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PRO NATURA nazionale

Associazione ERICA I 2 fiumi – PRO NATURA , con sede in


Viale Medaglie d’Oro n. 34 – 15100 Alessandria, avente per
scopo il volontariato senza fini di lucro nell’area culturale,
cooperazione allo sviluppo e protezione dell’ambiente, iscritta
col n 79 all’Albo Comunale L.F.A. di Alessandria (del
23.09.2003), nonche’ iscritta all’Albo Provinciale delle Associazioni
di Volontariato Ambientale con il n 20100041715, riconosciuta da
Pro Natura Piemonte con Dich. Pres. Sanino del 2.09.2003, a cui
corrisponde il C.F. 96031220062 . Fa parte di PRO NATURA
nazionale dal primo gennaio 2019 (determinazione 10.10.2018
coord.regionale.Piemonte).

IBAN UNICREDIT 00837 AL.Cso.ACQUI -


IT 32 V 02008 10402 000105482801
in. “PRO NATURA AL . e.r.i.c.a. I due fiumi”

Un po’ di Storia di Pro Natura Italia

La storia
Alle origini dell'ambientalismo italiano
L'alba dell'ambientalismo in Italia sorgeva nel giugno
del 1948.

In Valle d'Aosta veniva fondato il Movimento Italiano Protezione


della Natura (oggi Federazione Pro Natura), mentre con il
Congresso Internazionale di Fontainebleau, a ottobre, vedeva la
luce l'IUCN, di cui Pro Natura è stato socio fondatore.
In quello stesso momento storico la Costituzione Repubblicana
balbettava ancora di natura e di paesaggio intesi come quadri
soggettivi di una non meglio precisata "bellezza", con l'art. 9 della
Costituzione e con la precedente legge n. 1497 del 1939.
I gruppi attenti alle componenti naturali del pianeta, operanti sino
ad allora, erano indirizzati più allo studio scientifico e agli aspetti
culturali che a un vero e proprio indirizzo politico verso un impegno
a tutela dell'ecosistema.
Così era per le associazione con radici ottocentesche come la
Società Zoofila Piemontese, la Società Botanica Italiana, l'Unione
Zoologica Italiana, il Club Alpino Italiano, il Touring Club Ciclistico,
la Societè de la Flore Valdôtaine, la Pro Montibus et Silvis, il
Gruppo Naturalistico Ragazzoni, l'Associazione per i paesaggi e i
monumenti pittoreschi d'Italia, la Lega Nazionale per la Protezione
dei monumenti naturali, come per quelle nate l'indomani del
secondo conflitto mondiale quali l'Unione Italiana Naturalisti o la
Società Naturalisti Veronesi.

«L'idea di radunare in Italia alcuni fra i rari e sparsi uomini che


sono valorose e appassionate forze nel campo della protezione
della natura (...) mi è nato dopo aver visto e constatato come
all'estero, in questo campo, si sia tanto lavorato e raccolto e come
troppo poco sia stato fatto in Italia. (...) In pratica, è tre anni che
cerco i più disparati aiuti umani per poter così salvare l'esistenza
del Parco nazionale Gran Paradiso. (...) L'esperienza secondo me
dimostra che le troppo cerebrali, troppo scientifiche società
naturalistiche, non sono riuscite e non potevano certo raggiungere
nemmeno parzialmente questi scopi. Sono convinto che il cuore
pulsante, può essere un ben diretto Parco di protezione della
Natura. Attorno a una realtà visibile, a bellezze rare e solitarie, di
monti, di alberi, di fauna, si devono raccogliere le migliori umane
forze operanti, non rese limbo da un sublimato ed astratto pensiero
scientifico, ma rese nobile vita da una creativa interpretazione
poetica, dei fatti misteriosi del mondo naturale, che ci è diventato
soffocante solo perché troppo artefatto anche dall'arroganza
dell'umanità. (...)
In quest'Italia che ha dato tante persone valorose nel campo
naturalistico operante, non ci dobbiamo scoraggiare. Dobbiamo
almeno tentare, dobbiamo trovarci per discutere, alla buona,
litigarci da amici, se necessita, ma senza ordini del giorno, ma
senza sperperi né di quattrini né di energie per il superfluo e per la
forma. (...) questa nostra discussione preliminare è urgente e
serve anche per la probabile Conferenza internazionale di Parigi,
sotto l'egida dell'Unesco».
Era almeno un anno che queste idee maturavano nella mente di
un gruppo di persone lungimiranti in contatto tra loro da Trento,
Milano e Torino.
Alla testa Renzo Videsott, già grande alpinista dolomitico poi
giunto a Torino per assumere incarichi universitari alla Facoltà di
veterinaria e direttore soprintendente del Parco Nazionale Gran
Paradiso, dopo che nel periodo bellico aveva contribuito in
maniera decisiva alla salvezza degli ultimi esemplari di stambecco
delle Alpi. Tra i suoi principali interlocutori il compagno di tante
strepitose salite dolomitiche Domenico Rudatis, e il Conte Gian
Giacomo Gallarati Scotti studioso e protettore degli ultimi orsi bruni
delle Alpi e promotore del parco Adamello-Brenta-Stelvio.
Fu proprio nella villa di quest'ultimo, a Oreno di Vimercate, che fu
tessuto il primo filo di quella che sarebbe diventata la capostipite
delle associazioni ambientaliste del nostro paese, quella Pro
Natura che ha sicuramente svolto un ruolo di primo piano nella
maturazione di una coscienza collettiva verso i problemi
ambientali.

