You are on page 1of 17

Q_IJM_2018_2.

qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 130

QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; volume 6(2):130-146

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia


La Direzione de “Il Morgagni” si onora

nel paziente ospedalizzato


ospitare le due pubblicazioni del suo primario
consulente Dr. Vito Borzì con la concessione
di copyright da “Quaderni – Italian Journal
of Medicine”, volume 6, aprile 2018
Vito Borzì,1 Laura Morbidoni,2 Andrea Fontanella3
1
Consulente Internista/Diabetologo, CCD “Policlinico Morgagni”, Catania; 2Dipartimento Medico, Ospedale Principe di Piemonte,
Senigallia (AN); 3Dipartimento Medicina, Ospedale del Buon Consiglio Fatebenefratelli, Napoli, Italia

analoghi potrebbe ridurre le ipoglicemie. Il trattamento


Introduzione della glicemia nel paziente ospedalizzato dovrebbe es-
Nel paziente diabetico ospedalizzato uno dei pro- sere centrato sul paziente, seguire le attuali linee guida
blemi più rilevanti è rappresentato dall’ipoglicemia, con l’obbiettivo di prevenire le ipoglicemie.
la cui prevalenza varia a seconda del valore soglia uti-
lizzato per definirla, ma che in alcune casistiche ha

ly
raggiunto percentuali vicine al 30%. Definizione

on
Le più recenti linee guida individuano l’ipoglice- I sintomi, più o meno severi, da ricondurre ad ipo-
mia con un valore inferiore a 70 mg/dL. glicemia non riconoscono una soglia precisa quanto
Numerosi sono i fattori di rischio per sviluppare

se
piuttosto valori di glicemia variabili da mettere in cor-
ipoglicemia durante il ricovero, alcuni non correggibili relazione all’eventuale scarso controllo glicemico e
come l’età, le comorbidità e l’insufficienza renale cro-
lu
alla frequenza di pregressi episodi di ipoglicemia:1,2
nica, altri correggibili come gli errori iatrogenici (ec-
questa è la conclusione a cui è giunto il gruppo di la-
cessive dosi di farmaci anti-diabetici o timing di
a
voro su questo argomento costituito da ADA e Endo-
somministrazione non corretto), il basso peso corpo-
crine Society.3
ci

reo, le modifiche della dieta.


A livello pragmatico però, tenendo in considera-
er

Non di minore importanza l’incremento dei costi


zione le poche evidenze scientifiche disponibili, si è
diretti ed indiretti legati all’ipoglicemia, dovuti rispet-
deciso di fissare la soglia dell’ipoglicemia a valori in-
m

tivamente all’ospedalizzazione e all’assenza al lavoro.


feriori o uguali a 70 mg/dL.4
L’ipoglicemia è correlata con outcome negativi, in-
om

La American Diabetes Association ha descritto 5


clusa una aumentata mortalità. La paura dell’ipoglice-
categorie di ipoglicemia: i) Ipoglicemia severa (che ri-
mia iatrogenica rimane tuttora un ostacolo per un
chiede l’aiuto di un’altra persona per somministrare la
adeguato controllo glicemico. Sebbene l’ipoglicemia
-c

terapia); ii) ipoglicemia sintomatica documentata (sin-


iatrogenica sia associata ad outcome avversi, essa po-
tomi ipoglicemici tipici e glicemia ≤70 mg/dL); iii)
on

trebbe essere solamente un marker di malattia piutto-


Ipoglicemia asintomatica; iv) Ipoglicemia sintomatica
sto che la causa.
probabile (episodi sintomatici senza verifica dei livelli
N

In questa rassegna si analizzano le cause e i fattori


di rischio dell’ipoglicemia nei pazienti ricoverati con di ipoglicemia); v) Ipoglicemia relativa (sintomi asso-
malattie non critiche e come prevenire questi eventi. ciati con valori di glicemia >70 mg/dL).5
L’uso dell’insulina sottocutanea con lo schema basal- La Società Italiana di Diabetologia negli Standard
bolus piuttosto che con la sliding scale e l’utilizzo degli di Cura del Diabete 2016 distingue invece solo tre gradi
di ipoglicemia: il grado lieve, quando sono presenti sin-
tomi neurogenici (come tremori, palpitazione e sudora-
zione), il grado moderato, dove a questi sintomi si
Corrispondente: Vito Borzì, Consulente Internista/Diabeto- aggiungono sintomi neuroglicopenici (come confu-
logo, CCD “Policlinico Morgagni”, Catania, Italia.
E-mail: dott.vitoborzi@gmail.com
sione, debolezza), in entrambi i casi l’individuo è in
grado di autogestire il problema e infine il grado grave,
Articolo pubblicato secondo la Creative Commons Attribution dove il paziente necessita dell’aiuto di terzi in quanto è
NonCommercial 4.0 License (CC BY-NC 4.0). presente una alterazione dello stato di coscienza fino
©Copyright V. Borzì et al., 2018 alla perdita di coscienza, alle convulsioni, al coma.6
Licensee PAGEPress, Italy A livello fisio-patologico, a prescindere dal cut off
QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):130-146 numerico, la reale ipoglicemia si verifica allorquando
si attivano i meccanismi di controregolazione, quali il

[page 130] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 131

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

rilascio di epinefrina e glucagone (in genere a valori maggiori comorbidità e della maggiore percentuale di
di glicemia intorno a 70 mg/dL), seguiti dal rilascio di pazienti fragili.16
somatotropina e cortisolo in media quando la glicemia In letteratura sono poi disponibili dati relativi alla
si riduce a 60 mg/dL.7 popolazione diabetica in generale, tra cui quelli deri-
Nella maggior parte dei casi quando i valori glice- vati dallo studio HYPOS (HYpoglicemia Prevalence
mici raggiungono 50 mg/dL si manifestano sintomi Observational Study), in cui l’incidenza di ipoglice-
autonomici, mentre a valori inferiori a 50 mg/dL cor- mie severe nelle persone con diabete mellito di tipo 2
risponde una ipoglicemia severa che richiede l’assi- è pari a 9 casi ogni 100 persone in un anno, ma sale a
stenza di un’altra persona.7 15 casi negli ultrasettantacinquenni.18,19 Un dato so-
vrapponibile è emerso dallo studio HYSBERG (Hy-
poglycemia Social Burden in the Elderly and Related
Dimensione del problema Geriatric problems), con un’incidenza di ipoglicemie
severe fra gli anziani di 14,9 eventi per ogni 100 per-
Nel paziente diabetico ospedalizzato uno dei pro-
sone/anno.
blemi più rilevanti è rappresentato dall’ipoglicemia,
L’incidenza di ipoglicemie severe risulta ancora
la cui prevalenza varia a seconda della definizione uti-
più elevata nei soggetti adulti con DM1, essendo pari
lizzata per ipoglicemia.8
a 49 episodi per 100 persone/anno.20
Nei pazienti non ricoverati in Unità Operative di
Lo studio HYPOS ha anche permesso di quantifi-
terapia Intensiva l’ipoglicemia, intesa come glicemia
care l’impatto delle ipoglicemie sintomatiche17,19 Fra i
≤70 mg/dL, è stata riscontrata in 3,5% paziente-

ly
soggetti con DM2, l’incidenza oscilla fra i 6 episodi per
giorni,9 se poi si abbassa la soglia della ipoglicemia a
persona/anno fra i trattati con ipoglicemizzanti orali non

on
valori ≤60 mg/dL la prevalenza è del 9,5% dei pazienti
secretagoghi e 18 episodi fra i soggetti trattati con re-
ricoverati trattati con ipoglicemizzanti.10
gime basal-bolus, mentre fra i soggetti con DM1 l’in-
In altre casistiche la prevalenza di ipoglicemia nei

se
cidenza raggiunge i 53 episodi per persona/anno.
pazienti diabetici di tipo 2, medici o chirurgici, trattati
Da un’analisi di 2599 accessi al pronto soccorso
con insulina, varia da 3 a 29%.11-13
per ipoglicemia severa, è emerso che l’età media dei
lu
Il National Diabetes Inpatient Audit inglese ha do-
soggetti era di 71 anni e che il 36% dei casi era in trat-
cumentato come il 22,4% dei pazienti ricoverati ha
tamento con ipoglicemizzanti orali. Di questi, l’80%
a

sperimentato almeno un episodio di ipoglicemia e di


era rappresentato da secretagoghi e di questi ultimi il
ci

questi il 2,2% ha richiesto un trattamento iniettivo.14


61% da glibenclamide.21
Inferiore l’incidenza di ipoglicemia, ma sempre si-
er

gnificativa, in una survey nazionale statunitense che


m

ha coinvolto 44 Ospedali, in cui il 12-18% dei pazienti


Aspetti clinici
ricoverati con diabete ha avuto il riscontro di almeno
om

un valore di glicemia inferiore a 60 mg/dL, il 3-5% di Come già detto nei paragrafi precedenti, nella pra-
questi ha sperimentato una ipoglicemia severa (<40 tica clinica e negli studi clinici non è mai stato identi-
mg/dL).15 ficato un valore soglia di glicemia utilizzabile per
-c

Analoga prevalenza di ipoglicemia è stata indivi- porre diagnosi oggettiva di ipoglicemia: ogni soggetto
on

duata nel recente studio FADOI-DIAMOND in cui il ha infatti una soglia personale di risposta agli abbas-
12% della popolazione inclusa (385 pazienti diabetici samenti dei valori di glucosio.
di tipo 2) ha sperimentato un episodio di ipoglicemia, Abbiamo già illustrato le 5 categorie in cui la Ame-
N

di cui 1 su 5 verificatosi durante il riposo notturno.16 rican Diabetes Association classifica l’ipoglicemia
I dati di un registro spagnolo relativo ai pazienti (vedi sopra).
dimessi hanno invece mostrato una frequenza di ipo- L’ipoglicemia si associa alla comparsa di sintomi
glicemia durante il ricovero pari a 2.8% in tutto il cam- che sono suddivisi in sintomi autonomici, adrenergici
pione (dati valutati dal 1997 al 2010), inferiore rispetto e colinergici, e sintomi neuroglicopenici; tra i sintomi
ai dati delle casistiche precedenti, perché i dati raccolti adrenergici le palpitazioni, i tremori, l’agitazione e tra
derivano da quelli registrati in un database ammini- quelli colinergici la sudorazione, le parestesie22,23 men-
strativo in cui, verosimilmente, sono stati riportati gli tre i sintomi neuroglicopenici sono rappresentati da
eventi di ipoglicemia nella SDO solo allorquando cli- difficolta di concentrazione, confusione, cefalea, aste-
nicamente significativi, per cui questa frequenza rap- nia o debolezza, irritabilità, alterazione dello stato di
presenta probabilmente quella delle ipoglicemie coscienza fino al coma, conseguenti alla deprivazione
severe, in linea con le altre casistiche.17 del glucosio a livello del sistema nervoso centrale.
Interessante, inoltre, il fatto che nei 14 anni dello I sintomi autonomici vengono avvertiti a una so-
studio vi è stato un incremento negli anni della fre- glia plasmatica della glicemia pari a 60 mg/dL, mentre
quenza di ipoglicemia da 1,1 a 3,3%, probabilmente a quelli neuroglicopenici si evidenziano ad una soglia
causa dell’invecchiamento della popolazione, delle inferiore. Tuttavia le soglie glicemiche risultano più

[page 131] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 131]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 132

