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2009/10
4. RISPOSTA SISMICA
DI SISTEMI MDOF
- Pag. 4.1 -
valore massimo del fattore di struttura, che dipende dal livello di duttilit
attesa, dalla tipologia strutturale e dal rapporto Du/D1 tra il valore dellazione
sismica per il quale si verifica la formazione di un numero di cerniere
plastiche tali da rendere la struttura labile e quello per il quale il primo
elemento strutturale raggiunge la plasticizzazione a flessione,
KR
- Per le costruzioni regolari in pianta, qualora non si proceda ad unanalisi non lineare
finalizzata alla valutazione del rapporto Du/D1, per esso possono essere adottati i valori
indicati nelle NTC2008 per le diverse tipologie costruttive.
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- Pag. 4.2 -
- Per le costruzioni non regolari in pianta, si possono invece adottare valori di Du/D1 pari alla
media tra 1.0 ed i valori di volta in volta forniti per le diverse tipologie costruttive.
La scelta del fattore di struttura deve essere in ogni caso adeguatamente giustificata.
- Pag. 4.3 -
Dal punto di vista teorico, esistono diversi criteri mediante i quali possibile determinare il
valore del fattore di struttura q:
Fe
Fy
u max
uy
- Pag. 4.4 -
Risulta infatti:
1
Fe u e
2
1 Fe
2 Fy
1
F y u y F y u max u y
2
u
1 u max
e
1
u y 2 u y
Fe u e
u max
1 2
2
Fy u y
uy
q2
1 2 P
2 P 1
- Pag. 4.5 -
q
2 P 1
q 1
se T ! 0.5 s
se 0.1 s d T d 0.5 s
se T 0.1 s
- Pag. 4.6 -
PGAu
PGA y ,
oppure, attraverso unanalisi di pushover sotto una distribuzione di forze statiche equivalenti al
sisma, come:
Du
q
Dy .
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- Pag. 4.7 -
12 EJ p
h3
- Pag. 4.8 -
Sovrapposizione modale
Per eseguire lanalisi modale ed applicare la tecnica di sovrapposizione modale, consideriamo la
seguente trasformazione di coordinate:
n
) z
)
i 1
(i )
zi ,
dove:
)
la matrice modale,
il vettore delle nuove coordinate modali (o normali), le cui
componenti zi esprimono ognuna lampiezza delli-esimo modo di
vibrare.
- Pag. 4.9 -
M u C u K u
M r ug ,
- Pag. 4.10 -
) z
(i )
zi
i 1
T
moltiplicando per ) , diventa:
) M r ug .
) M ) z ) C ) z ) K ) z
T
Si osserva che per lortogonalit dei modi di vibrare rispetto K ed M, le quantit ) M ) e
T
) K ) sono diagonali, mentre C* diagonale solo nel caso di smorzamento classico. Allora:
I z C * z : z
) M r ug .
Le equazioni del moto possono quindi essere disaccoppiate ipotizzando che lo smorzamento sia
di tipo classico ed introducendo il vettore * (nx1) dei coefficienti di partecipazione (avente
componenti Ji):
I z C * z : z
* ug ,
Essendo infatti le matrici I, C*, : diagonali, li-esima equazione disaccoppiata del tipo:
zi 2[Z i zi Z i2 z i
J i ug ,
per i = 1, 2,n.
- Pag. 4.11 -
)
j 1
(i)
j
Osservazioni
- Pag. 4.12 -
3. A partire dallo spettro J i ug , il massimo spostamento zi, max raggiunto da ciascun oscillatore
semplice pu essere determinato entrando nello spettro relativo ad un certo smorzamento [
con il valore della frequenza naturale Zi caratteristica del modo di vibrare i-esimo
considerato (essendo Ti = 2S/Zi). In questo modo possibile infatti risalire alla pseudoaccelerazione Sd,i(Ti), essendo:
z i , max
J i S d ,i Ti
Z i2
(i )
u max
) i z i , max
)i
J i S d ,i Ti
.
Z i2
4. I massimi spostamenti modali zi, max possono essere valutati per i = 1, 2, , n. Si osserva per
che tali spostamenti non si realizzano nello stesso istante, di conseguenza per li-esimo
(i )
modo di vibrare possibile conoscere solo un vettore u max di massimi spostamenti relativi.