L'occasione dell'incontro fu creata dalla lettera di Renzo Videsott di


cui abbiamo riportato alcuni stralci. Tra i partecipanti alla riunione,
in veste di cronista amico del padrone di casa, Dino Buzzati che ne
scrisse sulle colonne del Corriere della Sera: «Ci pare molto civile
che nell'anno 1948 ci sia ancora qualcuno che si interessi
sinceramente di queste cose. Di fronte alla natura, se si riesce a
guardarla con animo sincero, le miserie si sciolgono, gli uomini si
ritrovano l'un l'altro dimenticando di avere questo o quel colore;
(...) Ma che importa -dirà qualcuno- se l'orso scomparisse dalle
Alpi? E' un po' come chiedere perché sarebbe un guaio se il
"Cenacolo" di Leonardo andasse in polvere. Sarebbe un incanto
spezzato senza rimedio, una nuova sconfitta della già
mortificatissima natura...».
Il giorno successivo, trasferimento a Torino e quindi a Sarre (Valle
d'Aosta) alle porte del Gran Paradiso. Fu lì che Il 25 giugno 1948
Renzo Videsott, il fratello Paolo, i fratelli Bruno e Nino Betta,
Fausto Stefenelli, Benedetto Bonapace, Raffaello Prati, Fausto
Penati, Alberto Deffeyes, Mario Stevenin, Giulio Brocherel e
Alberto Durandi fondarono, nelle sale del castello che raccoglie i
trofei di caccia dei Savoia, la prima associazione ambientalista del
nostro paese, il Movimento Italiano per la Protezione della Natura,
che assunse poi il nome di Pro Natura Italica e che oggi è attiva
come Federazione Nazionale Pro Natura, con oltre 120 sedi in
tutta la penisola.
Ma il programma di Videsott non si fermava lì. Degna conclusione
la salita alle amate praterie del parco «fusi nella vita ammonitrice e
incitatrice dei monti». Affinché fosse cementata nella natura
«questa presa di contatto tra gli uomini di buona volontà, che
vogliono generosamente impegnarsi, se occorre, battersi ad ogni
modo collaborare, pur di realizzare una vitale protezione della
Natura». Nei giorni successivi vennero coinvolti altri personaggi e
l'idea del MIPN venne presentata alla stampa in una conferenza
tenutasi a Torino presso la sede provvisoria del MIPN a Palazzo
Cisterna, sede della Provincia di Torino, e del Parco Nazionale
Gran Paradiso.
Un Comitato Direttivo provvisorio, provvide a stilare un primo
statuto la cui introduzione contiene concetti ancora attuali: «Il
MIPN nutre la certezza che, se la sua opera troverà il consenso e
l'appoggio che merita, si formerà anche in Italia una coscienza
naturalistica su un piano pratico, popolare, attivo. Esso infatti,
contrariamente alla facile e ristretta interpretazione sentimentale
dei suoi scopi, intende esercitare un'azione pratica di vasta
portata, per riattuare l'equilibrio fra uomo e natura, equilibrio rotto
da una violazione continua ed oggi particolarmente pericolosa. Lo
sfruttamento irrazionale del suolo, depauperandolo dei suoi fattori
chimici, il disboscamento, la persecuzione di specie utili all'uomo,
l'alterazione perfino dei cicli idrologici ecc fanno pesare su di noi e
sulle generazioni future un terribile conto da pagare. Basti pensare
che per la sola erosione del suolo, causata o aggravata
dall'ignoranza dell'opera dell'uomo il pianeta perde 20.000 ettari di
terra coltivata ogni 24 ore. La popolazione del globo si accresce
invece di 35.000 creature al giorno ! Se spetta ormai ad organismi
tecnici e di governo attuare le misure necessarie per far fronte al
pericolo che sovrasta le generazioni future, spetta a noi convincere
l'opinione pubblica a crearsi una nuova coscienza della natura. Noi
dobbiamo intraprendere dunque una battaglia per educare a un
riequilibrio e al rispetto delle condizioni vitali per l'uomo, non
misconoscendo le sue necessità economiche ma armonizzandole
e coordinandole ai bisogni futuri, per non lasciar creare, con
l'egoismo utilitaristico immediato, irrimediabili conseguenze.
Nello stesso tempo otterremo che, mediante una più viva
conoscenza, un diretto contatto, un rinnovato amore della natura,
l'uomo attinga una spiritualità più elevata, nuovi valori morali,
educativi, estetici. Si attende a questo fine il concorso delle
scienze naturali, di quelle filosofiche e sociali, dei movimenti
artistici, della scuola, del turismo, dello sport venatorio,
dell'alpinismo».

L'ambientalismo italiano spiccava il volo, segnando il passaggio


dall'attenzione scientifica verso le singole componenti delle natura
e del paesaggio, all'impegno per la loro tutela e conservazione a
beneficio delle future generazioni. Non più solo una visone
naturalistica e naturofila dell'ambiente, ma la richiesta di una
politica che tenesse in debito conto il valore delle risorse naturali
del pianeta, contro gli sprechi e il rapido consumo e contro la loro
compromissione da parte degli inquinamenti prodotti dall'attività
umana. Erano le stesse motivazioni che pochi mesi dopo
avrebbero portato alla fondazione, a Fontainebleau, dell'Unione
Internazionale per la Protezione della Natura (denominazione
mutata, dal 1956, in Unione Internazionale per la Conservazione
della Natura). Anche in quella occasione, a rappresentare l'Italia
alla conferenza internazionale Renzo Videsott come esponente del
Parco Nazionale Gran Paradiso e dell'Associazione Nazionale per
i Paesaggi ed i Monumenti Pittoreschi d'Italia, mentre il MIPN fu
rappresentato dal fratello Paolo e dalla signora Antonia Pruner, e
lo stato italiano dall'alto funzionario Michele De Tomasso. L'atto
costitutivo della più importante organizzazione internazionale di
tutela dell'ambiente reca le firme dei delegati di 18 governi, di 7
organizzazioni internazionali e 107 associazioni nazionali
impegnate nella protezione della natura. Era il 5 ottobre 1948 e il
MIPN venne ufficialmente riconosciuto quale membro fondatore
dell'UIPN. Renzo Videsott fu chiamato a far parte del Comitato
esecutivo. Il 1948 segnò dunque un momento di straordinaria
importanza per un movimento ambientalista, che ha contribuito a
far sì che gradualmente si affermasse e si rafforzasse una
coscienza internazionale delle responsabilità dell'uomo nei
confronti del pianeta.
Le federate
La composizione in un grande arcipelago di federate con propri
statuti, atti costitutivi e attività sono un altro elemento di diversità
distingue la Federazione nazionale Pro Natura da tutte le altre
associazioni. Una scelta praticata e perseguita sin dall’inizio, con il
rifiuto di un centralismo che ne avrebbe forse rafforzato il ruolo
nazionale, ma avrebbe tolto respiro e autonomia alle decine di
realtà locali che, con le loro battaglie concrete, hanno fatto e fanno
la storia della Federazione nazionale Pro Natura, che mai ha
ceduto alle tentazioni di divenire lobby affaristica o fiancheggiatrice
dei gruppi di potere politico o economico. Nessuna forzatura e a
volte artificiosa presenza decentrata, ma una casa comune
nazionale pronta ad accogliere le realtà vive che di volta in volta,
magari su battaglie ed esigenze specifiche di determinati territori,
si coagulavano trovando un riferimento forte, anche se
organizzativamente leggero, nella Federazione nazionale.
Anche così si spiega il ricambio che l’associazione ha registrato
accanto alla presenza radicata di molte associazioni maggiori,
strutturate in maniera più consistente. Un segnale di vivacità, di
adattabilità, di elasticità per una realtà federativa che rimane
tutt’oggi presente in gran parte del Paese, con circa un centinaio di
gruppi attivi.

La partecipazione
La Federazione nazionale Pro Natura è stata all’inizio della sua
storia, come MIPN, tra i fondatori (Fontainebleau, ottobre 1948)
dell’UICN (Unione Internazionale Conservazione della Natura).
Oltre all’UICN aderisce al BEE (Bureau Europeen de
l’Environnement) e ha fatto parte dell’Assisi Nature Council, del
Comitato Permanente Internazionale Terra Mother e del Comitato
Parchi Nazionali Italiani e Riserve Analoghe. Riconosciuta dal
Ministero dell’Ambiente con D.M. del 20 febbraio 1987, ha
partecipato con i suoi rappresentanti alle Consulte regionali e
provinciali per l’applicazione delle leggi per la tutela della fauna e
l’esercizio venatorio (facoltà che, a seguito delle battaglie degli
anni Settanta, le venne riconosciuta per prima con il testo unico
sulla caccia del 1967, che ne sanciva il ruolo di rappresentanza del
mondo ambientalista), al Comitato Tecnico Venatorio Nazionale,
alla Consulta per la Difesa del Mare, al Consiglio Nazionale per
l’Ambiente.

