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Sommaire

Travaux de la section :
« Dialectologie, géolinguistique, sociolinguistique »

Hans GOEBL / Andres KRISTOL / Alberto ZAMBONI :


Présentation des travaux 3
Vanderci de Andrade AGUlLERA:
Variantes lexicais populares ; distribuiçào diat6pica e processo de criaçào signica 7
Maria Carmen ALÉN GARABATO / Henri BOYER:
Percepcion de la lengua occitana (y de los occitanos) entre los estudiantes
universitarios gallegos ~ 15
Giovanna ALFONZETTI :
Il code switching e i giovani: modalità funzionali e sintattiche 25
Cécile BAUVOIS :
Des Belges et de l'assourdissement des sonores 35
Louis BEGIONI :
L'approche microdialectométrique : vers une nouvelle définition des frontières
linguistiques 45
Maria Jesùs BELLO RrVAS ;
Gallego y castellano en conflicto : mecanismos de diferencialismo en la lengua
escrita 57
Margaret BENTO :
Nature phonologique des assibilées en franco-québécois 69
Silvia Figueiredo BRANDÀO :
Sobre a palatalizaçào num dialeto brasileiro 79
Thierry BULOT ;
Le parler rouennais ou l'appropriation du territoire urbain 87
Dinah CALLOU / Yonne LEITE / Joao MORAES :
A ditongaçào no portugués do Brasi! : estudo de dois casos 95
Odette CAMPOS / Simone GASPAR :
Um fenomeno de variaçào : a concordància verbal 103
Suzana Alice Marcelino CARDOSO :
Atlas regionais e o atlas linguistico do Brasil : quest5es de método III
Laura CERRETINI :
Il gergo nella letteratura del cinquecento: origini e nota storica 117
j

24 MariaCarmen Alén Garabato I Henri Boyer

que unos estudiantes, gallego y castellano hablantes con conocimientos de francés o de ita- Giovanna ALFONZETII (Catania, Italia)
liano, que nunca han visto un texto escrito en occitano puedan comprenderlo en lfneas
generales. La explotaci6n pedagogica de esta intercomprensién podrla tener una gran renta- Il code switching e i giovani: modalità funzionali e sintattiche
bilidad,15.sob.re todo eneste momento ~n que el que las lenguas romànicas corren el riesgo
de ser rninorizadas ante el avance del inglés o del alemàn. La mejor forma de resistir seria
la « exploitation systématique des extraordinaires ressemblances de famille qui existent
entre elles » (R. SrMONE, 1997: 32). Las lenguas rornànicas deberian ser ensefiadas
y a?re~didas todas al mismo tie~po, o por lo menos en un programa unico de aprendizaje I.
« amsi Ies ressemblances de famille ( ... ) pourraient devenir un extraordinaìre multiplica- Nel presente lavoro verranno esposti alcuni risultati di una più ampia ricerca ancora in
teur d'apprentissage » (R. SrMONE, 1997; 32).
corso sulle modalità strutturali e funzionali del code switching tra lingua e dialetto nel
.Probablemente la enseii.anza del eccitano podrla y deberia encontrar su lugar y su legiti- discorso dei giovani, principali protagonisti del processo di sostituzione di lingua oggi in
midad en una programa UOICO de ensenanza de las lenguas roménicas.l" atto dappertutto in Italia, anche in una regione come la Sicilia, dove il dialetto mostra
ancora segni di grande vitalità. Per quanto riguarda la Sicilia in particolare - campo di
indagine della mia ricerca - spie inequivocabili di uno shift graduale in favore dell'italiano
si colgono, a livello macro-sociolinguistico, nella riduzione progressiva dell'uso quantita-
Referencias bibliogrMicas
tivo del dialetto via che si procede dalle classi di età più alte a quelle più basse, sia nei
domini pubblici che privati, sia in provincia che nei capoluoghi e nell'affermarsi all'interno
della famiglia - dominio cruciale per il mantenimento di lingua - di un modello di comuni-
BARUCH, M. et al. (1995) ; Stéréotypes cuIturels et apprentissage des langues. Programme cazione asimmetrica, regolata da restrizioni diadiche lungo linee generazionali, in base alle
d'études conjointes en matière d'éducation des Commissions européennes pour quali una fetta consistente della popolazione parla il dialetto con i genitori ma l'italiano con
l'UNESCO, Commission française pour l'UNESCO. i figli, i nipoti e i bambini piccoli in generale. I Il risultato inevitabile di questa vera
Br~LIEZ, D. (1996) : « Langues de soi, langues voisines ; représentations entrecroisées », e propria « rottura» sociolinguistica è che, come in tutte le situazioni di lingue obsole-
In: ELA, Revue de didactologie deslangues-cultures, 401--410 scenti,2 il dialetto diventa sempre più una lingua per adulti, mentre l'italiano acquista il
BOYER, H. (1995) ; « De la compétence ethnosocioculturelle », in: Le Français dans le ruolo di lingua madre per un numero sempre crescente di giovani.' E tuttavia, per molti di
Monde, avril, 272, 41--44.
questi parlanti il siciliano non è irrimediabilmente perduto: una « inedita linea di
- (19?6~: « Les ?omaine.s de la sociolinguistique », in : Boyer, H. (dir.), Sociolinguistique, tendenza », emersa dall'inchiesta dell'Osservatorio Linguistico Siciliano (Lo PrPARo,
territoires et objets, Paris, Delachaux et Niestlé, 1990 : 45), consiste infatti nell' acquisizione del dialetto come seconda lingua, spesso
BLANCHE-BENVENISTE, C. (1997) : « Une grammaire pour lire en quatre langues » in: all'interno del peer group dei compagni di scuola o di gioco.
L'intercomprehénsion,33-37. '
Ma perché e come - cioè con quali funzioni e con quali modalità strutturali - il dialetto
DALBÈNE, L. (1997) : «L'image cles langues et leur apprentissage », in: Mattey, M., Les è presente nel discorso dei giovani sempre più orientati verso l'italiano? E' possibile, cioè,
langues et leurs images, ]9-23.
individuare un loro « stile» peculiare di commutazione? Da un punto di vista più generale,
DE PIETRO, J. P. (1994) : « Une variable négligée : Ies attitudes » in : Education et recher- ci si può chiedere se esista un nesso tra declino del bilinguismo, o comunque tra cambia-
. che, 16e année, 1/94,89-109.
menti nelle condizioni sociolinguistiche d'uso di due codici, e determinate configurazioni
JACQUART, A. (1997): « L'amour des langues, Représentations Iinguistiques et motivations di code switching o se queste non siano invece riconducibili esclusivamente a principi gene-
du choix d'une langue étrangère », in ; Cahìers de l'ASDIFLE, 8,175-186. rali e/o a caratteristiche intrinseche dei due sistemi in contatto. Quest'ultimo punto riveste
REINHEIMER, S. / TASMOWSKI, L. (1997); Pratique des langues romanes Paris un' importanza teorica non irrilevante, dal momento che chiama in causa il ruolo
L'Harmattan. ' ,
SrMONE, R. (1997); «Langues romanes de toute l'Europe, unissez-vous ! », in:
L'intercompréhension, 25-32.

I Peri dati riguardanti la Sicilia, cfr. LOPIPARO (1990).


