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Relazione
24/07/2007
Il Sindaco
dott. Valerio Mardegan
Il Segretario Comunale
dott.ssa Maria Rosaria Rizzo
I Progettisti
Greenplan Engineering
Gino Bolzonello – agronomo
Mauro D’Ambroso - forestale
Mario Innocente – ambientalista faunista
Tecnohabitat Ingegneria
Maurizio Salvador – ingegnere ambientale
Eros Cavallin - ingegnere ambientale
INDICE
1 – PREMESSA
2 - CONTESTO DI PIANO E NUOVA LEGGE URBANISTICA
2.1 – La città diffusa
2.2 – La nuova legge urbanistica
2.3 – Il Pano Regolatore Comunale (PRC)
2.4 – Il Piano di Assetto Territoriale comunale (PAT)
3 – PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA E COMUNALE
3.1 – Piano Regionale Territoriale di Coordinamento
3.2 – Piano Provinciale di Coordinamento Territoriale
3.3 – Piano Regolatore Generale
4 – FORMAZIONE DEL PAT
4.1 – Documento Preliminare
4.2 – Concertazione sul Documento Preliminare
4.3 - Quadro Conoscitivo
4.4 – Rapporto Ambientale
4.5 – Elaborati di Piano
5 – ANALISI TERRITORIALE E CRITICITA’
5.1 – Inquadramento territoriale
5.2 – Le componenti ambientali e socio-economoche
6 – SCELTE DI PIANO
6.1 – definizione degli obiettivi del PAT
6.2 – Riqualificazione del territorio
6.3 – Individuazione di vincoli ed invarianti territoriali
6.4 – Riorganizzazione urbana e vocazioni territoriali
6.5 – Indicazioni per lo spazio periurbano
6.6 – Sistema ambientale: ruolo degli spazi urbani ed extraurbani
6.7 – Difesa dal rischio ed aree fragili
6.8 – Domanda insediativa
6.9 – Riorganizzazione della mobilità
7 – ACCORDI DI PROGRAMMA
8 – INTERVENTI NEGLI ATO
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
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1 – PREMESSA
Il Comune di Paese ha dato avvio già dal 2001, con la delibera del Consiglio
Comunale n. 37 del 2 luglio 2001, ad una esperienza di pianificazione urbanistica per
la trasformazione del PRG in un vero e proprio piano “strutturale”.
La necessità di una profonda revisione dello strumento urbanistico generale era
emersa più volte in sede di varianti parziali allo stesso. Studi ed analisi condotti in
quelle occasioni, avevano ravvisato l’opportunità di approntare una strategia
pianificatoria operativa, che superasse la logica degli interventi di breve respiro e di
portata limitata, per orientarsi, piuttosto, verso una visione complessiva dei fenomeni
socio-ecomomici in atto nel territorio.
Nel contempo, in Italia si approfondiva il dibattito sulla necessità di una riforma della
legislazione urbanistica nazionale. Data per imminente e sempre rimandata, la
mancata riforma ha fatto si che l’unico riferimento in materia, rimanesse la “gloriosa”
Legge 1150/1942, alla quale va riconosciuto il grande merito di aver posto per
moltissimi anni l’esperienza urbanistica italiana all’avanguardia tra i paesi avanzati.
Di converso, a testimonianza del suo grande rilievo innovativo, resta il fatto che essa
sia rimasta disattesa e ancora inattuata per larghe parti.
In questo contesto, la scelta del Comune di Paese di orientarsi verso esperienze più
avanzate in campo urbanistico, oltre a inserirsi all’interno di questo dibattito,
anticipava i contenuti delle prime proposte della nuova legge urbanistica, che la
Regione Veneto stava elaborando e che prevedeva l’articolazione del Piano tra i due
momenti: Strutturale e Operativo.
L’esperienza avviata a Paese si concludeva nel 2003 con l’adozione con delibera di
C.C. n. 16 del 21 marzo 2003, di un Progetto Preliminare del PRG, così come previsto
dall’articolo 42 della Legge Regionale 61/1985, al fine di rendere “istituzionali” ed
operativi i contenuti del Piano. Il Progetto Preliminare è stato elaborato con la
seguente articolazione:
· Carta delle necessità: documento di individuazione delle questioni territoriali
irrisolte e dei tematismi alla base dell’adeguamento dello strumento urbanistico
generale.
· Carta degli obiettivi: elaborato che condensa le problematiche ed evidenzia i
necessari percorsi progettuali per la risoluzione delle questioni aperte; date tali
caratteristiche la Carta degli obiettivi, ha assunto valenza di Schema Direttore.
· Carta delle priorità: documento conclusivo con il quale vengono stabilite le
gerarchie degli interventi, sulla base delle situazioni di crisi, consentendo nel
contempo all’azione amministrativa, di esprimere appieno volontà e capacità
politiche e decisionali.
La reale attuazione del Progetto Preliminare era prevista attraverso varianti settoriali al
vigente PRG.
L’approvazione della Legge Regionale 23 aprile 2004, n.11 “Norme per il governo del
territorio”, ha portato alla modifica del suddescritto percorso di revisione dello
strumento urbanistico generale, che ha visto comunque, l’adozione di due varianti
parziali al PRG (centri storici, corridoio S.R. n.53 – Ferrovia Treviso-Vicenza), redatte
in coerenza del Progetto Preliminare.
L’Amministrazione Comunale ha deciso, vista anche l’esperienza svolta, di adeguare
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La finalità di gran parte di questi strumenti (in parte superati con la L.R. 11/2004 o
riproposti con modalità diverse) è quella del superamento delle rigidità dei PRG,
anche attraverso il coinvolgimento dell’iniziativa privata.
Si tratta di opportunità normative che, in ogni caso, vanno inquadrate in un contesto di
piano, per evitare il rischio che le stesse possano di fatto porsi quale “pianificazione
improvvisata”, conflittuale rispetto alla pianificazione generale, generando in alcuni
casi, nuove problematiche rispetto a quelle che si vogliono superare.
Una volta definito con chiarezza il rapporto tra piano generale e la “strumentazione
attuativa”, rimane indubbia la grande importanza che il coinvolgimento dei soggetti
sociali può avere nella realizzazione degli obiettivi di piano.
Prima di entrare nei contenuti della nuova legge urbanistica regionale, alcune
riflessioni divengono doverose a proposito del contesto territoriale all’interno del
quale è inserito il Comune di Paese, cioè la “città diffusa” tipica dell’area centrale
veneta.
Questa tipologia di vasta urbanizzazione territoriale trova nel Veneto motivazioni e
ragioni, che hanno amplificato ed esaltato alcuni dei caratteri dello sviluppo socio-
economico italiano del secondo dopoguerra:
· presenza di settori e comparti industriali specializzati, avanzati e competitivi;
· struttura insediativa di tipo policentrico;
· struttura produttiva orientata verso la costruzione di sistemi diffusi di impresa
piuttosto che verso la formazione di grandi poli;
· discreta dotazione di infrastrutture nei settori dei trasporti e dell’energia;
· forza lavoro disponibile a costi ridotti e scarsamente conflittuale;
· grande diffusione di imprese a carattere familiare con elevati livelli di flessibilità
ed in grado di adeguarsi velocemente alle richieste dei mercati;
· facilità di collegamento con le aree europee economicamente e tecnologicamente
più avanzate.
Questa situazione ha consentito, in particolare dalla fine degli anni ’70, il grande
sviluppo della nostra regione, portando il nord-est italiano a diventare uno dei distretti
economici più dinamici a livello mondiale. La penetrazione nei mercati internazionali,
il proliferare delle imprese, ed il conseguente aumento della ricchezza e del benessere
di larghi strati della popolazione veneta, ha per lungo tempo messo in ombra alcune
questioni che attualmente stanno divenendo centrali, proprio per consentire al modello
veneto, una ulteriore crescita.
In particolare sta emergendo con forza come le politiche legate a quello che B. Secchi
definisce come “sviluppo incrementalista”, stiano mostrando i loro limiti, divenendo
un serio ostacolo per la crescita del Veneto. Si tratta di un modello di sviluppo che
tende a privilegiare interventi minimali di potenziamento dell’esistente, senza
affrontare i costi di opere strutturali; testimonia questo il fatto che in Italia le grandi
opere sono state poste nell’agenda programmatica di tutti i governi per rimanere poi
sostanzialmente disattese allontanando, in termini di efficienza complessiva, il nostro
paese dalle maggiori nazioni europee.
Nell’area centrale veneta tali politiche sono state, se possibile ancor più agevolate,
dalle caratteristiche di un territorio costituito da insediamenti diffusi e dotato di una
infrastrutturazione che sembrava capace, con limitati interventi di manutenzione e
adeguamento, di sopportare elevati livelli di crescita.
Ecco quindi che piuttosto di organizzare nuovi sistemi viari, si è preferito allargare le
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La novità principale della nuova legge, è quella della distinzione in due diversi
momenti della pianificazione comunale: Piano di Assetto del Territorio comunale
(PAT) e Piano degli Interventi (PI).
Il primo, soggetto all’approvazione ora regionale e successivamente provinciale,
redatto sulla base di previsioni decennali, “delinea le scelte strategiche di assetto e di
sviluppo per il governo del territorio comunale, individuando le specifiche vocazioni e
le invarianti di natura geologica, geomorfologica, idrogeologica, paesaggistica,
ambientale, storico-monumentale e architettonica, in conformità agli obiettivi ed
indirizzi espressi nella pianificazione territoriale di livello superiore ed alle esigenze
della comunità locale”.
Il secondo, soggetto alla sola approvazione comunale, è lo strumento che “in coerenza
e in attuazione del PAT o PATI, individua e disciplina gli interventi di tutela e
valorizzazione, di organizzazione e di trasformazione del territorio programmando in
modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi
connessi e le infrastrutture per la mobilità”. Attraverso questo dispositivo normativo,
la pianificazione urbanistica comunale potrà contenere gradi di flessibilità funzionali e
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Il Comune di Paese è dotato di Piano Regolatore Generale approvato con DGR n.5668
del 30.09.1992; pubblicato sul BUR n.116 del 17.11.1992, entrato in vigore il 03.
12.1992.
Successivamente sono state adottate e/o approvate dal Consiglio Comunale le seguenti
Varianti parziali:
Variante LR 11/87: puntuale ai sensi della L.R. 11/87
· adottata dal C.C. con delibera n.33 del 06.06.1994
· approvata dalla G.R. con delibera n.1154 del 14.03.1995
Varianti 1 e 2: generale e relativa ai centri storici
· adottate dal C.C. con delibera n.51 del 09.09.1994
· approvate dalla G.R. con delibera n.3134 del 15.07.1996
Variante 3: relativa alle zone produttive
· adottata dal C.C. con delibera n.31 del 26.06.1998
· approvata dal C.C. con delibera n.51 del 28.09.1998
Variante 4: generale solo normativa
· adottata dal C.C. con delibera n.19 del 26.03.1999
· approvata dal C.C. con delibera n.3 del 11.01.2000
Variante 5: modifica zonizzazione aree cimiteriali e ridefinizione fascia di rispetto
· adottata dal C.C. con delibera n.21 del 26.03.1999
· approvata dal C.C. con delibera n.31 del 28.10.1999
Variante 6: generale di adeguamento della base cartografica
· adottata dal C.C. con delibera n.55 del 29.04.1999
· approvata dal C.C. con delibera n.45 del 22.05.2000
Variante 7: parziale di assestamento
· adottata dal C.C. con delibera n.55 del 29.04.1999
· approvata dalla G.R. con delibera n.2628 del 10.10.2001
Variante 8: modifica zonizzazione area confinante con il Comune di Trevignano
· adottata dal C.C. con delibera n.31 del 10.04.2000
· approvata dal C.C. con delibera n.59 del 30.06.2000
Variante 9: programmazione insediamento attività commerciali
· adottata dal C.C. con delibera n.33 del 10.04.2000
· approvata dal C.C. con delibera n.60 del 30.06.2000
Variante 10: ridefinizione fascia di rispetto lungo la ZTO D2/7
· adottata dal C.C. con delibera n.61 del 23.11.2001
· approvata dal C.C. con delibera n.12 del 18.03.2002
Variante 11: ridefinizione fasce di rispetto relative agli elettrodotti
· adottata dal C.C. con delibera n.62 del 23.11.2001
· approvata dal C.C. con delibera n.13 del 18.03.2002
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Variante 12: variante puntuale relativa alle ZTO C2/18 e Fd/6 di Paese
· adottata dal C.C. con delibera n.14 del 18.03.2002
· approvata dal C.C. con delibera n.29 del 22.05.2002
Variante 13: variante puntuale relativa alle ZTO Fc/4 e inserimento di zona Fb a Cstagnole
· adottata dal C.C. con delibera n.07 del 20.02.2003
· approvata dal C.C. con delibera n.21 del 16.05.2003
Variante 14: variante puntuale relativa alle ZTO C2/1 di Postioma e Fc di Paese
· adottata dal C.C. con delibera n.47 del 24.07.2003
· approvata dal C.C. con delibera n.69 del 26.11.2003
Variante 15: variante puntuale relativa alla ricognizione complessiva delle previsioni afferenti
alla viabilità ciclabile esistente e di progetto
· adottata dal C.C. con delibera n.70 del 26.11.2003
· approvata dal C.C. con delibera n.6 del 26.02.2004
Variante 16: variante puntuale relativa alla ricognizione complessiva delle previsioni afferenti
alla viabilità ciclabile esistente e di progetto
· adottata dal C.C. con delibera n.35 del 27.04.2004
· approvata dal C.C. con delibera n.12 del 22.02.2005
Variante 18: variante puntuale relativa alle ZTO C2/21 per ERP-Modifica previsioni viarie via
dei Mille-nuova previsione viaria di Padernello-ampliamento ZTO Fc/5 in Castagnole
· adottata dal C.C. con delibera n.17 del 25.02.2005
· approvata dal C.C. con delibera n.77 del 30.11.2005
Variante: variante generale ai centri storici
· adottata dal C.C. con delibera n.65 del 04.11.2003
· riadottata dal C.C. con delibera n.18 del 25.02.2005
Variante: variante corridoio SR n.53-Ferrovia TV-BL
· adottata dal C.C. con delibera n.28 del 08.04.2004
· riadottata dal C.C. con delibera n.19 del 25.02.2005.
Ulteriori momenti pianificatori del Comune di Paese riguardano: il Piano Generale del
Traffico Urbano (PGTU) e il Piano di Zonizzazione Acustica.
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Rapporto Ambientale (RA) è stato redatto secondo quanto previsto dalla Direttiva
Europea 42/2001/CE sulla VAS. Il RA è fortemente connesso e interrelato al QC con
il quale condivide le informazioni; contiene l’individuazione, la descrizione e la
valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del Piano potrebbero avere
sull’ambiente, nonché le ragionevoli “alternative” alla luce degli obiettivi fissati dal
Piano stesso.
Il RA contiene tra l’altro: l’indicazione degli obiettivi di protezione ambientale nel
rispetto di quelli stabiliti a livello internazionale, possibili effetti sull’ambiente (con
particolare riferimento ai tematismi del QC), misure di riduzione, compensazione e
mitigazione in relazione ad eventuali effetti negativi, sintesi delle ragioni della scelta
delle alternative, descrizione delle misure previste per il monitoraggio. Questa
operazione è supportata dalla scelta di “indicatori” che esprimono le caratteristiche
ambientali, consentendo di effettuare le scelte operative. La scelta degli indicatori è
stata effettuata in relazione ai dati effettivamente disponibili e monitorabili, nonché
estraendoli da quelli individuati nelle varie “Conferenze” internazionali. Gli indicatori
sono strumento indispensabile di verifica, in quanto consentono di prevedere e
valutare gli effetti ambientali significativi delle azioni del Piano, nonché consentire il
monitoraggio dello stesso.
Quanto sopradescritto è contenuto in una “relazione di sintesi” non tecnica al fine di
consentirne a chiunque la consultazione.
Gli elaborati costituenti il Piano, sono quelli indicati negli atti di indirizzo della nuova
legge urbanistica per la redazione del PAT:
A) Documento Preliminare
C) Quadro Conoscitivo
ARIA
Tav. Aria – 1.1.p Sorgenti di emissione – 1.1.p.1 Densità di emissioni giornaliere da traffico
(1:25.000)
Tav. Aria – 1.2.p Qualità dell’aria – 1.2.p.2 Concentrazione di gas erra da traffico (1:25.000)
ACQUA
Tav. Acqua - 3.1.p Impianti di prelievo e trattamento (1:10.000)
Tav. Acqua – 3.2.p Sistemi di Distribuzione – 3.2.p.1 Sistemi di distribuzione (1:10.000)
Tav. Acqua – 3.3.p Impianti di raccolta e trattamento delle acque reflue (1:10.000)
Tav. Acqua - 3.4.p Uso agricolo – 3.4.p.1 Carta della rete idrografica e della irrigabilità
(1:10.000)
Tav. Acqua – 3.6.i Rischio idraulico – 3.6.p.1 Penalità idrauliche (1:10.000)
Tav. Acqua - 3.7.i Impermeabilizzazione dei suoli – 3.7.i.1 Carta impermeabilizzazione dei
suoli (1:10.000)
SUOLO E SOTTOSUOLO
Tav. Suolo e sottosuolo - 4.1.s Litologia – 4.1.s Carta geolitologica (1:10.000)
Tav. Suolo e sottosuolo - 4.2.s Idrogeologia - 4.2.s.1 Idrologia di superficie– 4.2.s.2 Acque
sotterranee (1:10.000)
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E) Norme Tecniche
F) Cartografia di PAT
Tavola 1 – Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale
Tavola 2 – Carta delle Invarianti
Tavola 3 – Carta delle Fragilità
Tavola 4 – Carta della Trasformabilità
G) Rapporto Ambientale
H) Relazione di Sintesi
I) Accordi articolo 6 della Legge regionale n. 11/2004.
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Il Comune di Paese è per estensione uno dei maggiori della Provincia di Treviso
estendendosi su una superficie di 3.800 ha.
Esso è posto a nord-ovest di Treviso e confina, oltre con il capoluogo, con Quinto,
Morgano, Istrana, Trevignano, Volpago del Montello, Ponzano Veneto; nella fase
conoscitiva questi Comuni costituiscono l’area studio di riferimento e confronto con i
dati comunali. All’interno del territorio comunale sono presenti, oltre al capoluogo,
quattro frazioni: Postioma, Castagnole, Padernello e Porcellengo.
Il territorio presenta un andamento completamente pianeggiante, con una altitudine
compresa tra 68 metri s.l.m e 28 metri s.l.m.. L’area presenta terreni prevalentemente
ghiaiosi, con una parte superficiale o “ferretto” profondo mediamente 50 cm.. Questa
struttura dei terreni è distribuita uniformemente su tutto il territorio, in quanto formata
dai continui riporti di materiale lapideo trasportato dal Piave; l’intero territorio
comunale si trova sull’ambito di ricarica degli acquiferi.
Il Comune è attraversato in senso E-O e NE-NO, da assi stradali di primaria
importanza quali: la SR n.53 “Postumia” e la SR n.348 “Feltrina”; il territorio
comunale risulta inoltre interessato dalle linee ferroviarie Treviso-Vicenza e Treviso-
Belluno, che corrono pressoché parallele alle due regionali. Trasversalmente ai
suddetti assi di comunicazione, le strade provinciali n.79, 100 e 128 rendono agevoli i
collegamenti con i Comuni contermini; altro asse di primaria importanza è la SP n.102
“Postumia Romana”, che interseca la SR n.348 “Feltrina” a Postioma.
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5.2.1 – Aria
Anemologia
A Paese la ventosità, generalmente modesta, non condiziona in maniera specifica le
condizioni climatiche, salvo per il fatto che proprio questa caratteristica, favorisce la
formazione di nebbie nel periodo invernale ed il caldo afoso nel periodo estivo,
nonché il ristagno degli inquinanti aerodispersi e degli odori.
Qualità dell’aria
Le problematiche legate alla qualità dell’aria sono centrali per quanto concerne la
qualità della vita nel Comune di Paese. Il traffico veicolare si configura quale causa
maggiormente responsabile dell’inquinamento dell’aria; la specifica struttura viaria di
Paese, rende le questioni legate al traffico comune a tutti gli abitati, interessando una
quota piuttosto elevata degli attuali insediamenti urbani.
In questo contesto i dati disponibili sono piuttosto scarsi e limitati alle principali
arterie viarie. Le campagne di monitoraggio della qualità dell’aria dell’ARPAV nel
Comune di Paese presentano solo i dati sul benzene. In sede di PAT si è deciso per gli
altri principali fattori di inquinamento (PM10, NO2 ossido di azoto, CO ossido di
carbonio) di effettuare, attraverso modelli numerici consigliati dall’EEA (COPERTIII
e CALINE4), alcune stime delle emissioni e concentrazioni di questi inquinanti,
utilizzando i dati relativi al traffico veicolare delle principali strade effettuati nelle
varie campagne di rilevamento (ANAS, Regione, Provincia, PUT). I dati sono stati
confrontati con i valori limite fissati dal DM 60/02, in quanto questi ultimi
diventeranno tra pochi anni il riferimento obbligatorio.
I dati e le stime disponibili dimostrano una scadente qualità dell’aria lungo le tre
arterie principali che attraversano il Comune (S.R. n.53 Postumia, S.R. n.348 Feltrina
e S.P. n.102 Postumia Romana), ma superamenti dei valori limite si sono evidenziati
anche in alcune strade comunali (ad esempio Via Pio X). Elevate risultano le
concentrazioni di PM10 e NO2 stimate, che in alcuni casi comportano il superamento
dei valori limite e delle soglie d’allarme.
5.2.2 – Clima
Precipitazioni
Emerge la tendenza ad una minore piovosità, maggiormente marcata nei mesi da
gennaio a marzo,rispetto ai mesi da maggio ad agosto; piccolo aumento delle
precipitazioni nel periodo da settembre a dicembre.
La stagione maggiormente piovosa risulta essere quella autunnale, con tendenza a
valori delle precipitazioni più elevati rispetto al passato. Di converso sembra
consolidarsi la tendenza ad inverni e primavere più secchi e con minori precipitazioni.
Temperature
Le temperature medie tendono ad aumentare. Il periodo invernale anche se meno
freddo, tende a iniziare in ritardo per poi prolungarsi verso il periodo primaverile; nei
mesi estivi la tendenza a temperature sempre più elevate è oramai una costante.
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5.2.3 – Acqua
L’acqua è una delle risorse fondamentali per la vita animale e vegetale; considerata
bene inesauribile ed utilizzabile in tutte le attività umane, in realtà essa è oramai
risorsa da difendere, salvaguardare ed utilizzare correttamente.
