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Definizioni e caratteristiche
L’imprenditore è colui che utilizza, organizza e dirige i fattori produttivi per trarne
profitto. E’ un produttore di ricchezza che scambia i beni per ottenere profitto che poi
sarà utilizzato per produrre nuova ricchezza.
Definizione giuridica
L’art. 2082 del c.c., dice che l’imprenditore è colui che esercita professionalmente
una attività economica organizzata allo scopo di produrre o scambiare beni e servizi.
Definizione letterale
Imprenditore deriva da impresa, egli è un produttore di ricchezza e come tale lo si
trova per la prima volta nel c.c. del 1942: è diverso dal commerciante perché questo è
uno speculatore, mentre l’imprenditore produce ricchezza.
Definizione economica
L’imprenditore è un operatore economico che funge da intermediario tra capitalisti-
lavoratori e consumatori, non è proprietario dei fattori produttivi, ma è colui chi
dirige e organizza i fattori della produzione: acquista beni e servizi producendo
ricchezza, scambia ricchezza vendendo ai consumatori.
Caratteristiche dell’imprenditore:
-Professionalità (=stabilità-continuità) deve esercitare l’attività produttiva in modo
professionale e con continuità anche se ci sono attività legate alla stagione
(albergatori, ristoratori, agenzie turistiche).
- attività economica: pur non avendo come scopo principale il profitto,
l’imprenditore cerca di ottenere ricavi superiori ai costi anche se vi sono attività
imprenditoriali col solo scopo di ricoprire i costi (cooperativa) l’attività è comunque
esercitata con criteri di economicità.
-organizzazione: l’imprenditore deve organizzare la sua attività (acquisto materie
prime, pagamento stipendi nel caso dell’industriale) o (semplice organizzazione dei
mezzi materiali nel caso del piccolo commerciante che svolge l’attività senza
dipendenti.
L’imprenditore quindi è:
intermediario nella produzione di beni o servizi
organizza e dirige i fattori produttivi non essendo il proprietario
crea ricchezza e la scambia ai consumatori.
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Art. 2195 c.c. attività commerciali
Indica le attività che si possono considerare commerciali:
- IMPRENDITORE COMUNEMENTE DETTO è colui che produce (secondi il
GENERE di attività).
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-L’ARTIGIANO è una particolare forma di piccolo imprenditore, infatti la “legge
quadro per l’artigiano”, dispone che abbia questi 3 requisiti:
- scopo = produzione di beni e servizi
- sia esercitata PERSONALMENTE, o se vi sono dei dipendenti, che questi siano
diretti personalmente dall’imprenditore artigiano ponendo dei limiti ben precisi del
numero dei dipendenti secondo il settore
- iscrizione nell’albo delle imprese artigiane.
- LIBERO PROFESSIONISTA (medico, avvocato, notaio). Non sono imprenditori a
meno che non si tratti di una attività organizzata in forma d’impresa.
- deve sempre agire personalmente
L’IMPRENDITORE COLLETTIVO
L’attività d’impresa può essere esercitata collettivamente e in questo caso abbiamo le
società che possono essere : - società di persone
- società di capitali
Nel sistema economico esistono anche enti pubblici:
- enti pubblici economici (si occupano di attività commerciali in
modo
stabile)
- enti pubblici politici (regioni, province, comuni - non c’è
stabilità)
Naturalmente non sono soggetti alle regole dell’imprendirtore
commerciale.
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delle passività dell’impresa. L’inventario si chiude con il bilancio (stato patrimoniale)
ottenendo profitti o perdite (conto economico).
Il libro giornale e degli inventari, devono essere: numerati; bollati; vidimati;
conservate per 10 anni.
- scritture contabili: a seconda della natura e dalle dimensioni dell’impresa.
Chi tiene i libri, in caso di insolvenza, può essere ammesso al concordato preventivo
o amministrativo controllato.
- originali delle lettere, telegrammi, fatture e le copie delle lettere.
L’imprenditore non è tenuto a rendere pubbliche le sue scritture
L’imprenditore risponde con tutto il suo patrimonio.
Deve inscriversi nel registro delle imprese come anche le società commerciali (che
può essere opponibile a terzi ).E’ tenuto dalle camere di commercio sotto vigilanza di
un giudice.
Per esercitare un’impresa commerciale, occorre avere la capacità d’agire. Se questa
attività fosse svolta da un incapace, i suoi contratti sarebbero annullabili.
La legge, per proteggere le persone, consente a tutti gli incapaci di esercitare
un’attività d’impresa tramite i rappresentanti legali; per i minori sono i genitori che
esercitano dei diritti nell’interesse dei rappresentati. L’interdetto (incapace di
intendere e volere) e l’inabilitato (parzialmente pazzo) esercitano l’attività d’impresa
rappresentati dai curatori (che possono compiere solo atti di straordinaria
amministrazione) che agiscono nell’interesse di costoro.
Il minore, l’interdetto e l’inabilitato non possono iniziare ma continuare l’esercizio di
un’impresa commerciale previa autorizzazione del tribunale.
Il minore emancipato può essere autorizzato dal tribunale sia a iniziare, sia a
continuare un’impresa commerciale.
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LE SOCIETÀ IN GENERALE
Il tipo di società può essere scelto dai privati tenendo conto della possibilità
economica.
La società semplice si denomina società non commerciale (C), mentre le altre
società lucrative si denominano società commerciali (D).
Le (c) possono essere costituite solo per l’esercizio di attività non commerciali e non
deve iscriversi al registro delle imprese; invece le (d) possono essere costituite sia per
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l’esercizio di attività commerciali (in questo caso sono soggette al fallimento e alle
altre procedure concorsuali), sia attività non commerciali e devono sempre iscriversi
al registro delle imprese.