Rassegna

basse nei pazienti che presentano episodi ricorrenti di della glicemia e all’adeguamento terapeutico quando si
ipoglicemia,24,25 tanto che non è infrequente osservare riduce o si sospende la terapia con steroide25 (Tabella 2).
episodi di ipoglicemia senza sintomi, soprattutto nei Come già accennato, durante la degenza vi è il ri-
pazienti diabetici di lunga data. schio di un disallineamento temporale tra il pasto e la
Nei paragrafi successivi vedremo che alle manife- somministrazione di insulina,34 legato a svariate con-
stazioni acute appena descritte possono associarsi dizioni come la scarsa esperienza o attenzione del per-
complicazioni cardiovascolari, neurologiche e un in- sonale, la programmazione in urgenza di un esame o
cremento della mortalità nei pazienti diabetici che ma- di una procedura non previsti che richiedono di saltare
nifestano episodi di ipoglicemia. un pasto, ritardi nella somministrazione delle terapie
per eccessivi carichi di lavoro del personale, ecc.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che una pratica an-
Fattori di rischio cora comune nelle Unità Operative Ospedaliere, no-
nostante se ne sia dimostrata la scarsa efficacia e
Molti sono i fattori in causa nello sviluppo di ipo- sicurezza, è l’abituale utilizzo dell’insulina secondo la
glicemia nei pazienti ospedalizzati con diabete: età sliding scale,35 che sulla base dello studio FADOI-
avanzata, alte dosi di insulina, inidoneità nella tempi- DIAMOND si è dimostrato responsabile di un incre-
stica di somministrazione di insulina relativamente ai mento statisticamente significativo della frequenza
pasti, peso corporeo basso, alterazione della funziona- dell’ipoglicemia rispetto al metodo basal-bolus (fre-
lità renale, modifiche nella dieta,26,27 ecc. (Tabella 1). quenza di ipoglicemia 19,4% vs 11,4% P<0,001).16
Nelle Unità Operative di Terapia Intensiva i fattori

ly
Lo studio FADOI-DIAMOND, che ha incluso solo
di rischio per ipoglicemia severa includono, oltre ai pazienti con diabete mellito di tipo 2 ospedalizzati, ha

on
fattori già citati, comorbidità, controllo glicemico confermato quali fattori di rischio per ipoglicemia
stretto, shock settico e la ventilazione meccanica.28 l’età avanzata, la presenza di nefropatia ed il declino
Nel setting ambulatoriale invece il sesso femmi- cognitivo.16

se
nile, la razza afro-americana, il basso livello di scola-
rizzazione, la più lunga durata del diabete, il peso
lu
corporeo più basso insieme, ancora una volta, all’in-
sufficienza renale, la funzione cognitiva più bassa, le Tabella 1. Fattori di rischio per ipoglicemia nei pazienti
a

complicazioni microvascolari, l’uso di insulina, il trat- ospedalizzati.


ci

tamento intensivo e l’età più avanzata, rappresentano


Iatrogeni
i fattori di rischio per ipoglicemia.29
er

• Protocolli di trattamento aggressivi


Nel paziente ricoverato, però, la somministrazione • Scarso coordinamento temporale fra la somministrazione di
m

di insulina o di farmaci segretagoghi sono gli elementi insulina e dei pasti


che più frequentemente condizionano l’ipoglicemia, • Sospensione non programmata nell’assunzione del cibo
om

• Interruzione della terapia steroidea senza relative modifiche


all’iperinsulinemia indotta infatti si associa frequen- della terapia insulinica
temente, soprattutto nei pazienti con diabete di tipo 1 • Utilizzo della sliding scale
di lunga durata, la compromissione della risposta or-
-c

Organici
monale controregolatoria all’ipoglicemia.30 • Storia di frequenti ipoglicemie o unawareness hypoglycemia
on

Il rischio di ipoglicemia sembra essere diretta- • Neuropatia autonomica


mente proporzionale all’aumentare della dose totale • Età avanzata con o senza alterazioni cognitive
• Sepsi
di insulina, almeno a partire dalla dose di 0,6
N

• Malattie gravi
U/kg/die, come dimostrato da uno studio caso-con- • Insufficienza renale o epatica
trollo su 1990 pazienti con diabete ricoverati in ospe- • Cancro
dale in cui il rischio di ipoglicemia raddoppiava con • Insufficienza surrenalica
dosi di insulina tra 0,6 e 0,8 U/kg/die, mentre si tri-
plicava con dosi di insulina > 0,8 U/Kg/die; mentre
non c’era invece aumento degli eventi ipoglicemici
Tabella 2. Condizioni favorenti l’ipoglicemia in diabetici
a dosaggi inferiori.31 ricoverati ed in trattamento insulinico.
Durante la degenza diventa dunque di fondamen-
• Improvvisa necessità di digiuno o riduzione dell’introito
tale rilevanza adeguare i dosaggi di insulina alle mo-
alimentare
difiche della dieta o della nutrizione artificiale • Interruzione della nutrizione parenterale, enterale o infusionale
(enterale o parenterale), in quanto si è visto che la con glucosio
mancata correzione del dosaggio insulinico in caso di • Somministrazione dell’insulina non seguita dall’alimentazione
(malessere, vomito, accertamenti non programmati etc)
ridotto introito alimentare o in caso di interruzione • Insufficienza renale non conosciuta
della nutrizione rappresentano fattori di rischio per • Età avanzata, demenza, scarso riconoscimento delle ipoglicemie
ipoglicemia.32,33 • Interazioni farmacologiche
Va fatta particolare attenzione, inoltre, al controllo • Comorbidità

[page 132] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 133

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

L’altro problema rilevante da considerare è che, una Gli episodi di ipoglicemia che si manifestano du-
volta che si è verificato un episodio di ipoglicemia du- rante il ricovero si rendono responsabili di prolunga-
rante il ricovero, aumenta il rischio di successivi epi- mento della degenza (in media di 2-3 giorni), di un
sodi, innescando così un circolo vizioso di ricorrenti aumento della mortalità intraospedaliera e ad un anno
ipoglicemie, in quanto la soglia per i sintomi di ipogli- dalla dimissione,47-49 come confermato anche dallo stu-
cemia si riduce in seguito alla compromissione della dio DIAMOND-FADOI che ha individuato una de-
controregolazione;36 inoltre si è visto che nei pazienti genza media di 12,7±10,9 rispetto a 9,6±6,5 giorni nei
ambulatoriali con diabete di tipo 1 la comparsa di una pazienti diabetici che non hanno sperimentato ipogli-
ipoglicemia severa (<40 mg/dL) rappresenta un fattore cemia, con conseguente incremento dei costi legati alla
di rischio per futuri eventi ipoglicemici severi.37 degenza oltre ad un aumento della mortalità intraospe-
Un recente studio, che ha incluso 129 pazienti, ha daliera rispettivamente del 8,8% vs 4,8% rispettiva-
confermato che la compromissione della funzionalità mente,16 anche se da questo punto di vista mancano
renale e il controllo non frequente della glicemia dopo evidenze scientifiche che definiscono una stretta rela-
un evento ipoglicemico sono fattori di rischio indi- zione causa-effetto tra ipoglicemia e mortalità.
pendenti.38
Nello studio in questione gli eventi d’ipoglicemia
severa si sono verificati precocemente durante la de- Conseguenze acute dell’ipoglicemia
genza e nel 50% dei casi durante la notte, in partico-
lare il primo giorno del ricovero e sono stati nella In modelli sperimentali l’ipoglicemia causa un in-
cremento dei livelli di catecolamine e dei markers in-

ly
maggior parte dei casi preceduti dalla terapia insuli-
nica; questo suggerisce di applicare subito all’ingresso fiammatori, un’attivazione piastrinica e una

on
misure preventive soprattutto nei pazienti con insuffi- disfunzione endoteliale.7,50-52 L’ipoglicemia, sia nei
cienza renale e con riduzione dell’alimentazione per soggetti sani che nei diabetici, causa un incremento
dell’adesione monociti-piastrine e dei markers dell’at-

se
os, monitorando attentamente l’alimentazione e al
tempo stesso il dosaggio della terapia insulinica.34 tivazione piastrinica (P-selectina) e dell’infiamma-
Altro fattore che probabilmente favorisce una di- zione (monociti CD-40, IL-6, e hsCPR).51 Negli adulti
lu
sregolazione della controregolazione e di conseguenza con e senza diabete, ipoglicemie lievi determinano un
l’ipoglicemia è la presenza di neuropatia autonomica39 aumento delle molecole di adesione pro-aterogene
a

per la quale però non esistono evidenze scientifiche (VCAM-1, ICAM-1, E-selectina).50 Altri studi hanno
ci

nei pazienti ricoverati. dimostrato, in seguito ad una ipoglicemia acuta, un in-


er

cremento della mobilizzazione leucocitaria e dei fat-


tori della coagulazione53,54 (Figura 1). È interessante
m

L’impatto socio-economico notare come alcuni degli effetti pro-trombotici e in-


fiammatori, legati all’ipoglicemia acuta, possano es-
om

Negli anziani, tra le categorie sociali maggiormente sere attenuati dai beta-bloccanti, suggerendo in tal
a rischio di incorrere in questa complicanza anche du- modo che le variazioni sono indotte dall’attivazione
rante il ricovero in Medicina Interna, l’ipoglicemia può simpato-adrenergica, che quindi può non avvenire in
-c

rendersi responsabile di un peggioramento di patologie quei soggetti con alterata controregolazione.54,55 Co-
on

cerebrali e cardiache preesistenti e di aumento del ri- munque non è ancora ben noto, mancando studi al ri-
schio di caduta, altra complicanza frequente e poli fat- guardo, se queste modifiche indotte dall’ipoglicemia
toriale in questa tipologia di pazienti.40-43
N

acuta possano essere presenti pure nei pazienti con


Gli episodi di ipoglicemia sono responsabili di un malattie acute e ospedalizzati, che hanno già di per sè
aumento dei costi diretti, dovuti soprattutto agli accessi elevati livelli di mediatori infiammatori, catecolamine
in Pronto Soccorso e ai ricoveri, motivati dalle ipogli- e ormoni dello stress.
cemie e/o dalle loro complicanze; nel corso di un anno,
fino ad un terzo dei soggetti con diabete di tipo 1 di
lunga durata e circa 1/5 dei pazienti con diabete mellito effetti cardiovascolari dell’ipoglicemia
di tipo 2 in terapia insulinica, presentano almeno un epi-
sodio di ipoglicemia grave che spesso necessita di ospe- In occasione di un evento ipoglicemico, il cervello
dalizzazione; si stima che i costi diretti oscillino tra diventa neuroglicopenico e il sistema nervoso viene
1400 e 3200 euro per episodio, cui vanno sommati i stimolato, in quanto facente parte della risposta con-
costi indiretti legati ai costi di perdita della produttività troregolatoria all’ipoglicemia. Pe quanto riguarda il
ed assenza dal posto di lavoro;44,45 da uno studio con- sistema cardiovascolare, la più importante risposta
dotto in quattro paesi (USA, Gran Bretagna, Germania, all’ipoglicemia è l’attivazione simpato-adrenergica
Francia) è emerso che i costi indiretti attribuibili alle con rilascio di catecolamine, ma anche il sistema pa-
sole ipoglicemia asintomatiche in un anno ammontino rasimpatico viene attivato ed influenzerà le risposte
in media a 2295 dollari per paziente.46 cardiache. L’attivazione del sistema nervoso auto-

[page 133] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 133]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 134

Rassegna

nomo, accompagnato dall’impennata delle catecola- sone affette da diabete da lunga durata, in modo par-
mine e dalla contemporanea riduzione della disponi- ticolare nei pazienti di tipo 2 che molto spesso presen-
bilità di glucosio, ha delle notevoli ripercussioni tano sottostanti malattie cardiache, tra cui malattie
sull’apparato cardiovascolare. In uno studio, in cui si coronariche, alterazioni neuropatiche e disfunzione del
effettuava un clamp ipoglicemico con glicemie intorno muscolo cardiaco.61,62 Numerose evidenze, inoltre, si
a 54 mg/dL, nei soggetti non diabetici si osservava un sono accumulate negli anni sulla possibilità che l’ipo-
incremento di 12 volte delle concentrazioni dell’epi- glicemia possa determinare ischemia miocardica. Di-
nefrina, che a sua volta si associava ad una aumentata ciannove pazienti con diabete di tipo 2, che avevano
frequenza cardiaca, ad una aumentata gittata ed ad una documentata malattia coronarica, sono stati contem-
riduzione delle resistenze periferiche.56 Una ipoglice- poraneamente sottoposti a monitoraggio continuo
mia acuta provoca un incremento della contrattilità della glicemia e a Holter ECG. Si è potuto vedere
miocardica57 e dell’output cardiaco.58 Queste varia- come 10 episodi di ipoglicemia erano associati a pre-
zioni emodinamiche si accompagnano ad un incre- cordialgia (su 54 in totale) e modificazioni ischemiche
mento dell’elasticità dei grossi vasi e ad una caduta acute del tracciato ecg erano presenti durante 6 di que-
della pressione arteriosa centrale. In giovani diabetici sti episodi.63 Un altro studio su giovani adulti con e
di tipo 1, con durata della malattia >15 anni e in cui si senza diabete e in cui si effettuavano misurazioni sur-
era già sviluppata una rigidità arteriosa (arterial stiff- rogate della perfusione miocardica, ha registrato valori
ness), si sono potute vedere entrambe queste varia- più bassi di perfusione nei soggetti con diabete.64 Vi
zioni.59 Una recente analisi sugli score di sono, inoltre, evidenze che l’ipoglicemia possa scate-

ly
calcificazione coronarica su diabetici di tipo 1, ha sug- nare l’attivazione del sistema renina-angiotensina-al-
gerito una associazione tra più alti score e frequenza dosterone (RAAS).65 In soggetti sani l’ipoglicemia

on
di ipoglicemie, indicando, quindi, che ad una mag- iperinsulinemica aumenta l’attività reninica plasma-
giore frequenza d’ipoglicemia, corrispondeva un mag- tica insieme all’aldosterone, in maniera dose-dipen-
gior grado di calcificazione e di rigidità arteriosa.60 dente.66 Inoltre è stato evidenziato come l’angiotensina
Questa aumentata rigidità arteriosa, fa sì che la rifles-
sione dell’onda pressoria ritorni al cuore più veloce- se
II, rilasciata durante una ipoglicemia insulino-indotta,
faciliti la risposta riflessa simpato-adrenergica me-
lu
mente, arrivando, pertanto, durante la diastole invece diante interazione con il suo specifico recettore a varie
che durante la sistole, il che può compromettere il localizzazioni neuro anatomiche.67 L’attivazione del
a

riempimento coronarico. Queste risposte emodinami- sistema simpato-adrenergico e del RAAS, provoca nu-
ci

che all’ipoglicemia possono essere dannose per le per- merosi effetti sfavorevoli in numerosi tessuti e organi,
er
m
om
-c
on
N

Figura 1. Ipoglicemia e rischio cardiovascolare.

