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Antonio DAL MUTO RIFLESSIONI SULLE LETTERE DI SAN PAOLO, APOSTOLO DEI GENTILI

Lettere a Timoteo e a Tito

SETTIMO VOLUME

Prefazione
Le mie riflessioni sulle lettere di San Paolo non sono altro che riflessioni private, condivisibili o meno, ma, questo si, condivise con tutti i lettori che accedono a SCRIBD e solo con quelli, poich impensabile che le stesse possano essere diffuse con altri mezzi. Esse non sono oro colato, al massimo, in chi sente come me la necessit di rileggersi San Paolo, considerato il vero e unico fondatore delle basi cristiane della teologia della salvezza, possono stimolare in chi legge ulteriori e proprie riflessioni, che potrebbero assurgere a considerazioni tali che sarebbe un peccato che rimanessero nel comodino. Rileggere o leggere per la prima volta le lettere di San Paolo, ritengo, sia cosa necessaria per non distaccarci dalla via della salvezza a causa di impegni mentali troppo pressanti e per uscire dai luoghi comuni, ma anche come mezzo utile a confrontare le proposte esistenziali che provengono dalle parti pi disparate e che hanno la presunzione di offrire felicit. Questo esercizio di riflessione rappresenta, per me, quell'attimo di silenzio necessario affinch sia mantenuta vigile e sveglia la mente oltre che il cuore alle cose di Cristo, cose che sono alla base della nostra esistenza. Certo, questo discorso vale per chi ha fede e per chi non ha la fede? Noi, cristiani dovremmo essere un invito, con il nostro comportamento, a tenere in considerazione il problema dell'avere o meno la fede, ma senza l'aiuto dello Spirito, il ragionamento, anche se fatto con le migliori intenzioni, non aiuta chi non ha la fede, a scoprire Cristo. dalmuto_antonio@tin.it parrocchiano. Uno tra i tanti

Su San Paolo

Cosa dire di Saulo o San Paolo che gi non si sappia? Originario di Tarso, antica citt dell'attuale Turchia, nacque tra il 5 e il 10 a.C. e mor a Roma attorno al 64-67 d.C. sotto Nerone. Cittadino di Roma, Ebreo osservante, educato alla dottrina ebraica, secondo i Farisei, da Gamaliele, sacerdote, si trov coinvolto nella persecuzione, esercitata e promossa dalla classe sacerdotale giudaica, contro le prime comunit cristiane. Andando a Damasco per questo scopo venne investito da una luce fortissima, dalla quale ud le famose parole: Saulo, Saulo, perch mi perseguiti? ; ne usc trasformato nella mente e nello spirito!! Anana, sacerdote, and a trovarlo dicendogli: Il Signore mi ha mandato da te affinch tu riacquisti la vista e tu sia ricolmo di Spirito Santo. Fu cos che Saulo venne guarito dalla cecit e battezzato. Poi, Saulo rimase qualche giorno a Damasco, dove si present nella Sinagoga, testimoniando quanto gli era accaduto, la comunit cristiana ne gio, mentre quella ebraica rimase sconcertata, pensando che avesse perso la testa. Fu la sua prima delusione, Anania gli aveva detto: Iddio dei nostri padri, ti ha predestinato a conoscere la sua volont, a vedere Cristo e ad ascoltare le parole della sua bocca; perch tu gli sarai testimonio presso tutti gli

uomini. Da quel momento, si pu dire, nacque Paolo, lapostolo delle Genti; egli decise di ritirarsi nel deserto, per porre ordine nei suoi pensieri e meditare pi a fondo il dono ricevuto; qui trascorse tre anni in assoluto raccoglimento.