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- Pag. 4.13 -
Noti i massimi spostamenti u max , si associa ad essi una distribuzione di forze statiche equivalenti
alli-esimo modo di vibrare, che applicate al telaio shear-type siano in grado di riprodurre
(i )
(i )
leffetto massimo u max noto. In particolare, si tratta di determinare le incognite F s tali che:
(i )
Fs
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(i )
K u max ,
- Pag. 4.14 -
ovvero:
(i )
Fs
K)
(i )
J i S d ,i Ti
Z i2
Z i2 M ) ( i )
(i )
Fs
M)
J i S d ,i Ti
Z i2
(i )
M)
(i )
J i S d ,i Ti
J i S d ,i Ti ,
essendo:
K)
(i )
Z i2 M ) ( i ) ,
con:
)
(i )
J i S d ,i Ti
Essendo inoltre:
(i )
Vb
1 M)
(i )
J i S d ,i Ti
J i2 S d ,i Ti ,
- Pag. 4.15 -
risulta:
(i )
Fs
M)
(i )
J i S d ,i Ti
J i2 S d ,i Ti
M)
T
(i )
1 M)
(i )
Vb( i )
M)
(i )
m )
j
(i )
j
j 1
(i )
Si osserva quindi che la distribuzione delle forze statiche equivalenti F s dipende dalla forma
(i )
) di ciascun modo di vibrare.
La tecnica della sovrapposizione modale consente infatti di analizzare staticamente la struttura
(i )
(i )
K u max (con i
soggetta ad un sistema di n distribuzioni di forze statiche equivalenti del tipo F s
= 1, 2,, n), per ciascuna delle quali possono essere valutati separatamente i massimi effetti in
termini di spostamento e caratteristiche della sollecitazione.
- Pag. 4.16 -
E UE
i 1 j 1
ij
Ei E j ,
con i, j = 1, 2,, n.
Lo spostamento massimo del 2 piano del telaio, per esempio, sar quindi dato da:
n
u 2 ,max
i 1 j 1
ij
)
)
u 2( i,max
u 2( ,jmax
,
con i, j = 1, 2,, n.
- Pag. 4.17 -
2
i
i 1
M tot
t 0.85
(troncamento modale).
- Pag. 4.18 -
2
i
i 1
2
Si pensi a J i come i-esima massa modale. Si consideri inoltre:
n
M tot
m1 m 2 ... m n
i 1
1 M1.
) M1
T
ed essendo ) M )
) M )z ,
) M1
*.
Allora:
1
)z
)* ,
) * M *)
* I*
* *
pertanto:
M tot
1 M1
J
i 1
2
i
- Pag. 4.19 -
- Pag. 4.20 -
EE
2
Ei
EE EE ,
dove:
EE
EEi
EE UEE .
EE
Si pu dimostrare che la matrice di combinazione U, quando i modi di vibrare sono tra loro ben
separati, tende a coincidere con la matrice identit I, pertanto la CQC diventa una SRSS.
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- Pag. 4.21 -
T1 d TD
In tal caso, i dati disponibili sono la matrice delle rigidezze K, il periodo proprio di vibrazione
T1, il coefficiente di smorzamento [1 e lordinata spettrale espressa in termini di accelerazione
Sd(T1).
Lanalisi si esegue applicando staticamente alla struttura le forze F s relative al primo modo di
vibrare. Appare quindi evidente che lanalisi lineare statica non altro che unanalisi modale
approssimata, arrestata al primo modo di vibrare ed eseguita assumendo una forma modale ad
andamento lineare con laltezza. Le forze statiche equivalenti al primo modo di vibrare risultano
infatti:
(1)
(1)
Fs
M ) J 1 S d T1 ,
essendo il taglio alla base relativo alle forze statiche equivalenti al primo modo di vibrare pari a:
V (1)
(1)
1 Fs
1 M)
(1)
J 1 S d T1
J 12 S d T1 .
- Pag. 4.22 -
Le NTC2008 propongono per il calcolo del taglio alla base Fh la seguente espressione:
Fh
S d T1 W O
,
g
Fh
zi W i
n
W j
j 1
- Pag. 4.23 -
M)
(1)
Fs
(1)
J 12 S d T1
J1
M)
(1)
V0(1)
(1)
j
mj
j 1
con:
V0(1)
costante
(1)
j
mj
(1) T
j 1
J1
M1
)
j 1
M)
(1)
m1
m2
(1)
j
mj
costante ,
) 1(1)
(1)
) 2
...
