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Alle radici della Civiltà

I sumeri ci hanno lasciato delle testimonianze che ancora oggi


rimangono misteriose da capire: prime tra queste le statue degli
Oranti; gli studiosi sono giunti alla conclusione che servissero come
esempio nei templi durante i riti, siccome appunto "oravano", cioè
pregavano.
Per quanto riguarda l'architettura grande importanza ed interesse
riscuotono le Ziqqurat, cioè i templi dei sumeri, ove venivano
immagazzinati i prodotti agricoli e dove i sacerdoti affidavano la
terra da coltivare quotidianamente ai contadini, siccome la
proprietà privata non esisteva e tutte le terre erano proprietà
pubblica.
I Sumeri (abitanti di Šumer, egiziano Sangar, biblico Shinar, nativo
ki-en-gir, da ki = terra, en = titolo usualmente tradotto come
Signore, gir = colto, civilizzato, quindi "luogo dei signori civilizzati")
sono la prima popolazione sedentaria al mondo che possa essere
considerata "civilizzata". Erano rappresentati da un'etnia della
Mesopotamia meridionale (odierno Iraq sud-orientale), autoctona o
stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al
4000 a.C.) fino all'ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.). La
loro scrittura cuneiforme sembra aver preceduto ogni altra forma di
scrittura e compare attorno alla fine del IV millennio a.C.[1]

Mappa dei principali insediamenti della civiltà sumerica


Origine del nome
Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della
Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi. I
Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-
giga, letteralmente "la gente dalla testa nera"[2] e la loro terra Ki-en-
gi, "luogo dei signori civilizzati" o secondo altri autori "luogo della
lingua sumera"[3][4]. La parola accadica Šumer (Sumer) utilizzata
per indicare la terra dei Sumeri rappresenta, forse, questa parola
sumerica in dialetto, ma non è comunque noto perché gli Accadi
abbiano chiamato questa terra Šumer[4][5]. Il biblico Shinar,
l'egiziano Sngr e l'ittito Šanhar(a) potrebbero essere delle varianti
occidentali per la parola Šumer.[5] La Bibbia dei Settanta a sua
volta rende il nome Shinar come Sennaar in greco.

