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MODALITA DI TRATTARE LA NOTIZIA IL REPORTAGE.

Un fatto in divenire, come un processo, una guerra, un viaggio in un paese straniero, un delitto di impatto sulla cronaca, spesso sviluppato in pi puntate successive da un inviato speciale: un cronista molto esperto e specializzato nel settore, che ne fa un reportage. Labilit del giornalista consiste in questo caso nel guidare il lettore lungo gli sviluppi della storia, facendone vivere sentimenti ed atmosfere. Non ci sono limitazioni di tempo: il reportage vive con la sua storia. E in parte giornalismo interpretativo, in parte anche investigativo. APPROFONDIMENTI possono essere tutti gli articoli che puntano lattenzione verso ci che circonda la notizia. Sono inclusi nella categoria: i pezzi di documentazione che aggiungono dati statistici; testimonianze occasionali; o inchieste, interviste, biografie, commenti, rubriche. Le inchieste sono simili ai reportage, ma mentre questi sono sviluppati nel tempo, esse vanno in profondit. Si pu fare un reportage sugli ospedali italiani, visitando e raccontando i pi rappresentativi, oppure uninchiesta sulla situazione ospedaliera anche senza muoversi dalla redazione. Capita anche che i due generi si confondano in un terzo che ha qualcosa di tutti e due.