...
m n ) (n1)
m1 ) 1(1)
(1)
m 2 ) 2
... .
m n ) (n1)
- Pag. 4.24 -
m i ) i(1)
(1)
F s ,i
(1)
j
V0(1) | Fi
mj
j 1
(1)
(1)
Si osserva che F s ,i { Fi solo se ) j { z j , essendo zj laltezza del piano j misurata rispetto al
piano di fondazione.
- Pag. 4.25 -
1
.
- Periodo proprio della struttura tale che
2 .0 s
Il taglio sismico alla base Fb associato a ciascuna delle direzioni in cui si intende analizzare la
struttura deve essere determinato mediante la seguente espressione:
Fb
S d T1 m O ,
- Pag. 4.26 -
dove:
S d T1
T1
m
Per quanto riguarda la distribuzione del taglio alla base Fb a livello di ciascun piano e la stima del
periodo di vibrazione fondamentale T1 della struttura non vi alcuna differenza con quanto gi
osservato in riferimento alle NTC2008:
Fi
Fb
zi mi
n
mj
j 1
T1
C1 H 4
(H < 40 m),
con:
C1
- Pag. 4.27 -
- Pag. 4.28 -
sismiche di livello ben superiore a quello di progetto. Questi margini derivano da regole
supplementari di buona progettazione.
1. Il primo e fondamentale criterio (gerarchia delle resistenze) quello di assegnare, in fase di
progetto, una resistenza differenziata ai vari elementi strutturali, in modo che il cedimento
di alcuni preceda e quindi prevenga quello di altri.
Questi ultimi, ossia quelli da proteggere, sono gli elementi il cui cedimento critico nei
confronti del collasso globale della struttura (pilastri di un edificio). Il cedimento dei pilastri
viene impedito fornendo ad essi una resistenza (di poco) superiore a quella delle travi che su
di essi si innestano. Il criterio si estende a tutti gli elementi e meccanismi il cui cedimento
necessario evitare.
2. Il secondo criterio quello di incrementare la duttilit degli elementi strutturali il cui
cedimento accettato, anzi voluto.
Per cedimento si intende il raggiungimento e il superamento, da parte di un elemento
elastico, della fase elastica e quindi reversibile, per entrare in quella delle deformazioni
cicliche ripetute e di grande ampiezza in campo anelastico. Lobiettivo delle regole di
dimensionamento quello di consentire che tali deformazioni siano sopportate dagli
elementi strutturali senza che essi perdano la loro integrit e la loro funzione statica.
La capacit di deformazione anelastica si indica col termine duttilit. Le regole di duttilit
contenute nella norma consentono di graduare con continuit questa caratteristica da
conferire agli elementi strutturali, nella misura richiesta a ciascuno di essi dal suo ruolo nel
meccanismo di deformazione globale della struttura.
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- Pag. 4.29 -
I procedimenti di gerarchia delle resistenze e le regole di duttilit sono i cardini principali che
consentono, a parit di azione sismica di progetto, di raggiungere livelli di protezione molto
elevati, attraverso una visione globale ed una possibilit di controllo della risposta delle strutture.
- Pag. 4.30 -
- Pag. 4.31 -
Per gli edifici in c.a. in zona sismica, invece, la tipologia strutturale risente in maniera
determinante della presenza di azioni orizzontali, che in strutture non sismiche sono trascurabili
per la gi scarsa deformabilit in senso trasversale.
- Pag. 4.32 -
Telai e mensole sono elementi resistenti verticali, cui necessario accoppiare sistemi irrigidenti
orizzontali (impalcati) qualitativamente simili nei due casi.
E per indispensabile che gli impalcati siano sufficientemente rigidi nel loro piano. Solo se
soddisfatta tale ipotesi, infatti, il diaframma pu essere immaginato come una trave orizzontale
appoggiata su elementi resistenti verticali.
- Pag. 4.33 -
- Pag. 4.34 -
Il caso b comprende strutture costituite sia da telai che da elementi verticali ad elevata rigidezza.
Tali elementi hanno schema statico a mensola, elasticamente collegata agli schemi telaio, la cui
sezione trasversale caratterizza i seguenti tipi:
1. mensole lamellari a sezione rettangolare (pareti o diaframmi o shear walls).
Si tratta del tipo pi semplice di mensola. Le pareti di
taglio hanno pianta rettangolare allungata, incastrata alla
base, e si sviluppano lungo tutta laltezza delledificio.