Era l'anno 36 dell'era cristiana, quando inizi la sua predicazione che si concluse con la sua morte a Roma. Due parole sulla sua morte. Roma ospitava da tempo una nutrita comunit di ebrei, osservanti della legge mosaica, integrata nella societ di allora che, sembra, non abbia mai dato motivo di preoccupazione in riferimento all'ordine pubblico. Sotto l'Imperatore Claudio ( dal 41 al 54 d.C. ) i seguaci della religione mosaica cominciarono a scontrarsi con gli ebrei convertiti al cristianesimo, causando problemi di ordine pubblico, ... a causa di un certo Chresto... come ci riferisce Tacito, fino a che, Claudio, decise di cacciare da Roma tutti i giudei i quali, molto probabilmente, crebbero nel risentimento contro i cristiani, ritenendoli responsabili dei loro guai. Il 18 luglio del 64, Roma si trov a combattere contro il grandioso incendio che la distrusse quasi del tutto; Nerone volle i responsabili e i Prefetti del Pretorio, Tigellino e Nimfidio, si dettero da fare per trovarli, anche se gli storici, contrari a Nerone, scriveranno che lo stesso incendio venne appiccato dallo stesso imperatore ( gli incendi in quell'epoca erano frequenti a causa delle

caratteristiche delle abitazioni: soppalchi di legno e vicinanza delle stesse. Bologna stessa fu distrutta da un incendio poco prima che Nerone salisse al trono imperiale). A questo tragico evento per la citt di Roma si lega, a mio parere, la lettera di Clemente Romano, quarto papa, che parlando di San Pietro, scrivendo ai Corinzi vent'anni dopo la sua morte, rifer che l'apostolo venne mandato a morte ...per invidia e per gelosia.... Gelosia e invidia da parte di chi? La risposta non pu che trovarsi tra le comunit degli ebrei osservanti della legge mosaica, arrabbiati con i giudei cristiani e perch traditori della legge dei padri e perch motivo della loro cacciata da Roma. E' quindi verosimile pensare che sia Pietro che Paolo ( tra l'altro, quest'ultimo, fu ritenuto innocente dal Prefetto Afranio Burro, sostituito poi da Tigellino, dall'accusa di turbare l'ordine pubblico mossagli dai sacerdoti di Gerusalemme; venne liberato, per poi rientrare a Roma nell'anno 66) vennero denunciati dagli ebrei romani probabilmente come ispiratori e quindi responsabili dell'incendio, procurando loro la condanna a morte, liberandosi, al contempo, di due apostoli responsabili di molte conversioni tra i giudei e per i miracoli che fecero. Ecco la gelosia e l'invidia quindi. Nerone non fece alcuna persecuzione contro i cristiani, (anche perch in quel tempo di loro si conosceva poco o nulla, e poi perch non sopportava il sangue: viet i giochi gladiatori, favorendo solo le corse dei cavalli e i giochi di esercizio fisico, di atletica, non finalizzati alla guerra e per questo inviso alla classe senatoriale aristocratica e

antiellenista che arriv ad eliminare Nerone come fece con Caligola Vedi Storia di Anzio a Fumetti. Dalle Origini a Nerone dello stesso autore, pubblicata da Arduino Sacco Editore ) cosicch, i cristiani, probabilmente, finirono per essere arrestati, oltre che per le denunce, le delazioni da parte della comunit ebrea, anche perch quelli che vennero catturati e che confessarono di aver alimentato i focolai di incendio: molti tra loro, infatti, erano convinti che la fine del mondo, la venuta di Cristo, fosse imminente. E confessarono loro stessi questa colpa, pagando con la loro vita secondo la legge romana. Tacito sulle cause dell'incendio espresse forti dubbi sul ruolo di Nerone. Paolo fu decapitato e non crocifisso come gli altri, perch era cittadino romano; venne decapitato al II miglio della via Ostiense e li sepolto. Ancora alla fine del II secolo il prete romano Caio, dice ai suoi avversari che in grado di mostrare sia al Vaticano che sulla via Ostiense i trofei ( i sepolcri) di coloro che avevano fondato la Chiesa di Roma

Possibile identikit di Paolo di Tarso realizzato da un nucleo della polizia scientifica tedesca nel febbraio 2008 sulla base delle descrizioni contenute nelle pi antiche fonti storiche, con la commissione e consulenza dello studioso Michael Hesemann . Non sono stati esaminati i reperti ossei a lui attribuiti contenuti nel sepolcro presente nella Basilica romana di San Paolo fuori le mura Continuiamo cos le nostre riflessioni che, sperando nell'aiuto dello Spirito Santo, possano essere utili a chi le fa.

