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VINCERE PER AMORE DEL GIOCO

di Sergio Baraldi

a promozione del Pescara una bella festa dello sport, ma non solo. Con Zeman e i suoi giocatori hanno diritto a gioire i tifosi, la citt di Pescara, lintero Abruzzo. La ragione sta nel fatto che la vittoria non la vittoria di uno o di pochi, ma di una squadra. E nella squadra non si sono solo gli uomini in campo, ci siamo tutti noi. E questo il primo, vero gioco di prestigio di Zeman. Lui il regista del successo. E lo ha costruito fin dallinizio affinch diventasse un risultato collettivo, che fosse chiaro che lui e i suoi entravano in campo per una cosa sola: per amore del gioco. E questo amore, che diventato dolore il giorno della scomparsa di Francesco Mancini, ha creato il modello vincente i cui ingredienti sono forti e semplici: squadra, regole, rispetto per lavversario, voglia di vincere contro tutti e contro tutto. Un modello che non sarebbe valido solo per il calcio, ma che potrebbe diventare il modello di un Abruzzo che non vuole rassegnarsi alla crisi e alle sue emergenze quotidiane. Una voglia di vincere che non scaturisce dal rancore, dalla rabbia, ma da una forza interiore che fa del calcio un gioco capace di mobilitare una citt. Festeggiamo, dunque. Siamo orgogliosi di dimostrare che c un Abruzzo che, se vuole, vince. Ma vince per amore del gioco.

LA RIVINCITA DI ZEMAN INSIGNE SVETTA NELLE PAGELLE TRIONFO A SUON DI GOL

IL CENTRO

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LA PARTITA

Caprari e Immobile mettono ko la Samp


Grande prestazione dei biancazzurri che battono per la prima volta i doriani al Ferraris

Insigne in un contrasto di gioco con Obiang A sinistra il gol dell1-0 di Gianluca Caprari

SAMPDORIA PESCARA

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SAMPDORIA (4-3-1-2): Romero; Rispoli, Gastaldello, Rossini, Costa; Obiang, Munari, Renan; Foggia (19 st Juan Antonio); Icardi (18 st Lazko), Pozzi (27 st Krsticic). A disp: Da Costa, Volta, Gentsoglou, Fornaroli. All: Iachini. PESCARA (4-3-3): Anania, Balzano, Brosco, Capuano, Bocchetti; Nielsen, Verratti, Cascione; Caprari (24 st Sansovini), Immobile, Insigne (40 st Kone). A disp: Ragni, Zanon, Perrotta, Gessa, Maniero. Allenatore: Zeman. ARBITRO: Tommasi di Bassano. RETI: nel pt, 18 Caprari e 28 Immobile; nel st, 16 Caprari e 38 Juan Antonio. NOTE: spettatori 20.000 circa di cui mille da Pescara. Ammoniti Caprari, Nielsen, Anania e Kone. Al 44pt Pozzi ha sbagliato un rigore. In tribuna gli ex doriani Roberto Mancini, Mirco Conte e Attilio Lombardo.

GENOVA. Vittoria e promozione con un turno di anticipo. Il Pescara torna in serie A dopo venti anni, lo fa grazie al 25 successo in campionato, lundicesimo in trasferta, il primo al Ferraris controi doriani. Unaltra prova di forza contro la Sampdoria, vinta 2-0 con le reti di Caprari e di Immobile. Partita combattuta quella andata in scena al Ferraris davanti ad oltre

20mila spettatori di cui un migliaio da Pescara. I doriani sono partiti forte, costringendo i biancazzurri sulla difensiva. La squadra di Zeman ha retto bene lurto e alla prima occasione ha colpito. Al 18 Verratti ha riconquistato palla e ha offerto un assist invitante a Gianluca Caprari che dalla destra ha infilato (con un diagonale di destro) Romero sul primo palo. Il raddoppio al 29 con il capocannoniere Ciro Immobile che ha messo a segno il 28 gol in campionato. Il bomber ha approfittato di unincertezza del portiere doriano e gli ha rimpallato il rinvio: la sfera carambolata sul palo e poi finita in rete. E festa grande tra i tifosi biancazzurri, al Ferraris e in citt. Alla fine del primo tempo larbitro Tommasi ha fischiato un rigore per la Sampdoria al 44. Ma risultato inventato alla luce dei replay televisivi, perch stato Pozzi che in area caduto su Anania in uscita. Ha calciato lo stesso Pozzi dal dischetto e la palla finita sul palo e poi fuori. Pescara allintervallo in vantaggio di due reti e con la serie A in pugno. Nella ripresa terzo gol di Caprari al 16; al 38 la rete dell1-3 di Juan Antonio.
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Gianluca Caprari esulta dopo il gol con cui ha portato il Pescara in vantaggio

Marco Verratti

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LA PARTITA

Caprari esulta dopo il primo gol del Pescara A sinistra Verratti in unazione di gioco con Foggia della Sampdoria Marco Capuano il baluardo difensivo del Pescara

Caprari mostra la maglia dopo il gol che ha portato il Pescara sull1-0 Via Firenze imbandierata con le magliette del Pescara

Una tifosa del Pescara espone una bandiera biancazzurra prima della partita decisiva con la Sampdoria

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LA PARTITA

Lorenzo Insigne e a destra due tifosi con le bandiere del Pescara

Lesultamza di Immobile dopo il gol del 2-0

I giocatori del Pescara esultano dopo il gol del 2-0

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In passato aveva trionfato a Licata (1985) e a Foggia (1991) Un miracolo costruito in due settimane

Un trionfo a suon di gol contro le squadre del calcio speculativo tra giovani scoperte e vecchi rilanciati

