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SSommario
ORGANIZZAZIONE SANITARIA pag. 149 Aneurisma dissecante arteria succlavia
pag. 113 Quo Vadis. Dove vai chirurgia? sinistra in pseudocoartazione dell’arco
Salvatore Castorina aortico con arteria succlavia lusoria:
trattamento ibrido
pag. 118 Una Sanità più cosciente: le responsabilità Maurizio Gentile, Salvatore Tolaro, Daniele Sangrigoli,
funzionali Giuseppe Greco, Matteo Salcuni, Giuseppe Laudani,
Giuseppe Spampinato, Antonio Sardo Vincenzo Riccioli, Angelo Pierangeli
CHIRURGIA GENERALE pag. 154 Aneurisma dell’arco aortico e dilatazione
pag. 120 Uno struma d’altri tempi complicato da dell’aorta ascendente
tracheomalacia Maurizio Gentile, Vincenzo Di Simone, Salvatore Tolaro,
Giuseppe Laudani, Vincenzo Riccioli
Sergio Castorina, Riccardo Castorina,
Tommaso Nicolosi, Francesco Caronia pag. 158 Progressione accelerata di Aterosclerosi
pag. 123 Il gozzo nodulare multidistrettuale
Salvatore Guarnera
Vincenzo De Geronimo
RACCONTI
CHIRURGIA TORACICA
pag. 129 Patologia toracica complessa pag. 162 I rottami
Francesco Caronia, Tommaso Nicolosi di Bruno Branciforti
pag. 164 La terra di nessuno
CHIRURGIA VASCOLARE
di Bruno Branciforti
pag. 132 Indicazioni alla endarterectomia
carotidea nei pazienti sintomatici con UROLOGIA
stenosi carotidea: l’evidenza pag. 166 Idronefrosi intermittente da ostruzione
Claudio S. Cinà del giunto pielo-ureterale: ruolo
dell’urografia minutata con wash-out
Mario Granata, Vincenzo Costanzo,
CENTRO CUORE MORGAGNI
Filippo Pisciotta, Sebastiano Condorelli
Cuore e grossi vasi: descrizione di
NEUROCHIRURGIA
casi clinici e immagini
pag. 171 La patologia cervicale di interesse
pag. 144 Pseudoaneurisma ventricolare sinistro neurochirurgico: una diagnosi difficile?
post-infartuale Fernando Aurioles, Marika Tutino
Maurizio Gentile, Salvatore Tolaro, Vincenzo Di Simone,
Alessandro Pulvirenti, Vincenzo Riccioli, Giuseppe Greco ENDROCRINOLOGIA
pag. 180 Patogenesi dell’Osteoporosi
pag. 147 Aneurisma dell’aorta ascendente e
Vincenzo De Geronimo
dell’arco aortico
Maurizio Gentile, Vincenzo Di Simone, pag. 186 Endocrine Disruptors
Alessandro Pulvirenti, Angelo Rocca, Salvatore Tolaro Vincenzo De Geronimo
Antoci Salvatore Aurioles Fernando Branciforti Bruno Campanile Enrico Cannamela Luigi Cannavò Daniele Caronia Francesco
Castorina Riccardo Castorina Salvatore Castorina Sergio Catana Giusy Cinà S. Claudio Condorelli Sebastiano Costanzo Vincenzo
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SSommario
CHIRURGIA MANO BIOETICA
pag. 189 Le neoplasie delle parti molli della mano pag. 105 Bioetica di fine vita. Riflessioni di un
Bruno Branciforti, Giuseppe Spata, Stefania Giuffrida, oncologo
Giusy Catana
Giuseppe Failla
CARDIOLOGIA RICERCA
pag. 193 La scintigrafia miocardica perfusionale pag. 101 Ibridazione in Situ Fluorescente (FISH):
nella valutazione pre-operatoria (di applicazioni in oncologia
chirurgia non cardiaca) del paziente con Tonia Luca, Giovanna Privitera
cardiopatia ischemico-dilatativa
Giuseppe Scaccianoce, Luigi Cannamela, NEUROLOGIA
Emanuele Leotta pag. 115 Il dolore toracico nelle patologie
pag. 195 L’elettrocardiogramma tra passato e psicosomatiche
presente Antonino Viscuso
Luigi Cannamela, Andrea Tomaselli
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
OFTALMOLOGIA pag. 126 Rilievi ecografici di particolare interesse
pag. 198 Delezione de novo del gene PAX6 in un clinico
caso di aniridia congenita con cataratta Salvatore Antoci, Enrico Campanile
polare posteriore CHIRURGIA PLASTICA
Daniele Cannavò, Sebastiano Bianca, Marco Fichera
pag. 128 Mammella tuberosa
pag. 101 La terapia anti-angiogenica intravitreale Letterio Romeo, Marco Romeo
nel trattamento della Degenerazione pag. 135 Carbossiterapia: un’altra arma contro gli
Maculare Senile (DMLE) inestetismi e non solo
Daniele Cannavò, Rita Ghirlanda Giuseppe Liardo
De Geronimo Vincenzo Di Simone Vincenzo Failla Giuseppe Gentile Maurizio Ghirlanda Rita Giuffrida Stefania Granata Mario Laudani Giuseppe
Liardo Giuseppe Luca Tonia Nicolosi Tommaso Angelo Pierangeli Pisciotta Filippo Privitera Giovanna Pulvirenti Alessandro Riccioli Vincenzo
Rocca Angelo Romeo Litterio Scaccianoce Giuseppe Spata Giuseppe Tolaro Salvatore Tomaselli Andrea Tutino Marika Viscuso Antonino
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ntroducendo l’argomento con il titolo della cele- È diversa la mia idea dell’eccellenza in terapie
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rurgico”, di cui anche si parla e su cui, più che dei Un altro esempio concreto è rappresentato dal-
Centri d’Eccellenza da costruire con impegno di risor- l’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, dove è sta-
se immense, ci si deve, a mio avviso, indirizzare. Per to creato un nuovo edificio ospedaliero, organizzato
il loro avviamento basta impegnare progetti organiz- sul modello per intensità di cure. L’organizzazione
zativi umani sull’esistente, piuttosto che progettare della nuova struttura prevede una divisione tra dipar-
nuove strutture faraoniche. timenti per acuti e non acuti, differenziando i percor-
Si collega all’argomento la Degenza Sicura. Mi rife- si diagnostico-terapeutici, dedicando ai primi un per-
risco alle degenze per intensità di cure. corso interno ad elevato contenuto tecnologico-assi-
Nel corso degli ultimi anni, i nuovi modelli orga-
stenziale, ai secondi un percorso assistenziale più di
nizzativi degli ospedali si sono sempre più orientati
tipo “riabilitativo-sociale”. Vengono così superate le
verso il nuovo concetto di “OSPEDALE PER INTENSI-
barriere costituite dalle Unità Operative e si garanti-
TÀ DI CURE” che garantisce la presa in carico del pa-
sce la massima interdisciplinareità e integrazione de-
ziente assicurandogli un’assistenza basata sul “gra-
gli operatori medici e infermieristici.
diente di intensità di cura”.
È un concetto moderno che si basa sull’assegnare al Altra sperimentazione di questo modello è stata ef-
paziente, il posto letto collocato nel settore più ap- fettuata presso il nuovo Ospedale di Foligno con ot-
propriato, correlato ai reali bisogni assistenziali, lega- timi risultati sia dal punto di vista organizzativo-as-
ti non solo alla tipologia di ricovero, ma anche alla sistenziale che dal punto di visto gestionale. Infatti,
sua condizione clinica e all’assistenza medico/infer- nel corso della sperimentazione, è stato condotto uno
mieristica necessaria. Inizia, quindi, a decadere il studio, curato da un Centro di ricerche dell’Universi-
concetto dell’appartenenza del paziente ad un’area tà Bocconi, che ha messo in evidenza pregi e difetti
specifica (internistica o chirurgica), e a prevalere dell’applicazione di questo tipo di organizzazione, e
l’idea di un’assistenza medica centrata sul paziente, dopo aver apportato modifiche in corso d’opera, i ri-
di tipo multidisciplinare, in degenze diversificate per sultati hanno dimostrato l’impatto positivo sia sulle
il livello di assistenza prestato, con un uso appropria- performance cliniche che su quelle economiche del-
to dei posti letto e delle risorse umane e tecnologiche l’ospedale.
della struttura. In alcuni ospedali, in previsione di una riorganizza-
Tutto ciò presuppone un cambiamento degli attuali zione del sistema assistenziale, sono state sviluppate
modelli e processi organizzativi degli ospedali, volti delle aree “speciali” di ricovero per intensità di cure,
sempre più verso una gestione del rischio clinico, fi- come ad esempio le esperienze dell’Ospedale di Pia-
nalizzato a migliorare la percezione che i cittadini
cenza, dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di
hanno dell’assistenza, e legati al conseguente miglio-
Bergamo, del Presidio Ospedaliero di Livorno.
ramento della qualità e alla facile accessibilità ai ser-
Da sottolineare proprio il caso di Livorno, dove, in
vizi offerti.
un contesto strutturale datato, quale è appunto il Pre-
Poche sono però le strutture che in Italia, favorite
sidio Ospedaliero di Livorno, è stata sperimentata
anche dalle politiche locali, hanno già sperimentato il
modello organizzativo per intensità di cure. l’assistenza per intensità di cure che ha coinvolto
La Regione Toscana, ad esempio, ha emanato una l’intero Presidio Ospedaliero e che ha comportato una
Legge Regionale, la 40/2005, nella quale nell’art. 68 organizzazione settoriale per aree di intensità assi-
si parla di “...strutturazione delle attività ospedaliere stenziale applicabile ad ogni singola unità operativa
in aree differenziate secondo le modalità assistenzia- al fine di garantire cure proporzionali alle necessità
li, l’intensità di cure, la durata della degenza ed il assistenziali del paziente.
regime di ricovero, superando gradualmente l’artico-
lazione per reparti differenziati secondo la disciplina Proposta di riorganizzazione
specialistica”, concetto ribadito nella bozza del Piano per intensità di cure
Sanitario Regione Toscana 2008-2010 e condiviso
L’ipotesi di progetto è quella di organizzare il rico-
dalle Società Scientifiche delle Aree Medica e Chirur-
vero e la degenza, secondo il principio del gradiente
gica.
di intensità delle cure.
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Il processo, pertanto inizia con una sorta di triage compete. Quest’area necessita di posti letto con fina-
assistenziale che permette di valutare il paziente e lità di attività prediagnostica, preparazione all’inter-
quindi di assegnarlo al livello adeguato. vento chirurgico, stabilizzazione del paziente.
Tale valutazione, ambulatoriale o in fase di pre-
ospedalizzazione, verrà effettuata grazie all’imple- Area ad elevata intensità di assistenza
mentazione di schede di valutazione medica e di va-
Un’area si identifica con l’Unità di Terapia Intensi-
lutazione infermieristica, che permetteranno di attri-
va, un’area multivalente nella quale, per le sue dota-
buire un punteggio in base al quale si stabilirà di
zioni di organico e tecnologiche, deve confluire la
quale livello di intensità di assistenza medico/infer-
maggiore casistica caratterizzata da reale instabilità
mieristica necessita il paziente e quindi a quale area
clinica (chirurgica/medica), evitando i ricoveri alta-
deve essere assegnato.
mente inappropriati.