1S Vid a este respecto REINHEIMERffASMOWSKI (1997) que propone una pràcticagramàtica de cinco 2 Si vedano, ad esempio, GAL (1979), DORIAN (1981) e i vari lavori sulla contrazione di lingue
16 lenguas ro.mani.cas (espanol, francés, italiano, portugués y rumano). raccolti in DORIAN (1989).
3 WEINREICH (1974 : 137) osserva a proposito che « una coin~idenz~ tra gruppi di lingua ~atern~
En esta d!reccl6n se estàn realizando ya experiencias a niveI escolar, por ejemplo el programa
EuRom4 ideado por BLANCHE-BENVENISTE (1997) o el incipiente grupo Latinitas que nace en el e gruppi di età è la manifestazione sincronica di quella che, diacronicamente, è unasostìtuzìone di
entorno de las Calandretas (escuelas bilingues franco-occitanas). lingua ».
26 Giovanna Alfonzettt Il code switching e i giovani: modalitàfunzionali e sintattiche 27

da assegnare ai fattori funzionali e socioculturali rispetto a quelli strettamente linguistici in 2.


un modello generale e integrato di analisi del code switching' Iniziamo subito col dare qualche dato quantitativo, da cui trarre poi alcune osservazioni
Il quadro di riferimento in relazione al quale misurare le eventuali differenziazioni gene- più generali. Il corpus sinora analizzato mostra che la commutazione tra le due varietà
razionali nelle pratiche della commutazione è quello che emerge dai vari studi condotti in è presente, sebbene in misura e modalità differenti, in quasi tutti gli episodi comunicativi
Italia negli ultimi decennf e, in particolare, da una mia precedente ricerca su Catania che lo compongono. Sono stati in particolare individuati 810 passaggi da un codice
(ALFONZETTI, 1992). Tratto fondamentale di tale quadro è l'ampia diffusione di discorso all'altro, di cui l'ampia maggioranza (77 %) dall'italiano al dialetto. Prevale nettamente la
mistilingue nelle situazioni informali, assimilabile a quello che MYERS-SCOTTON (1988 : commutazione di tipo interfrasale (74 %), rispetto a quella intrafrasale (23 %) e a quella
161) definisce « overall switching as the unmarked choice », un tipo di commutazione, extrafrasale (o tag switching) che ammonta soltanto al 3 %.
cioè, che non implica necessariamente una rinegoziazione delle relazioni di ruolo tra parte- Questi dati sono stati interpretati alla luce dell'ipotesi di POPLACK (1980 ; 1988),
cipanti e solo debolmente correlato a cambiamenti nei parametri situazionali forti. secondo cui i tre diversi tipi di commutazione - intra, inter e extrafrasale - indicherebbero
Predomina infatti nettamente il code switching conversazionale, dotato di una ricca gamma livelli decrescenti di abilità linguistica dei parlanti. La bassa percentuale di switching intra-
di funzioni comunicative, caratterizzate da ampia reversibilità nella direzione e, pertanto, frasale sembra confermare le previsioni di tale ipotesi, in base alla quale questo tipo di
solo parzialmente connesse al valore socio-simbolico delle due varietà in gioco commutazione presupporrebbe un bilinguismo bilanciato e una pari spontaneità d'uso di
(ALFONZETTI, 1998). Tutto ciò presuppone una condizione di « neutralità» sociolingui- entrambi i codici. Nel nostro caso specifico, il dato andrebbe pertanto considerato come
stica," dovuta a una fluida separazione funzionale dei due codici nel repertorio comunitario sintomo evidente del ruolo dominante dell'italiano nelle classi di parlanti più giovani,
e a una loro collocazione pressoché paritaria nelle sfere della informalità. Sul piano struttu- a conferma di quanto emerge dalle inchieste di macro-livello, Ciò che invece a prima vista
rale tale configurazione ha il suo pendant nella massiccia presenza di switching intrafrasale, sorprende, e che sembrerebbe in parziale contraddizione con questa interpretazione, è la
non dotato di una funzionalità comunicativa specifica, che si realizza in una continua alter- bassissima quantità di tag switching in senso stretto - cioè di semplici intercalari, riempi-
nanza tra le due varietà, che rende problematica l'individuazione di una lingua-base del tivi, interiezioni, ecc, - e l'altissima percentuale invece di switching frasale, che presuppone
discorso e che non viene segnalata da nessun fenomeno di flagging (POPLACK, 1980). un controllo dei due sistemi abbastanza alto e comunque molto maggiore di quello extrafra-
Condizioni di « neutralità» grammaticale tra i due sistemi - quali la quasi coincidenza sale. Si consideri inoltre che la commutazione interfrasale si configura normalmente come
nell'ordine dei costituenti e una consistente presenza di elementi omofoni - riconducibili alternanza della lingua-base (MUYSKEN, 1995 : 180), piuttosto che come inserzione di ele-
alla vicinanza genetica e tipo logica delle due varietà in contatto - favoriscono indubbia- menti di un sistema nella base fornita dall'altro. Vista allora l'alta percentuale di switching
mente tale configurazione strutturale, non soggetta a restrizioni sintattiche né particolari né frasale in direzione del dialetto, si potrebbe inferire che la maggior parte dei giovani
generali. possieda un livello comunque alto di conoscenza di tale sistema, tale in ogni caso da
La ricerca, di cui per ovvie limitazioni di spazio verranno qui esposti solo alcuni dei consentire la formulazione di intere frasi e di farne un uso quantitativamente consistente nel
principali risultati, riguardanti soprattutto gli aspetti strutturali, è stata condotta su un ampio discorso, all'intemo del quale le due varietà si alternerebbero con una certa parità.
corpus di parlato spontaneo di giovani di entrambi i sessi, per lo più studenti, di diverse E tuttavia la portata di tale inferenza viene notevolmente ridimensionata se si procede ad
fasce di età (dai 7 ai 25 anni) e di diverso background socio culturale, provenienti da un esame più approfondito del corpus, lungo tre direzioni principali, e cioè
quartieri della città di Catania segnati da profonde differenze socio-economiche e da alcuni
a) un'analisi sintattica più dettagliata delle frasi dialettali commutate, per stabilire quanta
centri della provincia e osservati in svariate situazioni comunicative, specie all'interno del
e quale competenza la loro produzione richieda;
contesto scolastico e del peer group. Si intende in tal modo verificare l'interazione della
b) la considerazione del testo nella sua globalità, per soppesare al suo interno il relativo
variabile età con altri fattori socio-situazionali, allo scopo di individuare eventuali
configurazioni differenti relative a diversi gruppi di giovani. apporto di ciascuna delle due varietà;
c) e inoltre l'analisi conversazionale dei testi stessi, per accertare il rispettivo ruolo comu-
nicativo e funzionale dei due codici.
Come si suggerirà infatti più oltre, la dimensione funzionale può spiegare, insieme al tipo di
bilinguismo dei parlanti, alcune caratteristiche fondamentali della configurazione strutturale
della commutazione.
Ecco i principali risultati che scaturiscono dall'analisi condotta lungo le tre linee sugge-
rite. Esaminando l'estensione di ogni singolo switchtng interfrasale, si è riscontrato che
Per i termini di questo dibattito teorico - in cui non è possibile qui addentrarci - cfr., tra gli altri, il 70 % delle commutazioni verso il dialetto è seguito dal ritorno al codice di partenza, cioè
BACKUS (1992), BENTAHILA/ DAVIES (1991) e GIACALONE RAMAT (1995). all'italiano, alla fine della frase commutata. Nelle commutazioni verso l'italiano il ritorno
S C.fr., tra gli altri, BERRUTO (1985) e (1990), GIACALONE (1991) e (1995), gli studi del Gruppo immediato al dialetto è invece molto meno frequente (circa il 40 %). Prima di trarre delle
di Lecce (SOBRERO,1992).
implicazioni più generali da questo dato, relativamente al configurarsi della commutazione
6 Per il concetto di neutralità, sia dal punto di vista sociolinguistico che strutturale, cfr. ApPEL /
MUYSKEN (1987). frasale come alternanza, si consideri la questione del livello di conoscenza richiesto dalla
produzione delle frasi commutate in dialetto. Trattandosi di dati di parlato, sarà bene
26 Giovanna Alfonzettt Il code switching e i giovani: modalitàfunzionali e sintattiche 27

da assegnare ai fattori funzionali e socioculturali rispetto a quelli strettamente linguistici in 2.


