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Sommario
La Fisica Moderna
Alla fine del XIX secolo la Fisica aveva ottenuto dei risultati molto
importanti che permettevano di interpretare completamente alcuni
fondamentali fenomeni naturali :
1. La meccanica newtoniana movimento dei corpi sulla Terra e
il moto dei pianeti, teoria dei fluidi, onde e suono;
2. La meccanica statistica e la teoria cinetica comportamento
dei gas;
3. La teoria di Maxwell sullelettromagnetismo visione unitaria
dei fenomeni elettrici e magnetici, onde elettromagnetiche e
luce.
La Fisica Moderna
Tuttavia, rimanevano inspiegati alcuni fenomeni, ed altri ne vennero scoperti che pure non
potevano essere spiegati tramite le leggi note fino ad allora, ovvero le leggi della Fisica
Classica:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
La indipendenza del valore della velocit della luce c dal sistema di riferimento
inerziale o non inerziale;
Le leggi dellemissione di corpo nero;
Leffetto fotoelettrico;
Leffetto Compton;
I raggi X;
I radioisotopi ed il decadimento radioattivo.
Allinizio del XX secolo vennero sviluppate due nuove teorie che rivoluzionarono radicalmente la
concezione della natura: la teoria quantistica (M. Planck), con le sue fondamentali implicazioni
per la natura corpuscolare della radiazione elettromagnetica e per la struttura atomica di cui
ci occuperemo nel seguito - e la teoria della relativit (A. Einstein). Nacque cos la Fisica
Moderna.
Corso di Fisica - UdA
Verso la fine del 1800 vennero osservati per la prima volta i raggi catodici,
emessi in un tubo a vuoto da un elettrodo metallico collegato ad unalta ddp: tali
raggi, che colpendo uno schermo lo rendevano fluorescente, venivano deviati da
un campo magnetico: Thomson (1897) comprese che essi venivano deviati grazie
alla forza di Lorentz, che il verso di deviazione indicava una carica negativa
denominata e, e che il raggio di curvatura forniva un preciso valore del rapporto
e/m. Per la prima volta si introdusse il concetto di elettrone.
La struttura dellatomo rest
tuttavia un mistero ancora per
molti anni, con un dibattito
scientifico tra due teorie
contrapposte, latomo di Thomson e
quello di Rutherford
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Lesperimento di Rutherford
Il modello di Thomson prevedeva un atomo fatto di una
materia carica positivamente in cui erano immerse delle
cariche negative (elettroni). Quello di Rutherford,
ipotizzava un nucleo positivo al centro e delle cariche
negative che ruotavano intorno ad esso su orbite
circolari
Rutherford, con un celebre esperimento (1911)
dimostr che delle particelle positive , da poco
scoperte, lanciate contro un bersaglio di
metallico, venivano deflesse ad angoli molto
grandi, sostenendo lipotesi di una massa
positiva concentrata al centro dellatomo
Disco 25 video 13 Rutherford
scattering
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Disco 24 video 18
Radiation spectrum of a hot
object
Le modalit con le quali la radiazione elettromagnetica viene emessa sono stabilite dalle leggi di
Stefan-Boltzmann e di Wien.
Legge di Stefan-Boltzmann :
dove:
E/t = e A T4
(max) = 2.89710-3 / T
max
Oscillatore armonico
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Leffetto fotoelettrico
Tra i fenomeni che le leggi della Fisica classica non riuscivano a
spiegare cerano anche leffetto fotoelettrico e leffetto
Compton.
Quando un fascio di luce monocromatica colpiva un bersaglio
metallico sotto vuoto inserito in un circuito come nella figura,
si aveva estrazione di elettroni e circolazione di corrente solo
se la frequenza f della luce era maggiore di un valore di soglia
f0: questo era incompatibile con la classica teoria ondulatoria
dove lestrazione degli elettroni sarebbe stata legata alla sola
intensit del fascio incidente che aveva ceduto agli elettroni
stessi lenergia cinetica sufficiente a lasciare il relativo nucleo
e a migrare dal metallo verso lelettrodo positivo.
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Leffetto fotoelettrico
La relazione tra la lunghezza donda e la
frequenza f di unonda pari a:
f = v/
E quindi per la radiazione em tale relazione
diventa :
f = c/
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Leffetto Compton
Un ulteriore fenomeno sperimentale inspiegabile
alla luce della Fisica Classica era leffetto
Compton: se una radiazione di lunghezza donda
e frequenza f incide su un materiale, pu
interagire con un elettrone, strappandolo dal suo
atomo, come in figura: nellurto la radiazione
emergente ha una pi alta e una f pi bassa,
lelettrone inizialmente a riposo si muove con una
sua quantit di moto mentre la radiazione
luminosa viaggia in una direzione diversa da quella
incidente.