“pronaturaal” opera soprattutto in collaborazione con:

Piemonte
PRO NATURA PIEMONTE
Via Pastrengo 13, 10128 TORINO TO, piemonte@pro-natura.it

A.T.A. - Associazione Tutela Ambientale


Via Triveri 4, Frazione Ricardesco, 10073 CIRIE' TO, ata_cirie@libero.it

BURCHVIF
c/o Gian Battista Mortarino, Via Molino Nuovo 10, 28071 BORGOLAVEZZARO NO, info@burchvif.it

COEFFICIENTE CLOROFILLA
Via Panetti 1, 10127 TORINO TO, coefficienteclorofilla@gmail.com

L’ARCA DEL RE CIT


c/o Pro Natura Torino, Via Pastrengo 13, 10128 TORINO TO, pietro.gallo44@libero.it

LA FONTE ACQUARIANA
Via Frainetto 67, 10050 COAZZE TO, info@lafonteacquariana.org

NUCLEO OPERATIVO PROTEZIONE AMBIENTALE


Via Dante 1, 10070 ROBASSOMERO TO, segreteria@nopa.it

PRO NATURA ALESSANDRIA


Viale Medaglie d’Oro 34, 15100 ALESSANDRIA AL, pronaturaal@alice.it

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Via Granaglie 5/A, 10022 CARMAGNOLA TO, o.casanova@inwind.it
PRO NATURA CUNEO
c/o A.C.L.I., Piazza Virginio 13, 12100 CUNEO CN, info@pronaturacuneo.it,

PRO NATURA DEL VERCELLESE


Via Galileo Ferraris 73, 13100 VERCELLI VC, rossana.vallino@tiscali.it

PRO NATURA NOVARA


Via Monte San Gabriele 19/c, 28100 NOVARA NO, novara@pro-natura.it

PRO NATURA TORINO


Via Pastrengo 13, 10128 TORINO TO, torino@pro-natura.it

PRO NATURA VALSUSA


c/o Mario Cavargna, Via D'Azeglio 1, 10053 BUSSOLENO TO

Liguria
PRO NATURA GENOVA
Via Brigata Liguria 9, 16121 GENOVA GE, genova@pro-natura.it

Le linee guida

Attività
Metodo scientifico e attenzione sociopolitica hanno sempre accompagnato l’ormai ultrasessantennale esistenza
della Federazione Nazionale Pro Natura. A guidarne l’azione, insieme alle norme statutarie, il Documento
Programmatico nato nel 1973 come “Carta di Forlì”, poi aggiornato nel 1981, che sancisce in maniera precisa
l’impegno non solo naturalistico, ma globale, con tutti i riflessi sociali che muovono verso un innovativo
progetto di sviluppo ecosostenibile.

Il Documento Programmatico
L’innovativa e anticipatrice connotazione di un ambientalismo attento non solo alle esigenze ambientali ma
anche alla ricerca di comportamenti compatibili delle società umane fu sancito nel 1973, quando I’Assemblea
di Forlì elaborò ed approvò il Documento Programmatico. Lo stesso, aggiornato nel 1981 e nel 2000, mantiene
intatto il suo valore come linea guida per l'impegno e l’attività degli associati.

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Programma Alpino Uomo e Grandi Carnivori
Il ritorno dei grandi carnivori (Lupo, Orso bruno e Lince) sulle Alpi è un avvenimento fondamentale nella
storia naturale e culturale delle Alpi che - data la portata delle ripercussioni che comporta sul piano socio-
culturale e su quello organizzativo
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Vigilanza Faunistico-ambientale
Sulla delicata materia della vigilanza faunistico-ambientale giungono spesso quesiti telefonici alla
segreteria della Federazione nazionale Pro Natura, dove non sempre c'è la persona che segue
l'argomento e che è in grado di dare le risposte opportune. Abbiamo selezionato le domande che
vengono poste con maggiore frequenza e fornito le relative risposte.

Approfondimenti 1

Il Documento Programmatico
Preambolo

Questo documento rappresenta la linea programmatica della Federazione Nazionale Pro Natura di fronte
ai principali problemi di gestione e di salvaguardia dell’ambiente; con esso l’opinione pubblica risulta
informata in maniera chiara della posizione della Federazione.
A tale posizione dovranno attenersi tutti coloro che, in varie circostanze, possono trovarsi a parlare in
suo nome.
Questo documento in continuità con la Carta di Forlì del 1973 e con gli aggiornamenti del 1981 va
considerato e utilizzato nella sua unitarietà.

Premesse

L’orientamento naturalistico della Federazione Nazionale Pro Natura costituisce un carattere originario e
distintivo; deve essere quindi considerato fondamentale. Adesioni individuali o collettive alla Federazione
Nazionale Pro Natura devono essere qualificate non soltanto da interessi scientifici o informativi, ma
soprattutto da una coscienza naturalistica nel senso più aderente all’attuale e più valida problematica
ecologica. Con pari forza deve essere affermata 1’esigenza di un’apertura verso i grandi problemi non
soltanto scientifici, ma anche sociali, propri di una concezione ecologica globale.
Questa esigenza deve impegnare criticamente non soltanto nei confronti degli stati di fatto, ma anche nei
confronti delle cause profonde sia storiche che attuali.
Il movimento verde si è fatto in parte forza politica, assorbendo una piccola parte del mondo
ambientalista. La presenza nei Governi di un Ministro dell’ambiente è tradizione ormai consolidata.
Tuttavia l’affermarsi di una politica di ecosostenibilità - nonostante la Conferenza Mondiale sull’ambiente
di Rio de Janeiro del 1992 ne abbia ribadito l’indispensabilità - è ancora lontano da venire. La
Federazione Nazionale Pro Natura conferma la sua scelta per un ecologismo basato su fondanti valori
scientifici e su un impegno rigoroso e continuo. Ciò comporta il rifiuto delle azioni mosse dall’obiettivo del
facile clamore, spesso accompagnato dall’improvvisazione, dalla ricerca di sponsorizzazioni discutibili,
padrinaggi politici e proselitismo quantitativo poco qualificato e qualificante. Allo stesso modo la
Federazione Nazionale Pro Natura conferma la scelta federativa come la più aderente alle esigenze di
sensibilizzazione e di intervento sul territorio, di democrazia e di autonomia locale, in questo praticando
l’invito alla territorializzazione delle politiche ambientali indicata dalla Conferenza di Rio de Janeiro del
1992.

Constatazioni di principio

• L’uomo è parte integrante della natura e non può ritenersi indipendente dalle sue leggi. Può e deve
approfondirne la conoscenza per tenerne conto ai fini di una corretta gestione ambientale.

• L'unico spazio di vita per l'uomo è la biosfera.

• Lo spazio del pianeta Terra è limitato.

• Le risorse naturali ed energetiche sono limitate.

• L’attuale densità ed espansione di popolazione è tale da provocare un eccessivo danno all’ambiente e


alle risorse, danno che verrebbe aggravato se, come è auspicabile, migliorassero le condizioni di vita di
tutta l'umanità. Ogni ulteriore incremento demografico provocherebbe un aggravarsi della situazione
presente, gia critica. L’incremento demografico, pur essendo prossimo alla crescita zero nei paesi
industrializzati, risulta ancora a livello planetario in preoccupante aumento e rischia di compromettere il
delicato equilibrio tra le risorse del pianeta e la presenza dell’Uomo. Al pari di ogni altra forma di
popolazione, anche quella umana ha bisogno di autoregolamentazioni su basi globali in maniera da
mantenere la specie in equilibrio con il suo habitat.

• Nei paesi industrializzati si è affermato un sistema produttivo competitivo che tende ad imporre e
propagare un aumento artificioso e indefinito della produzione, correlato con l’aumento dei consumi.
Questi vengono artificialmente indotti dall’industria della pubblicità, occulta o palese, che nei paesi
industrializzati sta imponendo la sostituzione del mercato di produzione con un mercato di sostituzione.

• L’attuale produzione basata sull’eccesso dei consumi e sullo spreco, è la maggiore responsabile dello
sfruttamento dissennato delle risorse e della produzione di rifiuti in quantità e in qualità incompatibili con
le limitate capacita di tolleranza dei sistemi ecologici.