Per le aree quali il territorio comunale di Paese localizzate nell’area di ricarica degli
acquiferi, le pianificazioni a livello superiore regionale e provinciale, prescrivono
l’attuazione di interventi volti alla difesa delle risorse idriche, riconducibili a:
· disciplina degli scarichi fognari;
· controllo nell’agricoltura dell’uso di fertilizzanti, fitofarmaci, erbicidi,
spargimento liquami;
· eliminazione delle fonti di inquinamento delle falde;
· diminuzione e controllo dei consumi idrici.
Impianti di prelievo e sistemi di distribuzione
Nel territorio comunale sono presenti tre pozzi acquedottistici localizzati a: Paese,
Postioma e Padernello.
Per queste infrastrutture l’applicazione delle tutele previste dalla legislazione vigente
(DLGS 258/2000) deve essere rigorosa; questo vale soprattutto per il pozzo del
capoluogo localizzato in un ambito prossimo al centro abitato ed a insediamenti
potenzialmente inquinanti.
In sede di PAT si è effettuata una indagine conoscitiva relativamente ai pozzi oggetto
di denuncia di approvvigionamento idrico al Genio Civile di Treviso e al Comune di
Paese, nonché di concessione di derivazione di acqua sotterranea al Genio Civile di
Treviso. Da tali dati si rileva una quantità importante di prelievo d’acqua di
11.242.768 mc annui. Il dato si riferisce a prelievi “conosciuti”; in realtà il dato è
sicuramente maggiore, data la diffusione del prelievo non denunciato.
La rete distributiva acquedottistica copre pressoché totalmente l’intero territorio
comunale. Il Comune ha in corso un programma di rifacimento e sistemazione di parte
dell’attuale rete. Per quanto concerne i consumi d’acqua essi erano pari al secondo
semestre del 2004 a 1.119.099 mc; il settore domestico è di gran lunga quello che
comporta il maggiore consumo (78,6%).
Rete fognaria
Il Comune di Paese risulta dotato di rete fognaria limitatamente al capoluogo e parte di
Padernello; sono in corso interventi di potenziamento della rete comunale alle frazioni
di Castagnole e Padernello. E’ prevista la realizzazione di un nuovo collettore fognario
intercomunale che dal Comune di Trevignano si collegherà con il depuratore
comunale; in tal modo sarà possibile estendere la rete fognaria alle frazioni di
Porcellengo e Postioma che attualmente ne sono prive. Secondo i dati dell’ente gestore
Consorzio Acquedottistico Schievenin Alto Trevigiano, al 2005 risultavano allacciate
alla rete fognaria circa 1/3 delle abitazioni.
Rischio idraulico
Le problematiche relative al rischio idraulico sono specificatamente descritte
nell’allegato relativo alla compatibilità idraulica.
I dati sul rischio idraulico nel Comune di Paese sono stati ricavati dalla
documentazione fornita dal Consorzio di Bonifica Destra Piave e da informazioni dei
tecnici comunali.
Il PAT nella tavola 3 – Carta delle Fragilità – e 3.6.p.1 – Penalità idrauliche – del
Quadro Conoscitivo, individua gli ambiti con problematiche idrauliche di possibile
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Questo paragrafo contiene una rapidissima sintesi degli aspetti legati al tematismo
suolo e sottosuolo, contenuti nel Quadro Conoscitivo al quale si rimanda per gli
approfondimenti analitici.
Aspetti geologici
L’attuale assetto litologico del territorio comunale deriva dalla sovrapposizione di più
cicli di sedimentazione fluvioglaciali e alluvionali; affiorano sia terreni costituiti d
depositui fluvioglaciali, sia depositi alluvionali, più o meno recenti connessi con le
divagazioni del Piave con le imponenti correnti che si espandevano nella pianura
trevigiana. La deposizione dei materiali, orizzontale e verticale è stata determinata
dalla glanulometria degli stessi, nonché dall’energia idraulica delle correnti di
deposizione. Ciò ha originato verso nord (alta pianura) una estesa fascia il cui
materasso alluvionale risulta costituito prevalentemente da ghiaie più o meno
sabbiose; spostandosi verso sud la percentuale della matrice fine aumenta sempre più,
fino alla formazione di lenti argillose che via via diventano più consistenti formando
livelli spessi e continui.
Quanto descritto condiziona fortemente la situazione idrogeologica. Nell’alta pianura
è presente un unico acquifero indifferenziato freatico, mentre nell’area di media-bassa
pianura coesistono diversi livelli acquiferi in pressione: il passaggio tra l’alta e la
media-bassa pianura è individuabile in corrispondenza della fascia delle risorgive.
La litologia e la permeabilità dell’area condizionano in modo importante l’idrografia
superficiale, che è costituita da corsi e/o canali d’acqua artificiali, utilizzati
principalmente a scopo irriguo. Relativamente alle acque sotterranee, si è in presenza
di una falda poco articolata, con una direzione principale di deflusso da nord-ovest a
sud-est. Si tratta di un acquifero libero indifferenziato in materiale prevalentemente
ghiaioso con matrice sabbiosa, molto esteso soprattutto lateralmente, e con la presenza
di una barriera semimpermeabile lungo la zona meridionale, poco a sud del confine
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comunale. La massima escursione della falda prevista nel tempo, rispetto alla carta
delle isofreatiche è di circa 2.5 metri.
La struttura geomorfologica del sottosuolo è condizionata dalle caratteristiche
granulometriche e strutturali del materasso alluvionale e soprattutto dalla differente
distribuzione dei materiali ghiaiosi e sabbiosi da Nord a Sud. Il territorio di Paese
risulta attraversato da alcune importanti correnti fluvioglaciali del Piave Wurmiano,
con andamento generale NW-SE, legate alle quali si ritrovano fasce di sedimenti più
grossolani e permeabili rispetto alle alluvioni circostanti. E’ opportuno ricordare,
come a questi antichi deflussi idrici di superficie corrispondano direzioni preferenziali
di deflusso della falda, ben testimoniate dalla morfologia della superficie
piezometrica, lungo le quali eventuali fenomeni di inquinamento, da scarichi diretti e
incontrollati, trovano più rapida ed estesa diffusione.
Nella tavola 4.8.s-Carta dei fattori di vulnerabilità degli acquiferi- sono indicate anche
le aree con falda affiorante (aree di cava sotto falda) e l’ubicazione dei pozzi di
prelievi d’acqua (vedi precedente punto 4.2.3).
Il Comune di Paese è servito da una rete acquedottistica, sono rari i casi in cui singole
residenze si approvvigionano autonomamente a scopo idropotabile; sono molti invece
i prelievi ad uso domestico (prevalentemente irriguo per orti e giardini) e ad uso
agricolo-industriale. Nel territorio comunale vi è una concessione di acqua minerale e
tre pozzi utilizzati a scopo acquedottistico.
Tutte le falde artesiane e la falda freatica di Paese sono alimentate dalla potente falda
acquifera freatica posta a settentrione, il cui acquifero costituito prevalentemente da
ghiaie con matrice sabbiosa, non è assolutamente protetto naturalmente.
Nel territorio comunale di Paese è stato eseguito da parte dell’ARPAV un
monitoraggio delle acque di falda nel 2003, sia in pozzi “profondi” (superiori ai 50
metri) che “superficiali” (sino a 50 metri). Questa indagini ha permesso di evidenziare
quanto segue:
Caratteristiche generali delle acque di falda
La campagna di prelievi ha permesso di evidenziare una netta differenza di qualità
dell’acqua tra le analisi eseguite nei pozzi “superficiali” e in quelli “profondi”, in
particolare i primi presentano valori nettamente superiori di conducibilità, nitrati e
cloruri rispetto ai secondi.
Nella falda profonda si rileva inoltre la presenza , tra i diserbanti, della sola
Desetilatrazina: il fatto che non sia accompagnata dai “progenitori” (es. Atrazina) o da
altri diserbanti, indica che la fonte di tale inquinamento è piuttosto lontana sia nel
tempo che nello spazio; questo perché, con una lunga permanenza in falda, si
completa la degradazione dell’Atrazina, ma anche perché la Desetilatrazina ha una
mobilità superiore ai “progenitori”. Nello studio si sono riscontrate anomalie in due
pozzi profondi (San Benedetto, La Padana) per la presenza di quantità elevate, rispetto
agli altri pozzi, di Arsenico, Manganese e Ferro.
- Inquinamento da nitrati
E’ localizzato nella falda superficiale e interessa tutto il territorio comunale. I valori
massimi, vicini o superiori al limite di potabilità di 50 mg/l, si riscontrano in una
fascia presso il confine con i Comuni di Trevignano e Istrana.
- Inquinamento da diserbanti
I valori massimi si riscontrano nel quadrante Sud-Ovest del territorio comunale, in una
fascia più a valle rispetto a quella dei nitrati sopracitati. Il composto più abbondante è
quello della Desetilatrazina, che nel settore Sud-Ovest, per buona parte del territorio
supera il limite di potabilità di 0.1 µg/l.
- Discariche
Lo studio del 2003 ha esaminato la qualità dell’acqua prelevata dai piezometri di
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controllo di tre discariche: Vaston , Tiretta, Ecoidrojet. Tutti e tre questi impianti
presentano chiare perdite di percolato.
Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20.03.2003 in
Comune di Paese è stato classificato sismico e rientra nella “zona n.3”. nella tavola
4.7.s-Classi di zonazione geologico-tecnica- i terreni sono stai suddivisi in 5 classi
aventi attitudini perverse rispetto all’edificabilità.
Il territorio comunale di Paese presenta un’intensa attività estrattiva di ghiaie; ogni
cava è stata censita, cartografata e catalogata in cava attiva, abbandonata e/o dismessa,
con falda affiorante.
I dati sulla superficie delle cave attive , sul volume da estrarre di ghiaia sono stati
desunti dal Piano Regionale delle attività di cava (30.06.2003). Nella cartografia di
Quadro Conoscitivo sono state censite anche cave al di fuori dai limiti comunali, ma
molto vicine ai confini, e che spesso provocano maggior impatto ambientale nel
territorio comunale di Paese, rispetto a quello in cui hanno sede. Le cave rappresentate
cartograficamente sono state indicate come da autorizzazione Regionale, per cui vi
possono essere delle aree non ancora escavate. Le cave censite (riferimento 2003 per
le cave attive e 1989 dal piano cave di Paese per le cave abbandonate e/o dismesse)
sono ventisette comprese quelle nei comuni contermini.
Nel territorio comunale di Paese vi sono numerosi siti di discarica, alcuni ancora
attivi; sono state cartografate e censite nel Quadro Conoscitivo n. 12 discariche
(alcune poste in altro Comune ma al confine con Paese). In conclusione si può
evidenziare una situazione di probabile inquinamento della falda per le discariche D1
“ex Marini”, D3 “Ecoidrojet”, D6 “Tiretta”, D8 “Vaston”; riguardo alle discariche D4
“Colmello”, D7 “SEV S.p.A.”, D9 “Campagnole”, D10 “Vaston 2”, D11 di Rifiuti
Speciali in via Orsenigo a Treviso, D12 di RSU in via Orsenigo a Treviso, non sono
state reperite analisi di controllo della qualità dell’acqua di falda.
Per quanto riguarda i siti contaminati rientrano in questo subtematismo le “aree di
cava colmate totalmente e/o parzialmente con rifiuti” cartografate e censite con il
simbolo “Rn”, e le “aree bonificate e/o con bonifica in atto e/o con probabile
inquinamento in atto” cartografate e censite con il simbolo “Bn”. Sono state censite
n.5 zone “Rn” (ex cava Levante, ex cava Castagnole, Pista motocross, ex cava s.
Bernardino, ex cava Prà Longhi) e n.11 aree “Bn”.
Gli scarichi industriali autorizzati dalla Provincia di Treviso sono 9; quelli
potenzialmente a rischio sono gli autolavaggi (n.2), le lavorazioni carni (n.1) e fungaie
(n.1).
Nelle attività a rischio di inquinamento delle acque sotterranee rientrano gli impianti
di recupero rifiuti Rf1 (n.13); sono state censite le aree industriali commerciali e
agricole potenzialmente inquinanti (allevamenti intensivi, macelli, fungaie,ecc.). Si
segnalano le aree autorizzate per lo smaltimento dei liquami; si evidenzia in certi casi
la loro prossimità a pozzi acquedottistici, aree di cava con falda affiorante, ecc.
Aspetti agricoli
L’assetto podologico del Comune di Paese è del tutto uniforme, con uno strato
superficiale di terreno prevalentemente ferrettizzato, poggiante su un materasso
ghiaioso. Si tratta di un suolo sbilanciato nelle caratteristiche fisico-chimiche,
estremamente permeabile, con fertilità limitata, dotazione idrica scarsa,
complessivamente di bassa qualità agronomica.
L’agricoltura ha avuto un ruolo importante fino alla metà del XX° secolo, dopodiché
si è assistito ad una rapida trasformazione del tessuto socio-economico che ha portato
ad una emarginazione del settore; tutto questo si è riflesso in un intenso utilizzo del
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Flora
Gli attuali assetti floristici derivano dalle variazioni e successivamente dalle
regressioni delle superfici occupate dalla vegetazione spontanea a favore di quelle
destinate ad usi agricoli. Ove ancora presenti strutture vegetazionali originarie,
possono rientrare nell’ambito padano, che si qualifica quale zona di transizione tra la
zona centro orientale europea e quella mediterranea.
La forte antropizzazione del territorio ha comportato la sostituzione dell’originaria
vegetazione planiziale padano-veneta, con specie coltivate erbacee ed arboree; la
dotazione naturale è limitata ai margini di appezzamenti, strade e corsi d’acqua,
oppure sottratti all’agricoltura dall’escavazione. In questo contesto fondamentale
risulta la presenza di siepi, macchie e fasce arborate, filari, parchi e giardini in
particolare quando consentono sistemi verdi continui, per la loro funzione ecologica di
corridoi biotici e di rifugio.
L’uso del suolo ha costituito la prima e fondamentale analisi ricognitiva delle
caratteristiche ambientali di un territorio. Le diverse destinazioni d’uso assegnate allo
spazio fisico a disposizione dell’uomo per il soddisfacimento dei suoi bisogni
concorrono in modo diretto a determinarne l’assetto ambientale del territorio e, di
riflesso, la configurazione strutturale del paesaggio (vedi Quadro Conoscitivo tavola
5.1.i.3a – Uso del suolo).
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Sono state definite, ai fini del presente studio, n. 11 categorie di destinazione d’uso,
più o meno strettamente connesse con l’attività umana:
· colture erbacee (classe ampia comprendente tutte le colture erbacee, annuali e
poliannuali - cerealicole, leguminose, erbai, prati, ecc.)
· incolto (aree non coltivate e interessate per lo più da vegetazione erbacea
spontanea, talvolta mista ad arbustiva)
· colture arboree (classe colturale attribuita ad impianti legnosi specializzati –
vigneti, frutteti, pioppeti, arboricoltura da legno)
· cave (aree soggette ad escavazione, occupate spesso da acqua)
· extragricolo (classe che annovera le discariche, le aree non coltivate destinate ad
usi extragricoli – depositi a cielo aperto, aree altrimenti utilizzate)
· edificato residenziale (classe costituita da tutte le aree oggetto di edificazione
prevalentemente residenziale, di densità e tipologia diverse, comprese quelle
sparse e/o isolate sul territorio agricolo)
· edificato produttivo (classe costituita da tutte le aree oggetto di edificazione
prevalentemente produttiva di vario tipo, incluse le superfici a serra fissa,
pertinenze di vivai)
· strade (strade principali e comunali di collegamento tra le aree urbane,
principalmente con fondo asfaltato)
· ferrovia (area d’insidenza dei binari - non comprende le siepi laterali alla
massicciata)
alle quali si sono aggiunte n. 3 categorie di suddivisione della dotazione vegetazionale
e di aree verdi (Quadro Conoscitivo tavola 5.1.i.3b – Articolazione della vegetazione):
· siepi campestri e filari (vegetazione a sviluppo lineare arborea-arbustiva,
strutturata su uno o più piani, a sesto variabile)
· macchie e fasce arborate (vegetazione boscata di pianura, solitamente di ridotta
estensione, formatasi per spontanea rinaturalizzazione con specie arboree o per
interventi di rimboschimento. Comprende le fasce vegetate degli ambiti di cava)
· verde pubblico e privato (classe attribuita ai parchi pertinenza di ville storiche, ai
giardini pubblici e privati di consistenza significativa).
L’analisi della carta dell’uso del suolo ha messo in evidenza alcuni aspetti che
caratterizzano il territorio comunale:
· il notevole grado di edificazione dell’area servita dalla S.R. 53;
· la progressiva saturazione degli spazi aperti posti l’asse della S.R. 348, ad opera di
insediamenti produttivi e residenziali;
· l’espansione delle frange periurbane lungo gli assi viari di comunicazione tra le
frazioni;
· l’assoluta dominanza delle colture annuali (seminativi), diffuse su gran parte delle
superfici agricole maggiormente integre;
· la frammentazione e la dispersione, per contro, degli appezzamenti a colture
legnose, talvolta residuali ed organizzati, tranne che in pochi caso, in reliquati;
· la scarsa dotazione di macchie arboreo-arbustive con valide caratteristiche
vegetazionali, associate a strutture lineari più diffuse ma dalla composizione e
articolazione mediocri; localizzazione preferenziale lungo la viabilità poderale, i
canali di bonifica, gli scoli irrigui e le delimitazioni di proprietà.
Le pressioni teoricamente riconducibili alle specie floristiche ed alla vegetazione
naturale di campagna possono essere di natura diretta sulla singole specie o gruppi
vegetali e indiretta sui fattori ecologici che determinano i caratteri stazionali delle
formazioni:
Azioni e interventi modificatori dell’ambiente
· inquinamento di corpi idrici superficiali
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territorio aperto; inoltre è presente una forte antropizzazione con elevato consumo
della risorsa suolo.
A Paese non sono presenti aree SIC o ZPS ai sensi della Direttiva 92/43/CEE; nel
PTRC non sono indicati ambiti di particolare interesse ambientale e/o paesaggistico.
Le uniche aree con qualche forma di naturalità sono essenzialmente le cave
rinaturalizzate oppure abbandonate e le zone con presenza di siepi specie se connesse
in sistemi a rete, macchie e fasce arborate; risultano però di limitata estensione e poco
connesse a causa dell’elevata frammentazione (causata da edificato, traffico veicolare,
recinzioni, scarsa biopermeabilità).
Gli habitat dotati di una certa naturalità sono in continua riduzione; gli agrosistemi, a
causa delle modifiche degli ordinamenti colturali, sono interessati dalla progressiva
contrazione della dotazione di verde naturale (sostituzione della “piantata trevigiana”,
ordinamento misto erbaceo-arboreo, con i campi aperti).
5.2.6 – Paesaggio
Nell’oramai lontano 1955 E. Sereni definiva il paesaggio agrario “...forma che l’uomo,
nel corso e ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e
sistematicamente imprime al paesaggio naturale,”; paesaggio agrario, ancora distinto
e forse in contrapposizione all’edificato, ma già riconosciuto quale opera dell’ingegno
e del lavoro dell’uomo. Nell’accezione attuale, che non distingue più tra urbano e
rurale, ruolo fondamentale, in ogni caso, riveste la Convenzione europea del paesaggio
– (Convenzione di Firenze – 2000); l’ambito di applicazione è indicato in “tutto il
territorio” e “riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani”; comprende “i
paesaggi terrestri, le acque interne e marine” e “sia i paesaggi che possono essere
considerati eccezionali, sia i paesaggi della vita quotidiana, sia i paesaggi degradati”.
Le componenti paesaggistiche di tipo ecologico – ambientali e strutturali si
distinguono in Abiotiche (trattate precedentemente nella Matrice 4 – Suolo e
sottosuolo) e Biotiche. Queste ultime si possono considerare fattore determinante e
indicatore primario del valore paesaggistico del territorio. vista l’elevata omogeneità
morfologica di Paese, la mancanza di una rete idrografica significativa, l’uniformità e
la monotonia dei siti hanno come primario elemento diversificatore innanzitutto dette
componenti, in particolare quelle vegetazionali. Oltre a queste, sono soltanto i segni
dell’insediamento umano che riescono a scandire e conformare i luoghi, nello
specifico la viabilità, l’edificato, la ripartizione dell’appoderamento.
Si possono distinguere ambiti territoriali con assetti ambientali, agricoli ed insediativi
sufficientemente omogenei, per i quali è possibile adottare una suddivisione in
tipologie, definite soprattutto in base a criteri di integrità territoriale, assetto
vegetazionale, assetto insediativo, stratificazione storica:
- A ambiti di una buona integrità territoriale complessiva, consistente dotazione di
equipaggiamento a verde con presenza di connessioni a rete, scarsa edificazione, di
prevalente tipologia agricola, evidenti tracce di appoderamento storico.
- B ambiti rurali sufficientemente integri, ben dotati di equipaggiamento a verde, con
edificazione sparsa anche in piccoli aggregati; reticolo poderale diversificato.
- C ambiti rurali ad integrità limitata e/o compromessa, dotati di equipaggiamento a
verde; edificazione presente, talvolta strutturata in aggregati significativi di tipo per lo
più residenziale.
- D ambiti rurali di limitata estensione a tendenziale marginalità agricola, interclusi tra
barriere consistenti, a scarsa dotazione di equipaggiamento a verde.
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Centri storici
I centri storici, i nuclei rurali antichi e l’edificazione tradizionale sparsa, rappresentano
uno dei patrimoni più importanti e preziosi del territorio trevigiano.
In questo contesto Paese, posto sul limitare tra alta e bassa pianura (area delle
risorgive), si è posto quale luogo privilegiato dagli insediamenti umani fin dai tempi
più remoti e quindi ambito ricchissimo di testimonianze del passato.
In epoca romana, la vicinanza con la città di Treviso e la presenza di importanti vie di
comunicazione (Postumia, Feltrina), sono stati gli elementi che hanno contribuito a
definire l’organizzazione territoriale, tutt’oggi ancora riconoscibile.
Quest’ultima è rimasta sostanzialmente inalterata, almeno fino al XX secolo, a partire dal
quale sono avvenute forti trasformazioni socio-economiche; i fattori insediativi
precedentemente descritti, dopo il secondo conflitto mondiale, hanno fatto da volano, alla
formazione di un esteso “territorio urbanizzato” esterno al capoluogo provinciale.
Alla forte crescita dell’urbanizzazione dal punto di vista quantitativo, è corrisposta una
“banalizzazione” dell’edificazione ed un progressivo impoverimento del paesaggio
urbano. Il tumultuoso sviluppo urbanistico, si è ripercosso negativamente in particolare
nelle parti più antiche del tessuto urbano i centri storici, ed in generale sul patrimonio
edilizio di antica origine.
Ciò nonostante i centri storici presenti nel territorio comunale, continuano a mantenere
notevole interesse, in particolare per la struttura della morfologia urbana e la presenza
di episodi architettonici di assoluto rilievo.