Si realizza così un un processo attraverso il quale il
In questa area dovranno confluire solo:
paziente viene indirizzato verso un percorso unico,
– pazienti chirurgici complessi, quindi provenienti
centrato sui suoi bisogni, con riferimenti sanitari cer-
dalla sala operatoria;
ti, garantendo un’assistenza continua e personalizza-
– pazienti dell’area medica/internistica che richie-
ta e allo stesso tempo, favorendo l’appropriato uso
dei posti letto e delle professionalità e delle tecnolo- dono monitoraggio invasivo e complesso quale
gie presenti nella struttura. una terapia intensiva può garantire, inviati an-
Lo schema sottostante riassume l’ipotesi di progetto, che dall’area di degenza di alta assistenza in ca-
avviato. so di complicanza.
Le professionalità medico-infermieristiche e le do-
tazioni tecnologiche rispetteranno gli standard richie-
sti in funzione dei posti letto e della tipologia di as-
sistenza erogata.
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della struttura) e malati affetti da più patologie, in carico il paziente e al quale è affidata la pianifica-
condizioni di particolari criticità quali: zione diagnostica terapeutica;
– scompenso cardiaco; – coordinamento clinico affidato ad un dirigente
– embolia polmonare; medico;
– scompensi metabolici; – coordinamento organizzativo affidato alla caposa-
– infezioni respiratorie e insufficienza respiratoria; la dell’unità operativa (Infermiere referente);
– ictus in fase acuta. – assistenza infermieristica altamente qualificata dal
L’obiettivo è quello di evitare che un malato a ri- punto di vista tecnico, professionale e relazionale.
schio sia ospitato in degenza ordinaria invece che in Il modello organizzativo dell’area per intensità di
cure presuppone l’introduzione di modelli di lavoro
area critica, o viceversa, che un malato “stabilizzato”
multidisciplinari per processi ed obiettivi, con lo sco-
sia trattenuto in area critica, quando invece potrebbe
po di creare una comunione di intenti tra medico e
essere ospitato in degenza ordinaria.
infermiere. Ciò ha come fine l’inquadramento del
Per contro i pazienti che non richiedono accoglien-
paziente, pertanto tutti i ruoli professionali saranno
za presso questa area di degenza possono essere, rap-
coinvolti in un rilevante lavoro di analisi, per la ste-
presentati da: sura di linee guida e di protocolli condivisi, necessa-
– pazienti stabilizzati che non richiedono supporti ri per stabilire i criteri di ammissione, assistenza e
attivi d’organo; dimissione dei pazienti.
– pazienti che non richiedono uno stretto monito- Tutto ciò comporta lo sviluppo di:
raggio; – PROTOCOLLI DI INTERVENTO MEDICO;
– pazienti in stato vegetativo. – PROTOCOLLI DI INTERVENTO INFERMIERISTICO;
– LINEE GIUDA SECONDO L’EBM;
Area a media intensità di assistenza – STANDARDIZZAZIONE DELLE PROCEDURE.
Assetto organizzativo-funzionale
Per quanto riguarda l’assetto organizzativo-funzio-
nale di queste aree di degenza, è previsto l’impiego di
una èquipe medica multidisciplinare, creata attingen-
do dalle professionalità già presenti all’interno della
struttura.
Il nuovo assetto organizzativo prevede i seguenti
differenti livelli di responsabilità:
– medico specialista di riferimento (Tutor), che ha in
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I nostri moduli di massima sorveglianza
Unità Funzionale di Terapia Intensiva e Rianimazione: 6 posti letto
U.T.I.C.: 3 posti letto - Area critica Interdisciplinare: 7 posti letto
U
n intervento chirurgico tiva. Attorno al nostro gruppo
tecnicamente corretto, un portante, ruotano ogni giorno e
malore sottovalutato, una ogni notte i servizi diagnostici
condizione di obnubilamento del della clinica (Radiologia, Stazioni
sensorio, possono evolvere in ecografiche, Laboratorio, Riso-
evento avverso, senza la costan- z nanza Magnetica, Tomografia
za di sorveglianza e di controllo Computizzata) e Specialisti nelle
dei parametri vitali e la prontez- branche di chirurgia generale,
za di interventi correttivi attuati toracica e vascolare, urologica,
da operatori con competenza in plastica, ortopedica, neurochi-
metabolismo, fisiopatologia car- rurgica.
Resp. Dipartimento: Pietro BATTAGLIA
diorespiratoria, neurofisiologia, La nostra Unità con le sue ca-
farmacologia, in tecniche di as- Anestesisti: Maria Luisa PAVONE ratteristiche multidiscipliari È LA
Salvina FICICCHIA
sistenza ventilatoria. Queste ca- SOLA PRESENTE IN OSPEDALITÀ
Carmelo BIVONA
ratteristiche sono individuabili Francesco PETRINA
PRIVATA IN SICILIA e nel Sud
nelle figure degli intensivisti ria- Italia (vanno escluse le due T.I.
Internisti: Giuseppe SCIUTO z
nimatori. Sono figure professio- cardiochirurgiche: Palermo Ma-
Luciano SFOGLIANO
nali afferenti prevalentemente Vincenzo DESTRO
ria Eleonora - Pedara Centro
dagli anestesisti ma anche dai Alessandra PANARELLO Cuore).
cardiologi, pneumologi, metabo- Anna Maria OSSINO La nostra Unità, oltre che ser-
listi, internisti. Si costituisce così Salvo ANTOCI vire gli utenti interni è aperta al
un gruppo composito allertato e Enrico CAMPANILE territorio. Infatti oltre che i pa-
presente h 24 in Casa di Cura. Gaetana GRASSO zienti afferenti dai reparti della
Il nostro punto di riferimento, Pietro DI PRIMA Casa di Cura, accoglie quando
il Presidente del Collegio Medico Pneumologi: Vilma Lores MILAZZO richiesto, pazienti provenienti
Prof. Salvatore Castorina, nel Dario DIENI sia da altre strutture convenzio-
corso degli ultimi 10 anni ha in- Cardiologi: Andrea TOMASELLI nate private che dalle strutture
tensamente lavorato su questo Emanuele LEOTTA pubbliche ospedaliere quando le
progetto, ne ha intuito la validi- Luigi CANNAMELA terapie intensive della Sicilia
tà quale strumento per ridurre Michele FARRUGGIO non danno possibilità di acco-
mortalità ed esiti invalidanti ri- Anna PULVIRENTI glienza.
feribili a patologie sia mediche Neurologi: Antonino VISCUSO I casi transitati nei 6 letti di
che chirurgiche. Così è. Maria TARASCONE Terapia Intensiva, durante il tra-
Si organizza allora, a partire Dir. Infermieri: Lucia LEONTINO scorso quinquennio, sono stati
dall’anno 2000, il nostro servizio Caposala: Andrea ASERO circa 500 e oltre 700 nel decen-
con Specialisti tutti a rapporto I moduli sono collegati in rete col nostro Polo Centro nio.
d’impiego. Cuore Pedara, Unità di Emodinamica - Rete Infarto È per il nostro Gruppo motivo
L’allenamento degli infermieri (Resp. Dr. Salvatore Tolaro) di gratificazione avere consegui-
professionali a servire in intensi- to il recente riconoscimento dal
va è opera impegnativa e comporta una attività di sele- S.S.N., per essere inseriti con i nostri 6 posti letto di Te-
zione tra i candidati ai quali si richiede motivazione as- rapia Intensiva e Rianimazione (già accreditati sin dal
sociata a qualità etiche umanizzanti, disponibilità al- 1999), nell’area emergenza-urgenza del 118, condizione
l’aggiornamento, intuito operativo, disciplina nell’uso che equipara la nostra Unità di Rianimazione alle pub-
del tempo a disposizione, non facile distraibilità, con- bliche operando in unità d’intenti coi colleghi delle
trollo comportamentale, resistenza alla fatica, accettan- Aziende Ospedaliere per dare sicurezza al cittadino e
do un turno che si espleta nell’enclave dell’Unità Opera- prestigio alla Sanità Siciliana.
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CHIRURGIA GENERALE
l termine “struma” o “gozzo” si fumato per molti anni, ma attual- L’esame ECG e la valutazione car-
Il caso: foto in frontale prima dell’intervento Il caso: foto in laterale prima dell’intervento
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CHIRURGIA GENERALE
Il caso: foto in frontale dopo l’intervento Il caso: foto in laterale dopo l’intervento
tiroidea risultava negativa e la to alla tiroidectomia totale. La mobili, la trachea pervia, la prote-
calcitonina non dosabile. broncoscopia intraoperatoria ha si ben ancorata alle pareti trachea-
In attesa della soluzione chirur- dimostrato una condizione di tra- li e l’assenza di residui ematici.
gica il paziente veniva sottoposto cheomalacia, la cui severità ha ri- Il decorso post-operatorio è sta-
a trattamento con metimazolo. Es- chiesto il posizionamento di una to privo di complicazioni ed il pa-
so oltre all’azione di controllo del- protesi tracheale. ziente è attualmente in trattamen-
l’ipertiroidismo consente una ridu- La ghiandola macroscopicamen- to sostitutivo con L-tiroxina.
zione del rischio di sanguinamen- te si presentava con superficie no-
to durante l’intervento (Surgery, dosa e di consistenza aumentata. TRACHEOMALACIA
2008 Feb; 143(2): 216-25). Nel Al taglio aveva l’aspetto del gozzo
frattempo veniva richiesto un ap- Congenita
colloideo con calcificazioni sparse • nanismo
profondimento diagnostico eco-
nel suo contesto. All’esame istolo- • acondrodisplasia
grafico e broncoscopico per so-
gico microscopico si poneva la
spetta tracheomalacia, condizione Acquisita
diagnosi di gozzo adenomatoso • BPCO
patologica da ridotta o assente ri-
gidità della cartilagine degli anelli macrofollicolare di eccezionale • Da compressione:
tracheali, con conseguente sindro- volume e dimensioni con focolai - gozzo
emorragici interstiziali. - cisti mediastiniche
me ostruttiva. - sindrome di Castelman
All’intervento chirurgico hanno Dopo cinque giorni dall’inter-
- tracheocele e diverticoli tracheali
partecipato chirurghi esperti in vento il paziente veniva sottopo- - lipomatosi
chirurgia tiroidea, chirurgia del to- sto nuovamente a fibrobroncosco- - compressione vascolare
race e delle vie respiratorie. Nel pia. Dall’esame fibrobroncoscopico - sindrome postpneumonectomia
corso dell’intervento si è procedu- si evidenziavano le corde vocali - straight back syndrome
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CHIRURGIA GENERALE
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ENDOCRINOLOGIA
Il gozzo nodulare
Vincenzo De Geronimo
Servizio di Endocrinologia - C.C.D. “G.B. Morgagni”, Catania
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ENDOCRINOLOGIA
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ENDOCRINOLOGIA
di un TMNG la presenza di iperti- Fig. 2 - Sistema di captazione dello iodio da parte del tireocita
roidismo (tab. 2) rende ragione del
nervosismo, dell’insonnia, del di-
magrimento (osservati prevalente-
mente nei giovani) della fibrilla-
zione atriale (più tipica dei pazien-
ti anziani) ed ancora dell’intolle-
ranza al caldo, delle palpitazioni.