• Gli squilibri generati dall’aumento della popolazione mondiale, insieme al tentativo di mantenere gli
attuali insostenibili livelli di consumo dei paesi industrializzati e di espanderli sui nuovi mercati, non fa
che accentuare il divario tra il Nord ricco del mondo e il Sud della fame e della desertificazione.<br>Le
stesse dinamiche comportano, all’interno delle singole aree geografiche, il peggioramento delle
condizioni di vita degli strati sociali più deboli o emarginati che sono destinati ad aumentare insieme al
divario con quelli privilegiati.

• L’attuale tendenza della popolazione all’inurbamento e al conseguente spopolamento rurale e


montano, che nei paesi industrializzati è conseguenza del fatto che il sistema attuale favorisce un
eccessivo passaggio dalle attività di produzione primaria (agricoltura) a quelle di trasformazione
(industria) e terziarie, aggrava enormemente da un lato il problema ambientale e dall’altro porta a
fenomeni di disgregazione sociale nei centri urbani.

• La soluzione degli attuali problemi ambientali richiede precise scelte politiche e non solo interventi
tecnologici. La tecnologia, quando è asservimento della scienza al profitto e propone rimedi settoriali,
lungi dal risolvere il problema ambientale, tende ad aggravare il danno globale. Ricerca scientifica e
tecnologia non devono essere poste né al servizio del potere economico né di qualsivoglia potere
centralizzato, ma essere sotto il controllo diretto della popolazione che deve conoscerne gli indirizzi e
poterli modificare nel senso di una rispondenza ai suoi bisogni reali.

• L’uomo non è al centro dell’Universo e non possiede un diritto illimitato di vita o di morte su quanto lo
circonda. È quindi da condannare l’eliminazione di qualsiasi specie vivente non collegata direttamente
alla sopravvivenza dell’uomo e la sperimentazione non giustificata da precisi e indispensabili obiettivi.
Quando questa non fosse sostituibile con modelli sperimentali alternativi, potrà essere ammessa sotto
un rigido controllo capace di impedirne ogni abuso e di dettare precise regole atte a ridurre al minimo
l’impatto psicofisico sui soggetti utilizzati.

• È ormai accertata la progressiva cancellazione della biodiversità che per contro è stato sancito essere
uno dei beni irrinunciabili del pianeta: a cominciare dalla continua erosione genetica provocata dalla
domesticazione e dal cosiddetto fenomeno del cosmopolitismo, sino alla scomparsa di specie e ambienti
naturali indispensabili alla loro sopravvivenza. Grande cautela va suggerita nei confronti delle
sperimentazioni e delle ricerche che comportano interventi sul codice genetico e manipolazioni genetiche
interspecifiche, che non possono rispondere solo a codici e principi strettamente scientifici, ma vanno
sottoposti a regole etiche e morali democraticamente condivise dalla comunità umana.
Ciò sia per i pericoli intrinseci sia peri possibili danni all’ambiente. Per gli organismi geneticamente
modificati è opportuno applicare il principio di precauzione e nello stesso tempo segnalare ai cittadini,
tramite specifiche etichettature, la presenza di OGM tra i prodotti di consumo.
Allo stesso modo i modelli culturali dominanti tendono a imporsi, portando all’eliminazione totale di ogni
espressione culturale divergente, dimenticando che la diversità in campo culturale è, come in natura,
elemento di ricchezza da difendere.
In particolare si considera importante la tutela delle comunità alloglotte presenti da secoli sul territorio
europeo e nazionale e che costituiscono un’importante testimonianza storica e culturale con accentuata
attenzione al loro elemento primario di specificità e identità, la lingua. I diritti delle minoranze vanno
ovunque difesi e tutelati come patrimonio dell’umanità.

• Qualsiasi azione in difesa dell’ambiente deve tener conto di quelli che sono i diritti fondamentali
dell’uomo, sanciti dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’O.N.U.
In particolare diritto fondamentale di ogni uomo é quello di vivere, in ogni momento e luogo, in un
ambiente che non comprometta la sua salute fisica e mentale. Nel momento storico in cui sembra
affermarsi la globalizzazione dei mercati e della produzione è necessario che la stessa sia
accompagnata da analogo fenomeno per i diritti fondamentali dell’uomo compresi quelli sindacali, di
tutela dell’infanzia, delle persone disabili e degli anziani, di assistenza sanitaria.
Solo l’affermarsi su scala mondiale delle regole democratiche garantisce un futuro sostenibile in cui
l’uomo é messo nelle condizioni di vivere in pace con se stesso e con l’ambiente naturale.

Linea d’azione

La Federazione Nazionale Pro Natura ritiene pertanto necessario e urgente impegnarsi sui seguenti
punti:

1) Nelle attuali forme di produzione occorre superare la mentalità economicistica che, trascurando i reali
costi socio-ambientali, tende a valutare ogni azione in termini esclusivamente monetari e sempre a breve
scadenza. Occorre opporsi alla crescita continua della produzione di tipo consumistico, esigendo che
venga sostituita con una produzione finalizzata al soddisfacimento delle reali necessita primarie della
popolazione.
In particolare la produzione agricola deve mirare a fornire alimenti sani e genuini evitando |’attuale
subordinazione alla logica economica dell’industria, che favorisce l’aumento (talora ingiustificato, giacché
porta a surplus che vengono poi perfidamente distrutti) della quantità a danno della qualità e porta
all’impiego di tecniche culturali nocive al suolo e alla salute. Vanno quindi scoraggiati soprattutto l’uso
eccessivo di prodotti chimici, che provocano inquinamento del suolo e alterazioni nella composizione dei
prodotti alimentari, e la meccanizzazione intensiva che richiede un alto consumo energetico e riduce i
posti di lavoro. Vanno invece favorite tecniche agrarie più naturali, che cioè non danneggino l’equilibrio
ambientale e sfruttino fonti di energia rinnovabili. Occorre inoltre, nei limiti del possibile, evitare
l’abbandono dei terreni agricoli marginali e favorirne il recupero se non a fini produttivi, per quelli
paesistici e/o ambientali.
Gli stessi criteri vanno applicati al settore zootecnico che va improntato a forme di allevamento rispettose
della qualità della vita degli animali, della loro salute e a garanzia della successiva qualità sanitaria dei
prodotti alimentari derivati.
È necessario sostituire le tecniche di produzione industriale altamente inquinanti con altre che non
danneggino l’ambiente esterno e che non creino ambienti di lavoro nocivi. Quando é possibile occorre
riutilizzare tutti i prodotti di rifiuto riducendo, in ogni modo, il consumo di materie prime ed energia. La
produzione industriale dovrebbe, infatti, evitare ogni forma di spreco, puntando su prodotti durevoli e di
effettiva utilità e sui cicli chiusi delle materie recuperabili e riutilizzabili. Si dovrebbe anche fare un uso
limitato di prodotti sintetici. Anche l’uso degli additivi negli alimenti dovrebbe essere limitato a quei
prodotti di provata innocuità, e ai casi in cui siano strettamente necessari per la conservazione del
prodotto stesso; in genere vanno evitate le manipolazioni non necessarie dei prodotti alimentari.
L’industria farmaceutica, in quanto servizio di interesse sociale, non può essere assoggettata a una
logica aziendale che risulti essere in contrasto con la salute dei cittadini. I farmaci inutili o di non provata
innocuità, dovrebbero essere eliminati e in genere l’abuso dei medicinali, tipico della nostra società, va
combattuto. Per contro va incentivata la ricerca nella direzione di terapie e prodotti naturali nonché a una
educazione che porti a un uso più ponderato dei farmaci.
È necessario sostenere una politica internazionale per il disarmo, con il progressivo smantellamento
dell’industria bellica, la cui produzione provoca effetti negativi sull’ambiente naturale e, oltre ad essere
moralmente condannabile, costituisce uno spreco immane di risorse sottratte ad impieghi socialmente
utili ed impellenti. Da subito va richiesto lo smantellamento degli arsenali e la rinuncia alle armi nucleari,
chimiche e batteriologiche. In particolare é urgente mettere in atto tutte le misure necessarie a
decontaminare le regioni del pianeta che sono state o sono oggetto di sperimentazione o attività militari,
utilizzando le risorse umane, i mezzi e le strutture per compiti sociali, di protezione civile, di interventi
umanitari e di mantenimento della pace in aree del pianeta che sono state e continuano a essere
interessate da conflitti. Vanno perseguiti e sperimentati modelli nonviolenti di soluzione dei conflitti, sia
attraverso l’educazione degli uomini sia con il riconoscimento di un ruolo primario alla diplomazia e il
rafforzamento dei poteri di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite.