Sulla base dell’Atlante regionale dei centri storici della Provincia di Treviso sono stati
perimetrati seguenti centri: Postioma, Porcellengo, San Luca, Villa di Villa,
Sovernigo, Paese, Castagnole (vedi tavole della serie 8 del Quadro Conoscitivo)
Il patrimonio edilizio di antica origine è stato suddiviso secondo specifiche
caratteristiche storiche, architettoniche, tipologiche e morfologiche. Inoltre sono stati
puntualmente individuati gli immobili vincolati ai sensi del DL 29.10.1999, n.490,
nonché quelli compresi negli elenchi dell’Istituto Regionale Ville Venete.
Ai sensi dell’ex L.R. 80/1980 l’intero patrimonio edilizio ricompreso all’interno dei
centri storici, è stato oggetto di schedatura con l’attribuzione di un grado di protezione
che definisce gli interventi edilizi ammissibili. Inoltre con variante specifica adottata
dal Comune di Paese, è stato redatto un Prontuario che disciplina le modalità di
intervento sia negli edifici, che negli spazi aperti, definendo la sistemazione degli
spazi verdi e dell’arredo urbano.
Nuclei rurali
Il territorio comunale in origine possedeva con abbondanza di insediamenti sparsi,
nuclei rurali ed edifici isolati, che l’urbanizzazione del secondo dopoguerra ha
inglobato nella “grande periferia” dell’area metropolitana.
L’analisi storica ha consentito la lettura delle caratteristiche strutturali degli
insediamenti, con riferimento ai processi storici di formazione.
Le sezioni storiche utilizzate (veneziana, napoleonica, austriaca, regia d’impianto) si
sono rivelate fondamentali, per individuare la persistenza degli insediamenti abitativi e
quello degli usi agricoli del territorio. A livello degli insediamenti ha reso infatti
possibile una lettura delle aggregazioni edilizie e dell’edificazione sparsa in alcuni
casi riferibile anche all’intorno e cioè, al contesto con il quale l’edificio rurale
costituisce una unità indissolubile.
L’organizzazione territoriale, quale quella derivata dalla centuriazione romana e della
successiva “riconfigurazione” veneziana, ha profondamente inciso nell’assetto
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trasformazione in Oratori dove celebrare Messa, quando non addirittura dare origine
alle odierne Parrocchie.
Presenze archeologiche
Il Comune di Paese è stato fin dai tempi più antichi oggetto di insediamenti umani.
Già nel periodo Paleoveneto itinerari commerciali collegavano i centri di pianura
interessando il territorio comunale; ne sono testimonianza i ritrovamenti di vasi
cinerari con corredi funebri ed altri oggetti.
Ma è la dominazione romana che ha lasciato segni fondamentali nella organizzazione
del territorio. Il più importante può essere considerato la strada consolare Postumia,
voluta nel 148 a.C. dal console Spurio Albino Postumio, per collegare Aquileia con
Genova. Successivamente nel contesto di un consolidamento dell’occupazione
territoriale e di protezione militare, i Romani diedero avvio alla bonifica e
trasformazione agraria denominata Centuriazione. Si trattava di una suddivisione del
territorio in appezzamenti generalmente quadrati, ma in questo caso specifico
rettangolari, con strade perfettamente parallele ed equidistanti che si incrociavano ad
angolo retto. Le centuriazioni erano oggetto di suddivisioni per la delimitazione dei
poderi chiamate “limites”, costituite da strade secondarie, canali irrigui e fossi di
scolo. Le strade si suddividevano in “kardines” con orientamento nord-sud e
“decumani” con direzione est-ovest. Recenti studi hanno individuato i probabili
moduli della struttura viaria e della parcellizzazione dei fondi, secondo una maglia
rettangolare di 20x21 “actus” corrispondenti a 745,92x710,40 metri. Non sono ancora
stati individuati kardo e decumanus massimi; se per il primo l’attuale Feltrina pare
l’identificazione più plausibile, nel secondo vi sono più ipotesi.
Studi specifici hanno consentito di individuare persistenze tali da giustificare quasi
interamente la struttura insediativa dell’intero comune: risultano riconoscibili tratti
della rete viaria romana, nelle attuali strade regionali, provinciali, comunali, ma
soprattutto nei segni della parcellizzazione agraria.
Non solo tutti i centri abitati antichi, risultano svilupparsi attorno ad incroci tra
“kardines” e “decumani” (Postioma, Villa di Villa, Paese, Sovernigo, Castagnole, San
Luca, Padernello, ecc.), ma anche, tutta una serie di segni quali piccoli luoghi di culto
o capitelli, vengono a trovare una loro specifico significato, se riferiti alla maglia
viaria romana (ad esempio lungo la Feltrina le chiesette di S. Elena a nord di Postioma
e di S. Lucia “delle Cavalle” presso Castagnole).
Dell’epoca successiva a quella romana e tardo-medioevale, non sono pervenuti resti o
testimonianze significativi; unica eccezione il ritrovamento dei resti di un torrione a
Postioma durante i lavori di ampliamento della scuola elementare. E’ evidente come
questo centro, posto all’incrocio tra la Postumia e la Feltrina, abbia continuato ad
avere un ruolo specifico anche dopo il crollo dell’impero romano e per tutto il periodo
medioevale.
Nel Comune di Paese sono stati fatti alcuni ritrovamenti di epoca romana che pur nella
loro generale modestia (tombe, materiale laterizio), suffragano l’ipotesi di diffusi
insediamenti di coloni.
Rumore
Il territorio comunale di Paese è interessato da una serie di fonti di inquinamento
acustico, anche se quello prevalente deriva dal traffico veicolare.
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I dati disponibili e quelli derivati dai modelli previsionali (vedi Quadro Conoscitivo)
indicano che gran parte delle strade che interessano i centri abitati presentano livelli di
inquinamento acustico superiori a quello consentito; in prospettiva dato il previsto
aumento del parco veicolare circolante, la situazione è destinata a peggiorare, se non
vengono previste misure di contrasto a questo fenomeno.
Altre fonti di inquinamento derivano dalle due linee ferroviarie che attraversano il
territorio comunale; anche in questo caso, il potenziamento del numero dei treni
previsto con l’entrata a regime del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale e
l’aumento del traffico merci su rotaia, comporterà un maggiore impatto acustico.
Per quanto concerne il rumore provocato dall’aeroporto militare di Istrana, i livelli di
inquinamento sonoro dovrebbero rimanere stabili.
Diviene quindi indispensabile attivare azioni e programmi in grado di limitare,
controllare e disciplinare le emissioni sonore nocive e le loro immissioni all’interno
degli edifici.
Elettrodotti
Il Comune di Paese è interessato da elettrodotti, per i quali si sono individuate le
relative fasce di rispetto (vedi Quadro Conoscitivo tavola 9.s.5)
Sono disponibili alcune misurazioni effettuate dall’ARPAV nel contesto di controllo
dell’intensità dei campi elettrici e magnetici presso alcune aree a verde pubblico del
capoluogo, e di pratiche edilizie riguardanti immobili ricadenti in fascia di rispetto.
Nel primo caso l’ARPAV nel 2001 ha condotto delle misurazioni nelle aree pubbliche
di Via Zanoni, Via Marconato, Via della Liberazione e Via della Resistenza.
All’interno di queste aree erano rispettati i limiti della normativa nazionale; rispetto
alla normativa regionale solo nell’area di Via Marconato i valori dell’intensità di
induzione magnetica risultavano superiori a quelli ammissibili.
Nel secondo caso le misurazioni hanno dato esiti contrastanti, con siti rispondenti alle
normative vigenti e altri dove risultavano superati i valori consentiti.
Telefonia cellulare
Il Comune di Paese è interessato da impianti per la telefonia cellulare. Attualmente
presenti sul territorio comunale 6 impianti.
Radon
Seppure non esistano rilevamenti specifici per il territorio comunale di Paese, i dati
dell’ARPAV indicano la probabilità statistica che una percentuale degli edifici
esistenti possa essere interessato da inquinamento da radon.
Inquinamento luminoso
Il Comune di Paese è tenuto a dotarsi di Piano Comunale dell’illuminazione pubblica,
anche perché compreso nell’elenco dei Comuni inseriti nell’area di tutela derivata
dalla presenza dell’osservatorio astronomico del Collegio Pio X di Treviso (zona di
particolare protezione di 10 Km di raggio).
Attualmente tale Piano è in corso di elaborazione.
Rischio industriale
Non esistono in Comune di Paese stabilimenti suscettibili di causare incidenti
rilevanti.
Calamita’ naturali
Non esistono dati storici su eventi calamitosi di origine naturale verificatisi nel
Comune di Paese.
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5.2.9 – Popolazione
Demografia
La popolazione residente a Paese è in costante aumento; particolarmente rilevanti i
tassi di crescita della popolazione nell’ultimo ventennio.
L’aumento è determinato in larga misura dal saldo sociale, anche se quello naturale è
costantemente positivo con indici apprezzabili; in termini numerici nel decennio 1995-
2004 il saldo sociale è positivo per 2.682 unità, quello naturale per 872. Il trend di tali
saldi negli ultimi anni sembra destinato a crescere tanto che già nel 2005 la
popolazione residente ha toccato e superato quota 20.000 abitanti. In aumento risulta
la tendenza dell’immigrazione proveniente dall’estero.
Gli indici strutturali della popolazione indicano una buona presenza delle fasce
giovanili, ed un rapporto equilibrato di queste ultime e di quelle riproduttive, rispetto
alle classi più anziane. La tenuta delle classi più giovani è influenzata dal saldo sociale
che privilegia l’insediamento di gruppi familiari con figli.
La dimensione del gruppo medio familiare (2,85 comp/fam al 2001) è superiore a
quello medio provinciale, a dimostrazione di una certa tenuta della famiglia
tradizionale, anche se si assiste ad un lento progressivo allineamento verso nuclei
familiari più piccoli. In ogni caso al 2001 le famiglie con uno e due componenti
rappresentavano il 42,2% del totale.
In assenza di politiche di riequilibrio insediativo di livello superiore, la popolazione
residente è destinata ad aumentare, comportando maggiori pressioni insediative ed
ambientali.
Attività produttive, occupati, addetti, unità locali
La popolazione attiva è in costante aumento, seppure con caratteristiche differenti nei
diversi settori.
Il settore primario presenta una forte contrazione del numero degli addetti e delle
aziende, dovuta anche alla consistente riduzione della superficie destinata all’attività
agricola. A fronte di segnali recenti, che sembrano indicare il mantenimento del
numero delle aziende agricole, rimane il dato della loro esigua dimensione, che mal si
concilia con le esigenze produttive e di mercato della moderna agricoltura. In
considerazione di possibili e probabili modifiche alle politiche comunitarie di sostegno
all’agricoltura, le prospettive si fanno incerte; in tal senso possono divenire pressanti
richieste di cambio di destinazione dei suoli e/o il venir meno di un efficiente presidio
ambientale, garantito dall’attività agricola produttiva.
Attivi ed addetti del settore secondario, dopo il picco massimo registrato negli anni
’90 sono in flessione (45% del totale), a testimonianza delle modifiche del sistema
economico che interessa Paese, in direzione del una maggiore presenza di servizi e
terziario. Il settore rimane tuttavia assai vitale nel contesto comunale, contribuendo
alla nascita di sempre nuove imprese; per quanto concerne queste ultime, non si
intravedono tendenze verso maggiori dimensione in termini di addetti. Questa
riorganizzazione del settore, può essere l’occasione per perseguire politiche di
rilocalizzazione degli insediamenti produttivi inquinanti e/o incompatibili con il
contesto; particolarmente interessato da questi insediamenti è l’area sud del
capoluogo.
Va ricordato che il PTCP in corso di elaborazione inserisce Paese tra i comuni di tipo
A “Intensificazione industriale agglomerativa”, cioè tra quelli in cui è utile favorire
una crescita produttiva, data la buona densità produttiva attuale e la possibilità di
agevole collegamenti con le maggiori infrastrutture viarie (nuova pedemontana,
autostrada, ecc.).
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
anno 2007
Rifiuti
L’andamento crescente della percentuale di raccolta differenziata che si è avuto nel
Comune di Paese dal 2001 si spiega con le sempre maggiori quantità delle diverse
tipologie di rifiuti intercettate dal circuito di raccolta. Sia le frazioni secche
recuperabili che l’umido raccolti in modo differenziato sono, infatti, aumentati negli
anni: il valore pro capite giornaliero, mentre nel 2001 in media un abitante del
Comune differenziava 34,9% della produzione di rifiuti, nel 2004 tale valore è
progressivamente aumentato fino ad arrivare al 68%. In tale contesto Paese rispetto
alla maggior parte dei Comuni TV2 presenta ancora margini di aumento nella raccolta
differenziata.
I dati disponibili indicano una diminuzione della produzione di rifiuti, rispetto al 2001,
accompagnata da una maggiore sensibilità della cittadinanza verso la raccolta
differenziata. Al 2004 la produzione pro-capite è stata pari a 295 kg; era di 442 kg nel
2001.
La raccolta di Rifiuti Speciali è soddisfacente, anche se sono possibili ulteriori
miglioramenti.
Il 95,28% dei rifiuti vengono trattati; la restante parte (4,72%) viene conferita a
discarica.
Energia
A livello provinciale i consumi di energia, sia elettrica che derivati del petrolio,
continuano ad aumentare, fatta eccezione per la benzina, sostituita dal diesel;
aumentano anche i consumi domestici di energia elettrica. Non aumenta la quota di
energia elettrica prodotta.
Nell’anno 2000 nel Comune di Paese, secondo dati ENEL, il consumo di energia
elettrica è stato di 62, 2 milioni di kWh; i principali settori di consumo sono così
suddivisi: residenza 29 %, agricoltura 8 %, industria 40 %, commercio e servizi 23%.
La distribuzione dei consumi elettrici ricalca a grandi linee quella provinciale, anche
se appaiono alcune differenze riferibili alla minore incidenza di terziario, servizi ed
industria a fronte di maggiori consumi delle abitazioni.
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
anno 2007
Mobilità
La rete stradale di Paese è interessata da alcuni assi viari di livello sovracomunale che
se da un lato favoriscono i collegamenti con i principali poli urbani provinciali,
dall’altro incidono pesantemente nella qualità abitativa di gran parte dei centri urbani
comunali; a tal proposito non si possono dimenticare i grossi volumi di traffico che
attraversano gli abitati, con i conseguenti critici livelli di inquinamento acustico ed
atmosferico. Oltre al capoluogo, particolarmente interessate da questi fenomeni sono
le frazioni di Castagnole e Postumia.
La rete di trasporto pubblico è sufficientemente estesa e articolata; sono presenti linee
urbane, extraurbane e ferroviarie, nonché servizi di trasporto scolastico a livello
comunale ed extracomunale.
Sono stimate in circa 1.290 le persone che nei periodi di punta usufruiscono del
trasporto pubblico. Considerando che giornalmente circa 6.500 persone si spostano
fuori Comune per motivi di studio e/o lavoro, il trasporto pubblico copre solo il 20%
della potenziale utenza.
Anche ai fini della determinazione dei livelli di emissione, è stata stimata la
ripartizione modale degli spostamenti rispetto a sei principali categorie veicolari; in
linea di massima le autovetture prevalgono nelle strade urbane, mentre in quelle
extraurbane è considerevole anche la presenza del traffico pesante. Ciò non toglie che
in tratti urbani la presenza di quest’ultima tipologia, sia assolutamente significativa per
quanto concerne l’impatto ambientale e la sicurezza della circolazione.
I dati relativi ai flussi di traffico sono stati raccolti nelle diverse campagne di
rilevamento: ANAS (1985), Regione Veneto (1999-2000), Provincia (1986) e PGTU
(1995 e 2001).
Il traffico giornaliero medio diurno presenta livelli molto elevati con 15.500 veicoli
(18% pesanti) che transitano sulla S.R. n.53 e 11.200 (13,4% pesanti) sulla S.R. n.348;
valori elevati sono presenti anche in alcune provinciali quali la n. 102 con 8.500
veicoli (29% pesanti). Altre provinciali e alcune comunali pur con minori livelli di
traffico, incidono fortemente nella qualità ambientale e abitativa, in quanto vengono
ad interessare tutti i principali centri urbani.
Nel Comune di Paese sono presenti punti di conflitto per la gran parte dei quali il
PGTU individua interventi di razionalizzazione e messa in sicurezza. I punti
maggiormente critici sono gli incroci: S.R.n.53 con la S.P. n.79, , la S.R. n.53 con le
strade centrali del capoluogo, la S.R. n.348 con la S.P. n.79 e la S.P. n.100 con la S.P.
n.79 a Castagnole, le S.P. n.128 e n.100 a Porcellengo, la S.R. n.348 con la S.P. n.128
a Postioma.
I dati relativi agli incidenti stradali presentano una situazione di continuo
miglioramento, con una costante diminuzione del numero degli incidenti passati dai 74
del 2001 ai 22 del 2004. Le strade maggiormente pericolose risultano le comunali
urbane. La diminuzione degli incidenti è dovuta, oltre al miglioramento della viabilità,
all’introduzione della patente a punti ed al maggior ricorso alla constatazione
amichevole; per tali ragioni è necessario un continuo monitoraggio al fine di verificare
l’effettiva sicurezza delle strade.
Paese, confrontato con la media provinciale, possiede una buona dotazione di rete
ferroviaria dovuta al passaggio delle linee: Treviso-Vicenza (fermata Paese) e Treviso
Belluno (fermate Castagnole e Postioma). Attualmente tale linee sono sottoutilizzate
rispetto alla potenzialità del trasporto pubblico, a causa del limitato numero di corse e
delle oggettive carenze delle infrastrutture. Tale situazione è destinata radicalmente a
mutare quando diverrà operativo il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale e
migliorata l’offerta del trasporto collettivo.
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
anno 2007
Abitazioni
Il patrimonio edilizio del Comune di Paese è stato oggetto di schedatura con indagine
diretta (2001) e successivo aggiornamento.
L’individuazione delle destinazioni d’uso prevalenti consente di definire le
“vocazioni” dei singoli ambiti territoriali. Prevalente è la destinazione residenziale, ma
fortemente presenti sono anche quelle produttive; anzi, quest’ultime in alcune parti
raggiungono dimensioni ed occupazioni di suolo superiori a quelli delle frazioni
contermini. In taluni casi emergono le commistioni, con potenziali incompatibilità, tra
funzioni residenziali e produttive: in tal senso l’esempio più calzante è quello del
capoluogo, con il corridoio compreso tra la S.R. n. 53 e la ferrovia TV-VI.
Le tipologie edilizie residenziali maggiormente diffuse nel Comune sono quelle
monofamiliari e bifamiliari; esse rispecchiano quello che tradizionalmente è stato
l’archetipo tipico del modello abitativo dei residenti cioè della villetta urbana o
periurbana con giardino. Tale modello ha dato origine ad un sovradimensionamento
delle aree urbanizzate a causa dell’elevato consumo di suolo in rapporto alle effettive
necessità insediative, nonché uniformità ed impoverimento del paesaggio urbano con
la formazione di una grande ed indifferenziata periferia metropolitana. Recentemente
tale modello insediativo sta subendo una contrazione, attribuibile sostanzialmente ai
maggiori costi del settore edilizio che tendono a privilegiare tipologie edilizie con
maggiore densità.
Direttamente connesse alle tipologie più diffuse sono l’altezza ed il numero dei piani
degli edifici che risultano assai contenuti, superando raramente i due piani fuori terra.
I dati relativi alla caratteristiche dell’edilizia abitativa indicano una superficie media
per alloggio di 125 mq e un numero medio di stanze paria a 5; la produzione edilizia
dell’ultimo decennio indica il permanere della tendenza a realizzare unità abitative
medio-grandi (media 230-240 mc per abitante) rispetto agli standard regionali.
Il patrimonio edilizio abitativo nell’ultimo decennio è fortemente aumentato
(abitazioni +27,2%) raggiungendo il valore di 6337 abitazioni occupate; rispetto al
1981 la crescita è stata pari al 66,8%. Complessivamente l’87,5% delle abitazioni sono
state realizzate successivamente al secondo dopoguerra. Nel contempo diminuiscono
le abitazioni non occupate. Tali dati testimoniano la forte vocazione abitativa assunta
dal Comune all’interno dell’area metropolitana del capoluogo provinciale.
I parametri di affollamento sono generalmente ottimali (0,58 abitanti/stanza); le
coabitazioni risultano trascurabili e probabilmente volontarie piuttosto che dovute a
squilibri e/o situazioni disagiate, che pure sicuramente possono esistere.
La “giovinezza” del parco abitativo si riflette positivamente sulla dotazione dei servizi
(acqua, riscaldamento, bagno).
Per quanto concerne il titolo di godimento al 2001 l’82,7% delle abitazioni era in
proprietà. Se a tale dato si associa quello della giovinezza del parco abitativo, emerge
il dato di un patrimonio edilizio di elevate qualità dimensionali ed in buon stato di
conservazione.
La grande espansione urbana che ha interessato il territorio comunale, ha modificato
nel tempo i modelli insediativi; dopo un primo prevalere dell’insediamento sparso
lungo i principali assi viari, sono seguite fasi di addensamento e raggruppamento
dell’edificato. Ciò nonostante non si è avuta una convincente ridefinizione degli abitati
in termini di qualità urbana. In ogni caso il fenomeno della edificazione periurbana e
sparsa rimane ancora consistente, divenendo una delle questioni di più difficile
soluzione in termini urbanistici. Le tendenze insediative dell’ultimo decennio hanno
portato ad un deciso aumento dei residenti nei centri; maggiormente interessate da tale
fenomeno sono state le fazioni di Postioma (+58,8%), Castagnole (+34,4%) e
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
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Padernello (+33%).
Struttura insediativa
Le diverse parti dell’edificato sono state suddivise in specifici tessuti edilizi: centri
storici, tessuti consolidati, tessuti da consolidare, tessuti pianificati, ambiti di
trasformazione. Ognuno di questi tessuti richiede specifici interventi che possono
andare dal miglioramento formale della qualità urbana e/o edilizia, dal realizzazione o
potenziamento degli standard urbanistici ed delle opere di urbanizzazione, alla
completa sostituzione, trasformazione e riqualificazione edilizia ed urbanistica.
La distribuzione e la presenza dei diversi tessuti all’interno degli abitati, consente di
definire le priorità degli interventi per singolo ATO.
La dotazione dei servizi evidenzia una sufficiente disponibilità, se riferita alla
popolazione insediata e teoricamente insediabile; in alcuni ambiti urbani emergono
forti carenze a causa della mancata attuazione delle previsioni relative agli standard
urbanistici.
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
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6 – OBIETTIVI DI PIANO
Questa parte della relazione descrive le scelte che il Piano di Assetto del Territorio
intende perseguire al fine di conseguire per il Comune di Paese gli obiettivi previsti
dalla legge urbanistica n.11/2004.