La Prima Lettera a Timoteo e quella a Tito vennero scritte dopo la liberazione dagli arresti domiciliari: Paolo fu riconosciuto innocente o per lo meno, sembra, che i suoi accusatori che dovevano arrivare a Roma dalla Palestina, non si presentarono e quindi, presumibilmente, si ebbe un non luogo a procedere. Paolo torn libero e fece i suoi ultimi viaggi in Spagna, Efeso, Creta e in Macedonia; la Seconda Lettera a Timoteo, sembra, venne scritta quando, tornato a Roma, venne imprigionato di nuovo, probabilmente in seguito ad accuse legate all'incendio della citt. Sono lettere scritte ai suoi collaboratori fedeli, i cui contenuti li vedremo ora.

PRIMA LETTERA A TIMOTEO Paolo esordisce con i suoi saluti, in cui ribadisce che la sua missione un comando di Dio in Cristo e si rivolge a Timoteo: ...ti raccomandai di rimanere a Efeso, perch tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse e a non badare pi a favole... ( 1, 3-4 ) una raccomandazione che mette in luce come da subito i pensieri e le supposizioni diverse dal vangelo abbiano iniziato il loro percorso che ancora oggi perdura, arrivando in certi casi a diventare eresie. Questo passo evidenzia anche un'altra cosa: la volont, in dovere, all'interno di una comunit, di vegliare che non si siano insinuati pensieri contorti e contrari al vangelo. E, secondo me, oggi, in molte comunit si tralascia il verificare fino a che punto il nostro pensiero stato contaminato da elementi estranei e fuorvianti. Quanti parrocchiani si saranno lasciati contaminare da letture contenenti sottili e impercettibili eresie? Ovviamente, il concetto di eresia va commisurato al messaggio evangelico. Infatti uno dei risultati di certe intrusioni che. ... servono pi a vane discussioni che al disegno divino, manifestato nella fede. ( 1, 4 ). Ma l'intervento di Paolo in nome della carit perch: ... proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a false verbosit, pretendendo di essere dottori della legge, mentre non capiscono n quello che dicono n alcuna di quelle cose che dicono ( 1, 6 ) Quanta attualit in queste parole. Le cose dello spirito, vero, si prestano a discorsi evanescenti che non hanno possibilit di riscontro se appartengono a sfere religiose non cristiane. Molti dottori ancora usano concetti del tipo: ...perch Dio vuole cos, Perch Dio che ha deciso cos, mentre noi sappiamo che ci che vuole Dio pu essere compreso in maniera circostanziata e solo grazie all'intervento