[page 134] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 135

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

attraverso meccanismi diretti e/o indiretti, come va- chiaramente aumentano il rischio di complicanze
riazioni emodinamiche (vasocostrizione, tachicardia, acute cardiovascolari secondarie ad ipoglicemia. La
ridotto flusso renale, etc.),68 vascolari e di rimodella- dimostrazione che nella pratica clinica quotidiana le
mento miocardico (incluse le alterate proprietà elettri- cose possano essere alquanto diverse viene anche da
che dei cardiomiociti), disfunzione endoteliale, un recente studio, eseguito mediante questionario, che
infiammazione, attivazione piastrinica e induzione ha evidenziato come l’ipoglicemia nei pazienti rico-
della coagulazione. Inoltre l’ipoglicemia di per sé e le verati possa dare un maggior numero di eventi avversi,
catecolamine circolanti possono portare ad ipokalie- rispetto a quanto finora dimostrato e soprattutto che
mia che ulteriormente aumenta il rischio aritmogeno.69 questo avviene per le ipoglicemie che seguono al trat-
Numerose meta-analisi hanno dimostrato che esi- tamento dell’iperkaliemia.76
ste una correlazione tra ipoglicemie e rischio di eventi Probabilmente rispetto all’associazione fra ipogli-
cardio-vascolari,70,71 anche se non c’è ancora completo cemia e cardiopatia ischemica, è più importante quella
accordo sulla entità di questa correlazione; infatti un fra ipoglicemia ed insorgenza di aritmie, che possono
ampio studio retrospettivo giapponese su 414 soggetti portare a morte improvvisa, così come riportato da nu-
che presentavano severa ipoglicemia, ha evidenziato merosi case reports.77-79 Come già precedentemente
una nuova malattia cardio-vascolare solo in 5 pazienti, detto, l’epinefrina induce ipokaliemia, che altera le
con un solo caso di IMA e 4 di malattie cerebrovasco- funzioni elettrofisiologiche e può predisporre all’in-
lari.72 E inoltre grandi trial eseguiti in pazienti ospe- sorgenza di aritmie.80
dalizzati, trattati con terapia insulinica intensiva, Un frequente riscontro elettrocardiografico, du-

ly
hanno riportato rare complicanze cardiache acute, no- rante un episodio ipoglicemico, è l’allungamento del
nostante le frequenti e severe ipoglicemie.73 Nello stu-

on
QT, fenomeno che è stato evidenziato sia nei diabetici
dio DIGAMI 1, in cui tutti i pazienti erano ricoverati tipo 1, che tipo 2.72,81-83 Il prolungamento del tratto QT
per IMA, il braccio in terapia insulinica intensiva è un forte fattore di rischio per severe aritmie ventri-
aveva la stessa incidenza di reinfarti, di fibrillazione

se
colari e morte improvvisa.84 L’ipoglicemia può favo-
ventricolare e di disturbi della conduzione atrio-ven- rire l’insorgenza di aritmia anche attraverso altri
tricolare rispetto al braccio di controllo, nonostante il
lu
meccanismi fisiopatologici: bassi valori di glucosio
15% di essi presentasse ipoglicemie paragonate al hanno un effetto diretto sul gene hERG (human Ether-
gruppo di controllo, che invece non aveva eventi ipo-
a
à-go-go-Related Gene), che codifica per la proteina
glicemici.74 Anche l’EURODIAB Prospective Com-
ci

conosciuta come Kv11.1, che è la sub unità alfa dei ca-


plications Trial75 ha evidenziato che i soggetti trattati
nali del potassio; questa contribuisce all’attività elet-
er

in maniera intensiva, e quindi con una alta incidenza


trica del cuore e la sua inibizione determina la
di ipoglicemie, non avevano un incremento degli
sindrome del QT lungo.85
m

eventi cardiovascolari. La bassa incidenza di morbilità


Studi sperimentali su animali hanno dimostrato
cardiaca, secondaria a ipoglicemia, riscontrata nei trial
om

che ipoglicemie letali determinano disturbi della sta-


potrebbe essere dovuta allo stretto monitoraggio dei
bilità elettrica cardiaca. Ipoglicemie letali (12 mg/dL)
pazienti, con conseguente breve durata delle ipoglice-
indotte nei ratti hanno inizialmente prodotto tachicar-
mie. Inoltre, in regime di ricovero, la più alta concen-
-c

dia sinusale e prolungamento del tratto QT, seguiti da


trazione di catecolamine circolanti, così come la
battiti prematuri ventricolari e blocco atrio-ventrico-
on

somministrazione di farmaci pressori e inotropi, po-


trebbero attenuare la risposta cardiaca all’ipoglicemia. lare. Al momento dell’arresto cardiorespiratorio si
aveva invece una marcata bradicardia.86 Le alterazioni
N

Dall’altro lato, i pazienti ospedalizzati hanno più pro-


babilità di avere comorbidità, specie cardiache, di ri- ecgrafiche erano però significativamente ridotte dopo
cevere farmaci che possano prolungare il QT o avere supplementazione di K o somministrazione intracere-
disordini elettrolitici (Figura 2). Tutte queste situazioni brale di glucosio, per prevenire la neuroglicopenia, in-
dicando in tal modo un forte ruolo eziopatogenetico
dell’attivazione simpatoadrenergica nell’innescare le
aritmie (Figura 3).
Uno studio in cui in diabetici di tipo 2 con malattia
cardiovascolare ed insulino-trattati, si monitorava con-
temporaneamente la glicemia interstiziale e l’ECG, ha
dimostrato che una maggiore incidenza di bradicardia
ed extrasistoli atriali e ventricolari erano associate con
gli eventi ipoglicemici, particolarmente durante la
notte, quando i pazienti erano addormentati.87 Ma uno
studio con lo stesso disegno, ha evidenziato un più alto
Figura 2. Comorbilità nei pazienti ricoverati nei Reparti numero di aritmie ventricolari, senza però poterne di-
di Medicina Interna; Studio DIAMOnD-FADOI. mostrare la sincronizzazione con ipoglicemie docu-

[page 135] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 135]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 136

Rassegna

mentate. In questo studio caso-controllo, però, la du- Un altro meccanismo che può legare l’ipoglicemia
rata delle ipoglicemie severe era il predittore indipen- agli eventi cardiovascolari è l’effetto pro-trombotico
dente più importante per lo sviluppo di aritmie dei bassi valori di glucosio. Anche qui, le catecola-
ventricolari.88,89 Un recentissimo studio, questa volta mine e gli altri ormoni rilasciati durante l’ipoglicemia,
però eseguito su 36 diabetici di tipo 1, mediante mo- aumentano la viscosità ematica, promuovono l’aggre-
nitoraggio continuo simultaneo ECG e del glucosio gazione e l’attivazione piastrinica.50-52,54,62,91,92 Inoltre,
interstiziale (CGM) ha esaminato gli effetti dell’ipo- l’ipoglicemia insulino indotta in soggetti con diabete
glicemia clinica notturna e diurna e ha rafforzato i dati di tipo 1, incrementa i fattori della coagulazione, come
ottenuti dai precedenti studi. Lo studio ha dimostrato il fibrinogeno e il fattor VIII93 e promuove il rilascio
che l’ipoglicemia notturna è frequente; inoltre, rispetto di citochine infiammatorie in circolo,50,51 valori che
all’ipoglicemia che si verifica di giorno, più spesso è possono rimanere elevati per alcuni giorni dopo che
asintomatica, di maggior durata e caratterizzata da va- l’episodio ipoglicemico si sia risolto.93 In conclusione,
lori ipoglicemici più bassi. È stato osservato un au- questi effetti pro-infiammatori e pro-coagulanti, pos-
mento del rischio di bradicardia durante l’ipoglicemia sono direttamente alterare il flusso ematico, e contri-
notturna rispetto a quella diurna, ma la bradicardia era buire quindi all’insorgenza di eventi cardio-vascolari
significativamente più bassa e la frequenza di ectopia anche parecchio tempo dopo che l’evento ipoglice-
atriale era significativamente più elevata rispetto al- mico si sia risolto.
l’euglicemia. In aggiunta, il prolungamento dell’inter-
vallo QTc e della durata T-piccoT-fine, conferiscono
effetti neurologici dell’ipoglicemia

ly
all’ipoglicemia notturna un effetto proaritmogeno.
Questi risultati sono di rilevanza clinica perché nel

on
L’ipoglicemia può causare anche una grande varietà
diabete di tipo 1 la cosiddetta sindrome della morte
di manifestazioni neurologiche, che vanno progressiva-
improvvisa a letto è stata correlata con l’ipoglicemia
mente dalla semplice irritabilità, alla diminuita concen-
notturna che si associa a prolungamento del QTc se-

se
trazione, ai deficit focali neurologici, per arrivare infine
guito da tachiaritmia ventricolare (Figura 3). Ed infine
al coma; comunque le complicanze neurologiche rara-
vi sono numerosi case reports di fibrillazioni atriali in-
lu
mente sono prolungate ed è molto probabile che la
dotte da ipoglicemie,81,90 sebbene questa associazione
morte da ipoglicemia sia dovuta ad eventi aritmici piut-
non sia stata dimostrata dagli studi in cui si effettua-
a
tosto che a morte cerebrale.94 In modelli animali, un’i-
vano contemporaneamente il monitoraggio glicemico
ci

poglicemia sostenuta fa aumentare il rilascio di


ed ecgrafico.
er
m
om
-c
on
N

Figura 3. Meccanismi proposti per le aritmie indotte da ipoglicemia.

[page 136] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 137

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

glutammato e l’attivazione dei recettori per cui dopo bidità.101,107-109 Nei pazienti ospedalizzati, l’ipoglicemia
una severa e prolungata ipoglicemia, si può avere l’ir- può avvenire anche spontaneamente, in assenza di un
reversibile morte neuronale.95 Nei primati, l’ipoglicemia chiaro fattore precipitante, specie nei pazienti fragili,
insulino-indotta può causare morte cerebrale quando la instabili e con comorbidità. L’ipoglicemia spontanea
glicemia permane al di sotto di 20 mg/dL per almeno 5 conferisce un rischio maggiore di mortalità e si diffe-
ore.96 Nel cervello umano durante l’ipoglicemia diven- renzia dall’ipoglicemia farmaco-indotta sia per quanto
tano disponibili substrati alternativi, per cui il danno ce- riguarda la fisiopatologia che per quanto riguarda la
rebrale permanente è alquanto raro.97 prognosi. Infatti uno studio retrospettivo su una larga
Gli studi sull’uomo sono scarsi e la migliore evi- coorte di pazienti (diabetici e non), ricoverati presso un
denza viene dal trial DCCT/EDIC, un trial condotto Reparto di Medicina, ha mostrato che, sebbene l’ipo-
su diabetici di tipo 1; l’attento monitoraggio dei pa- glicemia fosse più comune nei pazienti trattati con far-
zienti nel braccio a trattamento intensivo ha dimo- maci ipoglicemizzanti, la mortalità era invece più alta
strato che, nonostante l’incidenza di ripetuti e severi fra coloro che presentavano ipoglicemia spontanea.107
episodi ipoglicemici, in circa un terzo dei partecipanti, E dopo aver corretto i dati per le comorbidità mediche
non vi era alcuna evidenza di danno cerebrale, pur pre- presenti, l’ipoglicemia non era più un fattore di rischio
sentandosi attacchi convulsivi e coma.98,99 indipendente per la mortalità, rafforzando così l’ipotesi
Dati su pazienti ricoverati ci dicono che danni per- che l’ipoglicemia sia un marcatore di più severe malat-
manenti neurologici, conseguenti ad episodi ipoglice- tie coesistenti, piuttosto che la diretta responsabile della
mici, sono molto rari; infatti in uno studio retrospettivo, morte. Risultati simili sono stati riportati anche in pa-