Zdenek Zeman nato il 12 maggio 1947 a Praga

di Walter Nerone
PESCARA. E venne il giorno del trionfo. Il terzo, dopo Licata (C2: 84/85) e Foggia (B: 90/91) il pi inatteso forse. Prima fu il Foggia dei miracoli, Zemanlandia, un mito sopravvissuto integro alla lunga silenziosa, subdola guerra che il Palazzo del calcio gli ha fatto, ovunque fosse da Foggia a Roma, dalla Lazio al Lecce (salvato nonostante la peggior difesa, un record pure quello), per quel suo coraggio civile di denunciare gli abusi, ora il Pescara delle meraviglie, la pi scanzonata macchina da gol vista sui moderni campi di calcio. Lennesima invenzione di Zdenek Zeman. Un miracolo allestito in due settimane la scorsa, tra divertite illusioni e qualche malcelato scetticismo, chiamando a raccolta un pugno di amici prima che collaboratori, dal fedelissimo Vincenzo Cangelosi, al preparatore Roberto Ferola, allindimenticabile Franco Mancini, della cui straordinaria statura sportiva e morale testimonia anche lessere stato ammirato da tifoserie atavicamente incompatibili, come la barese, la foggiana e la salernitana, e poi aggregando un manipolo di scavezzacollo seminascosti dallanonimato della Lega Pro, modellandoli in una squadra di impertinenti e affamati di successo, come Insigne e Balzano, Verratti e Romagnoli, Immobile e Nielsen. Collante del gruppo, alcuni maturi mestieranti, Cascione e Anania, Sansovini e Bocchetti, ancora vogliosi di calcio romantico, un po incoscienti un po divertiti dalla prospettiva di sottoporsi a settimanali overdosi di scatti, allunghi e gradoni. Dieci mesi dopo, in perfetta sintonia col personaggio che non ha mai amato la retorica delle celebrazioni e delle passerelle annunciate ecco i biancazzurri trionfanti al traguardo del sogno, dopo lennesima impresa di una collezione che forse ha sorpreso anche Zeman, oltre che la so-

IL PERSONAGGIO

La terza volta di Zeman Torna in A il tecnico che il Palazzo non ama


ciet e la citt sportiva che pure lo aveva accolto con grande calore, apprezzandone la schiettezza talvolta ruvida, soprattutto quel suo modo tranquillo ma spregiudicato di lanciare da subito una sfida che pareva pi velleitaria che difficile. Ma per questo affascinante. E la simbiosi con la piazza che da 20 anni aspettava il vero erede di Galeone stata quasi immediata. Il pubblico lo ha accompagnato, sostenuto e infine osannato per unimpresa di quelle destinate a rimanere negli annali del calcio. Unimpresa che solo e soltano Zeman ha realmente creduto possibile fin dallinizio. Una serie A che anche per il tecnico pi controverso, discusso, amato e contestato del calcio italiano degli ultimi 20 anni ha un sapore diverso. Il dolce gusto della rivincita (lui non ama il termine vendette, neanche in senso sportivo) coltivata verso chi sera illuso di averlo battuto, allontanato, emarginato in qualche modo sbugiardato anche nella personalit tecnica, nella filosfia del gioco, nel suo modo di intendere il calcio come esaltazione del concetto di vittoria come inno alla fantasia, al coraggio, allesuberante allegria che si pu sprigionare dal correre dietro a una palla su un tappeto verde. Lui che non ha mai accetttato che il calcio, divenuto sempre pi industria, espressione di rilevanti interessi economici e sempre meno gioco, dovesse essere violentato nelle sue pi profonde radici culturali, tecniche e morali, riducendosi a esaltazione di utilitaristico cinismo strategico, da inno del gesto atletico e tecnico alla scientifica pianificazione della riduzione dei rischi, al-

losanna dell 0-0 come risultato perfetto e del primo non prenderle. Per Zeman il segreto del calcio nel fatto che in ogni angolo del mondo ci sono bambini che si divertono rincorrendo una palla e si esaltano per il gol, la grande parata, che vanno a casa quando si arriva a 10 gol e non ci vanno contenti per uno 0-0. Per Zeman il segreto della vittoria nello sport banalmente nel saltare pi in alto, lanciare pi lontano, correre pi veloce, segnare pi gol. E con questa filosofia questanno ha ripetuto se stesso, modellando una squadra di ragazzini semisconosciuti ma affamati e qualche maturo mestierante ancora voglioso di inebriarsi di calcio romantico, magari perfino divertito dalla prospettiva di massacranti sedute fra corse e gradoni per poi andarsi a prendere rampogne per il tocco in pi. Emblematico il fatto che successo di oggi arriva costringendo alla resa proprio alcuni dei pi accreditati culturi della scienza del massimo risultato col minimo rischio. Che siano stati Torino e Sassuolo le due difese pi ermetiche della categoria, ma anche due degli attacchi pi anemici, due delle squadre meno accattivanti nel modo di offrirsi in campo. Contro costoro, Zeman si riproposto e ha vinto con la sua cultura prima che col suo modulo. Lui che affronta le partite per vincerle tutte anche se si sa che non sar possibile, ma soprattutto non teme le sconfitte, perch ai suoi ragazzi insegna innanzitutto che non c nulla di male a essere ultimi se lo si con dignit. E guardando il Pescara degli ultimi giorni sembra davvero che che proprio dalle sconfitte le squadre di Zeman sappiano trarre insospettabili riserve di energie e voglia di rivalsa per trasformarsi in straordinarie, incontenibili macchine da gol. E vittorie.
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I PROTAGONISTI

Tutti gli uomini di Zeman


Sono 27 i giocatori utilizzati, Sansovini il pi presente
Il portiere Luca Anania, classe 1980, 36 presenze PESCARA. Sono 27 i giocatori utilizzati da Zdenek Zeman per centrare la promozione in serie A. Il capitano Marco Sansovini quello con il maggior numero di presenze, 38. Lattaccante romano anche il pi sostituito. E cos, a conti fatti, il pi utilizzato il centrocampista Emmanuel Cascione con i quasi 3.400 nelle gambe. Tra i 27 giocatori mandati in campo dal tecnico boemo anche quattro portieri: il titolare Anania, Pinsoglio (passato al Vicenza), Ragni e Cappa (ceduto al Teramo).
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Il portiere Riccardo Ragni, classe 1991, 2 presenze

