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Copernico"
La metafisica
Prof. A. Porcarelli
mobilissima "spirale", Aristotele fissa quei quadri del sapere filosofico che saranno le vie maestre su cui correr tutta la problematica successiva: Logica, Fisica, Psicologia, Metafisica, Etica, Politica, Estetica. In sintesi possiamo dire che da un lato i rapporti tra Platone e Aristotele sono molto stretti, cos come cospicuo il debito intellettuale del secondo rispetto al primo, dall'altro lato Aristotele rivela fin da giovane una propria cifra spirituale: non il discepolo che ripete stancamente le dottrine del maestro, ma lo ripensa e lo fa rivivere innestandolo nel tronco della propria personale attivit speculativa.
La Metafisica di Aristotele
La metafisica e le scienze teoretiche
Il fatto che l'attivit intellettuale sia la vetta e il culmine dell'attivit umana gi saldamente acquisito grazie al guadagno della speculazione di Socrate e Platone. Esso pu dunque a buon motivo essere il punto di partenza della speculazione aristotelica, che distingue le grandi branche delle scienze: a) scienze teoretiche, che ricercano il sapere per se stesso sono: metafisica, fisica (che include anche la psicologia), matematica; b) scienze pratiche, che ricercano il sapere per raggiungere attraverso di esso la perfezione morale; c) scienze poietiche o produttive, che ricercano il sapere in vista del fare, cio per produrre determinati oggetti. Un altro chiarimento preliminare riguarda il fatto che inizieremo la trattazione di Aristotele a partire dalla Metafisica, che indubbiamente la scienza pi difficile ed elevata, e non dalla logica o dalla fisica, che sarebbero pi adatte ad un approccio propedeutico (anche la classificazione delle opere fatta da Livio Andronico inizia con le opere di logica, procede con quelle di fisica, per arrivare poi alla metafisica). Va detto che la distinzione delle varie "branche" della filosofia una caratteristica propria dell'et ellenistica, che riprende effettivamente categorie aristoteliche ma si fonda su un'idea radicalmente diversa dell'attivit filosofica: per i filosofi di et ellenistica (come vedremo) la filosofia un sistema ben conchiuso, composto di tre parti distinte (logica, fisica ed etica) e mirante ad un fine ben preciso (risolvere il problema della felicit dell'uomo); per Aristotele, come per Platone e tutti i filosofi precedenti, la filosofia ricerca delle cause ultime (dell'Arch), ha un compito sostanzialmente speculativo, libera da interessi pratici e, semmai, incontra "per strada" i criteri in base a cui distinguere diverse branche del sapere. La pi significativa risposta al quesito sulle cause ultime viene data (per Aristotele come per Platone) in ambito metafisico e sar alla luce delle scoperte metafisiche che dovremo intendere tutte le altre parti del pensiero aristotelico.
Prof. A. Porcarelli
-2- il problema dell'essere tematizzato in modo esplicito a partire da Parmenide, ma sotteso in ogni speculazione filosofica: la "fysis" per i fisici il vero essere, come per Platone lo il mondo delle idee. -3- una volta superato il monismo che culmina nella posizione eleatica e appurato che esistono molti esseri e molti tipi di essere, bisogna appurare quale o quali siano i pi fondamentali, cio quale sia l'"ousa" della realt; Parmenide stesso aveva chiaramente sottolineato la distinzione tra la via della pura verit e le vie dell'opinione e dell'errore. -4- tutti i naturalisti indicarono come Dio o divino il principio da loro trovato e la stessa cosa, a pi alto livello, fece Platone identificando il divino con le Idee; anche in Aristotele la dimensione soprasensibile o "divina" quella che, oltre a rendere ragione della realt sensibile, costituisce il momento essenziale e definitorio dello sforzo metafisico: "Se, d'altra parte, esiste qualcosa di eterno e di immobile e di separabile dalla materia, evidente che la conoscenza di ci pertinenza di uuna scienza teoretica, ma non certo della fisica [giacch questa si ocupa solo di alcuni enti mobili], n della matematica, ma di un'altra scienza che ha la precedenza su entrambe. Infatti la fisica si occupa di enti che esistono separatamente ma non sono immobili, e dal canto suo la matematica si occupa di enti che sono, s, immobili, ma che forse non esistono separatamente e sono presenti in una materia, invece la "scienza prima" si occupa di cose che esistono separatamente e che sono immobili. E se