un modello generale e integrato di analisi del code switching' Iniziamo subito col dare qualche dato quantitativo, da cui trarre poi alcune osservazioni
Il quadro di riferimento in relazione al quale misurare le eventuali differenziazioni gene- più generali. Il corpus sinora analizzato mostra che la commutazione tra le due varietà
razionali nelle pratiche della commutazione è quello che emerge dai vari studi condotti in è presente, sebbene in misura e modalità differenti, in quasi tutti gli episodi comunicativi
Italia negli ultimi decennf e, in particolare, da una mia precedente ricerca su Catania che lo compongono. Sono stati in particolare individuati 810 passaggi da un codice
(ALFONZETTI, 1992). Tratto fondamentale di tale quadro è l'ampia diffusione di discorso all'altro, di cui l'ampia maggioranza (77 %) dall'italiano al dialetto. Prevale nettamente la
mistilingue nelle situazioni informali, assimilabile a quello che MYERS-SCOTTON (1988 : commutazione di tipo interfrasale (74 %), rispetto a quella intrafrasale (23 %) e a quella
161) definisce « overall switching as the unmarked choice », un tipo di commutazione, extrafrasale (o tag switching) che ammonta soltanto al 3 %.
cioè, che non implica necessariamente una rinegoziazione delle relazioni di ruolo tra parte- Questi dati sono stati interpretati alla luce dell'ipotesi di POPLACK (1980 ; 1988),
cipanti e solo debolmente correlato a cambiamenti nei parametri situazionali forti. secondo cui i tre diversi tipi di commutazione - intra, inter e extrafrasale - indicherebbero
Predomina infatti nettamente il code switching conversazionale, dotato di una ricca gamma livelli decrescenti di abilità linguistica dei parlanti. La bassa percentuale di switching intra-
di funzioni comunicative, caratterizzate da ampia reversibilità nella direzione e, pertanto, frasale sembra confermare le previsioni di tale ipotesi, in base alla quale questo tipo di
solo parzialmente connesse al valore socio-simbolico delle due varietà in gioco commutazione presupporrebbe un bilinguismo bilanciato e una pari spontaneità d'uso di
(ALFONZETTI, 1998). Tutto ciò presuppone una condizione di « neutralità» sociolingui- entrambi i codici. Nel nostro caso specifico, il dato andrebbe pertanto considerato come
stica," dovuta a una fluida separazione funzionale dei due codici nel repertorio comunitario sintomo evidente del ruolo dominante dell'italiano nelle classi di parlanti più giovani,
e a una loro collocazione pressoché paritaria nelle sfere della informalità. Sul piano struttu- a conferma di quanto emerge dalle inchieste di macro-livello, Ciò che invece a prima vista
rale tale configurazione ha il suo pendant nella massiccia presenza di switching intrafrasale, sorprende, e che sembrerebbe in parziale contraddizione con questa interpretazione, è la
non dotato di una funzionalità comunicativa specifica, che si realizza in una continua alter- bassissima quantità di tag switching in senso stretto - cioè di semplici intercalari, riempi-
nanza tra le due varietà, che rende problematica l'individuazione di una lingua-base del tivi, interiezioni, ecc, - e l'altissima percentuale invece di switching frasale, che presuppone
discorso e che non viene segnalata da nessun fenomeno di flagging (POPLACK, 1980). un controllo dei due sistemi abbastanza alto e comunque molto maggiore di quello extrafra-
Condizioni di « neutralità» grammaticale tra i due sistemi - quali la quasi coincidenza sale. Si consideri inoltre che la commutazione interfrasale si configura normalmente come
nell'ordine dei costituenti e una consistente presenza di elementi omofoni - riconducibili alternanza della lingua-base (MUYSKEN, 1995 : 180), piuttosto che come inserzione di ele-
alla vicinanza genetica e tipo logica delle due varietà in contatto - favoriscono indubbia- menti di un sistema nella base fornita dall'altro. Vista allora l'alta percentuale di switching
mente tale configurazione strutturale, non soggetta a restrizioni sintattiche né particolari né frasale in direzione del dialetto, si potrebbe inferire che la maggior parte dei giovani
generali. possieda un livello comunque alto di conoscenza di tale sistema, tale in ogni caso da
La ricerca, di cui per ovvie limitazioni di spazio verranno qui esposti solo alcuni dei consentire la formulazione di intere frasi e di farne un uso quantitativamente consistente nel
principali risultati, riguardanti soprattutto gli aspetti strutturali, è stata condotta su un ampio discorso, all'intemo del quale le due varietà si alternerebbero con una certa parità.
corpus di parlato spontaneo di giovani di entrambi i sessi, per lo più studenti, di diverse E tuttavia la portata di tale inferenza viene notevolmente ridimensionata se si procede ad
fasce di età (dai 7 ai 25 anni) e di diverso background socio culturale, provenienti da un esame più approfondito del corpus, lungo tre direzioni principali, e cioè
quartieri della città di Catania segnati da profonde differenze socio-economiche e da alcuni
a) un'analisi sintattica più dettagliata delle frasi dialettali commutate, per stabilire quanta
centri della provincia e osservati in svariate situazioni comunicative, specie all'interno del
e quale competenza la loro produzione richieda;
contesto scolastico e del peer group. Si intende in tal modo verificare l'interazione della
b) la considerazione del testo nella sua globalità, per soppesare al suo interno il relativo
variabile età con altri fattori socio-situazionali, allo scopo di individuare eventuali
configurazioni differenti relative a diversi gruppi di giovani. apporto di ciascuna delle due varietà;
c) e inoltre l'analisi conversazionale dei testi stessi, per accertare il rispettivo ruolo comu-
nicativo e funzionale dei due codici.
Come si suggerirà infatti più oltre, la dimensione funzionale può spiegare, insieme al tipo di
bilinguismo dei parlanti, alcune caratteristiche fondamentali della configurazione strutturale
della commutazione.
Ecco i principali risultati che scaturiscono dall'analisi condotta lungo le tre linee sugge-
rite. Esaminando l'estensione di ogni singolo switchtng interfrasale, si è riscontrato che
Per i termini di questo dibattito teorico - in cui non è possibile qui addentrarci - cfr., tra gli altri, il 70 % delle commutazioni verso il dialetto è seguito dal ritorno al codice di partenza, cioè
BACKUS (1992), BENTAHILA/ DAVIES (1991) e GIACALONE RAMAT (1995). all'italiano, alla fine della frase commutata. Nelle commutazioni verso l'italiano il ritorno
S C.fr., tra gli altri, BERRUTO (1985) e (1990), GIACALONE (1991) e (1995), gli studi del Gruppo immediato al dialetto è invece molto meno frequente (circa il 40 %). Prima di trarre delle
di Lecce (SOBRERO,1992).
implicazioni più generali da questo dato, relativamente al configurarsi della commutazione
6 Per il concetto di neutralità, sia dal punto di vista sociolinguistico che strutturale, cfr. ApPEL /
MUYSKEN (1987). frasale come alternanza, si consideri la questione del livello di conoscenza richiesto dalla
produzione delle frasi commutate in dialetto. Trattandosi di dati di parlato, sarà bene
Il code switching e i giovani: modalità funzionali e sintattiche
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28 GiovannaAlfonzetti

[7] barista: Vieni qua. Ddettammìllu [Dettamelo]


precisare dapprima i criteri seguiti nell'individuazione della frase. Dando priorità al criterio
[8] bambinol : Cinque quattro tre due uno, via!
dell'autonomia sintattica, si è considerata frase ogni enunciato che, indipendentemente Acchlappimi l [Acchiappami l]
bambin02 :
dalla sua struttura ed estensione, costituisca nel contesto di occorrenza una forma distribu- insegno : Dai, ripetimi l'alfabeto
[9]
zionalmente indipendente - cioè non inclusa in una sequenza più ampia e spesso costitutiva alunno: Va bene, professoressa ((comincia a ripetere le lettere)) A B C D F.H