Il portiere Carlo Pinsoglio, classe 1990, 5 presenze (ceduto)

Il difensore Loris Bacchetti, classe 1993, 3 presenze

Il terzino Antonio Balzano, classe 1986, 37 presenze e 1 gol

Il terzino Antonio Bocchetti, classe 1980, 13 presenze

Il difensore Riccardo Brosco, classe 1991, 21 presenze

Il difensore Marco Capuano, classe 1991, 31 presenze

Il terzino Marco Martin, classe 1987, 1 presenza

Il difensore Simone Romagnoli classe 1990, 28 presenze

Il terzino Damiano Zanon, classe 1983, 35 presenze

Il terzino Filippo Petterini, classe 1980, 10 presenze (ceduto)

Il centrocampista Andrea Gessa, classe 1980, 25 presenze e 2 gol

Il centrocampista Moussa Kone, classe 1990, 28 presenze e 3 gol

Il mediano Matti Lund Nielsen classe 1988, 19 presenze e 3 gol

Il centrocampista Romulo E. Togni, classe 1982, 21 presenze e 1 gol

Il centrocampista Marco Verratti, classe 1992, 30 presenze

La mezzala Emmanuel Cascione, classe 1983, 37 presenze e 6 gol

Il centrocampista Gianluca Nicco, classe 1988, 3 presenze (ceduto)

Lattaccante Ciro Immobile, classe 1990, 36 presenze e 27 gol

Lattaccante Stefano Giacomelli, classe 1990, 6 presenze (ceduto)

Lattaccante Gianluca Caprari, classe 1993, 12 presenze e 1 gol

Lattaccante Lorenzo Insigne, classe 1991, 36 presenze e 18 gol

Lattaccante Riccardo Maniero, classe 1987, 15 presenze e 3 gol

Lattaccante Marco Sansovini, classe 1980, 39 presenze e 16 gol

Lattaccante Danilo Soddimo, classe 1987, 21 presenze e 1 gol

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IL PESCARA IN SERIE A Arriva il boemo. Lavventura pescarese di Zeman comincia nellagosto 2011

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IL CENTRO

Le prime vittorie. La squadra inizia a macinare gol e a vincere fuori casa

FENOMENOLOGIA DI UN SUCCESSO
di Oscar Buonamano

he bello ... quando esco di casa... per andare allo stadio... a vedere il Pescara... che bello .... il canto dei tifosi del Delfino, che ripetono come un mantra questa sorta di nuovo inno alla gioia. Non un motivo che inneggia a una persona, o a un simbolo, ma un modo di vivere il calcio diverso dal solito clich, quasi una nuova filosofia di vita. Siamo felici perch andiamo allo stadio a vedere il Pescara cos come si pu andare a teatro o al cinema piuttosto che ad assistere a un concerto. Questa la prima, e forse pi grande, vittoria di Zdenek Zeman: aver riportato entusiasmo tra i tifosi e soprattutto essere riuscito nellintento di far vivere ogni partita di calcio come una festa. In altri stadi dItalia le societ sportive sono state costrette a far stampare, anche in maniera provocatoria, enormi striscioni con le facce dei tifosi per colmare i vuoti delle gradinate, allAdriatico questo non mai successo perch il Pescara di Zeman richiama pubblico vero che segue le partite con entusiasmo e partecipa attivamente allo spettacolo, spesso esso stesso spettacolo nello spettacolo. I primi segnali di quello che sarebbe diventato con il passare dei mesi un rapporto positivo e felice, si ebbero gi il 21 giugno dello scorso anno, giorno della presentazione dellallenatore di Praga al porto turistico di Pescara. Zeman aveva allenato lanno precedente il Foggia in Lega Pro e la squadra pugliese non cer-

to una piazza calcisticamente troppo amata dai tifosi pescaresi, eppure quel giorno migliaia di tifosi parteciparono a quella che sarebbe diventata la prima festa di una straordinaria e indimenticabile stagione agonistica della squadra adriatica. Tutto aveva avuto inizio qualche giorno prima. sera, anzi quasi notte, sullautostrada che da Milano riporta a casa, dopo una riunione in Lega calcio, Daniele Sebastiani, Eusebio Di Francesco e Daniele Delli Carri, si sta decidendo il futuro della guida tecnica del Pescara. Lallenatore della promozione in serie B ha ricevuto unofferta dal Lecce per allenare in serie A e loccasione troppo ghiotta per poter dire di no. E cos mentre si celebra un distacco, inaspettato e anche per questo doloroso, si comincia a costruire la squadra del futuro. E se chiamassimo a Pescara il maestro di Eusebio?, la domanda che risuona nella macchina. Per un paio di minuti il silenzio regna sovrano. Ma chi il maestro?. Ancora silenzio. Il maestro uno solo: Zeman. Con queste parole inizia ufficialmente sullA14, in una calda notte di giugno, la costruzione di una squadra destinata a restare nelle statistiche e negli annali della serie B per molti anni. Il primo acuto proprio allesordio in campionato con la vittoria esterna contro il Verona e cos di vittoria in vittoria, nel giro di pochi mesi, il Pescara si propone allatten-