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Fotoni
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Disco 25
video 1
Emission
spectra
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Latomo di Bohr
Al fine di spiegare queste evidenze sperimentali e alla luce delle scoperte fatte sulla
natura corpuscolare della luce e della teoria quantistica della materia, Bohr ipotizz
(1913) un modello atomico che, pur mantenendo la struttura planetaria di Rutherford, era
basato sulla quantizzazione dei livelli energetici degli elettroni:
gli elettroni ruotano intorno al nucleo in orbite circolari, ma solo alcune
orbite sono consentite: su queste orbite, dette stati stazionari,
lelettrone si muove senza irradiare energia (violando la concezione
classica per la quale una carica elettrica accelerata emette energia
sotto forma di radiazione e.m.). Se invece lelettrone passa da uno
stato stazionario superiore ad uno inferiore, emette un fotone che, per
rispettare il principio di conservazione dellenergia ha una energia pari
a:
hf = Eu El
Dove Eu ed El sono le energie cinetiche dellelettrone quando si trova
rispettivamente nelle due orbite corrispondenti agli stati stazionari.
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= nh/2 = n
n = 1, 2, 3,
r
m
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Il concetto di spin
Lo spin (trottola) il momento angolare intrinseco di un corpo, al contrario del momento
angolare orbitale, che legato al moto del centro di massa attorno ad un punto. In
meccanica classica, il momento angolare di spin di un corpo dunque associato alla rotazione
del corpo attorno al proprio centro di massa. Per esempio lo spin della Terra associato
alla sua rotazione giornaliera attorno al proprio asse mentre il suo momento angolare
orbitale associato alla sua rivoluzione attorno al Sole.
LS
L =
MR2R
r
i
mi
LS =
Ir
vi
LS = I
con I = (imiri2)
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Spin elettronico
Abbiamo visto che il momento angolare orbitale dellelettrone quantizzato
(Bohr):
S
N
ee
L = mvrn = nh/2 = n
n = 1, 2, 3,
Analogamente a quanto visto nel caso della Terra possiamo associare alla
rotazione dellelettrone attorno al proprio asse un momento angolare
intrinseco o spin elettronico, che a sua volta quantizzato, a seconda del
verso di rotazione orario o antiorario:
S = mSh/2 = mS
quantico di spin.
Infine, ricordando che lelettrone ha una carica elettrica (negativa) che
possiamo considerare come distribuita (e ruotante) attorno al proprio asse,
avremo anche un momento magnetico di spin, con due possibili orientamenti.
Un discorso analogo pu essere fatto per il protone (nucleo) dellatomo di
idrogeno, arrivando a definire uno spin nucleare ed un momento magnetico di
spin nucleare, che avr primaria importanza nel fenomeno della risonanza
magnetica nucleare.
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Fascio di
uscita del
laser
Nel laser a rubino, una barretta di rubino (Al2O3) viene drogata
sostituendo ad una piccola percentuale di atomi di alluminio atomi di
cromo, che posseggono lo stato metastabile. Utilizzando intensi
lampi di luce di = 550nm, ovvero di energia 2.2 eV (hf = hc/ =
eV), si effettua il processo di pompaggio ottico, portando la
maggioranza degli atomi al livello E2 e da qui in quello metastabile
E1. Poich il tempo di permanenza in E1 molto maggiore del
normale, si arriva allinversione di popolazione e, subito dopo, non
appena i primi atomi decadono in E0, questi emettono fotoni di
energia 1.8 eV che innescano lemissione stimolata di luce laser alla
frequenza di 694.3 nm.
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Raggi X
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Raggi X
Nel 1895 Roentgen scopr che, quando gli elettroni
emessi per effetto termoionico da una piastrina
metallica, riscaldata mediante un filamento venivano
accelerati da un forte campo elettrico (altissima d.d.p.)
in un tubo da vuoto e colpivano un bersaglio metallico
(anodo), veniva emessa un nuovo tipo di radiazione che
innescava la fluorescenza in alcuni minerali ed era in
grado di impressionare le pellicole fotografiche.
Poich la natura di questa radiazione era sconosciuta,
Roentgen coni il termine di raggi X. Roentgen si
accorse subito che i raggi X erano in grado di
attraversare in modo diverso materiali di spessore e
densit diversi: nacque cos la radiologia.
