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Anno 3 - Numero 3
All’interno:
N el suo celebre dialogo “Il Politico”, il filosofo greco Platone paragona la politica all’arte
del tessitore. È un’immagine che mi ha sempre affascinato. Mi ha sempre ricordato
la figura di Aldo Moro, di cui proprio in questi giorni ricorre l’anniversario del rapi-
mento e dell’uccisione. L’idea alta della politica come sforzo di sintesi è forse
l’eredità più bella ed attuale dello statista pugliese. Insieme alle belle lettere,
così umane, che scrisse alla moglie Noretta dalla prigionia.
Giochi e Moro e Platone mi son tornati in mente in questi giorni, mentre consideravo
l’instancabile lavoro del Presidente Napolitano per i festeggiamenti in occa-
allegria per sione dei 150 anni del nostro Paese.
il Carnevale Se c’è una cosa di cui mi son sentito orgoglioso in questo periodo - io che sono
un pò allergico alla retorica di patria - è proprio il mio Presidente della Repubblica,
in Oratorio forse ultimo baluardo contro la bassezza di certa politica e di certi politici. E allo stesso
[pag. 2] tempo, punto di riferimento per quanti da domani, archiviati i festeggiamenti, vorranno
rimboccarsi le maniche, per tentare una ricostruzione. Proprio come all’indomani della
guerra.
Dossier: Qualcuno, tra voi, amici lettori, troverà forse un pò insolito che un giornale di parrocchia
i 150 anni dell’Italia scriva di politica. Eppure, io lo ritengo necessario e doveroso. Necessario, perché il no-
stro Paese ha bisogno di politica. Quella vera. Fatta di progetti, idee, ideali. Una politica
[pag. 4-5] capace di archiviare la brutta stagione di litigio endemico a cui ormai siamo abituati.
Una politica capace di licenziare i dibattiti infuocati, i toni esageratamente violenti. Una
Il ricordo di Romeo politica capace di riconoscere le responsabilità dell’attuale classe dirigente (la peggiore
dall’Unità d’Italia, su questo concordiamo un pò tutti!), ma anche di ripartire. Di imma-
[pag. 7] ginare un nuovo ruolo per il nostro Paese, per le nostre città (sì, anche Ardea!), per la
casa europea, che è l’orizzonte bello entro cui ci muoviamo. Il Paese ha bisogno di voltare
pagina, insomma. [...continua a pag. 7]
@ Luca Vita
luca.vita@gmail.com
2 Parrocchia in corso
Risate e felicita’ per il Carnevale in Oratorio
“Semel in anno licet insanire” dicevano i latini. “una volta all’anno si possono far pazzie”.
Cinque marzo, parrocchia San Gaetano da Thiene: risate e felicità, le pa-
role d’ordine della festa di carnevale che ha tinto con i suoi colori, i suoi
dolci e tanta musica il tendone dell’oratorio. La festa si sarebbe dovuta
tenere nel boschetto, dove il grande spazio avrebbe reso più comodo
lo svolgersi dei giochi e delle danze. Ma i ragazzi e gli animatori non
si sono fatti scoraggiare dal mal tempo ed hanno trasformato il ten-
done in una splendida area di gioco. Lo slogan della festa era “Eu-
reka!” ed il tema, ovviamente, le invenzioni!
Ciascuno poteva, indossando la maschera del suo personaggio pre-
ferito, tuffarsi nel mondo delle più celebri invenzioni e imparare
giocando tutto quel che c'è da sapere su telefono, cinematografo, radio,
stampa e così via. I ragazzi si sono cimentati anche negli esperimenti e nei giochi a punti pre-
parati dagli animatori nei panni di Meucci, dei fratelli Lumiere o di altri inventori famosi!