di turno di dialogo - che può, ma non necessariamente, svolgere funzione predicativa e/o Ah sbagghiài ! [Ho sbagliato !]
corrispondere a un'unità tonale (VOGHERA, 1992: 121-143). Ciò ha consentito di includere studente: Che succede? ( ... ) Mi sono distratto un attimo. Cchiffu ? [Che è stato?]
[lO]
[II] stud.ssa: Cchi bboi ? lo sto morendo e vedo che: : vedo cose: :
in tale categoria, non solo enunciati nominali ed ellittici, ma anche tutti quei « frammenti »
[Che vuoi ?]
di enunciato - quali false partenze, strutture tronche, interrotte, sconnesse - che ne reste-
rebbero altrimenti esclusi, nonostante la loro importanza e consistenza quantitativa nel Considerato allora che nella maggior parte delle commutazioni frasali la direzione è sì
parlato, specie di tipo dialogico. Delle 470 frasi commutate in dialetto, 368 (il 78 %) sono daJl'italiano al dialetto, ma che il parlante fa ritorno alla lingua di partenza dopo aver
frasi semplici, cioè uniproposizionali e solo 102 (il 22 %) complesse (pluriproposizionali). ultimato una sola frase dialettale e che, inoltre, moltissime delle frasi dialettali commutate
Ciò ovviamente è in gran parte riconducibile alle caratteristiche proprie del parlato, e tutta- presentano una struttura sintattica elementare, spesso .pr!va d.i costi.tue~te .ver~ale: ~i
via il confronto con le frasi commutate in italiano mostra che in questo secondo caso lo è adesso in grado di interpretare più correttamente i dati Sin qui esaminati. SI p~o,. clOe~
scarto tra i due tipi è molto più ridotto: 48 % semplici, 52 % complesse. Si tratta di una affermare che, in linea generale, la modalità strutturale prevalente nel parlato d~1 ~lOvan~
asimmetria non irrilevante tra il grado di complessità sintattica della struttura delle frasi è una commutazione di tipo frasale, ma intesa non tanto come alternanza tra frasi dialettali
commutate in italiano e in dialetto. Addentrandosi ancor di più nell'analisi, si noterà che il e frasi italiane che contribuiscano in modo paritario alla costituzione del testo, quanto
20 % (73) delle frasi semplici dialettali non presenta nessun costituente verbale: accanto come « inserzione » di brevi e semplici frasi dialettali in un discorso la cui lingua base, al
a frasi ellittiche o nominali in senso stretto, e a sequenze interrotte, si hanno moltissimi macro-lìvello, può senza difficoltà essere identificata con l'italiano: . .
esempi di quelli che VOGHERA (1992 :143 e 176) definisce « segni non predicativi auto- Questa, tuttavia, rappresenta soltanto una prima generalizzazione, valida per J1 c?rp~s
nomi », costituenti gruppo tonale, di struttura diversa, spesso monorematica o meno- analizzato nel suo complesso. Considerando l'incidenza di quella che è forse la variabile
sintagmatica. Si tratta nel complesso di enunciati la cui produzione richiede in realtà un più significativa - e cioè l'opposizione provincia / ce~tr~ urba~o,. e, a~l' inter~o ~i .q~esto,
livello di competenza morfosintattica « minimale », e in ogni caso non superiore a quella l'appartenenza a quartieri diversi - si rileva nei giovanì di ~ro~mcl~ e In quelli di citta con
presupposta dallo switching extrafrasale propriamente detto, come si può facilmente osser- un background socioculturale deprivato, oltre a un code switching pIÙ frequente, anch: una
vare dai seguenti esempi del corpus : minore percentuale tra le commutazioni in dialetto, di frasi brevi e con una struttura sìntat-
tica elementare e, ~oprattutto, una tendenza molto meno marcata a far .ritorn.o al codice d~
[I] alunnol: Come ci andiamo?
alunnoz : Apperi i [A piedi !] partenza nell'enunciato immediatamente success.ivo. ~a. commuta~lO.ne tnt~~frasale SI
[2] studente: Pàviru dqdqu mtschlnu ! [Povero quell'infelice!] configura, cioè, in questi parlanti meno come inserzlone.dl.sl~golefr~sl ?Ia~ettah In un te.s~o
[3] studente: Cioè a me è inutile che mi dici « Minchia, iù a chtdqdua dudua': Non in lingua-base italiana e più come alternanza tra blocchi di discorso m italiano e blocchi In
è vero» ((risate» [Cazzo, io a quella là::] dialetto sebbene i primi siano, tranne rarissimi casi, più frequenti e consistenti dei secondi.
[4] madre: Mi devo comprare un costume come quello. Due 'motivazioni concomitanti stanno alla base di questa differenza tra quelli che potreb-
figlia: Quale? bero considerarsi due code switching styles parzialmente diversi, Innanzi tutto, la maggiore
madre: Quello che ha quella ragazza, con i laccetti. Quelli che si usavano qualche competenza dialettale da parte dei giovani di provincia e dei quartieri emarginati deUa città.
anno fa. Pertanto non soltanto il diverso tipo di commutazione - cioè intra, inter o extrafrasale - può
figlia: Bbeddi ! [Belli !]
essere usato per misurare il grado di abilità linguistica dei parlanti, come sug.gerisce
[5] alunnoI : Professoressa, nella numero sei che si devemettere?
alunnoz : «(al compagno» Scimunitu ! [Scemunito i] Poplack, ma anche le modalità specifiche di ciascuno dei tre tipi -: in questo .caso di quen~
[6] madre: Questo è Giorgio che lo ha insegnato male interfrasale _ sono in grado di fornire importanti indicazioni a riguardo. Ciò consente di
figlia: U picciriddu I [II bambino !] cogliere, a livello micro-sociolinguistico, un'altra spia ìnequivocabile del ca~bia~ent? di
lingua in atto. Com'è infatti ampiamente documentato, il processo gr~dual~ di sostltu~lOne
La consistente presenza tra le frasi commutate in dialetto di strutture frasali a nodo centrale
è di solito contrassegnato dalla presenza all'interno dell~ ~omuntt~ ~I ~n p'ro[icle~cy'
non verbale è un dato degno di rilievo, poiché da alcuni test di misurazione della compe-
continuum, lungo il quale si collo~ano parlanti co.n enormi dlfferen.z~azlom nel l~velli ~I
tenza dialettale di giovani parlanti prevalentemente italofoni emerge con chiarezza che la
competenza della lingua recessiva. Nel caso speciflco della c~mun~ta ~rbana qUi esaml~
c?niugazi~ne verbale è una delle aree più fortemente « danneggiate », per cosi dire, del
nata ad un estremo di tale continuum, si ha la studentessa universìtarìa che mostra tutti
SIstema dialettale, Procedendo oltre nell'analisi, emerge che delle 295 frasi verbali
i sintomi di quelli che, nelle situazioni di morte di lingua, vengono definiti parlanti
commutate in dialetto, il 58 % consiste di frasi molto brevi e con struttura sintattica
elementare, in molti casi addirittura « minimale », alcune delle quali costituiscono locuzioni
più o n:eno .cristallizzat~, la cui produzione non richiede pertanto l'applicazione di regole
morfosintattiche produttive. Se ne dà una breve esemplificazione: 7 Cfr., tra gli altri, DORIAN (1981), HUFFINES (1989) e ROMAINE (1989).
Il code switching e i giovani: modalità funzionali e sintattiche
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28 GiovannaAlfonzetti

[7] barista: Vieni qua. Ddettammìllu [Dettamelo]


precisare dapprima i criteri seguiti nell'individuazione della frase. Dando priorità al criterio
[8] bambinol : Cinque quattro tre due uno, via!
dell'autonomia sintattica, si è considerata frase ogni enunciato che, indipendentemente Acchlappimi l [Acchiappami l]
bambin02 :
dalla sua struttura ed estensione, costituisca nel contesto di occorrenza una forma distribu- insegno : Dai, ripetimi l'alfabeto
[9]
zionalmente indipendente - cioè non inclusa in una sequenza più ampia e spesso costitutiva alunno: Va bene, professoressa ((comincia a ripetere le lettere)) A B C D F.H