Definiamo 1 eV = energia di una particella di carica e quando viene spostata attraverso la ddp di 1 V
1 eV = 1.6 10-19 J
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http://www.aigadsden.com
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Lastra fotografica
Sali di uranio
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numero atomico Z
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Forze nucleari
Forti
Deboli
FN-N
Nocciolo
duro
nucleone nucleone
elettroni, neutrini, nucleoni
Es: forza nucleare forte
Forza repulsiva
0.5
1.0
1.5
2.0
r (10-15 m)
Forza attrattiva
La forza nucleare forte fortemente repulsiva fino a circa 0.2r, poi attrattiva con un
massimo intorno a 0.5r, ed infine va a zero per separazioni superiori a r 10-15 m: la
forza nucleare forte estremamente intensa e serve, ad esempio, a vincere la
repulsione elettrostatica tra i protoni.
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Ricordiamo che 1 eV = energia di una particella di carica e quando viene spostata attraverso la ddp di 1 V
1 eV = 1.6 10-19 J
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Il decadimento alfa
particella
A
Z
A 4
Z 2
N +
4
2
He
Nucleo radioattivo
90
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Il decadimento beta
particella
decadimento
A N A N + e+ + neutrino
z
z-1
+ (positrone)
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Il decadimento gamma
A
Z
N*
A
Z
Nucleo
radioattivo
Raggio
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N = - N t
N/t = - N
dove N/t detta attivit del campione e detta costante di decadimento ed
tipica di ogni radioisotopo; il segno meno significa che N diminuisce. Questa
equazione si risolve ottenendo:
N(t) = Noe
-t
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= 1/ = T1/2 /0.693
(quindi vita media e tempo di dimezzamento non coincidono!)
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Annichilazione materia-antimateria
Abbiamo visto come, nel caso del decadimento +, il positrone, in un tempo brevissimo e
in una regione di spazio estremamente ridotta - incontra un elettrone e d luogo al
processo di annichilazione con emissione di 2 . Caratteristica fondamentale di questa
emissione di che i due fotoni vengono emessi simultaneamente e a un angolo di 180
luno rispetto allaltro. Se pertanto due rivelatori posizionati lungo la direzione di
emissione rivelano simultaneamente* levento di emissione possibile identificare nello
spazio il punto dove avvenuto il processo di annichilazione.
= 180
*rivelazione in coincidenza
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TAC-PET in oncologia
In combinazione con la TAC oggi le immagini ottenibili con la PET sono di
importanza fondamentale nella diagnostica oncologica
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Radiazioni ionizzanti
Con questo termine si intendono i raggi , , , ed X, cos come i
protoni, i neutroni e le altre particelle che sono in grado di
ionizzare gli atomi e le molecole di qualsiasi materiale con cui
vengono a contatto, provocando considerevoli danni in particolare ai
tessuti biologici.
Le particelle cariche (,
( , ed i protoni) provocano ionizzazione
tramite le forze elettrostatiche: poich lenergia delle particelle
e dellordine di 1 MeV mentre lenergia necessaria a ionizzare
un atomo o molecola dellordine di 10 eV (1 eV = 1.6 x 10-19 J)
chiaro che una singola particella o pu provocare migliaia di
ionizzazioni.
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Interazione radiazione-materia
La scala dei fenomeni nucleari molto
pi piccola di quella dellatomo:
10-10 m
10-15 m
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Interazione radiazione-materia
Le particelle beta, attraversando un materiale, perdono energia con una
sequenza continua di urti ma, poich sono molto leggere (un protone pesa
circa 2000 volte pi di un elettrone) seguono una traiettoria casuale e non
possibile definire con precisione un range come per le particelle cariche pi
pesanti. Inoltre gli elettroni irraggiano, cio producono X e gamma.
Anche in questo caso
comunque gli spessori di
materiale attraversati sono
relativamente brevi: le
particelle vengono
fermate in 1-2 cm di acqua.
Sorgente di
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Interazione radiazione-materia
Effetto fotoelettrico
Effetto Compton
produzione
di coppie e+eCorso di Fisica - UdA
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Il danno biologico
La ionizzazione indotta dalle radiazioni produce una serie di specie
chimiche estremamente reattive ed aggressive: i radicali liberi.
Queste specie chimiche possono aggredire il DNA per cui le cellule
possono morire oppure continuare a vivere e a riprodursi con
unalterazione, che pu dar luogo ad un tumore.
Oppure, se la cellula modificata coinvolta nel processo riproduttivo
dellindividuo, lalterazione pu ripercuotersi sulle generazioni successive.
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Un concetto importante
La vita media ha importanti conseguenze sulla radioprotezione:
A parit di attivit iniziale, una sorgente a vita media lunga
emette radiazioni (ed quindi potenzialmente pericolosa) per
molto tempo. Una sorgente a vita media breve si esaurisce
rapidamente ma concentra lemissione di radiazione in un tempo
breve con possibilit di produrre danni rilevanti anche per
esposizioni limitate nel tempo.
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Come ci si protegge ?
Sostanzialmente in tre modi:
1.
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