2) Il problema energetico va innanzitutto affrontato riducendo i consumi ed eliminando i troppo numerosi


sprechi, sia nel settore civile sia, soprattutto, nel settore industriale, gia nella fase di progettazione degli
edifici, mezzi di trasporto e tecniche produttive; nella ricerca e nelle scelte energetiche la priorità va data
alle forme di energia rinnovabili. Vanno invece eliminate quelle forme energetiche che, come l’energia
nucleare, non sono sufficientemente sicure.
Occorre aiutare sia sotto il profilo finanziario che tecnologico-scientifico i Paesi che decidono la
fuoriuscita dal nucleare, per evitare i rischi legati allo smaltimento e allo stoccaggio dei materiali
radioattivi che manterranno la loro pericolosità per i prossimi secoli.
Va incoraggiata la produzione autonoma di energia, purché nel rispetto dell’ambiente, ma soprattutto
occorre ridurre al minimo possibile i consumi energetici che influenzano pesantemente i fenomeni di
riscaldamento del pianeta e come tutte le combustioni favoriscono l’effetto serra.

3) Occorre giungere a una stabilizzazione del livello della popolazione globale organizzando una vasta
campagna di pianificazione familiare, che diffonda la conoscenza dell’attuale situazione, senza però
interferire con la libera scelta della coppia. Per quanto riguarda il nostro paese, il raggiunto obiettivo della
crescita zero va mantenuto, nel rispetto degli equilibri con lo spazio e le risorse disponibili.
Per la fase di transizione verso un opportuno equilibrio, non vanno incentivati sostegni all’aumento della
popolazione, ma interventi a favore della popolazione anziana.
I fenomeni migratori in atto, dovuti a conflitti locali, a problemi ambientali e soprattutto agli squilibri
planetari - in cui il 20% della popolazione del Nord del mondo consuma oltre 1’80% delle risorse e
dell’energia disponibili - non possono essere affrontati con misure di polizia o con politiche di chiusura. È
necessario prevedere politiche locali di sviluppo ecocompatibile che riducano progressivamente, sino a
colmarli, gli squilibri esistenti, per garantire pari dignità e pari condizioni di vita a tutti gli uomini. Di queste
politiche i paesi del Nord del mondo devono farsi carico sostenendo finanziariamente i progetti locali
senza imporre modelli ad essi estranei, ma favorendo lo sviluppo autocentrato.

4) È necessario giungere ad una pianificazione del territorio che assicuri una tutela reale degli ambienti
naturali ancora esistenti e delle specie vegetali ed animali, in modo da garantire anche la conservazione
della variabilità genetica. Va disincentivata, fino al divieto, l’introduzione, senza controllo, di specie
vegetali e animali non autoctone, di provenienza esotica, che rischiano di divenire infestanti recando
gravissimi danni all’ecosistema. L’istituzione di riserve e parchi naturali può essere soltanto un momento
all’interno di questa pianificazione in cui va compresa un’opera di reintegrazione degli equilibri naturali.
L’eliminazione delle fonti di inquinamento, la reintroduzione di specie animali o vegetali localmente
estinte, una rigorosa gestione del patrimonio faunistico che non preveda l’attuale conduzione dell’attività
venatoria disancorata dalle disponibilità di risorse faunistiche del territorio, una limitazione dell’attività
edilizia a scopo turistico, sono altre condizioni imprescindibili per realizzare un’adeguata politica
ambientale. Anche la gestione della fauna ittica va riportata al centro delle politiche ambientali, sia per
garantire la rinnovabilità ad una risorsa troppo spesso gestita in maniera incontrollata che ha comportato
rarefazione delle specie e diminuzione delle popolazioni, sia per porre rimedio alla grave situazione di
inquinamento genetico delle acque dolci interne. Occorre ricercare un rapporto equilibrato tra città e
territorio, eliminando le cause della crescita incontrollata dei centri urbani a danno del tessuto rurale
maggiormente produttivo.
E pure necessario ricreare nelle città condizioni di vita accettabili attraverso:

• una riorganizzazione dello spazio urbano che elimini gli squilibri tra le diverse zone della città, ponendo
fine al dualismo fra centro, talvolta fortemente privilegiato e sede di attività terziarie, talaltra ghetto di
emarginazione, e periferia, ridotta in alcuni casi a zona dormitorio;

• la creazione di isole pedonali e di spazi verdi realmente agibili e accessibili, con la rimozione delle
barriere architettoniche;

• lo sviluppo dei trasporti pubblici con motori puliti a emissione nulla di gas serra, la riduzione del
trasporto privato e la salvaguardia delle esigenze del ciclista e del pedone;

• il risanamento dei centri storici, che vanno restituiti alla loro funzione abitativa;

• la creazione dei servizi necessari alla comunità;

• una distribuzione razionale degli insediamenti industriali e dei posti di lavoro che riduca il
pendolarismo, con benefici effetti sul traffico.

5) Le scelte che riguardano il territorio e la salute devono essere direttamente gestite dai cittadini:
questo si può realizzare solo attraverso una informazione effettiva e un decentramento del potere
decisionale ed implica la necessità di elevare il livello culturale della popolazione, in modo che tutti
possano consapevolmente partecipare alla gestione dell’ambiente, portando il proprio contributo.
Un’adeguata educazione naturalistica, comprendente anche un’educazione alla consapevolezza dei
comportamenti nella sfera della sessualità, dell’alimentazione, della salute, della prevenzione dai danni
da uso di sostanze a diverso tenore di tossicità (fumo, alcool, droghe, ecc.), è un obiettivo basilare.
La Federazione Nazionale Pro Natura é ben conscia dell’enorme difficoltà di soluzione dei problemi
connessi con quanto sopra esposto, e ritiene che sia necessario e urgente agire secondo una politica
strategica a lungo termine basata su quanto detto sopra, e una politica tattica a breve e medio termine
per l’adozione immediata e il più sollecita possibile di tutti i provvedimenti atti ad eliminare i consumi non
essenziali e gli sprechi, a migliorare la distribuzione dei beni, a conservare l’ambiente nell’integrità dei
suoi valori.

Pertanto le Associazioni aderenti sono tenute a:

• Promuovere, con mezzi adatti, la diffusione in sede locale dei principi sopra esposti, tenendo ben
presente l’importanza che deve assumere l’informazione negli scopi dell’Associazione.

• Intervenire presso le Amministrazioni e gli Enti locali per promuovere attività ed iniziative conseguenti.