Quando il gozzo, pur non presen-
tando un quadro di importante al-
terazione funzionale, cresce molto
compaiono i sintomi da ingombro
meccanico: tosse, disfagia, diffi-
coltà ad abbottonare la camicia.
Inoltre non va dimenticato che
noduli o gozzo particolarmente
grossi rappresentano dei veri ine- Endocrine Reviews 24(1):48-77)
stetismi del collo. L’evoluzione di
un MNG verso un TMNG è insi- Tab. 2 - Sintomi e Segni dell’ipertiroidismo (in ordine decrescente di frequenza) 15
diosa ed avviene in un lungo in-
Sintomi Segni
tervallo temporale. Nel 40% circa
delle persone affette da MNG pro- Iperattività, Irritabilità, Ansia Tachicardia; Fibrillazione atriale
venienti da zone iodocarenti (pur Intolleranza al caldo, Sudorazione negli anziani
non essendoci un evidente iperti- Palpitazioni Tremori
roidismo) si riscontrano aree di Astenia Gozzo
autonomia funzionale 12. E non Dimagrimento ed incremento Cute calda e umida
dell’appetito Debolezza muscolare, miopatia
tutti i gozzi, pur presentando aree
Diarrea prossimale
di autonomia funzionale, migrano
Poliuria Retrazione palpebrale
verso un franco ipertiroidismo (nel
Oligomenorrea, riduzione Ginecomastia
caso del MNG circa il 9-10% 13,14).
della libido
Il rischio di ipertirodismo è co-
munque legato alla progressione
della malattia. Sarà pertanto mag- modificazioni del patrimonio ge- dei noduli tiroidei è stata dimo-
giore in quei pazienti in cui si os- netico cellulare? Un semplice sti- strata nel 60-70% dei casi prele-
servano noduli di maggiori di- molo gozzigeno (come il deficit vando DNA da noduli tiroidei di
mensioni e malattia di più lunga iodico) ha la capacità di incremen- varia origine (Adenomi Freddi,
durata. tare il numero ed il volume delle Noduli Adenomatosi Freddi, Nodu-
cellule, ma in maniera quantitati- li Iperfunzionanti) 16. Si trattava di
vamente non sufficiente a deter-
Patogenesi minare il quadro clinico del MNG
lesioni che presentavano una mu-
tazione costituzionale che dava
Uno degli aspetti più controversi e/o del TMNG. Per osservare un
origine ad un clone neoplastico
della patogenesi della patologia incremento importante della mas-
(non volendo in questo caso dare
nodulare della tiroide riguarda la sa di tessuto tiroideo lo stimolo
sua origine. Rappresenta una sem- deve essere intracellulare. In altre alla parola “neoplastico” lo stesso
plice “iperplasia” e pertanto un parole dobbiamo avere una modi- significato di “Cancro”).
evento reversibile alla rimozione ficazione dell’assetto metabolico Le mutazioni più frequentemen-
dello stimolo esterno (deficit iodi- della cellula che la spinga ad una te riscontrate nei noduli caldi sono
co?), oppure deve essere definito continua proliferazione e moltipli- quelle relative al TSHR, riscontra-
una “neoplasia” e quindi un difet- cazione (modello neoplastico). ta nel 57% dei Noduli Tiroidei Au-
to irreversibile caratterizzato da L’origine monoclonale delle cellule tonomamente Funzionanti (AFTN),
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ENDOCRINOLOGIA
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ENDOCRINOLOGIA
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ENDOCRINOLOGIA
Fig. 4 Fig. 5
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C H I R U R G I A TO R A C I C A
L
a chirurgia toracica, branca razione con l’oncologo, l’anestesi- vo (tumori maligni operabili); e
della chirurgia generale, sta, il cardiologo, il broncoscopi- interventi a scopo palliativo.
dalla quale la Chirurgia Car- sta, lo pneumologo e il radiotera- Negli ultimi dieci anni la chirur-
diaca si è autonomamente definita pista, che decidono insieme la mi- gia toracica Siciliana ha raggiunto
a partire dagli anni 50, si assume, gliore tattica. altissimi livelli qualitativi. Il C.C.D.
come è noto ai medici, la gestione Si comprende come l’approccio “G.B. Morgagni”, da quando è sta-
delle patologie dei visceri toracici multidisciplinare sia indispensabi- to istituito il Dipartimento di
residui: organi mediastinici e re- le quando si rifletta anche sul fat- Pneumologia e Chirurgia Toracica
spiratori. Opera quindi in un’area to che la delicatezza dell’interven- (diretto dal dr. Francesco Caronia)
larga di applicazione in cui, se to di chirurgia toracica è spesso e l’Unità Funzionale di Chirurgia
l’albero tracheo bronchiale e il gravata dalla presenza, nei pazien- Toracica (di cui è responsabile il
polmone sono statisticamente più ti, di diverse comorbidità del tipo dr. Tommaso Nicolosi) è in condi-
rappresentati, vanno anche consi- diabete, obesità, broncopatia cro- zioni di offrire, al territorio, qual-
derate le patologie del mediastino nico-ostruttiva, intossicazione da siasi intervento previsto da tale di-
anteriore (Timo) e del mediastino tabacco, cardiopatia ischemica, sciplina.
posteriore (Esofago, Dotto toraci- che elevano il livello di complessi- In quasi due anni di attività del
co). tà dell’approccio ed influenzano Dipartimento di Chirurgia Toracica
Il chirurgo toracico deve posse- pesantemente i rischi peri- e post- sono stati realizzati molti inter-
dere una completa formazione di operatori. venti di altissimo livello tecnico.
anatomia cervico-toraco-addomi- Nell’ambito degli interventi di Degni di menzione sono: le timec-
nale, fisiopatologia respiratoria, Chirurgia Toracica occorre effet- tomie per via toracoscopica ese-
oncologia, fisiopatologia cardiaca tuare una fondamentale distinzio- guite per il trattamento della mia-
e rianimatoria. ne tra: interventi a scopo dia- stenia gravis; l’asportazione di tu-
La patologia toracica è estrema- gnostico, necessari a raggiungere mori dell’esofago, per via laparo-
mente complessa e richiede per- una diagnosi istologica e consen- scopica e toracoscopica con ana-
tanto un approccio multidiscipli- tire una successiva non chirurgica stomosi gastro-faringea; le rese-
nare, possibile solo in un Centro terapia (antibiotica, corticosteroi- zioni polmonari toracoscopiche,
Clinico di Eccellenza. Risulta, dea, chemio o radioterapica); in- cioè l’asportazione di una parte o
quindi, indispensabile la collabo- terventi a scopo ablativo curati- di tutto il polmone attraverso “mi-
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C H I R U R G I A TO R A C I C A
nincisioni”, piuttosto che attraver- scopia, a seconda delle caratteri- nella figura 3, è stata effettuata
so la classica toracotomia. Il più stiche della patologia e del pazien- invece una toracotomia destra che
innovativo di tali interventi dal te. Per ogni patologia è quindi in- ha consentito di palpare tutto il
punto di vista tecnico risale al set- dicata una tecnica specifica. parenchima polmonare e verificare
tembre 2009 quando una pneumo- Per esempio nella figura 1 è ri- l’eventuale presenza di metastasi
nectomia destra, è stata totalmen- portato il quadro TAC del torace di non visibili alla TAC.
te realizzata senza ricorrere al- una giovane paziente (24 anni) af- La figura 4 mostra il risultato fi-
l’apertura del torace. Il video rela- fetta da miastenia gravis e sotto- nale di questa asportazione di no-
tivo a tale intervento sarà oggetto posta con successo all’asportazio- dulo polmonare metastatico e
di pubblicazione scientifica. ne del timo per via toracoscopica. l’espansione del polmone residuo.
La patologia toracica è molto Nella figura 2 è riportata la foto Recentemente ci siamo confrontati
varia e presenta continuamente del reperto anatomico: risalta con un complesso caso clinico ri-
delle sfide per il chirurgo che deve l’anatomia a farfalla del timo. In guardante un paziente con una
decidere sempre la migliore tattica un altro paziente, affetto da so- neoplasia polmonare del lobo su-
a partire dalla scelta dell’accesso: spetta metastasi polmonare da periore (figura 5) e invasione della
toracotomia, sternotomia, toraco- carcinoma del colon, ben visibile parete toracica. Il tumore è stato
TIMO
Fig. 1 - Tomografia assiale computerizzata (TAC) Fig. 3 - TAC torace in paziente con k colon metastatico
b
a
Fig. 2 - Aspetto macroscopico Timo Fig. 4 - (a) Polmone sx lobo inferiore; (b) Polmone sx lobo su-
periore; (c) aorta; sutura sul piano di resezione del segmento
apicale sup. (freccia gialla); legature sulle arterie segmentarie
(freccia azzurra)
30
C H I R U R G I A TO R A C I C A
Fig. 5 - Neoplasia lobo dx polmone con invasione della parete Fig. 6 - Lobectomia superiore destra, ricostruzione parete to-
toracica racica con protesi (freccia bianca); toracotomia antero-latera-
le dx (freccia blu).
asportato contestualmente alla pa- una ricostruzione del pericardio l’arteria succlavia (uno dei decessi)
rete toracica e la stessa è stata ri- con una protesi (figura 8). invasi dal tumore, rappresenta, da
costruita con una protesi (figura 6). L’asportazione dei tumori del- un lato, il massimo della comples-
La pneumonectomia è spesso un l’apice polmonare (Pancoast), 2 ca- sità chirurgica, e dall’altro, il più
intervento estremamente comples- si nella nostra casistica, e il tratta- bel risultato di un lavoro d’equipe,
so soprattutto quando si associa mento neurochirurigico combinato da cui oggi non si può più prescin-
all’asportazione del pericardio (fi- per la ricostruzione della parete to- dere ed al quale il C.C.D. “G.B.
gura 7). In questi casi è necessaria racica e dei corpi vertebrali e del- Morgagni” s’ispira da tempo.
a b
Fig. 7 - Asportazione pericardio Fig. 8 - Ricostruzione pericardio e diaframma: (a) protesi dia-
framma (Goratex); (b) protesi pericardio (Marlex)
31
CHIRURGIA VASCOLARE
Sintomi neurologici
Tradizionalmente, gli attacchi ischemici transitori
(TIA) vengono definiti come brevi episodi di perdita Fig. 1 - Disegno schematico di una endarterectomia carotidea
32
CHIRURGIA VASCOLARE
33
CHIRURGIA VASCOLARE
Tab. 2 - Efficacia dell’endarterectomia carotidea a seconda della severità della ragonata al trattamento medico,
stenosis 44,45 non solo riduce l’incidenza di ic-
% Stenosi % (95% CI) % (95% CI) N (95% CI) tus, ma migliora anche il risultato
70 – 99 RRR 48 (27 – 63) RRA 6.7 (3.2 – 10) NNT 15 (10 – 31) funzionale nel tempo.