Lo stato di crisi del territorio comunale richiede la definizione di un “piano strategico”
per la costruzione di un progetto della città che affronti il tema dalla riconversione
delle proprie basi economiche, al fine di consentire a Paese di competere a livello
territoriale, nel trovare spazi ed occasioni di sviluppo e crescita.
Il Documento Preliminare, seppure a grandi linee, ha seguito tale percorso,
individuando una serie limitata, ma precisa, di obiettivi da raggiungere. Attorno a
questi ultimi, si è ottenuta una ampia condivisione da parte delle forze sociali e
produttive coinvolte nel processo di formazione del PAT. E’ stato quindi possibile
prefigurare e sviluppare un percorso atto a perseguire alcuni obiettivi strategici di
sviluppo del territorio comunale, considerati realistici e raggiungibili, proprio perché
oggetto di una generale condivisione.
Il PAT assume nel contempo anche decise valenze di Piano strutturale, nel momento
nel quale individua invarianti dell’organizzazione del territorio, attorno alle quali
articolare le politiche diffuse di riqualificazione fisico-funzionale ed ambientale. In
tale contesto all’esigenza di modernizzare e rendere competitivo il territorio comunale,
all’interno delle grandi trasformazioni dell’area centrale veneta, si affianca il
necessario quadro di riferimento delle compatibilità urbanistiche ed ambientali e
quindi delle regole per le trasformazioni urbane.
Il Documento Preliminare (DP) ha articolato gli obiettivi del PAT in tre grandi
Sistemi: Ambientale, Insediativo, Mobilità ed Infrastrutture. Per ognuno di essi ha
fissato gli obiettivi da raggiungere e le necessarie azioni.
Sistema Ambientale
La “dimensione” ambientale è chiamata a svolgere un ruolo di assoluta rilevanza
all’interno del PAT.
In particolare il tema della sostenibilità delle trasformazioni diviene centrale proprio in
una realtà, quale quella di Paese, dove “urbanizzazione diffusa” c forti contrasti tra usi
del territorio, si confrontano con la necessità della salvaguardia e tutela ambientale.
Il territorio comunale è privo di aree soggette a specifiche tutele di interesse
naturalistico, paesaggistico ed ambientale. Sono altresì tuttora presenti alcuni parti del
territorio aperto meritevole di difesa e salvaguardia per i valori ambientali e
paesaggistici che esprimono, anche perchè sempre più minacciati dall’antropizzazione
e da rilevanti forme di degrado, prime tra tutte cave e discariche.
Il DP ha chiamato il PAT ad intervenire sulle principali componenti ambientali
ponendo attenzione a :
1) Indicazioni per la difesa del suolo
· tutela del suolo e sottosuolo dall’inquinamento;
· identificazione, catalogazione e monitoraggio di cave, discariche, siti contaminati;
· difesa della qualità delle acque di falda e delle fonti di approvvigionamento idrico;
· contrasto del consumo di suolo agricolo.
Uno dei punti maggiormente qualificanti è quello relativo all’aggiornamento e alla
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
anno 2007
revisione del Piano di Ricomposizione delle Cave (redatto nel 1989), al fine di
procedere alla definizione di un programma organico e complessivo di riqualificazione
del territorio comunale, sul quale convergere ed aggregare risorse ed interesse da parte
degli Enti pubblici di livello superiore (Regione e Provincia sono di fatto già coinvolti
date le specifiche competenze in ordine a cave e discariche) ed i privati.
Altri punti di specifica attenzione derivano dalla necessità di tutelare la falda
acquifera, dai fattori di inquinamento (scarichi fognari, fertilizzanti, diserbanti,
spargimento del liquami, ecc.), dato l’inserimento del territorio comunale in un ambito
di elevata vulnerabilità ambientale e di tutela delle risorse idriche e idroporabili, quale
quello di ricarica degli acquiferi. In tale quadro il DP indica anche la necessità di
pervenire alla mappatura dei fattori di inquinamento e delle fonti di prelievo e
trattamento dell’acqua, al fine di elaborare idonee strategie di intervento.
2) Indicazioni per la valorizzazione del paesaggio agrario e di interesse storico
· difesa dell’integrità del territorio agricolo;
· riqualificazione dei paesaggi rurali, urbani e periurbani;
· tutela e valorizzazione dei beni storico-culturali;
· salvaguardia dell’organizzazione degli insediamenti e della rete infrastrutturale
coerente con l’antico impianto territoriale della centuriazione romana;
· salvaguardia del patrimonio edilizio di interesse storico, architettonico ed
ambientale;
· tutela delle sistemazioni agrarie tradizionali;
· individuazione di percorsi di interesse storico, paesaggistico ed ambientale.
Nel territorio di Paese, storicamente antropizzato, i caratteri di base sono stati
profondamente modificati e integrati da elementi storici, culturali e dall’impianto delle
strutture agronomiche; in questo quadro, il risultato paesaggistico è la sintesi dei
compromessi che nel tempo si sono stabiliti tra fattori naturali ed antropici.
Per quanto riguarda l’agricoltura, nell’ultimo cinquantennio ha perso l’egemonia che
aveva nell’ambito del sistema economico ed il suolo, che ne è la base operativa, ha
subito un deprezzamento del valore agronomico a favore di altri usi richiesti dalla
trasformazioni sociali e tecnologiche.
Ne consegue che l’attuale periodo storico-culturale esprime nuovi modelli di
paesaggio: urbano, industriale, turistico; contestualmente si diffonde il paesaggio
deruralizzato nel quale i connotati originari subiscono trasformazioni ed
implementazioni di tipo urbano.
Il DP indica l’obiettivo di tutelare le diverse forme di paesaggio presenti attraverso
l’analisi ed il censimento dei principali fattori ambientali (corsi d’acqua, vegetazione
naturale, sistemazioni e colture agricole, integrità dello spazio rurale, elementi
diversificatori del paesaggio), al fine di pervenire a suddivisioni paesaggistiche,
rispetto alle quali indirizzare azioni che consentano: la salvaguardia e/o ricostruzione
del paesaggio agrario, la tutela degli equilibri ecologici e della biodiversità.
3) Indicazioni per la difesa del territorio rurale
· riduzione del consumo di suolo agricolo e della frammentazione territoriale;
· tutela dei suoli a vocazione agricola con promozione dell’agricoltura sostenibile;
· indicazioni di strategie per il riordino degli insediamenti in area agricola;
· salvaguardia del patrimonio vegetale;
· costruzione della rete ecologica;
· salvaguardia e ricostruzione dei processi che favoriscono la biodiversità;
· indicazione degli interventi di riqualificazione ambientale, ecologica e
paesaggistici, in particolare degli insediamenti che si configurano quali detrattori
ambientali.
Questo aspetto è strettamente connesso a quello precedente; esso tende piuttosto a
sottolineare e sviluppare la necessità di un diverso ruolo del territorio rurale nella
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8) Mobilità
L’incidenza negativa sulla qualità della vita che il sistema della mobilità comunale
comporta, è tale da essere una delle questioni maggiormente avvertite dai cittadini. I
livelli di inquinamento derivanti dai forti flussi di traffico, obbligano a definire, a
livello comunale, misure volte a ridurne impatto e pericolosità. La mobilità è quindi
destinata ad assumere valenza di invariante, con l’obiettivo di un collegamento tra
trasformazioni territoriali e sostenibilità.
Altro fattore importante è quello dell’inefficienza dell’attuale struttura della mobilità
comunale a fronte della forte consistenza di arterie stradali e ferroviarie di primaria
importanza. Risulta infatti chiaro come non sia pensabile disgiungere consolidamento
e riqualificazione insediativi, da un adeguato sistema di collegamenti che renda
“competitivo” il territorio all’interno dell’area metropolitana; in questo quadro la
mobilità diviene di per sé un valore prioritario.
Il Documento Preliminare, ha proposto di affrontare le questioni poste dalla mobilità
attraverso:
· riorganizzazione della viabilità di livello sovracomunale e locale anche con
interventi di potenziamento della rete esistente e la previsione di nuove
infrastrutture;
· definizione di interventi di sostenibilità ambientale e paesaggistica delle
infrastrutture viarie;
· riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico e riorganizzazione
degli spazi urbani lungo le principali arterie stradali, anche con interventi di
mitigazione e compensazione degli impatti;
· realizzazione di adeguate infrastrutture per il futuro sistema ferroviario
metropolitano regionale;
· potenziamento e completamento della rete viaria ciclopedonale e miglioramento
dell’accessibilità al sistema insediativi ed ai servizi.
9) Infrastrutture
Per quanto concerne le infrastrutture il Documento Preliminare pone l’accento sulle
problematiche derivanti dalla disciplina degli scarichi e del potenziamento della rete
fognaria. Tale attenzione va nel senso dell’esigenza della tutela delle risorse idriche,
anche per l’inclusione del territorio nella fascia di ricarica degli acquiferi.
Per quanto concerne l’inquinamento elettromagnetico (elettrodotti, telefonia cellulare)
è proposta l’applicazione del principio di cautela.
Il Documento Preliminare relativamente alle infrastrutture, individua i seguenti
obiettivi:
· tutela della salute delle persone rispetto all’inquinamento elettromagnetico,
acustico atmosferico e luminoso;
· potenziamento della rete fognaria;
· tutela delle risorse acquedottistiche.
Conclusioni
Sulla base degli obiettivi indicati dal Documento Preliminare il PAT ha articolato
specifiche politiche di Piano che possono essere riassunte in:
· riqualificazione del territorio
· individuazione di vincoli e invarianti territoriali
· valorizzazione delle vocazioni territoriali e riorganizzazione urbana
· indicazioni per lo spazio periurbano
· sistema ambientale e ruolo degli spazi urbani ed extraurbani
· difesa dal rischio e tutela delle aree fragili
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Già nei precedenti capitoli si è posto l’accento sulla dimensione metropolitana nella
quale è inserito il territorio comunale di Paese.
Con il Quadro Conoscitivo è stata effettuata una lettura storica delle trasformazioni
territoriali e del risultato che le stesse hanno prodotto.
A partire dagli anni del secondo dopoguerra Paese è stato oggetto di profonde
trasformazioni dovute in gran parte ai fenomeni indotti da forti dinamiche insediative
e dal rapido aumento della popolazione. La crescita del numero dei residenti che
tuttora prosegue a livelli sostenuti, è sorretta dalle logiche intrinseche dell’area
metropolitana centrata sul capoluogo provinciale, all’interno del quale il minor costo
delle aree edificabili ha indotto famiglie e aziende ad insediarsi a Paese, innestando
anche problematiche di ordine negativo, riconducibili essenzialmente all’espansione
non sempre corretta degli insediamenti, alla salvaguardia del paesaggi rurale e naturale
ed agli equilibri ambientali.
Nel Comune, come del resto per tutta l’area metropolitana, si è assistito ad una forte
trasformazione della struttura territoriale con sviluppo accentuato della residenza e
degli insediamenti produttivi e la perdita della semplicità degli schemi insediativi
pregressi. L'evoluzione di questi ultimi trova una logica e naturale causa
nell'inserimento di nuove funzioni non più attinenti con la realtà rurale, che
determinano nuovi paesaggi urbani e agrari, anche se in questi ambiti territoriali,
permangono tuttavia dei segni urbani di generale interesse rappresentati dai centri
storici e dall’assetto territoriale di antica formazione.
L’equilibrato rapporto tra insediamenti umani e territorio si è profondamente
modificato in questi ultimi decenni. L’affermarsi del modello veneto di sviluppo, se da
un lato ha portato un innegabile diffuso benessere, dall’altro sta producendo
omogeneità ed indifferenziazione paesaggistica e la perdita della storia e della
memoria dei luoghi.
Si stanno velocemente costruendo territori che sempre più tendono ad assomigliarsi,
dove il “capannone” prende il sopravvento sulla “villa” e sul paesaggio.Sempre più si
registrano situazioni connotate dalla rarità di qualità architettonica e di sensibilità
ambientale; in questi ambiti prevalgono spesso forme ibride situabili tra l'urbano e il
rurale, ovvero modelli prevalentemente urbani dell'area metropolitana veneta. In
questo contesto l’area metropolitana è potenzialmente oggetto di trasformazioni
conseguenti e connaturati a processi di urbanizzazione e delocalizzazione delle attività
produttive, pur configurandosi ancora quali luoghi ove riscontrare intensa identità
storica e senso della comunità locale.
E’ quindi da ritenersi argomento fondamentale ai fini dell'impostazione di una seria
proposta di Piano, la questione del controllo della pressione edificatoria ed in generale
della sostenibilità degli interventi di trasformazione territoriale ponendo la questione
del limite quale risorsa.
Sempre più si avverte l'esigenza di riscoprire le positive intenzioni legate al recupero,
al ripristino, alla manutenzione del patrimonio ambientale esistente, in
contrapposizione a politiche del territorio che per vari decenni hanno agevolato
l’aggregazione policentrica e la città diffusa, con l'ausilio di norme di legge (quale ad
esempio la L.R. 24/85) che, di fatto, hanno avvallato e protetto una sorta di
edificabilità “non meditata”, in aperta contrapposizione agli obiettivi di tutela del
territorio.
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6.3.2 – Invarianti
Il PAT nella cartografia di progetto Tavola 2 – Carta della Invarianti – individua gli
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All’interno del lavoro di elaborazione del PAT più volte si è accennato alle profonde
modifiche territoriali avvenute negli ultimi decenni. I processi di crescita non sono
stati sufficientemente guidati riflettendosi negativamente nell’organizzazione degli
abitati. Si è generato un ambiente urbano indifferenziato descrivibile con il termine di
“grande periferia”, intendendo per questa ultima non solamente ciò che è distante dal
centro, quanto piuttosto, la presenza o meno, di elementi che rendono degradante il
paesaggio urbano.
I modelli di urbanizzazione del territorio, raramente sono riusciti a raggiungere una
“soglia urbana” apprezzabile, proponendo piuttosto un paesaggio urbano uniforme e
privo di legami con i segni distintivi del territorio e della sua memoria storica.
Un ulteriore dato di crisi che emerge con chiarezza è quello della difficoltà dello
“zoning” urbanistico (suddivisione del territorio in specifiche destinazioni d’uso), nel
comprendere gli elementi che definiscono uno specifico ambito urbano, e la
conseguente necessità di ricorrere a diverse categorie interpretative, per affrontare le
sfide poste dalle problematiche territoriali ed ambientali.
Le linee strategiche che il PAT ha inteso definire per le aree urbane sono riassumibili:
· riduzione del consumo di suolo e dell’espansione incontrollata;
· ricompattazione dei centri abitati e contrasto alla dispersione insediativa;
· tutela e valorizzazione degli elementi storici;
· riqualificazione e miglioramento della qualità urbana ed ambientale;
· miglioramento funzionale degli insediamenti e della qualità degli spazi;
· valorizzazione degli spazi pubblici con momento strutturante della città;
· riorganizzazione e riqualificazione delle aree centrali;
· recupero dell’esistente e del dismesso urbano;
· riconversione e trasformazione delle aree produttive interne agli abitati
incompatibili o conflittuali con la residenza;
· consolidamento e riqualificazione delle aree di frangia e di urbanizzazione rada.
Il compattamento e la densificazione insediativa sono stati la principale risposta ad
una frammentazione in brani urbani degli abitati. Gran parte di questi ultimi
presentano infatti una discontinuità del costruito che non è tanto una “volontà” del
Piano quanto un fatto “subito” per l’impossibilità di fatto da parte delle
Amministrazioni Comunali di attuare le previsioni di Piano nelle parti che
maggiormente dovrebbero qualificare le città: gli spazi e le attrezzature pubbliche; non
è affatto casuale che gran parte dei vuoti urbani coincidano proprio che le parti della
città che le Amministrazioni Comunali non sono state in grado di acquisire e
realizzare per finalità pubbliche..
La nuova legge regionale n.11/2004 introducendo gli istituti della perequazione e
compensazione urbanistiche, consente ai Comuni di procedere all’acquisizione delle
aree per servizi ed attrezzature pubbliche, in un quadro di democratica ripartizione dei
diritti edificatori e di coinvolgimento dei privati coinvolti nella realizzazione della
città.
In questo nuovo contesto il PAT persegue politiche di attuazione di queste parti della
città, anche con parziali trasformazione delle stesse a compensazione dei privati.
Viene così a concretizzarsi un circolo virtuoso che vede da un lato la realizzazione del
sistema urbano delle attrezzature pubbliche, dall’altro il configurarsi di risposte
edificatorie direttamente relazionate con gli spazi collettivi, facendo venire meno la
necessità di consumo di suolo agricolo per il soddisfacimento dei fabbisogni
insediativi.
Attorno a questa nuova prospettiva di città strutturata sugli spazi pubblici, il PAT
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Ci si è già soffermati più volte sulla questione del forte sviluppo insediativo, visto
come causa maggiormente responsabile della non soddisfacente qualità dell’abitare e
dell’alterazione degli equilibri ambientali.
Nell’affrontare questi temi e, quindi, la riqualificazione e riorganizzazione urbana, il
PAT individua modalità di intervento, non legate tanto alla zonizzazione funzionale
degli insediamenti, quanto piuttosto alla loro articolazione in “Tessuti” (vedi Quadro
Conoscitivo).
Questi ultimi rappresentano un termine di lettura della città, nelle sue componenti
fisico-funzionali riassumibili in:
· organizzazione degli isolati;
· modalità di aggregazione degli edifici;
· riconoscibilità delle regole dell’edificazione;
· rapporto dell’edificato con gli spazi aperti pubblici e privati;
· caratterizzazione morfologica, funzionale e formale dell’edificato;
· qualità e quantità degli spazi pubblici.
Si tratta di una lettura della città che supera l’attuale zonizzazione per specifiche
destinazioni, attribuendo alle diverse parti ruoli e vocazioni maggiormente
connaturati. Per le parti “deboli” della città è possibile immaginare interventi specifici
di rioganizzazione e riqualificazione, anche qualitativa, al di fuori della stretta logica
dello zoning.
I tessuti così individuati sono stati oggetto di inserimento nel PAT al fine di
individuare le modalità di intervento unitarie e più efficaci per intervenire nella città.
Gli ambiti determinati sulla base dei tessuti hanno portato a definire:
· aree con tessuti prevalentemente antichi (centri Storici);
· aree con tessuti consolidati/pianificati;
· aree con tessuti da trasformare.
La lettura della città in tessuti consente di rispondere con maggiore efficacia agli
obiettivi nel Documento Preliminare relativamente alle seguenti problematiche:
· ricomposizione delle aree centrali;
· riqualificazione e trasformazione delle aree produttive poste all’interno degli
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abitati;
· interventi sul dismesso urbano;
· commistione tra residenza e attività produttive;
· riorganizzazione delle aree di frangia;
· definizione del limite urbano e riqualificazione del territorio ad urbanizzazione
rada.
Anche per le aree produttive si è utilizzata la suddivisione in Tessuti. Di seguito si
indicano gli interventi a livello generale che il PAT propone relativamente a questi
ultimi, nonché quelli relativi agli ambiti strategici di riorganizzazione, riqualificazione
e valorizzazione degli abitati: Nel successivo capitolo 8 sono individuati per singoli
ATO obiettivi ed azioni specifici.
6.4.1a - Centri storici
Il recupero del patrimonio edilizio è uno degli obiettivi programmatici di maggiore
rilievo nei piani urbanistici; nel caso, poi di Paese, viene ad assumere una duplice
valenza: da un lato quella di un doveroso riuso di un patrimonio che spesso presenta
un elevato valore architettonico ed ambientale, dall’altra quella di tutela della
“memoria storica”, finalizzata a contrastare il senso di straniamento che lo sviluppo
edilizio del secondo dopoguerra ha radicato nei residenti.
Questo patrimonio non sempre è stato oggetto di adeguata tutela e salvaguardia, tanto
che la problematica legata al recupero dei centri storici, ma più in generale degli
insediamenti di antica origine, risulta centrale nella redazione dei piani urbanistici
generali.
Con il Quadro Conoscitivo sono stati analizzati i processi storici di formazione dei
centri storici e le caratteristiche del patrimonio edilizio di antica origine.
La Regione Veneto con le ex leggi n.80/1980 e n.61/1985, ha elaborato una serie di
normative al fine di rendere possibile la conoscenza, conservazione e salvaguardia del
patrimonio edilizio di antica origine, nonché l’incentivazione delle politiche tese alla
fruizione individuale e collettiva degli insediamenti storici attraverso il loro recupero e
mantenimento delle funzioni originali o con, esse compatibili.
Il Comune di Paese ha già da tempo adeguato il proprio PRG alla L.R. 80/1980;
inoltre ha adottato una specifica Variante ai Centri Storici, attualmente in Regione per
l’approvazione, con i seguenti contenuti:
· ricognizione sistematica dei gradi di protezione attribuiti a fabbricati e manufatti;
· classificazione gli spazi scoperti ;
· ridefinizione degli ambiti soggetti a Piano Attuativo;
· revisione degli ambiti delle Unità Minime di Intervento;
· snellimento della normativa e redazione di Schede di Intervento al fine di
agevolare gli interventi nei centri storici;
· redazione di un Prontuario per gli interventi nei Centri Storici.
In questo contesto considerato che sia il PRG vigente, sia soprattutto i miglioramenti
introdotti con la succitata Variante ai Centri Storici, appaiono coerenti con gli obiettivi
del PAT, quest’ultimo recepisce contenuti e strumentazioni dei Piani vigente ed
adottato. In ogni caso il PAT, conseguentemente a quanto richiesto all’articolo 40
della L.R.11/2004, ha provveduto a
· classificare gli immobili, per categorie tipologiche attribuendone i valori di tutela
in funzione degli specifici contesti da tutelare e salvaguardare;
· indicare interventi e destinazioni ammissibili;
· definito i margini di flessibilità del PI.
Tali individuazioni sono state estese anche agli immobili individuati dall’Istituto
Regionale per le Ville venete, nonché agli edifici ed ai complessi di valore
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distintivi del territorio e della sua memoria storica; di qui la necessità anche per questi
insediamenti di ipotizzare interventi di riqualificazione e recupero edilizio ed
ambientale.
Altra grande questione correlata alla precedente è quella della incompatibilità di taluni
insediamenti rispetto ai centri urbani e quella della necessità di prevedere interventi di
trasformazione di questi ambiti. La loro localizzazione ed estensione fa divenire
centrale la questione relativa al recupero urbanistico nel contesto del ridisegno di
alcuni abitati, in particolare del capoluogo.
In conclusione il PAT sulla base degli obiettivi di sostegno, sviluppo e riqualificazione
dell’apparato produttivo comunale individua ambiti, vocazioni territoriali e condizioni
infrastrutturali che il PI dovrà successivamente sviluppare:
· concentrazione delle nuove espansioni laddove necessitano interventi di
completamento e riorganizzazione insediativa e delle infrastrutture, in particolare
lungo le strade regionali;
· riorganizzazione degli insediamenti produttivi attorno alle infrastrutture di livello
superiore e localizzazione delle attività in rapporto alle caratteristiche locali ad ai
livelli di infrastrutturazione;
· miglioramento della dotazione di infrastrutture e servizi, nonché di standard
ambientali e qualitativi degli insediamenti produttivi e terziari;
· indicazioni in merito alle aree per insediamenti commerciali;
· definizione degli interventi con Sportello Unico;
· indicazioni per le attività in zona impropria.