Al termine, tutti abbiamo assaggiato i dolci offerti da ciascuna famiglia. Infine genitori, ragazzi
e bambini si sono riuniti in un breve momento di preghiera, per poi concludere il pomeriggio
di divertimento in musica! La buona riuscita di quest’evento - che si ripete ormai da quattro
anni in oratorio - si deve ad ogni singola persona che ha partecipato, da chi ha animato, ai
catechisti e ai capi scout, fino ai sacerdoti, ai genitori e ovviamente ai ragazzi. Niente di più
opportuno da dire - quindi - se non... grazie! E alla prossima!
@ Valeria Presti
vi.postaelettronica@gmail.com
La Quaresima: un’occasione!
La Quaresima, è il tempo forte della conversione, è il tempo dell’ascolto della Parola di Dio,
è il tempo del “deserto”, luogo della prova e quindi della conoscenza di sé, in rapporto a
Dio attraverso la preghiera. Nella liturgia emergono continui richiami al senso cristiano
del peccato, alla preghiera con cui se ne domanda
perdono, al digiuno ed elemosina con cui si
esprime la volontà di conversione. Valorizzare que-
sto tempo significa prendere coscienza della con-
tinua chiamata a riscoprire insieme sia la memoria
del proprio battesimo, sia la memoria del mistero
della pasqua di Cristo e della nostra pasqua uniti
a lui. La Quaresima è un tempo in cui ci viene
chiesto di rinunciare ad alcune cose per capire il
vero valore dei gesti che facciamo e per chiederci
chi e che cosa è davvero importante nella nostra
vita. Rinunciare a qualche divertimento per aiu-
tare qualcuno che soffre, fare a meno di ghiotto-
nerie varie per dare una ciotola di riso a chi ha fame, togliere un po'
di tempo alla televisione e ai videogiochi per dedicarlo a pensare, a pre-
gare, a dare del tu a Gesù, a stare insieme agli altri nell'amicizia. Quanto
ci viene chiesto non è per farci soffrire inutilmente, ma per farci sco-
prire quali sono le sorgenti vere della gioia. La Quaresima allora non
è un tempo triste, ma un'occasione favorevole per ritornare a Dio
e riscoprire che lui ci aspetta sempre e che non ha mai smesso
di volerci bene. Proviamo dunque a camminare nelle pros-
sime settimane di Quaresima, con un piccolo pensiero e
impegno, che vogliamo assumere personalmente, alla
luce della Liturgia.
Mario Gaigher
3
Educare,
una missione! A tutto
A 4 occhi con Maria Valeria Pieraccini,
animatrice del nostro Oratorio campo
Questo mese abbiamo scelto di intervistare Maria Valeria Pieraccini.
Animatrice del nostro oratorio, fin dalla sua creazione, Valeria sta stu-
diando come educatrice professionale e da qualche settimana è stata E ora...
nominata dal Vescovo membro del Consiglio Pastorale Diocesano.
speriamo
Cos’è il Consiglio Pastorale Diocesano? Di cosa si occupa? nel
«Il Consiglio Pastorale Diocesano è un organismo ecclesiale. In esso sono rap-
presentate le varie figure ecclesiali (laici, religiosi, presbiteri e vescovo) pre-
fattore
senti nella diocesi. Esso è un luogo dove si valutano questioni di carattere campo!
pastorale e dove il Vescovo viene aiutato nell'esercizio del suo ministero di
guida e pastore. Di fronte a particolari problematiche o sfide, il Consiglio Dopo l'inaugurazione del nuovo
analizza a fondo i problemi, li valuta alla luce del criterio di che cosa Dio
chiede alla sua Chiesa, e indica dei percorsi operativi».