50 – 69 RRR 27 (5 – 44) RRA 4.7 (0.8 – 8.7) NNT 21 (11 – 125)
<49 RI 20 (0 – 44) ARI 2.2 (0 – 4.4) NNH 45 (22 – ∞)
Età e sesso
CI, intervallo di confidenza; RRR, riduzione del rischio relativo; RRI, incremento del rischio re- Una età più avanzata ed il sesso
lativo; RRA riduzione del rischio assoluto; ARI, incremento del rischio assoluto; NNT, numero- maschile sono associati con un
necessario-da-trattare; NNH, numero-necessario-per-danneggiare
maggiore beneficio della chirur-
Tab. 3 - Riduzione assoluta del rischio presenza di occlusione della caro- gia 17,24. L’EC sembra fornire i risul-
(RRA) di infarto ipsilaterale a due anni tide controlaterale, chirurgia per tati migliori in pazienti idonei per
associato con la chirurgia, e numero-ne- la chirurgia di età superiore ai 75
la carotide di sinistra, sesso fem-
cessario-da-trattare (NNT), a seconda
minile, diabete mellito, presenza anni: l’RRA è del 29% (NNT=3)
della percentuale della stenosi carotidea 7
di un infarto emisferico cerebrale per stenosi >70%, e 17% (NNT =
Stenosi, % RRA, % NNT
dimostrato con la TC o la RM e 6) per stenosi del 50-69% 31.
70-79 12 8 Le donne hanno un rischio infe-
pressione diastolica prima dell’in-
80-89 18 6 tervento >90 mm Hg 7. riore di ictus rispetto agli uomini
90-99 27 4 per qualunque grado di severità
RRA Riduzione assoluta del rischio; NNT, nu- Stato funzionale della stenosi. Di conseguenza il
mero-necessario-da-trattare del paziente beneficio dell’EC è meno evidente:
in pazienti con stenosi carotidea
Il NASCET 13 fornisce un’analisi moderata (50-60%) l’NNT per pre-
severità della stenosi (dal 70 al dello stato funzionale dei pazienti venire un ictus debilitante è 16 per
79%, dall’80 all’89% e dal 90 al che hanno ricevuto una EC per gli uomini e 125 per le donne 7.
99%) l’efficacia dell’intervento au- stenosi del 70-99%, paragonato a In conclusione, i pazienti anzia-
menta (Tab. 3) 7,17. quello di pazienti trattati con sola ni che sono idonei a sopportare
In conclusione, i pazienti sinto- terapia medica. I due gruppi furo- l’intervento sono quelli che trag-
matici con stenosi carotidea >50 no paragonati, all’inizio dello stu- gono più beneficio dall’EC. Essa
% traggono beneficio dalla EC, il dio e durante il follow up, usando deve essere considerata per gli uo-
beneficio aumenta con l’aumenta- un sistema a punti che includeva mini anziani con una stenosi del
re della severità della stenosi da la valutazione di aspetti del domi- 50-70% e per uomini e donne con
un NNT di 21 in pazienti con ste- nio visivo, della comprensione stenosi >70%, ma in genere il be-
nosi del 50-69% ad un NNT di 4 della lingua parlata, della facilità
neficio è minimo per donne con
in quelli con stenosi del 90-99%. di parola, della funzione deglutito-
stenosi del 50-70%.
ria, della funzione degli arti supe-
Complicanze riori ed inferiori, e di funzioni in-
Fattori di rischio medico
perioperatorie tegrate complesse come la capaci-
tà di fare compere, e di uscire da I risultati del NASCET mostrano
Altre complicanze serie a parte casa per passeggiare. Il punteggio che in pazienti sintomatici con
gli ictus sono rare: 1-2% infarti medio nei due gruppi era diver- stenosi della carotide >70%, un
del miocardio, 3% infezioni della gente a lunga scadenza con una numero maggiore di fattori clinici
ferita, 5% ematomi, e 5-7% lesio- differenza statisticamente signifi- di rischio (Tab. 4) era associato
ni reversibili dei nervi cranici 7,29,30. cativa a favore del gruppo trattato con una incidenza più elevata di
Nel NASCET l’incidenza periopera- con l’EC. Il NNT per evitare ad un ictus (0-3 fattori di rischio, 7%; 4-
toria di ogni forma di ictus o mor- paziente che prima non era disabi- 5,9%; e 6 o più, 16%) e quindi con
talità era 6.5%, l’incidenza di ic- le di soffrire DI una disabilità gra- un aumento del beneficio derivan-
tus debilitanti o mortalità del 2%. ve entro 3 anni era di 11. te dalla chirurgia, come dimostra-
Fattori associati ad un aumento In conclusione, in pazienti con to all’aumento dell’RRA e dalla ri-
del rischio perioperatorio sono: stenosi carotidea severa, l’EC, pa- duzione del NNT (Tab. 5) 17.
34
CHIRURGIA VASCOLARE
Tab. 4 - Fattori di rischio modificanti l’efficacia della endarterectomia carotidea 17 tante, è di 13 per pazienti che
hanno sofferto un previo ictus e di
Fattori Fattori di rischio
Patologia cardio-vascolare Fattori anatomici 59 per pazienti che hanno sofferto
demografici per ictus
un previo TIA 7.
Età >70 Fumo Pregresso ictus Stenosi >80%
In pazienti che hanno sofferto
Sesso Accidente cerebrovascolare Ulcerazione
Diabete un’amaurosi fugace, sono stati
maschile entro 31 giorni della placca
identificati diversi fattori che au-
Iperlipidemia Infarto del miocardio
mentano il rischio di ictus, e
Insufficienza cardiaca quindi il beneficio dell’EC: età
Ipertensione
congestizia
>75 anni, sesso maschile, una
PS>160mmHg Claudicazione intermittente precedente storia di TIA emisferi-
PD>90mmHg co o ictus, una storia di claudica-
zione intermittente, stenosi >80%
Nel NASCET e nel ECST, tutta- Tab. 5 - Numero di fattori di rischio e ed assenza di circolazione cere-
via, i pazienti erano esclusi dal- beneficio dell’intervento nel prevenire
un ictus ipsilaterale a 2 anni 17
brale controlaterale dimostrata
l’intervento se si anticipava che le angiograficamente. La possibilità
comorbidità sarebbero state asso- Numero di fattori
RRA, % NNT che si verifichi un ictus a 3 anni è
ciate con un elevato rischio di di rischio
del 2% in presenza di fattori di ri-
mortalità e complicanza (e.s., ma- 0-5 8 13
schio ≥1, del 12% con fattori di
lattia cardiaca valvolare o altera- 6 14 7 rischio pari a 2, e del 24% con
zioni del ritmo, ipertensione non ≥7 30 4 fattori di rischio ≥3 34.
controllata, diabete, angina insta- RRA Riduzione assoluta del rischio; NNT, nu- In conclusione, l’amaurosi fuga-
bile o infarto del miocardio nei 4 mero-necessario-da-trattare
ce ha una prognosi migliore ri-
mesi precedenti all’intervento) 17. I spetto ai TIA emisferici. Pazienti a
risultati di questi studi quindi non basso rischio per ictus (uno o ne-
rischio aumentano la probabilità
si possono generalizzare a pazien- sun fattore di rischio) possono es-
di un ictus e quindi anche l’effet-
ti che hanno le condizioni cliniche sere trattati medicalmente; pazien-
to positivo della chirurgia.
appena discusse. ti con 2 o più fattori di rischio
Ulteriore evidenza dell’impatto traggono beneficio dall’EC (NNT =
che il rischio operatorio ha sui ri-
Tipo di sintomi
neurologici 20, e NNT = 7, rispettivamente).
sultati dell’intervento è fornita da
uno studio retrospettivo di 562 Gli attacchi ischemici transitori Eventi ischemici
pazienti sottoposti ad EC per ste- retinici hanno una prognosi mi-
nosi sintomatica in un ospedale gliore rispetto a quelli emisferici:
cerebrali ricorrenti
generale non universitario 32: in per una stenosi >50% il rischio di Negli studi randomizzati che ab-
pazienti nella classe di rischio I e ictus entro i 3 anni è 10% e 20%, biamo discusso, il criterio di inclu-
II di Goldmann, l’incidenza di rispettivamente 34. I benefici del- sione per i pazienti era che avesse-
mortalità e di ictus non-fatali era l’EC sono quindi meno evidenti ro sofferto un evento neurologico
del 2% (95% CI 1.1-3.9), mentre per l’amaurosi fugace: per esempio recente, definito l’evento qualifi-
nei pazienti in classe III e IV era il NNT, per prevenire un ictus en- cate all’inclusione. In pazienti sen-
del 21% (95% CI 9.2-39.9) (Tab. 6). tro i 3 anni, è di 77 per l’amauro- za altri eventi precedenti a quello
In conclusione, questi risultati si fugace e di 11 per un TIA emi- qualificante, l’EC è associata ad un
suggeriscono che nel valutare il sferico 4. Allo stesso modo il bene- RRA di ictus del 11% (NNT = 9),
profilo di rischio vascolare del pa- ficio dell’intervento aumenta nei mentre in pazienti con eventi ri-
ziente bisogna trovare un equili- pazienti che hanno sofferto un ic- correnti nei 12 mesi precedenti a
brio tra l’escludere quei pazienti tus rispetto a quelli che hanno quello qualificante, l’EC è associa-
che sono a rischio chirurgico trop- sofferto un TIA: per esempio in ta ad un beneficio significativa-
po elevato, ma nello stesso tempo pazienti con stenosi del 50-69%, il mente superiore con un RRA di
includere quelli in cui i fattori di NNT, per prevenire un ictus debili- 30% (NNT = 3) 18.
35
CHIRURGIA VASCOLARE
36
CHIRURGIA VASCOLARE
Tab. 7 - Effetto dell’ulcerazione di placca e del grado di stenosi sul beneficio del-
l’intervento nel prevenire ictus e mortalità a 2 anni 10
37
CHIRURGIA VASCOLARE
ti sintomatici, con stenosi a tan- Tab. 8 - Rischio di ictus a 3 anni in pazienti con stenosi carotidea con e senza ste-
dem della CII e della CIE, hanno nosi della carotide intracranica associata, sottoposti a trattamento medico ed a
trattamento chirurgico 38
un rischio più elevato di ictus ri-
spetto a quelli che hanno solo una Stenosi CII Assente Stenosi CII Presente
stenosi della CIE, ma l’intervento Trattamento Trattamento Trattamento Trattamento
di EC non è associato ad un ri- Medico Chirurgico Medico Chirurgico
schio più alto rischio di eventi pe- Rischio di ictus (%) RRA (%) NNT Rischio di ictus (%) RRA (%) NNT
rioperatori o a lungo termine (Tab. 50-69% 14.7 10.5 4.2 24 19.4 11.8 7.6 8
8). Questo significa che l’EC è più >70% 24.4 10 14.4 7 37 7 30 3
efficace in pazienti con lesioni a CII, carotide interna intracranica; RRA Riduzione assoluta del rischio; NNT, numero-necessa-
tandem dal momento che il rischio rio-da-trattare
di base più elevato di sviluppare
ictus si traduce in un NNT più fa-
vorevole: in pazienti con stenosi
>70% della CIE, l’NNT a 3 anni è
di 7 ed in quelli con lesioni a tan-
dem il NNT è 4. In pazienti con
stenosi del 50-69% il NNT è ri-
spettivamente 26 e 12, nei due
gruppi.