6.4.3 – Servizi
Il PAT affida a alle aree a servizio il ruolo fondamentale di momento strutturante della
città, dato che aree ed attrezzature di interesse pubblico, concorrono fortemente alla ri-
qualificazione del paesaggio urbano ed alla qualità della vita.
Il Quadro Conoscitivo ed il Rapporto Ambientale hanno consentito:
· la verifica dello stato di attuazione del PRG relativamente al sistema del verde
urbano e delle attrezzature pubbliche;
· di individuare il sistema del verde;
· di identificare e quantificare le risorse ambientali;
· l’analisi del sistema infrastrutturale l’impatto ambientale sulle aree circostanti;
· di classificare le aree inedificate anche sulla base di valutazioni di tipo
paesaggistico-ambientali ed in funzione della rigenerazione ecologica;
· individuazione degli ambiti più deboli e da riqualificare del sistema ambientale.
Il PRG vigente individua una quantità complessiva di aree a servizi di mq 1.934.701,
che rapportata alla popolazione insediata e insediabile con il vigente PRG (30.234
abitanti calcolati con i parametri della ex L.R. 61/1985), configura una dotazione di
63,80 mq/abitante. La quota non attuata degli standard è pari a mq 256.752.
Sebbene questa dotazione risulti a prima vista ottimale, un esame più approfondito
(vedi Rapporto Ambientale), ha messo in evidenza come alcune parti degli abitati non
siano affatto dotate, oppure insufficientemente dotate, di aree a servizi.
Sulla base di queste elaborazioni analitiche il PAT per le aree a servizi propone:
· conferma delle previsioni ancorché non attuate, nei casi in cui assumono una
connotazione strategica all’interno del disegno urbanistico complessivo;
· previsione di recupero di standard urbanistici all’interno delle aree di
trasformazione ed espansione tramite perequazione urbanistica;
· potenziamento e/o realizzazione dei servizi negli ambiti sprovvisti o non
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sufficientemente dotati;
· inserimento delle aree pubbliche, in particolare quelle verdi, all’interno di un
disegno complessivo di reti di corridoi verdi e percorsi protetti.
E’ anche in questa ottica che vanno valutate le indicazioni relative alla riqualificazione
degli abitati, in virtù delle quali gli interventi edilizi dovranno, in ogni caso, garantire
sia un congruo recupero di standard urbanistici, sia una specifica qualità progettuale
degli stessi.
Importante in questo senso possono risultare gli istituti della perequazione e
compensazione urbanistiche, nonché le sinergie tra pubblico e privato, in particolare in
quegli interstizi urbani, spesso degradati, dove la riqualificazione urbana abbisogna
anche di standard ambientali.
Altro punto qualificante è quello affidato ai “luoghi centrali” per i quali si dovranno
incentivare la realizzazione di spazi ed attrezzature di interesse pubblico, al fine del
raggiungimento di alti livelli di aggregazione e incontro sociale; va inoltre sottolineata
l’indicazione relativa alla costruzione di sistemi di aree a servizi continui, protetti e
facilmente accessibili ed identificabili. Il PAT individua degli ambiti dove per il
potenziale ruolo connettivo, sono previsti interventi di potenziamento biotico con
formazioni di aree boscate e corridoi verdi.
Gli standard in questa ottica vengono a configurarsi quali vere e proprie risorse
ambientali, in sinergia con le are verdi private, data l’analoga funzione in termini
ecologici e rigenerativi che vengono a svolgere.
Il PAT considera il verde privato vero e proprio “standard ambientale”, tutelando e
incentivando il ruolo ecologico che lo stesso viene a svolgere all’interno
dell’edificato; in questa senso vanno lette le indicazioni relative alla individuazione di
una quota di verde ecologico (Ve) negli ambiti di trasformazione ed espansione
urbana.
Nel successivo paragrafo relativo alla domanda insediativa sono individuate le
dotazioni di aree ed attrezzature pubbliche di PAT.
Il tema del periurbano agricolo se non la più importante, è sicuramente, una delle
questioni fondamentali dove il PAT è chiamato a confrontarsi.
Si è voluto soffermarsi su questa tipologia di spazio in quanto le sue specificità
richiedono un ripensamento sulla città e della sua dilatazione verso il territorio
agricolo. Queste considerazioni trovano forza proprio nell’essere, il periurbano, spazio
sempre più incerto, quasi un luogo del possibile, dove le aspettative della rendita
fondiaria ed immobiliare, sono sostenute anche in presenza di attività agricole
economicamente produttive e dispensatrici di reddito; proprio per queste ragioni sono
luoghi che più di altri, accettano le trasformazioni territoriali senza opporre le
resistenze degli spazi più definiti. Sono inoltre il luogo più emblematico di costruzione
dei nuovi paesaggi nel contesto del più complessivo ridisegno dell’area metropolitana.
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A partire dalla seconda metà del XX secolo si è originato un nuovo rapporto derivato
da una parte dalla continua espansione urbana, dall’altro dalla progressiva aumento
della delocalizzazione produttiva e abitativa verso le aree rurali.
Tale fenomeno è stato così massiccio (il Veneto è una citazione di rito in questo
senso), che oramai nei paesi industrializzati, lo spazio rurale è percepito, quale ambito
insediativo e di svago e tempo libero, piuttosto che come spazio di produzione
agricola. Il territorio agricolo tende quindi ad assumere valore economico legato alla
qualità paesaggistica, piuttosto che quello della produttività.
In questo contesto si sono sviluppate fenomeni sociologici, che vedono nella
campagna lo spazio ideale dove vivere, in contrapposizione a città inquinate, insicure
e luoghi di solitudine individuale, pur riconoscendo in queste ultime possibilità
attrattive legate a reddito, cultura, svaghi, servizi.
Lo sviluppo infrastrutturale e della mobilità hanno favorito queste aspettative
abitative, affiancandole alle delocalizzazioni produttive e terziarie.
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impongono la forza della prima rispetto al secondo, anche nella capacità di definire
nuovi paesaggi.
La campagna chiede di non essere annullata e/o dimenticata, quanto di venire
coinvolta, in virtù delle proprie potenzialità (produttive, insediative, ambientali), nella
ricomposizione territoriale.
Alla luce di quanto detto per il territorio periurbano il PAT individua una serie di linee
di intervento “trasversali”, cioè non pensate specificatamente per una o più zone,
quanto per l’intero spazio rurale e urbano di frangia; gli spazi urbani, extraurbani e la
Rete ecologica fanno proprie queste linee, sviluppandole e puntualizzandole nei
diversi ambiti. Tali linee sono riassumibili in:
· nuove relazioni tra città e spazio rurale;
· sostegno ad attività nuove ed innovative;
· la definizione di nuovi paesaggi.
Quando si parla di nuove relazioni tra città e campagna, bisogna tenere in debito conto
del contesto territoriale nel quale si trova Paese: centro in espansione della corona del
capoluogo provinciale, inserito in importanti direttrici di sviluppo insediativo.
In questo quadro città e campagna hanno dato luogo ad uno spazio rurale nuovo e per
molti versi da costruire.
Si tratta di prendere atto che la campagna ha assunto connotati diversi sia in termini
produttivi che paesaggistici. In ambiti quale quello di Paese, lo spazio rurale va
ripensato e riferito all’area metropolitana, contribuendo alla definizione di uno spazio
articolato tra ambiti urbani densi, agricolo-produttivi e sociali da riprogettare
contestualmente: in questo contesto l’intero territorio aperto è spazio periurbano e/o
campagna urbana.
Questo nuovo approccio apre prospettive finora trascurate e scarsamente studiate che
vedono nel periurbano spazio autonomo e capace di:
· proporre un’offerta di prodotti agricoli freschi, legati alla tradizione locale o anche
biologici per i residenti della città;
· consentire in funzione del suddetto ruolo produttivo, la permanenza nel territorio
degli agricoltori;
· offrire spazi prossimi alle aree urbane per lo svago ed il tempo libero anche per gli
abitanti della città;
· divenire presidio ambientale garantito dalla presenza degli agricoltori;
· consentire forme di educazione ambientale (ad esempio fattorie didattiche per
scuola e famiglie);
· caratterizzarsi quale luogo per la sostenibilità ambientale delle aree urbane;
· contribuire all’aumento della biodiversità favorendo la diffusione di spazi verdi tra
aree diverse;
· configurarsi quale spazio deputato a interventi sovracomunali per il controllo di
fenomeni esondativi.
Le potenzialità date da uno spazio così ripensato e riorganizzato, agli abitanti di Paese
e dell’area metropolitana, di poter usufruire di un territorio valorizzato dal punto di
vista paesaggistico, di percorsi protetti e didattici, di spazi e servizi per lo svago ed il
tempo libero, di acquisto diretto di prodotti agricoli, di offerta agrituristica, sono
enormi e possono dare nuove ed inesplorate opportunità; in questo senso vanno
valutate le indicazioni del PAT.
Accanto a queste opportunità “dirette” lo spazio periurbano può divenire anche luogo
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Il PAT pone specifica attenzione al Sistema Ambientale ed al ruolo degli spazi urbani
ed extraurbani. In realtà questa suddivisione tra urbano ed extraurbano, ha una valenza
meramente operativa, essendo entrambi ricomprendibili, per la complessità di
relazioni e scambi in continua mutazione e movimento, al Sistema Ambientale. Fatta
questa doverosa premessa, va pur detto che il ruolo dello spazio extraurbano nella
costruzione di un piano sostenibile, è assolutamente prioritario.
E’ quindi il tema della “sostenibilità” delle trasformazioni territoriali, che diviene
centrale ed innovativo rispetto alla prassi seguita nella elaborazione dei vecchi PRG.
La sostenibilità, cui ci si riferisce è quello della costruzione di un Sistema Ambientale
che punti alla conservazione delle risorse e nel quale lo sviluppo non finisca per
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Si può ben dire che dopo anni di leggi e gestione delle aree agricole, assai discutibili e
incapaci di limitare usi impropri del territorio agricolo che hanno originato la
“ruropoli” tipica dell’area centrale veneta, la L.R. n.11/2004 indica una svolta
(purtroppo tardiva) nella disciplina della aree rurali. Viene riconosciuta la centralità
dell’impresa agricola, non solo come fonte di reddito ma di fatto come presidio
territoriale; in virtù di tale impostazione solo i “veri” imprenditori agricoli potranno
edificare nel territorio e definire con il Piano Aziendale un programma di gestione e
sviluppo. Questo fatto, se da un lato in una realtà quale Paese a forte frazionamento
aziendale, fa ragionevolmente ipotizzare che solo un numero limitato di aziende
potranno usufruire delle nuova normativa, dall’altro apre scenari di non facile
definizione, per le altre aziende agricole.
Se a questo si aggiungono i programmi comunitari che per il periodo 2077-2013
prevedono un capovolgimento delle politiche fin qui seguite, passando dal sostegno
alla produzione agricola, a quello dell’incentivazione degli interventi sostenibili e di
tutela ambientale ed ecologica del territorio, le prospettive si fanno più incerte.
Certamente la difesa delle aree rurali a maggiore integrità, obiettivo prioritario del
PAT, va nella direzione di un efficace confronto con questi futuri scenari.
In questo senso grande importanza assumono gli scenari e le riflessioni fatte in
precedenza relativamente allo spazio periurbano
6.6.2a - Aree di prevalente interesse paesaggistico ed ambientale
Coincidono a grandi linee con le aree che il PAT definisce “Invarianti paesaggistico-
ambientali”, cioè gli ambiti del territorio comunale nei quali le qualità ambientali,
naturalistiche e paesistiche sono massime (ambiti rurali integri o sufficientemente
integri, con consistente dotazione di equipaggiamento a verde, presenza di connessioni
a rete, edificazione generalmente scarsa o in piccoli aggregati, a prevalente tipologia
agricola, tracce di appoderamento storico).
Questi ambiti sono individuati dal PAT nell’area agricola centrale compresa tra gli
abitati di Paese, Castagnole, Porcellengo e Padernello, nonché nell’area a nord della
frazione di Postioma e a sud verso il confine comunale con Quinto e Morgano.
Il PAT suddivide le invarianti paesaggistico-ambientali in:
· ambiti di natura paesaggistica, cioè aree agricole da assoggettare a specifica tutela
per le qualità paesaggistiche che tuttora riescono ad esprimere;
· elementi lineari, formati da siepi e fasce alberate con vegetazione a sviluppo
lineare arborea-arbustiva, strutturata su uno o più strati;
· elementi areali, ovvero macchie arboree e arboreo-arbustive con vegetazione
boscata di pianura, solitamente di ridotta estensione, formatasi per spontanea
rinaturalizzazione con specie arboree o per interventi di rimboschimento;
· parchi, aree verdi coincidenti con parchi di pertinenza di ville storiche o giardini
pubblici e privati di una certa consistenza.
Il PAT promuove la difesa di queste specificità territoriali per le quali si riconosce le
peculiarità dal punto di vista paesaggistico-ambientali, produttive, ecologiche, nonché
di risorsa per nuovi usi del territorio legati al turismo culturale ed all’uso sociale; sono
parti del territorio fondamentali ai fini della corretta funzionalità ecosistemica e a
garanzia dell’equilibrio città/campagna.
Per questi ambiti gli obiettivi che il PAT persegue sono:
· tutela dell’integrità del territorio rurale e del consumo di suolo;
· salvaguardia dell’attività agricola e zootecnica, nonché favorire ulteriori forme di
integrazione del reddito quali l’agriturismo;
· incentivare forme di agricoltura ecocompatibili e con pratiche agronomiche che
favoriscano la creazione di habitat con arricchimento di specie vegetali ed animali;
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Gli obiettivi previsti dal PAT sono quelli della riqualificazione, recuperando e
consolidando, per quanto possibile, gli insediamenti residenziali esistenti.
In sede di PI si dovranno opportunamente tutelare le emergenze paesaggistiche,
ambientali ed architettoniche nel rispetto di coni visuali e di connessioni con corridoi
e/o sistemi continui del verde, nonché posta specifica attenzione alla definizione del
margine urbano ed agli interventi di saturazione degli interstizi e delle aree inedificate.
Il PI dovrà inoltre provvedere alla:
· attribuzione di possibilità edificatorie, anche con interventi di credito edilizio;
· realizzazione delle opere di urbanizzazione mancanti e di standard urbanistici;
· possibilità di insediamento di attività di artigianato di servizio, ristorazione,
esercizi commerciali di dettaglio, agriturismo;
· definizione del limite urbano dell’edificato;
· individuazione di direttive e prescrizioni in merito alla salvaguardia, tutela e
valorizzazione ambientale.
Il PI provvederà a definire per gli edifici ricadenti nelle zone di edilizia diffusa, le
possibilità edificatorie ammissibili; queste saranno generalmente riferibili agli
interventi di adeguamento igienico-sanitario e funzionale. Saranno altresì, consentiti
interventi di nuova edificazione limitatamente ai lotti inedificati. Incentivi volumetrici
possono essere previsti nel caso di recupero e riqualificazione dei fabbricati e degli
insediamenti esistenti, qualora finalizzati alla riduzione degli accessi stradali, alla
realizzazione di standard o opere ed infrastrutture di interesse collettivo, alla
valorizzazione di contesti figurativi e di coni visuali e paesaggistici, a progettazioni.
In sede di PI si dovranno definire, anche a mezzo di prontuari e/o sussidi operativi,
regole e modalità attuative per l’esecuzione degli interventi ammissibili, con
particolare riferimento alla nuova costruzione, alla saturazione degli spazi inedificati,
al completamento delle opere di urbanizzazione ed alla realizzazione degli standard
urbanistici, nonché di progettazione del verde compresi quelli relativi della
riqualificazione ambientale;
Gli interventi di consolidamento dell’esistente dovranno in ogni caso essere
strettamente correlati con quelli di integrazione e mitigazione ambientale (opere di
mascheramento vegetale, potenziamento dell’equipaggiamento vegetazionale,
impianto di filari e siepi, mantenimento di coni visuali, ecc.).
Come già sottolineato più volte lo spazio urbano va inserito nel più ampio contesto
della riqualificazione ambientale e paesaggistica.
Queste parti urbane dispongono di risorse ambientali individuabili principalmente
nelle aree di verde pubblico e privato, nei parchi e nei giardini storici e nel sistema dei
servizi; il PAT non distingue tra aree pubbliche e private data l’analoga funzione in
termini ambientali, ecologici e di rigenerazione dell’aria che le stesse vengono a
svolgere.
In sede di Rapporto Ambientale è stata individuata la dotazione di verde pubblico (con
suddivisione tra esistente e di previsione non realizzato), nonché quella di verde
complessivo (parchi, giardini, fasce e barriere verdi, ecc); sono stati individuati gli
ambiti dove sopperire alle carenze rilevate e indicati interventi di mitigazione e
compensazione.
L’obiettivo è quello di un complessivo potenziamento del verde. Per l’esistente si
dovrà procedere, qualora necessario, con nuovi impianti di specie autoctone e la
verifica fito-patologica della vegetazione; per quello di progetto si sono fornite prime
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Gli ambiti e le caratteristiche del rischio idraulico sono stati individuati e descritti nel
Quadro Conoscitivo e nella relazione tecnica specialistica.
Premesso che secondo il Piano di Assetto Idrogeologico del 2002, l’intero territorio
comunale non è classificato “a rischio idraulico”, esistono comunque, a Paese aree
interessate da, seppure limitati, problemi di natura idraulica.
I dati storici delle zone soggette a tracimazioni sono stati ricavati dal PGBTTR del
Consorzio Destra Piave; quelli delle aree attualmente soggette a disagi, in
corrispondenza di eventi meteorici intensi, derivano dalle indicazioni fornite dagli
uffici tecnici comunali (queste aree sono riportate negli elaborati del Quadro
Conoscitivo e nella Carta delle Fragilità di PAT).
Negli ambiti indicati dal PGBTTR le tracimazioni si limitano a lame d’acqua più o
meno persistenti in rapporto alla durata dell’evento meteorico, con ripercussioni sulla
circolazione stradale e qualche disagio per le abitazioni; in prossimità degli edificati
queste situazioni sono state negli anni rimosse, aumentando la portata scaricata a valle.
Nel secondo caso, le problematiche maggiori sono imputabili a locali insufficienze
della rete di smaltimento o da interruzioni del collettore.
La Regione Veneto con le DGR n. 3637/2002 e n. 1322/2006 per la formazione degli
strumenti urbanistici, richiede la valutazione di compatibilità idraulica, introducendo il
concetto di “invarianza idraulica” nelle trasformazioni territoriali.
Ciò significa che nell’ambito di queste ultime, dovranno prevedersi opportune azioni
compensative, per sostenere il consumo della risorsa territoriale costituita dalla
capacità del bacino di regolare le piene e quindi, di mantenere le condizioni di
sicurezza territoriale nel tempo.
Stante tale situazione e considerando le previsioni di trasformazione del PAT, si
individuano alcune azioni articolate in due distinti momenti:
· interventi direttamente cogenti con il PAT
· interventi da attuare successivamente in coordinamento con Genio Civile e
Consorzio di Bonifica Destra Piave.
I primi riguardano dettami per non aggravare la situazione esistente, e riguardano:
· gli interventi di nuova edificazione e ristrutturazione, finalizzati allo smaltimento
delle acque e alla prevenzione del rischio (rialzi rispetto alla quota zero, rampe di
accesso, realizzazione di interrati, ecc.);
· la realizzazione di parcheggi ed aree di stoccaggio e movimentazione materiali;
· invasi, pozzi drenanti, linee fognarie e di smaltimento;
· la polizia idraulica (fasce di tutela e per manutenzione, tombinamento fossati).
La realizzazione di interrati e/o seminterrati a distanza inferiore a 10 ml da canali o
canalette irrigue, è subordinata al parere del Consorzio di Bonifica Destra Piave.
I secondi si riferiscono allo schema risolutivo per il riassetto idraulico in un’ottica non
solo comunale ma di bacino.
In sede di PAT il territorio comunale è stato suddiviso tra bacini imbriferi per i quali è
stato distinto l’uso del territorio in residenziale, produttivo e agricolo sulla base delle
previsioni di Piano, individuando la risposta del bacino all’evento meteorico di
progetto e calcolando le misure compensative per renderla compatibile con le
condizioni di valle.
Unitamente a questo schema risolutivo generale, su apposito allegato cartografico, è
stato elaborato uno schema per l’ubicazione dei manufatti (pozzi perdenti a monte e
casse di espansione a valle delle aree urbane), con un primo dimensionamento delle
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Con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20.03.2003 e poi
con il D.M. 14.09.2006 l’intero Comune di Paese è stato classificato sismico e rientra
nella “zona n.3”.
Il PAT al fine di garantire nei processi di trasformazione di tipo urbanistico, la
sicurezza degli insediamenti dal rischio sismico, oltre all’adeguamento all’OPCM
3274/2003, indica l’opportunità di realizzare una microzonazione sismica del
territorio, attraverso la costruzione di una banca dati delle indagini necessarie in
funzione degli interventi edilizi ed urbanistici, redatta secondo le modalità di un
apposito regolamento interno. Con il tempo la sempre maggiore massa di dati,
consentirà di giungere ad una microzonazione del territorio sempre più dettagliata,
nonché disponibile ed accessibile a chiunque intenda eseguire interventi edilizi ed
urbanistici.
La tavola 4.7.s-Classi di zonazione geologico-tecnica- del Quadro Conoscitivo
suddivide, sulla traccia di quanto indicato dalle normative regionali, i terreni in 5
classi aventi attitudini perverse rispetto all’edificabilità: terreno ottimo, buono,
mediocre, scadente e pessimo.
Il PAT nella Tavola 3 – Carta delle Fragilità, a riguardo delle penalità ai fini
edificatori, suddivide i terreni del territorio comunale in tre categorie:
terreni idonei, terreni posti in zona pianeggiante con le seguenti caratteristiche:
ottimi dal punto di vista geotecnico (terreni prevalentemente ghiaioso sabbiosi);
ottimo drenaggio, con massimo livello della falda freatica superiore ai cinque metri
dal piano campagna; assenza di cave e discariche; assenza di esondazioni storiche;
terreni idonei a condizione: terreni posti in zona pianeggiante e in corrispondenza di
scarpate di cava, discarica, aree depresse, strade in trincea. I terreni appartenenti a
questa categoria possiedono, in misura diversa, le seguenti caratteristiche:
ottimi dal punto di vista geotecnico (terreni prevalentemente ghiaioso sabbiosi) ma
con una falda poco profonda; possibilità di esondazioni; mediocri e localmente
variabili dal punto di vista geotecnico (terreni da ghiaiosi a terreni di riporto); aree di
cava e/o aree depresse in pianura alluvionale; aree colmate parzialmente con rifiuti e/o
da bonificare;
terreni non idonei, in questa classe vi sono delle zone isolate del territorio comunale e
possiedono le caratteristiche di aree di discarica rifiuti.