dello Spirito Santo che, come controprova, non potr e non sar mai contrario alla Chiesa di Roma e al Vangelo che chiamata a custodire e a diffondere. Senza contare poi tutte le teorie e le ricette per la ricerca della felicit che da pi parti ci vorrebbero propinare. Paolo entra nel merito del concetto di legge. E se lo fa evidentemente, c' da pensare che egli risponde a problematiche inerenti ad essa ed esposte da Timoteo stesso in una lettera spedita a Paolo e non pervenutaci. Viene messo in evidenza che la legge buona, ma, in sintesi, fatta solo per i delinquenti, poich i giusti non ne hanno bisogno. E Paolo continua ricordando che un giorno anche lui fu un delinquente, ma in buona fede, perch perseguit i cristiani e Ges il nazareno, approvando anche la condanna a morte di alcuni di essi. Ma gli fu usata misericordia: ...perch agivo senza saperlo, lontano dalla fede... ( 1, 13 ), sottintendendo che la salvezza non nasce dalle opere, ma dalla misericordia di Dio e dalla sua grazia. Quante opere potremmo fare per meritare quell'eredit promessa? Non sarebbero mai sufficienti. Ma questo non significa che dovremmo passivamente attendere un atto di grazia. Si agisce nella speranza e nella fede. Ma soprattutto agire secondo le proprie inclinazioni naturali che, per alcuni, lungo sentieri gi tracciati: ...Questo l'avvertimento che ti do, figlio mio Timoteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perch fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia con fede e buona coscienza... ( 1, 18-19 ) In questo caso, le profezie non hanno deviato il corso del destino di Timoteo, ma hanno semplicemente rivelato quale fosse; e questo per ognuno di noi, anche se non ci vengono rivelate profezie sul nostro conto, sicuramente abbiamo un cammino da percorrere. La preghiera e lo Spirito Santo possono solo aiutarci ad intuire quale esso possa

essere e percepire la nostra realt futura abituandoci a prestare orecchio al nostro cuore. Questo aspetto, l' ascolto del cuore viene sottovalutato e solo occasionalmente preso in considerazione; magari diamo retta ai sogni e alle loro simbologie, pi facilmente. Dovremmo invece abituarci ad ascoltare il cuore, la nostra intelligenza interiore per qualcuno il cervello destro - che, attraverso sensazioni di benessere o di malessere, pu indurci a fare le scelte giuste: basti pensare alle situazioni in cui sentiamo che stiamo agendo di controvoglia. Generalmente parlando. Possiamo affermare che con l'ascolto del cuore noi riceviamo la voce della nostra intelligenza spirituale, in grado di entrare in contatto con l'essenza degli avvenimenti, cosa che i nostri sensi abituali non possono fare per la loro stessa natura. La riflessione spinge un po' pi avanti l'ascolto degli avvenimenti, ma ad entrare nell'essenza degli stessi possibile solo alla nostra parte spirituale. Esiste quindi una possibilit naturale che pu essere espansa in base alla nostra comunione con lo Spirito, coerentemente con il concetto che umanit, come pi volte sottolineato, esprime, a mio parere, il nostro essere in divenire: un santo una persona umanamente evoluta. Con tutto ci che possiede: Pneuma, Psich e Soma. Il Capitolo 2 introduce una raccomandazione che se meditata accuratamente acquisterebbe un valore non indifferente. E' scritto: ...che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perch possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla... ( 2, 1-2 ) il che, tradotto in termini correnti equivarrebbe a dire, per noi italiani: pregate per il Governo, per il Presidente del Consiglio, per la maggioranza che forma il Governo... Questa raccomandazione, fatta allora vale ancor'oggi: la preghiera rivolta a Colui che pu cambiare il

sentire, il cuore degli uomini, soprattutto quelli che con le scelte di Governo condizionano il destino dei cittadini. Dovremmo farlo, superando le ideologie, che dividono piuttosto che unire. Per Paolo questo fatto rientra nel concetto che la salvezza per tutti gli uomini e quindi, auspicabile che tutti arrivino alla quella unica verit che Ges Cristo, l'unico mediatore tra cielo e terra. Paolo rivolge poi la sua raccomandazione su come debbono comportarsi le donne: ...la donna infatti impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, n di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perch prima stato formato Adamo e poi Eva... ( 2, 11-13 ). Sono parole che sembrano discriminare la donna, trattata come un essere che non possiede pari dignit. Questi versi, per alcuni studiosi, sarebbero stati inseriti come risultato di una lotta di pensiero e di correnti sviluppatasi all'interno del cristianesimo primitivo, qualche secolo dopo. Non apparterebbero a Paolo che, come abbiamo visto in precedenza, consigliando di considerare lo schiavo credente come un fratello (Vedi Lettera a Filemone 1, 18.) non potrebbe certo apparire credibile il pensiero che Paolo discrimini la donna. Anche se, ho in un altra riflessione affermato come Paolo, a parer mio, non ha il compito di cambiare usi e costumi, bens di svelare il mistero di Cristo e lasciando all'azione dello Spirito il compiti di aprire gli occhi sul proprio mondo. Se pensiamo che la chiesa di San Vitale a Ravenna, costruita nel VI secolo d.C. ( anche S.Costanza a Roma ), ha il Matroneo nel piano superiore, ossia una zona riservata alle donne per seguire il rito religioso separatamente dagli uomini, vediamo come siano duri a morire gli usi e i costumi di una societ. Ma nulla toglie che le raccomandazioni sul