Il fallimento della società porta automaticamente tutti i soci illimitatamente
responsabili al fallimento.
LE SOCIETÀ ARTIGIANE
Hanno per oggetto lo svolgimento di attività artigianali e possono iscriversi all’albo
delle imprese artigiane a queste condizioni:
- che si tratti di una società in nome collettivo o di una cooperativa
- che la maggioranza dei soci svolga in prevalenza il suo lavoro personale o manuale
- che il numero dei soci e dei dipendenti non superi i limiti fissati dall’art.4 della
legge sull’artigiano.
Una società che eserciti un’attività commerciale è sempre soggetta al fallimento,
qualsiasi sia il capitale investito, anche se venga svolta con il lavoro personale dei
soci.
LE SOCIETÀ DI COMODO
Sono costituite con lo scopo di intestare ad esse determinati beni (immobili, pacchetti
azionari) ottenendo così vantaggi fiscali. Esse non svolgono nessuna attività.
Questo obbiettivo viene raggiunto ricorrendo a un istituto straniero chiamato Anstalt
che è una fondazione costituita nel Principato del Leichtenstein e può operare in Italia
come persona giuridica straniera.
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LA SOCIETÀ SEMPLICE E LE ALTRE DISCIPLINE PER LE ALTRE
SOCIETÀ DI PERSONE
3. i conferimenti
Con la stipula del contratto i soci assumono l’obbligo di conferire in società un bene o
un servizio. I conferimenti possono avvenire:
- in denaro: con tali somme si inizierà ad esercitare l’attività sociale.
- in natura: il conferimento può avvenire:
- in proprietà ossia il bene diventa di proprietà della società
- in godimento cioè il socio deve garantire la società per i servizi
della cosa conferita ed il rischio di perimento di
quest’ultima sulla società.
In questa ipotesi il socio rimane proprietario del bene conferito e
concede alla società un diritto del bene di godimento analogo a quello del
locatario.
- di lavoro (SOCIO D’OPERA) o di crediti.
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il creditore possa agevolmente soddisfarsi. Il c/c ammette che il contratto costitutivo di
una società semplice limiti la responsabilità di alcuni soci o escluda solidarietà. Il patto
deve essere portato a conoscenza di terzi con mezzi idonei
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processuale, cioè agire in giudizio per conto della società. Comunque il contratto
sociale può regolare diversamente questo potere di rappresentanza.
LIQUIDAZIONE
Una volta sciolta la società entra nella fase della liquidazione: cioè pagare tutti i
debiti sociali e ripartire il residuo ai soci.
Il modo per liquidare può essere previsto dal contratto oppure deciso all’unanimità
dei soci, altrimenti si dovrà seguire la procedura prevista per legge: nomina di uno o
più liquidatori che redigono un inventario dell’attivo e passivo. I liquidatori non
possono fare nuove operazioni, altrimenti ne rispondono personalmente; non possono
dividere tra i soci beni sociali finche non siano pagati tutti i debiti sociali, anzi, se i
fondi sono insufficienti, possono chiedere le somme necessarie ai soci.
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10. scioglimento del rapporto sociale per un solo socio
Il rapporto sociale si scioglie limitatamente ad un socio per:
- morte: in questo caso non c’è successione agli eredi nella quota sociale (come
previsto per le società di capitali). Gli eredi hanno solo il diritto di ottenere la
liquidazione in denaro della quota del defunto. Oltre alla modalità della liquidazione,
i soci superstiti possono scegliere se
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LA SOCIETA’ IN NOME COLLETTIVO S.N.C.
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LA SOCIETÀ’ IN ACCOMANDITA SEMPLICE: S.A.S.
Poteri dell’accomandante:
Può avvalersi di una procura speciale per singoli affari; può dare autorizzazioni e
pareri, può compiere ispezioni e sorvegliare. Ha diritto alla comunicazione annuale
del bilancio. Partecipa alla scelta degli amministratori. Tutte le decisioni che
implicano la modifica dell’atto costitutivo devono essere prese col consenso degli
accomandanti. La società si scioglie se rimangono solo soci
accomandanti/accomandatari salvo che entro 6 mesi non vengano sostituiti. Se
vengono a mancare tutti gli accomandatari, gli accomandanti possono nominare un
amministratore provvisorio per il compimento degli atti di ordinaria amministrazione
che però non assume la qualità di un socio accomandatario.
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LA SOCIETÀ PER AZIONI: CARATTERI GENERALI
S.p.A.
La S.p.A. è caratterizzata dal fatto che per le obbligazioni sociali, la società risponde
solo col proprio patrimonio; i soci, quindi, hanno una responsabilità limitata alla
quota o ai beni conferiti.
I creditori sociali possono soddisfarsi solo sul patrimonio della società. In caso di
fallimento, questo non viene esteso ai soci.
La responsabilità limitata dei soci viene meno solo nel caso in cui tutte la azioni della
società si concentrino, per trasferimenti avvenuti dopo la costituzione, nelle mani di
un unico azionista.
Le quote di partecipazione sono rappresentate da azioni: titoli di credito conferiti ai
soci come attestato della loro partecipazione alla società. Un altro beneficio è quello
di poter ricorrere al mercato finanziario.
Mercato primario è il mercato dei titoli di prima emissione. Il collocamento dei titoli
in questo mercato, consente di raccogliere denaro tra il pubblico da sommare poi con
quello conferito dal gruppo stesso: ciò aumenta la potenza economica della società.