Gioco, rispetto e giovani con la filosofia di Zeman vince il gusto del bel calcio
zione generale come una delle possibili sorprese del campionato. Non tutti sono daccordo su questa previsione, a Pescara come nel resto dItalia. In molti sono scettici, dubitano sulle capacit di Zeman di poter davvero costruire un nuovo giocattolo come la prima Zemanlandia. Eppure i segnali e lattenzione dei media nazionali su Zeman e la sua nuova squadra sono la spia che invece una nuova favola sta per essere scritta in riva allAdriatico. Il segnale pi evidente di questa attenzione, che cresce giorno dopo giorno, linvito che Fabio Fazio rivolge a Zeman per partecipare, in prima serata e di domenica, alla trasmissione televisiva Che tempo che fa. Quellinvito pu, a ragione, essere catalogato come la prima vera svolta positiva della stagione per la squadra adriatica e il suo mentore. Cresce la popolarit perch aumentano le vittorie e inizia una cavalcata trionfale che porter il Pescara di Zeman a demolire molti record sia rispetto alla storia calcistica del Pescara sia allintera serie cadetta. E tra tutti record spicca quello che si pu definire il vero marchio di fabbrica di Zdenek: il numero dei gol realizzati. Una macchina da gol che ha trovato in Immobile, Insigne e Sansovini interpreti deccezione, degni e meritori, gi da oggi, di giocare e competere in categorie superiori. E con i gol e le vittorie aumenta progressivamente e in modo costante la presenza dei tifosi allo stadio Adriatico fino a battere un altro record: il maggior numero di spettatori paganti di tutta la serie B. Ormai scoppiata in citt, ma anche in gran parte dellAbruzzo, la febbre per questa squadra che sembra invincibile. Sono tantissimi i tifosi che aspettano allaeroporto il rientro della squadra da Crotone fino a notte inoltrata. Oltre duemila persone invadono pacificamente il Poggio degli Ulivi, il centro

Il 21 giugno sullA14 E se chiamassimo il maestro di Eusebio?

La partita di Verona La vittoria fuori casa che segna la svolta

sportivo dove la squadra si allena, prima della sfida con il Verona. Pi di mille seguono la preparazione della gara interna contro il Sassuolo, questa volta allantistadio. E centinaia sono i ragazzi e le ragazze che abbracciano i calciatori al ritorno dalla vittoria contro il Cittadella. un crescendo continuo di emozioni e nulla sembra essere in grado di poter fermare i ragazzi di Zeman. Ma come in tutte le pi belle favole il cattivo si appalesa allimprovviso e soprattutto quando meno te lo aspetti. Dapprima linverno, non quello zemaniano da tanti incautamente invocato, ma linverno metereologico che con il suo carico, anche in questo caso da record, di neve non consente alla squadra di allenarsi per molti giorni. E poi in rapida successione eventi luttuosi che sembrano poter spezzare definitivamente un sogno che in molti avevano cominciato a cullare. Lespressione letta nel vol-

to di Zdenek Zeman il giorno della morte di Franco Mancini una delle sensazioni pi tristi e di dolore che io abbia mai provato in vita mia, e insieme con quella tristezza per ho conosciuto e mi ha attraversato un sentimento di vicinanza che il ricordo pi bello, intimo e personale che mi legher per sempre a entrambi. Sul pi bello dunque accade lirreparabile e la squadra, ma direi anche i tifosi e lintera citt, sembra essere entrata in un cono dombra da cui non capace di uscire con le proprie forze.

IL CENTRO

IL PESCARA IN SERIE A Sui media. Prima il libro poi linvito di Fazio su Raitre

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Giovani campioni. Insigne e Verratti in Nazionale

Lallenatore Zdenek Zeman

Nello spogliatoio dellEuganeo e prima della partita Padova-Pescara accade qualcosa che forse non conosceremo mai nella versione originale. Zdenek Zeman parla ai suoi giovani allievi. Il momento decisivo per le sorti del campionato. I ragazzi scendono in campo e sfoderano, forse, la migliore prestazione di sempre, battendo il Padova in casa propria per 6 a 0. Al gol di Cascione, il sesto, le lacrime solcano il viso e lespressione spesso

Sei gol a Padova La migliore prestazione dei biancazzurri

impenetrabile di Zeman. Quelle lacrime sono insieme un ricordo e un regalo che aiutano a capire meglio che la persona umana viene prima di tutto. Il calcio, pur strepitoso e oltre ogni immaginazione come quello realizzato dal Pescara contro il Padova, solo una conseguenza di un pensiero lungo e che viene da lontano. Quel calcio esprime bellezza e la bellezza chiama altra bellezza, e come afferma il principe Mikin nellIdiota di Dostoevskij la

bellezza salver il mondo. Ci che ha costruito Zeman a Pescara, in meno di un anno, ha per questi motivi dellincredibile. Una squadra invincibile che a detta di tutti, da Arrigo Sacchi a Pep Guardiola lallenatore del Barcellona, esprime il miglior calcio possibile. Ma limpresa eccezionale non stata soltanto quella di vincere un campionato di calcio, piuttosto il modo con cui ha costruito e realizzato questo grande successo. Zeman ha vinto con una

Calcio e bellezza Una squadra che vince con i giovanissimi

squadra ricca di giovani, giovanissimi, calciatori, in cui quelli pi dotati, Lorenzo Insigne, Marco Verratti, Ciro Immobile, solo per citare i pi famosi, hanno messo al servizio del collettivo e quindi della squadra, il loro talento e la loro bravura. Ha vinto rispettando le regole con un comportamento in campo e fuori da parte dei suoi atleti difficilmente riscontrabile in altre realt. Ha vinto infine rispettando sempre lavversario e guadagnandosi anche per questo la stima dei colleghi. Questa la vera vittoria che Zdenek Zeman ha regalato al Pescara e allintero Abruzzo. La dimostrazione plastica che se si svolge bene il proprio lavoro, si punta sui giovani come leva del cambiamento e si partecipa alla vita collettiva rispettando le regole, anche in Italia possibile vincere. Nel frattempo a Pescara la festa ha inizio, tutti sono felici, si abbracciano. Accendo il mio iPod e faccio partire Natural mystic di Bob Marley. Theres a natural mystic flowing to thru the air/ If you listen carefully now you will hear... Nellaria fluttua una mistica spontanea/ Se ora ascolti attentamente la sentirai. una della canzoni preferite di Franco Mancini. Il mio primo pensiero dopo questa strepitosa vittoria per lui, il giaguaro. Un bacio bello Franco, ovunque tu sia.
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Vittoria dedicata al Giaguaro scomparso per un infarto