campo, lo scorso 12 febbraio, l'un-
der 10 ha disputato subito due par-
Tu sei animatrice e stai concludendo i tuoi studi come educatrice pro- tite, mentre la squadra dei più
fessionale. Perché una ragazza di 25 anni sceglie l'educazione come grandi ha continuato ad allenarsi
ambito lavorativo? È ancora possibile oggi educare?? senza incontrare avversari. Il lungo
«Sono un’animatrice dell’Oratorio Pier Giorgio Frassati dal 2005 e ho ma- periodo di sosta dell’Under14
turato la mia scelta universitaria proprio all’interno dell’Oratorio. Anche vedrà il suo termine questa dome-
se al liceo seguivo un percorso di studi che mi avrebbe comunque indi-
nica, quando i ragazzi ritorneranno
rizzato nella probabile scelta di un corso universitario con profilo uma-
nistico, ho maturato questa scelta nelle attività esperienziali, di studio
in campo nel match contro il Lanu-
e di programmazione del mio Oratorio, e non solo. Io credo che la mia vio, fuori casa.
scelta derivi sicuramente dal contatto con questo ambiente ma anche La squadra Under10, dopo una
con le realtà presenti al di fuori di questo contesto, come ad esempio sconfitta e una vittoria, si appresta
la Scuola di Pace e il Centro Oratori Diocesano. Posso affermare che anch’essa ad affrontare la sua pros-
queste realtà, fatte di persone, di volti a me cari, sono state un po’ il sima avversaria, sempre il Lanuvio.
grembo dove sono cresciuta. Esse mi hanno dato la possibilità di
Questa domenica si prospetta
poter attingere un succo vitale, che ha fatto maturare in me la scelta
di orientare la mia vita lungo questo percorso. Certo che anche oggi
quindi una grande giornata di sport
è possibile educare! L’educazione non è altro che dare la possibilità e per i tifosi sarà possibile seguire
ad ogni individuo di potersi manifestare nella sua interezza, dargli da vicino le nostre squadre. Dal
l’opportunità di far uscire fuori da lui l’umanità che si nasconde mese scorso infatti le partite in
dentro di lui, rispettando la sua storia ed i suoi tempi. Aiutare casa si giocano veramente “in
indirettamente una vita non è mai facile, poiché richiede pas- casa”, cioé nel campo sportivo della
sione per la propria vita e per la vita altrui, e la disponibilità
parrocchia!
di mettersi in gioco soprattutto come educatore, che non è
un eroe ma una persona che osa rischiare, sperare, giocare».
Molto importante in questo pe-
riodo è stato anche l'impegno dei
Nel CPD rappresenti gli oratori della diocesi. A breve mister, che hanno cominciato da
il Centro Oratori Diocesano pubblicherà un docu- pochissimo il corso per conseguire
mento sull’oratorio. Di cosa si tratta? il “patentino” allenatori CSI. Ci
«Il documento che fra breve uscirà - chiamato: aspettiamo - nelle prossime gior-
“Oratorio una novità” - ha l’obiettivo di chiarire nate - degli ottimi risultati, special-
che l’Oratorio è uno tra i migliori “strumenti di
mente dalla squadra dei più grandi
lavoro” che può essere utilizzato da sacerdoti,
catechisti, animatori e genitori che vogliano che insegue ancora una prima vit-
dedicarsi e spendersi per i giovani se- toria.
guendo lo stile dell’animazione. In parti- Mettetecela tutta ragazzi!
@
colare il lavoro vuole delineare quale
sia il volto dell’Oratorio Parroc- Cristiano Montini
chiale della Diocesi di Albano». crst.montini@gmail.com
4
Se l’Italia tornasse a sognare
In occasione dei 150 anni della nostra Italia abbiamo voluto porre alcune domande ad Augusto D’An-
gelo, ricercatore di Storia Contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e grande studioso della
storia italiana e del ruolo che in essa hanno giocato i cattolici e il loro pensiero.
Il 17 marzo abbiamo celebrato i 150 anni dall’Unità d’Italia. Una domanda forse un po’ scontata: se-
condo lei l'Italia è unita, oggi?
«Oggi il problema non è tanto se l’Italia sia unita o meno, ma che molti non sanno più a che serve
l’Italia, non pensano più ad una missione dell’Italia, per il suo popolo, tanto da noi che nel mondo. E
allora, quando nessuno ha un progetto valido, magari vincono i progetti più urlati, anche se non ten-
gono in conto il bene comune, ma solo quello di una parte. Si rischia di stare nella storia come in un
talk show, nel quale vince chi strilla di più».