di turno di dialogo - che può, ma non necessariamente, svolgere funzione predicativa e/o Ah sbagghiài ! [Ho sbagliato !]
corrispondere a un'unità tonale (VOGHERA, 1992: 121-143). Ciò ha consentito di includere studente: Che succede? ( ... ) Mi sono distratto un attimo. Cchiffu ? [Che è stato?]
[lO]
[II] stud.ssa: Cchi bboi ? lo sto morendo e vedo che: : vedo cose: :
in tale categoria, non solo enunciati nominali ed ellittici, ma anche tutti quei « frammenti »
[Che vuoi ?]
di enunciato - quali false partenze, strutture tronche, interrotte, sconnesse - che ne reste-
rebbero altrimenti esclusi, nonostante la loro importanza e consistenza quantitativa nel Considerato allora che nella maggior parte delle commutazioni frasali la direzione è sì
parlato, specie di tipo dialogico. Delle 470 frasi commutate in dialetto, 368 (il 78 %) sono daJl'italiano al dialetto, ma che il parlante fa ritorno alla lingua di partenza dopo aver
frasi semplici, cioè uniproposizionali e solo 102 (il 22 %) complesse (pluriproposizionali). ultimato una sola frase dialettale e che, inoltre, moltissime delle frasi dialettali commutate
Ciò ovviamente è in gran parte riconducibile alle caratteristiche proprie del parlato, e tutta- presentano una struttura sintattica elementare, spesso .pr!va d.i costi.tue~te .ver~ale: ~i
via il confronto con le frasi commutate in italiano mostra che in questo secondo caso lo è adesso in grado di interpretare più correttamente i dati Sin qui esaminati. SI p~o,. clOe~
scarto tra i due tipi è molto più ridotto: 48 % semplici, 52 % complesse. Si tratta di una affermare che, in linea generale, la modalità strutturale prevalente nel parlato d~1 ~lOvan~
asimmetria non irrilevante tra il grado di complessità sintattica della struttura delle frasi è una commutazione di tipo frasale, ma intesa non tanto come alternanza tra frasi dialettali
commutate in italiano e in dialetto. Addentrandosi ancor di più nell'analisi, si noterà che il e frasi italiane che contribuiscano in modo paritario alla costituzione del testo, quanto
20 % (73) delle frasi semplici dialettali non presenta nessun costituente verbale: accanto come « inserzione » di brevi e semplici frasi dialettali in un discorso la cui lingua base, al
a frasi ellittiche o nominali in senso stretto, e a sequenze interrotte, si hanno moltissimi macro-lìvello, può senza difficoltà essere identificata con l'italiano: . .
esempi di quelli che VOGHERA (1992 :143 e 176) definisce « segni non predicativi auto- Questa, tuttavia, rappresenta soltanto una prima generalizzazione, valida per J1 c?rp~s
nomi », costituenti gruppo tonale, di struttura diversa, spesso monorematica o meno- analizzato nel suo complesso. Considerando l'incidenza di quella che è forse la variabile
sintagmatica. Si tratta nel complesso di enunciati la cui produzione richiede in realtà un più significativa - e cioè l'opposizione provincia / ce~tr~ urba~o,. e, a~l' inter~o ~i .q~esto,
livello di competenza morfosintattica « minimale », e in ogni caso non superiore a quella l'appartenenza a quartieri diversi - si rileva nei giovanì di ~ro~mcl~ e In quelli di citta con
presupposta dallo switching extrafrasale propriamente detto, come si può facilmente osser- un background socioculturale deprivato, oltre a un code switching pIÙ frequente, anch: una
vare dai seguenti esempi del corpus : minore percentuale tra le commutazioni in dialetto, di frasi brevi e con una struttura sìntat-
tica elementare e, ~oprattutto, una tendenza molto meno marcata a far .ritorn.o al codice d~
[I] alunnol: Come ci andiamo?
alunnoz : Apperi i [A piedi !] partenza nell'enunciato immediatamente success.ivo. ~a. commuta~lO.ne tnt~~frasale SI
[2] studente: Pàviru dqdqu mtschlnu ! [Povero quell'infelice!] configura, cioè, in questi parlanti meno come inserzlone.dl.sl~golefr~sl ?Ia~ettah In un te.s~o
[3] studente: Cioè a me è inutile che mi dici « Minchia, iù a chtdqdua dudua': Non in lingua-base italiana e più come alternanza tra blocchi di discorso m italiano e blocchi In
è vero» ((risate» [Cazzo, io a quella là::] dialetto sebbene i primi siano, tranne rarissimi casi, più frequenti e consistenti dei secondi.
[4] madre: Mi devo comprare un costume come quello. Due 'motivazioni concomitanti stanno alla base di questa differenza tra quelli che potreb-
figlia: Quale? bero considerarsi due code switching styles parzialmente diversi, Innanzi tutto, la maggiore
madre: Quello che ha quella ragazza, con i laccetti. Quelli che si usavano qualche competenza dialettale da parte dei giovani di provincia e dei quartieri emarginati deUa città.
anno fa. Pertanto non soltanto il diverso tipo di commutazione - cioè intra, inter o extrafrasale - può
figlia: Bbeddi ! [Belli !]
essere usato per misurare il grado di abilità linguistica dei parlanti, come sug.gerisce
[5] alunnoI : Professoressa, nella numero sei che si devemettere?
alunnoz : «(al compagno» Scimunitu ! [Scemunito i] Poplack, ma anche le modalità specifiche di ciascuno dei tre tipi -: in questo .caso di quen~
[6] madre: Questo è Giorgio che lo ha insegnato male interfrasale _ sono in grado di fornire importanti indicazioni a riguardo. Ciò consente di
figlia: U picciriddu I [II bambino !] cogliere, a livello micro-sociolinguistico, un'altra spia ìnequivocabile del ca~bia~ent? di
lingua in atto. Com'è infatti ampiamente documentato, il processo gr~dual~ di sostltu~lOne
La consistente presenza tra le frasi commutate in dialetto di strutture frasali a nodo centrale
è di solito contrassegnato dalla presenza all'interno dell~ ~omuntt~ ~I ~n p'ro[icle~cy'
non verbale è un dato degno di rilievo, poiché da alcuni test di misurazione della compe-
continuum, lungo il quale si collo~ano parlanti co.n enormi dlfferen.z~azlom nel l~velli ~I
tenza dialettale di giovani parlanti prevalentemente italofoni emerge con chiarezza che la
competenza della lingua recessiva. Nel caso speciflco della c~mun~ta ~rbana qUi esaml~
c?niugazi~ne verbale è una delle aree più fortemente « danneggiate », per cosi dire, del
nata ad un estremo di tale continuum, si ha la studentessa universìtarìa che mostra tutti
SIstema dialettale, Procedendo oltre nell'analisi, emerge che delle 295 frasi verbali
i sintomi di quelli che, nelle situazioni di morte di lingua, vengono definiti parlanti
commutate in dialetto, il 58 % consiste di frasi molto brevi e con struttura sintattica
elementare, in molti casi addirittura « minimale », alcune delle quali costituiscono locuzioni
più o n:eno .cristallizzat~, la cui produzione non richiede pertanto l'applicazione di regole
morfosintattiche produttive. Se ne dà una breve esemplificazione: 7 Cfr., tra gli altri, DORIAN (1981), HUFFINES (1989) e ROMAINE (1989).
30 Giovanna Alfonzetti Il code switching e i giovani: modalltà funzionali e sintattiche 31
« terminali », imperfetti o semi-speakersì Il code switching style di questo tipo di giovani tipo di switching possiede nel discorso dei giovani, se paragonato a quello degli adulti
è contra.s~egna~o qu~si. escl~sivamente dal'inserzione di tags propriamente detti, di brevi bilingui, per il quali ammontava al 50 % circa (ALFONZETTI, 1992).
e semplIcI. fra~1 o di singoli nomi in dialetto, che possiede pertanto un valore puramente Il primo di tali tratti è il consistente numero di casi - 30 % circa, da confrontare con il
emblematico In un discorso altrimenti monolingue. All'altro estremo si trova invece il 7 % appena degli adulti (ALFONZETII, 1992) - in cui la commutazione intrafrasale, soprat-
bambino. di 7 anni. di uno dei quartieri più degradati della città, il quale, a causa di un tutto se in direzione del dialetto, è segnalata da un qualche fenomeno di flagging, cioè da
ancor~ nd~tto peno?o di sc.ol~riz~azione, è drammaticamente imprigionato in una quasi una pausa, una esitazione o un commento metalinguistico, con cui il parlante intende atti-
escl~slva ~lalettofonI~, ~he limita In modo drastico la piena partecipazione alla vita sociale rare l'attenzione su di essa, quasi volesse fornirne una motivazione o, in alcuni casi, una