Possono avere o meno aperture. Gli elementi di questo
tipo, collegati a livello di piano ad impalcati che
generalmente possono essere considerati infinitamente
rigidi nel loro piano, presentano una sola rigidezza
flessionale (EJn), pertanto funzionano come vincolo solo
nella direzione del proprio asse principale. Al contrario,
nella direzione ortogonale la loro rigidezza flessionale
(EJmin) pressoch nulla, pertanto non possibile farvi
affidamento. Per questo motivo, tenendo presente che
lazione sismica pu essere comunque diretta rispetto
agli assi planimetrici della costruzione, al fine di
conferire alla struttura la necessaria resistenza alle azioni
orizzontali secondo le diverse direzioni in pianta,
fondamentale disporre correttamente i controventi.
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- Pag. 4.35 -
B3 G
12
B G 3
12
Essendo:
V h3
V h
12 EJ n GA
U,
1
3
h
h
GA
12 EJ n
1
h3
12 EJ n
12 EJ n
h3 ,
- Pag. 4.37 -
dove:
h
E
Jn
G
A
- Pag. 4.38 -
La disposizione dei vincoli deve essere tale che il sistema risulti quantomeno isostatico, meglio
se iperstatico.
1)
R1 = R2 = fy*Lx/2
R3 = R4 = 0
2)
R1 = R2 = 0
R3 = R4 = fx*Ly/2
- Pag. 4.39 -
3)
R1 = R2 = (fx*Ly)*(Ly/2)/Lx
(equilibrio alla rotazione attorno ad O)
R3 = fx*Ly
4)
- Pag. 4.40 -
2. mensole a sezione aperta in parete sottile, dotate di rigidezza flessionale nelle due
direzioni principali, ma di trascurabile rigidezza torsionale primaria, alla de Saint Venant.
Questo tipo di elementi controventanti non dotato di rigidezza torsionale (<<<), ma
offre il vantaggio di possedere opportuna rigidezza flessionale nelle due direzioni
ortogonali. Rispetto alle mensole di tipo (1), sono pertanto in grado di riprendere forze
orizzontali provenienti da qualsiasi direzione. Possono infatti essere considerate come
mensole lamellari di tipo (1) tra loro ortogonali, con rigidezze flessionali confrontabili
nelle due direzioni principali.
- Pag. 4.41 -
Coesistono quindi nello stesso organismo strutturale elementi atti a sopportare prevalentemente i
carichi verticali (pilastri) ed elementi che assorbono quasi per intero le azioni orizzontali
(mensole). Al variare dei rapporti fra le rigidezze dei pilastri e quelle degli elementi a mensola, si
pu ottenere una vasta gamma di schemi, che conducono al caso limite di pilastri labili nei
riguardi delle azioni orizzontali e sollecitati esclusivamente a sforzo normale. Tale soluzione
offre notevoli vantaggi dal punto di vista distributivo perch la pilastratura occupa il minor
spazio possibile, mentre le mensole possono trovare unubicazione razionale nelle testate
delledificio o nel vano scale.
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- Pag. 4.42 -
a)
b)
c)
- Pag. 4.43 -
a) mensole lamellari di controvento. Limpalcato si comporta come una lastra vincolata alle
due pareti cedevoli, le quali riprendono lazione sismica ma cedono elasticamente.
Limpalcato si comporta quindi come una trave appoggiata-appoggiata che si inflette.
b) Mensole lamellari di controvento con elemento irrigidente a nucleo. Limpalcato
assimilabile, in tal caso, ad una trave continua su pi appoggi. Rispetto al caso (a), lentit
del momento sollecitante appare notevolmente ridotta.
c) Telai controventanti. Limpalcato si comporta come una trave continua a molte campate.
Esso quindi sollecitato pressoch in modo uniforme, perch i telai di controvento sono
molto ravvicinati. Di conseguenza, le sollecitazioni sullimpalcato appaiono
significativamente pi piccole rispetto a quelle dei casi (a) e (b).
Per quanto visto, nella progettazione di costruzioni antisismiche quindi bene rispettare:
- Criteri generali: forme semplici, simmetriche, con organismi strutturali iperstatici e
regolari
- Regolarit strutturale:
o in pianta: forma compatta, simmetrie di masse e rigidezze
o in altezza:
1. elementi resistenti alle azioni orizzontali estesi a tutta laltezza
2. variazione graduale di massa e rigidezza con laltezza
3. rapporto tra resistenza di piano effettiva e resistenza richiesta uguale a tutti i piani
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- Pag. 4.44 -
2. Piano soffice
- Pag. 4.45 -
- Pag. 4.46 -
- Pag. 4.47 -
infinitamente rigidi. Relativamente alle deformazioni assiali dei pilastri; si osserva che nei
telai piani queste acquistano rilevanza statica solo nel caso di edifici molto alti.