PER CAPIRE LINCHIESTA: 1) Intervista a Fabrizio Gatti

Come nasce un'inchiesta. Il racconto di un genere in agonia


24 agosto 2007 - Roberto Laghi Fonte: http://www.alternativamente.info/index.php?option=com_content&task=view&id=920&Itemid=1 Fabrizio Gatti giornalista a L'Espresso . Negli ultimi anni ha condotto alcune importanti inchieste: ha documentato il dramma dei migranti che attraversano l'Africa, tra deserti e pericolose frontiere, per giungere in Europa; si finto clandestino proveniente dal Kurdistan iracheno per farsi rinchiudere nel Centro di permanenza temporanea di Lampedusa e raccontarne la realt dall'interno; ha passato settimane con gli immigrati che raccolgono i pomodori in Puglia, denunciando le loro vergognose condizioni di vita e l'abuso e l'arbitrio assoluto dei datori di lavoro; recentemente ha documentato le precarie condizioni igieniche del Policlinico Umberto I di Roma, dando origine a una serie di ispezioni e controlli da parte del Ministero della Salute. Come nascono le tue inchieste? Le inchieste nascono dall'osservazione della realt: le tematiche su cui indagare si trovano cos, raccogliendo notizie e informazioni. Ci pu essere un confronto allargato su alcuni temi in redazione, poi l'oggetto di un'inchiesta viene discusso e scelto con il direttore, il vicedirettore e l'ufficio centrale. Cerchiamo di scegliere argomenti che riguardino tutti, di sondare la realt e di parlare con le persone. La sanit, ad esempio, riguarda tutti i cittadini, da qui l'idea dell'inchiesta al Policlinico Umberto I, ma anche l'immigrazione, che ormai un aspetto importante della societ italiana e spesso una realt ermetica, celata: le stesse norme che impediscono l'accesso ai Cpt sono
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contrarie ai diritti sanciti dalla Costituzione. Tornando invece all'inchiesta sulla sanit: l'impegno era quello di guardare da vicino problemi che riguardano tutti. C'erano mille modi per raccontare da dentro la situazione e, certo, si poteva procedere intervistando il Ministro alla Salute, oppure i pazienti... Noi abbiamo optato per l'osservazione diretta e abbiamo scelto l'Umberto I perch l'ospedale pi grande d'Europa ed anche l'ospedale universitario di Roma, per cui anche l'aspetto della formazione del personale ha a che vedere con l'assistenza che ricevono i cittadini. Era quindi un esempio significativo della situazione della sanit in Italia. Come si decide e si prepara il lavoro? Scelto l'argomento da investigare si decide anche il metodo in base alla necessit e alle situazioni: non in tutte le occasioni necessario lavorare sotto copertura. A Lampedusa non c'era alternativa, dato che nei Cpt impossibile entrare per i giornalisti e, siccome questa non altro che una forma di censura, l'unica possibilit che avevamo era aggirarla. La preparazione comincia di solito con un sopralluogo per vedere come muoversi e conoscere la realt, per evidenziare quali sono i principali problemi e per capire come raccontarli, se agire o no sotto copertura. Poi si tratta di scegliere come muoversi durante l'inchiesta: nel caso del Policlinico Umberto I, dato che una struttura molto ampia, abbiamo deciso di osservarla dal punto di vista dell'igiene dell'ospedale, anzitutto perch un fattore elementare, di base e sicuramente vicino e comprensibile a tutti poi perch esprime il livello della qualit degli appalti, valutando il funzionamento dell'apparato amministrativo e strutturale. Avvicinarsi al settore delle pulizie permette di vedere quali indicazioni sono date al personale e qual il livello di consapevolezza, poich la pulizia e l'igiene sono fondamentali per il buon esito delle cure e per prevenire infezioni e contagi. Prima della fase operativa c' quindi un grande lavoro di documentazione, nel caso del Policlinico: pubblicazioni sulla materia, studio dei casi di infezione per mancato rispetto delle condizioni igieniche, protocolli riguardanti la pulizia delle strutture, manuali ospedalieri... in modo che sia possibile poi verificare quali sono le negligenze una volta cominciata la fase operativa. Per questa inchiesta abbiamo utilizzato una videocamera e una macchina fotografica, prima di tutto per dimostrare la veridicit di quanto scritto e non poter essere smentiti e poi per i lettori, perch le immagini hanno un'efficacia formidabile e, se con le parole si trasmettono i contenuti e i retroscena, l'immagine porta direttamente il lettore nel luogo in cui si svolge l'inchiesta, creando cos una situazione di maggiore trasparenza e di partecipazione diretta. Una volta iniziata l'inchiesta, ci siamo trovati di fronte a delle condizioni spaventose e abbiamo cos deciso di prolungare il lavoro per tutto il mese di dicembre, per capire se quanto stavamo vedendo era una situazione estemporanea o ci fosse una continuit, cosa che abbiamo riscontrato e quindi raccontato. Come si svolge il lavoro? La parte operativa di solito la porto avanti da solo, mentre la raccolta di informazioni preliminare viene fatta a pi mani. Per Lampedusa, ad esempio, poich fare un sopralluogo sarebbe stato praticamente impossibile senza compromettere il lavoro successivo sotto copertura, abbiamo preparato tutto sulla carta, con foto satellitari e carte geografiche e la parte pi difficile stata trovare cartografie affidabili delle correnti marine, dato che dovevo passare una notte in mare e anche questo andava pianificato. Ed probabilmente la fase istruttoria quella pi dura, pi complicata e, di solito, anche piuttosto lunga: da subito c' la voglia di passare alla fase pratica ma se non si hanno le informazioni sufficienti da una parte non si saprebbe come muoversi, dall'altra ci si troverebbe in una situazione di rischio non prevista. Certo che nel momento dell'inchiesta vera e propria il rischio c', come le situazioni difficili, ma se si studiato a fondo, come sempre avviene, i rischi si accettano e non c' avventatezza. Il lavoro faticoso, anche perch comincia un giorno e finisce magari dieci giorni o un mese e mezzo dopo, ma resta il modo migliore per conoscere la realt da vicino e appaga la curiosit di sapere, di approfondire.