ly
effettuato su più di 2000 pazienti che erano in tratta- zienti con IMA (il 50% dei quali era diabetico).109 Un
mento con farmaci ipoglicemizzanti, episodi ipoglice- più recente studio caso-controllo su pazienti ospedaliz-

on
mici si avevano nel 9,5% di essi. Comunque solamente zati ha evidenziato che l’ipoglicemia, sia spontanea che
il 4,1% di questi episodi erano associati ad eventi neu- iatrogenica, si aveva maggiormente nei pazienti con
malattie severe e comorbidità; e che anche l’ipoglice-

se
rologici, che andavano dall’agitazione e disorienta-
mento alle convulsioni e al coma, ma soprattutto non si mia iatrogenica era associata ad una aumentata morta-
aveva nessun danno permanente neuronale.10 Anche il lità, ma che comunque la mortalità era
lu
Nice-Sugar, studio eseguito in reparti di terapia inten- significativamente più elevata nei soggetti con ipogli-
siva, ha dimostrato che danni permanenti neurologici, cemia spontanea.108 Anche il NICE-SUGAR ha dimo-
a

conseguenti ad ipoglicemia, sono molto rari.100 Ma que- strato che la mortalità legata all’ipoglicemia era
ci

sto potrebbe essere dovuto al frequente monitoraggio correlata alla severità e alla durata della stessa, senza
er

cui questi pazienti erano sottoposti e alla conseguente alcuna distinzione fra tipo di terapia (intensiva o con-
breve durata degli stessi. Bisogna però ricordare che nei venzionale) e/o presenza di diabete.73 In conclusione, si
m

reparti di Medicina Interna, i pazienti, spesso anziani, potrebbe dire che l’ipoglicemia spontanea è associata
presentano già comorbidità neurologiche, per cui po- ad una peggior prognosi, mentre la terapia ipoglicemiz-
om

trebbero essere più vulnerabili agli effetti acuti dell’i- zante potrebbe smascherare una propensione a svilup-
poglicemia sul sistema nervoso. pare ipoglicemia nei pazienti ricoverati e che
presentano severe comorbidità.
-c

Ma oltre all’ipoglicemia, anche la variabilità glice-


on

Ipoglicemia e mortalità
L’ipoglicemia, così come l’iperglicemia, nei pa-
N

zienti ospedalizzati è associata ad una aumentata mor-


talità, più lunga degenza e maggiori complicanze.101,102
In numerosi ed ampi studi osservazionali è stato di-
mostrato che la correlazione tra valori glicemici e
mortalità presenta una curva J, con la maggiore mor-
talità sia per valori elevati di glicemia, che per valori
bassi, mentre la più bassa mortalità si ha con valori di
glicemia che oscillano tra 100 e 156 mg/dL103,104 (Fi-
gura 4). La stessa correlazione è stata riportata in sog-
getti con sindrome coronarica acuta, ma in questo caso
i valori glicemici ottimali erano lievemente più bassi
e precisamente intorno a 81-100 mg/dL.105,106
L’aumentata mortalità associata all’ipoglicemia che
si riscontra nei pazienti ricoverati, potrebbe non essere
causata dall’ipoglicemia di per se, ma essere invece do- Figura 4. Correlazione tra valori glicemici e mortalità.
vuta all’associazione di ipoglicemia con severe comor- (Da Bruno et al., 2008).104

[page 137] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 137]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 138

Rassegna

mica è associata ad una aumentata mortalità. Due studi nistrata allorché un paziente diventa iperglicemico e
retrospettivi,110,111 rispettivamente su 801 e 620 pazienti, il dosaggio varia di volta in volta, in base ai valori
nonché uno studio prospettico caso controllo su più di della glicemia. Tale schema terapeutico innesca un cir-
6000 pazienti,112 hanno dimostrato che la variabilità gli- colo vizioso con ipoglicemie (dopo la somministra-
cemica, in pazienti ricoverati, è responsabile di una au- zione dell’insulina) e iperglicemie (dopo il trattamento
mentata mortalità sia a breve, che a lungo termine. delle crisi ipoglicemiche) e susseguenti nuove ipogli-
Questo potrebbe essere spiegato dalle negative conse- cemie, specialmente fra i pazienti con maggiore insu-
guenze molecolari delle fluttuazioni glicemiche. Vi è lino sensibilità. Nel trial RABBIT 2,12 la sliding scale
infatti evidenza, sia in vitro che in vivo, che vi sono ef- è stata confrontata con la somministrazione basal-
fetti cellulari biologici negativi associati alle fluttua- bolus. Nel gruppo in basal-bolus, il 67% dei pazienti
zioni glicemiche, come l’aumento pericoloso dei raggiungeva il target glicemico <140 mg/dL, mentre
radicali liberi. Inoltre i picchi intermittenti di iperglice- questo era raggiunto solamente dal 38% dei pazienti
mia aumentano l’apoptosi, la produzione dei superos- in SSI, senza significative differenze nella frequenza
sidi nei mitocondri e la disfunzione endoteliale. delle ipoglicemie fra i due gruppi di trattamento. Inol-
tre, quando alla fine dello studio, il gruppo in SSI ve-
niva passato a terapia basal-bolus, raggiungeva in
prevenzione dell’ipoglicemia pochi giorni il target glicemico. Nello Studio FADOI
DIAMOND, invece, il gruppo in sliding scale presen-
Anche se la paura dell’ipoglicemia costituisce una
tava una maggiore incidenza di ipoglicemie, rispetto

ly
barriera all’ottimale controllo glicemico, un conse-
al gruppo basal-bolus.16
guente inadeguato trattamento dell’iperglicemia sa-

on
Nelle aree di terapia non intensiva, come quelle di
rebbe un approccio indesiderabile; pertanto una
Medicina Interna, l’uso della terapia insulinica sotto
prevenzione delle ipoglicemie può e deve essere rag-
cutanea basal-bolus, con eventuali somministrazioni
giunta mediante un processo patient-centered che sap-

se
di dosi di correzione, è la migliore strategia per rag-
pia accordare un’appropriata terapia ipoglicemizzante
giungere un buon controllo metabolico con il minor
con le necessità nutrizionali del paziente, con un ade-
lu
rischio di ipoglicemie. La terapia insulinica sottocute
guato monitoraggio glicemico (Tabella 3), con le pro-
secondo il metodo basal-bolus prevede la sommini-
cedure in atto in quell’Ospedale e, soprattutto, è
a
strazione secondo uno schema programmato, in cui
indispensabile che vi sia la capacità di modificare la
ci

l’insulina ad azione lenta rappresenta circa il 50%


terapia in base alle variazioni delle condizioni cliniche
della dose totale giornaliera e il resto è somministrato
er

dei pazienti e in base ai fattori di rischio per ipoglice-


come insulina rapida prima dei tre pasti principali, in
mie che abbiamo già definito precedentemente. Le re-
percentuale del 20-30% a colazione, 30-40% a pranzo
m

centi linee guida hanno ben definito quali devono


e a cena. Questo schema terapeutico è flessibile, effi-
essere i valori glicemici da mantenere, in base alla ca-
om

cace, garantisce un’adeguata insulinizzazione basale


ratterizzazione del paziente e alla gravità della sua pa-
e permette un rapido cambiamento della terapia in fun-
tologia. L’approccio terapeutico da abbandonare
zione delle condizioni del paziente. In contrasto alla
-c

assolutamente è quello della Sliding Scale (SSI).35


SSI, che è considerata come monoterapia, la dose di
Tale metodica di somministrazione insulinica è carat-
correzione viene inserita nel contesto di un regime già
on

terizzata dal fatto che l’insulina rapida viene sommi-


determinato e le dosi di correzione dovrebbero essere
stabilite in base alla insulino sensibilità del soggetto,
N

che dipende anche dal grado di severità clinica delle


patologie che ne hanno determinato il ricovero. Il fat-
Tabella 3. Quando fare il controllo della glicemia?
tore di correzione (FC) indica di quanto cala la glice-
profilo glicemico basale 1 mia in mg/dL dopo la somministrazione di 1 UI di
• Prima di colazione
• Prima di pranzo
insulina rapida. Stabilito il valore di insulino-sensibi-
• Prima di cena lità (ISF), in base ai dati glicemici si possono calcolare
• Prima di addormentarsi le dosi di insulina da somministrare come fattore di
profilo glicemico intensivo 2 correzione.113 Il fattore di correzione si ottiene divi-
• Prima di colazione dendo il numero fisso 1500 (per chi usa insulina rego-
• 2 ore dopo colazione lare o per persone estremamente insulino resistenti) o
• Prima di pranzo
• 2 ore dopo pranzo
1800 (per chi usa analogo rapido o è estremamente in-
• Prima di cena sulino sensibile) per il fabbisogno insulinico giorna-
• 2 ore dopo cena liero totale individuato per quel paziente. L’uso di
• Prima di addormentarsi questo approccio terapeutico permette così di coniu-
profilo glicemico intensivo 3 gare le dosi di insulina con la sensibilità insulinica del
• Prevede controlli anche notturni a orari indicati paziente, trattando quindi l’iperglicemia senza grandi

[page 138] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 139

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

rischi di ipoglicemie. Per quanto riguarda il calcolo Purtroppo l’NPH non mima assolutamente la fisiolo-
delle dosi totali di insulina da somministrare con lo gica secrezione in quanto la sua monosomministra-
schema basal-bolus, queste variano da 0,2-0,6 zione non copre le 24 h e la sua azione presenta un
U/Kg/die, tenendo sempre conto dello stato clinico del picco verso la seconda-quarta ora dalla sua sommini-
paziente. La dose più bassa (0,2 U/Kg/die) può essere strazione. Queste caratteristiche incidono in maniera
usata per pazienti magri, o con IRC o anziani (>70 significativa sull’andamento glicemico, determinando
anni); la dose più alta può essere usata nelle persone ipoglicemie notturne e iperglicemie al risveglio. Gli
in sovrappeso, con malattie acute (aumento della in- analoghi basali long acting (Glargine e Detemir)
sulino-resistenza) o che ricevono steroidi. hanno risolto questi problemi in maniera molto sod-
Chiaramente le dosi di insulina devono essere mo- disfacente. La loro lunga durata e il loro piatto profilo
dificate sulla base del monitoraggio glicemico giorna- permettono il raggiungimento di un buon controllo
liero.102 È molto importante identificare i pazienti a metabolico con significativa riduzione degli episodi
rischio di ipoglicemie, nei quali implementare sistemi ipoglicemici soprattutto notturni rispetto all’insulina
di cura con osservazioni cliniche e monitoraggio più NPH.123,124 Gli analoghi basali presentano anche una
frequenti può minimizzare la frequenza e la severità di minore variabilità farmacocinetica, con conseguente
tali episodi. I pazienti con IRC rappresentano un gruppo maggiore stabilità glicemica inter e intra-individuale
ad alto rischio per ipoglicemie. Pazienti ricoverati con rispetto all’NPH.125 Proprio alla luce di tutte queste
eGFR <45 ml/min/1,73 m2 erano randomizzati ad una considerazioni lo statement dell’AACE/ACE126 ha rac-
terapia basal-bolus con glargine e glulisina, utilizzando comandato fortemente l’utilizzo degli analoghi (Glar-

ly
due dosaggi: 0,25 o 0,50 U/Kg/die. Il gruppo a più gine e Detemir) rispetto all’NPH come insulina basale.

on
basso dosaggio aveva una leggera, ma non significativa, Una subanalisi dello studio FADOI-DIAMOND,
minore incidenza di ipoglicemie rispetto al gruppo a recentemente pubblicata, ha dimostrato che tra i pa-
maggiore dosaggio (15,8% vs 30,0%; P=0,08), senza zienti diabetici ricoverati nelle Unità di Medicina In-

se
aumento dell’incidenza di iperglicemie.114 Anche nel terna italiane quelli trattati con lo schema basal-bolus
braccio a basso dosaggio erano presenti degli eventi con analoghi presentano meno ipoglicemie rispetto a
lu
ipoglicemici, il che rafforza la necessità di uno stretto quelli trattati con sola insulina basale. In questo studio
controllo dei valori glicemici e delle dosi di insulina nei è stato anche confermato il dato che le ipoglicemie al-
a
soggetti ad alto rischio di ipoglicemie. lungano la durata della degenza (12,7±10,9 vs 9,6±6,5
ci