Il 30 marzo il dolore per Mancini il portiere di Zemanlandia


il pomeriggio del 30 marzo quando Francesco Mancini, 43 anni, fedele preparatore dei portieri delle squadre di Zdenek Zeman ed ex numero uno del Foggia dei miracoli, muore nella sua abitazione di via Gobetti, nel quartiere marina nord di Pescara. A scoprirlo esanime a casa la moglie, che avvisa subito il 118 e il medico della squadra biancazzurra, Ernesto Sabatini. Probabilmente un infarto ha spezzato la sua vita dedicata al calcio. Poche ore prima Mancini aveva lavorato al Poggio degli ulivi, il centro sportivo quartier generale della formazione abruzzese, per la seduta di rifinitura in vista della sfida casalinga contro il Bari, una delle sue ex squadre (dal 1997 al 2000). Nulla lasciava presagire questa tragedia, che arriva come una doccia fredda su tutti i biancazzurri. In via Gobetti arrivano Zeman, e poi anche il suo vice Cangelosi, avvisati dallo stesso Sabatini. Lallenatore era in ritiro con la squadra in un vicino albergo. Zeman era legatissimo a Mancini, con cui aveva condiviso a Foggia e a Roma lavventura di Zemanlandia. Nel giorno di festa il pensiero di tutti i biancazzurri a lui, al giaguaro, al portiere buono che incarnava dentro e fuori lo stadio la filosofia del suo maestro. E a lui non potevano che essere dedicate vittoria e promozione.

Francesco Mancini il preparatore di Zeman scomparso a 43 anni e sopra al titolo la folla incontenibile ai suoi funerali

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LE PAGELLE
di Walter Nerone
ANANIA 7 Dei fedelissimi del boemo a Pescara forse quello accolto con maggiore scetticismo, il riccioluto biondino dallaria un po da bohemien, ma leale con il suo mentore fino allindifferenza ai rischi di avventurose uscite non sempre andate a buon fine, col tempo diventato tra i pi rappresentativi esponenti dellallegra brigata biancazzurra, anche per la sua vocazione al rischio nel nome della causa comune la curva lo ha quasi adottato acclamandolo a ogni intervento. E lui ha ripagato tutti con un rendimento in crescendo, qualche incertezza alla fine s bilanciata con una ricca collezione di salvataggi spericolati quanto provvidenziali. Grande maturit e professionalit nella reazione allo choc per la morte del preparatore Franco Mancini, che tanto aveva contribuito al suo rilancio. RAGNI 6 Richiamato con il solo compito di sedersi in panchina e tenersi pronto per qualche emergenza improvvisa, ha risposto in pieno nellunica grande occasione in cui la squadra ha avuto bisogno di lui. 109 minuti in tutto ma fatti bene. Il futuro suo. CATTENARI N.G. Guardaspalle discreto e leale dei due titolari, ha fatto alcune panchine accumulando esperienza che ora sta a lui mettere a frutto. ZANON 7 Una delle scommesse vinte da Zeman, che si era fidato delle referenze del suo ex allievo Modica nel confermarlo. Dopo qualche titubanza iniziale ha interpretato il ruolo con sorprendete disinvoltura, magari qualche volta in affanno nelle coperture, ma ha al suo attivo anche alcuni assist decisivi, come quello del raddoppio col Torino. Il capocannoniere della serie B Ciro Immobile, classe 1990 ROMAGNOLI 7 Arrivato con referenze da fedelissimo del boemo per di pi di scuola Milan, ha impiegato forse pi del previsto ad ambientarsi in una difesa comunque tra le pi giovani del campionato e largamente rinnovata anche negli uomini. Lagilit non il suo forte, ma il suo stile sobrio, compassato, essenziale nei movimenti talvolta ne evidenziano una lentezza pi apparente che reale. Nel finale di stagione si visto pi spesso anche in avanti a tentare lincornata vincente. Affidabile. CAPUANO 7,5 Anche per lui una stagione prima in salita poi addirittura trionfale. Da centrale aveva qualche precedente, ma farlo con Zeman come andare alluniversit saltando il liceo. Magari per qualche settimana avr rimpianto la serie A con lAtalanta che pareva fatta, ma alla fine di quelli che chiudono meglio la stagione; la laurea lha presa a pieni voti: leader riconosciuto, ha consolidato il suo ruolo in Under 21 ed tra i giovani difensori pi quotati sul mercato. BALZANO 8 Da una stagione in Lega Pro a una da grande protagonista in serie B. Motoperpetuo della fascia sinistra di Zeman, spalla preziosa per Insigne e Cascione con i quali per mesi ha costituito un pacchetto di devastante forza aggressiva. Ultimamente pi spesso a destra, ha imparato Il difensore centrale Riccardo Brosco anche a limitare un po le sortite per dedicarsi anche alla fase difensiva. Il pi presente dei difensori. Una sorpresa divenuta certezza. BOCCHETTI 7 Guai fisici a catena e un lungo periodo ai margini della prima squadra. Ma si riscattato con un finale straordinario per qualit e costanza di rendimento ripagando in pieno pazienza e fiducia di Zeman. Nel grande finale di stagione di Insigne c anche la sua silenziosa, ma protettiva presenza. BROSCO 6,5 Terzo centrale in organico, stato impiegato in maniera discontinua e questo forse ha pesato anche sul rendimento. Dalla sua ha, per, grande disciplina e impegno nel lavoro. Pi che una speranza. BACCHETTI 6 Impiegato solo tre volte e sempre da titolare in un mo-

Anania ha vinto anche lo scetticismo rivelazione Balzano

Capuano e Romagnoli difensori di affidamento Zanon uno stantuffo sulla corsia di destra

Il terzino Damiano Zanon

Il terzino Antonio Bocchetti

mento di emergenza, il babydi Guardiagrele ha fatto comunque il suo. Tant che Zeman lo ha convocato ogni volta che ne ha avuto la possibilit. Acerbo, ma intraprendente. MARTIN NG Doveva essere il terzo difensore di fascia, ma arrivato malconcio a gennaio e dopo la fugace apparizione da ala ha subito un intervento al menisco. Da rivedere. (Segue a pagina 21)