Il problema tridimensionale si riconduce cos allanalisi di un complesso spaziale di sistemi piani
di controvento (telai o pareti) collegati ai piani da diaframmi orizzontali rigidi, i solai.
- Pag. 4.48 -
>U 1 , U 2 ,..., U n @T .
- Pag. 4.49 -
La costruzione delle matrice di rigidezza K della struttura pu essere effettuata a partire dalle
matrici di rigidezza k(j) degli m elementi (controventi verticali piani) nel riferimento locale:
Q '( j )
k '( j ) q '( j ) ,
j = 1, 2,m,
( j)
essendo q ' (n) il vettore degli spostamenti del j-esimo controvento a livello di ciascun piano,
( j)
sotto lazione di Q ' (n).
u i cos D j vi sin D j T i d j .
- Pag. 4.50 -
Noti gli spostamenti del j-esimo controvento a livello di ogni i-esimo impalcato, quindi
( j)
(n) in funzione degli
possibile esprimere gli spostamenti del singolo controvento q '
spostamenti U (3n) della struttura. A tal fine, si introduce la matrice C(j) di congruenza o di
connettivit del j-esimo elemento di controvento verticale (nx3n):
( j)
q '( j )
C U,
essendo:
( j)
cos D j
0
sin D j
dj
...
0
0
0
0
cos D j
0
sin D j
0
dj
0
0
cos D j
...
...
0
0
0
0
... cos D j
sin D j
0
0
0
d j
La matrice C(j) esprime il legame, valido per qualsiasi elemento di controvento, tra gli
spostamenti del j-esimo controvento verticale e gli spostamenti della struttura.
- Pag. 4.51 -
Assemblaggio di K
La matrice delle rigidezze K della struttura pu essere assemblata utilizzando il Principio dei
Lavori Virtuali.
Detto F s il vettore delle n forze statiche equivalenti al sisma applicate alla struttura, la
componente F s ,i rappresenta la forza applicata a livello dellimpalcato i-esimo. Dal momento
che lazione sismica pu avere una direzione qualsiasi, la generica F s ,i risulter applicata al
baricentro Gi delli-esimo impalcato secondo una retta dazione assegnata. Di conseguenza,
volendo ridurre F s ,i con polo lorigine O del sistema di riferimento, sar necessario considerarne
le componenti:
F s ,i
Fs ,i , x
F
s
Fs ,i , y ,
M T ,i
F s ,1
F s,2
...
...
F s ,n
- Pag. 4.52 -
Il problema statico:
Fs
KU
pu essere risolto determinando K per assemblaggio delle k(j), essendo noto per ciascun
( j)
k '( j ) q '( j ) .
elemento di controvento il legame Q '
Per il Principio dei Lavori Virtuali, in particolare, si considerano:
- forze sul sistema reale
controvento)
GU
G q '( j )
(struttura)
(j-esimo controvento)
Risulta:
m
Lve
GU T F s ,
G q'
Lvi
( j )T
j 1
Q '( j ) ,
- Pag. 4.53 -
da cui:
m
GU T F s
G q'
( j )T
j 1
Q '( j ) ,
con:
m
G q ' ( j )T Q ' ( j )
j 1
G q ' ( j )T k ' ( j ) C ( j ) U
j 1
( j )T
j 1
G U T k '( j ) C ( j ) U .
Quindi:
GU T F s
( j )T
( j)
T
G U C k '( j ) C U
j 1
Fs
j 1
G U ,
m ( j )T ( j ) ( j )
C
k ' C U ,
j
1
G U T C ( j )T k ' ( j ) C ( j ) U
C
j 1
( j )T
( j)
k' C
( j)
- Pag. 4.54 -
K, ottenuta per assemblaggio, tiene conto dei contributi dei j = 1, 2,m elementi di controvento,
noti ciascuno in termini di k(j).
Nota K, immediato valutare:
U
1
K Fs,
da cui:
Q '( j )
k '( j ) q '( j )
( j)
k '( j ) C U
j 1,2,..., m .
( j)
La conoscenza delle forze di piano Q ' agenti sul j-esimo controvento detta ripartizione delle
forze di piano tra gli elementi di controvento verticali.