Anche il tipo di insulina utilizzato può essere im- giorni, P<0,01).16


portante ai fini di una prevenzione degli eventi ipogli- Al fine di favorire un adeguato compenso glice-
er

cemici. Da parecchi anni sono stati sviluppati gli mico con il più basso rischio possibile di ipoglicemia,
analoghi rapidi e basali, che per il loro profilo farma- ultimamente sono stati fatti ulteriori passi in avanti nel
m

cocinetico garantiscono un miglior profilo di efficacia campo delle ricerca del trattamento insulinico, con la
om

e sicurezza. Gli analoghi rapidi (aspart, lispro o gluli- messa in commercio di nuove insuline basali, con ca-
sina) determinano notevoli benefici, rispetto all’insu- ratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche tali
lina regolare, quando usati per controllare la glicemia da ridurre ulteriormente il rischio di ipoglicemie.
-c

post-prandiale. Infatti, mentre l’insulina regolare ne- L’insulina Degludec (Tresiba®) è una nuova in-
cessita di essere iniettata 30’ prima dei pasti, gli ana- sulina basale ad azione ultralenta (emivita di circa 25
on

loghi rapidi possono essere somministrati subito prima ore), che forma multi-esameri solubili quando viene
o dopo i pasti, senza modificazioni della loro iniettata per via sottocutanea, determinando un de-
N

azione;115,116 e questo costituisce un notevole vantaggio posito da cui l’insulina degludec viene assorbita con-
nella gestione della glicemia in ospedale, dove spesso tinuamente e lentamente nella circolazione portando
non è possibile determinare con precisione l’orario o a un effetto ipoglicemizzante uniforme e stabile.
la quantità di cibo che il paziente assumerà. L’effetto L’insulina Degludec mostra una variabilità intra-pa-
picco, inoltre, si raggiunge più precocemente rispetto ziente da giorno a giorno dell’effetto ipoglicemiz-
all’insulina regolare, con conseguente miglior con- zante quattro volte inferiore in termini di coefficienti
trollo della glicemia post-prandiale, mentre la loro più di variazione rispetto all’insulina glargine.127 Trial re-
breve durata d’azione riduce il rischio di ipoglicemie gistrativi eseguiti con questa nuova insulina hanno
tardive o pre pasto.117-119 Numerosi trial clinici hanno dimostrato che nel diabete tipo 1,128 l’insulina Deglu-
dimostrato come l’utilizzo degli analoghi rapidi com- dec, confrontata con Glargine in un regime basal-
porti una più bassa incidenza di eventi ipoglicemici, a bolus con analoghi rapidi, a parità di compenso
parità di controllo glicemico.120-122 glicemico dava meno ipoglicemie notturne; nel dia-
La fisiologica secrezione basale di insulina è mi- bete tipo 2,129 allorché veniva confrontata con la
mata nei nostri pazienti diabetici dall’uso dell’insulina Glargine in un regime di somministrazione sola-
basale o ritardo. L’insulina basale ideale dovrebbe mente basale, a parità di compenso glicemico, dava
avere una durata di azione di 24 h e l’assenza di picchi. una significativa riduzione di tutte le ipoglicemie e

[page 139] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 139]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 140

Rassegna

non solo notturne. Questi dati sono stati anche con- 300 U/mL, rispetto al gruppo di riferimento. I risultati
fermati nei soggetti anziani >65 anni,130 che normal- delle sperimentazioni hanno inoltre dimostrato che
mente sono più vulnerabili alle ipoglicemie. l’incidenza di ipoglicemia confermata (in qualsiasi
L’emivita di oltre 24 h di questa nuova insulina per- momento del giorno e della notte) era inferiore nei pa-
mette la sua somministrazione non strettamente ora- zienti trattati con questa nuova insulina, rispetto a
rio-dipendente, aumentando la flessibilità della quelli trattati con glargine 100 U/mL, in pazienti con
terapia insulinica, indispensabile nel management diabete di tipo 2, trattati in associazione con farmaci
delle iperglicemie nei pazienti ospedalizzati. Infatti antiiperglicemici o insulina prandiale. La superiorità
uno studio131 ha valutato pazienti diabetici che sono di Glargine 300 U/mL, rispetto a glargine 100 U/mL
stati divisi in tre gruppi: due gruppi ricevevano insu- nel ridurre il rischio di ipoglicemia notturna è stata di-
lina Glargine o Degludec ogni 24 h, mentre il terzo mostrata in pazienti con diabete di tipo 2 trattati con
riceveva Degludec a orari differenti con variazioni insulina basale in associazione a farmaci anti-ipergli-
dall’ultima somministrazione che andavano da 8 a cemici non insulinici (riduzione del rischio 18%) o in-
40 h; comunque nell’arco della settimana i pazienti sulina prandiale (riduzione del rischio 21%).133 Nei
ricevevano sempre sette iniezioni di insulina, così pazienti con diabete di tipo 1, l’incidenza di ipoglice-
come gli altri gruppi. Questo studio aveva lo scopo mie era simile nei pazienti trattati con Glargine 300
di esplorare da un punto di vista dell’efficacia e della U/mL rispetto a quelli trattati con glargine 100 U/mL.
sicurezza, l’impatto della variabilità della sommini- Ancora non si hanno studi con queste nuove insu-
strazione dell’insulina basale. I risultati hanno evi- line in pazienti ospedalizzati, ma le premesse sem-

ly
denziato che i pazienti in cui l’insulina Degludec brano molto incoraggianti.

on
veniva somministrata ad intervalli variabili, alla fine Se i pazienti sono in nutrizione enterale o parente-
delle 26 settimane di trattamento, raggiungevano lo rale, insieme ad insulina basale, improvvise interru-
stesso controllo glicemico senza aumento del rischio zioni della nutrizione, potrebbero mettere il paziente

se
ipoglicemico rispetto ai pazienti in cui la stessa De- a rischio di ipoglicemie. Pertanto bisogna informare il
gludec o la Glargine venivano somministrate ad orari personale sanitario addetto che in tale situazione, una
lu
fissi. alternativa fonte di glucosio deve essere immediata-
L’altra insulina basale, appena messa in commercio mente programmata. Sarebbe forse meglio pianificare
a
in Italia è la Glargine 300 U/mL (Toujeo®). In effetti è parte o tutta la dose giornaliera sotto forma di multiple
ci

insulina glargine ma più concentrata, in quanto in un ml iniezioni di insulina rapida.55 In caso di nutrizione pa-
ci sono 300 U anziché 100 U. Come osservato in studi renterale totale (TPN), l’aggiunta di insulina rapida
er

con clamp euglicemico in pazienti con diabete di tipo alla sacca potrebbe favorire un miglior controllo gli-
1, l’effetto ipoglicemizzante di Glargine 300U/mL è più cemico, con minori rischi di ipoglicemia.55
m

stabile e prolungato rispetto all’insulina glargine 100 La recente introduzione in terapia dei farmaci ap-
om

U/mL, dopo iniezione sottocutanea. Uno studio di cros- partenenti alla classe delle incretine, ha acceso l’inte-
sover su 18 pazienti con diabete tipo 1, condotto per un resse per il loro uso nei pazienti ospedalizzati, in
massimo di 36 ore dopo l’iniezione, ha dimostrato che quanto questi farmaci hanno pochi effetti collaterali e
-c

l’effetto di Glargine 300 U/mL superava le 24 ore.132 sono associati a bassissima incidenza di ipoglicemie,
Questo effetto è attribuibile alla riduzione del volume rispetto all’insulina.134 In un recente studio pilota ran-
on

di iniezione di due terzi, che determina un’area super- domizzato, il sitagliptin da solo o in combinazione con
ficiale inferiore del precipitato. insulina basale ha dimostrato di essere sicuro ed effi-
N

L’efficacia e la sicurezza clinica complessiva di cace per il trattamento dell’iperglicemia in pazienti


Glargine 300 U/mL, una volta al giorno, sul controllo medici o chirurgici con diabete di tipo 2.135 Questi pro-
glicemico sono state confrontate con quelle dell’insu- mettenti risultati iniziali potrebbero essere utili soprat-
lina glargine 100 U/mL, una volta al giorno, in studi tutto nel trattamento dei pazienti anziani ricoverati, ma
in aperto, randomizzati, con controllo attivo, paralleli, ancora numerose conferme sono necessarie e i pareri
della durata massima di 26 settimane, che hanno in- a tal proposito sono ancora contrastanti.136,137
cluso 546 pazienti con diabete di tipo 1 e 2474 pazienti Un ultimo, ma per questo non meno importante
con diabete di tipo 2. I risultati di tutte le sperimenta- fattore, nella prevenzione delle ipoglicemie è una at-
zioni cliniche, indicano che le riduzioni dell’HbA1c tenta analisi dei processi ospedalieri e un continuo ag-
dal basale alla conclusione dello studio erano non in- giornamento e revisione del know how del personale
feriori a quelle dell’insulina glargine 100 U/mL. Il mi- sia medico che infermieristico. Il recente studio
glioramento dell’HbA1c non era influenzato da sesso, FADOI-DIAMOND ha infatti dimostrato come un
etnia, età, durata del diabete (<10 anni e >10 anni), va- programma educazionale comporti un persistente mi-
lore basale dell’HbA1c (<8% e >8%) o BMI. Alla fine glioramento del trattamento intraospedaliero, che si
di queste sperimentazioni treat-to-target, una dose più traduce in un significativo incremento dell’efficacia e
alta del 10-18% è stata osservata nel gruppo Glargine della sicurezza della terapia insulinica138 (Tabella 4).

[page 140] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 141

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

Un’altra tecnologia, sviluppata per migliorare il


Monitoraggio glicemico trattamento del paziente diabetico ospedalizzato e ri-
L’utilizzo dei glucometri (POC) ha grandemente durre l’incidenza delle ipoglicemie, è quella di utiliz-
facilitato il monitoraggio della glicemia e quindi la ra- zare algoritmi computerizzati. Vengono così calcolate
pida risposta ad una sospetta ipoglicemia. Comunque automaticamente le dosi di insulina e l’intervallo di
su questo metodo di monitoraggio bisogna fare alcune monitoraggio usando algoritmi basati sui valori della
considerazioni per l’uso in ospedale.139 Questi appa- glicemia e altri parametri che vengono impostati dal-
recchi necessitano di un’appropriata manutenzione e l’operatore.145,146
calibrazione, che spesso manca nei nostri ospedali, Questi algoritmi, utili non solo per calcolare e ag-
così come di un addestramento al loro uso. Una man- giustare la terapia insulinica infusionale ma anche le
cata precisione dell’apparecchio potrebbe portare a dosi dell’insulina rapida ai pasti e basale, hanno note-
prendere delle decisioni terapeutiche errate, con po- volmente ridotto il tempo per raggiungere i valori gli-
tenziali serie conseguenze.140 Esistono, inoltre, delle cemici target, nonché l’incidenza di ipoglicemie.147
condizioni cliniche che alterano i valori rilevati, come Anche l’applicazione di sistemi ad ansa chiusa, già
per esempio l’anemia, la policitemia, l’ipoperfusione, utilizzati in pazienti ambulatoriali, potrebbe essere
l’acidosi e l’ipossia.139 Quando ci si trova di fronte a sfruttato durante la degenza, come ha dimostrato un
tali situazioni il valore del glucometro dovrebbe essere recente studio di fattibilità, eseguito su pazienti rico-
confermato da una determinazione su sangue venoso. verati in ICU.148,149
L’FDA ha infatti emanato nuove linee guida, defi- Nel futuro, la disponibilità di nuove tecnologie e

ly
nendo un approccio generale per la verifica e la vali- di nuovi farmaci più intelligenti, ci permetterà senz’al-
tro di migliorare il controllo metabolico dei nostri pa-

on
dazione delle prestazioni dei glucometri. Come
dimostrato da queste nuove linee guida, i criteri per la zienti ricoverati, riducendo il rischio di pericolose
valutazione della misurazione del glucosio stanno an- ipoglicemie.

se
cora evolvendo e vi è un dialogo aperto su come va-
lutare correttamente la precisione clinica.141
Bibliografia
lu
Il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) è
già molto utilizzato per i pazienti ambulatoriali, ma
1. Boyle PJ, Schwartz NS, Shah SD, et al. Plasma glucose
a
ancora poco usato per i pazienti ricoverati. Questa tec- concentrations at the onset of hypoglycemic symptoms
nologia è particolarmente utile nel prevedere una ipo-
ci

in patients with poorly controlled diabetes and in non-


glicemia o nell’evidenziare la variabilità glicemica142 diabetics. N Engl J Med 1988;318:1487-1492
er

e alcuni studi ne hanno dimostrato l’utilità sui pazienti 2. Davis SN, Shavers C, Mosqueda-Garcia R, et al. Effects
ricoverati.143 In un trial randomizzato e controllato, su of differing antecedent hypoglycemia on subsequent
m

pazienti ventilati in ICU, il controllo glicemico era so- counterregulation in normal humans. Diabetes
om

vrapponibile sia se fatto con POC, che con CGM, ma 1997;46:1328-1335


le ipoglicemie erano minori nei pazienti controllati 3. Seaquist ER, Anderson J, Childs B, et al. Hypoglycemia
con CGM.144 Nuove e migliori tecnologie sono quasi and diabetes: a report of a workgroup of the American
Diabetes Association and the Endocrine Society. Dia-
-c

pronte per essere immesse sul mercato; sarà allora


betes Care 2013;36:1384-1395
possibile che il CGM potrà giocare un ruolo impor-
on