La quasi totalità del territorio a nord della linea ferroviaria Treviso-Vicenza è da
considerarsi terreno ottimo; fanno eccezione limitati ambiti, che per proprie specifiche
caratteristiche ricadono nelle altre due categorie. A sud della succitata linea
ferroviaria, i terreni sono generalmente idonei a condizione.
I terreni idonei a condizione sono suddivisi in sottoclassi catalogate e numerate; per
ognuna di queste il PAT nelle Norme Tecniche prescrive le necessarie indagini da
attuare e le soluzioni per il raggiungimento dell’idoneità.
Il Comune di Paese si trova nella zona di ricarica della falda e quindi, la tutela degli
acquiferi diventa uno dei principali obiettivi del PAT (nel Quadro Conoscitivo sono
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La questione della domanda insediativa è centrale rispetto alle scelte effettuate con il
PAT.
Paese come si è ampiamente dimostrato con il Quadro Conoscitivo ha avuto a partire
dal secondo dopoguerra una forte crescita insediativa dovuta sia alla domanda
residenziale, sia allo sviluppo delle attività produttive.
Tale trend è destinato a rimanere tale se non si introducono politiche di controllo e
contenimento tendenti alla stabilità insediativa. E’ evidente come questi obiettivi di
riequilibrio siano perseguibili efficacemente, solo in un quadro di programmazione
sovracomunale; ciò non toglie l’importanza primaria dell’azione locale sulle scelte
relative alla popolazione.
L’obiettivo del PAT è quello del controllo della domanda residenziale, con un
percorso di inversione degli attuali indici di crescita, che vada nel senso della stabilità
della popolazione e di contenuti aumenti del numero dei residenti.
Tale obiettivo appare quello ragionevolmente perseguibile, se raffrontato all’assenza o
carenza di politiche di livello superiore sul riequilibrio insediativo e dell’oggettiva
situazione territoriale di comune posto all’interno di un’area metropolitana per la
quale gli indicatori socio-economici e demografici, indicano nei prossimi anni
significativi trend di crescita.
Il dimensionamento del Piano di Assetto del Territorio di Paese va letto alla luce delle
novità contenute nella L.R. n.11/2004. Quest’ultima, oltre a introdurre una
metodologia diversa di calcolo del dimensionamento di Piano, nella sua impostazione
generale, definisce di fatto un differente approccio rispetto al passato.
Se fino ad oggi il dimensionamento era il frutto di ipotesi di ordine socio-economico e
di necessità, spesso puramente teoriche, che riguardavano essenzialmente la crescita
residenziale e delle attività produttive, con la L.R. n.11/2004, l’accento viene posto
sulla necessità della riqualificazione urbana e del recupero edilizio ed ambientale,
garantendo uno sviluppo sostenibile e durevole del territorio. Ciò significa che il
dimensionamento va costruito partendo dalle esigenze di miglioramento della qualità
urbana, per spostarsi successivamente sulla definizione di volumi edificabili e di
dotazione dei servizi.
In questo contesto va ricercato e verificato il nesso tra le necessità territoriali e
l’effettiva possibilità attuare gli interventi, tenendo conto del ruolo che gli operatori
privati sono chiamati a svolgere, sia come contributo alla costruzione/realizzazione del
piano, sia di dotazione di risorse economiche. Tale risultato è ottenibile solamente
attraverso la puntuale ricognizione e puntualizzazione delle scelte di Piano per ogni
singolo ambito, verificate con il processo della Valutazione Ambientale Strategica.
Il territorio comunale è inserito nel più ampio contesto dell’area metropolitana di
Treviso. A partire dal secondo dopoguerra Paese ha avuto un fortissimo sviluppo
divenendo ambito privilegiato per le funzioni espulse o trasferite dal capoluogo
provinciale.
La programmazione di livello superiore (PTRC e PTCP) sia vigente che in fase di
nuova definizione (vedi capitoli precedenti), assegna a Paese il ruolo di Comune
dinamico e potenzialmente idoneo a sviluppare politiche insediative nell’ottica:
· della riqualificazione dell’esistente e di contrasto alla dispersione insediativa;
· della riduzione dell’alto consumo di suolo e dell’espansione incontrollata;
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ecc.) con quote variabili dal 30% al 50% del totale, il volume destinato effettivamente
alla residenza è stato stimato in mc 570.328 (74%).
Il carico insediativo aggiuntivo residenziale di PAT è stato definito in mc 698.250
comprensivo della quota per crediti edilizi pari a mc 33.250.
Tale quantità è ripartita in:
· nuove zone di espansione mc 293.500 (42,0%)
· aree di trasformazione e completamento mc 351.000 (50,3%)
· nuova edificazione in zona agricola mc 20.500 ( 2,9%)
· crediti edilizi mc 33.250 ( 4,8%)
La percentuale di quota residenziale di trasformazione e completamento (comprensiva
dei crediti edilizi) è in realtà superiore a quella suindicata del 55,1%. Non va infatti
dimenticato che una parte consistente della nuova volumetria residenziale è, di fatto,
una trasformazione di volumi non residenziali dell’ex SIMMEL (mc 80.000); in
questo contesto la percentuale della volumetria residenziale di trasformazione e
completamento sale al 66,5%, a dimostrazione dell’attenzione del PAT verso
l’obiettivo della riduzione di consumo del suolo agricolo. Infine, si sottolinea come
quest’ultimo obiettivo, è stato posto alla base anche dell’individuazione delle aree di
espansione, per le quali sono stati indicati ambiti meno interessanti dal punto di vista
agricolo.
La L.R. n.11/2004 quantifica in mc 150 di volume residenziale lordo lo standard per
abitante teorico. La stessa legge consente, comunque, la rideterminazione di tale
parametro in relazione alle specifiche connotazioni del contesto territoriale, del tessuto
urbano e degli interventi previsti. Le analisi svolte prima in sede di PRG e
successivamente di PAT, hanno dimostrato come lo standard residenziale per abitante
nel caso di Paese sia stimabile in mc 230-240.
Il PAT nella quantificazione degli abitanti teorici ha inteso fissare la cubatura pro-
capite in mc 180. Tale indicazione trova fondamento nella considerazione che, pur non
ritenendo adeguata alla realtà locale, l’attuale attribuzione volumetrica fissata della
legge urbanistica, la produzione edilizia e le caratteristiche abitative nel prossimo
futuro a Paese fanno propendere verso un avvicinamento rispetto al dato regionale.
In considerazione di quanto detto gli abitanti insediabili relativamente al carico
aggiuntivo di PAT sono quantificabili in:
· (665.000/180) = 3.695 abitanti nelle aree di espansione, trasformazione e
completamento;
· (33.250/180) = 185 abitanti dovuti ai crediti edilizi;
complessivamente (3.695+185) = 3.880 abitanti.
Il volume residenziale ancora realizzabile con il vigente PRG di mc 570.328,
configura un numero di nuovi abitanti pari a (570.328/180) = 3.170 unità.
Complessivamente il volume residuo di PRG e quello aggiuntivo di PAT, assommano
una offerta residenziale pari a mc 1.268.578; nel decennio di previsione del PAT si
ipotizzano in 7.050 nuovi abitanti comprensivi dei 185 dovuti al volume per crediti
edilizi.
Pur in presenza di modalità diverse rispetto al passato, di determinazione del
fabbisogno insediativo, risulta utile la verifica al dimensionamento del settore
residenziale, secondo le usuali metodologie di calcolo del fabbisogno derivato dai
seguenti parametri:
· nuovi abitanti insediabili;
· aumento delle famiglie in ragione della diminuzione del nucleo medio famigliare.
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Per quanto concerne i nuovi abitanti insediabili previsti nel prossimo decennio, sono
stati presi in considerazione tre diversi indici di sviluppo demografico:
· indice ventennale dal 1985 al 2004 (Ia = + 1,65);
· indice decennale dal 1995 al 2004 (Ia = + 1,94);
· indice quinquennale dal 2000 al 2004 (Ia = + 2,40).
I tre periodi presentano andamenti diversi che configurano sviluppi demografici
sempre crescenti, mano a mano che ci si avvicina al momento attuale.
In questo contesto è stato deciso di prendere in considerazione l’andamento
demografico medio dell’ultimo ventennio, che presenta i tassi meno elevati.
Sulla base di questo indice sono stati calcolati i nuovi abitanti teorici previsti nel
decennio che si configurano in 3.634 unità.
Considerata la cubatura pro capite fissata dal PAT in mc 180, il fabbisogno
residenziale per nuovi abitanti nel prossimo decennio risulta (3.634 x 180) = mc
654.120.
Per quanto concerne la riduzione del nucleo medio familiare si ricorda che il dato di
Paese, 2,82 componenti per famiglia rilevato al 2001, è superiore a quello medio
dell’area studio pari a 2,6 unità; è quindi ipotizzabile che nel prossimo decennio tale
valore per Paese possa avvicinarsi a quello dell’area studio (attualmente a Paese è pari
a 2,76).
Ipotizzando un nucleo familiare medio nel prossimo decennio di 2,72 il numero di
famiglie risulterebbe: numero abitanti tra 10 anni (20.634 + 3.634 = 24.268),
rapportati a famiglie di 2,72 componenti danno luogo a (24.268/2,72) = 8.922
famiglie.
Considerando che attualmente a Paese in numero di famiglie è pari a 7.476, e fissando
l’obiettivo di dare un alloggio ad ogni gruppo famigliare, nel decennio dovrebbero
essere realizzati (8.922 – 7.476) = 1.446 nuovi alloggi.
Dato che la dotazione volumetrica per abitante è stata fissata in 180 mc e che per ogni
alloggio sono previsti 2,72 componenti, si ipotizzano alloggi di cubatura pari a (180 x
2,72) = mc 490.
La cubatura necessaria per l’aumento degli alloggi sarà quindi: (1.446 x 490) = mc
708.540.
In conclusione la domanda residenziale realistica per il prossimo decennio si configura
in (654.120 + 708.540) = mc 1.362660.
Come sopraindicato la volumetria realizzabile nelle aree residenziali è pari a mc
1.268.578 sostanzialmente adeguata allo sviluppo abitativo per il prossimo decennio.
Per il settore produttivo non esistono specifici parametri dimensionali, come per la
residenza. In questo senso il PAT, come per le aree residenziali definisce il fabbisogno
a partire dalla necessità di riordino e riqualificazione delle zone produttive, garantendo
uno sviluppo sostenibile e durevole del territorio, verificato con il processo della
Valutazione Ambientale Strategica.
Si sono già precedentemente evidenziate le linee strategiche per le aree produttive; il
PAT si limita ad individuare alcuni ambiti di possibile intervento finalizzati a:
· necessità di prevedere eventuali espansioni delle aree produttive in un’ottica di
completamento, consolidamento e ridefinizione degli attuali insediamenti anche a
livello standard ed infrastrutture;
· favorire l’insediamento di attività legate al terziario “maturo”;
· definire con precisione il quadro della sostenibilità dei nuovi interventi;
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La legge regionale n.11/2004 introduce nella redazione dei PAT il calcolo del limite
quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazione
diversa da quella agricola, con modalità che fanno riferimento alle singole specificità
territoriali, sulla base del rapporto tra la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e la
Superficie Territoriale Comunale (STC).
La SAU presa in considerazione è quella determinata in sede di PAT sulla base delle
analisi relative all’uso del suolo e degli indirizzi dettati in merito dalla Regione
Veneto e pari a mq 23.183.494,32.
Il rapporto tra STC e SAU per il Comune di Paese è pari a
(38.022.306,45/23.183.494,32) = 60,97%.
Ciò significa che secondo i parametri fissati dalla Regione Veneto è possibile
trasformare in una destinazione non agricola, una quantità di superficie massima pari
allo 0,65% della STC e cioè (mq 38.022.306 x 0,65%) = mq 247.145.
In considerazione delle specificità territoriali di Paese e delle pressioni insediative
indotto dall’inserimento nella cintura metropolitana del capoluogo provinciale, si
aggiunge l’incremento pari al 10% della SAU trasformabile definendo una superficie
agricola massima trasformabile per scopi non agricoli pari a mq 271.860.
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COMUNE DI PAESE
Piano di Assetto del Territorio – Relazione
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La mobilità in questi ultimi anni ha conosciuto una forte crescita sia a livello di
passeggeri, sia di merci; l’aumento dei trasporti ha interessato l’intero nord-est ed in
particolare l’area centrale veneta e la Provincia di Treviso.
Questo trend secondo tutte le stime, è destinato a crescere, interessando in particolare
il trasporto su gomma; a livello comunale dove la presenza dei collegamenti di tipo
superiore è particolarmente forte, la prospettiva di un ulteriore incremento del traffico
veicolare, deve portare ad un ripensamento delle politiche insediative, che ponga il
tema della mobilità tra le priorità cui dare adeguate risposte, sia in termini di
spostamento di merci e persone, sia di inquinamento.
Il Piano Regionale dei Trasporti indica alcuni obiettivi strategici:
· miglioramento dei collegamenti con le altre regioni italiane;
· attenzione specifica ai collegamenti con l’Europa centrale e orientale;
· per l’area centrale metropolitana prevedere mobilità locali differenziate da quelle
di più ampia scala.
Particolarmente importanti a livello territoriale risulteranno i riflessi e le ricadute,
dovuti all’adeguamento della rete stradale regionale al cosiddetto Corridoio 5, che
collegherà ovest ed est dell’Europa (da Lisbona a Kiev) attraversando l’Italia
settentrionale e, quindi, anche il Veneto.
Regione e Provincia, per quanto di loro competenza, sono impegnate nella definizione
di infrastrutture in grado di “agganciare” il territorio regionale alla rete europea.
Rientra a pieno titolo in questo contesto la nuova pedemontana, che connetterà ancor
più il Comune di Paese nell’area centrale metropolitana del Veneto ed al sistema di
trasporto transnazionale.
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Castagnole;
· n.100 “di Montebelluna”, collega Castagnole con Porcellengo;
· n.102 “Postumia Romana”, collega Conegliano-Oderzo con Castelfranco; la
realizzazione di una variante consente di evitare l’abitato di Postioma, con
sottopasso sulla S.R. n.348;
· n.128 “Capitello”, collega Padernello con Postioma passando per Porcellengo;
Strade Comunali (limitatamente a quelle principali)
· Via S. Luca, collega il capoluogo con l’abitato di S. Luca;
· Via Sovernigo, Via 4 Novembre, Via 1° Maggio, Via Biasuzzi collegano Paese con
Porcellengo;
· Via Pravato, Via Roma, Via Olimpia, Via Cal Morganella collegano Paese con
Castagnole.
Complessivamente la rete viaria disegna nel territorio un sistema di direttrici tra loro
ortogonali ricalcando, come evidenziato nell’analisi storica, l’antica organizzazione
territoriale romana.
Le due regionali attraversano il territorio comunale lungo direttici Est-Ovest,
intersecandosi ortogonalmente con le provinciali n.128 e 79; il quadrilatero che viene
così a delinearsi ricomprende, al proprio interno, tutti gli abitati del Comune.
Questi ultimi vengono quindi ad essere pesantemente interessati dagli attraversamenti
veicolari, in particolare:
· Paese, l’abitato è attraversato dalla S.R. n.53 che lo divide nettamente in due parti.
L’alta intensità del traffico rende di fatto “incomunicabili” i due ambiti; quello sud
risulta, ulteriormente compresso dalla linea ferroviaria TV-VI. La S.R. n.53
interseca all’interno dell’abitato la S.P. n.79, il cui andamento ortogonale alla
prima, suddivide ulteriormente l’area urbana. Altre strade di rilevante importanza
per gli alti volumi di traffico, sono Viale Biasuzzi e Via IV Novembre.
· Padernello, l’abitato è attraversato dalla S.P. n.128, che nel suo percorso verso
Postioma, interessa anche il “colmello” di S. Luca. La parte sud della frazione è
lambita dalla S.R. n.53; a causa di tale situazione gran parte di Padernello si trova
ad essere compresso tra viabilità ad alta intensità di traffico.
· Porcellengo, il centro della frazione è posto sull’incrocio tra le provinciali n.128 e
n.100; la pericolosità di quest’ultimo ha indotto la Provincia di Treviso ad
intervenire, con la realizzazione di una rotatoria.
· Postioma, l’abitato è attraversato dalla S.R. n.348 “Feltrina”; analogamente al
capoluogo il centro viene suddiviso in due parti con notevoli problemi di
collegamento tra le stesse. La realizzazione della circonvallazione sulla S.P. n.102
“Postumia” a nord dell’abitato, ha drasticamente ridotto l’impatto negativo
dell’attraversamento di questa provinciale nell’abitato. Quest’ultimo risulta
interessato anche dal passaggio della S.P. n.128, fino all’incrocio con la S.R.
n.348.
· Castagnole, la frazione è attraversata dalle provinciali n.79 e n.100, in
corrispondenza del centro cittadino; anche in questo caso l’abitato viene di fatto
suddiviso in aree tra le quali vengono a formarsi problemi di relazione.
6.9.1a – Attuali flussi di traffico
L’incidenza negativa nella qualità della vita degli abitati della mobilità veicolare può
essere spiegato con l’analisi dei flussi di traffico e delle conseguenze che questi
comportano a livello di inquinamento acustico e di qualità dell’aria. Con il Quadro
Conoscitivo sono stati raccolti i dati delle varie campagne di rilevamento (Regione,
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(58% del totale). Di questi 4.155 si muovono all’interno del Comune; i rimanenti
6.518 si spostano fuori Comune.
Considerando che giornalmente nei periodi di punta 1.293 persone utilizzano mezzi
pubblici per spostarsi fuori Comune, rimangono (6.518-1.293)=5.225 persone che si
muovono con mezzo proprio, presumibilmente nella gran parte dei casi con veicoli a
motore.
Se a questo dato, si aggiunge l’ulteriore apporto di pendolarità in entrata da altri
Comuni verso Paese, stimabile in 1.500 unità, si può desumere l’intensità dei soli
flussi di traffico privato interno, in ingresso/uscita che giornalmente interessano il
territorio comunale.
6.9.1c – Punti di conflitto e incidentalità stradale
Nel Quadro Conoscitivo sono stati individuati (anche usufruendo dei dati del PGTU), i
maggiori punti di conflitto viario presenti nel territorio comunale e che essenzialmente
riguardano gli incroci maggiormente gravati dal traffico veicolare. Ulteriori punti
potenziali di conflitto sono stati individuati dal PGTU, in altre arterie stradali, che
nelle ore di punta del traffico, vengono ad essere interessate da elevati livelli di carico
veicolare; tali situazioni riguardano particolarmente l’abitato di Paese. Punti di
conflitto sono rappresentati anche dalle immissioni, da accessi privati, nelle strade con
maggiori volumi di traffico, in particolare le SS.RR. n.53 e 348.
Infine, altri momenti di pericolosità delle rete viaria comunale, sono individuabili in
curve pericolose, strettoie, passaggi a livello ed in generale negli attraversamenti dei
centri abitati.
I dati relativi agli incidenti stradali relativi al quinquennio 2000-2004, elaborati dalla
Polizia Municipale di Paese, evidenziano una diminuzione degli incidenti sull’intera
rete stradale scesi dai 74 del 2001 ai 22 del 2004.
Le ragioni di tale andamento possono essere riassunte in:
· introduzione della patente a punti;
· maggiori controlli sulla circolazione;
· miglioramenti delle infrastrutture e della segnaletica stradale;
· maggiore ricorso alla constatazione amichevole nel caso di incidenti.
Quest’ultimo aspetto non precisamente quantificabile, induce comunque ad una certa
prudenza nel ritenere in via di soluzione le problematiche relative agli incidenti
stradali.
All’interno poi del dato complessivo, emergono delle differenze tra le diverse
categorie stradali. A fronte di generale tendenza alla diminuzione di incidenti nelle
strade regionali, provinciali e comunali extraurbane, vi è una sostanziale “tenuta” di
quelli nelle comunali urbane; gli incidenti che avvengono in queste ultime,
rappresentano di fatto il 50% del totale.
Infine, va segnalato che parallelamente alla diminuzione degli incidenti, diminuisce
anche il numero dei feriti; per il periodo considerato non si segnalano incidenti
mortali.
6.9.1c – Piste ciclabili
Il Comune di Paese ha avviato un programma per la realizzazione di un sistema
articolato di piste ciclabili. La loro realizzazione si è resa particolarmente necessaria,
anche a causa della specifica struttura della rete viaria comunale, all’interno della
quale i collegamenti tra centri e punti di maggiore interesse collettivo, spesso
coincidono con strade ad alta intensità di traffico. In questa situazione spesso le
caratteristiche dimensionali delle sedi stradali, raramente garantiscono la sicurezza dei
ciclisti, ragione per la quale risulta particolarmente utile prevedere percorsi
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ultimi anni ha visto crescere il proprio ruolo a livello di movimentazioni merci, con
una notevole ricaduta a livello di interesse da parte delle imprese. In prospettiva è
previsto da parte delle FS un programma di potenziamento del trasporto ferroviario
merci su questa tratta.
Minore, anche se non trascurabile, il ruolo dell’altra linea ferroviaria presente nel
territorio comunale, relativamente al trasporto merci.
E’ prevista la realizzazione di un nuovo scalo commerciale nel contesto della zona
produttiva di Padernello.
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sud, in quanto:
- presenta il percorso più breve;
- è la soluzione con più basso livello di frammentazione del territorio interessato;
- non viene ad interessare il territorio agricolo di invariante paesaggistico
ambientale;
- una parte consistente del percorso è già disponibile per la realizzazione (vedi
PL San Benedetto);
- tutela maggiormente l’integrità ambientale.
In fase esecutiva andranno previste opere di mitigazione ambientale che dati i livelli di
inquinamento previsti non dovrebbero prevedere fasce di mitigazione inferiori a 50
ml; queste fasce correttamente progettate potrebbero configurarsi come aree verdi
capaci di arricchire in maniera significativa il patrimonio boschivo comunale.
Per quanto concerne la viabilità locale, oltre alla conferma delle previsioni del PGTU,
il PAT ha indicato alcuni interventi in ambiti che abbisognano di specifici interventi.
Particolare rilevanza sono chiamati ad assumere quelli relativi al capoluogo negli
ambiti di riqualificazione, riconversione e trasformazione, compresi tra la S.R. n. 53 e
la linea ferroviaria Treviso-Vicenza, anche come parziale alternativa alla stessa
regionale, nell’attraversamento cittadino.
6.9.2b - Nuovi flussi di traffico
Per le previsioni dei flussi di traffico va sottolineato come si siano volutamente
definiti scenari di natura prudenziale e di cautela, prefigurando per il prossimo
decennio un forte un aumento del traffico (11%), ipotizzando una assenza di interventi
a livello sovracomunale.