- Pag. 4.55 -
- Pag. 4.56 -
ui T i y ,
uP
ui Ti y ,
vP
vi T i x ,
vP
vi Ti x .
Q y ,i
M T ,i
ui
m i vi
,
T
i
FI
cio
M U ,
- Pag. 4.57 -
Le componenti di forza dinerzia che nascono in corrispondenza del punto P per effetto
dellaccelerazione associata alla massa elementare dm possono essere espresse come
(dAlambert):
f I ,x
PuP dA
P ui Ti y dA ,
f I,y
PvP dA
P vi Ti x dA .
Ci vero per ogni punto appartenete alli-esimo impalcato. Allora si pu pensare di esprimere
la risultante delle forze dinerzia agenti nellimpalcato. Tale risultante ha componenti Qx,i, Qy,i,
MT,i (con polo O).
Q x ,i
ui m i Ti S x ,i ,
vi m i Ti S y ,i ,
P ui Ti y dA
f I , y
PvP dA
P vi Ti x dA
M T ,i
PuP dA
Q y ,i
f I ,x
f I ,x y f I , y x
>Py u
M T ,i
In forma matriciale:
Q x ,i
Q y ,i
M T ,i
mi
0
S x ,i
Q x ,i
Q y ,i
M T ,i
mi
0
0
0
mi
S y ,i
S x ,i ui
S y ,i vi
I 0 ,i Ti
0 ui
0 vi
I 0 ,i Ti
0
mi
0
se O z G i
se O { G i
Ricordando che F I M U , dalla matrice di massa mi (3x3) relativa alli-esimo impalcato si
esprime la matrice di massa M della struttura, avente dimensione (n colonne 3x3)x(n righe 3x3):
m1
0
0
0
0
m2
0
0
0
0
0 0 0
... 0 0
0 ... 0 .
0 0 m n
- Pag. 4.59 -
Osservazioni:
1. La matrice di massa relativa alli-esimo piano mi (3x3) fornisce il legame tra le componenti
delle forze dinerzia e le accelerazioni di piano. Non essendoci alcuna iterazione tra gli
impalcati della struttura, questa deve essere determinata separatamente per gli n piani.
2. Dalla (1), la matrice di massa della struttura M risulta essere diagonale.
3. Solo se il sistema di riferimento tale che O = Gi, la matrice M diventa effettivamente
diagonale (Sx,i = Sy,i = 0).
Per quel che riguarda lanalisi modale (determinazione delle frequenze naturali e dei modi di
vibrare della struttura), il problema assume la forma:
M U CU K U
M rug ,
dove:
M
K
U
- Pag. 4.60 -
ug
r
C
) C)
con [ 1 [
2[ 1Z1
0
0
0
0
0
2[ 2Z 2
0
0
0
0 0
0
... 0
0
,
0 ...
0
0 0 2[ nZ n
0
cost .
Per effetto dellazione sismica, il sistema strutturale presenter in generale tre gruppi di modi
propri di vibrare:
- uno costituito da vettori con le componenti di spostamento lungo X molto maggiori di
quelle lungo Y,
- il secondo costituito da vettori che presentano il comportamento opposto,
- il terzo costituito da vettori le cui componenti pi significative sono quelle di rotazione.
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10
- Pag. 4.61 -
E evidente che se, per esempio, il moto del terreno diretto secondo X, i modi di vibrare pi
eccitati saranno quelli del primo gruppo, che occuperanno, nella successione dei modi, una
posizione non prevedibile a priori. Per questo tipo di moto del terreno il vettore di trascinamento
r (3n) sar:
1
0
0
1
0
0
1
0
0
Sisma in direzione X
0
1
0
0
1
0
0
1
0
Sisma in direzione Y
- Pag. 4.62 -
k ' (x j ) q ' (x j ) .
- Pag. 4.63 -
Dato che gli orizzontamenti sono stati ipotizzati infinitamente rigidi nel proprio piano si osserva
infatti che:
q ' (x j ) u x .
Di conseguenza, una volta costruita la matrice K per assemblaggio, lanalisi sismica delledificio
soggetto ad un moto del terreno in direzione X pu essere condotta ponendo il problema nella
forma:
m
F s,x
Ku x
k'
j 1
( j)
x
ux .
- Pag. 4.64 -
- Pag. 4.65 -
si considerano quindi:
Q'( j )
Q ( j )
x'
( j)
Q y '
( j)
M T '
k '( j )
q'( j )
( j)
La matrice k ' pu essere definita assimilando il controvento a nucleo a due mensole flessionali
e ad una mensola dotata di rigidezza torsionale.