al di fuori della f~mlglta. A.nche per lui, paradossalmente, la commutazione possiede un vera e propria « giustificazione », che nell'esempio seguente si configura come una sorta di
valore « em?lematl~o », ma In. un s~nso totalmente differente: le poche parole italiane che citazione:
cospargono Il suo discorso altrimenti monolinguetradiscono il tentativo cosciente di esibire
una identità, non soltanto linguistica, che gli è ancora negata e la cui alternativa è il silenzio [13] Stud.ssa : Se ne stava andando, senza salutarmi. Ha salutato tutti tranne me.
o una ostentata e sprezzante indifferenza al dialogo. Miè passato a ttàgghlu, come si suoi dire. [a fianco]
?~Il'analisi ~o.nversazionale dei testi, emerge che parlare il dialetto per brevi battute Ciò introduce nell'analisi la prospettiva funzionale, consentendo il raccordo con la seconda
-.tIPICo, come ~I e ~ett?, ~~i giovani studenti di città, e, più in generale, dei semi-speakers caratteristica importante del code mixing giovanile, cioè l'alta percentuale, oltre il 40 %, di
~I molte altre sl~uaz~onI di lingue morenti (DORIAN, 1981) - trova una seconda, e non meno switching intrafrasali cui è attribuibile una funzione comunicativa specifica all'interno del
I~p.ort~n.te, motlv~zlone n.el restringimento delle funzioni della lingua recessiva nel reperto- contesto conversazionale di occorrenza, dato che appare ancor più significativo se
r~o individuale del parlanti, fenomeno anche questo ricorrente nei processi di sostituzione di confrontato con il 7 % appena della precedente ricerca su Catania. Nel frammento che
lingua. Per q~esta categoria di giova~i il dialetto svolge funzioni prevalentemente legate segue si ha un esempio di commutazione di un sintagma nominale, in cui il ricorso al
alla sf~ra Iudica, ~o~lca, scherzosa, ma non è più usato per trasmettere informazioni dialetto è usato come strategia di rafforzamento enfatico della pregnanza dell'insulto diretto
sem~nt~co-re.fer~nzIaI~ n~ come normale mezzo di comunicazione, cosa che invece accade a Roberto:
per I giovam di provmcra o dei quartieri emarginati della città, dove il dialetto è ancora [14] stud.ssal: Hai visto Roberto?
largamente. parlato in famiglia e anche nel gruppo di pari. Purtroppo non è qui possibile stud.ssa2: Oggi, mentre faceva il lavoro part-tirne
soffermarc] oltre su questo punto, basterà solo osservare come la commutazione in dialetto stud.ssal: Come lo vedo gli pianto un pugno in faccia che gli faccio cascare tutti i denti
è s~e~so. accompagnata da quello che è un segnale inequivocabile dell'utilizzazione a fini che ha. Lo stronzo che non è altro. Anzi, fu sturqunzu che non è altro. lo gli
ludl,CI di t~le varietà, e cioè il riso, del parlante, degli ascoltatori o di entrambi, come dico una cosa( ... )
nell esempioche segue:
Entrambe le caratteristiche differenziano il code mixlng giovanile da quello che POPLACK
[12] alunno l : «stamuta)) (1988 : 230) considera il « vero» code switching, prodotto dal bilingue competente, capace
alunno2: Madonna! (tridendoj) Ma echi cci ai u vulcanu ntà nasu? «risata dei di alternare tra le due varietà in maniera impercettibile e apparentemente inconsapevole,
compagni)) [Ma che haiil vulcano nel naso ?] senza una funzione stilistica o conversazionale specifica, modalità questa che, come si
~i passerà adesso ad esaminare l'incidenza della variabile città-paese sulla commutazione è detto, era largamente presente nel discorso di molti parlanti adulti della nostra precedente
intrafrasala, Sulla base delle differenze sinora emerse tra giovani' cittadi ricerca. Il comportamento dei giovani con una competenza più o meno bilanciata, è, invece,
. .... '" Inl e d'I prOVIncia
.. -
nettamente d~mlnantI. In italiano, l primi, con un bilinguismo più bilanciato i secondi _ ci si maggiormente conforme a quello del «bilingue ideale» di WEINREICH (1974 : 107), che
aspetterebbe In q~e~tI ultimi u~a quantità maggiore di switching intrafrasale, spia secondo « passa da una lingua all'altra a seconda degli appropriati mutamenti nella situazione
P~plack, com~ SI ricorderà, di una buona competenza di entrambi i sistemi in contatto linguistica (interlocutori, argomenti ecc.) ma non in una situazione linguistica immutata,
E. mve~e n~n SI notano.s~arti signifi~~tivi tra la quantità di enunciati mistilingui prodotti dai e certamente non in una stessa frase. Se egli fa uso di espressioni tratte da un 'altra lingua,
glO~ant del d~e ~ruPPI, In entrambi I casi molto ridotta: il 22 % dai giovani di città e il le contraddistinguerà esplicitamente come ( citazioni >, con le virgolette nello scritto e con
2~ ~ da quelli di paese (ALF?NZETTI, 1995 : 424-425). L'esame più approfondito del code particolari modificaztoni nella voce (una leggera pausa, cambiamenti nel tempo, e simili)
mlxmg presente nel corpus rivela alcuni tratti in grado di spiegare la ragione dello scarso nel parlato» (corsivo mio).
peso che, a prescindere dalle differenze nelle competenze linguistiche individuali, questo AI di là delle opposte concezioni di che cosa possa considerarsi bilingue « ideale» per
WEINREICH e POPLACK - riconducibili a idee divergenti del code switching stesso: manife-
stazione di bilinguismo per l'una, deviazione aberrante per l'altro - ci interessa qui
sottolineare come le condizioni che regolano la commutazione nel bilingue ideale di
8 WEINREICH siano lontane da quella situazione di « neutralità sociolinguistica » - cioè di
9 Cfr., ad ~sempio, DORIAN (1981) e TSIT8IPIS (1989).
ampia intercambiabilità e sovrapponibilità dei due codici nei domini informali - atta favo-
f~;41~ ~Ingue obsolescenti ten~ono ~( a sviluppare facilmente associazioni comiche» (WEINREICH
(1989)' 39ì,èl~egnal~to, tra.gII altri, da MERTZ (1989) e DORIAN (1981) per il gaelico, TSITSIPI~ rire, come si diceva in apertura, il code switching conversazionale come scelta non marcata
per a anese In Grecia, HUFFlNES (1989) per il tedesco inPennsylvania. e, in particolare, la commutazione intrafrasale nei bilingui adulti. Tali condizioni presup-
pongono piuttosto una più marcata separazione funzionale tra le due varietà. E proprio nella
30 Giovanna Alfonzetti Il code switching e i giovani: modalltà funzionali e sintattiche 31
« terminali », imperfetti o semi-speakersì Il code switching style di questo tipo di giovani tipo di switching possiede nel discorso dei giovani, se paragonato a quello degli adulti
è contra.s~egna~o qu~si. escl~sivamente dal'inserzione di tags propriamente detti, di brevi bilingui, per il quali ammontava al 50 % circa (ALFONZETTI, 1992).
e semplIcI. fra~1 o di singoli nomi in dialetto, che possiede pertanto un valore puramente Il primo di tali tratti è il consistente numero di casi - 30 % circa, da confrontare con il
emblematico In un discorso altrimenti monolingue. All'altro estremo si trova invece il 7 % appena degli adulti (ALFONZETII, 1992) - in cui la commutazione intrafrasale, soprat-
bambino. di 7 anni. di uno dei quartieri più degradati della città, il quale, a causa di un tutto se in direzione del dialetto, è segnalata da un qualche fenomeno di flagging, cioè da
ancor~ nd~tto peno?o di sc.ol~riz~azione, è drammaticamente imprigionato in una quasi una pausa, una esitazione o un commento metalinguistico, con cui il parlante intende atti-
escl~slva ~lalettofonI~, ~he limita In modo drastico la piena partecipazione alla vita sociale rare l'attenzione su di essa, quasi volesse fornirne una motivazione o, in alcuni casi, una
al di fuori della f~mlglta. A.nche per lui, paradossalmente, la commutazione possiede un vera e propria « giustificazione », che nell'esempio seguente si configura come una sorta di
valore « em?lematl~o », ma In. un s~nso totalmente differente: le poche parole italiane che citazione:
cospargono Il suo discorso altrimenti monolinguetradiscono il tentativo cosciente di esibire