• Responsabilizzarsi nei confronti dell’ utilizzazione del territorio, studiando mezzi opportuni, sia per
segnalare e denunciare gli abusi, sia per salvaguardare le caratteristiche ambientali.

• Appoggiare le attività non distruttive dell’ambiente, riconoscendo in particolare all’agricoltura


ecologicamente sana una importante funzione per la produzione dei beni primari e la conservazione
dell’equilibrio del territorio.

• Constatato che dalla illegalità e dal furbesco aggiramento delle leggi nascono i maggiori danni
all’ambiente, si sottolinea la necessità per le Federate di rendere incisiva la loro azione esigendo dalle
Istituzioni la trasparenza degli atti come presupposto irrinunciabile alla tutela dell’ambiente.

• I rapporti con le altre associazioni ambientaliste saranno improntati a chiarezza e indipendenza nella
prosecuzione della linea di totale autonomia da condizionamenti ideologici, politici, religiosi, di moda, di
opportunismo che la Federazione ha sempre seguito.

Approfondimento 2
Programma Alpino Uomo e Grandi Carnivori

Il ritorno dei grandi carnivori (Lupo, Orso


bruno e Lince) sulle Alpi è un avvenimento fondamentale nella
storia naturale e culturale delle Alpi che - data la portata delle
ripercussioni che comporta sul piano socio-culturale e su quello
organizzativo - necessita un importante impegno per promuovere
una corretta informazione circa le caratteristiche delle specie, le
recenti dinamiche che le vedono protagoniste, le modalità di
prevenzione e risarcimento dei danni, nonché circa le opportunità
legate alla valorizzazione di prodotti, territori, economie e buone
pratiche mediante una stretta e fattiva collaborazione con il settore
zootecnico e con le comunità locali.

Su questo piano si gioca la conservazione dei grandi carnivori in


Europa, ma anche il futuro della zootecnia di montagna che
determina opportunità economiche a livello locale, trasforma e
caratterizza da secoli il territorio, le culture e le identità locali,
concorre a mantenere habitat di interesse conservazionistico e
permette di mantenere vivo un presidio territoriale altrimenti non

realizzabile.

Con il Programma Alpino Uomo e Grandi carnivori, la Federazione


ha messo a punto le linee guida del proprio impegno dei prossimi
anni per la conservazione di Lupo, Orso bruno e Lince sulle Alpi.
Dopo aver condotto una analisi della distribuzione nel tempo e
delle caratteristiche delle specie coinvolte e dello spazio alpino
nonché della dimensione socio-culturale che caratterizza le più alte
montagne d'Europa, la Federazione ha messo a fuoco 5 obiettivi
prioritari:

1. informare le comunità locali, mediante programmi rivolti alle


famiglie ed alle scolaresche e mediante percorsi formativi
mirati ai target più sensibili al ritorno dei grandi carnivori;
2. sostenere le attività zootecniche di montagna, sia
promuovendo tecniche e strumenti di prevenzione dei danni
da predazione e un giusto indennizzo di quelli inevitabili, sia
mediante programmi di valorizzazione dei prodotti ed il
supporto al settore per la risoluzione delle diverse
problematiche che mettono in discussione la sostenibilità
stessa della zootecnia in montagna;
3. ripristinare metapopolazioni alpine di Lupo, Orso bruno e
Lince, mediante la riattivazione e la tutela di corridoi ecologici,
il supporto a nuovi programmi di reintroduzione (Orso bruno e
Lince) in aree chiave per la connessione di popolazioni isolate
ed il contenimento del bracconaggio e del randagismo;
4. valorizzare le recenti dinamiche di ricolonizzazione come
opportunità per le economie locali, in particolare in relazione
alle attività turistiche sostenibili, ai prodotti alimentari di qualità
ed all'artigianato locale;
5. incrementare le conoscenze sulla biologia e l'ecologia delle
specie, sullo stato, la distribuzione e i trend delle popolazioni
nonché circa le dinamiche di ricolonizzazione.
Referente del "Programma Alpino Uomo e Grandi carnivori" della
Federazione Pro Natura è Mauro
Canziani: m.canziani@uomoeterritoriopronatura.it