In effetti l’aumento dei livelli di traffico nello scenario di PAT, non deriva tanto
dall’aumento degli abitanti nel prossimo decennio, quanto piuttosto, dall’impulso che
le nuove previsioni viarie a livello superiore (ad esempio nuova pedemontana)
possono comportare. E’ infatti ipotizzabile che il miglioramento dei collegamenti
nell’area metropolitana porti a privilegiare le principali arterie di traffico (regionali,
provinciali, circonvallazione del capoluogo provinciale), dando luogo ad un aumento
del traffico di attraversamento, non diretto specificatamente agli insediamenti del
territorio comunale.
Data tale premessa gli indici dei flussi di traffico del PAT prevedono:
- aumento generale del traffico nell’area metropolitana in coerenza con le
previsioni della pianificazione superiore;
- aumento del traffico dovuto alla previsioni di PAT;
- spostamento del traffico di attraversamento e pesante sul sistema viario
“esterno” (S.R. n.348, circonvallazione di Treviso, complanare alla S.R. n.53,
S.P. n.102);
- ipotesi di riduzione dell’80% del traffico pesante nelle aree urbane;
- ipotesi di riduzione del 40% del traffico automobilistico nelle aree urbane;
- aumento del traffico delle S.R. n.348 (+40%) e della S.P. n.102 (+40%-60%).
La riduzione del traffico nelle aree urbane deriva in parte dallo spostamento dello
stesso sul sistema viario “esterno”, sia dall’aumento di utilizzatori del trasporto
pubblico (SFMR).
Le ipotesi dell’aumento sulla S.R. n.348 e sulla S.P. n.102 derivano da valutazioni
legate sia all’aumento complessivo della mobilità nel territorio comunale (+11% nel
decennio), sia dallo spostamento su queste arterie di parte dell’attuale traffico di
attraversamento e pesante.
Il traffico previsto sulla complanare, è ipotizzabile quale sommatoria di quello tolto
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Il Comune di Paese ha inserito all’interno del PAT alcuni accordi con soggetti privati
avvalendosi di quanto previsto all’articolo 6 della legge regionale n.11/2004.
Tale disposizione normativa consente al Comune di “concludere accordi con soggetti
privati per assumere nella pianificazione proposte di progetti ed iniziative di rilevante
interesse pubblico.”
Lo stesso articolo prevede che gli accordi costituiscono parte integrante dello
strumento di pianificazione cui accedono (nel caso specifico il PAT), e sono soggetti
alle medesime forme di pubblicità e di partecipazione.
Tali accordi possiedono le seguenti specifiche caratteristiche:
- sono finalizzati all’attuazione degli obiettivi di PAT
- contengono un rilevante interesse pubblico
- gli accordi sono possibili in via esclusiva con i soggetti privati coinvolti.
Gli accordi sottoscritti dal Comune di Paese sono cinque, individuati negli elaborati di
PAT con specifica indicazione:
AP1 – Postioma Casa Merlo
AP2 – Postioma Scuola Elementare
AP3 – Paese Casa Schiavinato
AP4 – Paese Area ARIKA srl
AP5 – Castagnole Area EMERALD SpA.
Dal punto di vista procedurale le ditte proponenti hanno fatto pervenire al Comune di
Paese un atto unilaterale d’obbligo con i contenuti essenziali della proposta di
accordo, in considerazione della possibilità dell’accoglimento dello stesso all’interno
del PAT, così come previsto all’articolo 6 della L.R. 11/2004. Gli atti unilaterali
debitamente istruiti e positivamente valutati della Giunta Comunale, sono posti
all’attenzione del Consiglio Comunale al fine di pervenire all’indicazione
dell’evidenza del rilevante interesse pubblico. Infine, gli accordi sono recepiti con il
provvedimento di adozione del Piano di Assetto del Territorio, del quale costituiscono
parte integrante, risultando soggetti alle medesime forme di pubblicità e di
partecipazione.
Di seguito si descrivono sommariamente i contenuti di tali accordi, con riferimento
agli aspetti di natura urbanistica, rimandando eventuali approfondimenti alla
documentazione allegata al PAT. Si ricorda che tali accordi troveranno traduzione,
solo con successivo Piano degli Interventi redatto con le procedure previste
all’articolo 18 della L.R. 11/2004.
AP1 –Postioma Casa Merlo
L’accordo interessa l’acquisizione da parte del Comune di Paese di un’area con tre
fabbricati ad uso commerciale e residenziale, posti nel centro storico di Postioma di
fronte alla Chiesa Vecchia e contigui all’area della scuola elementare della frazione.
L’area ha una superficie di mq 1.895; i fabbricati configurano una volumetria di mc
3.500 per una superficie di mq 520.
L’acquisizione dei suddetti immobili persegue l’obiettivo del PAT di riqualificazione
di quest’area centrale, mediante la realizzazione del centro sociale per la frazione di
Postioma e di un parcheggio pubblico a servizio della scuola elementare e delle
contermini funzioni centrali.
La cessione gratuita al Comune di Paese dei succitati immobili è prevista in
compensazione attraverso l’individuazione di volumetria edificabile residenziale (mc
6.900) su un’area posta in Via Calleselle a Postioma, inclusa nel PAT tra quelle di
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sviluppo insediativo.
AP2 – Postioma Scuola Elementare
L’accordo prevede l’acquisizione a titolo gratuito da parte del Comune di Paese
dell’area necessaria all’ampliamento della scuola elementare di Postioma. Si tratta di
terreni con superficie pari a mq 2.663 e potenzialità edificatorie di mc 491, sui quali
insistono due fabbricati rurali per una superficie complessiva di mq 126.
L’obiettivo che si intende perseguire è quello fissato dal PAT per quanto concerne il
potenziamento della scuola elementare nell’attuale localizzazione e della contestuale
riqualificazione di questo ambito strategico nel contesto della frazione di Postioma.
A compensazione della cessione si individueranno delle potenzialità residenziali (mc
1.200) su un’area in Via On. Angelo Visentin a Postioma.
AP3 – Paese Casa Schiavinato
L’accordo prevede l’acquisizione a titolo gratuito da parte del Comune di Paese del
fabbricato denominato Casa Schiavinato, posto nel centro storico del capoluogo in Via
Trieste di fronte alla Casa Anziani di Villa Panizza. Si tratta di un edificio di origine
rurale e di interesse architettonico oggetto di tutela da parte del vigente PRG. Gli
immobili oggetto di accordo interessano un’area di mq 1.803 ed il fabbricato con
volume pari a mc 2.416; su questo lotto lo strumento urbanistico vigente prevede una
ulteriore capacità edificatoria con sagoma limite di circa mc 1.280.
L’obiettivo che si intende perseguire è quello della realizzazione di un Centro Sociale
per associazioni con sale riunioni. L’accordo prevede la cessione gratuita al Comune
di Paese del suddescritto compendio immobiliare.
A titolo compensativo vengono individuate e trasferite ai privati nuove possibilità
edificatorie residenziali (mc 8.250), anche a compensazione della mancata
realizzazione edificatoria da parte della ditta privata, all’interno della sagoma limite.
AP4 – Paese Area ARIKA srl
L’accordo rientra nel contesto del trasferimento della ditta ARIKA srl (Area
Commercio Agrario) dall’attuale sede posta nel capoluogo in Via Monsignor Breda, in
un’area lungo Via Postumia. L’attuale insediamento presenta numerose problematiche
riconducibili essenzialmente in:
- ambito fortemente conflittuale in termini di sicurezza della viabilità comunale;
- presenza di forte degrado urbanistico ed edilizio;
- esistenza di strutture e destinazioni che configurano potenziali problemi di
sicurezza e funzionalità in un ambito prettamente residenziale.
In questo quadro l’accordo prevede la sistemazione da parte della ditta ARIKA srl del
tratto di marciapiede/pista ciclabile su sede propria in prossimità dell’incrocio di Via
Monsignor Breda con Via Postumia, con cessione gratuita al demanio comunale
dell’area sistemata. La parte privata si impegna altresì a finanziare in forma
compartecipativa (€ 184.000.000,00), il completamento della pista ciclabile lungo la
S.R. n.53 Postumia. Gli obiettivi rientrano tra quelli del PAT perché rilevanti per
quanto interessa la concretizzazione di politiche territoriali intese a:
- determinare servizi a livello territoriale;
- realizzare viabilità ed infrastrutture a servizio del capoluogo e delle frazioni;
- realizzare interventi di messa in sicurezza e riqualificazione ambientale ed
urbana.
Di converso la proprietà si impegna alla riqualificazione dell’area nel rispetto dei
parametri di zona dotandola di adeguate aree di servizio. A titolo compensativo si
individueranno possibilità edificatorie di tipo commerciale lungo la S.R. n.53
Postumia (superficie fondiaria mq 4.900).
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ATO prevalentemente agricolo posto a nord del territorio comunale ai confini con i
Comuni di Trevignano e Volpago del Montello; il limite meridionale è posto sulla
circonvallazione della Postumia Romana in corrispondenza della frazione di Postioma.
L’ambito è scarsamente edificato; solo il nucleo abitativo di Castagnera Alta connota
una organizzazione insediativa di un certo rilievo. L’area risulta ancora provvista di
consistente dotazione di equipaggiamento a verde con presenza di connessioni a rete;
scarsa edificazione prevalentemente agricola, evidenti tracce di appoderamento
storico. A sud verso la circonvallazione di Postioma, l’integrità dell’area è minore, con
presenza di piccoli aggregati e reticolo poderale diversificato. La circonvallazione si
pone quale barriera infrastrutturale tra questo ATO ed il restante territorio comunale.
Azioni di Piano
Vedi azioni previste per l’ATO 3.
Dimensionamento ATO 1
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 3.086.835
Volume complessivo mc 37.859
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regionale, della cultura urbanistica. Tale fatto, chiaramente non specifico di Postioma,
ma presente in tutto il territorio comunale, è direttamente riferibile alla qualità e
quantità di urbanizzazioni e standard presenti nelle diverse zone, direttamente
proporzionali al periodo di realizzazione: limitate alle sole strade (spesso strette o non
del tutto adeguate al traffico attuale) quelle realizzate nei primi anni ’70, provviste di
idonea viabilità e dotate di standard urbanistici, quelle di epoca successiva.
I quadranti nord dell’edificato si prestano a considerazioni diverse a livello
urbanistico. Per questi ultimi, in particolare quello di nord-est, la presenza di tessuti
consolidati, è molto limitata, in quanto prevalente in questi ambiti è stato il modello
insediativo sparso, che solo in alcuni punti ha configurato accettabili livelli di qualità
urbana. Per tali ambiti vanno previsti interventi di consolidamento e inserimento
all’interno dell’armatura urbana.
Una caratteristica di segno positivo che contraddistingue l’area urbana della frazione,
rispetto agli altri centri comunali, con l’eccezione di Castagnole, è la minore incidenza
dei vuoti urbani e degli interstizi inedificati nelle aree centrali, che testimonia di uno
sviluppo urbano compatto.
Un tema di rilevante importanza è quello legato alla grande viabilità, nel caso
specifico la S.R. n. 348 “Feltrina”, che interessa nel suo passaggio il centro della
frazione; ad essa è imputabile la divisione dell’edificato in due ambiti e l’oggettiva
difficoltà ad organizzare una accettabile qualità urbana dell’abitato.
In realtà va ricordato che la situazione attuale è decisamente migliore di quella
precedente alla realizzazione della circonvallazione nord della S.P. 102 “Postumia”
che ha consentito una drastica riduzione dell’intenso flusso di traffico in direzione est-
ovest.
E’ evidente che solo ulteriori interventi sul sistema della mobilità e specificatamente
sulla S.R. n.348, possono consentire il raggiungimento di una apprezzabile qualità
ambientale e l’organizzazione di coerenti gerarchie spaziali e funzionali.
Azioni di Piano
Obiettivi generali
Riqualificazione delle aree centrali e del centro storico. Riorganizzazione e
miglioramento urbano ed edilizio delle aree di frangia con consolidamento insediativi;
disincentivazione di nuovi insediamenti lungo le aree prospicienti la S.R. n.348
interessate da problematiche di inquinamento atmosferico ed acustico.
Lo sviluppo insediativo è proposto per i quadranti che maggiormente presentano
necessità di riorganizzazione urbanistica e miglioramento ambientale. Più contenute le
previsioni insediative dei quadranti nord-ovest e sud-ovest, per le minore necessità di
riqualificazione urbanistica e per la presenza ai margini di insediamenti produttivi,
potenzialmente incompatibili con la residenza. Sullo sfondo va sottolineato il
miglioramento complessivo che l’abitato verrà ad avere con il completamento della
circonvallazione sulla regionale Feltrina.
Azioni specifiche
1) Riqualificazione dell’area centrale della frazione tra Via Chiesa e Via Corazzin.
Il PAT prevede il rafforzamento degli spazi di interesse collettivo in questa parte
dell’abitato; in tale contesto vanno potenziate le attrezzature scolastiche e previsti
nuovi spazi di interesse comune realizzando una nuova centralità per lo scambio e
l’incontro sociale. Tale programma va accompagnato da una riorganizzazione
funzionale e dell’arredo urbano delle aree pubbliche, dal rafforzamento delle aree
a parcheggio e dei collegamenti ciclopedonali (vedi AP1 e AP2).
2) Area degli impianti sportivi sulla Postumia Romana.
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E’ in questo ambito che si condensa buona parte delle sviluppo insediativo della
frazione. La nuova edificazione dovrà estrinsecarsi in un consolidamento
residenziale e dei servizi con definizione del margine urbano verso la zona
agricola e una specifica attenzione all’integrazione paesaggistica ed ambientale.
Va previsto un consistente potenziamento del verde pubblico, anche in forma di
bosco urbano, in estensione di quello delle esistenti aree pubbliche, nonché di
quello dei parchi di casa Bottico e di Villa Tassoni; queste zone verdi dovranno
essere raccordate/integrate con il corridoio ecologico previsto nell’area.
Sono possibili indici edificatori medi/medio-alti; questo ambito è idoneo alla
realizzazione dell’edilizia pubblica e di nuove centralità urbane.
Un collegamento ciclopedonale con il colmello Castello Ronchi consente di
collegare tale abitato ad attrezzature i servizi frazionali.
3) Sviluppo insediativo lungo Via Corazzin.
L’ambito di trasformazione lungo Via Corazzin è l’altro grande ambito di
sviluppo insediativo previsto dal PAT. Gli obiettivi che il Piano si prefigge sono
essenzialmente due: il miglioramento della qualità edilizia ed urbana di questa
parte dell’abitato e l’integrazione con la riqualificazione dell’area centrale (vedi
punto 1). Il primo aspetto è relativo alla necessità di riorganizzare questa parte
dell’abitato anche attraverso il coinvolgimento dell’esistente edificazione diffusa;
la seconda di dare vita ad un collegamento ed integrazione funzionale con l’area a
servizi di Via Chiesa e Via Corazzin).
Gli indici edificatori possono essere quelli medi, date anche le caratteristiche
dell’ambito. I suddetti interventi andranno accompagnati dal riassetto viario di Via
Corazzin e la riorganizzazione degli accessi sulla stessa. Il verde pubblico
attrezzato dovrà essere dimensionato a servizio dell’intero quadrante, con tutela e
valorizzazione dei “segni” ancora presenti nell’area, quale elementi ordinatori
della nuova organizzazione insediativa.
4) Consolidamento dell’edificazione tra la S.R. n.348 Feltrina e Via Corazzin.
Questa parte dell’abitato è strettamente connessa all’area di trasformazione di Via
Corazzin. Le problematiche poste dalla zona sono essenzialmente: il controllo
dell’edificazione lungo la S.R. n.348 e la riorganizzazione della viabilità interna
con concentrazione e/o riduzione degli accessi sulla strada regionale. Tali
problematiche sono figlie dello sfrangiamento urbano in un contesto attualmente
soggetto alle questioni ambientali poste dalla S.R. n.348. Divengono quindi
necessari la mitigazione ambientale rispetto all’inquinamento atmosferico ed
acustico ed il miglioramento della qualità urbana mediante il recupero degli
standard urbanistici (parcheggi e verde). Gli indici edificatori previsti sono
medi/medio-bassi.
5) Completamento residenziale a sud verso Via Calleselle.
Si tratta di completare, consolidare e definire il margine urbano verso Via
Calleselle, va prevista una fascia verde verso l’ambito rurale e gli insediamenti
produttivi. Gli indici rispecchieranno quelli medi dell’area.
6) Interventi diffusi.
Riqualificazione dei fronti verso la S.R. n.348 Feltrina attraverso interventi sugli
spazi pubblici, l’arredo urbano, la riorganizzazione della viabilità e degli accessi
verso la regionale. Vanno cercate forme di incentivazione della qualità abitativa
anche attraverso forme di rilocalizzazione insediativa con credito edilizio e
sistemazione all’uso pubblico delle aree rese libere dall’edificazione. Attenzione
ai contesti di particolare inquinamento atmosferico ed acustico dovuti ai flussi
veicolari caratterizzanti la S.R. n.348 Feltrina e la S.P. n.102 Postumia Romana,
con interventi di potenziamento del verde in funzione di filtro e schermatura.
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ATO prevalentemente agricolo posto tra il confine nord del territorio comunale con i
Comuni di Trevignano e Istrana e gli abitati di Paese e Castagnole; comprende l’area
centrale del Comune. Sono presenti insediamenti abitativi, anche di una certa
consistenza, posti linearmente lungo gli assi viari più importanti. Si configura come la
porzione a maggiore integrità del territorio comunale per la consistente dotazione di
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L’ambito dell’ATO coincide a grandi linee con l’abitato di Porcellengo; oltre alle aree
residenziali e di servizio, sono presenti anche piccole aree agricole. Il centro è
suddiviso a grandi linee in quattro quadranti dall’incrocio tra le SS. PP. n.100 e n.128.
Questa frazione concentra molti dei problemi che affliggono il territorio comunale:
· presenza all’interno dell’abitato di aree inedificate o dismesse;
· attraversamenti viari con alti volumi di traffico all’interno delle aree urbane;
· commistioni tra destinazioni d’uso non compatibili.
In realtà, l’abitato possiede caratteristiche che potenzialmente ne possono elevare la
qualità urbana. La più importante è senza dubbio il centro storico uno dei più
interessanti del territorio comunale.
I processi di crescita di questa frazione, sono più recenti rispetto agli altri abitati; in
precedenza lo sviluppo aveva interessato le aree poste lungo le principali arterie
stradali, ricalcando le direttrici dell’antico assetto storico. A questo tipo di crescita può
essere attribuita la mediocre qualità delle aree di frangia, per le quali interventi di
riorganizzazione e riqualificazione edilizia, pur auspicabili, non potranno essere che di
portata limitata, almeno nel breve-medio periodo.
Più recentemente, sviluppi residenziali hanno interessato l’ambito posto tra le Vie
Baracca e Madonnetta che, anche grazie alla cospicua presenza di aree ed attrezzature
pubbliche, si sta imponendo quale nuova centralità urbana.
In effetti la “storica” Piazza Matteotti non riesce più a configurarsi quale centro della
frazione, svilita in questo ruolo, dai consistenti flussi di traffico che penalizzano
funzioni di incontro e scambio sociale. Proprio a causa del traffico veicolare e
dell’inadeguatezza dell’attuale rete stradale, questo snodo viario è stato oggetto di
sistemazione da parte della Provincia di Treviso, con realizzazione di una rotatoria.
Nonostante questo intervento risulta difficile pensare che Piazza Matteotti possa
tornare ad essere il riferimento gerarchico dell’abitato; risulta quindi necessario un
riequilibrio dell’edificato, che può articolarsi attorno alla nuova centralità urbana che
si sta delineando nell’ambito precedentemente indicato tra le vie Baracca e
Madonnetta..
Altre occasioni di crescita e riqualificazione dell’abitato possono venire da interventi
di riuso e recupero di attività scarsamente compatibili con il contesto circostante (in
alcuni casi poste in ambiti con forte potenziale urbano), e da
riconfigurazioni/riqualificazioni di alcuni ambiti di frangia, finalizzati alla definizione
dei limiti urbani.
Azioni di Piano
Obiettivi generali
Riqualificazione delle aree centrali e del centro storico. Riorganizzazione e
miglioramento urbano ed edilizio delle aree di frangia con consolidamento insediativo,
evitando il potenziamento delle aree interessate da problematiche di inquinamento
atmosferico ed acustico. Le possibili scelte di sviluppo abitativo privilegia gli ambiti
che presentano necessità di riorganizzazione urbanistica e miglioramento ambientale,
nonché di potenziamento del verde e della viabilità.
Azioni specifiche
1) Sviluppo insediativo nell’area degli impianti sportivi a sud.
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L’ATO è posto a sud dell’abitato di Postioma, delimitato dalla linea ferroviaria TV-
BL ad ovest, dalla S.R. n. 348 Feltrina ad est e dal confine comunale con Treviso a
sud; comprende altresì la fascia residuale tra la Feltrina ed il confine comunale con
Ponzano Veneto. La Feltrina è un asse di livello superiore destinato ad aumentare
vieppiù di importanza nell’ambito del completamento della circonvallazione del
capoluogo e della realizzazione della nuova pedemontana.
L’area alterna una serie di insediamenti produttivo-commerciali, con aree residenziali
ed agricole, imperniati sull’asse viario della Feltrina; di particolare importanza
l’insediamento ex SIMMEL in via di attuazione. Quest’ultimo unitamente ad altre
parti urbane in prossimità della linea ferroviaria Treviso-Belluno, in realtà fanno parte
della frazione di Castagnole; in questo senso i due ambiti sono strettamente correlati.
La realizzazione del progetto SIMMEL avrà grandi conseguenze a livello comunale,
ma particolarmente pregnanti per Castagnole, tra le quali particolare importanza
vengono ad assumere:
· il collegamento e l’interrelazione tra l’ex SIMMEL e la frazione;
· il ridisegno del “corridoio” compreso tra la S.R. n.348 e la linea ferroviaria
Treviso-Montebelluna;
· il potenziamento del sistema della mobilità anche alla luce del ruolo
intercomunale che l’area viene ad assumere;
· una verifica della pianificazione urbanistica dell’intorno;
· un ripensamento del sistema dei servizi e delle attrezzature pubbliche per uno
sviluppo sinergico con l’abitato di Castagnole.
Azioni di Piano
Obiettivi generali
Riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica delle aree prospicienti la S.R.
n.348. Riorganizzazione dell’ambito con ricucitura della frammentazione insediativa,
incentivando la trasformazione in senso terziario e direzionale, degli attuali
insediamenti produttivi. Completamento e consolidamento degli insediamenti
residenziali e produttivi. Controllo delle problematiche legate a cave e discariche, per
un recupero ambientale dei siti. Potenziamento del verde, salvaguardando i corridoi
ecologici versi i Comuni limitrofi.
