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“breve cronaca di una città” (Settembre 2018)

Francesca era come un papavero al sole, splendente di rosso vivo da


quarantacinque anni. Affianco a lei, strappata dalla terra da un
baccello di cellule silenziose capaci di logorare un corpo, restano due
giovani figlie. Aveva un sorriso travolgente, e un’aria sempre gioiosa e
propositiva, mai amara e mai cattiva.

Voglio immaginare che le piacessero i fiori così come le figure


femminili che amava dipingere. Voglio immaginare di vederla balzare
da un terreno senza inquinamento e bagnarsi con acqua pura che gli
rinfresca il viso. Voglio immaginarla danzante in sete altere che
svolazzano nel celeste del cielo. Voglio immaginarla con le sue
bambine in braccio mentre le bacia affettuosa. Voglio immaginarla che
ci guarda dall’alto svuotata dalle lacrime che ha cosparso nell’aria
malsana della sua Brindisi. Questo, voglio immaginare, questo breve
sprazzo, voglio ricordare di lei, una donna bellissima.

Cronaca ricorrente di una città in cui si opera considerandola normale.

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