tutte le cause sono necessariamente eterne, a maggior ragione lo sono quelle di cui si occupa questa scienza, giacch esse sono cause di quelle cose divine che si manifestano ai sensi nostri. Quindi ci saranno tre specie di filosofie teoretiche, cio la matematica, la fisica e la teologia, essendo abbastanza chiaro che se la divinit presente in qualche luogo, essa presente in una natura siffatta, ed indispensabile che la scienza pi veneranda si occupi del genere pi venerando. Epper, se le scienze contemplative sono preferibili alle altre, questa preferibile alle altre scienze contemplative. [...] se, pertanto, non si ammette l'esistenza di alcun'altra sostanza al di fuori di quelle che sono naturalmente composte, la fisica, allora, dovrebbe essere la scienza prima; ma se esiste una certa sostanza immobile, la scienza che si occupa di questa deve avere la precedenza e deve essere filosofia prima, e la sua universalit risiede appunto nel fatto che essa prima; e sar compito di questa scienza contemplare l'esserein-quanto-essere, cio l'essenza e le propriet che l'essere possiede in-quanto-essere."3 Si viene cos a delineare anche la famosa dottrina dei tre gradi di astrazione, che caratterizza la divisione aristotelica delle scienze teoretiche in: 1) fisiche (astrazione dalla materia individuale) 2) matematiche (quantit astratta) 3) teologia o metafisica (astrazione da ogni materialit). Un'altra importante caratteristica della metafisica considerata in se stessa come scienza la sua assoluta libert: essa non asservita ad altri scopi, ricercata per se stessa e vale per se stessa e, perci, la scienza pi alta e "sovrana". Dice Aristotele: "E' chiaro, allora, che noi ci dedichiamo a tale indagine senza mirare ad alcun bisogno che ad essa sia estraneo, ma, come noi chiamiamo libero un uomo che vive per s e non per un altro, cos anche consideriamo tale scienza come la sola che sia libera, giacch essa soltanto esiste di per s. [...] Tutte le altre [scienze], pertanto, saranno pi necessarie per gli uomini, ma superiore a questa nessuna."4 In prima battuta esamineremo i contenuti principali della metafisica di Aristotele secondo l'ordine delle quattro definizioni da cui abbiamo preso le mosse, in modo da chiarire preliminarmente il piano concettuale dell'opera, per poi addentrarci nelle singole argomentazioni. -1- Nella ricerca delle cause ultime della realt ci si imbatte in quattro tipi di cause: - la causa materiale, - la causa formale, - la causa efficiente, - la causa finale.
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Metafisica, libro VI (E), 1026a, ed. BUL pp. 175-176. Metafisica, A2, 982b-983a, ed. BUL, pp. 9-10. "Ad usum privatum studentium" 3
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L'essere e il divenire delle cose richiedono innanzitutto questi tipi di cause, che sono le cause prossime, per poi procedere oltre le stesse fino ad arrivare ai moti dei cieli ed al Motore Immobile. -2- Interrogandosi sull'essere in quanto tale si scopre che esso non pu essere inteso, come lo intendeva Parmenide, quasi che si trattasse di una realt e di un concetto univoci, ma "essere si dice in molti sensi" cio un concetto analogico. Platone altres aveva gi intuito la molteplicit intrinseca all'essere (formato dall'Uno e dalla Diade), ma lo aveva collocato nel mondo delle idee, come un genere trascendente. -3- Tale pluralit intrinseca all'idea di essere si stratifica secondo le sue due dimensioni fondamentali: la sostanza e gli accidenti. La suddetta distinzione permette di spiegare (dal punto di vista della causalit materiale e formale) quel divenire che per l'essere univoco di Parmenide risultava inintelligibile. Alla distinzione tra sostanza e accidenti fa seguito anche quella di potenza e atto, che consente di cogliere la funzione positiva del non-essere (inteso come privazione) per spiegare il divenire e risolvere in modo definitivo il dilemma di Parmenide. -4- Il culmine della speculazione metafisica costituito dalle sostanze soprasensibili, punto d'arrivo della "seconda navigazione" platonica. Il passo successivo del pensiero aristotelico quello di dimostrare l'esistenza delle sostanze soprasensibili, come vedremo pi oltre. Tali sostanze sono principi del moto di ci che corruttibile, ma non sono esse stesse (prese in senso generico) il Principio Primo: deve dunque esistere un motore Primo, assolutamente immobile, atto puro, origine e causa di ogni movimento.