Statua seduta in diorite dedicata al dio Ningishzida e raffigurante


Gudea, principe neo-sumerico di Lagash (2120 a.C.), ritrovata tra
le rovine di Girsu (Iraq meridionale)
Ipotesi sull'origine e l'emigrazione
La terra di origine dei Sumeri resta ancora oggi sconosciuta, ma di
una cosa si è certi, i Sumeri non erano una popolazione di stirpe
semitica. Oltre a questo è ben noto che essi non furono né il primo
né l'unico popolo ad abitare le terre fra il Tigri e l'Eufrate, ma che
presero il posto, o meglio si integrarono, con i complessi culturali di
'Ubaid e di Uruk, gente semita che già abitava queste terre e aveva
raggiunto un discreto sviluppo tecnologico e organizzativo.
Per quanto riguarda il luogo di provenienza dei Sumeri, esistono
varie teorie. Le prove archeologiche dimostrerebbero che intorno al
4000 a.C. i Sumeri vivessero sui monti a nord della Mesopotamia
(monti Zagros), nell'altopiano iranico, vicino l'attuale confine con la
Turchia. Attorno al 3500 a.C. questa popolazione sarebbe scesa
dai monti per occupare la bassa Mesopotamia, alla confluenza del
Tigri e l'Eufrate. Altri studiosi hanno invece cercato somiglianze fra
la lingua sumerica e gli antichi dialetti turchi e lingue indocinesi, ma
nonostante gli sforzi fatti, l'origine dei Sumeri resta ancora incerta.
Infine alcune allusioni letterarie sembrano invece indicare che i
Sumeri provenissero dal mare.
Ha poco senso chiedersi quando i Sumeri arrivarono in
Mesopotamia, anche per il fatto che non si è sicuri che il loro
"arrivo" sia stato un fenomeno migratorio precisamente databile[6].
Molto più probabilmente si trattò di un'infiltrazione graduale e lenta
che, come detto, portò all'integrazione con le culture locali;
etichettare come "sumerica" la successiva cultura che ne originò è
sì legittimo, pur sempre ricordandosi che si tratta di una
semplificazione.
L'analisi del lessico sumerico è una riprova del fatto che la cultura
sumerica ebbe origine da più complessi culturali integrati. Ad
esempio i nomi delle città sumeriche non hanno senso nella lingua
sumerica e invece presentano analogie con i nomi delle città della
Mesopotamia settentrionale, corrispondenti alla civiltà di 'Ubaid.
Molti termini relativi alle funzioni produttive di base (ad esempio i
vocaboli che si riferiscono alla fabbricazione della birra,
l'agricoltura, il cuoio, le costruzioni ecc.) non sono di origine
sumerica, ma da attribuirsi ad una lingua di sostrato, con probabili
connessioni nell'area iranica[6], mentre vocaboli che si riferiscono a
funzioni più specialistiche e di tipo direttivo-amministrativo sono di
chiara origine sumerica. Ad esempio sono di origine sumerica
vocaboli inerenti all'allevamento, alla navigazione, alla scultura, al
diritto (le tavolette riportano i più antichi contratti di compravendita,
registrati presso il tempio, con prezzo in mine d'argento) e
all'educazione.[6] Infine molte altre parole relative alle funzioni di
mobilità e controllo sono di origine semitica.
Schematizzando, i Sumeri, dopo il loro arrivo, si ritrovano a
convivere e ad integrarsi con due popolazioni: i Semiti, che erano
più rilevanti nelle zone del nord, e una popolazione di sostrato
autoctona non sumerica. I Sumeri prenderanno piede soprattutto
nella bassa Mesopotamia, territorio dove sorsero le loro maggiori
città.
L'alluvio mesopotamico
La Mesopotamia, il territorio dove si sviluppò la cultura sumerica,
ha dei confini abbastanza precisi: a nord è separata dall'Anatolia
dal massiccio del Tauro che raggiunge i 3500 metri, ad est dalla
catena degli Zagros che supera i 5000 metri con il monte Ararat, ad
ovest è delimitata da steppe e deserti e, infine, a sud dal golfo
Persico. Quest'ultimo nel corso dei millenni si è ritirato e le rovine di
alcune città che prima sorgevano sulla costa, oggi si trovano a
diversi chilometri dal mare.
La particolarità di questa regione sono i due fiumi, il Tigri e
l'Eufrate, che attraversano tutta l'alluvio mesopotamico, fino a
congiungersi alla foce nella zona paludosa dello Shatt-el-Arab,
prima di gettarsi nel golfo Persico; anche il corso di questi due fiumi
si è modificato nel corso dei millenni, soprattutto l'Eufrate che si è
spostato verso occidente.[7] In questa regione le piogge sono a
carattere stagionale, ciò comporta inondazioni in inverno e in
primavera, intervallate da lunghi periodi di siccità, durante i quali i
due fiumi possono rimanere in secca. Il problema dell'acqua fu,
quindi, una delle maggiori preoccupazioni per il popolo sumerico, e
di conseguenza una delle principali cause all'origine degli scontri
fra le varie città mesopotamiche.[8]
La nascita delle città-stato