una identità, non soltanto linguistica, che gli è ancora negata e la cui alternativa è il silenzio [13] Stud.ssa : Se ne stava andando, senza salutarmi. Ha salutato tutti tranne me.
o una ostentata e sprezzante indifferenza al dialogo. Miè passato a ttàgghlu, come si suoi dire. [a fianco]
?~Il'analisi ~o.nversazionale dei testi, emerge che parlare il dialetto per brevi battute Ciò introduce nell'analisi la prospettiva funzionale, consentendo il raccordo con la seconda
-.tIPICo, come ~I e ~ett?, ~~i giovani studenti di città, e, più in generale, dei semi-speakers caratteristica importante del code mixing giovanile, cioè l'alta percentuale, oltre il 40 %, di
~I molte altre sl~uaz~onI di lingue morenti (DORIAN, 1981) - trova una seconda, e non meno switching intrafrasali cui è attribuibile una funzione comunicativa specifica all'interno del
I~p.ort~n.te, motlv~zlone n.el restringimento delle funzioni della lingua recessiva nel reperto- contesto conversazionale di occorrenza, dato che appare ancor più significativo se
r~o individuale del parlanti, fenomeno anche questo ricorrente nei processi di sostituzione di confrontato con il 7 % appena della precedente ricerca su Catania. Nel frammento che
lingua. Per q~esta categoria di giova~i il dialetto svolge funzioni prevalentemente legate segue si ha un esempio di commutazione di un sintagma nominale, in cui il ricorso al
alla sf~ra Iudica, ~o~lca, scherzosa, ma non è più usato per trasmettere informazioni dialetto è usato come strategia di rafforzamento enfatico della pregnanza dell'insulto diretto
sem~nt~co-re.fer~nzIaI~ n~ come normale mezzo di comunicazione, cosa che invece accade a Roberto:
per I giovam di provmcra o dei quartieri emarginati della città, dove il dialetto è ancora [14] stud.ssal: Hai visto Roberto?
largamente. parlato in famiglia e anche nel gruppo di pari. Purtroppo non è qui possibile stud.ssa2: Oggi, mentre faceva il lavoro part-tirne
soffermarc] oltre su questo punto, basterà solo osservare come la commutazione in dialetto stud.ssal: Come lo vedo gli pianto un pugno in faccia che gli faccio cascare tutti i denti
è s~e~so. accompagnata da quello che è un segnale inequivocabile dell'utilizzazione a fini che ha. Lo stronzo che non è altro. Anzi, fu sturqunzu che non è altro. lo gli
ludl,CI di t~le varietà, e cioè il riso, del parlante, degli ascoltatori o di entrambi, come dico una cosa( ... )
nell esempioche segue:
Entrambe le caratteristiche differenziano il code mixlng giovanile da quello che POPLACK
[12] alunno l : «stamuta)) (1988 : 230) considera il « vero» code switching, prodotto dal bilingue competente, capace
alunno2: Madonna! (tridendoj) Ma echi cci ai u vulcanu ntà nasu? «risata dei di alternare tra le due varietà in maniera impercettibile e apparentemente inconsapevole,
compagni)) [Ma che haiil vulcano nel naso ?] senza una funzione stilistica o conversazionale specifica, modalità questa che, come si
~i passerà adesso ad esaminare l'incidenza della variabile città-paese sulla commutazione è detto, era largamente presente nel discorso di molti parlanti adulti della nostra precedente
intrafrasala, Sulla base delle differenze sinora emerse tra giovani' cittadi ricerca. Il comportamento dei giovani con una competenza più o meno bilanciata, è, invece,
. .... '" Inl e d'I prOVIncia
.. -
nettamente d~mlnantI. In italiano, l primi, con un bilinguismo più bilanciato i secondi _ ci si maggiormente conforme a quello del «bilingue ideale» di WEINREICH (1974 : 107), che
aspetterebbe In q~e~tI ultimi u~a quantità maggiore di switching intrafrasale, spia secondo « passa da una lingua all'altra a seconda degli appropriati mutamenti nella situazione
P~plack, com~ SI ricorderà, di una buona competenza di entrambi i sistemi in contatto linguistica (interlocutori, argomenti ecc.) ma non in una situazione linguistica immutata,
E. mve~e n~n SI notano.s~arti signifi~~tivi tra la quantità di enunciati mistilingui prodotti dai e certamente non in una stessa frase. Se egli fa uso di espressioni tratte da un 'altra lingua,
glO~ant del d~e ~ruPPI, In entrambi I casi molto ridotta: il 22 % dai giovani di città e il le contraddistinguerà esplicitamente come ( citazioni >, con le virgolette nello scritto e con
2~ ~ da quelli di paese (ALF?NZETTI, 1995 : 424-425). L'esame più approfondito del code particolari modificaztoni nella voce (una leggera pausa, cambiamenti nel tempo, e simili)
mlxmg presente nel corpus rivela alcuni tratti in grado di spiegare la ragione dello scarso nel parlato» (corsivo mio).
peso che, a prescindere dalle differenze nelle competenze linguistiche individuali, questo AI di là delle opposte concezioni di che cosa possa considerarsi bilingue « ideale» per
WEINREICH e POPLACK - riconducibili a idee divergenti del code switching stesso: manife-
stazione di bilinguismo per l'una, deviazione aberrante per l'altro - ci interessa qui
sottolineare come le condizioni che regolano la commutazione nel bilingue ideale di
8 WEINREICH siano lontane da quella situazione di « neutralità sociolinguistica » - cioè di
9 Cfr., ad ~sempio, DORIAN (1981) e TSIT8IPIS (1989).
ampia intercambiabilità e sovrapponibilità dei due codici nei domini informali - atta favo-
f~;41~ ~Ingue obsolescenti ten~ono ~( a sviluppare facilmente associazioni comiche» (WEINREICH
(1989)' 39ì,èl~egnal~to, tra.gII altri, da MERTZ (1989) e DORIAN (1981) per il gaelico, TSITSIPI~ rire, come si diceva in apertura, il code switching conversazionale come scelta non marcata
per a anese In Grecia, HUFFlNES (1989) per il tedesco inPennsylvania. e, in particolare, la commutazione intrafrasale nei bilingui adulti. Tali condizioni presup-
pongono piuttosto una più marcata separazione funzionale tra le due varietà. E proprio nella
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Giovanna Alfonzettl Il code switching e i giovani: modalità funzionali e sintattiche 33
maggiore specializzazione delle funzioni di lingua e dialetto nel repertorio dei giovani _ sia
di quelli di città, nettamente dominanti in italiano, sia di quelli di provincia, con una buona
Riferimenti bibliografici
conoscenza del dialetto - va forse ricercato uno dei principali fattori che spiegano la loro
riluttanza a una più intima compenetrazione tra i due sistemi, quale si realizza nella
commutazione intrafrasale. ALFONZETTI, G. (1992) : II discorso bilingue. Italiano e dialetto a Catania, Milano, Franco-
Connessa alla mutata configurazione funzionale del repertorio, è anche una radicalizza- Angeli. '1' .
zione in senso negativo dei significati socio-simbolici della varietà dialettale, derivante (1995) : « Code switching e code mixing nell'Atlante Linguistico ~el,1a ~ic~ la».' I.n :
Dialetti e lingue nazionali, Atti del XXVII Congresso della Società dI Linguistica
a sua volta dall'instaurarsi di una correlazione sempre più netta tra uso fluente del dialetto
da p~rte ~i un parlante giovane e status sociale basso o « ruralità », Dalle risposte ai Italiana, Roma, Bulzoni, 413-431. . . . .
- (1998): « The conversational dimension l), in: Auer, P. (a cura di), Code-switching m
questionari, ma anche da approfondite discussioni seminariali con studenti universitari
emer~e, infa~i, che le connotazioni di « provincialità », « volgarità» o subalternità social~ conversation. Language, interaction and identity, Londra, Routledge, 180-211.
ApPEL, R. / MUYSKEN, P. (1987) : Language contact and bilingualism, Londra, Edward
aSSOCIate al dialetto rappresentano una forte remora ad una sua utilizzazione che vada al di
là di poche battute scherzose tra coetanei. Si tratta, com'è evidente di valutazioni ideolo- Amold. . . .
BACKUS, A. (1992) : « Variation in codeswitching pattems l), m : Code-switching Summer
giche non certo prive di contraddizioni (VECCHIO, 1990), ma che si traducono tuttavia
School, Strasbourg, European Science Foundation~ 251-262.
a Ii,:,ell? co~porta~entale, ~om~ si è d~tto, nel mancato uso del dialetto da parte dei
..