Il denaro raccolto presenta un capitale di rischio: il sottoscrittore assume la veste di
socio e non di creditore nei confronti della società, quindi avrà diritto alla restituzione
della quota se la società abbia conseguito degli utili.
Mercato secondario è il mercato al quale si ricorre nel caso in cui si voglia rivendere i
titoli azionari sottoscritti; la vendita può avvenire per trattativa diretta tra venditore e
compratore oppure nella borsa valori, se il titolo vi è ammesso.
La rivendita dei titoli è possibile col fenomeno del disinvestimento per investire in
titoli più lucrativi. L’aumento o la diminuzione del valore di mercato dipende
dall’andamento di mercato.
Le S.p.A. possono emettere obbligazioni: titoli di credito che la società rilascia a chi
le presta del denaro e incorponano il diritto alla restituzione maggiorata degli
interessi.
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Le società di comodo sono società immobiliari costituite con lo scopo di ottenere
vantaggi fiscali: - un immobile conferito in società cessa giuridicamente di far parte
del patrimonio del conferente
- quando si vuole alienare l’immobile conferito in società, anziché
vendere direttamente l’immobile l’azionista può cedere l’intero pacchetto azionario
risparmiando l’imposta sulla cessione degli immobili.
Le piccole società per azioni non collocano le azioni nel mercato finanziario ma
gestiscono per lo più imprese di medie dimensioni con lo scopo di usufruire del
beneficio della responsabilità limitata nei confronti dei creditori sociali più deboli. I
creditori sociali più forti come le banche, concedono credito alla società facendosi
rilasciare dai soci fideiussioni che garantiscono questi debiti sociali; nel caso in cui la
società non adempia a tali debiti verso la banca, questa potrà chiederne il pagamento
personalmente ai soci nella qualità di fideiussori e potrà, eventualmente, iniziare
azioni esecutive sul loro patrimonio personale.
Le grandi società per azioni svolgono un ruolo primario nel sistema capitalistico:
gestiscono le imprese di più grandi dimensioni e controllano la maggior parte del
capitale sociale. La collocazione delle azioni determina il formarsi di due categorie di
azionisti:
- quelli appartenenti al gruppo di comando che detengono tutto il potere sulla società
- gli azionisti estranei al gruppo di comando che non partecipano alla gestione della
società, ma concorrono alla divisione degli utili e di speculare sulle oscillazioni di
quotazione.
Nelle S.p.A. vige il principio capitalistico: ogni azione attribuisce infatti un voto
nell’assemblea della società: chi ha il 51% delle azioni, ha la maggioranza assoluta
dei voti, quindi ha il controllo della società.
I gruppi di comando riescono a mantenere il controllo della società con azioni diffuse
tra il pubblico possedendo pacchetti azionari facendo lega sull’assenteismo degli
azionisti che non si conoscono.
Quindi collocando le azioni tra il pubblico dei risparmiatori, si ha un meccanismo
finanziario che moltiplica la potenza economica del gruppo di comando.
I gruppi di società sono società collegate tra loro ove vi è una società capogruppo
(madre) che possiede il pacchetto azionario di controllo di altre società (figlia) le
quali a loro volte possono detenere il pacchetto di controllo di ulteriori società e così
via. Si forma così una struttura piramidale in cui al vertice c’è la holding. Se la sua
funzione è quella di assumere e gestire le partecipazioni in altre società, si chiama
holding pura (o società finanziaria). Se oltre a questa funzione, esercita un’altra
attività, si chiama holding mista.
Lo scopo di formare un gruppo, per gli azionisti che controllano la holding, è di
diversificare gli investimenti in più settori economici: gli utili conseguiti possono
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essere investiti per es. nel settore assicurativo o bancario, acquistando un pacchetto di
controllo di società che esercitano tali attività.
Un altro scopo può essere di frazionare un’unica impresa in più società controllate da
una società madre con l’obbiettivo di separare i rischi inerenti ad ogni settore della
stessa impresa.
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- l’oggetto sociale è l’attività economica che la società deve svolgere e delimita il
rischio che gli azionisti assumono entrando in società. Possono essere attività
commerciali (soggette al fallimento) e non commerciali.
- l’ammontare del capitale: il capitale sottoscritto è il valore complessivo dei
conferimenti che i soci si impegnano ad effettuare; il capitale versato è la parte dei
conferimenti che i soci hanno realmente effettuato a favore della società. Il capitale
minimo è di 200 milioni.
- il valore nominale e il n° di azioni e se sono nominative o al portatore.
- il valore dei crediti e dei beni conferiti in natura. Chi conferisce beni in natura
deve presentare una relazione giurata di un esperto designato dal presidente della
repubblica contenente la descrizione dei debiti o dei crediti, il loro valore e il criterio
di valutazione. Essa deve essere controllata nei 6 mesi successivi alla costituzione. Se
la stima risulta eccessiva, la società deve ridurre il capitale sociale annullando le
azioni che risultano scoperte.
- le regole di ripartizione degli utili
- la misura della partecipazione agli utili accordata ai promotori e ai soci fondatori.
Per evitare che i promotori approfittino della loro posizione per attribuirsi privilegi a
danno degli altri azionisti
- il n°degli amministratori, i loro poteri indicando coloro che hanno la
rappresentanza della società
- il n° dei componenti del collegio sindacale
- la durata della società
- l’importo globale delle spese a carico della società per la costituzione.
LO STATUTO contiene le norme relative al funzionamento della società ed è parte
integrante dell’atto costitutivo.