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LE PAGELLE

(Continua da pagina 19) PERROTTA NG Allinizio pareva potesse avere pi spazio, ma una catena di acciacchi e un pizzico di sfortuna lhanno tenuto ai margini. Ma se sapr far tesoro di quanto imparato tempo per farsi vedere non gli mancher. CASCIONE 8,5 Sul piano della personalit tecnica certamente il giocatore pi importante, il vero leader carismatico. Ha fatto da supporto agli attaccanti e da filtro alla difesa, ricucito strappi e tamponato falle. In pi si proposto come stoccatore aggiunto e in alcune circostanze stato decisivo anche in questo. Superlativo. NIELSEN 7,5 Il danese di Odense arrivato a gennaio passa da scommessa a certezza in poco pi di tre mesi. Prezioso scudiero di Verratti in mediana, attento e tempestivo nel coprire le spalle al terzino, ha preso disinvoltura anche davanti alla porta. Una scoperta preziosa. VERRATTI 9 Da alternativa fantasiosa a Togni alla maglia azzurra della nazionale maggiore in meno di dieci mesi, con una breve sosta in Under 21, giusto per sbalordire anche qualche tecnico europeo. Il genietto di Manoppello ormai consacrato come uno dei grandi emergenti del calcio italiano. Se tiene a mente i tre insegnamenti di Zeman (lavoro, lavoro, lavoro): fra non molto anche il ruolo di vice Pirlo gli star stretto. KONE 6,5 Preso dallAtalanta per aumentare il tasso di fisicit e dinamismo del centrocamopo, ha svolto il suo ruolo alternandosi un po a tutti e tre i titolari sempre con buoni risultati. TOGNI 6 Lesplosione di Verratti gli ha presto ridotto al minimo gli spazi per le apparizioni in prima squadra dopo un inizio altalenante. Il ritmo compassato non lha aiutato quando ha avuto necessit di inserirsi a gara in corso. Forse quello che pi di tutti ha patito il salto di categoria. GESSA 6,5 Prezioso nella prima parte della stagione quando Zeman lha reinventato mezza-

Insigne e Immobile sono da applausi Verratti da Nazionale

Lattaccante Gianluca Caprari, classe 1993, al tiro contro il Torino

La festa biancazzurra con il capitano Marco Sansovini al centro

La linguaccia di Lorenzo Insigne dopo uno dei tanti gol messi a segno in questa stagione con la maglia del Pescara la, ha scelto di rimanere pur sapendo che nella seconda met del torneo avrebbe giocato poco. Ma non ha mai dato la sensazione di essere demotivato. CAPRARI 6,5 E arrivato a gennaio dalla Roma. Inserimento abbastanza complesso, accusa lambientamento in categoria ma si propone da protagonista nel periodo cruciale, della rimonta dopo le tre sconfitte di fila. Acerbo, forse, ma di sicure prospettive se avr lumilt di capire che la sua carriera deve ancora iniuziuare. SODDIMO 6,5 Croce e delizia di Zeman che per doti tecniche non lo terrebbe mai fuori, ma per disciplina tattica non lo convince mai del tutto. Talento ancora troppo inespresso. MANIERO 6 A fine agosto sembrava destinato a una stagione da protagonista. Era lui il centravanti titolare del 4-3-3 anche in coppa Italia contro la Triestina. Ma prima di Verona ha commesso una leggerezza e poi... arrivato Immobile. Ha numeri importanti ma forse non ancora il carattere per valorizzarli. SANSOVINI 8 Una stagione straordinaria, ritrovato goleador proprio quando sembrava riciclabile dietro le punte. Zdenek Zeman lo usa come un Del Piero al rovescio, subito dentro e fuori nella mezzora conclusiva, poi gli preferisce per un po Caprari e il capitamoche fa? Sta l, zitto. E appena pu ne segna un altro. Esemplare per professionalit e spirito di sacrificio. IMMOBILE 9 Arriva, entra e inizia a segnare a mitraglia. 27 gol e non finita. La Juventus non aveva visto bene oppure Zeman che vede meglio, ma pare ormai lanciato a raccogliere eredit importanti nelle classifiche dei bomber. Specie se non gli fanno perdere altro tempo. Un castigo di Dio per gli avversari. INSIGNE 9 Protagonista dalla prima partitella del luglio scorso allultimo big-match. Un funamobolo del pallone con grande temperamento e straordinaria forza fisica. Lattaccante di propriet del Napoli ha i tempi dinserimento dei grandi bomber, ma sa anche rifinire con straordinaria precisione, quando serve rientra generosa umilt fino a pagarne magari il prezzo in lucidit realizzativa. Segna pi di Lavezzi, copre meglio di Giovinco. E si capisce perch Zeman spera glielo lascino anche in serie A.
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LAVVENTURA DEI BIANCAZZURRI

A Verona il primo acuto per sognare


Nel girone dandata spiccano la cinquina allAlbinoleffe e il colpaccio a Brescia
di Rocco Coletti
PESCARA. Il gol come chiodo fisso e lo spettacolo come vocazione. A ben vedere non poteva non finire cos: con la promozione in serie A. Quantomai meritata. S, perch il Pescara ha messo subito in chiaro le proprie potenzialit: un cammino lineare con tre accelerazioni che hanno fiaccato la resistenza delle rivali. Lultima ha portato allapoteosi che si consumata ieri sera a Genova. Riavvolgendo il nastro del film della stagione emerge la superiorit dei biancazzurri, messa in chiaro sin dallinizio. Sin dallanticipo della prima di campionato, vinto a Verona. Tutti sbandieravano certezze alla vigilia: Torino, Sampdoria e Padova hanno un organico superiore alla media. Ma non avevano fatto i conti con la banda Zeman. Che al Bentegodi si impone 2-1, grazie anche a un gol di Immobile reduce da un precampionato con pi luci che ombre. Subito una conferma alla Lesultanza di Ciro Immobile protagonista della gara vinta al Rigamonti di Brescia Ecco un altro turno infrasettimanale e la sfida di Modena contro il Sassuolo che va subito in vantaggio e che poi costretto sulla difensiva fino a quando non arriva il pari propiziato da Gessa. Quello con il Cittadella, forse, il successo casalingo pi sofferto: i veneti sbagliano tanto in zona gol e Sansovini li punisce. A Brescia la banda Zeman regala una chiara dimostrazione di forza, forse il primo segnale che fa pensare alla serie A. Il Pescara batte anche Ascoli, Bari e Varese: cinque vittorie di fila. La serie positiva si spezza a Livorno; nel big-match con il Padova un autogol nel finale strozza in gola lurlo della vittoria. Con il Gubbio successo sofferto, poi il pari di Vicenza allora di pranzo. La sensazione di qualche cigolio viene confermata dalla prima sconfitta casalinga contro il Grosseto. (Segue a pagina 25)