A partire dal periodo protodinastico (ca. 2900 a.C.) i Sumeri erano
divisi in varie città-stato indipendenti, che esercitavano il loro potere
su un territorio di circa 30 km di diametro[9] e i cui confini erano
solitamente definiti da canali. I due edifici più importanti di ogni città
erano il tempio, solitamente dedicato ad uno specifico dio, e un
"palazzo", sede del potere "statale".
La centralità del tempio è evidente fin dagli esordi della civiltà
sumerica (fase di Uruk; ca. 3500 a.C.), essendo inizialmente sia
centro religioso che economico ed organizzativo.[10] In particolare
nel tempio, oltre alle cerimonie religiose, venivano raccolte ed
amministrate le eccedenze alimentari grazie alla presenza di
magazzini, archivi ed ambienti di lavoro. A partire dal periodo proto-
dinastico, il tempio, però, inizia a perdere il suo ruolo centrale per
quanto concerne il potere decisionale ed organizzativo a scapito
del palazzo, nonostante continui a mantenere le sue funzioni
religiose e anche quelle economiche[11]. Questo fu un avvenimento
di grande importanza: da una classe dirigente "sacerdotale",
tendenzialmente "anonima" in quanto rappresentante del dio e che
quindi non necessitava di legittimazione, si passò ad una classe
dirigente "laica", che aveva invece la necessità di legittimare e
affermare il proprio potere di fronte agli occhi del popolo e agli altri
pretendenti al potere.
Le città sumeriche entrarono ben presto in competizione,
soprattutto per il controllo e l'amministrazione della rete dei canali,
indispensabili per drenare le acque in eccesso e al tempo stesso
distribuirle alle zone più lontane.[12]. La costruzione di un nuovo
canale o la deviazione di un tratto di canale "a monte" andava,
ovviamente, ad influire su quelli "a valle", con ingenti ripercussioni
per le varie città. I primi canali a carattere locale vennero costruiti
già nell'epoca di 'Ubaid, ma è solo dal IV millennio a.C. che si
assiste ad opere più ingenti, che collegano più città permettendo lo
sviluppo del trasporto fluviale.[13]
Le varie città-stato, controllavano un territorio che si estendeva
anche al di fuori delle mura, integrando i villaggi circostanti. La
popolazione dei villaggi doveva contribuire all'accumulazione degli
alimenti cedendo una parte della produzione agricola e fornire
mano d'opera (corvée) oltre che militare in caso di bisogno.[14]
Il governo delle città
Ogni città era governata da una dinastia locale (bala) e i termini
usati per indicare il regnante variano da città a città. Ad esempio il
termine en, con significato di "gran sacerdote", è utilizzato ad Uruk,
il termine ensi, con significato di "fattore del dio", a Lagash, il
termine lugal (letteralmente "uomo grande") con significato di "re",
nelle città di Ur e Kish.[9] Questi termini hanno significati e
sfumature diverse che rispecchiano le diverse ideologie alla base
del potere. Il termine en evidenzia in modo chiaro che all'inizio il
potere era nelle mani del tempio e come questo sia ancora, in
alcune città, una forte presenza; il termine ensi sta ad indicare che
il dio ha concesso la fiducia a quella specifica dinastia nel governo
della città; infine il termine lugal sottolinea la nascita di una regalità
"laica", dove il re assume caratteristiche e qualità più umane.[9] Le
prime due titolature sono presenti anche nelle epoche più antiche
(fase di Uruk e Gemdet Nasr; ca. 3500-3000 a.C.) mentre il termine
lugal appare solo a partire dal periodo proto-dinastico quando, per
l'appunto, si assiste alla nascita del "palazzo".
Il termine lugal non deve comunque ingannare: il re resta ancora
subordinato al dio ed ogni sua azione è legittimata dal volere
divino: senza il consenso della divinità ogni azione è destinata a
fallire[15]. La regalità è perciò donata dagli dei e i re sono
amministratori di un territorio e una popolazione che comunque
appartengono alla divinità. Il termine lugal, quindi, più che
descrivere una regalità laica, che nega o si distacca dalla religione,
vuole sottolineare la necessità da parte del "palazzo" di mettere
sotto controllo e subordinare il tempio e le sue attività rispetto a
quelle del palazzo. La "laicizzazione" del potere ebbe come
conseguenza l'idea che il re fosse un uomo come tutti gli altri e che
dovesse in qualche modo giustificare le proprie azioni. A partire dal
periodo proto-dinastico appaiono, perciò, le prime iscrizioni regie su
vasi, fondazioni di templi, statue oltre ai primi veri e propri
monumenti celebrativi (si veda ad esempio la famosa stele degli
avvoltoi), proprio con lo scopo di dimostrare la grandezza,
l'efficienza e le qualità del re, oltre al suo stretto legame e i suoi
buoni rapporti con la divinità.[16]