Altri adempimenti
- il capitale sociale deve essere sottoscritto per intero
- si devono versare almeno i 3/10 dei conferimenti in denaro prima della stipulazione
dell’atto costitutivo presso un banca (per garantire i creditori sociali). Per far fronte a
necessità, gli amministratori possono chiedere ai soci il versamento dei decimi
rimanenti; se il socio non adempie, gli amministratori possono far vendere le sue
azioni; se la vendita non può aver luogo, possono dichiarare decaduto il socio
moroso
- per costituire una S.p.A. con capitale superiore a 10 miliardi, occorre ottenere
l’autorizzazione del ministero del tesoro.
Per costituire una S.p.A. che ha per oggetto l’attività bancaria è soggetta
all’autorizzazione della Banca d’Italia; la costituzione di una società assicurativa è
soggetta ad autorizzazione del ministro dell’Industria.
l’omologazione
L’atto costitutivo deve essere depositato presso l’ufficio del registro delle imprese.
Inizia così il giudizio di omologazione da parte del tribunale che deve verificare che
non contenga clausole contrarie alla legge e che siano presenti tutte. Se il tribunale da
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un giudizio positivo, ordina con decreto, l’iscrizione nel registro delle imprese;
oppure con un decreto, rifiuta l’omologazione.
A differenza delle società di persone, la S.p.A., senza l’iscrizione nel registro delle
imprese non esiste neppure come società irregolare.
L’atto costitutivo, viene poi pubblicato nel Bursal; questa rende l’atto costitutivo
opponibile a terzi. Anche le modifiche all’atto costitutivo, devono seguire lo stesso
procedimento.
I soci possono stipulare dei contratti parasociali; con questi i soci si impegnano a
tenere determinati comportamenti all’interno della società.
I più importanti sono i sindacati azionari. Ci può essere un sindacato di blocco: il
socio si impegna a non cedere ad altri le proprie azioni oppure un sindacato di voto: il
socio si impegna a votare nell’assemblea della società secondo quanto verrà deciso
dalla maggioranza.
degli appartenenti al sindacato stesso. Tramite questo, i maggiori azionisti si
coalizzano per conseguire tale controllo.
LE AZIONI E LE OBBLIGAZIONI
La somma dei conferimenti forma il capitale sociale che viene diviso in quote di
uguale valore chiamate azioni e vengono attribuite ai soci in proporzione al numero
dei conferimenti. Per azione si intende sia le quote ideali in cui è suddiviso il capitale
sociale, sia i titoli veri e propri che rappresentano tali quote di capitale.
I titoli azionari possono essere nominativi o al portatore (azioni di risparmio).
Le azioni sono liberamente trasferibili.
Se l’atto costitutivo ha la clausola “nulla”, si limita ma non si vieta l’alienazione
delle azioni. Con la “clausola di prelazione”, i soci si impegnano a vendere prima
agli altri soci le azioni che intendono cedere. La “clausola di gradimento”:si
richiede che l’acquirente delle azioni abbia il gradimento del consiglio di
amministrazione.
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Se l’azionista non ha ancora versato l’intero conferimento promesso, non si libera
dall’obbligo di effettuare i versamenti ancora dovuti cedendo le sue azioni: rimane
obbligato in solido per 3 anni con l’acquirente per l’ammontare ancora dovuto.
Categorie di azioni
- azioni privilegiate:- partecipazione agli utili o ad una quota di patrimonio netto
- diritto al voto nell’assemblea straordinaria (a voto limitato)
- azioni di risparmio: emesse solo da società quotate in borsa; possono essere
nominative o al portatore e non danno diritto di voto.
privilegi:
- diritto ad una ripartizione annuale degli utili per il 5% del valore nominale
dell’azione
- in caso di liquidazione della società, prima devono essere rimborsate le azioni
- se bisogna ridurre il capitale sociale per perdite, prima le perdite vengono poste a
carico delle altre azioni e poi quando il loro valore viene diretto a zero, le ulteriori
perdite vengono poste a carico delle azioni di risparmio.
-le azioni a favore dei prestatori di lavoro anziché distribuire denaro; prive del dir.
di voto
- le azioni di godimento emesse quando la società decide di ridurre il capitale
sociale.
Le obbligazioni sono titoli di credito emessi dietro prestito di denaro alla società,
che danno diritto al rimborso ad una scadenza del capitale prestato e al pagamento
di un interesse. Possono essere nominative o al portatore. Nelle grandi società
vengono collocate tramite un consorzio costituito da banche nel pubblico dei
risparmiatori. Costituisce un modo di rivolgersi al mercato finanziario.
Le obbligazioni indicizzate prevedono modi di rivalutazione automatica del valore
del titolo.
Le obbligazioni convertibili in azioni conferiscono il diritto di chiedere la
sostituzione dei titoli obbligazionari con azioni della società.
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L’assemblea degli obbligazionisti delibera sulla modificazione delle condizioni del
prestito poste sulla società. Le deliberazioni vincolano anche se assenti o dissenzienti.
La Monte Titoli S.p.A. gestisce dei titoli azionari e obbligazionari quotati in borsa.
Consente di trasferire i titoli senza muoverli fisicamente.
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2)quando le azione di sottoscrizione sono offerte in sottoscrizione ai dipendenti della
società
3)la delibera di aumento del capitale sociale è approvate da tanti soci che
rappresentino oltre la metà del capitale sociale.
- gratuito può essere attuato quando la società ha accantonato riserve che possono
essere trasformate in capitale.
Il diritto di voto non può essere esercitato dal socio nelle deliberazioni in cui ha un
interesse in conflitto con quello della società. E’ in conflitto di interessi il socio che
è portatore di due interessi opposti.
Il socio non può esercitare il diritto di voto per perseguire interessi extrasociali, cioè
non può abusare del diritto di voto, esercitandolo per realizzare scopi che non sono
comuni a tutti i soci in quanto tali.