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"Questa formula non pu significare un astratto uniforme e univoco ens generalissimum, come molti credono. Vedemmo, infatti, che l'essere non solo non una specie ma neppure un genere, e che esprime un concetto transgenerico e transpecifico. Dunque, la formula "essere in quanto essere" non potr che esprimere la molteplicit stessa dei significati dell'essere e la relazione che formalmente li lega e che fa s, appunto, che ciascuno sia essere. Allora l'"essere in quanto essere" significher la sostanza e tutto ci che in molteplici modi si riferisce alla sostanza. In ogni caso, resta fuori discussione che, per Aristotele, la formula "essere in quanto essere" perde ogni significato fuori del contesto del discorso sulla molteplicit di significati dell'essere: chi ad essa attribuisce il senso di essere generalissimo o di puro essere, al di qual o al di sopra delle molteplici determinazioni dell'essere, resta vittima dell'arcaico modo di ragionare degli Eleati e tradisce completamente il significato della riforma aristotelica."10
I significati dell'essere
Chiarito il rispettivo "status" dei diversi significati dell'essere, possiamo schematicamente enumerarli: a) l'essere per se, che si riferisce in primo luogo alla sostanza e, di riflesso, a tutte le categorie11; b) l'essere accidentale, che il mero fortuito, un essere che dipende da un altro essere pur senza essere legato ad esso da alcun vincolo essenziale, pi vicino al non essere che all'essere (es. un negro musicista: il fatto che negro ha una causa, il fatto che musicista ha una causa, ma il concorrere dei due fatti in un soggetto determinato non ha, propriamente parlando, una causa), si tratta di ci che pu non esserci, di ci che non n sempre n per lo pi; c) l'essere come vero, che l'essere logico o di ragione; d) l'essere come potenza e atto, che a sua volta si stratifica a due livelli: la potenza e l'atto rispetto alla forma (es. la ghianda in potenza una quercia), la potenza e l'atto rispetto all'operazione (es. il puro possesso e l'esercizio della scienza). Si tratta di quattro gruppi di significati dell'essere, ciascuno dei quali si pu riferire a tutti gli altri, sicch l'essere non viene inteso in modo univoco nemmeno all'interno di ciascun singolo gruppo di significati (es. l'essere per se - distinto come tale dall'essere accidentale - pu essere vero o falso, in potenza o in atto; dunque nemmeno l'essere per se si dice in un solo modo, ma pu dirsi in molti sensi).
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b) Platone additava gli enti soprasensibili come unica vera sostanza; c) la mentalit comune sembrava individuarla negli enti concreti. Aristotele riaffronta ex novo questo spinoso problema, cercando di riformularlo in termini pi precisi e, per far questo, deve rispondere ad una prima domanda che cos' la sostanza in generale? E' la materia? E' la forma? E' il composto di materia e forma? Per rispondere alla domanda bisogner prendere le mosse da un punto di partenza sufficientemente saldo, vale a dire da uno comunemente ammesso; e pertanto lo Stagirita parte dalle sostanze sensibili: "Si , comunque d'accordo nel ritenere che alcune cose sensibili sono sostanze, e perci la nostra indagine deve fermarsi anzitutto su di esse. E' proficuo, infatti, procedere gradatamente verso ci che pi conoscibile per natura. Infatti in questa maniera tutti riescono ad acquistar conoscenza, passando cio alle cose che sono pi conoscibili attraverso quelle che sono meno conoscibili per natura; [...] nostro compito partire da ci che maggiormente conoscibile a ciascuno di noi individualmente per rendere conoscibile a ciascuno di noi quello che conoscibile per natura."13 Ci detto Aristotele constata che ciascuno dei suoi predecessori aveva colto una parte della verit, giacch per ousa possono intendersi, a diverso titolo, sia la forma, sia la materia, sia il sinolo di materia e forma: "Da queste cosiderazioni risulta con evidenza qual la sostanza sensibile e quali sono i modi della sua esistenza: infatti, sotto un profilo essa come materia, sotto un altro come forma e, in un terzo senso, essa il composto di queste due cose."14 Cerchiamo innanzitutto di enunciare le tre diverse accezioni: -a- Innanzitutto abbiamo la sostanza come forma (morph), che non deve essere intesa come la pura e semplice figura esteriore (che un accidente della quantit), ma come l'intima natura delle cose (es. per l'uomo o l'animale l'anima); ci a cui ci riferiamo quando definiamo una cosa, ci