prima casalinga: Emmanuel Cascione che fa la differenza contro lEmpoli in uno stadio Adriatico-Cornacchia che offre un bel colpo docchio sugli spalti. Il primo passo falso ha il sapore di una beffa, quella di Modena, quel-

la partorita grazie agli errori dellarbitro Viti di Campobasso. Il Pescara perde, ma d ancora una sensazione di superiorit. Si rialza subito e batte il Crotone con una doppietta di

Sansovini. Arrivano due trasferte di fila con altrettante sconfitte, prima a Reggio Calabria e poi a Castellammare di Stabia. Sette gol incassati in 180. Il solito Zeman: fa divertire anche gli avversari, il ritornello dei detrattori.

Ma al ritorno allAdriatico-Cornacchia ecco la sfida con il maggior numero di gol di questa stagione: 5-3 allAlbinolegge. Spettacolo puro: cinque gol biancazzurri in 50, poi il rilassamento e i tre gol dei valseriani.

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IL FILM DELLA STAGIONE

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A Padova limpresa che spiana la strada verso il trionfo

Una conclusione a rete di Gianluca Caprari, classe 1993, contro il Torino (Continua da pagina 23) A Torino un altro ko, questa volta pieno di recriminazioni per la direzione di gara della terna guidata da Tommasi di Bassano del Grappa. Lanno 2011 si chiude con il successo nel posticipo serale contro la Sampdoria piegata dalla rete di Sansovini. Un segnale di vitalit prima della sosta. Il 2012 ricomincia da Nocera Inferiore: i rossoneri subito in vantaggio, ma gli attaccante biancazzurri sono scatenati e si riparte con un successo, bissato poi con il Verona. La rincorsa continua grazie alle vittorie con Empoli, Modena e Crotone. Sono sei di fila. E il 31 gennaio e la rete di Cascione allo Scida regala la vetta solitaria della classifica al Pescara. Che al ritorno dalla Calabria viene accolto da centinaia di tifosi festanti allaeroporto. Zemanlandia irresistibile, ma non fa i conti con la neve che fa rinviare le sfide casalinghe contro Reggina e Juve Stabia. E cos si riparte da Bergamo: 1-1 contro lAlbinoleffe, la prima sfida dopo la chiusura del mercato di gennaio che porta in dote, tra gli altri, il danese Nielsen e Caprari. Nel recupero contro la Reggina seconda sconfitta casalinga, ma i biancazzurri si rialzano subito superan-

Andrea Gessa ha conquistato la seconda promozione in maglia biancazzurra dopo quella del 2010 do il Sassuolo grazie a una grande prestazione. Poi, cade anche la Juve Stabia allAdriatico. A Cittadella il colpaccio firmato da Sansovini (al primo gol stagionale in trasferta) e da una rete alla Del Piero di Lorenzo Insigne. Con il Brescia solo 1-1, in casa. Poi tre sconfitte di fila (ad Ascoli, con il Bari e a Varese). Prima della partita casalinga contro il Bari limprovvisa morte di Franco Mancini, preparatore dei portieri e figlioccio di Zeman, sconvolge squadra e allenatore. Pescara sotto choc, fatica a riprendersi. Il 14 aprile la tragedia di Morosini allAdriatico-Cornacchia. La trasferta di Padova il crocevia della stagione: il Pescara si rialza dando una dimostrazione di forza unita a spettacolo puro. 6-0 allEuganeo. E fine aprile: gli altri cominciano ad accusare le fatiche di una stagione lunga, mentre il Pescara corre come se nulla fosse. La superiorit a livello atletico lampante, riparte linseguimeto alla serie A: batte il Gubbio a domicilio, sbloccando il risultato dopo aver colpito quattro legni; sei gol al Vicenza il primo maggio. Poi, il successo di Grosseto e la prova di forza vinta contro il Torino (spodestato dal trono della B) che porta in dote il primo posto in classifica. Anche Sassuolo e Verona segnano il passo: solo un pari per loro. E cos ecco il primo match-point per la serie A: ma il completamento della gara sospesa per la morte di Morosini, marted scorso, si chiude con un nulla di fatto. E la partita di Genova con la Sampdoria a sancire il ritorno in serie A, un traguardo conquistato a suon di gol, divertendo il pubblico e strappando applausi anche agli avversari. E la quinta promozione in A per il Pescara, la terza per Zeman dopo quelle di Licata (in C1 nel 1985) e di Foggia (in A nel 1991).
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I DIRIGENTI

Ciro Immobile e Daniele Sebastiani allo stadio. In estate si aggrega anche limprenditore Giacomo Ortolano. Nel frattempo sorgono anche delle frizioni tra la societ e i tifosi: questi ultimi emettono un duro comunicato per contestare alcune scelte del club biancazzurro. La frattura viene ricomposta in poco tempo e il Pescara saluta Di Francesco che vola in serie A a Lecce e abbraccia Zdenek Zeman, fortemente voluto da Peppe De Cecco e Daniele Sebastiani. Nella stagione in corso, nonostante il cammino trionfale della squadra, c la rottura tra Peppe De Cecco e il resto della societ. De Cecco dopo un lungo tira e molla lascia il sodalizio, anche se in alcuni momenti ha dato limpressione di poter tornare sui suoi passi. Cos non stato e la poltrona pi importante viene occupata da Daniele Sebastiani. Attualmente la societ vede Sebatiani al comando con Gianni Pagliarone vice presidente, mentre Alessandro Acciavatti, Gabriele Bankowski, Antonio Martino, Danilo Iannascoli e Renato Fezia sono gli amministratori delegati. Gabriele Ciarcelluti, Piero Di Luzio, Giacinto DOnofrio, Nico Di Tieri, Barbara Garofalo, Pio Gizzi, Fabrizio Iannascoli, Giacomo Ortolano, Amerigo Pellegrini, Francesco Pirocchi, Manolo Santilli, Mario Bartoccini e Giacomo Vetta sono gli altri soci che hanno firmato il trionfo. Luigi Di Marzio
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Da De Cecco a Sebastiani la societ risorge dalle ceneri del fallimento