Gli amministratori
L’amministrazione di una S.P.A. può essere affidata ad un amministratore unico o
ad un consiglio di amministrazione. Gli amministratori possono essere soci o non
soci (manager).
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Agli amministratori compete la gestione dell’impresa sociale: hanno il potere di
decidere se e quali affari compiere nell’ambito dell’oggetto sociale.
Il consigli di amministrazione può delegare le proprie attribuzioni a un comitato
esecutivo o ad amministratori delegati.
La nomina degli amministratori spetta all’assemblea e non possono essere nominati
per un periodo superiore a 3 anni. Anche la revoca spetta all’assemblea anche se non
c’è una giusta causa, ma l’amministratore revocato ha diritto al risarcimento danni.
La nomina e la revoca devono essere iscritte nel registro delle imprese. Il compenso
spettante ai membri del consiglio di amministrazione è determinato dall’atto
costitutivo o dall’assemblea. Le decisioni degli amministratori sono segrete. Gli
azionisti non hanno il diritto di avere notizie sull’andamento degli affari, ne di
prendere visione del libro delle adunanze e delle
deliberazioni del consiglio di amministrazione; questo per tutelare il segreto
aziendale.
Agli amministratori spetta il potere di gestione e il potere di rappresentanza e
possono compiere tutti gli atti che rientrano nell’oggetto sociale salvo limitazioni di
legge o dell’atto costitutivo.
Le limitazioni al potere di rappresentanza (dall’atto costitutivo) non sono opponibili a
terzi (salvo che non abbiano agito a danno della società).
Gli atti estranei all’oggetto sociale, compiuti dagli amministratori, non vincolano la
società a meno che il terzo contraente non sia in buona fede.
Gli amministratori sono responsabili solidalmente nei confronti della società dei
danni causati con il loro comportamento negligente. L’azione di responsabilità è
deliberata dall’assemblea ordinaria.
Gli amministratori rispondono anche verso i creditori sociali se il patrimonio sociale
è insufficiente per coprire i loro crediti.
Rispondono anche nei confronti dei singoli soci o terzi. Il socio può esercitare
l’azione sociale di responsabilità che spetta all’assemblea ed essere risarcito solo
degli danni che gli amministratori gli hanno cagionato direttamente.
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I sindaci possono avvalersi di dipendenti e ausiliari.
Il controllo dei sindaci sull’amministrazione può essere sollecitata dagli azionisti
tramite denuncia al collegio sindacale.
I sindaci sono nominati e revocati dall’assemblea.
I sindaci sono responsabili verso la società e verso i creditori sociali.
I soci che rappresentano il decimo del capitale sociale possono denunciare al
tribunale le gravi irregolarità compiute dai sindaci e dagli amministratori.
Il tribunale può ordinare l’ispezione dell’amministrazione della società e può anche
revocare gli amministratori e i sindaci e nominare un amministratore giudiziario.
La società di revisione svolge sulla contabilità o sul bilancio della società gli stessi
controlli che competono ai sindaci. Se danno esito positivo, la società di revisione
certifica il bilancio della società controllata.
IL BILANCIO
LO STATO PATRIMONIALE
Valuta le componenti del patrimonio che si trovano al momento della chiusura
dell’esercizio sociale. Ha la funzione di rappresentare la situazione patrimoniale e
finanziaria alla chiusura dell’esercizio.
E’ composto da attivo e passivo:
Attivo: vengono indicati gli impieghi
a) crediti v/soci: versamenti ancora dovuti
b) immobilizzazioni materiali (impianti e macchinari)
immateriali (costi di impianto e ampliamenti)
finanziarie (crediti a lungo termine)
c) attivo circolante rimanenze
crediti a breve v/clienti
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attività finanziarie
disponibilità liquide
d) ratei e risconti attivi: costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio
Passivo: vengono indicate le fonti
Da un lato abbiamo tutti i debiti della società: v/banche (mutui, aperture di credito,
sconto effetti), v/altri sovventori (obbligazionisti o altri finanziatori), v/fornitori
(dilazioni di pagamento).
Dall’altro lato, abbiamo la fonte di finanziamento dell’attività sociale costituita dai
finanziamenti propri, denominata patrimonio netto: capitale sociale, utile
d’esercizio, riserve: legale(per al ventesima parte del capitale sociale finche non si sia
raggiunto 1/5 del capitale sociale), statutaria (accantonamenti di utili annuali imposti
dall’atto costitutivo), facoltative (accantonamenti decisi dall’assemblea ordinaria).
Attivo = passività + patrimonio netto
I fondi per rischi e oneri(possono essere destinati solo a coprire perdite o debiti)
IL CONTO ECONOMICO
Ha la funzione di mostrare come si è formato l’utile o la perdita d’esercizio.
E’ imposto uno schema scalare che obbliga a suddividere i ricavi e i costi in categorie
omogenee.
Il c.e. deve indicare il valore ed i costi della produzione (dato dai ricavi delle
vendite di beni e servizi) sottraendo l’utile(perdita).
I proventi (costituiti dai dividenti percepiti per le partecipazioni in altre società e gli
interessi derivanti dai crediti) e oneri finanziari (costituiti dagli interessi annuali
dovuti alle banche, obbligazionisti e fornitori).
Rettifiche di valore di attività finanziarie (rappresentate delle riserve e svalutazioni
subite da partecipazioni in altre imprese.
I proventi o oneri straordinari costituiti dai guadagni e dalle perdite derivanti
dall’alienazione di beni strumentali.
La somma di tutti questi risultati, determina il risultato d’esercizio.