Lei insegna storia all’università. Quali avvenimenti o per-
sone che hanno fatto la storia del nostro Paese un giovane
“non può non conoscere”, secondo lei?
«A me piacerebbe che i miei studenti conoscessero tutti gli avve-
nimenti e tutti i personaggi che hanno fatto la nostra storia. Ma se devo
scegliere un avvenimento della nostra storia - italiana e mondiale - che
resti nella memoria e serva anche al futuro mi piacerebbe ricordare l’in-
contro interreligioso di Assisi del 1986 voluto da Giovanni Paolo II. Nes-
suno allora parlava di conflitti tra religioni, ma il Papa intuì che c’era
bisogno delle religioni per pacificare il mondo. Una scelta profetica che
quest’anno compie il suo 25°. E se devo scegliere dei personaggi, bhé,
penso che De Gasperi e Moro abbiano rappresentato – pur nelle loro
differenze - un bel modo di impersonare l’impegno politico di un catto-
lico per il proprio paese ai massimi livelli».
Anche i festeggiamenti per il centocinquantenario del nostro Paese hanno suscitato divisioni e polemiche. Ma l'Unità
d'Italia fu voluta da tutti gli italiani? O fu solo la realizzazione del desiderio di alcuni?
«Io non ho problemi a dire che fu il desiderio di alcuni, e non la realizzazione del sogno di tutti. Ma questo non ne sminuisce
affatto il valore. Quella parte, che comunque non era piccola, ci ha regalato una realtà politicamente unitaria che ci ha
permesso di attraversare l’800 e il ‘900 crescendo numericamente e diventando una delle grandi potenze del mondo. Nulla
di tutto ciò sarebbe stato possibile senza il 1861. Basterebbe chiedersi cosa sarebbe stata la nostra penisola divisa in tanti
staterelli di fronte ai grandi processi che hanno attraversato gli ultimi due secoli per comprendere che fu un aspetto positivo
per il nostro Paese».
Quale ruolo hanno giocato, giocano e giocheranno, a suo avviso, i cristiani in Italia?
«Molti pensano che i cattolici nel Risorgimento non abbiano contato nulla, che siano stati all’opposizione del processo uni-
tario. Ma la cultura, la narrazione che ha fatto la nazione, è intrisa di cristianesimo. Basti pensare al termine Risorgimento,
che altro non è che un sinonimo di Resurrezione. L’Italia divisa era come un corpo esangue, morto, senza futuro. L’Unifi-
cazione le ha restituito un futuro. Poi i cattolici sono stati fondamentali in molti periodi della storia d’Italia, soprattutto nei
momenti di crisi. Si pensi, ad esempio, alla seconda guerra mondiale e a quello che ha significato la rete cattolica nel so-
stegno a tanti affamati, profughi, al soccorso a tanti prigionieri o ricercati, come gli ebrei o i renitenti alla leva. Preti e laici
sono stati spesso tra i maggiori protagonisti di una resistenza civile che, assieme a quella militare e a quella politica, hanno
posto le basi della Repubblica».
In base alla sua percezione, nel lavoro che ogni giorno svolge a contatto con i giovani nell’università, quant'è forte, se-
condo lei, il legame degli italiani (soprattutto i giovani) con il nostro Paese?
«Oggi non so dirvi quanto sia forte questo legame. Sospetto che sia debole, perché questo Paese oggi può apparire avaro
di futuro coi suoi giovani, come appare avaro di assistenza coi suoi vecchi, che pure hanno dato l’anima per ricostruirlo
dopo la seconda guerra mondiale. Un Paese che non sa dare speranza ai suoi abitanti fatica ad essere amato, considerato,
stimato. Per questo torno al tema della prima domanda. Questo paese deve ripensare il suo ruolo, deve tornare ad avere
una visione del proprio posto nel mondo, ad essere accogliente con chi arriva da fuori, solidale con chi soffre ed è debole,
esigente ma anche pieno di opportunità e fiducia per chi è giovane ed ha voglia di misurarsi con grandi sfide. Questo 150°
potrebbe essere vissuto così: celebriamolo, ma al tempo stesso chiediamoci come tornare ad essere un Paese che sa dare
speranza».