In conclusione, la presenza di le-
sioni a tandem della carotide ex-
tra- ed intra-cranica aumenta l’ef-
Fig. 4 - Placca carotidea durante la rimozione. Si vede chiaramente il piano di clivag-
ficacia dell’intervento di EC, e gio tra la placca e l’avventizia
quest’osservazione può essere par-
ticolarmente importante nel defi-
nire l’indicazione all’intervento in
pazienti con stenosi carotidea del
50-69%.
Esperienza personale
Dal 1990 al 2009 ho operato 852
pazienti, applicando i principi so-
pra descritti per la valutazione del
rischio e l’indicazione all’interven-
to. La tecnica chirurgica che ho
utilizzato prevede l’uso dello
shunt, per mantenere il flusso ce-
rebrale durante il clampaggio, e di
un patch di Dacron per prevenire
Fig. 5 - Superficie della carotide perfettamente priva di detriti, dopo la rimozione del-
la stenosi durante la chiusura del- la placca. Si osserva anche lo shunt in sede prima della rimozione
l’arteriotomia (Figg. 4-5-6-7). L’età
media era di 70 (0±8) anni ed il
7%. Entro 30 giorni dall’interven- sociate ad un aumento di ictus so-
68% erano uomini. Il 94% degli
interventi è stato eseguito in ane- to l’incidenza di ictus minori e de- no state la presenza di ictus cere-
stesia generale. Un approccio an- bilitanti è stato del 1.1%, TIAs brale come evento qualificante
tegiugulare alla carotide è stato 2.2%, infarti enzimatici del mio- (Odds Ratio [OR] 3.6, [95% CI 2-
usato nel 93% dei pazienti e quel- cardio 2.8%, e mortalità 0.2%. Va- 12]), e sesso femminile (OR 2.4,
lo retrogiugulare nel rimanente riabili che si sono dimostrate as- [95% CI 1.5-4]).
38
CHIRURGIA VASCOLARE
Conclusioni
L’EC riduce il rischio di mortali-
tà e ictus debilitanti in pazienti
con stenosi carotidea >50%. Con-
siderazioni riguardanti il grado
della stenosi, il sesso del paziente,
altri fattori di rischio medico, il ti-
po di evento neurologico qualifi-
cante (ictus vs. TIA, ed amaurosi
fugace vs. TIA emisferico), ulcera-
zione della placca, e l’esistenza Fig. 6 - L’arteriotomia della carotide è stata chiusa con un patch di PTFE
di concomitanti stenosi/occlusioni
controlaterali o a tandem, sono
tutti parametri che possono essere
usati per valutare l’indicazione al-
l’intervento.
Un altro caveat è che i risultati
presentati sono derivati da studi
con una bassa incidenza di com-
plicanze perioperatorie attraverso
la selezione di centri e chirurghi
partecipanti con elevata esperien-
za negli interventi di EC. Per que-
sto è importante che i centri che
offrono questi interventi monito-
rizzino prospettivamente i loro ri-
sultati per assicurare che siano si-
mili a quelli degli studi rando- Fig. 7 - Placca carotidea rimossa. È evidente una placca emorragica con ulcerazione
mizzati. superficiale
39
CHIRURGIA VASCOLARE
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41
ORGANIGRAMMA
42
Pedara, 19 Ottobre 2009 – Il Presidente del Collegio dei Medici e Consigliere Delegato, prof. Salvatore Castorina (al centro).
Il Responsabile del Dipartimento di Alta Specialità, dott. Leonardo Patanè (a destra), i Primari Responsabili
delle Unità Funzionale, il Direttore Sanitario, gli Aiuti e il Direttore Amministrativo
43
CARDIOCHIRURGIA
l termine “malattie del cuore” comprende un am- che sono stati seguiti presso il Centro Clinico ISCAS
aziente di anni 81, pensio- le. Nell’aprile del 2009 ha eseguito TAC torace che ha fatto rilevare
44
CARDIOCHIRURGIA
Il paziente arriva alla nostra os- la presenza di pseudoaneurisma destra prive di lesioni stenosanti
servazione in quanto sintomatico in sede apicale del ventricolo sini- (figg. 2-3).
per dispnea da sforzo medio e fa- stro. Si è proceduto al trattamento
cile affaticabilità (classe NYHA II). La consulenza pneumologica ha chirurgico dell’aneurisma con la
Si è proceduto quindi alla valu- indicato un rischio polmonare messa a piatto e riparazione della
tazione preoperatoria per la strati- preo-peratorio di classe II - III. breccia; l’intervento è stato effet-
ficazione del rischio. Lo studio coronarografico ha tuato in CEC (Circolazione Extra-
Lo studio ecocardiografico ha evidenziato una stenosi non criti- corporea) normotermica e prote-
mostrato ventricolo sinistro con ca alla fine del terzo prossimale zione miocardica con cardioplegia
cavità ai limiti massimi della nor- dell’arteria interventricolare, un potassica ematica.
ma e una funzione contrattile tronco comune indenne, e l’arte- A seguire alcune fasi dell’inter-
globale del 50% circa e conferma ria circonflessa e la coronaria di vento.
Isolamento pseudoaneurisma prima dell’inizio della circolazio- Apertura della sacca aneurismatica con presenza di trombi ed
ne extracorporea (la freccia blu indica la sacca aneurismatica) individuazione del colletto da dove fuoriesce tubo di aspira-
zione ventricolare
45
CARDIOCHIRURGIA
Colletto dello pseudoaneurisma con zona di transizione tra Esecuzione della prima borsa di tabacco sul colletto
ventricolo sinistro e sacca aneurismatica
46
CARDIOCHIRURGIA
aziente di anni 65, casalinga, ex fumatrice con Ha effettuato studio coronarografico, che ha evi-
47
CARDIOCHIRURGIA
48
CARDIOCHIRURGIA
aziente di anni 47, brac- dia di 63 bpm, quindi nei limiti l’arco aortico dolico e tortuoso e
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CARDIOCHIRURGIA
50
CARDIOCHIRURGIA
Fig. 4 - By-pass carotido-succlavio destro con protesi di da- Fig. 5 - By-pass carotido-succlavio sinistro con protesi di da-
cron 8 mm con incisione sopraclavicolare cron 8 mm con incisione sopracavicolare
51
CARDIOCHIRURGIA
Fig. 6 - Isolamento arco aortico ed origine delle due carotidi Fig. 7 - Vascolarizzazione delle due carotidi per via sternoto-
mica mediante protesi biforcata tra aorta ascendente e le due
carotidi comuni sezionate all'origine
52
CARDIOCHIRURGIA
Fig. 9
53
CARDIOCHIRURGIA
P
aziente di anni 73, pensionato, iperteso, dislipi-
demico, affetto da lieve insufficienza renale,
anamnesi personale e familiare negativa per
patologie a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
Riferisce disfonia da circa sette mesi per la quale ha
effettuato consulenze otorinolaringoiatriche negative
per patologia a carico delle vie respiratorie.
Ha effettuato occasionalmente una TAC torace che
ha mostrato una dilatazione aneurismatica dell’arco
aortico, del diametro massimo di 7 cm.
È stato quindi ricoverato presso il nostro Centro,
dove ha eseguito esame aortografico che ha mostrato
ectasia del tratto medio dell’arco aortico, tra il tron-
co anonimo e la carotide di sinistra, e una dilatazio-
ne dell’aorta ascendente (fig. 1).
In previsione dell’intervento chirurgico di correzio-
ne dell’aneurisma, è stato effettuato anche lo studio
delle coronarie che ha concluso per un albero coro-
narico privo di lesioni (figg. 2-3). Fig. 1 - Immagine aortografica
54
CARDIOCHIRURGIA
È stata eseguita quindi una Angio-Tac multislice, circolazione extracorporea, ipotermia moderata, per-
della quale si propongono due immagini. Le frecce fusione cerebrale secondo Kazui e cardioplegia cri-
indicano il grosso aneurisma trombizzato (fig. 4). stalloide (figg. 5-6-7-8-9-10-11-12).
Conclusi gli accertamenti preoperatori si è procedu- A circa un mese dall’intervento è stata effettuata
to alla correzione chirurgica dell’aneurisma dell’arco una Angio-Tac multislice di controllo con buon esito
aortico, con sostituzione dell’aorta ascendente, del- della sostituzione dell’aorta ascendente, dell’arco aor-
l’arco aortico con tubo protesico e reimpianto dei tico, dell’inizio dell’aorta toracica e del reimpianto
tronchi sopraortici. L’intervento è stato effettuato in dei tronchi sopraortici (figg. 13).
Fig. 5 - Inizio della circolazione extracorporea con esposizione Fig. 6 - Apertura dell'arco aortico, cannulazione del tronco ano-
ed isolamento dell'aorta ascendente, del tronco anonimo arte- nimo e della carotide sinistra con perfusione cerebrale secondo
rioso e della carotide sinistra. Kazui, esposizione del colletto dell'aneurisma trombizzato.
55
CARDIOCHIRURGIA
Fig. 9 - Impianto della protesi aortica, a livello dell'aorta tora- Fig. 10 - Reimpianto dei tronchi sopraortici con le branche
cica, a valle dell'aneurisma. della protesi aortica.
Fig. 11 - Completamento del reimpianto dei tronchi sopraortici. Fig. 12 - Regolarizzazione della protesi ed anastomosi prossi-
male sull'aorta a livello della radice asportando tutta l'aorta
ascendente.
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CARDIOCHIRURGIA
I Cardiochirurghi di ISCAS ringraziano il prof. Roberto Di Bartolomeo, ordinario di Cardiochirurgia presso l’Università degli
Studi di Bologna, per i consigli forniti, accolti e utilizzati nella scelta delle indicazioni e delle tecniche nel campo della
severa patologia dell’arco aortico
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CARDIOLOGIA
P
aziente di anni 59, ex fumatore, iperteso, in una arteriografia degli arti inferiori che ha eviden-
sovrappeso, diabete NID, dislipidemico. Nel- ziato:
l’aprile 2008 gli è stata diagnosticata una Sin- 1. stenosi critica dell’arteria femorale superficiale de-
drome Coronarica Acuta No-STEMI; successiva- stra;
mente è stato eseguito l’eco-stress (dipiridamolo), ri- 2. assenza di ristenosi dell’iliaca comune sinistra.
sultato negativo per ischemia residua. La coronarografia ha rivelato assenza di ristenosi
Nell’agosto 2008 per claudicatio all’arto inferiore (fig. 5).
sinistro (con ILM < 50 mt), è stato sottoposto ad una Settembre 2008: PTA dell’arteria femorale superfi-
arteriografia degli arti inferiori che ha evidenziato ciale destra con stent (fig. 6).
una stenosi all’origine dell’iliaca comune sinistra. La
coronarografia ha rivelato una stenosi critica prossi- Nell’aprile 2009, per claudicatio di all’arto inferio-
male della coronaria destra (figg. 1-2). re destro (con ILM < 100 mt), è stato sottoposto a
Agosto 2008: PTCA della coronaria destra con una arteriografia degli arti inferiori:
stent medicato e PTA con stent dell’iliaca comune 1. ristenosi intrastent dell’arteria femorale superfi-
sinistra (figg. 3-4). ciale destra;
2. assenza di ristenosi dell’iliaca comune sinistra:
Nel settembre 2008 per claudicatio all’arto inferio- La coronarografia ha evidenziato assenza di riste-
re destro (con ILM < 50 mt) è stato sottoposto ad nosi (fig. 7).