Per quanto riguarda la rigidezza torsionale del nucleo, in particolare, necessario determinare la
( j)
matrice k T ' imprimendo rotazioni torsionali a livello di ciascun impalcato (sezioni della
mensola).
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10
- Pag. 4.66 -
( j)
In realt, si osserva che pi semplice calcolare k T ' (definita in funzione dei momenti torcenti
che nascono a livello di ciascun impalcato quando si applica una rotazione torsionale unitaria ad
uno di essi) come inversa della matrice di flessibilit:
( j)
kT'
1
F ,
essendo:
( j)
M T'
( j)
k T ' T '( j ) ,
T '( j )
( j)
( j)
M T' .
- Pag. 4.67 -
- Pag. 4.68 -
k '( j)
k ( j )
x'
0
0
( j)
k y'
0
( j)
k x '
0
0
( j)
k T '
0
( j)
k y'
0
0
.
( j ) 1
k '( j )
k ( j )
x'
0
0
0
( j)
k y'
0
0
.
0
- Pag. 4.69 -
4.7 Metodi approssimati per la ripartizione delle forze di piano tra gli elementi di
controvento
Al fine di esaminare alcuni aspetti del comportamento delle strutture soggette ad azioni sismiche,
facciamo riferimento a un edificio ad n piani, con solai infinitamente rigidi, tali che gli
spostamenti degli impalcati consistano in moti piani di corpo rigido. Si ipotizza che ledificio sia
controventato con elementi irrigidenti verticali di tipo piano (parete, parte e telaio, telaio). Sia
inoltre F s la forza statica equivalente allazione sismica.
Quando la distribuzione delle rigidezze e delle masse
uniforme o varia linearmente sullaltezza delledificio,
possibile ripartire le forze a livello delli-esimo piano.
Indichiamo con F s ,i la componente di F s applicata alliesimo piano. F s ,i ha una propria direzione e passa per il
baricentro delle masse Gi dellimpalcato. Fissando un
sistema di riferimento cartesiano con origine O, F s ,i pu
essere rappresentata come F s ,i
>F
sx ,i
, Fsy ,i , M T ,i
>u i , vi , T i @T .
Costruiamo quindi la matrice di rigidezza della struttura K (metodo delle rigidezze). Linversa di
K , premoltiplicata per il vettore delle forze statiche equivalenti F s , fornisce infatti il moto
dellimpalcato U .
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10
- Pag. 4.70 -
U i( j )
1
h
h ,
1 .2 i
12 EJ
GA
3
i
( j)
mentre trascurando la deformabilit a taglio del controvento: U i
12 EJ
hi3 . In presenza di pi
U i( j )
U
l 1
( j)
il
- Pag. 4.71 -
Parete
Telaio
U i( j )
12 EJ
hi3
12 E J 1 J 2 ... J p
hi3
(telaio a p pilastri)
Parete e telaio
U i( j )
12 E J parte J telaio
hi3
U i( j ) G j
U i( j ) u j cos D j v i sin D j T i d j .
- Pag. 4.72 -
Se alli-esimo piano sono presenti m elementi di controvento, la risultante delle F j sar quindi
uguale alli-esima componente F s ,i di F s :
Per lequilibrio:
m
U i( j ) G j cos D j
Fx ,i
j 1
m
F y ,i
U i( j ) G j sin D j
j 1
M T ,i
cos D j ,
sin D j ,
j 1
m
F
j 1
m
( j)
i
G j d j
j 1
j 1
dj ,
cio:
m
Fx ,i
( j)
i
j 1
F y ,i
( j)
i
j 1
M T ,i
U
j 1
( j)
i
u i d j cos D j U i( j ) v i d j sin D j U i( j ) T i d 2j .
- Pag. 4.73 -
In forma matriciale:
Fx ,i
F y ,i
M T ,i
( j)
2
U i cos D j
j 1
m ( j)
U i cos D j sin D j
j 1m
U i( j ) d j cos D j
j1
U i( j ) sin D j cos D j
j 1
( j)
i
sin 2 D j
j 1
( j)
i
d j sin D j
j 1
d j cos D j
j 1
u i
m
( j)
U i d j sin D j v i
j 1
T i ,
m
( j)
2
Ui d j
j 1
( j)
i
cio:
F s ,i
Ui G i ,
per i = 1, 2,,n
Fs
K U .