Azioni specifiche
1) Riorganizzazione degli insediamenti sull’asse della S.R. n.348 Feltrina.
Cucitura dei tessuti edilizi disomogenei e frammentati, riconoscendo il potenziale
ruolo di “strada mercato” della S.R. n. 348; in questo senso vanno incentivate
riconversioni produttive verso destinazioni a minor impatto e inquinamento
(artigianato di servizio, funzioni direzionali e commerciali, ecc). Miglioramento
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della qualità ambientale ed edilizia dei fronti lungo la S.R. n. 348, anche attraverso
interventi di riqualificazione e sostituzione edilizia e di mitigazione ambientale;
controllo e disincentivazione delle funzioni residenziali lungo la strada regionale,
favorendone la rilocalizzazione anche attraverso crediti edilizi.
La riorganizzazione insediativa può avvalersi di indici edificatori medi/medio alti.
Gli interventi devono comprendere il potenziamento e miglioramento di spazi
pubblici e dei percorsi ciclopedonali, nonché la riorganizzazione e riduzione degli
accessi stradali sulla S.R. n.348. Ai fini della sostenibilità degli interventi va
attuato l’aumento della dotazione di verde in funzione della mitigazione
dall’inquinamento atmosferico ed acustico.
2) Sviluppo insediativo dell’area ex SIMMEL.
Nell’area ex SIMMEL è possibile il completamento degli interventi già
autorizzati, ammettendo il trasferimento della volumetria autorizzata per una
migliore organizzazione e razionalizzazione dell’insediamento; va posta
attenzione alla definizione dei margini verso la viabilità stradale e la linea
ferroviaria TV-BL, con adeguata fascia di protezione ambientale. Il
completamento insediativo è condizionato all’aumento della dotazione di verde
pubblico attrezzato a servizio dell’insediamento e a ulteriori collegamenti protetti
ciclopedonali verso le strutture pubbliche. Fondamentale è la valorizzazione della
fermata ferroviaria SFMR, in quanto potenzialmente idonea a connettere l’intera
area al sistema metropolitano regionale con positive ricadute socio-economiche e
della mobilità per il territorio comunale.
Gli indici edificatori sono quelli dell’ex SIMMEL. L’area appare idonea alla
realizzazione di edilizia pubblica.
3) Sviluppo residenziale delle aree tra Via S. Pio X e l’ex SIMMEL.
L’obiettivo urbanistico è la saldatura ed integrazione tra i due ambiti: quello
preesistente della frazione e quello dell’ex SIMMEL; contestualmente vanno
definite condizioni per la riorganizzazione e la riqualificazione urbanistica
dell’edificazione diffusa lungo Via S. Pio X. Gli indici edificatori vanno riferiti a
quelli medi dell’area.
Va posta attenzione al coordinamento (tra insediamenti) delle viabilità carraia e
ciclopedonale ed il loro collegamento con Via S. Pio X. La dotazione di verde va
riferita alla necessità di mitigazioni ambientali per l’inquinamento dovuto dal
traffico veicolare su Via S. Pio X.
4) Consolidamento dell’ambito tra Via S. Giovanni Bosco ed il confine con Treviso.
Per questa parte gli interventi ammissibili sono il completamento degli
insediamenti residenziali e produttivi, condizionati ad idonea tutela ambientale dei
primi rispetto ai secondi, attraverso ampia dotazione di verde.
Gli indici edificatori dovranno medi ed in grado di consentire una buona dotazione
di verde pubblico/privato.
Va assecondata e valorizzata la potenziale rinaturalizzazione dell’ex cava
realizzando le connessioni verdi indicate dal PAT. Dovrà essere ricercato il
coordinamento con il Comune di Treviso per la possibilità di prolungare il
corridoio ecologico secondario nel contesto del completamento della
circonvallazione del capoluogo.
5) Consolidamento e sviluppo delle attuali aree produttive.
Nell’ambito della strategia del PAT a riguardo degli insediamenti produttivi, va
perseguita la riorganizzazione, saldatura ed integrazione degli insediamenti
esistenti, sviluppando possibili sinergie e valorizzandone le potenzialità.
In tal senso è consentita la “densificazione” edilizia degli insediamenti, finalizzata
al recupero degli standard e della viabilità, nonché alla costruzione di comparti
produttivi omogenei capaci di qualificare maggiormente l’intera area. In ogni caso
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Dimensionamento ATO 5
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 3.620.835
Volume complessivo mc 1.334.038
Volume residenziale mc 322.314
Abitanti teorici PRG vigente n° 2.259
Aree per l’istruzione PRG (Fa) mq /
Aree per attrezzature di interesse comune PRG (Fb) mq 10.861
Aree per attrezzature a parco, gioco e sport PRG (Fc) mq 226.803
Aree per parcheggi PRG (Fd) mq 521
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COMUNE DI PAESE
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Per attuare tali obiettivi questi ambiti sono stati perimetrati quali “Contesti per la
realizzazione di programmi complessi”. L’obiettivo è quello di coinvolgere attori
pubblici e privati all’attuazione degli obiettivi del PAT. Si ritiene che proprio ambiti
quali quello in questione, con forte presenza di cave e discariche, possono divenire
campo di sperimentazione urbanistica per la definizione di modalità di recupero
territoriale ed ambientale di queste parti degradate; esperienza pilota che può essere di
esempio in altri contesti similari, anche al di fuori del territorio comunale. La presenza
ai diversi livelli di una molteplicità di attori coinvolti Regione, Provincia, Comune
privati può dare forte concretezza a questo obiettivo.
Per la restante parte agricola sono valide le azioni generali indicate per l’ATO 3.
Dimensionamento ATO 6
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 1.083.503
Volume complessivo mc 18.783
Volume residenziale mc 8.684
Abitanti teorici PRG vigente n° 40
Aree per l’istruzione PRG (Fa) mq /
Aree per attrezzature di interesse comune PRG (Fb) mq 14.450
Aree per attrezzature a parco, gioco e sport PRG (Fc) mq 72.067
Aree per parcheggi PRG (Fd) mq /
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Cuore della frazione è Piazza S. Mauro; questo luogo coincide con la memoria storica
dell’abitato; su di esso insistono la Chiesa, la linea edilizia con Villa Perissinotti ed
edifici di interesse pubblico, configurando uno spazio di buona qualità ambientale.
Piuttosto gli edifici realizzati successivamente al secondo dopoguerra, non presentano
una qualità edilizia paragonabile a quella antica, assumendo in alcune parti veste di
elementi detrattori del paesaggio urbano; se a questo si aggiunge l’incidenza negativa
sulla vivibilità di questo spazio dovuta al traffico urbano, il ruolo di spazio aggregante
di Piazza S. Mauro viene ad essere fortemente sminuito.
Rilevanti sono le problematiche indotte dal traffico stradale. Il centro è infatti
attraversato da assi viari di rilevante importanza: la S.P. n.79 che collega Quinto con
Ponzano Veneto e la S.P. n. 100 che collega Treviso con Montebelluna; essi si
intersecano proprio in corrispondenza di Piazza S. Mauro, con le conseguenze sopra
descritte.
In particolare la S.P. n.79 è l’arteria stradale maggiormente responsabile dei livelli di
inquinamento e della riduzione delle condizioni di vivibilità dell’area centrale della
frazione. La stessa è infatti una delle arterie privilegiate dal traffico pesante,
specialmente di quello operante nel settore dell’escavazione; il numero dei veicoli
transitanti è talmente elevato, da risultare inferiore solo a quello delle due strade statali
presenti nel territorio comunale.
Azioni di Piano
Obiettivi generali
Riqualificazione delle aree centrali e del centro storico. Consolidamento insediativo,
riorganizzazione e miglioramento urbano ed edilizio delle aree di frangia, evitando il
potenziamento delle aree interessate da problematiche di inquinamento atmosferico ed
acustico. Coordinamento ed integrazione dell’assetto insediativo con l’ATO 5. Forte
necessità di recupero e riorganizzazione urbanistica dell’edilizia diffusa a nord della
frazione, con il potenziamento della dotazione di verde e miglioramento della
viabilità.
Azioni specifiche
1) Aree centrali della frazione.
Riqualificazione di Piazza S. Mauro, con il consolidamento di attrezzature ed aree
pubbliche, ri-confermando la centralità della piazza quale spazio di scambio e di
incontro sociale. Riorganizzazione funzionale e dell’arredo urbano, con
rafforzamento di parcheggi e collegamenti ciclopedonali; incentivazione al
miglioramento estetico dei fronti prospicienti la piazza.
Potenziamento e ridisegno del sistema del verde pubblico e privato, privilegiando
forme di continuità di questi spazi a partire dalla valorizzazione ambientale dei
parchi e dei giardini degli edifici storici.
Interventi per la riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico derivato dal
traffico veicolare, con aumento del potenziale biotico e della rete ecologica per il
miglioramento delle condizioni microclimatiche dell’abitato.
2) Sviluppo residenziale sud.
Conferma delle previsioni del vigente PRG, per il completamento residenziale
dell’ambito, finalizzato anche alla definizione del margine urbano.
3) Edificazione sparsa in zona agricola.
Consolidamento e riqualificazione delle aree di edificazione diffusa, in particolare
nell’ambito tra Via Toti e Via Ongarine, attraverso un significativo recupero di
standard urbanistici a verde.
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Dimensionamento ATO 7
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 1.831.657
Volume complessivo mc 816.305
Volume residenziale mc 710.017
Abitanti teorici PRG vigente n° 3.277
Aree per l’istruzione PRG (Fa) mq 23.457
Aree per attrezzature di interesse comune PRG (Fb) mq 15.683
Aree per attrezzature a parco, gioco e sport PRG (Fc) mq 30.839
Aree per parcheggi PRG (Fd) mq 2.333
L’ambito dell’ATO coincide a grandi linee con gli abitati di Padernello e S. Luca; è
delimitato dall’area agricola e dalla S.R. n.53 Postumia a sud.
Il piccolo nucleo di S. Luca, sorto in corrispondenza di un nodo della centuriazione
romana, si configura come la parte più antica del sistema edificato. In realtà
Padernello presenta un limitato numero di testimonianze antiche, concentrate nei
pressi della Chiesa, anch’essa posta in un nodo della centuriazione romana; altra
testimonianza antica è l’edificio religioso in località S. Gottardo.
Padernello, un tempo sede comunale autonoma, ha avuto un sostenuto sviluppo nel
secondo dopoguerra. Si è trattato però di un processo edificatorio attuato a “macchia
di leopardo”, che ha generato un abitato composto da episodi di urbanizzazione
consolidata, inframmezzati da aree inedificate incolte o agricole; in realtà una buona
parte di questi vuoti urbani sono costituiti da aree per attrezzature pubbliche inattuate.
Questa situazione non contribuisce certamente a definire una apprezzabile identità alla
frazione, che rimane in qualche misura limitata alle aree più antiche: infatti soprattutto
nelle cortine edilizie e nell’edificazione lungo la S.P. n.128, risultano percepibili
gerarchie spaziali e funzionali collettive, capaci di creare una qualche immagine
urbana.
All’interno della frazione, Via Sottana suddivide ulteriormente l’abitato in due parti
quasi equivalenti come estensione, ma con marcate differenze per quanto concerne il
paesaggio edificato.
La parte ad est di Via Sottana risulta maggiormente coinvolta in interventi edificatori
spesso di tipo pianificato, anche se la presenza di numerosi vuoti urbani dà a questo
ambito una sensazione di incompletezza; in corrispondenza dell’incrocio con la S.P.
n.128 l’intervento di recupero dell’ex insediamento industriale Montini in corso di
realizzazione, può divenire un primo momento di riqualificazione dell’area centrale
dell’abitato.
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COMUNE DI PAESE
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anno 2007
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COMUNE DI PAESE
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L’ATO coincide a grandi linee con l’abitato di Paese; è delimitato verso sud dalla
linea ferroviaria TV-VI e dall’area agricola nelle altre direzioni. E’ il capoluogo del
territorio comunale ed il centro di maggiore dimensione.
Originariamente composto da tre distinti colmelli Paese, Villa di Villa e Sovernigo, il
centro ha avuto un fortissimo sviluppo insediativo nel secondo dopoguerra, dapprima
privilegiando gli assi viari storici delle attuali: S.R. n.53, Via Roma, Via Marconi, Via
Pravato e successivamente in modo massiccio, i quadranti nord ed est, nonché il
corridoio compreso tra la Postumia (chiamata anche Castellana) e la linea ferroviaria
Treviso-Vicenza. Contestualmente è proseguito, lungo le direttrici viarie, il fenomeno
dell’edificazione sparsa, che col tempo, in alcuni ambiti, ha finito con l’assumere
densità edilizie di una certa consistenza.
Gli ambiti di centro storico coincidono con le parti di maggiore interesse
architettonico ed ambientale, presentando episodi architettonici di notevole valore; il
restante patrimonio edilizio antico si sviluppa linearmente lungo gli assi stradali,
privilegiando la configurazione tipologica della cortina edilizia.
Di rilievo il ruolo di ecologico di rigenerazione ambientale svolto dai parchi e giardini
delle ville storiche.
In questi ambiti di più antica edificazione sono comunque presenti problemi di natura
urbanistica individuabili in:
· mancata soluzione progettale alle questioni poste da alcuni vuoti urbani degradati
e/o sottoutilizzati;
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Azioni specifiche
1) Corridoio S.R. n. 53 – ferrovia Treviso-Vicenza.
Trasformazione, riqualificazione, riconversione, sostituzione edilizia e sviluppo
insediativo delle aree tra la S.R. n.53 Postumia e la linea ferroviaria Treviso-
Vicenza, finalizzati a rendere questa parte urbana uno dei cardini delle nuove
“centralità” che il PAT definisce all’interno dell’ATO 9.
Riduzione e/o eliminazione la conflittualità tra insediamenti residenziali e
produttivi con incentivazione a trasformazioni rilocalizzazioni di questi ultimi.
Miglioramento della qualità ambientale in particolare degli ambiti dismessi ed
interstizi inedificati con risanamento dei siti contaminati e forte aumento della
dotazione di verde, per mitigazione e valorizzazione ambientale. Realizzazione di
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aree attrezzate a verde pubblico con particolare riferimento agli ambiti disserviti o
con carenti condizioni di accessibilità, messi in rilevo con il Rapporto Ambientale.
Gli interventi dovranno garantire un forte aumento della capacità biotica,
attraverso l’incremento delle aree verdi e della rete ecologica e la loro connessione
con sistemi continui di verde, in grado di aprirsi verso le grandi aree di servizi e lo
spazio rurale. In tal senso la quota pubblica/privata di verde “ecologico” previsti
nelle norme di PAT, dovrà essere calibrata alla specificità di un ambito che
richiede pressanti interventi di riqualificazione ambientale.
In questa parte urbana l’edificazione potrà avvalersi di indici edificatori medi o
medio-alti; dovranno essere previsti meccanismi di flessibilità relativamente alle
destinazioni d’uso, favorendo il mix funzionale (residenza, terziario, direzionale,
servizi); per la sua specifica ubicazione l’area risulta particolarmente interessante
rispetto a politiche attente alla plurifunzionalità.
Nonostante il PAT preveda con la complanare sud la deviazione di importanti
volumi di traffico dall’attuale Via Postumia, a titolo cautelativo andrà controllata
la residenza fronte S.R. n. 53; tale destinazione potrà meglio essere realizzata in
ambiti interni.
Al fine di evitare ulteriori incentivazioni dei livelli di traffico su Via Postumia, si
indica la realizzazione di una viabilità interna a supporto e snellimento della
suddetta arteria viaria. In questo senso tracciati stradali alternativi alla regionale
ed alla linea ferroviaria (sfruttando in parte l’esistente) andranno previsti
sviluppando e completando le indicazioni del PAT. Rotatorie e sottopassi in
particolare sugli innesti con via Postumia, dovranno consentire fluidità e sicurezza
al traffico ed il potenziamento dei percorsi ciclopedonali. Contestualmente si
procederà al controllo e riduzione degli accessi alla S.R. n.53. Nel contesto del
potenziamento e/o realizzazione della nuova viabilità, vanno previste opere di
mitigazione ambientale qualificandosi nel contempo quali luoghi di arricchimento
del potenziale biotico, anche ai fini della riduzione dell’inquinamento atmosferico
e delle condizioni microclimatiche locali.
Di particolare importanza non solo per questo ambito, ma per l’intero territorio
comunale, è la fermata ferroviaria SFMR di Paese; per sfruttare appieno questa
opportunità andranno organizzate idonee infrastrutture (parcheggi scambiatori,
percorsi ciclopedonali, ecc) per favorire la mobilità pubblica.
2) Insediamenti a prevalente destinazione produttiva lungo la S.R. n. 53 a confine
con i Comuni di Treviso e Quinto.
Trasformazione, riqualificazione, riconversione e sostituzione edilizia delle aree
dismesse o a prevalente destinazione produttiva poste lungo la S.R. n.53 a confine
con i Comuni di Quinto e Treviso.
Anche in questo caso il Piano è chiamato a dare corpo ad un ripensamento
urbanistico di un’area con grandi potenzialità, che derivano in primo luogo
dall’essere di fatto la “Porta della Città”; ruolo destinato a crescere anche in
considerazione del completamento della tangenziale del capoluogo. Il PAT non
intende comunque perseguire soluzioni formali o “segni” architettonici specifici,
quanto piuttosto prefigurare, suggerire, incentivare riorganizzazioni funzionali
capaci di arricchire un ambito che sta già profondamente modificandosi.
Contestualmente il PAT indica la necessità di un forte miglioramento della qualità
ambientale, in particolare degli ambiti dismessi ed interstizi inedificati;
realizzando lei aree attrezzate a verde pubblico delle quali necessita questa parte
del capoluogo. Gli interventi dovranno garantire un forte aumento della capacità
biotica, attraverso l’incremento delle aree verdi e della rete ecologica e la loro
connessione con sistemi continui di verde, in grado di aprirsi verso le grandi aree
di servizi e lo spazio rurale.
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* All’interno di questa volumetria mc 8.250 sono destinati alla conclusione dell’accordo tra il
Comune di Paese e soggetti privati, intrapreso ai sensi dell’articolo 6 della L.R. 11/2004 e
indicato negli elaborati di PAT con la simbologia AP3.
** All’interno di questa superficie mq 2.400 sono destinati alla conclusione dell’accordo tra il
Comune di Paese e soggetti privati, intrapreso ai sensi dell’articolo 6 della L.R. 11/2004 e
indicato negli elaborati di PAT con la simbologia AP4.
L’ambito dell’ATO comprende due zone di escavazione sotto falda tra Paese e
Castagnole, separate tra loro dal diaframma di Via Piave; attualmente solo una cava è
interessata da interventi di ricomposizione ambientale, anche se con modalità non del
tutto condivisibili dal punto di vista paesaggistico-naturalistico.
L’ambito comprende anche un’area agricola di buona integrità in prossimità della
frazione di Castagnole. Per alcuni versi le cave coinvolte possono essere considerate
parte di un sistema di escavazione più ampio che interessa anche il Comune di
Treviso.
Azioni di Piano
La maggior parte dell’ATO 10 è stata inserita tra le “Matrici naturali primarie
potenziali” per le quali si definiscono i seguenti obiettivi:
· recupero paesaggistico ed ambientale delle aree di cava anche con recupero ai
fini sportivi, sociali e per il tempo libero;
· potenziamento del patrimonio vegetale ai fini della rigenerazione ecologica e
della realizzazione di connessioni e corridoi verdi;
· tutela e salvaguardia degli acquiferi con il controllo di cave, attività produttive,
spargimenti liquami e smaltimento reflui.
Il termine “potenziale” è indicatore di una condizione attualmente connotata da scarsa
valenza naturale, ambientale e paesaggistica, ma pur tuttavia orientata in prospettiva al
riconoscimento per detti siti di obiettivi di recupero ai fini della riqualificazione
ambientale, ciò soprattutto in considerazione della particolare dislocazione nel
territorio comunale, tale da ammettere un ruolo di snodo delle connessioni ecologiche
con il Comune di Treviso, nonché, a recupero avvenuto, di esteso patrimonio di verde
per usi multipli a servizio di attività ricreative e del tempo libero anche riferiti
all’intera area metropolitana con centro nel capoluogo provinciale.
Le parti dell’ATO a cava e a discarica sono incluse tra le “Matrici naturali primarie
potenziali” definendone gli obiettivi nel quadro di un recupero di tipo naturalistico.
Per attuare tali obiettivi questi ambiti sono stati perimetrati quali “Contesti per la
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Dimensionamento ATO 11
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 1.716.193
Volume complessivo mc 1.641.340
Volume residenziale mc 98.091
Abitanti teorici PRG vigente n° 463
Aree per l’istruzione PRG (Fa) mq /
Aree per attrezzature di interesse comune PRG (Fb) mq /
Aree per attrezzature a parco, gioco e sport PRG (Fc) mq 364.101
Aree per parcheggi PRG (Fd) mq 1.840
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Dimensionamento ATO 12
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 1.786.364
Volume complessivo mc 11.740
Volume residenziale mc 5.355
Abitanti teorici PRG vigente n° 127
Aree per l’istruzione PRG (Fa) mq /
Aree per attrezzature di interesse comune PRG (Fb) mq /
Aree per attrezzature a parco, gioco e sport PRG (Fc) mq 30.006
Aree per parcheggi PRG (Fd) mq /
ATO prevalentemente agricolo posto a sud del territorio comunale; è delimitato a nord
dalla linea ferroviaria TV-VI e a sud-est dal confine comunale con il Comune di
Quinto. L’ambito prettamente rurale è sufficientemente integro, ben dotato di
equipaggiamento a verde, reticolo poderale diversificato.
Lungo la S.P. n.79 si è sviluppata una edificazione in forma di piccoli agglomerati tra
cui quello storico denominato “Colmello”; i sostenuti livelli di traffico lungo la
provinciale, incidono negativamente sui livelli di vivibilità degli abitati. Sono presenti
ambiti di cava non completamente recuperati all’agricoltura.
Azioni di Piano
Consolidamento dei nuclei abitativi esistenti tenendo in debito conto delle
problematiche di carattere ambientale derivanti dal traffico lungo la provinciale n. 79.
Vanno attuati interventi di mitigazione negli ambiti interessati dalla previsione viaria
della “complanare sud”
Per la restante area vedi le azioni previste per l’ATO 3.
Dimensionamento ATO 13
Stato di fatto
Superficie territoriale mq 2.088.595
Volume complessivo mc 78.899
Volume residenziale mc 64.359
Abitanti teorici PRG vigente n° 408
Aree per l’istruzione PRG (Fa) mq /
Aree per attrezzature di interesse comune PRG (Fb) mq 15.164
Aree per attrezzature a parco, gioco e sport PRG (Fc) mq /
Aree per parcheggi PRG (Fd) mq /
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