Al Prof. D’Angelo va il nostro grazie per queste sue risposte stimolanti e per il tempo che ha voluto dedicarci. E anche il
nostro augurio per un lavoro sempre all’altezza delle sue aspettative e dei suoi ideali.
150 anni d’Italia 5
L’origine della festa del 17 marzo
Per giorni la tv, i giornali e persino i social network
ci hanno sommerso di pubblicità sulla festa del 17 marzo. A volte, però, così
tante informazioni non ci fanno comprendere appieno il vero significato di questo importante
evento. Proviamo a fare un tuffo nel passato e a capire cosa sia successo quel famoso 17 marzo
1861 di cui tanto sentiamo parlare. Subito dopo il Congresso di Vienna, tenutosi dal 1814 al
1815, l’Italia si ritrovò frammentata in una decina di stati. Con il Risorgimento questi piccoli
stati furono poi unificati, così da dar vita al Regno d’Italia il 17 marzo 1861, giorno in cui il Par-
lamento del precedente Regno sabaudo assegnò a Vittorio Emanuele II il titolo di Re d’Italia. Il
processo di unificazione fu portato a termine, però, anche per iniziativa di democratici (come
Giuseppe Mazzini) e repubblicani come Garibaldi. Infatti Giuseppe Garibaldi, con la sua famosa
spedizione dei Mille, fu fondamentale nel conquistare il regno delle Due Sicilie, per “conse-
gnarlo” poi a Vittorio Emanuele II e al suo primo ministro, Cavour. Per questo motivo il 17 marzo
non deve essere vista come una banale ricorrenza, ma piuttosto come un’opportu-
nità per meglio proporsi per l’avvenire.
Italiani, ma quanto?
@ Giada Farneti
farneti.giada@gmail.com
@ Daniele Iodice
iodice.daniele@gmail.com
6
Incrocio culturale a cura di:
Maria Laura Fabbri
È
un freddo sabato di metà dicembre, renza, senza caricarsi dei problemi che at-
per fortuna un timido ma tiepido tanagliano questo mondo, non costa
sole riesce a riscaldarci almeno le fatica e non si corre il rischio di puzzare.
mani. Siamo di fronte ad uno dei super- Se invece cerchi, anche nel piccolo, di
mercati del nostro quartiere, per racco- sporcarti le mani cercando di alleviare
gliere beni di prima necessità per i una sofferenza, di ottenere un sorriso da
bisognosi della parrocchia, iniziativa pro- chi ormai da tempo non ricorda più cosa
mossa dalla nostra Caritas. Sono in com- significa sorridere, allora puzzi. Puzzi per-
pagnia di due giovani, Antonio e Martina. fino se non riconosci e non ti misuri con il
Si presenta all’ingresso del supermercato metro dell’antagonismo, dell’arrivismo
una signora di una certa età, ben vestita, dell’ ”io sono perché ho”. Scrive don To-
o Moro
una foto di Ald che viene aggredita da Martina con un so- nino Bello, nella sua lettera di “Auguri sco-
noro “buongiorno”, seguito dalle solite modi”, indirizzata i ai suoi diocesani: “Le
Forse è il momento di tornare a casa. Be- parole di delucidazioni sulla nostra pre- pellicce fanno bella figura ma non scal-
n’intesi, non di ricominciare con l’illu- senza lì, in quel giorno così prossimo al dano”. E’ l’eterno mistero dell’apparire o
sione velleitaria di un partito cattolico. Natale. La Signora assume un comporta- dell’essere. Lasciatemi terminare con una
Quello è il passato. Nobile e a tratti mento goffo e cerca di sottrarsi alla ra- riga del Vangelo: “Beati voi quando vi in-
gazza scappando, quasi con la paura di sulteranno, vi perseguiteranno e, men-
oscuro. Ma è un passato che non tornerà.