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CARDIOLOGIA
Fig. 3 - Coronarografia post-PTCA con stent Fig. 4 - Arteria post-PTA con stent
Fig. 5 - Arteriografia arteria femorale superficiale dx Fig. 6 - Arteriografia arteria femorale dx post-PTA con stent
59
CARDIOLOGIA
Fig. 9 - Arteriografia dell’iliaca comune sinistra: stenosi critica, Fig. 10 - Arteriografia dell’iliaca comune sx post-PTA con stent
a valle della precedente PTA
60
RACCONTI
I rottami
di Bruno Branciforti
Unità di Chirurgia della Mano - C.C.D. “G.B. Morgagni”, Catania
I
n ogni città, grande o piccola del pianeta, esistono
degli spazi sempre più grandi dove si raccolgono i
rottami. Nelle nazioni civilizzate questi vengono
riutilizzati frantumandoli, centrifugandoli, riducendoli
di nuovo in materia grezza. Nei paesi poveri, dove non
si butta ancora nulla, serviranno invece per rivestire
capanne, creare interi quartieri che si modificano ogni
giorno, le bidonville dove la vita brulica come in un gi-
gantesco formicaio.
Natale era nato in una di queste città di cartone, di
alluminio, in una di queste bidonville. Come se fosse
stato concimato da tutti quei rifiuti, era cresciuto un
po’ troppo ed in maniera sproporzionata. Alto, magro, Naturalmente ci sono anche quelli che si sfruttano al
spigoloso, con le braccia troppo lunghe, le gambe stor- massimo e si rompono prima, quelli che non si arren-
te, i piedi piatti, il busto inclinato da un lato per la sco- dono e si sottopongono a sperimentazioni di ogni tipo
liosi, Natale sembrava uno spaventapasseri. Con un
cercando di recuperare quanto hanno perduto, quelli
cappello di paglia e un po’ di colore sul volto pallido e
che infine soffrono in silenzio.
lentigginoso poteva essere piantato in un campo.
I rottami però non sono solamente entità fisiche.
Lui invece, non a caso, fa lo sfasciacarrozze, cioè rac-
Ognuno possiede un bagaglio di frammenti esistenzia-
coglie ed ammassa rottami, vendendoli a qualche altro
li, bagaglio pieno di ricordi, di sensazioni sempre più
che proverà a riutilizzarli.
sbiadite, sempre più lontane, accumulate e nascoste in
Natale mi aveva fatto pensare che esistono tante al-
angoli della memoria, senza alcun ordine, senza un ve-
tre forme di rottami di peso e consistenza diversa. Nel
ro archivio. Sono storie di antichi amori, volti di uomi-
mio lavoro di chirurgo ortopedico io osservo quasi ogni
giorno tendini che si rompono, cartilagini che si usura- ni, donne, compagni di scuola, maestri, professori di
no, vertebre che si deformano, mani che s’induriscono, matematica, interrogazioni d’italiano, versioni di greco
dita che si flettono, movimenti che si bloccano. o latino, silenzi, rumori, parole che non si riesce più a
Qualcuno come Raimondo la prende con filosofia e ricollegare per formare un pensiero, sorrisi che non
davanti all’evidenza del tendine rotto sorridendo di- trovano un viso, paure, angosce, gioie, dolori, tutto
rà:”Dottore, credo che mi sia scaduta la garanzia!” frullato nel nostro cervello.
Il dottor Z. faceva il radiologo. Teneva un archivio nel Ci vorrebbe un omino come Natale che ci aiutasse a
quale conservava le lastre della moglie che ripeteva riordinare questi rottami mentali, queste immagini
ogni anno per studiarne l’usura. Purtroppo per la scien- sbiadite, questi ricordi perduti per ricostruire baracco-
za quello studio così singolare, personale e sicuramen- poli di pensieri dove provare a continuare a vivere, per
te interessante, non fu portato a termine perché, no- cercare di scoprire il segreto che l’archivio del dottor Z.
nostante Z. portasse un cognome con l’ultima lettera non era riuscito a svelare.
dell’alfabeto, spirò prima di sua moglie che oggi mi Lo scopo della nostra redazione di www.lineatre.it è
mostrava l’ultima di quelle radiografie. proprio quello di raccogliere questi frammenti, queste
62
RACCONTI
storie dimenticate, i cosiddetti rottami esistenziali. Per avendo risolto alcuni dei misteri dell’universo, non riu-
questo, poiché non crediamo agli strizzacervelli che scì ad ottenere un incarico né all’università, né in una
hanno studi lussuosi, divani costosi dove distendersi scuola superiore e tornò a fare “lo sfasciacarrozze”,
ma che non sanno nulla delle bidonville, dove non so- viaggiando però alla velocità della luce. Il New York Ti-
no mai entrati, abbiamo ingaggiato Natale, lo sfascia- mes che non aveva compreso, in quel lontano 1919,
carrozze che dei rottami conosce ogni segreto. Per co- l’importanza di quella formula, gli dedicò un articolo
municare con lui è sufficiente portare qualcosa che che incredibilmente fu scritto da un giornalista sporti-
avete deciso di buttare: lui lo saprà riutilizzare provan- vo che si occupava di golf, che forse provò ad immagi-
do a ridarvi il sorriso. nare che con quella formula si sarebbe potuto calcola-
Come ricorderete dai tempi della scuola, Einstein, un re la velocità con cui una pallina da golf entrava in una
moderno sfasciacarrozze, aveva riassunto tutto con la buca!
sua famosissima equazione: E = mc2. In termini sempli- Sbagliando aveva quasi centrato il problema, perché
ci ci voleva dire che tra massa ed energia esiste da Einstein in poi fu chiaro a tutti gli studiosi che
un’equivalenza, cioè sono due forme della stessa cosa: l’universo non era fisso ed eterno ma doveva essere
l’energia è materia liberata, la materia è energia in at- considerato in espansione e in contrazione, un pensie-
tesa di divenire. ro di una profondità terribile per un giocatore di golf!
Tutti noi abbiamo dentro questa forma di energia ma E pensare che ero partito da un semplice sfasciacar-
non siamo bravi a tirarla fuori. rozze, Natale, che non aveva mai letto un libro, fatto
La teoria della relatività, ai tempi in cui fu formula- una moltiplicazione o una divisione, perché nella vita
ta, non destò molto interesse: infatti Einstein, pur raccoglieva ed ammassava rottami!
63
RACCONTI
La terra di nessuno
di Bruno Branciforti
Unità di Chirurgia della Mano - C.C.D. “G.B. Morgagni”, Catania
Q
uesta storia la poteva scrivere solo un chirurgo
della mano. Racconta di una spedizione di chi-
rurghi italiani guidati dal dottor M. a cui avevo
partecipato anch’io. Partì un giorno di marzo del lon-
tano 1983, alla scoperta dei segreti della “Terra di nes-
suno” seguendo le tracce di Sir Sterling Bunnell che nel
lontano 1918, per primo, aveva tentato quell’impresa
lasciando in un diario bellissime pagine che, aggiunte
ad altre, formeranno un volume stampato nel 1944 che
diventerà la Bibbia dei futuri chirurghi della mano.
Leggendo questo testo si apprende che già nell’anno
mille Avicenna, si era spinto fino ai confini di quelle
terre inesplorate e che, due secoli dopo, Guglielmo da
Saliceto, un frate senza paura, vi era entrato senza pe- Ridotti alle dimensioni di alcuni millimetri, con bistu-
rò tornare indietro. ri dalle lame di pochi micron, i chirurghi impiegarono
M. aveva trovato in una polverosa biblioteca dei Be- alcuni giorni ad ampliare la ferita e a fissarne i lembi
nedettini una pergamena in cui quel frate coraggioso con punti di seta. Eseguito quel lavoro preliminare, po-
aveva nascosto una formula che sarebbe servita per terono ammirare lo spettacolo delle pulegge sotto le
miniaturizzarsi e quindi affrontare quel viaggio dentro quali giacevano senza più tensione i due tendini recisi,
un dito. La terra di nessuno, per chi non conosce l’ana- ai lati dei quali zampillava una piccola arteria mentre
tomia, è una zona della mano, un canale molto stretto il nervo scoperto faceva scintille se solo si sfiorava con
attraversato dai tendini flessori che quando vengono la punta del bisturi.
recisi creano problemi anche ai migliori chirurghi di M. si lanciò per primo dentro quel canale superando
questa branca. Per cercare di trovare una soluzione M. agevolmente la prima puleggia e sotto una volta splen-
e due suoi collaboratori, un uomo ed una donna, quel dente di fibroblasti quella prima sera del viaggio pian-
lontano giorno di marzo del 1983, in sala operatoria, tò la tenda.
davanti alla ferita alla base dell’indice di un operaio Dal suo diario possiamo leggere: «…sdraiato sul tu-
delle acciaierie Bastogi, decise di lanciarsi in quell’im- bercolo della prima falange posso ammirare le lucide
presa e, munito di bisturi, fili, aghi, ancorette e botto- cartilagini articolari, la scivolosa placca volare, la mi-
ni, pronunciata la formula magica di Guglielmo di Sa- rabile architettura degli incroci tendinei, la rete dei
liceto, ridusse se stesso e la sua equipe alla dimensione vasi che li nutrono. Confidiamo che il tempo continui
di piccole formiche. ad essere buono e non si scateni una tempesta sino-
Il palmo della mano era diventato una grande pianu- viale che renderebbe ancora più difficile il nostro
ra attraversata da solchi; alle loro spalle sorgevano i ri- cammino nel tessuto cicatriziale nel quale potremmo
lievi collinari delle due eminenze tenari e il placido ca- rimanere invischiati. Le lame dei bisturi però sono ben
nale carpale che apriva i suoi rami nervosi e tendinei affilate per cui speriamo di avere la fortuna dalla no-
verso le dita. stra parte».
64
RACCONTI
All’alba del giorno dopo M. e la sua equipe raggiun- falange e fissare tutto sull’unghia. Impiegarono due
sero il luogo del disastro. Un abisso, profondo più di un settimane, lavorando a turno, utilizzando piccole frese
centimetro, separava l’estremità interrotte dei tendini. e finalmente all’alba del ventottesimo giorno rividero
Si rischiava di cadervi dentro, restando per sempre pri- la luce.
gionieri nella trappola creata dai legamenti retinacola- Dal diario di M.: «la superficie dell’unghia è di un
ri, una trappola mortale, la stessa dove forse era cadu- pallido rosa, levigata e scivolosa. Possiamo finalmente
to il povero Gugliemo da Saliceto. respirare senza le mascherine dopo tutta quella polve-
Dopo aver creato un cappio robusto su un’estremità re di calcio e fosforo che abbiamo respirato in questi
del tendine, M. si lasciò scivolare, tenendosi a cavallo giorni. Abbiamo fissato la nostra sutura su un botto-
di un grosso ago che l’assistente cercava di orientare, ne della mia camicia e su questo vi abbiamo piantato
riuscendo alla fine a perforare con la punta l’altro ca- il tricolore. Ho avuto subito l’impressione che il dito si
po del tendine. Aveva creato un ponte che permise a muovesse di nuovo perché ho rischiato di perdere
tutti, con relativa facilità, di approdare sull’altra spon- l’equilibrio, scivolando sulla superficie levigata dell’un-
da. ghia».