4. Cryer PE. Preventing hypoglycaemia: what is the appro-


tante nel trattamento del diabetico ospedalizzato. priate glucose alert value? Diabetologia 2009;52:35-37
5. American Diabetes Association. Standards in medical
N

care in diabetes-2016. Diabetes Care 2016; 39: S1-S112


6. AMD-SID. Standard italiani per la cura del diabete mel-
lito 2016; 1-325
Tabella 4. prevenzione dell’ipoglicemia. 7. Schwartz NS, Clutter WE, Shah SD, Cryer PE.
Glycemic thresholdsfor activation of glucose counter-
• Evitare l’uso di ipoglicemizzanti orali
• Valutare con attenzione le condizioni cliniche del paziente ed regulatory systems are higherthan the threshold for
eventuali fattori di rischio symptoms. JClin Inv. 1987;79:777–781
• Evitare l’uso delle insuline premiscelate che non danno una fi- 8. Carey M, Boucai L, Zonszein J: Impact of Hypo-
siologica terapia sostitutiva glycemia in Hospitalized Patients. Curr Diab Rep (2013)
• Utilizzare preferibilmente gli analoghi rapidi e basali 13:107–113
• Utilizzare le dosi di correzione in base alla sensibilità del 9. Cook CB, Kongable GL, Potter DJ, et al. Inpatient glu-
paziente
cose control: a glycemic survey of 126 U.S. hospitals. J
• Se l’introito alimentare non è preventivabile, somministrare
l’analogo rapido a metà pasto
Hosp Med. 2009;4:E7–E14
• Incrementare il monitoraggio glicemico 10. Varghese P, Gleason V, Sorokin R, et al. Hypoglycemia
• Per pazienti ad alto rischio di ipoglicemia utilizzare target gli- in hospitalized patients treated with antihyperglycemic
cemici più elevati agents. J Hosp Med. 2007;2:234–40
• Implementare l’utilizzo di linee guida e protocolli 11. Umpierrez GE, Smiley D, Jacobs S, et al. Randomized
• Sensibilizzare e addestrare il personale medico ed infermieristico study of basal bolus insulin therapy in the inpatient man-

[page 141] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 141]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 142

Rassegna

agement of patients with type 2 diabetes undergoing Plasma glucose concentrations at the onset of hypo-
general surgery (RABBIT 2 surgery). Diabetes Care. glycemic symptoms in patients with poorly controlled di-
2011;34:256–61 abetes and in nondiabetics. N Engl J Med 1988;318:
12. Umpierrez GE, Smiley D, Zisman A, et al. Randomized 1487-92
study of basal-bolus insulin therapy in the inpatient man- 26. Farrokhi F, Klindukhova O, Chandra P, et al. Risk fac-
agement of patients with type 2 diabetes (RABBIT-2 tors for inpatient hypoglycemia during subcutaneous in-
trial). Diabetes Care. 2007;2181–6 sulin therapy in non-critically ill patients with type 2
13. Umpierrez GE, Hor T, Smiley D, et al. Comparison of diabetes. J Diabetes Sci Technol. 2012;6(5):1022–1029
inpatient insulin regimens with detemir plus aspart vs 27. Elliott MB, Schafers SJ, McGill JB, et al. Prediction and
neutral protamine hagedorn plus regular in medical pa- prevention of treatment-related inpatient hypoglycemia.
tients with type 2 diabetes. J Clin Endocrinol Metab. J Diabetes Sci Technol. 2012;6(2):302–309
2009;94:564–9 28. Krinsley JS, Grover A. Severe hypoglycemia in criti-
14. National Diabetes Inpatient Audit (NaDIA) - 2012. Avail- cally ill patients: risk factors and outcomes. Crit Care
able at http://www.hscic.gov.uk/catalogue/PUB10506/ Med 2007;35:2262–2267
nati-diab-inp-audi-12-nat-rep.pdf. 29. D’Netto M, Murphy CV, Mitchell A et al Predictors of
15. Wexler, DJ, Meigs, JB, Cagliero, E, Nathan, DM, & recurrent hypoglycemia following a severe hypo-
Grant, R. W. (2007). Prevalence of hyper- and hypo- glycemic event among hospitalized patients, Hospital
glycemia among inpatients with diabetes: A national sur- Practice. 20016;44(1): 1-8
vey of 44 U.S. hospitals. Diabetes Care, 30, 367–369 30. Borzi V, Fontanella A. The clinical impact of hy-
16. Borzı`V, Frasson S, Gussoni G, Di Lillo M, Gerloni R, poglicemia in hospedalized patients. Italian Journal of
Augello G, Gulli G, Ceriello G, Solerte B, Bonizzoni E, Medicine. 2015;9:11-19

ly
Fontanella A for the Research Department of FADOI. 31. Rubin DJ, Rybin D, Doros G, et al. Weight-based, in-
Risk factors for hypoglycemia in patients with type 2 di- sulin dose-related hypoglycemia in hospitalized patients

on
abetes, hospitalized in internal medicine wards: Findings with diabetes. Diabetes Care 2011;34:1723-1728
from the FADOI-DIAMOND study. Diabetes Research 32. Curll M, DiNardo M, Noschese M, et al. Menu selec-
and Clinical Practice 2016;115: 24–3 0 tion, glycaemic control, and satisfaction with standard

se
17. Gómez-Huelgas, R, Merino RG, Zapatero A et al., The and patient-controlled consistent carbohydrate diet meal
frequency and impact of hypoglycemia among hospital- plans in hospitalised patients with diabetes. Qual Saf
lu
ized patients with diabetes: A population-based study, Health Care 2010;19:355-359
Journal of Diabetes and Its Complications 2015:1-6 33. Korytkowski MT, Salata RJ, Koerbel GL, et al. Insulin
18. Giorda CB, Ozzello A, Gentile S, Corsi A, Iannarelli R, therapy and glycemic control in hospitalized patients
a

Baccetti F et al.; HYPOS-1 Study Group. Incidence and with diabetes during enteral nutrition therapy: a random-
ci

correlates of hypoglycemia in type 2 diabetes. The ized controlled clinical trial. Diabetes Care 2009;32:
er

Hypos-1 study. J Diabetes Metab 2014;5:344 594-596


19. Nicolucci A, Pintaudi B, Rossi MC, Messina R, Dotta 34. Donihi AC, Abriola C, Hall R, et al. Getting the timing
m

F, Sesti G et al. The social impact of severe hypo- right in the hospital: synching insulin administration
glycemia in elderly patients with type 2 diabetes. Pro- with meal tray arrival. Diabetes 2010;59:1028-P
om

ceedings of the IDF world diabetes congress, Melbourne 35. Borzì V. Il controllo dell’iperglicemia nel paziente os-
2013; P-1886 pedalizzato non-critico : stop alla sliding scale! Il Gior-
20. Giorda CB, Ozzello A, Gentile S, Aglialoro A, Chi- nale AMD, 2013; 16: 287-293
-c

ambretti A, Baccetti F et al.; HYPOS-1 Study Group of 36. Davis SN, Mann S, Galassetti P, et al. Effects of differ-
AMD. Incidence and risk factors for severe and symp- ing durations of antecedent hypoglycemia on counter-
on

tomatic hypoglycemia in type 1 diabetes. Results of the regulatory responses to subsequent hypoglycemia in
HYPOS-1 study. Acta Diabetol 2015 Feb 12 normal humans. Diabetes. 2000;49(11):1897–1903
21. Marchesini G, Veronese G, Forlani G, Forlani G, Ric- 37. Juvenile Diabetes Research Foundation Continuous
N

ciardi LM, Fabbri A; Italian Society of Emergency Med- Glucose Monitoring Study Group, Fiallo-Scharer R,
icine SIMEU. The management of severe hypoglycemia Cheng J, Beck RW, et al. Factors predictive of severe
by the emergency system: the HYPOTHESIS study. hypoglycemia in type 1 diabetes: analysis from the Ju-
Nutr Metab Cardiovasc Dis 2014; 24:1181-8 venile Diabetes Research Foundation continuous glu-
22. Towler DA, Havlin CE, Craft S, Cryer P. Mechanism of cose monitoring randomized control trial dataset.
awareness of hypoglycemia. Perception of neurogenic Diabetes Care 2011;34(3):586–590
(predominantly cholinergic) rather than neuroglycopenic 38. Nettoa MD, Murphyb CV, Mitchellc A, Dungan K. Pre-
symptoms [see comments]. Diabetes 1993;42:1791-8 dictors of recurrent hypoglycemia following a severe
23. DeRosa MA, Cryer PE. Hypoglycemia and the sympa- hypoglycemic event among hospitalized patients. Hos-
thoadrenal system: neurogenic symptoms are largely the pital Practice 2016; 44(1): 1-8
result of sympathetic neural, rather than adrenomedullary, 39. Cryer, PE. Mechanisms of hypoglycemia-associated au-
activation. Am J Physiol Endocrinol Metab 2004;287: tonomic failure in diabetes. N Engl J Med, 2013; 369:
E32-41 362.372
24. Amiel SA, Sherwin RS, Simonson DC, Tamborlane 40. Frier BM, Schernthaner G, Heller SR. Hypoglicemia
WV. Effect of intensive insulin therapy on glycemic and cardiovascular risks. Diabetes Care 2011 34 (suppl
thresholds for counterregulatory hormone release. Dia- 2):S132-S137
betes 1988;37:901-7 41. Halimi S. Acute consequences of hypoglicemia in dia-
25. Boyle PJ, Schwartz NS, Shah SD, Clutter WE, Cryer PE. betic patients. Diabetes Metab 2010 16(suppl 3): S75-83

[page 142] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 143

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

42. Strachan MW, Reynolds RM, Marioni RE et al. Cogni- dynamics in healthy subjects. Clin Sci (Lond) 2003;105:
tive function, dementia and type 2 diabetes mellitus in 315–322
the elderly. Nat Rev Endocrinol 2011; 7: 108-114 57. Fisher BM, Gillen G, Hepburn DA, Dargie HJ, Frier
43. Nicolucci A. L’impatto clinico, sociale ed economico BM. Cardiac responses to acute insulininduced hypo-
delle ipoglicemie: il contributo della ricerca italiana a glycemia in humans. Am J Physiol 1990;258: H1775–
una visione globale del problema. Il giornale di AMD H1779
2011; 16:3-6 58. Hilsted J, Bonde-Petersen F, Nørgaard MB, et al.
44. Hammer M, Lammert M, Meias SM et al. Costs of man- Haemodynamic changes in insulin-induced hypogly-
aging severe hypoglicemia in three European Countries. caemia in normal man. Diabetologia 1984;26:328–332
J Med Econ 2009;12:281-290 59. Sommerfield AJ, Wilkinson IB, Webb DJ, Frier BM.
45. Amiel SA et al: Hypoglicemia in type 2 diabetes. Diabet Vessel wall stiffness in type 1 diabetes and the central
Med 2008; 25:245-254 hemodynamic effects of acute hypoglycemia. Am J
46. Brod M et al: the impact of non severe hypoglicemic Physiol Endocrinol Metab 2007;293: E1274–E1279
events on work productivity and diabetes management. 60. Fahrmann ER, Adkins L, Loader CJ, et al. Severe hypo-
Value health 2011;14:665-671 glycemia and coronary artery calcification during the di-
47. Bloomfield HE, Greer, N, Newman, D, MacDonald, R, abetes control and complications trial/epidemiology of
Carlyle, M, Fitzgerald P, et al. (2012). Predictors and diabetes interventions and complications (DCCT/EDIC)
consequences of severe hypoglycemia in adults with di- study. Diabetes Res Clin Pract 2015; 107:280–289
abetes—A systematic review of the evidence [Internet]. 61. Hanefeld M, Duetting E, Bramlage P. Cardiac implica-
Washington (DC): Department of Veterans Affairs tions of hypoglycaemia in patients with diabetes - a sys-
(2012/12/21 edn). tematic review. Cardiovasc Diabetol 2013;12:135-145

ly
48. Brodovicz, KG, Mehta, V, Zhang Q, et al. Association 62. Wright RJ, Frier BM. Vascular disease and diabetes: is
between hypoglycemia and inpatient mortality and hypoglycaemia an aggravating factor? Diabetes Metab

on
length of hospital stay in hospitalized, insulin-treated Res Rev 2008;24: 353–363
patients. Current Medical Research and Opinion 63. Desouza C, Salazar H, Cheong B, Murgo J, Fonseca V.
2013;29:101-107 Association of hypoglycemia and cardiac ischemia: a

se
49. Carey M, Boucai, L, Zonszein J. Impact of hypo- study based on continuous monitoring. Diabetes Care
glycemia in hospitalized patients. Current Diabetes Re- 2003;26:1485–1489
lu
ports 2013;13:107–113 64. Rana O, Byrne CD, Kerr D, et al. Acute hypoglycemia
50. Gogitidze Joy, N., Hedrington, M. S., Briscoe, V. J., Tate, decreases myocardial blood flow reserve in patients with
D. B., Ertl, A. C., & Davis, S. N. Effects of acute hypo- type 1 diabetes mellitus and in healthy humans. Circu-
a

glycemia on inflammatory and pro-atherothrombotic bio- lation 2011;124:1548–1556


ci

markers in individuals with type 1 diabetes and healthy 65. Davis WA, Brown SG, Jacobs IG, Bulsara M e al. An-
er

individuals. Diabetes Care 2010; 33: 1529–1535. giotensin-converting enzyme insertion/deletion poly-
51. Wright, R. J., Newby, D. E., Stirling, D., Ludlam, C. A., morphism and severe hypoglycemia complicating type
m