Frammento di iscrizione cuneiforme di Urukagina (o


Uruinimgina), ensi di Lagash. Terracotta, ca. 2350 a.C.,
scoperta a Tello (antica Girsu). L'iscrizione recita "Egli
[Urukagina] scavò (…) il canale nella città di NINA. Prima fece
erigere l'Eninnu; infine, fece erigere l'Esiraran"

Tavoletta cuneiforme di Eannatum, ensi di Lagash, inerente a


un conflitto sui confini, che opponeva Lagash ad Umma.
Terracotta, ca. 2430 a.C. Scoperto a Tello, (antica Girsu).


Conchiglia intarsiata che reca il nome di Akurgal, figlio di Ur-
Nanshe, re di Lagash. Proto-Dinastico III (ca. 2500 a.C.).
Scoperta a Tello, (antica Girsu).

Frammento di una stele recante l'iscrizione "Ur-Nanshe, figlio


di Gunidu, per Ningirsu". Lagash, Proto-Dinastico III (ca. 2500
a.C.). Scoperta a Tello, (antica Girsu).

Vaso dedicato da Entemena, ensi di Lagash, al dio Ningirsu.


Argento e rame, ca. 2400 a.C. Scoperto a Tello, (antica Girsu).


Avvoltoi volano sui cadaveri dei soldati della città di Umma.
Particolare della stele degli avvoltoi. Circa 2450 a.C., scoperta
a Tello (antica Girsu). La stele è uno dei monumenti più
significativi a partire dal periodo proto-dinastico, in quanto ha
lo scopo di celebrare e dimostrare la potenza e l'efficienza del
re.
Società
Esistevano tre classi sociali:
 La classe alta era formata dai sacerdoti, i nobili, i governanti e i
funzionari
 La classe media che comprendeva mercanti e artigiani. Questi
venivano detti anche “uomini liberi”.
 Infine vi erano agricoltori (molto spesso mezzadri) e pastori
che conducevano un basso tenore di vita e non possedevano
nessun peso politico.
Inoltre era praticata la schiavitù.
La nobiltà e la classe sacerdotale possedevano le terre e
beneficiavano dei relativi proventi. Essi non dovevano pagare tributi
al re, anche se periodicamente gli offrivano doni, che
corrispondevano di fatto a delle tasse.
La classe borghese era il risultato dei fiorenti commerci, che
costituivano l'unica ricchezza di un paese, povero di materie prime,
che era costretto ad importare tutto dall'estero.
La classe media comprendeva anche gli artigiani e tutte quelle
persone addette alle funzioni più disparate. Questi dovevano
pagare le imposte e periodicamente offrire la loro mano d'opera per
lavori pubblici (per esempio la riparazione dei canali di irrigazione).
Di solito venivano ricompensati con le eccedenze agricole.
Agricoltori e pastori conducevano un tenore di vita basso e non
avevano nessun peso politico.
La condizione delle donne
La condizione delle donne di Sumer è quantomai complessa. Pare
fossero riconosciute come persone con capacità giuridicc, che
potessero possedere e gestire proprietà terriere e intraprendere
attività commerciali in proprio. Sono attestati casi di donne scriba e
numerose erano le sacerdotesse legate ai grandi santuari cittadini.
La carica di en della dea Inanna, di grande prestigio e potere,
poteva essere unicamente ricoperta da una donna, spesso una
delle figlie del re. Principesse e regnanti godevano della gestione
del proprio palazzo e del personale ad esso connesso, avevano
una rendita e un sigillo (strumento di potere e burocratico per
eccellenza nel mondo sumerico), indice della propria indipendenza
economica e giuridica.
L'educazione