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Quali sono le difficolt pi impegnative da affrontare? Quali le situazioni in cui ti sei trovato ad agire? molto faticoso dal punto di vista mentale, ti trovi in situazioni difficili e devi decidere come agire. Essere sempre concentrato durante gli interrogatori dentro al Cpt, ad esempio, oppure quando vedi che stanno picchiando altre persone e devi decidere come intervenire ma senza farti scoprire. E ancora, devi prepararti ad avere una via d'uscita in caso di pericolo, possibilmente senza interrompere l'inchiesta: dato che mi presentavo come iracheno, l'interrogatorio di pi di mezz'ora in arabo stato duro, perch dovevo convincerli davvero che ero arabo. Difficile, ma anche molto stimolante: portare l'obiettivo della macchina direttamente dentro la realt il modo migliore per raccontarla. Sempre a Lampedusa c'era il rischio di essere deportato o verso la Libia o verso Crotone e, poich quando ti caricano sull'aereo non comunicano la destinazione, in caso fosse accaduto dovevo lasciarmi imbarcare e capire in base all'orientamento del volo rispetto alla posizione del sole verso dove fossimo diretti, se verso sud-est, verso la Libia e sarebbe stato disastroso o se verso nord-est, Crotone, dove invece avrei potuto continuare l'inchiesta, ed escogitare ogni possibile via d'uscita da queste situazioni. Il primo compito, all'interno di questo metodo di lavoro, rassicurare se stessi, senza lasciare nulla al caso, poich sei tu il regista dell'inchiesta e non ti puoi confrontare con nessuno, devi essere pronto a prendere decisioni in poco tempo immaginandone le conseguenze. La cosa pi spiacevole che pu capitare dover interrompere l'inchiesta: a Lampedusa, la superficialit della gestione all'interno del Cpt mi stata di aiuto. Anche quando mi trovavo nel Sahara, ero solo e me la dovevo cavare. Bisogna tenere un basso profilo, essere modesti e pronti a tirarsi indietro se la situazione diventa critica, devi essere attento a non raccogliere le provocazioni. Durante l'inchiesta al Policlinico Umberto I, invece, l'unico rischio era quello di essere sorpresi: l'ospedale non era stato in grado di comunicare il numero esatto dei dipendenti interni ed esterni per cui una persona in pi o in meno non avrebbe destato nessun sospetto. Quali reazioni accolgono le tue inchieste? Dai lettori arrivano indignazione e sostegno e questo ci d la conferma che ci si sta occupando degli interessi di tutti. Del resto sono convinto del fatto che un'inchiesta abbia sempre due autori: chi scrive e chi legge e qui sta la grande forza, dato che il cambiamento arriva solo se chi legge pu decidere di migliorare. Come diceva Giuseppe Fava, la notizia non quella che arriva, ma quella che il giornalista si va a cercare. Un paese in cui si portano avanti molte inchieste un paese con pi trasparenza, con meno corruzione, che funziona meglio. L'Espresso punta molto sul giornalismo d'inchiesta e questa un'ottima condizione in cui poter svolgere il proprio lavoro, anche perch l'attenzione per la sicurezza di chi svolge l'inchiesta da parte della direzione massima. In Italia non se ne fanno molte, vero, ma i giornalisti disponibili ci sono, pi spesso sono i direttori che si tirano indietro, che non vogliono disturbare chi sta nei posti di potere e diventano cos espressione di quel giornalismo amichevole che non smuove nulla. Con una battuta, se il Watergate fosse avvenuto in Italia, probabilmente Nixon sarebbe ancora presidente. E in questo Paese ce ne sarebbe bisogno, il fatto che tanti politici siano finiti sotto inchiesta della Magistratura e siano ancora al loro posto l a dimostrarlo. Siamo quasi al ridicolo, quando si discute se opportuno che in Commissione Antimafia siano inseriti parlamentari che sono sotto inchiesta per mafia. E i media che fanno inchiesta in questo sistema si trovano per forza di cose isolati, in televisione l'informazione relegata in seconda o terza serata, quando c', e il modello pi diffuso ormai il giornalismo amico dei talk show. Il lettore, lo spettatore, non capiscono, cos si delegittima tutto quanto. L'inchiesta il metodo migliore per raccontare la realt ed interessante perch d pi consapevolezza ai cittadini mentre il giornalismo italiano pi un cane da compagnia che da guardia. L'inchiesta necessaria anche per dimostrare che possibile che le cose vadano
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diversamente: quando si ha di fronte una menzogna o il tentativo di nascondere la realt o ancora un dato di fatto che tutti accettano senza problemi, l deve intervenire il lavoro di inchiesta. Come valuti la situazione del giornalismo in Italia? Preferisco lavorare piuttosto che guardare ed esprimere giudizi. Ho avuto la fortuna di avere grandissimi maestri, che mi hanno insegnato a guardare la realt dal basso, un giornalismo fatto sulla strada, vicino a chi vive: pi che le domande giuste serve un buon paio di scarpe e tanta umilt, poich il giornalismo non la priorit nella vita di una persona e non deve nemmeno conformarsi al ruolo di agenda setting . Il giornalismo il luogo principe in cui esercitare il diritto alla propria libert, che da difendere giorno per giorno, anche quando intorno c' chi la vende o la scambia per far carriera o per altri guadagni. Che cosa consiglieresti, quindi, a un giovane che volesse intraprendere questa strada? Anzitutto direi che il giornalismo non un'attivit di successo: il giornalista sta allo scrittore come l'imbianchino sta al pittore. Il modello del giornalista presentatore televisivo confonde spesso l'idea. Ai giovani consiglio la massima umilt, di tenere gli occhi sempre aperti, di essere curiosi, di non dimenticarsi mai le proprie origini e del fatto che non tutti, nel bene e nel male, vivono come viviamo noi e senza dimenticare che siamo sempre di fronte all'agire umano. E poi mantenersi liberi, esercitare la libert attraverso il giornalismo: il carrierismo e la voglia di scalare le gerarchie sono il metodo migliore per diventare servo di qualcuno. Consiglio di studiare e, nella scrittura, di chiedersi sempre se le parole che scrivi sono necessarie o se se ne possa fare a meno e, in questo caso, toglierle. Non esiste solo il modello dell'inviato di guerra, le storie ci sono ovunque, anche nelle piccole citt e il modo di porsi non cambia, il metodo lo stesso, cambiano solamente i pericoli che devi affrontare. 2) Linchiesta sulla sessualit degli studenti del giornalino scolastico La Zanzara, del Liceo Parini di Milano, pubblicata nel 1966 e costata una denuncia con processo ai responsabili del servizio, perch le intervistate erano minorenni. Si concluse con lassoluzione dei tre studenti, ma lepisodio anticip il cambiamento di costumi che di l a poco si verific, esplodendo nella contestazione del Sessantotto.