comportamento della donna siano una possibile e reale contaminazione postuma. Come precedentemente ipotizzato, le lettere riconosciute come paoline possono non essere le originali, quelle vergate dalla mano dall'apostolo, ma copie coeve o postume, quindi possibile che qualcuno in mala fede abbia inserito delle note, copiando le originali (andate perdute ), per affermare un principio comportamentale tipico di una corrente di pensiero a scapito di un'altra. Paolo, con il capitolo 3, affronta il ruolo del vescovo. Egli scrive: ...se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino... ( 3, 1-3) e queste osservazioni valgano anche per i diaconi che dovranno essere sottoposti ad una prova per essere ammessi al servizio. Il diaconato, par di capire un servizio aperto anche alle donne: ...Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. ( 3, 11 ) e questa sottolineatura sembra essere una ulteriore risposta pertinente a chi vuole un Paolo che discrimina le donne all'interno della comunit. Il capitolo termina con questa raccomandazione: ...voglio che tu sappia come devi comportarti nella casa di Dio, che la Chiesa del Dio vivente... ( 3, 14-15 ) e Paolo, per casa, si riferisce alla comunit, la piccola chiesa che conserva il messaggio evangelico della salvezza. Con il Capitolo 4, Paolo accenna agli ultimi tempi e lo fa in questa maniera: ...negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori, gi bollati a

fuoco nella loro coscienza. Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verit. Infatti tutto ci che stato creato da Dio buono... ( 4, 1- 4 ) mettendo in evidenza, a mio parere, una cosa fondamentale: gli ultimi tempi non sono legati ad alcuna fine del mondo, ma al fatto che l'uomo ha camminato quel tratto di evoluzione che lo ha portato fino al punto in cui si pu attendere la manifestazione di Cristo in se stessi. Cristo stesso nacque e si fece carne quando i tempi erano maturi. La nostra struttura mentale e spirituale pronta ad accogliere Cristo Ges, cos come successo con Paolo sulla via di Damasco. Egli ha vissuto i suoi ultimi tempi fino alla maturit piena dell'essere che legata alla Rivelazione della Verit. Ma questi ultimi tempi preparano anche sorprese come dottrine fuorvianti; infatti l'uomo, anelando alla verit, avvertendo che il momento della Rivelazione maturato una volta per tutte, ma allontanandosi dalla via del Cristo, si inventa di tutto fino a porre regole, le pi stravaganti. E questo cosa se non un segno su cui basarsi, allorquando ci fanno mille proposte per il raggiungimento della verit? I falsi dottori, infatti, sono diventati tali da subito dopo la resurrezione di Cristo: se la Legge il medium per conoscere il peccato, il reato, Cristo il medium per mettere a fuoco le false dottrine e i sottili inganni. La preghiera e la speranza nello Spirito sono la nostra ancora di salvezza. Infatti: ...proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Ges, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle. ( 4, 6-7 )