Vita di un povero scolaro

Questo è il racconto di una


tipica giornata di uno scolaro
sumero, ritrovato su una
tavoletta, che dimostra quanto
fosse severa e rigida
l'educazione scolastica.
Quando mi alzavo presto la
mattina,
mi volgevo a mia madre e le
dicevo:
"Dammi la colazione, devo
andare a scuola!"
Mia madre mi dava due
focacce e io uscivo;
mia madre mi dava due
focacce e io andavo a scuola.
A scuola l'incaricato della
puntualità diceva:
"Perché sei in ritardo?"
Io ero impaurito e il cuore mi
batteva,
entravo davanti al mio maestro
e facevo l'inchino.
Il mio direttore leggeva la mia
tavoletta, diceva:
"Ci manca qualcosa", mi
bastonava.
L'incaricato del silenzio diceva:
"Perché parlavi senza
permesso?", mi bastonava.
L'incaricato della condotta
diceva:
"Perché ti sei alzato senza
permesso?", mi bastonava.
L'incaricato della frusta diceva:
"Perché hai preso questo
senza permesso?", mi
bastonava.
L'incaricato di sumerico
diceva:
"Perché non hai parlato
sumerico?", mi bastonava.
Il mio maestro diceva:
"La tua mano non è buona", mi
bastonava.

Le scuole sumere, dette edubba (casa delle tavolette), possono


essere considerate le prime scuole dell'umanità e compaiono
attorno al III millennio a.C.[17] Inizialmente l'istruzione era associata
con il “sacerdozio” e lo scopo di queste scuole era quello di fornire
scribi capaci di gestire l'amministrazione del Tempio e del Palazzo.
Successivamente la situazione mutò, in quanto si formarono scuole
al di fuori dei templi e l'insegnamento prese a sua volta un
carattere più laico. Queste scuole erano frequentate
esclusivamente dai figli delle famiglie ricche che potevano
permettersi di sostenere le spese degli studi e la quasi totalità degli
scolari erano di sesso maschile[18].
A capo della scuola stava l'ummia, una sorta di moderno preside
che veniva anche detto "il padre della scuola". Gli alunni erano detti
"i figli della scuola" e vi erano poi i "fratelli maggiori" che erano i
professori assistenti che svolgevano le mansioni
d'insegnamento[19]. A questi si aggiungevano delle persone addette
alla disciplina, che frustavano gli scolari poco disciplinati.
Dalle numerose tavolette che sono state ritrovate sappiamo che
l'insegnamento era soltanto di tipo pratico: imparare a memoria la
grammatica e la complessa pratica della scrittura. Per ottenere
questo risultato gli scolari dovevano ricopiare lunghe liste di nomi di
piante, animali, pietre ecc. fino a quando non erano in grado di
riprodurle con facilità e scioltezza. Gli insegnanti controllavano,
quindi, l'esattezza del compito svolto. Nella seconda metà del III
millennio a.C. si ravvisa anche un secondo tipo di programma di
insegnamento, più letterario e creativo. Questo consisteva nel
copiare, imitare e creare testi letterari che riguardavano quasi
sempre miti e racconti epici[20].
La scuola sumera era molto dura e pesante: gli allievi venivano
obbligati a studiare duramente dall'alba al tramonto a partire dalla
prima infanzia fino all'adolescienza.[21] Non sappiamo se erano
presenti vacanze, mentre il metodo pedagogico si basava
soprattutto su punizioni corporali, come dimostra la presenza degli
addetti alla disciplina; gli allievi, dice il maestro in una tavoletta,
hanno le orecchie nella schiena.
Schiavitù
Nella società sumerica sembra fosse molto praticata la schiavitù.
Gli schiavi erano più che altro prigionieri di guerra, ma potevano
perdere la loro libertà anche cittadini che non saldavano i loro
debiti: infatti un uomo che non restituiva un prestito rischiava di
diventare schiavo con tutta la sua famiglia. Il figlio di una coppia di
schiavi o di una schiava e un uomo libero diventava a suo volta
schiavo. Inoltre c'era anche una forma di "interesse": coloro che
facevano dei prestiti pretendevano anche gli interessi in più.
Amministrazione e politica
I Sumeri abitavano in diverse città-stato, ognuna centrata su un
tempio dedicato al dio della città e governata da un re, che era
intimamente legato ai riti religiosi della città.
Alcune tra le più grandi città furono (non in ordine cronologico):
Babel, Ninive, Eridu, Kish, Lagash, Uruk, Ur e Nippur. Come
queste città cominciarono a crescere, sentirono l'esigenza di
primeggiare l'una sull'altra, provocando così un millennio di quasi
incessanti guerre sui diritti per l'acqua, le rotte commerciali e i
tributi dalle tribù nomadi.
Agricoltura