Si devono poi indicare le imposte sul reddito e quindi l’utile o la perdita al netto
delle imposte.
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve essere veritiero e corretto.
I principi di redazione:
- competenza
- continuità
- prudenza e continuazione
I criteri di valutazione:
- le immobilizzazioni devono essere iscritte al costo di acquisto o di produzione ed il
costo deve essere ammortizzato in ogni esercizio
- le rimanenze tenute coi metodi: first in; first out
- le riserve occulte ottenute con una sottovalutazione dei ricavi o una
sopravvalutazione dei costi. Non sono legali.
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LA NOTA INTEGRATIVA
La nota integrativa è un documento destinato ad integrare i dati dello stato
patrimoniale e del conto economico con l’indicazione dei criteri di valutazione
applicati ed ulteriori informazioni.
La relazione sulla gestione, invece, serve a completare l’informazione contabile e
illustra l’andamento della gestione dell’impresa sociale.
Il bilancio in forma abbreviata può essere redatto dalle società che nel primo
esercizio, o successivamente, per due esercizi consecutivi non abbiano superato:
- 2.000.000.000 dell’attivo patrimoniale
- 4.000.000.000 per ricavi delle vendite e prestazioni
- 50 dipendenti
Le società che controllano altre società devono redigere il bilancio consolidato che
indica la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico del complesso
delle imprese.
Il bilancio consolidato è formato dallo stato patrimoniale, dal conto economico e
dalla nota integrativa e deve essere redatto seguendo i principi di consolidamento.
Il bilancio consolidato ha solo una funzione informativa ma è sottoposto agli stessi
controlli previsti per i bilancio d’esercizio.
I libri sociali:
- libro dei soci
- libro delle obbligazioni (se società ha emesso obbligazioni)
- libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee
- del consiglio di amministrazione
- del collegio sindacale
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- del comitato esecutivo (se esiste)
- degli obbligazionisti (se emesse
obbligazioni)
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LO SCIOGLIMENTO E LA LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETÀ’
Cause di scioglimento:
- decorso il termine
- conseguimento dell’oggetto sociale
- impossibilità del funzionamento dell’assemblea o la sua continuata inattività
- riduzione del capitale al di sotto del minimo legale
- deliberazione di scioglimento anticipato da parte dell’assemblea straordinaria
- altre cause previste dall’atto costitutivo
- fallimento
Quando si verifica una di queste cause, la società entra nella fase di liquidazione, così
gli amministratori non possono intraprendere nuove operazioni e se le intraprendono,
ne rispondono solidalmente e illimitatamente.
Le cause di scioglimento operano di diritto; gli amministratori depositano nel registro
delle imprese e pubblicano nel Bursal una deliberazione del consiglio di
amministrazione che accerti il verificarsi di una di queste cause (non opponibili a
terzi).
I liquidatori sono nominati dall’assemblea straordinaria o dal presidente del
tribunale.
Con la nomina dei liquidatori, gli amministratori cessano la loro carica.
Le loro funzioni sono di liquidare i beni sociali e pagare i creditori; se i fondi non
sono disponibili, chiedono ai soci il versamento della parte mancante.
Compiuta la liquidazione, i liquidatori, devono redigere il bilancio finale di
liquidazione indicando la parte spettante a ciascuna azione. Se entro 3 mesi dalla
deposizione nel registro delle imprese, nessun socio propone reclamo davanti al
tribunale, il bilancio si intende approvato.
Dopo l’approvazione del bilancio, i liquidatori chiedono la cancellazione della società
dal registro delle imprese e la pubblicazione del provvedimento di cancellazione nel
Bursal.
Dopo la cancellazione della società, i creditori non soddisfatti possono far rivalere i
loro crediti nei confronti dei soci.
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LE ALTRE SOCIETÀ’ DI CAPITALI
S.A.p.A.
Ci sono 2 categorie di soci:
- azionisti accomandatari rispondono solidalmente e illimitatamente delle
obbligazioni
- azionisti accomandanti responsabili limitatamente alla quota conferita.
Tutte le quote di partecipazione sono rappresentate da azioni.
La denominazione della società deve contenere il nome di almeno uno dei soci
accomandatari con l’indicazione della sigla S.p.A.
Anche l’atto costitutivo deve indicare il nome degli accomandatari che diventano
amministratori di diritto. Essi possono essere revocati dall’assemblea straordinaria; se
non c’è giusta causa, l’amministratore revocato può chiedere risarcimento danni.
Gli accomandatari hanno diritto di veto sulle modificazioni dell’atto costitutivo,
infatti queste devono essere deliberate dall’assemblea straordinaria e approvate da
tutti gli accomandatari.
La società si scioglie se cessano tutti gli amministratori e se entro 6 mesi non sono
stati sostituiti. L’unica s.a.p.a. è la Pirelli.
S.R.L.
Tutti i soci hanno la responsabilità limitata. Il capitale minimo è di 20 milioni.
Le quote di partecipazione non possono essere rappresentate da azioni e quindi non
può far ricorso al mercato finanziario. I creditori più forti si fanno rilasciare una
fideiussione personale a garanzia del credito.
Le quote dei soci possono essere di diverso importo (non inferiori a mille lire) e sono
liberamente trasferibili a meno che l’atto costitutivo non limiti o vieti il loro
trasferimento.
Il collegio sindacale può mancare nella società. La sua nomina è obbligatoria se
prevista nell’atto costitutivo o se il capitale è superiore a 200 milioni o se la società
ha la facoltà di redigere il bilancio in forma abbreviata.
