolari che caratterizzano
di contenuti con la più semplice soglia di spesso le immagini e gli eventi delle scienze, la
linguaggio» (Angela 1987). In altri termini, per Tv ha reso possibile quel principio definito a
Angela il problema della divulgazione "si metà del XVII secolo da Ian Amos Komenski
riduce" a un problema di linguaggio e la TV, nella sua Didactica Magna: l’autopsia. Comenius
grazie alle sue specificità audiovisive, consente definisce l’autopsia come il metodo
da questo punto di vista operazioni retoriche fondamentale della didattica; imparare
che non sono ugualmente possibili con altri attraverso l’osservazione diretta, alla lettera:
media. guardare con i propri occhi la realtà stessa o delle
La divulgazione scientifica e culturale non nasce sue rappresentazioni.
col mezzo televisivo e non è riducibile ad esso, Senza trasformare in rappresentazione visiva
ma è vero che con la TV ha assunto un ruolo e qualunque argomento, l'impianto divulgativo
una dimensione che le hanno dato quella della televisione cadrebbe. L'icasticità diventa
popolarità che prima comunque non aveva. così una sorta di “imperativo categorico” che,
Tale popolarità si è riversata positivamente se per un verso esprime la sua più grande
anche su altri media, incrementando la risorsa in termini comunicativi per la TV, per
domanda e l'offerta di informazione culturale un altro si rivela come il suo più grande limite.
sia attraverso l'editoria tradizionale (libri, Tale limite è da una parte culturale, nel senso
giornali, riviste), sia attraverso quella più che, come ha scritto il filosofo della scienza
innovativa di tipo multimediale. La televisione Evandro Agazzi: «Un sistema di comunicazione
resta comunque il medium che più di altri ha basato quasi per intero sulle immagini non può
dato forma e forza alla divulgazione scientifica fare a meno di privilegiare i fatti, ossia l'aspetto
potendo contare su un linguaggio audiovisivo empirico-descrittivo della scienza, poiché
estremamente duttile, in grado di assumere l'aspetto interpretativo e teorico è costituito da
molteplici e innovative articolazioni. Si pensi, un'impalcatura di concetti che non si possono
per esempio, al film documentario che, se raffigurare sullo schermo. (…) In altri termini,
come "genere cinematografico" sembrava quella che viene presentata non è tanto la
destinato ad estinguersi, con la televisione ha scienza, quanto una visione sostanzialmente
trovato un grande spazio di visibilità che gli ha positivistica di essa» (Agazzi1988, p. 495-496).
consentito di ri-generarsi.
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Referencias
Agazzi, E. (1988) "La comunicazione scientifica COMENIO (1993) Grande didattica, a cura di A.Biggio,
attraverso il mezzo televisivo", in Bettetini G. e La Nuova Italia, Firenze (orig. Didactica Magna,
Grasso A. (a cura di), op. cit. 1657).
Angela, P. (1987) Raccontare la scienza, intervista a Farné, R. (1993) Buona maestra TV. La RAI e
cura di G. Ferrari, Pratiche Editrice, Parma. l’educazione da “Non è mai troppo tardi” a “Quark”,
Bettetinni, G. e Grasso, A. (a cura di) (1988) Lo Carocci, Roma.
specchio sporco della televisione. Divulgazione scientifica e Grasso, A. (1992) Storia della televisione italiana,
sport nella cultura televisiva, Fondazione Giovanni Garzanti, Milano
Agnelli, Edizioni della fondazione, Torino.
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i
Nel 1977 nasce Chek-Up, il programma RAI di medicina ideato da Biagio Agnes. Basato sul principio di ridurre il
più possibile la distanza fra il medico e il paziente, creando le condizioni per un dialogo inusuale fra alcuni
specialisti di fama e alcune persone presenti in studio che pongono i loro problemi e le loro esperienze, Chek-Up è
stato uno dei primi programmi televisivi europei a trattare argomenti di medicina con un linguaggio rigoroso ma
accessibile al pubblico.
ii
Tale inferiorità è evidente soprattutto nei network privati; la RAI dedica al settore “cultura”, complessivamente
inteso, circa il 20% della propria programmazione, una percentuale più o meno simile a quella che riguarda
l’Informazione.
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