Macdonald, I. A., & Frier, B. M. Effects of acute insulin- 2 diabetes: thr Fremantle Diabetes Study. Clin En-
induced hypoglycemia on indices of inflammation: Pu- docrinol Metab 2011;96: E696-E700
om

tative mechanism for aggravating vascular disease in 66. Adler GH, Bonyhay I, Curren V, Waring E, Freeman R.
diabetes. Diabetes Care 2010; 33: 1591–1597. Hypoglicemia increases aldosterone in a dose-dependent
52. Joy N, Mikeladze M, Younk L.M , Tate D.B. e al.. Effects fashion. Diabet Med 2010; 27:1250-1255
-c

of equivalent sympathetic activation during hypo- 67. Worck RH, Frandsen E, Ibsen H, Petersen JS. AT1 and
glycemia on endothelial function and pro-atherothrom- AT2 receptor blockade and epinephrine release during
on

botic balance in healthy individuals and obese standard insulin-induced hypoglicemia. Hypertension 1998; 31:
treated type 2 diabetes Metabolism. 2016;65(12):1695- 384-390
1705 68. Patrick AW, Hepburn DA, Craig KJ, Thomson I, Swain-
N

53. Collier, A., Patrick, A. W., Hepburn, D. A., Bell, D., son CP, Frier BM. The effects of acute insulin-induced
Jackson, M., Dawes, J., et al. Leucocyte mobilization hypoglycaemia on renal function in normal subjects. Di-
and release of neutrophil elastase following acute in- abet Med 1989; 6: 703-708
sulininduced hypoglycaemia in normal humans. Dia- 69. Nordin C. The case for hypoglycaemiaas a proarrhyth-
betic medicine 1990; 7: 506–509. mic event: basic and clinical evidence. Diabetologia
54. Corrall, R. J., Webber, R. J., & Frier, B. M. (1980). In- 2010; 53: 1552-1561
crease in coagulation factor VIII activity in man follow- 70. Yeh JS, Sung SH, Huang HM, Yang HL, You LK,
ing acute hypoglycaemia: Mediation via an adrenergic Chuang SY, Huang PC, Hsu PF, Cheng HM, Chen CH.
mechanism. British Journal of Haematology 1990; 44: Hypoglycemia and risk of vascular events and mortality:
301–305 a systematic review and meta-analysis. Acta Diabetol.
55. Fisher, B.M., Hepburn, D. A., Smith, J.G.,&Frier,B.M. 2016 Jun; 53(3): 377-92
Responses of peripheral bloodcells to acute insulin-in- 71. Atsushi G,Onyebuchi AA, Maki G, Yasuo T, Mitsuhiko
duced hypoglycaemia in humans: Effect of alpha-adren- N. Severe hypoglycaemia and cardiovascular disease:
ergicblockade. Hormone and Metabolic Research. systematic review and meta-analysis with bias analysis.
Supplement Series 1992; 26: 109–110. BMJ 2013;347: f4533
56. Laitinen T, Huopio H, Vauhkonen I, et al. Effects of eu- 72. Tsujimoto T, Yamamoto-Honda R, Kajio H, et al. Vital
glycaemic and hypoglycaemic hyperinsulinaemia on signs, QT prolongation, and newly diagnosed cardiovas-
sympathetic and parasympathetic regulation of haemo- cular disease during severe hypoglycemia in type 1 and

[page 143] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 143]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 144

Rassegna

type 2 diabetic patients. Diabetes Care 2014;37: 217– 89. Stahn A, Pistrosch F, Ganz X, et al. Relationship be-
225 tween hypoglycemic episodes and ventricular arrhyth-
73. NICE-SUGAR Study Investigators, Finfer, S., Liu, B., mias in patients with type 2 diabetes and
Chittock, D. R., et al. Hypoglycemia and risk of death cardiovascular diseases: silent hypoglycemias and
in critically ill patients. New Engl J Med, 2012; 367: silent arrhythmias. Diabetes Care 2014;37: 516–520
1108–1118 90. Lindstrom T, Jorfeldt L, Tegler L, Arnqvist HJ. Hypo-
74. Malmberg, K. Prospective randomised study of inten- glycaemia and cardiac arrhythmias in patients with
sive insulin treatment on long term survival after acute type 2 diabetes mellitus. Diabet Med 1992;9: 536–541
myocardial infarction in patients with diabetesmellitus. 91. Frier BM. Hypoglycaemia in diabetes mellitus: epi-
DIGAMI (diabetes mellitus, insulin glucose infusion in demiology and clinical implications. Nat Rev En-
acute myocardialinfarction) study group. BMJ, 1997; docrinol 2014;10: 711–722
314: 1512–1515 92. Hutton RA, Mikhailidis D, Dormandy KM, Ginsburg
75. Gruden G, Barutta F, Chaturvedi N, et al. Severe hypo- J. Platelet aggregation studies during transient hypo-
glycemia and cardiovascular disease incidence in type glycaemia: a potential method for evaluating platelet
1 diabetes: the EURODIAB Prospective Complications function. J Clin Pathol 1979;32: 434–438
Trial. Diabetes Care 2012; 35: 1598–604 93. Dalsgaard-Nielsen J, Madsbad S, Hilsted J.Changes in
76. Rajendran R. and Rayman G. Serious harm from inpa- platelet function, blood coagulation and fibrinolysis
tient hypoglycaemia: a survey of hospitals in the UK. during insulin-induced hypoglycaemia in juvenile di-
Diabetic Medicine 2014; 31(10); 1218-21 abetics and normal subjects. Thromb Haemost
77. Leitch A. Sudden death in insulin coma treatment schiz- 1982;47: 254–258
ophrenia. J Nerv Ment Dis 1955;121: 267–269 26 94. Cryer, P. E. Death during intensive glycemic therapy

ly
78. Tanenberg RJ, Newton CA, Drake AJ. Confirmation of of diabetes: Mechanisms and implications. The Amer-
hypoglycemia in the “dead-in-bed” syndrome, as cap- ican Journal of Medicine 2011; 124: 993–996

on
tured by a retrospective continuous glucose monitoring 95. Suh, S. W., Hamby, A. M., & Swanson, R. A. Hypo-
system. Endocr Pract 2010;16: 244–248 glycemia, brain energetics, and hypoglycemic neu-
79. Tattersall RB, Gill GV. Unexplained deaths of type 1 di- ronal death. Glia 2007; 55: 1280–1286

se
abetic patients. Diabet Med 1991;8: 49–58 96. Kahn KJ, Myers RE. Insulin-induced hypoglaecyemia
80. Petersen KG, Schluter KJ, Kerp L. Regulation of serum in the nonhuman primate. I. Clinical consequences
lu
potassium during insulin-induced hypoglycemia. Dia- Clin Dev Med. 1971;39/ 40: 185–194
betes 1982;31: 615–617 97. Gulanski, B. I., De Feyter,H.M., Page, K. A., Belfort-
81. Gill GV, Woodward A, Casson IF, Weston PJ. Cardiac Deaguiar, R.,Mason, G. F., Rothman, D. L., et al. In-
a

arrhythmia and nocturnal hypoglycaemia in type 1 dia- creased brain transport and metabolism of acetate in
ci

betes–the ‘dead in bed’ syndrome revisited. Diabetolo- hypoglycemia unawareness. The Journal of Clinical
er

gia 2009;52: 42–45 Endocrinology and Metabolism, 2013; 98: 3811–3820


82. Landstedt-Hallin L, Englund A, Adamson U, Lins PE. 98. The Diabetes Control and Complications Trial/Epi-
m

Increased QT dispersion during hypoglycaemia in pa- demiology of Diabetes Interventions and Complica-
tients with type 2 diabetes mellitus. J Intern Med tions (DCCT/EDIC) Study Research Group.
om

1999;246: 299–307 Long-term effects of diabetes and its treatment on cog-


83. Marques JL, George E, Peacey SR, et al. Altered ven- nitive function. N Engl J Med. 2007;356: 1842–1852
tricular repolarization during hypoglycaemia in patients 99. The DCCT Research Group. Epidemiology of severe
-c

with diabetes. Diabet Med 1997;14: 648–654 hypoglycemia in the diabetes control and complica-
84. Al-Khatib SM, LaPointe NM, Kramer JM, Califf RM. tions trial. The American Journal of Medicine 1991;
on

What clinicians should know about the QT interval. 90: 450–45.


JAMA 2003;289: 2120–2127 100. NICE-SUGAR Study Investigators, Finfer, S., Chit-
85. Zhang Y, Han H, Wang J, Wang H, Yang B, Wang Z. Im- tock, D. R., Su, S. Y., Blair, D., Foster, D., et al. Inten-
N

pairment of human ether- `a-go-gorelated gene (HERG) sive versus conventional glucose control in critically
K+ channel function by hypoglycemia and hyper- ill patients. The New England Journal of Medicine
glycemia. Similar phenotypes but different mechanisms. 2009; 360: 1283–1297
J Biol Chem 2003;278: 10417–10426 101. Turchin, A., Matheny, M. E., Shubina, M., Scanlon, J.
86. Reno CM, Daphna-Iken D, Chen YS, VanderWeele J, V., Greenwood, B., & Pendergrass, M.L. Hypo-
Jethi K, Fisher SJ. Severe hypoglycemia-induced lethal glycemia and clinical outcomes in patients with dia-
cardiac arrhythmias are mediated by sympathoadrenal betes hospitalized in the general ward. Diabetes Care
activation. Diabetes 2013;62: 3570–3581 2009; 32: 1153–1157
87. Chow E, Bernjak A, Williams S, et al. Risk of cardiac 102. Umpierrez, G. E.,Hellman, R., Korytkowski, M.
arrhythmias during hypoglycemia in patients with type T.,Kosiborod,M.,Maynard, G.A. Montori,V.M., et al.
2 diabetes and cardiovascular risk. Diabetes 2014;63: Management of hyperglycemia in hospitalized patients
1738–1747 in non-critical care setting: An Endocrine Society clin-
88. Pistrosch F, Ganz X, Bornstein SR, Birkenfeld AL, ical practice guideline. The Journal of Clinical En-
Henkel E, HanefeldM. Risk of and risk factors for hy- docrinology and Metabolism 2012; 97: 16–38
poglycemia and associated arrhythmias in patients with 103. Bagshaw, S. M., Egi, M., George, C., & Bellomo, R.
type 2 diabetes and cardiovascular disease: a cohort (2009). Early blood glucose control and mortality in
study under real-world conditions. Acta Diabetol critically ill patients in Australia. Critical Care Medi-
2015;52: 889–895 cine 2009; 37: 463–470

[page 144] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]


Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 145

L’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzato

104. Bruno A, Gregori D., Caropreso A, Lazzarato F., 118. Anderson Jr JH, Brunelle RL, Koivisto VA, et al. Re-
Petrinco M., and Pagano E. Normal Glucose Values duction of postprandial hyperglycemia and frequency
Are Associated With a Lower Risk of Mortality in of hypoglycemia in IDDM patients on insulin-analog
Hospitalized Patients Diabetes Care 2008 Nov; 31(11): treatment. Multicenter Insulin Lispro Study Group. Di-
2209-2210 abetes1997; 46: 265-270
105. Pinto, D. S., Kirtane, A. J., Pride, Y. B., Murphy, S. A., 119. Guerra YS, Lacuesta EA, Yrastorza R, et al. Insulin in-
Sabatine, M. S., Cannon, C. P., et al. Association of jections in relation to meals in the hospital medicine
blood glucose with angiographic and clinical outcomes ward: comparison of 2 protocols. Endocr Pract
among patientswith ST-segment elevation myocardial 2011;17:737-746
infarction (from the CLARITYTIMI- 28 study). The 120. Pedersen-BjergaardU:, Kristensen P.L., Beck Nielsen
American Journal of Cardiology, 2008;101: 303–307 H., e al. Effect of insulin analogues on risk of severe
106. Kosiborod, M., Rathore, S. S., Inzucchi, S. E., Ma- hypoglycaemia in patients with type 1 diabetes prone
soudi, F. A., Wang, Y., Havranek, E. P., et al. Admis- to recurrent severe hypoglycaemia (HypoAna trial): a
sion glucose and mortality in elderly patients prospective, randomised, open-label, blinded-endpoint
hospitalized with acute myocardial infarction: Impli- crossover trial. Lancet Diabetes & Endocrinology,
cations for patients with and without recognized dia- 2014; 7: 553 – 5565
betes. Circulation, 2005; 111: 3078–3086 121. Heller SR, Amiel SA,Mansell P. Effect of the fast-act-
107. Boucai, L., Southern, W. N., & Zonszein, J. Hypo- ing insulin analog lispro on the risk of nocturnal hy-
glycemia-associated mortality is not drug-associated poglycemia during intensified insulin therapy. U.K.
but linked to comorbidities. The American Journal of Lispro Study Group. Diabetes Care 1999; 22:1607-
Medicine, 2011; 124: 1028–1035 1611

ly
108. Garg, R., Hurwitz, S., Turchin, A., & Trivedi, A. Hy- 122. Heller S, Colagiuri S, Vaaler S, et al. Reduced hypo-
poglycemia, with or without insulin therapy, is associ- glycemia with insulin aspart: a double-blind, random-

on
ated with increased mortality among hospitalized ized crossover trial in type 1 diabetic patients. Diabetes
patients. Diabetes Care, 2013; 36: 1107–1110 2001; 50: A137
109. Kosiborod, M., Inzucchi, S. E., Goyal, A., Krumholz, 123. Rosenstock J, Dailey G, Massi-Benedetti M, et al. Re-

se
H. M., Masoudi, F. A., Xiao, L., et al. Relationship be- duced hypoglycemia risk with insulin glargine: a meta-
tween spontaneous and iatrogenic hypoglycemia and analysis comparing insulin glargine with human NPH
lu
mortality in patients hospitalized with acute myocar- insulin in type 2 diabetes. Diabetes Care 2005; 28:
dial infarction. JAMA 2009; 301:1556–1564 950-957
110. Mendez C.E., Mok K.T., Ata A., Tanemberg R.J., 124. Haak T, Tiengo A, Draeger E, et al. Lower within-sub-
a

Calles-Escandon J., Umpierrez G.E. Increased ject variability of fasting blood glucose and reduced
ci

glycemic variability is independently associated with weight gain with insulin detemir compared to NPH in-
er

length of stay and mortality in noncritically ill hospi- sulin in patients with type 2 diabetes. Diabetes Obes
talized patients. Diabetes Care 2013; 36: 4091-4097 Metab 2005; 7: 56-64
m

111. Kim Y., Rajan K.B., Sims S. A., Wroblewski K.E., 125. Heise T, Pieber TR. Towards peakless, reproducible
Reutrakul S. Impact of glycemic variability and hypo- and long-acting insulins. An assessment of the basal
om

glycemia on adverse hospital outcomes in non-criti- analogues based on isoglycaemic clamp studies. Dia-
cally ill patients. Diabetes Research and Clinical betes Obes Metab 2007; 9:648-659
Practice 2014; 103: 437-443 126. Rodbard HW, Jellinger PS, Davidson JA, et al. State-
-c

112. Timmons J.G., Cunningham S.G., Sainsbury C.A.R., ment by an American Association of Clinical Endocri-
Jones G.C. Inpatient glycemic variability and long nologists/American College of Endocrinology
on

term mortality in hospitalized patients with Type 2 di- consensus panel on type 2 diabetes mellitus: an algo-
abetes. Journal of Diabetes and its Complications rithm for glycemic control. Endocr Pract 2009;15:
2017; 31, Issue 2: 479–482 540-559
N

113. Pietras S.M., Hanrahan P., Arnold L.M., e al. State of 127. Heise T., Hermanski L., Nosek L., et al. Insulin
the art inpatient diabetes care: the evolution of an ac- degludec: four times lower pharmacodynamic variabil-
ademic hospital. Endocr. Pract. 2010; 16: 512-521 ity than insulin glargine under steady-state conditions
114. Baldwin D, Zander J, Munoz C, et al. A randomized trial in type 1 diabetes. Diabetes, Obesity and Metabolism
of two weight-based doses of insulin glargine and gluli- 2012 Sep;14(9): 859-864
sine in hospitalized subjects with type 2 diabetes and 128. Heller S, Buse J, Fisher M et al. Insulin degludec, an
renal insufficiency. Diabetes Care 2012; 35:1970-1974 ultra-longacting basal insulin, versus insulin glargine
115. Brunner GA, Hirschberger S, Sendlhofer G, e al. Post- in basal-bolus treatment with mealtime insulin aspart
prandial administration of the insulin analogue insulin in type 1 diabetes (BEGIN Basal-Bolus Type 1): a
aspart in patients with type 1 diabetes mellitus. Dia- phase 3, randomised, open-label, treat-to-target non-
betic Medicine 2000;17:371-375 inferiority trial. Lancet 2012; 379: 1489–1497
116. Hawkins K, Korytkowski M. Diabetes in specific set- 129. Garber AJ, King AB, Del Prato S et al. Insulin
tings: inpatient management and special procedures. degludec, an ultralongacting basal insulin, versus in-
Alexandria, VA: American Diabetes Association; 2013 sulin glargine in basal-bolus treatment with mealtime
117. Home PD, Lindholm A, Hylleberg B, et al. Improved insulin aspart in type 2 diabetes (BEGIN Basal-Bolus
glycemic control with insulin aspart: a multicenter ran- Type 2): a phase 3, randomised, open-label, treat-to-
domized double-blind crossover trial in type 1 diabetic target non-inferiority trial. Lancet 2012; 379: 1498–
patients. Diabetes Care 1998;21:1904-1909 1507

[page 145] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17] [page 145]
Q_IJM_2018_2.qxp_Layout 1 18/04/18 15:14 Pagina 146

Rassegna

130. Sorli C.,Warren M., Oyer D., e al. Elderly patients with Diabetes Science and Technology 2012; 6: 466–474
diabetes experience a lower rate of nocturnal hypogly- 141. Department of Health and Human Services, Food and
caemia with insulin degludec than with insulin Drug Administration, Center for Devices and Radiolog-
glargine: a meta-analysis of phase IIIa trials. Drugs ical Health: Blood Glucose Monitoring Test Systems for
Aging. 2013; 30:1009-1018 Prescription Point-of-Care Use Guidance. Silver Spring,
131. Meneghini L., Bain S., Atkin S.L., e al. The efficacy MD, FDA. 2016. Available at: http://www.fda.gov/
and safety of insulin degludec given in variable once- downloads/medicaldevices/deviceregulationandguid-
daily dosing intervals compared with insulin glargine ance/guidancedocume nts/ucm380325.pdf. Accessed
and insulin degludec dosed at the same time daily. Di- October 28, 2016
abetes Care. 2013; 36: 858–864 142. Steil, G. M., Rebrin, K., Mastrototaro, J., Bernaba, B.,
132. Becker RH, Dahmen R, Bergmann K, Lehmann A, Jax & Saad, M. F. Determination of plasma glucose during
T, Heise T New insulin glargine 300 Units7 mLnpro- rapid glucose excursions with a subcutaneous glucose
vides a more even activity profile and prolonged sensor. Diabetes Technology & Therapeutics 2003; 5:
glycemic control at steady state compared with insulin 27–31
glargine 100 Units/mL. Diabetes Care. 2015 Apr; 143. Holzinger, U., Warszawska, J., Kitzberger, R.,
38(4): 637-643 Herkner, H., Metnitz, P. G., & Madl, C. Impact of
133. Ritzel R, Roussel R,Bolli GB, Vinet L, Brulle- shock requiring norepinephrine on the accuracy and
Wohlhueter C, Glezer S & Yki-Järvinen H Patient- reliability of subcutaneous continuous glucose moni-
level meta-analysis of the EDITION 1, 2 and 3 studies: toring. Intensive Care Medicine 2009; 35: 1383–1389
glycaemic control and hypoglycaemia with new in- 144. Holzinger, U., Warszawska, J., Kitzberger, R., We-
sulin glargine 300 U/mL versus glargine 100 U/mL in walka, M., Miehsler, W., Herkner, H., et al. Real-time

ly
people with type 2 diabetes. Diabetes, Obesity and Me-
continuous glucose monitoring in critically ill patients:
tabolism 2015; 17: 859–867

on
A prospective randomized trial. Diabetes Care 2010;
134. Draznin, B., Gilden, J., Golden, S. H., Inzucchi, S. E.,
33: 467–472
Baldwin, D., Bode, B. W., et al. Pathways to quality
145. Thomanna R, Schuetzb P, Müllerb B, Thomkea S,
inpatient management of hyperglycemia and diabetes:

se
Schoenenbergera RA, Kellerc U. Evaluation of an al-
A call to action. Diabetes Care 2012; 36:1807–1814
gorithm for intensive subcutaneous insulin therapy in
135. Umpierrez, G. E., Gianchandani, R., Smiley, D., Ja-
noncritically ill hospitalised patients with hypergly-
lu
cobs, S.,Wesorick, D. H., Newton, C., et al. Safety and
caemia in a randomised controlled trial. Swiss Medical
efficacy of sitagliptin therapy for the inpatient man-
Weekly 2013, 143
agement of general medicine and surgery patients with
a

type 2 diabetes: A pilot, randomized, controlled study. 146. Blagev, D. P., Hirshberg, E. L., Sward, K., Thompson,
ci

Diabetes Care 2013; 36: 3430–3435 B. T., Brower, R., Truwit, J., et al. The evolution of
eprotocols that enable reproducible clinical research
er

136. Schwartz S, De Fronzo RA Is Incretin-Based Therapy


Ready for the Care of Hospitalized PatientsWith Type2 and care methods. Journal of Clinical Monitoring and
Computing 2012; 26: 305–317
m

Diabetes? The time has come for GLP-1 receptor ag-


onists! Diabetes Care 2013; 36: 2107-2111 147. Van Herpe, T., Mesotten, D., Wouters, P. J., Herbots,
J., Voets, E., Buyens, J., et al. Logic-insulin algorithm-
om

137. Umpierrez GE, Korytkowsky M Is Incretin-Based


Therapy Ready for the Care of Hospitalized Pa- guided versus nurse-directed blood glucose control
tientsWith Type2 Diabetes? Insulin therapy has proven during critical illness: The LOGIC-1 single-center, ran-
domized, controlled clinical trial. Diabetes Care 2013;
-c

itself and is considered the mainstay of treatment. Di-


abetes Care 2013; 36: 2112-2117 36:188–194
on

138. Gulli G., Frasson S., Borzì V., e al. Effectiveness of an 148. Leelarathna, L., English, S. W., Thabit, H., Caldwell,
educational intervention on the management of type 2 K., Allen, J. M., Kumareswaran, K., et al. Feasibility
diabetic patients hospitalized in internal medicine: re- of fully automated closed-loop glucose control utiliz-
N

sults from the FADOI-DIAMOND study. Acta Dia- ing continuous subcutaneous glucose measurements in
betologica. 2014; 51: 765-770 critical illness: A randomised controlled trial. Critical
139. Hellman, R. Glucose meter inaccuracy and the impact Care, 2013; 17: R159
on the care of patients. Diabetes/Metabolism Research 149. Novodvorsky P., Bernjak A.,Chow E., Iqbal A.,Sellors
and Reviews 2012; 28: 207–209 L., e al. Diurnal Differences in Risk of Cardiac Ar-
140. Walsh, J., Roberts, R., Vigersky, R. A., & Schwartz, F. rhythmias During Spontaneous Hypoglycemia in
New criteria for assessing the accuracy of blood glu- Young People With Type 1 Diabetes. Diabetes Care
cose monitors meeting, October 28, 2011. Journal of 2017;40:655–662.

[page 146] [QUADERNI - Italian Journal of Medicine 2018; 6(2):e17]

You might also like