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- la persona fisica unica socia della società non sia contemporaneamente socio unico
di altra società di capitali
- i conferimenti siano interamente versati
- sia stata attuata la pubblicità prescritta
Le ragioni della fusione sono per eliminare la concorrenza o per compensare gli utili
di una società con le perdite dell’altra.
La fusione non è ammessa alle società sottoposte a procedure concorsuali o quelle in
liquidazione che hanno iniziato la distribuzione dell’attivo.
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un’ulteriore relazione redatta da esperti designati dal presidente del tribunale che
attesti la congruità del rapporto di cambio.
La fusione deve essere deliberata da entrambe le società. Le deliberazioni devono
essere iscritte nel registro delle imprese e pubblicate nella Gazzetta ufficiale. La
fusione può essere attuata solo dopo 2 mesi dalla pubblicazione, tempo necessario per
i creditori per fare opposizione. trascorsi i 2 mesi le società possono stipulare l’atto di
fusione con la forma di atto pubblico e iscritto nel registro delle imprese e poi
pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
Hanno diritto di recedere i soci di una società quotata dissenzienti dalla fusione
attuata mediante costituzione di una nuova società o mediante incorporazione in una
società non quotata.
L’ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE
LE SOCIETA’ COOPERATIVE
Le cooperative non hanno scopo di lucro, ma hanno uno scopo mutualistico che
consiste nell’offrire ai soci beni o servizi o occasioni di lavoro a condizioni migliori
di quelle offerte dal mercato.
I soci si uniscono per esercitare direttamente a proprio vantaggio un’attività
economica in modo da risparmiare il profitto dell’imprenditore.
In una cooperativa di consumo più consumatori si uniscono per acquistare
all’ingrosso dai produttori determinati beni e riacquistarli al dettaglio dalla
cooperativa a un prezzo inferiore a quello di mercato perché non grava il profitto del
commerciante.
In una cooperativa agricola, più agricoltori si organizzano per vendere direttamente
ai consumatori i loro prodotti, oppure per trasformarli e venderli.
Una cooperativa edilizia ha lo scopo di far acquistare ai soci la proprietà della casa
risparmiando il profitto dello speculatore immobiliare.
Una cooperativa di credito ha lo scopo di fornire prestiti ai soci ad un tasso di
interesse inferiore a quello applicato dalle benché.
Una mutua assicuratrice ha lo scopo di assicurare i soci a condizioni più favorevoli
di quelle applicate delle società di assicurazioni.
I consorzi di cooperative sono cooperative di cooperative con lo scopo di potenziare
e coordinare l’attività economica delle cooperative socie che operano sull’intero
mercato nazionale/internazionale.
Le associazioni nazionali delle cooperative svolgono la funzione di guida ideale e di
vigilanza sull’intero movimento cooperativo.
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Le associazioni di tutela, rappresentanza, assistenza del movimento cooperativo,
possono costituire fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della
cooperazione, alimentati dal versamento obbligatorio di tutte le cooperative del 3%
dei loro utili annuali. Questi fondi possono essere gestiti senza scopo di lucro.
Vi possono essere:
- cooperative a responsabilità limitata (quote possono essere rappresentate da azioni)
- cooperative a responsabilità sussidiaria limitata
- cooperative a responsabilità illimitata
Le cooperative sono soggette al fallimento solo se esercitano un’attività commerciale.
Il fallimento della cooperativa non determina il fallimento personale dei soci a
responsabilità illimitata o a responsabilità sussidiaria limitata.
Le cooperative possono operare secondo il modello di:
- mutualità pura: instaurando rapporti solo con i soci
- mutualità spuria: operano anche con terzi non soci
Gli utili possono essere distribuiti in proporzione al capitale conferito. Ci sono dei
limiti:
- la quinta parte degli utili netti è messa a riserva legale
- il 3% è corrisposta a fondi mutualistici per la promozione o sviluppo
- la remunerazione del capitale sociale delle cooperative, non può in nessun caso
essere superiore alla remunerazione dei prestiti sociali.
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I ristorni sono somme di denaro che la cooperativa distribuisce periodicamente ai
soci.
Tali somme non sono utili e quindi non vengono distribuiti ai soci in base ai
conferimenti.
Per ottenere agevolazioni tributarie o di altra natura, una cooperativa deve iscriversi
nel registro prefettizio e nello schedario generale.
Le cooperative sono assoggettate alla vigilanza delle associazioni nazionali delle
cooperative e del ministro del lavoro.
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L’AZIENDA
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- emblematico cioè costituito da un disegno
- misto
- marchio di forma o tridimensionale
Ci sono:
- marchi di fabbrica cioè apposti sul prodotto dal fabbricante
- marchi di commercio cioè apposti dal rivenditore
Può essere:
- individuale usato da una singola impresa
- collettivo usato da più imprenditori riuniti in un’associazione (pura lana, vero cuoio)
Chi vuole acquistare il diritto esclusivo all’uso, deve ottenere la registrazione presso
l’Ufficio italiano brevetti e marchi e può essere rinnovato ogni 10 anni.
Marchio di fatto = non registrato. Se questo ha acquistato notorietà nazionale ha
diritto all’uso esclusivo
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LA CONCORRENZA TRA IMPRENDITORI
Il nostro sistema economico si basa sul principio della libera iniziativa economica
privata e della libera concorrenza: qualunque imprenditore può estendere la propria
attività in qualsiasi settore economico anche in concorrenza con altri imprenditori
purché non si usino metodi sleali.