Paolo continua esortando Timoteo a nutrirsi delle cose dello Spirito ed esercitando il dono che ha ricevuto con l'imposizione della mani. E vigilare sempre. Vigilare, una semplice parola che nasconde un prezioso accorgimento: vagliare tutto quello che raggiunge le nostre orecchie!! L'invito che Paolo fa a porre la: ...speranza nel Dio vivente... ( 4, 10 ) apre la porta alla certezza che il nostro credo non rivolto o basato su congetture, su tradizioni o dottrine sterili, ma sulla REALTA' DI DIO, il Dio vivente. Questa certezza, da sola, vale mille parole spese a confutare le pretese di coloro che vorrebbero Cristo morto e sepolto da qualche parte. Il Capitolo 5 contiene raccomandazioni circa le vedove, i presbiteri e gli schiavi. Interessante leggere le distinzioni che Paolo fa tra vedove anziane e vedove giovani. Con il Capitolo 6, Paolo distingue, raccomandando a Timoteo, il falso dottore, colui che insegna guidato non dalla piet ma dall'orgoglio. Le correnti di pensiero contrarie al vangelo sono gi in atto, come accennato precedentemente, i tempi sono maturi e con essi maturo anche il tempo dell'inganno, poich si costituito quello spartiacque che ci fa dire; o Con Cristo o Senza Cristo. La verit va annunciata e cercata, poich: ...al tempo stabilito sar a noi rivelata dal beato e unico sovrano, il re dei regnanti e signore dei signori, il solo che possiede l'immortalit, che abita una luce inaccessibile, che nessuno fra gli uomini ha mai visto n pu vedere... ( 6, 15-16 ) Ecco: al tempo stabilito. Ognuno di noi ha il suo tempo stabilito all'interno di un tempo stabilito collettivo; davanti ad ognuno di noi si porr quello spartiacque che, giorno per giorno, ci chieder: O Con Cristo o Senza di Cristo. Non e non sar una lotta aspra, asciutta, ma un percorso pieno di serenit

solo se ci lasceremo condurre per mano dal Paracleto o Spirito consolatore. D'altronde la Verit fatta e pensata per noi uomini; un fatto naturale e umano! Paolo termina questa prima lettera con la raccomandazione: ...evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza... ( 6, 20 ) riferendosi, con scienza a quelle dottrine gnostiche che vorrebbero spiegare le verit attraverso sincretismi religiosi di diversa estrazione.

SECONDA LETTERA A TIMOTEO Paolo scrive a Timoteo questa seconda epistola, perch il suo discepolo in evidente difficolt, in quelle difficolt che nascono, probabilmente, dalla lotta tra la vita nuova che cerca di scardinare la vecchia: uno scontro di natura spirituale, la lotta interiore che ha come fulcro la tentazione del dubbio. Per questa ragione Paolo esorta Timoteo a ...ravvivare il dono di Dio che in te per l'imposizione delle mie mani... ( 1,6 ). Inoltre prosegue invitandolo a: ...non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, n di me, che sono in carcere per lui... ( 1, 8 ), Evidentemente la sofferenza di Timoteo non solo per la lotta interna, ma sembrerebbe nascere dalle difficolt di relazionarsi con gli altri, gente pagana possiamo immaginare, magari, la derisione di coloro che da un punto di vista culturale, spirituale e intellettuale, erano piuttosto rozzi, infimi. Il pericolo di tornare alla vita di sempre era costante, infatti Paolo scrive che: ...Fgelo ed Ermgene, mi hanno abbandonato. ( 1, 15 ) due della comunit che non riuscirono a superare le prime difficolt nell'abbracciare la nuova vita. Infatti la conversione anche e soprattutto un cambio di mentalit, differenti modi di soppesare, di valutare, testimoniano il cambiamento della nostra personalit, cambiamento che avviene solo rimanendo fedeli al vangelo. E ci vuole fede e chiarezza di idee, sapendo quale l'obiettivo finale. ...Tu dunque figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che in Cristo Ges e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate... ( 2, 1 ) e qui la sorgente, la ricarica di energia per continuare nel cammino: attingere forza da Dio, mediante la meditazione e la preghiera e l'eucarestia. Non ci sono altri mezzi.