Il primo manuale di agricoltura

Una tavoletta ritrovata a Nippur,


sembra essere il primo "manuale"
della storia. Questa tavoletta si
compone infatti di una serie di
istruzioni rivolte da un fattore al
proprio figlio circa le attività agricole
da attuare per ottenere un buon
raccolto. Vieni qui presentata la
prima parte.
"Nel tempo che fu, un fattore diede
questi consigli al proprio figlio: sul
punto di coltivare il tuo campo, abbi
cura di aprire i canali d'irrigazione
in modo che l'acqua non raggiunga
nel campo un livello troppo alto.
Quando l'avrai vuotato dell'acqua,
vigila sulla terra umica perché resti
piana; non permettere che la
calpesti alcun bove vagante.
Caccia le bestie randage e tratta
questo campo come un terreno
compatto. Dissodalo con dei
martelli pesanti non più di 2/3 di
libbra ciascuno. La stoppia (?) del
campo dovrà essere strappata a
mano e legata in covoni. Le sue
crepe dovranno essere colmate con
l'erpice e i quattro lati verranno
recintati. Mentre il campo brucia al
sole estivo sia diviso in settori
uguali. Gli attrezzi vibrino di attività
(?). La sbarra del gioco dovrà
essere rinforzata, la tua nuova
frusta fissata con chiodi e il manico
di quella vecchia riparato dai figli
dei braccianti."
(tratto da Samuel Noah Kramer, I
Sumeri alle radici della storia, pag.
73 )