Lintervista di fatto un dialogo trascritto, magari un po sintetizzato, tra il giornalista e un personaggio. In realt un lavoro complesso. Che va preparato, informandosi sulla persona e preparando prima le domande (le domande scritte sono una base di partenza; bisogna tener conto che poi la conversazione segue binari imprevedibili, perci essere preparati sulla vita e sulle cose fatte dalla persona aiuta a reggere la conversazione). Bisogna essere combattivi e ben documentati per fare una buona intervista. Ma anche essere corretti. Tra i doveri del giornalista ci sono: il rispetto della persona intervistata e degli accordi presi prima dellintervista stessa; la fedelt nel riferire senza modificare n commentare; la correttezza di non aggiungere nulla che non sia stato detto durante lintervista. La cosa pi importante, sempre, avere ben chiaro in mente cosa si vuole ottenere. Meglio avere un registratore per non rischiare di essere smentiti. Sar impossibile riportare il dialogo integralmente, perci bisogna saper tagliare e riassumere le cose meno importanti, ma riportare tra virgolette le affermazioni che danno sostanza al colloquio. Anche lintervista va raccontata, come la notizia. Linterlocutore deve essere descritto e bisogna avere la capacit di far capire le sue reazioni non verbali e le sue sensazioni.

Lintervista non deve essere n uno spazio lasciato al libero uso dellintervistato, n una trappola tesa dal giornalista. E un franco scambio di domande e risposte, dove lunico a vincere dovrebbe essere il lettore, che in questo modo acquista ulteriori informazioni su un fatto, sulle idee di una persona, sullo stato della conoscenza in un certo settore. Le domande: non devono suggerire la risposta e valutare; devono chiedere una sola cosa alla volta; devono essere formulate in modo chiaro e con un lessico comprensibile (meglio evitare le negazioni). La biografia un genere poco giornalistico. Fa eccezione il coccodrillo: il pezzo preparato in anticipo in redazione in vista della possibile morte improvvisa di un personaggio importante. C di solito nelle redazioni un archivio coccodrilli pronto alluso in caso di necessit, che deve sempre essere tenuto aggiornato. Commento tutto ci che contiene le opinioni di chi scrive. Il che esula dal lavoro pi specifico del giornalista, che raccontare, non commentare. Sono commenti alla notizia del giorno che compaiono in prima pagina, in alto a sinistra: gli editoriali e gli articoli di fondo. Gli editoriali sono firmati da un giornalista autorevole; quando non sono firmati si attribuiscono al direttore e sono chiamati articoli di fondo. Larticolo di fondo esprime la posizione della testata su questioni di rilievo, per lo pi politiche; se non firmato, si intende a firma del direttore. Il loro interesse sta nel tema trattato e nella firma dellautore. Le rubriche sono pezzi di vario genere che hanno la caratteristica di appuntamento con il lettore. Compaiono con regolarit; nello stesso spazio; con la stessa firma.

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