Le sofferenze, che emergono nella fase del cambiamento, sono poi rapportabili al nostro essere, al nostro modo di essere e di sentire. Ognuno ha la sua croce si sente spesso dire, ed vero perch la differenza tra noi sta proprio nella complessit della nostra personalit e nelle tensioni profonde che esistono e che non conosciamo. Ma lo sforzo d i suoi frutti e a raccogliere questi frutti sono proprio coloro che rimangono fedeli al vangelo. E questi frutti sono anch'essi differenti per le suddette ragioni. Paolo non si stanca di ripetere: ...che Ges Cristo, della stirpe di Davide, resuscitato dai morti, secondo il mio vangelo... ( 2, 8 ), poich nella resurrezione la nostra unica speranza: ricordiamoci che se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede. E la negazione della resurrezione ancora oggi trova sostenitori in quelli che io chiamo panzapiena, ossia quegli intellettuali con le pantofole che, sprofondati nelle loro poltrone, con il frigo pieno di vettovaglie, possono permettersi di spargere veleno, finendo per uccidere la fede di chi messo a dura prova e che, in essa, cerca sostentamento e sostegno per vivere o sopravvivere alle difficolt del vivere quotidiano. Ecco perch importante coltivare la fede senza abbandonare il raziocinio e la capacit di analisi. Sono tante le pulsioni che ci circondano e che vorrebbero gettarci nel buio di filosofie che portano al nulla. Vegliate per non cadere in tentazione l'invito di Ges sempre valido. Ma altrettanto importante l'affermazione di Paolo quando parla del ...mio vangelo.... Egli cos radicato nella visione delle cose spirituali, grazie alla particolare chiamata, che pu permettersi di dire queste frasi, frasi che nascono non dal sentito dire, ma dall'aver visto in prima persona la realt futura: ...conosco un uomo che

salito al terzo cielo.... Questo non dobbiamo mai dimenticarlo: Paolo parla di cose che ha visto. Privilegio che non hanno avuto gli apostoli, i quali, vero che hanno goduto della visione di CristoDio fatto uomo, ma la comprensione di questo fu postuma, dopo la pentecoste. Ma non solo: per quanto detto, le parole di Paolo in 1 Corinzi 11, 1: Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo esprime appieno il primato di Paolo rispetto agli altri apostoli. La lotta pi ardua, ripete Paolo a Timoteo, quella contro i falsi dottori. ...evita le chiacchiere profane, perch esse tendono a far crescere sempre pi nell'empiet; la parola di costoro infatti si propagher come una cancrena. Fra questi ci sono Imeneo e Filto, i quali hanno deviato dalla verit, sostenendo che la resurrezione gi avvenuta e cos sconvolgono la fede di alcuni... ( 2, 16-18 ) Ecco, questo un esempio: affermare che la resurrezione gi avvenuta, vale a dire che la resurrezione di Cristo coincideva con la resurrezione di tutti gli uomini, negando la parte sostanziale della rivelazione e dell'eredit promessa a tutti gli uomini, coincidentemente alla piena maturit della manifestazione di Cristo. Un esempio di come dottrine fuorvianti possano interpretare il vangelo secondo punti di vista astrusi e personali. E questo accade solo quando ci si distacca dall'insegnamento della Chiesa, la cui dottrina fondata, soprattutto, sulla teologia paolina.