L'agricoltura è sempre stata la base dell'economia sumera, la fonte


principale della vita e del loro benessere. I primi documenti scritti
del periodo proto-dinastico, integrati con i dati archeologici e paleo-
ecologici, permettono di far luce sul tipo di colture e modalità di
coltivazione utilizzate[22].
Le prime sperimentazioni di coltivazioni in Medio Oriente risalgono
almeno al 7000 a.C., ma è con l'arrivo dei Sumeri che l'agricoltura
mesopotamica fa un grande balzo in avanti, soprattutto grazie alla
loro abilità nel costruire impianti di irrigazione. A partire dal periodo
di Uruk venne introdotto l'aratro a trazione animale e l'irrigazione
estensiva, favorendo così una ricca produzione agricola. Essendo
la Mesopotamia un territorio soggetto a siccità, i campi erano creati
nelle aree adiacenti ai canali. Questi erano costruiti a un livello
superiore rispetto alla piana circostante, permettendo all'acqua di
defluire naturalmente nei terreni agricoli[23]. I campi si affacciavano
al canale sul lato corto e venivano irrigati e arati in direzione del
lato lungo; questo dava la possibilità di irrigare un maggior numero
di campi[24]. Le coltivazioni si disponevano perciò a "doppio pettine"
intorno ai canali. Non tutti i terreni erano coltivati, ma si attuava una
rotazione biennale, lasciando riposare i campi utilizzati l'anno
precedente. Le produzioni, almeno inizialmente, erano molto
buone, nell'ordine di 20:1 o anche di 30:1[25].
Le zone adiacenti ai canali erano coltivate a cipolle, aglio, legumi e
palme da dattero, mentre i terreni più difficilmente raggiungibili
dall'irrigazione erano destinati ai cereali: orzo, frumento, emmer[26].
Le tavolette sumeriche ci informano che già dal periodo proto-
dinastico molti campi vennero abbandonati per eccessiva
salinizzazione, dovuta al fatto che l'acqua non drenata,
evaporando, lascia sali sul terreno[27]. Questo avveniva soprattutto
nei territori pianeggianti del sud mesopotamico, e qui, perciò, era
quasi esclusivamente coltivato l'orzo (più resistente), mentre nel
nord vi era un sostanziale equilibrio fra orzo, frumento ed
emmer[28]. L'orzo era anche impiegato per produrre la birra, che
probabilmente aveva una consistenza più densa rispetto a quella
attuale, visto che in alcuni rilievi i personaggi rappresentati la
bevono attraverso delle cannucce[29].
Per quanto riguarda l'orzo e i cereali in generale, aratura e semina
si effettuavano contemporaneamente grazie a una seminatrice. Al
momento della mietitura gli uomini lavorano a gruppi di tre: un
falciatore, un accovonatore e un terzo di cui non si conosce
esattamente la mansione[30]. Dopo la mietitura i contadini usavano
carri trebbiatori per separare le teste dei cereali dai gambi e poi un
traino trebbiatore per raccoglierne i chicchi[31].
I contadini non potevano tenere la maggior parte del raccolto visto
che circa i due terzi di questo veniva trasportato nei magazzini del
tempio o del palazzo[32].
Economia e commercio
Ritrocementi di ossidiana proveniente da luoghi lontani in Anatolia
e in Afghanistan, perle dal Dilmun (odierno Bahrain), legname dal
Libano e parecchi sigilli con sopra incisi scritti della Valle dell'Indo,
suggeriscono un'ampia rete di antichi commerci centrata nel Golfo
Persico.
Il poema di Gilgamesh, si riferisce al commercio con terre lontane,
per beni come la legna che scarseggiavano in Mesopotamia. In
particolare era stimato il cedro del Libano.
I Sumeri usavano schiavi, anche se non erano fondamentali per
l'economia. Le donne schiave lavoravano come tessitrici,
pressatrici, massaie e facchini.
I vasai Sumeri decoravano le loro opere con dipinti in olio di cedro.
I vasai usavano archetti di legno per produrre il fuoco necessario
per cuocere i vasi e, per primi, usavano il tornio. I muratori e
gioiellieri Sumeri conoscevano e utilizzavano l'avorio, l'oro,
l'argento, la galena e i lapislazzuli.
Di grande importanza era l'uso di moneta non coniata, le cosiddette
mine d'argento, per le transazioni più importanti. Una tavoletta
riporta la compravendita di un podere, con prezzo stabilito in
mine[33]. Ma ancora più interessante è notare che tale tavoletta fu
rinvenuta presso il tempio, la qual cosa fa supporre che i contratti
immobiliari già venivano conservati (vedasi istituto giuridico della
trascrizione).
Riguardo ai sigilli, di vario genere, impressi sui vasi, si può
ipotizzare che attestassero il contenuto (es. olio), il produttore, la
provenienza (es. Uruk), la quantità, ecc., con sorprendente
analogia alla moderna etichettatura di protezione per evitare le frodi
alimentari o le imitazioni servili.
Esercito
I primi reperti che rappresentano scenari di guerra appartengono al
periodo di Uruk[34]. Tra le antiche armi rinvenute si annovera una
mazza di pietra, probabilmente appartenuta al re Meselim di Kish
(ca. 2600 a.C.).
Inizialmente le armate sumere erano principalmente costituite da
fanteria. Questa si serviva delle stesse armi usate per la caccia:
lance e archi semplici (l'arco ricurvo non era ancora stato
inventato).
Nel corso del III millennio a.C. venne introdotto il bronzo, con il
quale si crearono spade, asce ed elmi. Altra importante
introduzione, sempre in questo periodo, fu il carro da guerra[35]. I
carri sumeri, trainati da onagri e condotti da un auriga, erano
composti da una cesta intrecciata e quattro ruote piene. A fianco
dell'auriga trovava posto un lanciatore di giavellotti. Queste antiche
carrozze, meno efficaci in combattimento rispetto ai successivi
progetti, erano però usate principalmente per il trasporto di armi e
materiali[36]. Attorno alla metà del II millennio a.C. avviene un nuovo
radicale cambiamento nell'arte della guerra, grazie all'introduzione,
dal vicino Egitto, del cavallo. I pesanti carri a ruote piene iniziano
ad essere sostituiti da più leggeri carri con ruote a raggi, che
vengono trainati dai cavalli. L'uso intensivo del cavallo, e la
creazione di una cavalleria, si dovrà comunque all'esercito assiro.
La fanteria regolare usava anche caschi di rame, mantelli di feltro e
una specie di kilt in cuoio o lana.
Le lente falangi dell'esercito sumero, armate di pesanti lance e
scudi, furono la causa della sconfitta contro l'armata di Sargon il
Grande, il cui esercito era invece dotato in gran parte di arcieri a
cavallo, che permettevano di falcidiare i fanti sumeri senza troppe
perdite.

Pannello detto "Stendardo di Ur", rinvenuto presso il Cimitero


Reale della città, 2600 a.C. circa, h 20 cm, lapislazzuli,
conchiglia e bitume; "faccia della guerra". Si vedono
chiaramente nella fascia inferiore i carri sumeri trainati da
onagri che travolgono i nemici sconfitti.


Particolare della Stele degli avvoltoi, rinvenuta presso Tello
(antica Girsu), circa 2450 a.C.. Si possono osservare la tenuta
militare e le armi utilizzate.
 Shumer shelom.jpg
Elmetto sumerico rinvenuto a Ur.