Dal suo diario possiamo leggere: “…provo una gran- Camminando sicuri a tappe forzate sul dorso del di-
de emozione ad osservare l’articolazione dal versante to, M. e la sua equipe, dopo un mese tornarono al cam-
distale. Ora però occorre tornare indietro per creare un po base, dove, pronunciata di nuovo la formula magi-
secondo ponte. Bisogna fare presto perché le aderenze ca di Guglelmo da Saliceto, si ritrovarono nella sala
avanzano minacciose e una improvvisa tempesta sino- operatoria da dove erano partiti in quel giorno di mar-
viale si avverte nell’aria rarefatta di questo canale…” zo del 1983.
Per questo secondo ponte fu incaricato l’assistente Per chi non ha mai sentito parlare della “Terre di
più giovane che, utilizzando un secondo ago, sotto la nessuno” devo dire che nell’universo in cui viviamo ne
guida sapiente del maestro, sbrigò rapidamente quel esistono tante. Se qualcuno dei lettori volesse affron-
compito. Fissate le corde fu un gioco da ragazzi avvici- tare uno di questi avventurosi viaggi scrivete a www.
nare i capi dei tendini recisi sui quali la donna del- lineatre.it. Una nostra equipe di medici senza frontie-
l’equipe ricamò un delizioso sopraggitto con un filo di re vi accompagnerà in questi viaggi. Se invece voleste
nylon quasi invisibile. conoscere la formula magica di Guglielmo Da Saliceto,
Nei giorni successivi i due fili furono trazionati e fat- questa è andata smarrita per sempre. M. dice di aver-
ti passare sotto le altre pulegge, raggiungendo senza la perduta. Io credo che l’abbia lasciata nella terra di
molta fatica la seconda articolazione del dito. Per com- nessuno perché era troppo pericoloso affrontare quel
pletare l’opera bisognava scavare un tunnel nella terza viaggio.
65
UROLOGIA
L
La diagnosi in genere, non pone dette procedure diagnostiche è fa-
pielo-ureterale costituisce la problemi di particolare difficoltà, cilmente ed univocamente inter-
più comune causa di uropa- potendo l’urologo avvalersi del- pretabile come nel caso clinico che
tia ostruttiva della via escretrice l’ausilio di indagini strumentali andremo ad illustrare.
superiore. L’eziologia vede come convenzionali quali l’ecografia, Una paziente di giovane età, non
anomalia più frequente un’altera- l’urografia endovenosa, la scinti- ancora ventenne, giunse alla no-
zione intrinseca, congenita, della grafia renale sequenziale con MAG stra osservazione con una storia di
parete muscolare del giunto. Se- 3 ed eventualmente la pielografia saltuari dolori nella regione lom-
gue, in ordine di incidenza, l’esi- ascendente. In caso di patologia bare sinistra. Questi dolori gravati-
stenza di vasi anomali improntan- queste indagini di imaging evi- vo-costrittivi si irradiavano il più
ti la giunzione. denziano una condizione di ritar- delle volte al fianco ipsi-laterale,
Il quadro sintomatologico può do di perfusione dell’emuntorio, e, seppur meno frequentemente,
decorrere in forma assolutamente una maggiore concentrazione del anche all’epigastrio e/o al gluteo.
silente, tanto da poter essere un ri- radio-isotopo o del contrasto, una La paziente esibì un’ecografia
scontro puramente incidentale, e condizione di pielo-calicectasia, dell’apparato urinario di qualche
tale da aver potuto già determina- una condizione di drastica ridu- settimana prima, la quale dimo-
re danni severi ed irreversibili al zione del lume della via escretrice strava una condizione di modesta
parenchima ed alla funzionalità al livello della giunzione, ed in ul- dilatazione pielica con dubbia im-
renale. Il più delle volte tuttavia, timo una più lenta eliminazione magine litiasica in sede giuntale.
la sintomatologia è caratterizzata del tracciante. Produsse altresì una pielografia
dalla comparsa di dolore lombare Non sempre tuttavia il dato mor- ascendente, eseguita l’anno prece-
quasi sempre in forma di colica. fologico che scaturisce dalle sud- dente, di incerta interpretazione.
66
UROLOGIA
Presentandosi in condizione di al fine di stimolare la diuresi e de- dolorosa lombare avente i caratte-
acuzie dolorosa, procedemmo terminare un effetto wash-out. ri della colica. Si confermava per-
prontamente ad effettuare un’eco- Fu eseguito quindi l’esame con- tanto il sospetto diagnostico for-
grafia ed una TC in basale, che trastografico, preceduto dalla som- mulato in precedenza, spiegando
confermarono la modesta ectasia ministrazione e.v. di 20 mg di fu- patogeneticamente il quadro clini-
ma non evidenziarono noxae rosemide, ed effettuata una regi- co e morfologico come una condi-
ostruttive di tipo litiasico. strazione minutata delle immagini. zione sostenuta da un incostante
I dati emersi erano riassumibili (intermittente) scompenso dinami-
Giunti alla formulazione di un
in: un ritardo di eliminazione del co della pelvi renale, correlato a
sospetto diagnostico di idronefrosi
contrasto; una progressiva e im- processo di iperdiuresi.
intermittente, eseguimmo un esa-
portante dilatazione della pelvi e La paziente fu avviata, nella no-
me urografico applicando una va- dei calici che persisteva anche nel- stra Casa di Cura, a programma di
riante mutuata dall’ambito cardio- le proiezioni tardive e che confi- correzione chirurgica laparoscopi-
vascolare, ove si utilizzava un gurava una chiara e inequivocabi- ca della giuntopatia, che vede, a
tempo per lo studio dell’ipertensio- le condizione di idronefrosi secon- circa due anni di distanza, una
ne o dall’ambito scintigrafico per daria a giuntopatia. completa remissione della sinto-
la valutazione della funzione rena- Nel corso dell’esame, inoltre, la matologia dolorosa ed una eccel-
le, che vede l’impiego del diuretico paziente accusava sintomatologia lente ripresa funzionale del rene.
67
UROLOGIA
68
UROLOGIA
Pielografia retrograda
Urografia discendente
69
UROLOGIA
Urografia e.v. 30 min., furosemide e.v. Urografia e.v. 35 min., furosemide e.v.
70
NEUROCHIRURGIA
U
n mio professore di medi- miglior docente per il medico è Caso A
cina interna diceva sem- proprio il paziente.
Donna di 68 anni che accusava
pre: “ricordate: il medico Ogni paziente che visitiamo au-
da tre anni dolore intenso alla
più bravo è sempre l’ultimo che menta in maniera unica il nostro
gamba destra; nel corso del tempo
vede il paziente, perché può pren- bagaglio di esperienza e di cultura
tale dolore si era associato a pare-
dere visione di tutti gli esami che e quindi forma la nostra prepara-
si della stessa, con difficoltà nella
hanno prescritto gli altri”. Però è zione.
deambulazione, fino alla completa
anche vera la seguente massima Per questo motivo, il lavoro di paralisi dell’arto inferiore, all’in-
messicana: “los ojos no ven lo que equipe, in collaborazione continua continenza urinaria e alla ritenzio-
la mente no sabe” (“gli occhi non tra colleghi di diversa specialità, ci ne fecale. Il tutto è stato sempre
vedono ciò che la mente non sa”). può consentire di scambiare le di- accompagnato da cervicobrachial-
E in effetti se non si conosce una verse esperienze e di formulare le gia destra, ma il deficit motorio
determinata malattia, non si può diagnosi più corrette quando si era presente all’arto inferiore omo-
fare diagnosi. presentano pazienti difficili. laterale. Durante questo periodo la
Tutti sanno che è l’esperienza A tal proposito vogliamo presen- paziente è stata sottoposta a visite
che rende il medico bravo: è più tarvi questi casi che sono entrati a specialistiche, a ricovero in am-
facile per un paziente affidarsi ad far parte del nostro bagaglio di biente ospedaliero e a cicli di ria-
un medico attempato piuttosto che esperienze, perché possa essere più bilitazione presso altre sedi.
ad un medico giovane… e questo facile e diretto l’approccio a queste All’esame obiettivo neurologico
da sé significa che, in ultimo, il patologie spesso misconosciute. abbiamo evidenziato la presenza
71
NEUROCHIRURGIA
72
NEUROCHIRURGIA
Fig. 8: Immagine trans-operatoria che fa vedere la cage in Peek Fig. 9: Rx post-operatoria in AP ed LL che dimostra la cage in
inserita al posto del disco C3-C4 (freccia), in presenza dei di- Peek tra C3 e C4 (frecce).
strattori vertebrali di Caspar.
73
NEUROCHIRURGIA
l’ipoestesia era migliorata. In se- presenza di carcinoma prostatico. ipoestesia tattile e dolorifica da C4
conda giornata si alzava e muove- La RM cervicale con mdc e la TC in giù, imperiosità urinaria, im-
va i primi passi; dopo riabilitazio- cervicale hanno documentato la possibilità a mantenere la stazione
ne di un mese tornava alla vita presenza di un processo espansivo eretta e difficoltà respiratoria. Do-
normale senza alcun deficit moto- endospecale cervicale C3-C5 con po valutazione in equipe con uro-
rio residuo e senza alcun tipo di compressione sul midollo (figg. logi e oncologi, concordando tutti
dolore. 10-11-12-13). La TC addome con sul fatto che la prognosi poteva
mezzo di contrasto aveva eviden- essere favorevole a medio-lungo
Caso C ziato la presenza di lesioni ripeti- termine se il paziente fosse stato
tive diffuse alle coste, al bacino e sottoposto a ormonoterapia, si è
Uomo di 72 anni con una storia
alle vertebre. deciso di procedere all’intervento
di tre mesi di evoluzione, con do-
Al momento del ricovero, il pa- chirurgico. Il paziente è stato este-
lore alla spalla sinistra irradiato
ziente si presentava con tetrapare- samente informato sia sulla pato-
successivamente al dorso e all’ad-
si flaccida con prevalenza agli logia di base, che sui rischi dell’in-
dome e, soprattutto, progressivo
estensori delle mani e delle dita tervento.
deficit di forza ai 4 arti, che lo
bilateralmente, lieve contrazione Questo prevedeva un approccio
portava inizialmente a trascinare
apprezzabile al deltoide, con im- posteriore con laminectomia e
le gambe durante la deambulazio-
possibilità ad effettuare i movi- asportazione della lesione. In sede
ne e successivamente alla paralisi
menti delle braccia contro gravità, operatoria è stato constatato che il
completa, costringendolo alla se-
dia a rotelle. Il paziente presenta-
va inoltre un deficit di forza grave
agli arti superiori, con impossibili-
tà a muovere le mani e le dita e ad
alzare le braccia; non poteva
quindi camminare, né si poteva
alimentare da solo perché non era
in grado di portare le posate alla
bocca. Non era inoltre in grado di
effettuare alcun cambio posturale
perché non lo reggevano né le Fig. 10: RM sagitale pre-operatoria, in cui Fig. 11: RM pre-operatoria che documen-
braccia, né le gambe. si apprezza la lesione a livello di C3-C4 e ta la lesione fusiforme che comprime la-
A questo quadro si associava un C5. teralmente il midollo (freccia).
dimagrimento di circa 8 kg negli
ultimi due mesi. Per tale motivo il
paziente si era recato in un pron-
to soccorso, dal quale era stato di-
messo con indicazione a day ho-
spital neurologico. Indirizzato da
un collega presso il nostro ambu-
latorio di neurochirurgia, abbiamo
indicato il ricovero in urgenza. Il
calo ponderale ci aveva fatto so-
spettare la presenza di patologia
neoplastica e gli esami di labora-
Fig. 12: RM pre-operatoria con mezzo di Fig. 13: RM pre-op. con mdc che dimo-
torio in effetti hanno documentato contrasto (mdc), si apprezza come la le- stra in tagli assiali come la lesione (bordi
la presenza di PSA superiore a sione si impregna (freccia) al confronto rossi) infiltra il canale, comprimendo il
1000 ng/ml, che confermava la con la fig. 10. midollo cervicale (bordi gialli).