Ma Polo affronta ancora il concetto degli ultimi tempi: ...devi sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene... ( 3, 1-3 ). Se non considerassimo il concetto che, a mio parere, Paolo ha degli ultimi tempi, potremmo affermare quanto egli fosse ingenuo. Ingenuo a tal punto da pensare che prima di Cristo l'umanit fosse il contrario di quella afflitta dalle caratteristiche qui elencate. Ma verosimile che Paolo fosse cos ingenuo? Ma gli uomini non erano tali anche prima di Cristo? Allora che significato assume il concetto di ultimi tempi? Coerentemente con quanto scritto da me, nel riflettere le parole dell'apostolo in 4, 1-4 della Prima Lettera a Timoteo, Paolo considerava gli ultimi tempi la fase successiva alla redenzione effettuata da Cristo con la sua Resurrezione: dalla Resurrezione in poi tutto il trascorre millenario del tempo non pu che essere inteso come gli ultimi tempi. E questo perch l'uomo, stato messo definitivamente davanti al bivio con su scritta l'indicazione della via: O Con Cristo o Senza Cristo. Dopo la Resurrezione di Ges c' solo la possibilit della maturit piena dell'uomo, la espansione totale del concetto di umanit, ed questa la fase degli ultimi tempi, poich tutto compiuto: l'uomo ha ricevuto la rivelazione completa e ora tocca solo a lui lo scegliere. Per cui la degradazione dell'uomo, negli ultimi tempi vista come l'azione di Satana che contrasta l'ultima fase del cammino di redenzione; la cattiveria dell'uomo, prima della Resurrezione di Cristo era naturalmente comportamentale e influenzata, contaminata, dalla cultura, dagli usi e costumi in cui viveva; dopo Cristo la cattiveria dell'uomo depravazione della coscienza facilitata dal sottile lavoro del nemico di Dio: Satana.

Questa la sostanziale differenza. ...verr giorno, infatti, in cui non si sopporter pi la sana dottrina, ma per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verit per volgersi alle favole... (4, 1-4) La lettera termina con la sottolineatura che la fedelt a Cristo costa anche sofferenze provenienti dal mondo esterno; con l'invito a Timoteo di fargli visita Paolo sa che il suo tempo scaduto e lo raccomanda di portargli il suo mantello, i suoi libri e le pergamene. Fa dei nomi, sono di coloro che lo hanno abbandonato o tradito, come Dema, come Alessandro il ramaio. Paolo termina con i saluti che sicuramente saranno stati accorati e pieni di premura nei confronti di coloro che da lui sono stati evangelizzati.

PIETRO E PAOLO

LETTERA A TITO Paolo esorta Tito, lasciato a Creta per ragioni di organizzazione, di scegliere accuratamente i presbiteri, raccomandando che essi siano di provata fede e di ottima morale comportamentale. Suggerisce a Tito di stare attenti a quei giudeo-cristiani, circoncisi, che ancora risentono delle contaminazioni delle loro dottrine: ...soprattutto fra quelli che provengono dalla circoncisione, molti spiriti insubordinati, chiacchieroni e

ingannatori, della gente. A costoro bisogna chiudere la bocca, perch mettono in scompiglio intere famiglie, insegnando per amore di un guadagno disonesto... ( 1, 1011 ) sono, costoro, personaggi che risentono della loro appartenenza alla fede giudaica: ...perci correggili con fermezza, perch rimangano nella sana dottrina e non diano pi retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che rifiutano la verit... ( 1, 13-14 ). E' ancora pi chiaro il concetto che il giudaismo, le leggi mosaiche, i profeti sono ormai obsoleti, anche se tutta la scrittura ispirata da Dio, come Paolo ribadisce nella Seconda lettera a Timoteo, ed degna di insegnamento, non bisogna dimenticare che tutto fu in funzione di Cristo e della sua resurrezione. Insegnare ancora precetti giudaici, poteva significare anche il rimettere in discussione Cristo. La lettera a Tito piuttosto corta, ma Paolo non dimentica di esortarlo ad essere di buon esempio, di vegliare sulla giovent a lui affidata, affinch questa diventi docile, rispettosa e onesta.

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