Colossale lancia con l'iscrizione "Lugal, re di Kish. Rame,


Proto-Dinastico II, ca. 2600 a.C.. Rinvenuta a Tello (antica
Girsu).

Mazza in marmo, ca. 3500–2900 a.C. (Periodo di Uruk),


rinvenuta a Tello (antica Girsu).
Religione

Frammento di stele rappresentante una divinità sumerica, 2120


a.C. Girsu, Tellō (Iraq meridionale)
È difficile parlare di una religione Sumera in quanto tale, siccome i
credi e i riti variavano molto nel tempo e nelle distanze, e ogni città
aveva il suo intreccio di mitologia e teologia.
I Sumeri adoravano una triade principale, rappresentata da An, dio
del cielo; da Enlil, dio dell'aria, o dell'alito del vento e delle grandi
tempeste (si consideri che il territorio è alluvionale e palustre; la
parola paradiso, di derivazione indoeuropea, significa forse
giardino palustre) ; e da Enki, dio della terra o del sottosuolo.
Veneravano inoltre la dea Inanna, dea dell'amore e della guerra
(equivalente alla dea Accadica Ishtar), il dio Dumuzi, dio della
pastorizia, il dio Ningirsu patrono della città di Lagash, la dea
Nammu, dea generatrice, e altre divinità, circa seicento, suddivise
fra dei minori ed oggetti sacri.
Gli dei Sumeri (dingir, plurale dingir-dingir oppure dingir-e-ne)
erano generalmente i patroni di particolari città, dove venivano
venerati e avevano il loro tempio. La loro importanza religiosa
logicamente seguiva le sorti politiche della città, cosicché spesso
predominava, anche su tutto il paese, a volte invece era asservita
ai voleri del vincitore. Particolarmente temuta era la distruzione del
simulacro sacro, o il furto della statua che veniva portata in esilio
dal nemico.
Secondo il credo Sumero, gli dei avrebbero creato gli umani
dall'argilla, per usarli come servitori. Spesso gli dei esprimevano la
loro ira e frustrazione nei terremoti: l'essenza della religione
Sumera era sottolineare che tutta l'umanità stava alla mercé degli
dei.
I Sumeri credevano che l'universo consistesse in un disco piatto
racchiuso in una cupola. L'aldilà significava la discesa in un vile
mondo inferiore, per passare l'eternità in una miserabile esistenza
come un fantasma (Gidim).
I templi sumeri erano costituiti da una navata centrale con corridoi
ai lati. A fianco dei corridoi c'erano le stanze dei sacerdoti, alla fine
di uno dei due c'era un palco e una tavola di argilla per i sacrifici
animali e vegetali. I granai e i magazzino si trovavano solitamente
vicino ai templi. Dopo un certo periodo, i Sumeri cominciarono a
piazzare i templi sopra colline artificiali, terrazzate e a più strati: le
ziggurat.
Matematica e geometria
I Sumeri fondarono le basi della matematica, e con questa la
geometria e molti teoremi.
Tecnologia
Le imbarcazioni sumeriche potevano essere composte di canne o
di legname; la scarsità di materiale ligneo adatto alla navigazione
spinse i Sumeri ad utilizzare barche in giunchi, specialmente nei
periodi più antichi. In seguito (dalla metà del III millennio) grazie al
commercio e all'utilizzo degli alberi presenti sul territorio, si
diffusero anche imbarcazioni composte con assi di legno. Dopo la
costruzione lo scafo veniva rivestito da uno o più strati di bitume,
allo scopo di renderlo impermeabile e di ridurre l'azione di
organismi acquatici nocivi. In alcuni casi al posto del bitume si
utilizzavano delle pelli animali, opportunamente trattate e disposte
sopra i fasci di canne. L'utilizzo della vela è attestato inizialmente
solo per i viaggi marittimi, ma quando le imbarcazioni divennero più
resistenti fu possibile installare un albero (singolo o doppio) anche
sulle barche fluviali. Normalmente le barche si spostavano grazie a
pagaie e a pertiche, utilizzate anche come remi sterzanti. Avendo
le correnti di Tigri ed Eufrate lo stesso verso del vento dominante,
risalire i fiumi con i normali mezzi nautici era un'impresa quasi
impossibile. A tale scopo si diffuse l'alaggio, la pratica secondo cui
l'imbarcazione veniva trainata da riva da uomini che utilizzavano
delle spesse corde.
Eredità
I Sumeri sono probabilmente ricordati principalmente per le loro
molte invenzioni che ci hanno lasciato in eredità. Molti studiosi
ritengono che la prima ruota sia comparsa in queste terre, nata
prima sotto forma di tornio da vasaio. La scrittura cuneiforme è la
prima di cui abbiamo notizia (con la possibile eccezione
dell'ambigua e molto discussa antica scrittura europea{}),
contemporanea, o molto probabilmente antecedente, ai geroglifici
egiziani di almeno settantacinque anni. I Sumeri furono inoltre fra i
primi veri astronomi. Mapparono le stelle in insiemi di costellazioni,
molte delle quali sopravvivono nell'attuale zodiaco[37] e
conoscevano i cinque pianeti visibili a occhio nudo[38].
Questa popolazione inventò e sviluppò l'aritmetica elaborando un
sistema sessagesimale. Usando il sistema sessagesimale
inventarono l'orologio{ con i relativi 60 secondi, 60 minuti e 12 ore{
ed i 12 mesi del calendario che sono ancora in uso. Inventarono la
carrozza e le formazioni militari e furono i primi ad introdurre una
divisione fra fanteria, cavalleria ed arcieri. Crearono inoltre il primo
codice di diritto ed un sistema amministrativo completo di tribunali,
prigioni e archivi governativi. Molti secoli dopo l'invenzione del
cuneiforme, la pratica della scrittura si estese oltre i certificati di
pagamento/debito e d'inventario e fu applicata per la prima volta
nel 2600 a.C. per messaggi scritti e la consegna della posta, per la
storia, le leggende, la matematica, le annotazioni astronomiche ed
altre attività, corrispondenti generalmente ai campi di cui si
occupavano insegnanti ed allievi. Di conseguenza le prime scuole
convenzionali nacquero e si svilupparono sotto gli auspici del
tempio principale della città-stato.
Ma ai Sumeri si deve soprattutto l'introduzione di un'agricoltura
sistematica nell'antica Mesopotamia. Grano Einkorn e Emmer,
orzo, pecore (all'inizio mufloni) e bovini (all'inizio bisonti europei)
furono tra le più importanti specie coltivate ed allevate per la prima
volta su larga scala.
Queste innovazioni fanno sì che i Sumeri siano considerati tra le
culture più creative della preistoria e della storia dell'umanità. Enzo
Biagi, nel suo libro Testimone del tempo, narra di aver conosciuto
in California un barbiere celibe, fedele della Chiesa Caldea, che si
vantava di essere l'ultimo sumero della Terra.
Note
1. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia, p. 10.
2. ↑ W. Hallo, W. Simpson, The Ancient Near East, pag. 28
3. ↑ John Nicholas Postgate, Early Mesopotamia: Society and
Economy at the Dawn of History. Postgate afferma che la
parola eme, "lingua", potrebbe essere diventata en, "signore",
attraverso un'assimilazione consonantica.
4. ↑ Salta a: 4,0 4,1 Sumerian Questions and Answers URL consultato
il 15-01-2008.
5. ↑ Salta a: 5,0 5,1 K. van der Toorn, P. W. van der Horst,Nimrod
before and after the Bible, The Harvard Theological Review,
pagg. 1-29
6. ↑ Salta a: 6,0 6,1 6,2 Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 123
7. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi, Mesopotamia. La culla della civiltà,
pag. 20
8. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi, Mesopotamia. La culla della civiltà,
pag. 21
9. ↑ Salta a: 9,0 9,1 9,2 Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 131
10. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 124
11. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 125
12. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 84
13. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 85
14. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 127
15. ↑ Enrico Ascalone, Mesopotamia. Assiri, sumeri e
babilonesi, pag. 109
16. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 134
17. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia, p.
21
18. ↑ Alcuni documenti sembrano però segnalare anche la
presenza di scribi femmine, anche se probabilmente queste
dovettero ricevere un'educazione privata.
19. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia, p.
23
20. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia, p.
25.
21. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia, p.
26.
22. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 128
23. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi, Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 94
24. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 128
25. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 129
26. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 128
27. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi, Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 94
28. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi, Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 96
29. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi, Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 96
30. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia,
pag. 74
31. ↑ Samuel Noah Kramer, I Sumeri alle radici della storia,
pag. 74
32. ↑ Mario Liverani - Storia Universale - Le civiltà
mesopotamiche, pag. 129
33. ↑ Giovanni Pettinato, I sumeri
34. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi - Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 49
35. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi - Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 49
36. ↑ Chiara Dezzi Bardeschi - Mesopotamia. La culla della
civiltà, pag. 49
37. ↑ History of Constellation and Star Names
38. ↑ Sumerian Questions and Answers
Bibliografia
 Liverani, Mario, Antico Oriente, Laterza, 1984.
 Pettinato, Giovanni, Sumeri, Rusconi, 1994.
 G. R. Castellino (a cura di), Testi sumerici e accadici, Torino,
UTET, 1977.
 G. Pettinato (a cura di), Mitologia sumerica, Torino, UTET,
2001 (antologia di testi mitologici sumerici in traduzione
italiana).
 E. Ascalone. Mesopotamia. Assiri, sumeri e babilonesi. Milano,
Mondadori Electa, 2005. ISBN 88-370-3276-5
 S. N. Kramer. I sumeri alle radici della storia. Roma, Newton &
Compton, 1979. ISBN 88-8183-776-5

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