genìtori nell ìnterazìone con I figli, e, addirittura, in un divieto esplicito cui questi sono non BENTAHILA, A. / DAVIES, E. E. (1991) : « Constraints on code-s:Wltc~mg.:. a look bey.ond
di rado sottoposti. grammar », in: Papers for the Symposium on code-switching m .blhngual studl.es :
theory, significance and perspectives, Strasbourg, European Science Foundation,
369-403. . .
BERRUTO, G. (1985) : « 'I pulman l-è nen eh-a cammina tanto forte. Su commutazione di
3. codice e mescolanza dialetto-italiano », in : Vox Romanica, 44, 59-76.
- (1990): « Italiano regionale, commutazione di codice e enunciati misti.lingui », in:
Si può quindi concludere dicendo che il venir meno delle condizioni di neutralità socio-
linguis~i:a « neutralizza », se mi è consentito il gioco di parole, l'azione delle condizioni di Cortelazzo, M. A. / Mioni, A. (a cura di), L'italiano regionale, Roma, B.ulzOOl, 1?5-~30.
neu.trahta str~ttu~ale, che dovrebbero in linea di principio favorire il code mixing tra italiano
DORIAN, N. C. (1981) : Language death. The life cycle of a Scottìsh Gaelic dialect,
e dlale~o. CiÒ rivela la complessità e la molteplicità dei fattori che svolgono un ruolo nel
Philadelphia, University ofPennsylvania presso .
d~ter~lllare le configurazioni, sia funzionali che strutturali, della commutazione - (a cura di) (1989) : Investigating Obsolescence. Studies in language contractìon and
death, Cambridge, Cambridge University Presso
d} codice. IO Una relativa priorità va tuttavia assegnata a quelli di carattere sociolinguistico
rispetto a qu~IIi strettamente sintattici (GIACALONE RAMAT, 1995), come sta a dimostrare il
GAL, S. (1979) : Language Shift, New York, Academic Presso ..
GIACALONE RAMAT, A. (1991) : « Code switching in dialectal communities : effects on
fatto che tah configurazioni possono mutare all' interno della stessa coppia di lingue col
language shift », in : Papers for the workshop on broader considerations, Strasbourg,
mutare del.hackw:ound sociolinguistico e socioculturale, in senso lato, dei parlanti che de Ila
c.om~u:azlOne SI servono come strategia interazionale all'interno della loro comunità European Science Foundation, 189-225. . .
linguistica. (1995) : « Code-switching in the context of dialect/standard language relations », m :
Milroy, L. / Muysken, P. (a cura di), 45-67. . . . "
HELLER, M. (a cura di) (1988): Code-switching : anthropologlcal and sociolinguistic
perspectives, Berlin, Mouton De Gruyter.
HUFFINES, M. L. (1989): « Case usage among Pennsylvania German sectarians and
nonsectarians », in : Dorian, N. C. (a cura di), 211-312. . . ..
Lo PIPARO, F. (a cura di) (1990) : La Sicilia linguistica oggi. Osservatorio Linguistico
Siciliano (OLS), l, Palermo, Centro di Studi Filologici e Linguisti~i ,Sic~lian~.. . .
MERTZ, E. (1989) : « Sociolinguistic creativity : Cape Breton Gaelic s linguistic t/P», lo:
Dorian N. C., 103-116.
POPLACK, S. (1980) : « Sometimes I start a sentence in English y termino en espanol :
toward a typology ofcode-switching », in: Linguistics, 18, 581-61~.. . .
- (1988): « Contrasting patterns of codeswitching in two comrnunities », m: Hel1er, M.,
215-244. 'd
lO
Cfr. BENTAHILA e DAVIES 099I). MILROY, L. / MUYSKEN, P. (a cura di) (1995) : One speaker, two languages, Cambri ge,
Cambridge University Presso
32
Giovanna Alfonzettl Il code switching e i giovani: modalità funzionali e sintattiche 33
maggiore specializzazione delle funzioni di lingua e dialetto nel repertorio dei giovani _ sia
di quelli di città, nettamente dominanti in italiano, sia di quelli di provincia, con una buona
Riferimenti bibliografici
conoscenza del dialetto - va forse ricercato uno dei principali fattori che spiegano la loro
riluttanza a una più intima compenetrazione tra i due sistemi, quale si realizza nella
commutazione intrafrasale. ALFONZETTI, G. (1992) : II discorso bilingue. Italiano e dialetto a Catania, Milano, Franco-
Connessa alla mutata configurazione funzionale del repertorio, è anche una radicalizza- Angeli. '1' .
zione in senso negativo dei significati socio-simbolici della varietà dialettale, derivante (1995) : « Code switching e code mixing nell'Atlante Linguistico ~el,1a ~ic~ la».' I.n :
Dialetti e lingue nazionali, Atti del XXVII Congresso della Società dI Linguistica
a sua volta dall'instaurarsi di una correlazione sempre più netta tra uso fluente del dialetto
da p~rte ~i un parlante giovane e status sociale basso o « ruralità », Dalle risposte ai Italiana, Roma, Bulzoni, 413-431. . . . .
- (1998): « The conversational dimension l), in: Auer, P. (a cura di), Code-switching m
questionari, ma anche da approfondite discussioni seminariali con studenti universitari
emer~e, infa~i, che le connotazioni di « provincialità », « volgarità» o subalternità social~ conversation. Language, interaction and identity, Londra, Routledge, 180-211.
ApPEL, R. / MUYSKEN, P. (1987) : Language contact and bilingualism, Londra, Edward
aSSOCIate al dialetto rappresentano una forte remora ad una sua utilizzazione che vada al di
là di poche battute scherzose tra coetanei. Si tratta, com'è evidente di valutazioni ideolo- Amold. . . .
BACKUS, A. (1992) : « Variation in codeswitching pattems l), m : Code-switching Summer
giche non certo prive di contraddizioni (VECCHIO, 1990), ma che si traducono tuttavia
School, Strasbourg, European Science Foundation~ 251-262.
a Ii,:,ell? co~porta~entale, ~om~ si è d~tto, nel mancato uso del dialetto da parte dei
..
genìtori nell ìnterazìone con I figli, e, addirittura, in un divieto esplicito cui questi sono non BENTAHILA, A. / DAVIES, E. E. (1991) : « Constraints on code-s:Wltc~mg.:. a look bey.ond
di rado sottoposti. grammar », in: Papers for the Symposium on code-switching m .blhngual studl.es :
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369-403. . .
BERRUTO, G. (1985) : « 'I pulman l-è nen eh-a cammina tanto forte. Su commutazione di
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- (1990): « Italiano regionale, commutazione di codice e enunciati misti.lingui », in:
Si può quindi concludere dicendo che il venir meno delle condizioni di neutralità socio-
linguis~i:a « neutralizza », se mi è consentito il gioco di parole, l'azione delle condizioni di Cortelazzo, M. A. / Mioni, A. (a cura di), L'italiano regionale, Roma, B.ulzOOl, 1?5-~30.
neu.trahta str~ttu~ale, che dovrebbero in linea di principio favorire il code mixing tra italiano
DORIAN, N. C. (1981) : Language death. The life cycle of a Scottìsh Gaelic dialect,
e dlale~o. CiÒ rivela la complessità e la molteplicità dei fattori che svolgono un ruolo nel
Philadelphia, University ofPennsylvania presso .
d~ter~lllare le configurazioni, sia funzionali che strutturali, della commutazione - (a cura di) (1989) : Investigating Obsolescence. Studies in language contractìon and
death, Cambridge, Cambridge University Presso
d} codice. IO Una relativa priorità va tuttavia assegnata a quelli di carattere sociolinguistico
rispetto a qu~IIi strettamente sintattici (GIACALONE RAMAT, 1995), come sta a dimostrare il
GAL, S. (1979) : Language Shift, New York, Academic Presso ..
GIACALONE RAMAT, A. (1991) : « Code switching in dialectal communities : effects on
fatto che tah configurazioni possono mutare all' interno della stessa coppia di lingue col
language shift », in : Papers for the workshop on broader considerations, Strasbourg,
mutare del.hackw:ound sociolinguistico e socioculturale, in senso lato, dei parlanti che de Ila
c.om~u:azlOne SI servono come strategia interazionale all'interno della loro comunità European Science Foundation, 189-225. . .
linguistica. (1995) : « Code-switching in the context of dialect/standard language relations », m :
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lO
Cfr. BENTAHILA e DAVIES 099I). MILROY, L. / MUYSKEN, P. (a cura di) (1995) : One speaker, two languages, Cambri ge,
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34 Giovanna Alfonzetti

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