Per quanto detto, una volta calcolati gli spostamenti rigidi U degli impalcati soggetti ad una
distribuzione F s di forze statiche equivalenti al sisma, quindi possibile determinare la forza F j
ripresa dal singolo elemento di controvento, a livello delli-esimo impalcato, essendo:
Fj
U i( j ) G j
U i( j ) u i cos D j v i sin D j T i d j .
- Pag. 4.74 -
- Pag. 4.75 -
Direzione X
I tre telai diretti secondo lasse X (mx = 3) sono equivalenti ad un unico telaio, di rigidezza
risultante pari a (U 1,x + U 2,x + U3,x), posto ad una distanza dy dallasse X definita come:
mx
1, x
U 2 , x U 3, x d y
U 1, x d 1 U 2 , x d 2 U 3, x d 3
dy
j,x
dj
j 1
mx
.
j,x
j 1
Ci significa, nellipotesi di impalcato rigido infinitamente rigido nel proprio piano, che se si
applica una forza F con retta dazione la retta dy, limpalcato trasla in direzione X di una quantit
dx. La forza F viene infatti ripresa dai tre controventi secondo una quantit proporzionale alle
rispettive rigidezze:
F U 3, x
dx
U 3, x
U
j 1
mx
mx
j,x
U 1, x U 2, x U 3, x
j,x
j 1
- Pag. 4.76 -
Direzione Y
Supponendo che ci siano cinque telai diretti secondo lasse Y (my = 5), la posizione dx del
baricentro delle rigidezze Ci definita come (Varignon):
my
j, y
dj
j 1
dx
my
j, y
j 1
dy
U 1, y U 2 , y U 3, y U 4, y U 5, y
Ci significa che una forza F applicata in Ci con retta dazione la retta dx, limpalcato trasla in
direzione Y di una quantit dy e la forza F viene ripartita tra i cinque controventi secondo
F U j, y
.
quantit proporzionali alla rigidezza degli stessi, del tipo m
U j, y
y
j 1
- Pag. 4.77 -
Osservazione:
Ci il baricentro delle rigidezze (o centro di torsione) delli-esimo impalcato.
Nellipotesi che le masse siano distribuite sullimpalcato in modo uniforme, il baricentro delle
masse Gi si trover al centro dellimpalcato stesso.
Essendo lazione sismica una forza orizzontale applicata in Gi, se i due baricentri non coincidono
( Gi z C i ) limpalcato trasla e ruota torsionalmente. Affinch lazione sismica venga ripartita tra
gli elementi controventanti infatti necessario che questa sia applicata in Ci. Di conseguenza, il
trasporto da Gi a Ci implica che i controventi stessi debbano riprendere anche un momento di
trasporto. Il problema, che non sussiste quando Gi { C i , permette di comprendere perch sia
preferibile realizzare, per quanto possibile, strutture simmetriche e regolari.
- Pag. 4.78 -
Per quanto riguarda la previsione del comportamento strutturale sotto sisma, la condizione
ottimale quella che prevede uniformit e simmetria delle masse e delle rigidezze rispetto ai due
assi principali dinerzia dellimpalcato. In tal caso infatti Gi { C i .
In tale circostanza, le azioni riprese dai singoli controventi possono essere valutate in modo
immediato, mentre limpalcato compie una semplice traslazione.
Si osserva che una distribuzione di rigidezze non uniforme ( Gi z C i ) comporta un aggravio dei
contributi sollecitanti di tutti i controventi (in entrambe le direzioni, per effetto del momento di
trasporto). Tali contributi possono assumere entit piuttosto rilevanti, soprattutto negli elementi
irrigidenti perimetrali.
Corso di Ingegneria Sismica - a.a. 2009/10
- Pag. 4.79 -
- Pag. 4.80 -
Esempio
Si consideri un impalcato soggetto ad una forza Ay eccentrica rispetto al baricentro delle
rigidezze Ci.
- Pag. 4.81 -
Le forze indotte in ciascun controvento possono essere determinate una volta nota la rotazione
rigida T dellimpalcato. Per lequilibrio alla rotazione attorno a Ci:
Mi
1, x
T d 1 d 1 U 2 , x T d 2 d 2 U 1, x T d 3 d 3 U 2 , x T d 4 d 4 ,
1, x
2
1
U
2, x
T d
F1
2
2
Mi
U 1, x T d 32 U 2 , x T d 42 ,
U 1, x T d 1 ,
- Pag. 4.82 -