essere aggredita fisicamente. Martina tendo, diranno ogni sorta di male contro
E poi, oggi, il Paese ha bisogno di unità.
molla la preda con un cordiale ma secco di voi per causa mia. Rallegratevi ed
Non più di steccati. Pensioniamo, vi esultate, perché grande è la vostra
“grazie lo stesso e Buon Natale” e, tor-
prego, le battaglie identitarie sui crocifissi nando verso di noi, esprime con una bat- ricompensa nei cieli. Così infatti
nelle scuole. Non sarà un’assurda conta tuta: “ma che puzzo?”. Perché non te ne hanno perseguitato i pro-
dei nostri simboli sulle pareti degli uffici eri ancora accorta? Certo che puzzi, Mar- feti prima di voi” (Mt 5,
pubblici a dire la qualità della nostra pre- tina. Prima di tutto perché alla tua età di 11-12).
senza in Italia. Anzi. post-adolescente non ci si presenta con
Dobbiamo ricominciare a parlare di poli- un visino delicato come tuo, acqua e sa-
tica nelle parrocchie, nelle associazioni, pone, senza due belle labbra gonfie e ben
nelle scuole. Cercando il dialogo, mai lo colorate e due occhi tumefatti come quelli
scontro. E ricominciare a fidarci dei laici, di un pugile alla fine del match. Ma, so-
del loro ruolo responsabile nella Chiesa, prattutto, cosa stai facendo oggi con in
capace di trovare da sé le strade e le prio- mano quel foglietto che porta stampate
le parole del Vangelo?
rità, in modo creativo. È questa la sfida
Quella è roba da vecchiette rincitrullite
grande che ci attende. Tutti.
che, non avendo meglio da fare, passano
Che i 150 anni della nostra Italia ci per- il loro tempo in Chiesa. [...]
mettano di tornare a casa, quindi, amici Ti devi adeguare a questo mondo: è il tuo
lettori. Di cogliere la sfida seria ad essere andare controcorrente ed agire con la tua
ancora, in questo momento di crisi, luce testa che ti rende puzzolente agli occhi
del mondo, sale della terra. dei più. E quella signora ha avvertito que-
Buona lettura! LV sta tua “differenza” e si è spaventata.
Appuntamenti di sosta
Lunedì 21 marzo, alle ore 20.00: inizio percorso Cresima per Adulti
Sabato 26 marzo, alle ore 15.30: Celebrazione Penitenziale per i ragazzi della catechesi
del 1°anno Prima Comunione
Domenica 27 marzo, dalle ore 15.30: Ritiro per i catechisti
Sabato 2 aprile, dalle ore 15.30: Celebrazione Penitenziale (2°anno Prima Comunione)
Sabato 9 aprile, dalle ore 15.30: Celebrazione Penitenziale (per i ragazzi della catechesi
per la Cresima e per i gruppi giovanili)
Dal 17 aprile al 2 maggio è sospeso il catechismo
Domenica 17 aprile, Domenica delle Palme, la S. Messa segue il seguente orario:
8.30 - 9.30 - 10.30 - 11.45
Durante tutto il periodo della Quaresima sarà possibile confessarsi nei giorni:
- Sabato pomeriggio (16.30-18.00)
- Lunedì pomeriggio (18.30-19.30)
Ogni venerdì ci sarà la Via Crucis, a partire dalle ore 17.00
Dal 27 marzo la S. Messa vespertina sarà alle ore 18.00, fino all’ultimo sabato di
ottobre
Per gli avvisi relativi alla Settimana Santa, consultate nelle prossime
settimane il nostro blog http://sullavia.wordpress.com
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