Approfondimento 3

Con possibilità di attività di GUARDIA ECOLOGIA VOLONTARIA

Vigilanza faunistico-ambientale
Sulla delicata materia della vigilanza faunistico-ambientale
giungono spesso quesiti telefonici alla segreteria della
Federazione nazionale Pro Natura, dove non sempre c'è la
persona che segue l'argomento e che è in grado di dare le risposte
opportune. Abbiamo selezionato le domande che vengono poste
con maggiore frequenza e fornito le relative risposte.
Preghiamo pertanto le Associazioni interessate a svolgere servizi
di vigilanza faunistico-ambientale di consultare le FAQ qui di
seguito fornite e a prendere attentamente visione
del Regolamento del Servizio di Vigilanza Faunistico-
Ambientale della Federazione nazionale Pro Natura (clicca per
aprire o salvare il pdf).
Per ulteriori informazioni riguardanti la materia, contattare il
referente del Servizio di Vigilanza Faunistico-Ambientale Pro
Natura:
- Ernesto D'ELISEO (Pro Natura Abruzzo), cell. 389.5159000;
349.5926609; e-mail: vigilanza@pro-natura.it
L'assemblea della Federazione Nazionale Pro Natura, riunitasi a
Firenze il 15 marzo 2009, esprime la propria contrarietà al
coinvolgimento delle guardie ambientali della Federazione, così
come individuate ai sensi dello statuto vigente, in attività di
controllo del territorio delle aree urbane note come cosiddette
"ronde". L'assemblea determina che le guardie ambientali della
Federazione si attengano rigorosamente alle loro competenze di
vigilanza in materia di tutela dell'ambiente ed educazione
ambientale, e non vengano impiegate per finalità che esulano dagli
obiettivi stabiliti dal regolamento approvato dalla Federazione.
Le Associazioni federate alla Federazione nazionale PRO
NATURA possono svolgere attività di vigilanza faunistico-
ambientale?
Alcune norme statali riguardanti la tutela dell'ambiente e della
fauna, quale ad esempio la Legge 11 Febbraio 1992 n.157 "Norme
per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo
venatorio" e la Legge 20 Luglio 2004 n.189 "Disposizioni
concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di
impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni
non autorizzate", e varie Leggi regionali, prevedono tra gli organi
incaricati a vigilare sull'applicazione delle stesse le Guardie
volontarie delle Associazioni di protezione ambientale riconosciute
dal Ministero dell'ambiente, alle quali sia riconosciuta la qualifica di
Guardia particolare giurata ai sensi del Testo unico delle Leggi di
Pubblica Sicurezza approvato con Regio Decreto 18 Giugno 1931,
n. 773.
L'articolo 18 dello Statuto della Federazione nazionale PRO
NATURA, organizzazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente
con D.M. del 20 Febbraio 1987, prevede, al comma 3, che "Le
Organizzazioni Regionali e le singole Associazioni federate
possono dotarsi di guardie faunistiche e ambientali giurate
nell’ambito della normativa nazionale e locale in vigore. La
gestione e l’espletamento del servizio di vigilanza ambientale e
l’operato delle guardie ambientali volontarie è sotto l’esclusiva
responsabilità delle Organizzazioni Regionali, le quali nominano i
Coordinatori Provinciali della Vigilanza". Pertanto, le Associazioni
federate alla Federazione nazionale PRO NATURA possono
svolgere attività di vigilanza sull'osservanza delle richiamate norme
tramite propri soci titolari di uno specifico decreto di nomina a
Guardia particolare Giurata richiesto dalle organizzazioni regionali
PRO NATURA in nome e per conto della Federazione. Tali soci
devono operare osservando la regolamentazione del servizio di
vigilanza adottata dall'organizzazione regionale PRO NATURA di
appartenenza.
La nostra Associazione, federata alla Federazione nazionale
PRO NATURA, già da diversi anni espleta attività di vigilanza
ambientale. I servizi di vigilanza effettuati dai soci che
posseggono il titolo di Guardia giurata sono disciplinati da un
regolamento di servizio approvato in sede assembleare.
Possiamo mantenere in uso tale regolamento al fine di
garantire la nostra piena autonomia organizzativa?
Le Associazioni federate sono tenute ad osservare lo Statuto della
Federazione nazionale PRO NATURA che prevede, all'articolo 18 -
comma 3, che "Le Organizzazioni Regionali e le singole
Associazioni federate possono dotarsi di guardie faunistiche e
ambientali giurate nell’ambito della normativa nazionale e locale in
vigore. La gestione e l’espletamento del servizio di vigilanza
ambientale e l’operato delle guardie ambientali volontarie è sotto
l’esclusiva responsabilità delle Organizzazioni Regionali, le quali
nominano i Coordinatori Provinciali della Vigilanza". Tale
indicazione comporta, per le Associazioni che intendono occuparsi
di vigilanza faunistico-ambientale, l'obbligatorietà all'osservanza
delle specifiche disposizioni regolamentari previste
dall'organizzazione regionale PRO NATURA.
Nelle regioni in cui non sono state istituite le organizzazioni
regionali PRO NATURA, le Associazioni federate possono
comunque esercitare attività di vigilanza ambientale?
Tutte le Associazioni federate fanno parte di un'organizzazione
regionale PRO NATURA, anche se non formalmente costituita. Per
maggior chiarezza, si riportano di seguito gli artt. 4 e 5 del predetto
Statuto:
Art. 4
La Federazione nazionale Pro Natura è così organizzata: a) a
livello regionale le Associate costituiscono un’Organizzazione
Regionale Pro Natura;
... omissis ...
Art. 5
Tutte le Associazioni associate alla Federazione nazionale Pro
Natura appartenenti ad una singola Regione costituiscono
l’Organizzazione Regionale Pro Natura. Essa può avere organi
propri, ed un proprio Statuto, purché non in contrasto con quello
della Federazione nazionale Pro Natura.
Nelle Regioni nelle quali esista una sola Associazione, questa è
equiparata ai sensi del presente Statuto ed in particolare per ciò
che concerne gli articoli 7, 13, 15, 18, 20, 22, 23, alla
Organizzazione Regionale.
Essendo l'operato delle Guardie faunistico-ambientali PRO
NATURA sotto l’esclusiva responsabilità delle Organizzazioni
Regionali (art. 18 - comma 3 dello Statuto), l'attivazione od il
mantenimento di un servizio di vigilanza faunistico-ambientale
PRO NATURA è subordinato, anche secondo quanto deliberato
dal Consiglio Direttivo della Federazione, alla formale costituzione
dell'Organizzazione Regionale PRO NATURA, in particolare in
termini di definizione degli organi associativi, ed alla adozione di
uno specifico Regolamento regionale.
I soci delle Associazioni federate PRO NATURA che
posseggono la qualifica di G.E.V. (Guardia Ecologica
Volontaria) possono operare in qualità di Guardie volontarie
della Federazione?
La qualifica di G.E.V. (Guardia Ecologica Volontaria) viene
conseguita dal privato cittadino, nelle regioni che prevedono tale
figura, a prescindere dalla propria eventuale appartenenza a
qualsivoglia Associazione di protezione ambientale o zoofila. Le
G.E.V. operano esclusivamente in nome e per conto dell'Ente
pubblico dal quale dipende il relativo coordinamento (solitamente
la Provincia) e possono svolgere la propria attività istituzionale, e
quindi rivestire la qualifica di Pubblico Ufficiale, nell'ambito
territoriale e durante i periodi indicati dal predetto Ente per tramite
di dipendenti pubblici appositamente incaricati.
Le G.E.V. sono soggette ai Regolamenti di servizio adottati dagli
Enti pubblici dai quali dipendono in via esclusiva.
Per quanto sopra, i soggetti appartenenti ad Associazioni federate
che posseggono unicamente la qualifica di G.E.V., non possono
svolgere attività di vigilanza faunistico-ambientale in nome e per
conto della Federazione. In caso contrario, incorrono nel reato di
usurpazione di funzione pubblica.
Quali qualifiche devono possedere i soci delle Associazioni
federate che intendono esercitare attività di vigilanza
faunistico-ambientale?
Le Guardie faunistico-ambientali PRO NATURA devono essere
titolari di un decreto di nomina a Guardia particolare Giurata
rilasciato dalle Autorità competenti su richiesta della Federazione,
per tramite delle proprie organizzazioni regionali, ai sensi e nei
modi previsti dal Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza
approvato con Regio Decreto n. 773 del 18 Giugno 1931, che
preveda l'attribuzione di una delle seguenti qualifiche o funzione
correlata:
 Guardia Venatoria volontaria (rif. Art. 27 - comma 1 - lett. 'b'
della Legge 11 Febbraio 1992, n. 157);
 Guardia Ittica volontaria (rif. Art. 31 del R.D. 8 Ottobre 1931,
n. 1604, e leggi regionali in materia di tutela del patrimonio
ittico e di disciplina dell'esercizio della pesca);
 Guardia Ambientale volontaria (nelle Regioni che prevedono
tale figura, come ad esempio la Campania o la Toscana);
 Guardia Zoofila volontaria (rif. Art. 6 - comma 2 - Legge 20
luglio 2004, n. 189).
La nostra Organizzazione regionale ha recentemente
approvato il previsto Regolamento del Servizio di Vigilanza
Faunistico-Ambientale. Alcune Associazioni federate che
svolgono già da diverso tempo attività di vigilanza ambientale
non intendono però applicare le disposizioni contenute in tale
Regolamento. Ciò è possibile?
L'articolo 18 dello Statuto della Federazione Nazionale PRO
NATURA prevede, al comma 3, che "Le Organizzazioni Regionali
e le singole Associazioni federate possono dotarsi di guardie
faunistiche e ambientali giurate nell'ambito della normativa
nazionale e locale in vigore. La gestione e l'espletamento del
servizio di vigilanza ambientale e l'operato delle guardie ambientali
volontarie è sotto l’esclusiva responsabilità delle Organizzazioni
Regionali, le quali nominano i Coordinatori Provinciali della
Vigilanza". Non è pertanto possibile consentire alle Associazioni
federate di svolgere autonomamente, in termini regolamentari,
l'attività di vigilanza faunistico-ambientale.
La mancata osservanza del Regolamento in questione costituisce
violazione degli obblighi statutari federali e comporta
conseguentemente la radiazione dalla Federazione.
Quali sono i principali adempimenti da assolvere per
consentire alle Associazioni federate della nostra regione di
iniziare o continuare a svolgere attività di vigilanza faunistico-
ambientale?
Il Consiglio dell'Organizzazione regionale, od il Commissario
straordinario regionale nominato dal Consiglio Direttivo della
Federazione, deve:
1. definire ed approvare il "Regolamento regionale del Servizio di
Vigilanza Faunistico-Ambientale Pro Natura";
2. nominare i Coordinatori provinciali del citato Servizio per le
province nelle quali siano presenti Associazioni federate che
svolgono o intendono svolgere attività di vigilanza ambientale;
3. definire i "Regolamenti provinciali di servizio delle Guardie
giurate volontarie" da adottare, previa relativa approvazione
da parte delle Questure interessate ai sensi del R.D.L. 26
settembre 1935, n. 1952, nelle province di cui al punto
precedente;
4. inviare al Consiglio Direttivo della Federazione e notificare a
tutte le Associazioni federate regionali copia del "Regolamento
regionale del Servizio di Vigilanza Faunistico-Ambientale Pro
Natura" opportunamente approvato;
5. comunicare al Consiglio Direttivo della Federazione ed a tutte
le Associazioni federate regionali i riferimenti anagrafici dei
Coordinatori provinciali nominati secondo quanto previsto dal
predetto Regolamento, oltre che dall'articolo 18 - comma 3 -
dello Statuto della Federazione.