74
NEUROCHIRURGIA
Fig. 14: Immagine trans-operatoria che dimostra la dura madre ispessita e in- Fig. 15: TC post-operatoria che documenta l’avve-
filtrata dalla metastasi (freccia gialla), il midollo spinale cervicale esposto de- nuta decompressione midollare in seguito al-
compresso con aracnoide integra (freccia verde), la dura madre ispessita ri- l’asportazione della lesione e l’amplia laminectomia
baltata (freccia blu) e la lesione neoplastica fusiforme laterale (freccia azzur- (freccia)
ra) che si rilevava già alla risonanza cervicale (figg. 10-13).
processo espansivo (che poi al- paziente deambulava, camminan- con diagnosi di vasculopatia cere-
l’esame istologico è risultato esse- do solo aiutato da un bastone; brale ed ernia discale lombare. In-
re una metastasi del carcinoma inoltre si alimentava da solo e la viato presso il nostro ambulatorio
prostatico) infiltrava i muscoli, le forza degli arti superiori era nella dal suo medico curante, il pazien-
lamine e la dura madre a livello di norma, fatta eccezione che per te è stato ricoverato. Clinicamente,
C4 e C5, con presenza, in sede la- una lieve riduzione della forza non poteva deambulare per grave
terale sinistra, di una lesione rom- prensile a sinistra, non presentava paresi all’arto inferiore sinistro e
boidale di consistenza dura che deficit sensitivi; infine il dolore non riusciva ad alzare il braccio
era praticamente scomparso, fatta omolaterale oltre la spalla: non
comprimeva il midollo in tale se-
eccezione per un dolore costale poteva eseguire la prova di Min-
de. Pertanto, oltre alla laminecto-
per infiltrazione locale. In sintesi, gazzini II e slivellava alla prova di
mia, sono state asportate tutta la
il paziente aveva recuperato total- Mingazzini I; presentava dati di
dura madre ispessita (1 mm) e in-
mente la propria autonomia. In
filtrata dalla metastasi e la lesione spasticità, oltre al segno di Hoff-
atto il carcinoma prostatico è
romboidale che comprimeva late- man e Babinski a sinistra e ipoe-
mantenuto sotto controllo dalla
ralmente il midollo (figg. 14-15). stesia tattile e dolorifica a tutta la
terapia ormonale.
È stato quindi collocato un patch gamba. Con RM cervicale e TC
di dura a coprire il midollo. cervicale è stata documentata una
Caso D voluminosa ernia discale C6-C7,
Già al risveglio, il paziente riu-
sciva a sollevare le braccia e le Uomo di 69 anni con una storia con componente intraforaminale
gambe contro gravità e muoveva di tre mesi di evoluzione, che è C6-C7 sinistra e osteofitosi poste-
le mani e i piedi; in seconda gior- cominciata prima con trascina- riore, e un’ernia discale C5-C6,
nata post-operatoria riusciva a mento della gamba sinistra duran- con compressione midollare lungo
stare seduto mantenendo il tronco te il cammino, poi con deficit di tutto il tratto e inversione della fi-
e ad alimentarsi da solo; in terza forza completo, tale da impedire siologica lordosi cervicale (figg.
giornata si alzava e muoveva del tutto la deambulazione, e pro- 16-17-18). Il paziente è stato sot-
qualche passo con l’aiuto del wal- gressivo deficit motorio anche al toposto a intervento chirurgico per
ker con ascellari e al 6° giorno braccio sinistro. Per tale motivo il via anteriore di microdiscectomia
riusciva a stare in posizione eret- paziente era stato ricoverato in un C5-C6 e C6-C7, corpectomia di C6,
ta da solo. Al primo controllo reparto di neurologia, dove era osteofitectomia e sostituzione del
post-operatorio al mese dall’inter- stato sottoposto a RM encefalo e a corpo vertebrale con una gabbia
vento, dopo la riabilitazione, il TC L3-S1, ed era stato dimesso (mesh) in titanio riempita di fosfa-
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Fig. 16: RM pre-operatoria, ernia discale Fig. 17: RM pre-operatoria, ernia discale Fig. 18: TC pre-operatoria, che fa rilevare
C5-C6 mediana-paramediana destra. C6-C7 mediana-paramediana e intrafora- la componente osteofitaria della discar-
minale sinistra. trosi C5-C6.
Fig. 19: Immagine transoperatoria dopo la microdiscectomia C5- Fig. 20: Immagine trans-operatoria che dimostra il letto della cor-
C6 e C6-C7 (frecce gialle), prima dell’asportazione del corpo di pectomia con visualizzazione della dura madre decompressa (frec-
C6 (freccia bianca) cia), prima dell’inserimento della gabbia in titanio e della placca.
Fig. 21: TC postoperatoria che dimostra in taglio Fig. 22: TC post-operatoria con ricostruzione 3D che dimostra gli elementi della
assiale l’avvenuta decompressione e la gabbia in stabilizzazione: la gabbia cilindrica e la placca anteriore.
titanio (segnalata dalla freccia bianca) posizio-
nata dopo la corpectomia di C6 e la placca C5-
C7 (freccia gialla)
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sempre siamo in grado di farlo su- vero (come nel caso C) o si rischia La prontezza della diagnosi è
bito, ma un attento esame clinico di arrivare troppo tardi (come nel importantissima nei problemi neu-
e neurologico e un paziente ascol- caso E). rologici: davanti ad un deficit di
to della storia clinica, sicuramente Non sempre la patologia com- recente comparsa o di evoluzione
ci possono indirizzare adeguata- pressiva cervicale dà dolore in pri- ingravescente, il paziente deve es-
mente. ma istanza, ma può esordire solo sere sottoposto a tutti gli accerta-
Certo è che i quadri clinici co- con un deficit di forza, e questo menti necessari al più presto, ma-
munque evolvono e si definiscono può di per sé ritardare la diagnosi. gari anche con un ricovero in re-
meglio nel tempo, ma è anche ve- Infatti nella nostra realtà abbiamo gime d’urgenza. Si deve studiare il
ro che il nostro intuito ci dovreb- osservato che il dolore è il sinto- paziente, fino a che si riconosca,
be guidare nel far prevalere il mo che viene associato al “males- secondo scienza e coscienza, la
buonsenso. Ad esempio (come nel sere” ed è il disturbo che, più an- congruità tra la diagnosi formula-
caso D) è evidente che una vascu- cora del deficit di forza, spinge il ta ed il quadro clinico osservato.
lopatia cerebrale diffusa, non può paziente a cercare il medico. Da molti la chirurgia vertebrale
causare un’emiparesi, che fra l’al- è ancora considerata un tabù per il
tro è progressiva e con tendenza Altra cosa da ricordare è che, se timore di “rimanere in sedia a ro-
alla spasticità sin dalle fasi inizia- si tratta di patologia risolvibile telle”. Vi abbiamo presentato alcu-
li… che un’ernia lombare, anche se ni casi in cui i pazienti, dopo l’in-
chirurgicamente, quanto meno
di importanti dimensioni, difficil- tervento, “dalla sedia a rotelle” si
tempo passa dall’istaurarsi della
mente può giustificare una parali- sono alzati e hanno ricominciato a
paralisi alla decompressione, tanto
si completa di un solo arto inferio- camminare. Attualmente le tecni-
più veloce e completo è il recupe-
re senza altri segni di distribuzio- che chirurgiche di avanguardia
ro dal deficit. Nel caso A la pa-
ne radicolare (come nel caso A). In consentono di migliorare le condi-
ziente è tornata a camminare, ma,
questi casi si presentavano diversi zioni dei pazienti con problemi
se la diagnosi fosse stata più tem-
segni e sintomi meritevoli di mi- neurologici secondari a compres-
pestiva, probabilmente non avreb- sione, siano essi degenerativi o tu-
gliore attenzione. be avuto la necessità di assumere
Di fatto comunque, se il deficit morali; e, se l’indicazione è corret-
farmaci per il dolore neuropatico ta, nonostante le delicate strutture
non parte da lesioni cerebrali, va- cronico che già si era istaurato, coinvolte e gli importanti rischi
le sempre la pena ricordarsi che proprio come è avvenuto nel caso noti per questi tipi di interventi, la
proprio dalla colonna cervicale della paziente B. morbi-mortalità può essere accet-
passano tutti i nervi che collegano
tabile se l’intervento è eseguito da
il centro alla periferia, tutto ciò
Conclusioni mani esperte.
che ci consente di muoverci dal
collo in giù. Per cui, in presenza di La patologia cervicale è misco-
deficit motori e/o sensitivi, se nociuta ed spesso sottovalutata. Bibliografia
l’esame TC o RM encefalo risulta Anche se il quadro clinico non è – Edward C. Benzel, ed. Spine Surge-
accompagnato da cervicobrachial- ry Tecniques, Complication Avoi-
negativo o non significativo, sa- dance, and Management, 2 da ed.
rebbe corretto controllare se non gia, quando si ha un deficit di for- 2005. Elsevier Churchill Livingsto-
vi siano lesioni cervicali. za accompagnato da segni pirami- ne.
Inoltre, un deficit di forza pro- dali con TC od RM encefalo nega- – H. Richard Winn, ed. Youmans
Neurological Surgery, 5a. ed, 2003.
gressivo accompagnato da un di- tive o non significative, si deve Saunders.
magrimento deve sempre far so- sospettare patologia compressiva a – Greenberg, Handbook of Neurosur-
spettare che vi possa essere una livello cervicale. L’esame obbietti- gery, 5a ed. 2001. Thieme.
patologia neoplastica, e la diagno- vo neurologico scrupoloso potreb-
Si ringrazia il Servizio di Diagnostica per
si dovrebbe essere fatta nel più be anche consentire di orientare il Immagini della Casa di Cura per l’af-
breve tempo possibile e con rico- livello di compressione. fettuosa collaborzione.
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