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breve cronaca di una citt (luglio 2014)

Da un neo, un banalissimo neo, da circa un anno si scaten una


tempesta corporea. Le solite trafile, la radioterapia, le cure di
protocollo, ma niente da fare, le macchie scure rilevate dalla TAC si
erano allargate, ed una complicazione ha fatto il resto. Due figlie
ventenni ancora a casa, il fratello ed il marito che la portavano in
ospedale, miei colleghi di lavoro che sanno in che luogo viviamo.
Lamica di mia moglie, quarantanni, sta conducendo una lotta impari,
ha appena terminato il sesto ciclo di chemioterapia e gli verranno
asportate le ovaie.
Le mamme dei bambini di una classe elementare si sono accordare per
trascorrere due ore di funerale. Pianger per il padre, lamico di mio
figlio, perduto per la solita crudele malattia.
Mentre si farneticano rimpasti di governo, mentre si fa cultura di
massa, deviante, mentre si fanno proclami autoincensanti.
Cronaca ricorrente di una citt in cui si opera considerandola normale.

www.pierpaolo.petrosillo.blogspot.com
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/29/salento-e-emergenza-tumore-ai-polmoni-ma-a-nessuno-interessa-
sapere-motivi/726641/
Salento, emergenza tumore ai polmoni.
Ma a nessuno interessa sapere i motivi
Lincidenza del tipo di cancro nel Salento supera nettamente le medie regionali e nazionali.
Gli ultimi dati ufficiali confermano il problema. Finora ignorato. Assennato (Arpa Puglia):
LIstituto superiore di sanit inizia a muoversi, ma servono fondi e coordinamento. Cos non
andiamo da nessuna parte
di Tiziana Colluto | 29 settembre 2013
E da ventanni che lo ripetiamo: si tratta di unemergenza drammatica. La gente muore, qui pi che
altrove. Ci devono spiegare scientificamente il perch. Continuare a rimandare assurdo. La vista del
mare di Gallipoli fuori dalla finestra non placa la rabbia nella voce di Giuseppe Serravezza, medico e
presidente provinciale della Lilt. Al settimo piano dellospedale Sacro Cuore di Ges, alle nove del
mattino, i malati affollano fino allinverosimile i corridoi del suo reparto: oncologia. E la realt, umana,
contro cui si schiantano numeri, cartine, congetture. Lincidenza inarrestabile del cancro al polmone
in provincia di Lecce da tempo un caso nazionale. Un caso ignorato.
Solo ora lIstituto Superiore di Sanit inizia a muovere i primi passi. Meglio tardi che mai, certo. Ma
modi e mezzi paiono ancora insufficienti. Capire non interessato a nessuno. Chiedo da dieci anni uno
studio coordinato dallISS e non ho mai avuto fortuna in questo. Giorgio Assennato, direttore di Arpa
Puglia, unaltra delle Cassandre di questa storia. Il 30 ottobre annuncia saremo a Roma, convocati
dallISS, che ci consegner un report inedito sulla questione Lecce. Ci si aspetta si vada oltre
lennesima fotografia, in realt gi abbastanza chiara, della realt. Il quadro epidemiologico
consolidato da troppi anni. Eppure, il passo successivo, quello pi importante, lindividuazione precisa
delle cause, ancora paralizzato. Non ci danno un contributo per la ricerca, non c un coordinamento.
Ci hanno lasciato soli tuona Assennato Eppure, ci sono dati conclamati che confermano la
singolarit del fenomeno gi dagli anni Sessanta. E scritto in tutte le Relazioni dello stato di
salute della popolazione pugliese. Questo il tipico caso in cui avrebbe avuto senso un intervento
approfondito del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie. Nulla.
Che si tratti della vera bestia nera lo confermano gli ultimi dati ufficiali, resi noti in questi giorni. Sono
quelli relativi allaggiornamento al 2005 del Registro tumori di Lecce, fermo al biennio 2003- 2004.
Dicono che il 20% degli uomini salentini che si ammalano di cancro lo contraggono al polmone. E
una media del 5% in pi rispetto a Taranto. Anomalia che lo scorso anno, con una frase incauta, ha
sottolineato anche lallora ministro allAmbiente Corrado Clini, nel pieno della crisi Ilva. La verit
dice un infuriato Serravezza che non ci hanno mai dato retta abbastanza. Le istituzioni non hanno
voluto vedere. Pensi che stata lEni a finanziare per anni il Registro tumori ionico-salentino, oggi
assorbito in quello accreditato. La vera sfida, per, scomporre i dati, analizzarli per comuni.
Noteremo che i distretti di Maglie e Galatina hanno numeri abnormi. E la spiegazione non pu essere il
fumo di tabacco.
Di certo, centra la pressione ambientale. Ma di che tipo e da quale fonte provenga sembra essere un
mistero, a volte chiarissimo, ma mai confermato con tutti i crismi della scientificit. Uno studio del
Cnr di Lecce ha dimostrato come i venti facciano la loro parte, convogliando le emissioni dei poli
industriali di Taranto e Brindisi in quellimbuto che la provincia leccese. Sindaga sul radon. La
sua concentrazione, in alcune scuole, risultata oltre i valori soglia. C, poi, la migrazione di ritorno
per chi ha contratto il rischio lavorando fuori, nelle miniere e nelle fabbriche. Ci sono le piccole
ciminiere sparse qua e l, i cerini accesi sul territorio e che sfuggono alle rilevazioni in continuo dei
fumi. La Rete di prevenzione oncologica leccese, inaugurata in primavera, dovrebbe provare a districare
questintreccio. Ma, ancora una volta, si combatte con lance spuntate. Stiamo procedendo ammette
Assennato con il controllo di casi campione su cittadini residenti da lungo tempo. Dobbiamo, per,
trovare prima i fondi per chi andr ad intervistarli.

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