Staff

Staff
Presidente Onorario:
Sandro Pignatti
Presidente:
Mauro Furlani, presidente@pro-natura.it
Vicepresidenti:
Piera Lisa Di Felice, p.di.felice@pro-natura.it; Marco La
Viola, m.la.viola@pro-natura.it
Segretario Generale:
Piero Belletti, segretario@pro-natura.it
Consiglio Direttivo:
Piero Belletti, Ernesto D'Eliseo, Piera Lisa Di Felice, Mauro
Furlani, Claudio Guidetti, Marco La Viola, Gianni Marucelli,
Giovanna Pezzi, Emiliano Pulvirenti, Vincenzo Rizzi
Tesoriere:
Lorenzo Marangon
Coordinatore della segreteria:
Emilio Delmastro
Comitato Scientifico:
Sandro Pignatti (Presidente), Marcello Buiatti, Ferdinando
Boero, Gianluigi Ceruti, Vezio De Lucia, Vittorio Emiliani,
Anna Rita Frattaroli, Cesare Lasen, Luca Mercalli, Renzo
Moschini, Giorgio Nebbia, Franco Pedrotti, Amedeo
Postiglione, Paolo Pupillo, Salvatore Settis.
Gruppi di lavoro:
Ambienti Marini e Pesca: Ferdinando Boero, Otello Giovanardi
Animali d’affezione: Gianfranco Kolletzek
Caccia e Fauna: Piero Belletti, Mauro Furlani
Educazione Ambientale: Giuliana Del Signore, Reginaldo
Olivastro
Energia: Luciano Benini, Donato Cancellara
Grandi Predatori: Mauro Canziani
Idrogeologia, Grandi Opere: Marco La Viola
Infrastrutture: Mario Cavargna, Paolo Prieri
Inquinamento luminoso: Silvano Minuto
Mediterraneo: Carmelo Nicoloso
“Natura e Società” e Divulgazione: Piero Belletti
Paesaggio: Giuliano Cervi, Giovanna Pezzi, Domenico Sanino
Parchi, Riserve, Biodiversità, Oasi: Piera Lisa Di Felice, Beti
Piotto, Vincenzo Rizzi
Progetti: Piera Lisa Di Felice, Emiliano Pulvirenti, Vincenzo
Rizzi
Progetto People4Soil: Patrizia Rossi
Rapporti internazionali e interassociativi: Piero Belletti
Ufficio Giuridico esterno: Gruppo di Intervento Giuridico
Ufficio Stampa: Gianni Marucelli, Piera Lisa Di Felice
Ufficio Studi "Valerio Giacomini": Valter Giuliano
Vigilanza e Normative: Ernesto D’Eliseo, vigilanza@pro-
natura.it; Stefano Scarcella

Pubblicazioni

Natura e Società
Natura e Società, trimestrale di informazione ecologica fondato nel
1970, organo ufficiale della Federazione Nazionale Pro Natura,
registrazione Tribunale di Torino n. 3085 del 29.9.81, direttore
responsabile Valter Giuliano.
Sono di seguito elencati gli anni di uscita della rivista
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 1972 (Elementi 6)
 1971 (Elementi 6)
 1970 (Elementi 3)
2019

Links nazionali utili

Links
 European Environmental Bureau (EEB)
L'Ufficio Europeo per l'Ambiente (Acronimo inglese EEB) lavora
nel promuovere le discussioni ambientali a livello europeo e
rappresenta le esigenze dei cittadini europei.

 International Union for Conservation of Nature (IUCN)


L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura,
(acronimo inglese IUCN) aiuta il pianeta a individuare soluzioni
pragmatiche per le più urgenti sfide per l'ambiente e lo sviluppo.
Sito del Comitato Italiano: http://www.iucn.it.

 Rights of Nature Europe


Rights of Nature Europe è un'organizzazione che si propone di
stabilire i diritti della natura nelle varie legislazioni dell’Unione
Europea tramite un'Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE)

 Lega per l'Abolizione della Caccia (LAC)


Promuove l''abolizione della caccia, la difesa della fauna, la
conservazione e il ripristino dell'ambiente.

 Lega Anti-Vivisezione (LAV)


La LAV ha per fine l'abolizione della vivisezione, la protezione degli
animali, l' affermazione dei loro diritti, la difesa della biodiversità e
dell’ambiente, la lotta alla zoomafia.

 Legambiente
La più diffusa associazione ambientalista in Italia.

 Italia Nostra
Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico,
artistico e naturale della nazione.

 World Wildlife Fund (Fondo Mondiale per la Natura)


Sezione italiana della più grande organizzazione per la
conservazione della natura.

 Dialoghi di Pace
I Dialoghi di Pace sono una “lettura con musica” del Messaggio
che il Papa a Capodanno rivolge all’Umanità per la Giornata
Mondiale della Pace.

 Earth Day Italia


Partner dell'Earth Day Network, dal 2011 è il testimonial italiano
per la promozione e l'organizzazione della Giornata Mondiale della
Terra nel nostro territorio.

 Salviamo il Paesaggio
Il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori”
è un aggregato di associazioni e cittadini che, mantenendo le
peculiarità di ciascun soggetto, intende salvare il territorio italiano
dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

 Piccola Grande Italia


Iniziativa per la tutela del 72% degli oltre 8.000 comuni italiani che
conta meno di 5.000 abitanti, che svolgono un’opera insostituibile
di presidio e cura del territorio, sono portatori di cultura, saperi e
tradizioni.

 Riserva Naturale Regionale "Sorgenti del Pescara"


La Riserva Naturale “Sorgenti del Pescara” è una delle più antiche
aree protette d’Abruzzo. Posta interamente nel territorio comunale
di Popoli (PE), si estende su una superficie di circa 50 ettari ai
quali vanno aggiunti gli 86 della fascia di protezione.

 Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio


Associazione culturale e ambientale che vuole coinvolgere comuni,
enti, associazioni e cittadini alla riscoperta della bellezza
paesaggistica restaurando aree degradate e realizzando parchi e
giardini.

 Gruppo d'Intervento Giuridico


Gruppo la cui attività è improntata all’utilizzo dello “strumento
diritto” per difendere il territorio e le sue valenze ambientali,
naturalistiche, paesaggistiche, archeologiche, storiche e culturali.

 CIA - Confederazione Italiana Agricoltori


Una delle più grandi organizzazioni professionali agricole europee,
ha tra le sue attività iniziative nel campo della qualità e della
sicurezza e dell'educazione alimentare, della tutela e della
valorizzazione dell'ambiente.

 Associazione Amici del Centro Ricerche Floristiche


Marche “Aldo J. Brilli Cattarini”
L’associazione si propone il mantenimento e la valorizzazione del
Centro Ricerche Floristiche Marche, ideato e promosso dal Prof.
Aldo Joseph Brilli Cattarini.

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