che fa s che una cosa sia quella che (e non un'altra). -b- In secondo luogo consideriamo la sostanza come materia, che ci che garantisce la concreta realizzazione degli esseri materiali (se uno scultore non avesse il bronzo stenterebbe a produrre una statua) e, a questo titolo, risulta fondamentale per la costituzione di certe cose e pertanto - entro questi limiti - potr dirsi sostanza delle cose materiali. -c- Infine si deve chiarire il concetto di sostanza come sinolo di materia e forma: tutte le sostanze materiali sono sostanze primariamente e precisamente in questo senso, cio in quanto sinoli concreti di materia e forma. Alla luce di quanto affermato si intende perch Aristotele enumeri i seguenti caratteri definitori della sostanza: 1) ci che non inerisce ad altro e non si predica di altro, 2) ci che pu sussistere per s o separatamente dal resto, 3) ci che in un certo modo determinato (= non astratto), 4) ci che intrinsecamente unitario, non un puro aggregato 5) ci che atto o in atto. Vediamo ora se e in che misura le tre diverse accezioni di sostanza posseggano questi caratteri definitori: la materia (-b-) possiede il primo dei caratteri definitori (non inerisce ad altro e non si predica di altro, ma ad essa inerisce tutto il resto), essa per non possiede nessuno degli altri caratteri definitori della sostanza (pu sussistere solo con la forma, non qualcosa di determinato, non ha nemmeno unit propria n tanto meno atto ma potenza); la forma (-a-) possiede in un certo modo tutti i caratteri suddetti, perch non deve il suo essere ad altro, pu separarsi15 dalla materia, qualcosa di determinato (anzi, propriamente parlando l'elemento determinante), principio dell'unit di ci che informa ed atto per eccellenza (forma e atto sono sinonimi); il sinolo (-c-) di materia e forma a sua volta sostanza secondo tutte le caratteristiche suddette, come appare in modo chiaro e manifesto. Sostanza per eccellenza la forma, sia nell'essere concreto (in quanto principio determinante,
Metafisica, libro VII (Z), 1029a-1029b, ed. BUL pag.188. ibid., libro VIII (H), 1043a, ed. BUL pag. 238. 15 Questo pu capitare in due sensi: in primo luogo in quanto la forma che d essere alla materia e non viceversa (quindi ne separabile almeno concettualmente); in secondo luogo (concretamente) in quelle sostanze che si esauriscono totalmente nella forma e assolutamente sono prive di materia.
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causa e ragion d'essere, ossia Arch della cosa singola), sia nell'orizzonte dell'essere cosmico in quanto, come vedremo, sono le realt soprasensibili (forme pure) il principio e fondamento di quelle sensibili (composte di materia e forma). Tale affermazione pare contraddire l'evidenza da cui eravamo partiti, per cui sembrava che sostanza per eccellenza dovesse essere considerata la sostanza concreta sensibile, ma non cos, infatti altro il punto di partenza dell'indagine (che quello pi vicino a noi) altro il punto d'arrivo della medesima (che quello pi fondamentale in se), come nota acutamente il Reale: "[...] se il sinolo esaurisse il concetto di sostanza in quanto tale, nulla che non fosse sinolo sarebbe sostanza, e, in tal modo, Dio e in genere l'immateriale e il soprasensibile non sarebbero sostanza! La forma pu dirsi, invece, sostanza per eccellenza: Dio e le intelligenze motrici delle sfere celesti sono pure forme immateriali, mentre le cose sensibili sono forme informanti la materia. La forma essenziale agli uni e agli altri enti, sia pure in diversa maniera."16
Reale, op. cit., vol. II, pag. 432. Aristotele, Metafisica, libro IX, 1049b-1050b; ed. BUL pp. 266-269. "Ad usum privatum studentium" 8
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semplicemente dall'essere-in-potenza all'essere-in-atto, ossia da essere a essere. La stessa dottrina consente anche allo Stagirita di risolvere l'aporia platonica dell'unit di materia e forma. Inoltre essa gioca un ruolo importantissimo nella dimostrazione dell'esistenza di Dio e in tutte le altre scienze.
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avuto inizio e non vi fu mai un momento in cui il caos precedesse il cosmo (altrimenti verrebbe contraddetto quanto si disse sulla priorit dell'atto rispetto alla potenza) e Dio dall'eternit attrae a se il mondo, che dall'eternit dunque un cosmo ordinato.
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Metafisica, libro XII, 1072b, ed. BUL pp. 357-358. "Ad usum privatum studentium" 10
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