Ai sensi dell’art. 2598, questi vengono usati quando:
1) si compiono atti idonei a creare confusione con prodotti altrui (nomi, segni
distintivi = imitazione servile)
2) concorrenza sleale per denigrazione, quando si diffondono notizie e apprezzamenti
per determinare il discredito su prodotti o attività altrui.
concorrenza sleale per vanteria quando ci si appropria di pregi di prodotti o imprese
altrui.
3) ci si avvale di qualsiasi mezzo non conforme ai principi della corretta professione
per danneggiare l’azienda altrui (storno di dipendenti, spionaggio industriale etc.)
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- fissare i prezzi d’acquisto/vendita o di altre condizioni.
- controllare la produzione, sbocchi, investimenti, sviluppo tecnico
- ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento
- applicare nei rapporti commerciali condizioni diverse per prestazioni equivalenti per
de-
terminare uno svantaggio nella concorrenza
2) la disciplina del mercato nazionale. L’art. 85 del trattato CEE e un art. della legge
287/1990, vieta e dichiara nulli gli accordi che hanno lo scopo di impedire o falsare
in modo consistente la concorrenza all’interno del mercato nazionale. L’autorità può
sospendere l’attività d’impresa fino a 30 giorni e può autorizzare intese vietate purché
migliorino le condizioni di offerta sul mercati a vantaggio dei consumatori.
B) il controllo delle concentrazioni di imprese
Per eliminare la concorrenza, due o più imprese si concentrano in un’unica impresa
eliminando così la possibilità di scelta dei consumatori.
- nella CEE: ogni concentrazione deve essere notificata alla commissione che dovrà
dichiarare quella concentrazione compatibile o incompatibile con il mercato comune.
- nella nazione: la concentrazione deve essere comunicata all’autorità se il fatturato
dell’insieme delle imprese supera i 500/mm. L’autorità dovrà decidere se vietare o
meno tale concentrazione ed eventualmente sanzionare.
C) divieto dell’abuso di posizione dominante
Un’unica impresa può conquistare una posizione dominante, monopolistica o no,
all’interno di un mercato. Tale impresa può quindi prendere decisioni da sola (prezzi
di vendita), quindi potrebbe abusare della sua posizione dominante.
1) nella CEE, (l’art.86 del trattato CEE), è vietato lo sfruttamento abusivo recato da
un’impresa con posizione dominante quando:
- vuole imporre prezzi di acquisto/vendita o altre condizioni non eque
- limita la produzione e lo sviluppo tecnico a danno dei consumatori
- applica nei rapporti commerciali condizioni diverse per prestazioni equivalenti
determinano così un danno alla concorrenza
2) nella nazione (art.3 L.287/90) è vietato l’abuso dell’impresa in posizione
dominante all’interno del mercato nazionale.
I CONSORZI
Sono contratti mediante i quali più imprenditori si uniscono in un’unica
organizzazione per disciplinare o svolgere determinate fasi delle rispettive imprese.
Il contratto di consorzio limita la concorrenza tra le imprese consorziate e deve essere
fatto per iscritto a pena di nullità; può essere modificato solo col consenso di tutti i
consorziati (a meno che il contratto non prevede diversamente).
I consorzi possono essere con attività esterna: in questo caso devono essere
iscritti nel registro delle imprese e devono essere dotati di un fondo consortile e
devono redigere una situazione patrimoniale.
Le società consortili sono società che hanno per oggetto lo scopo di un consorzio
e possono avere la forma di una società commerciale di persone o di capitale.
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I MONOPOLI LEGALI
Normalmente la legge protegge la libera concorrenza, a volte però è la legge stessa
che, per motivi di utilità comune, istituisce imprese di monopolio (FF; PPT; ENEL..).
Si tratta quindi di imprese nazionalizzate. Questi monopoli legali, sono disciplinati
dall’art. 2597c.
La legge antitrust autorizza l’autoproduzione da parte di altre imprese di beni e
servizi sottoposti a monopolio legale se per uso proprio.
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LE PROCEDURE CONCORSUALI
L’imprenditore commerciale che non paga i propri debiti viene dichiarato fallito.
Il fallimento è una procedura giudiziaria con la quale l’imprenditore viene spossessato
di tutti i suoi beni che vengono venduti, per soddisfare, col ricavato, tutti i creditori.
È una procedura esecutiva per tutelare i creditori dell’imprenditore.
Caratteristiche:
concorsualità: serve per attuare la parità di trattamento dei creditori
generalità: perché investe l’intero patrimonio del debitore
officiosità: il fallimento può essere iniziato d’ufficio dal tribunale o dal pubblico
ministero o su istanza dei creditori.
IL FALLIMENTO
Possono essere dichiarati falliti solo gli imprenditori commerciali privati non piccoli.
Il presupposto soggettivo è che eserciti un’attività commerciale.
Può essere fallito sia l’imprenditore che ha cessato l’esercizio dell’impresa, sia
l’imprenditore defunto e deve essere dichiarato tale entro un anno. In quest’ultimo
caso, si coinvolge solo il patrimonio ereditario.
Il presupposto oggettivo è lo stato di insolvenza ossia l’impossibilità di soddisfare
le proprie obbligazioni.
Questa insolvenza si può manifestare con inadempimenti (cessa di pagare i debiti) o
con altri fatti (fuga, chiusura dei locali).
Un creditore insoddisfatto deve dimostrare lo stato di insolvenza dell’imprenditore.
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• - l’imprenditore insolvente che vuole sottrarsi alle pressioni o ai ricatti dei
creditori
• - il pubblico ministero quando lo stato di insolvenza risulti in sede di giudizio
penale
• - dal tribunale d’ufficio: il tribunale viene a conoscenza dell’insolvenza
dell’imprenditore o perché risulta da causa civile o perché dimostrata nell’elenco
dei protesti.
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