PESCARA. Dalle ceneri al trionfo. Dal fango allolimpo del calcio. Anno 2009: il fallimento e la rinascita. Il Delfino Pescara 1936 ha riportato la squadra in serie A dopo 20 anni. Una societ tutta pescarese che ha rilevato il club dopo il fallimento della vecchia Pescara Calcio SpA del 19 dicembre 2008, dopo 72 anni di storia. Il curatore fallimentare Saverio Mancinelli che in poco tempo si rivela abile traghettatore. Dopo il fallimento, il 7 gennaio 2009 Mancinelli fissa la data dellasta per la cessione dellazienda, inventando una vendita extraprogrammatica con regolamento di liquidazione, che riscuote il placet giuridico del tribunale fallimentare e il gradimento della Federazione italiana giuoco calcio. Nel frattempo i promotori della nuova societ Peppe De Cecco, Daniele Sebastiani, Deborah Caldora e Antonio Edmondo, insieme al figlio Maurizio, mettono in piedi il nuovo soggetto sportivo, dopo tante riunioni con diversi imprenditori pescaresi. Il 20 gennaio c lasta pubblica in tribunale dove la fallita societ Pescara Calcio SpA viene provvisoriamente aggiudicata dal curatore fallimentare alla Delfino Pescara 1936 srl, sodalizio formato da imprenditori pescaresi (la presidentessa Deborah Caldora, figlia di Armando presidente nella prima promozione in serie A), gli amministratori Peppe De Cecco, Daniele Sebastiani e Maurizio Edmondo con suo padre Antonio e tanti imprenditori: Antonio Di Cosimo della Ceteas, i fratelli Nicola e Fabio Di Tieri dellomonima azienda, Francesco Pirocchi della Mediass, il commercialista Vincenzo Serraiocco, Alessandro Acciavatti della Tavo Calcestruzzi, Gabriele Bankowski della Pharmapi, Amerigo Pellegrini della Pail. Dopo un paio di mesi arriva lassegnazione da parte della Figc del titolo sportivo della Pescara Calcio alla Delfino Pescara 1936, che assume lo stesso numero di matricola federale ed eredita lanzianit e tutta la storia calci-

Peppe De Cecco stica della fallita Pescara Calcio. I tifosi biancazzurri dopo le profonde amarezze, illusioni e delusioni a livello societario degli ultimi anni possono guardare finalmente al futuro con ottimismo per la nuova propriet formata da imprenditori locali perch finalmente. Oggi abbiamo vinto noi, ve lo diciamo

da mesi, il Pescara ai pescaresi. In quella stagione arriva anche la salvezza sul campo. Nel marzo 2009, il tecnico Galderisi viene sostituito da Antonello Cuccureddu; la squadra ormai sfaldata, ma il miracolo avviene e nellultima giornata di campionato con una rocambolesca vittoria per 4-3 sul campo della Cavese, il Pescara si salva, evita i play out e scrive la parola fine al campionato pi tribolato della sua storia. Il titolo sportivo stato salvato, la categoria rimasta, la nuova propriet pescarese pu far nuovamente sognare un futuro competitivo ad alti livelli, si pu tornare a gioca-

re allo stadio Adriatico, rimesso a nuovo per i Giochi del Mediterraneo. Negli anni successivi il Pescara allarga la societ e continua la marcia vittoriosa in campo. La promozione in serie B viene centrata grazie allarrivo di Eusebio Di Francesco, che sostituisce Cuccureddu. A fine stagione Deborah Caldora e Maurizio Edmonodo lasciano il club. Lanno seguente, nel campionato cadetto, c lingresso di altri soci come limprenditore Gianni Pagliarone, il marchese Renato Fezia e Danilo Iannascoli, molto conosciuto nellambiente avendo svolto il compito di speaker

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PESCARA. Pescara in festa per la quinta promozione in serie A. Una storia cominciata ufficialmente nel lontano 10 giugno 1936, con la costituzione dellassociazione sportiva voluta da Angelo Vetta intenta a proseguire lattivit della vecchia Puritas di Angelo Delfino, momentaneamente interrotta il 19 dicembre 2008 con il fallimento, per poi riprendere vigore il 20 gennaio 2009, attraverso la rilevazione allasta del titolo gi esistente grazie agli imprenditori Giuseppe De Cecco e Deborah Caldora. Settantasei anni di intensa vita agonistica per la pi importante citt calcistica abruzzese che vanta nel suo palmares di vittorie un campionato di serie B (1986-87), due campionati di serie C (1940-41 e 1973-74) e un campionato di serie D (1972-73). Il miglior piazzamento il quattordicesimo posto in serie A nella stagione 1987-88 che valse lunica salvezza dei biancazzurri nella massima categoria. Il periodo di massimo fulgore, per, risale proprio agli albori, quando la squadra biancazzurra era allenata dal campione del mondo di Italia 34 Mario Pizziolo e aveva come centravanti Testina dOro Mario Tontodonati. Veniva chiamata da tutti Strapaesana, perch composta quasi interamente da calciatori locali. Romagnoli, Creziato, De Angelis, Brandimarte, Maturo, Lanciaprima e Guarnieri erano soltanto alcuni degli eroi che infiammavano gli spalti del Rampigna, il campo che ancor oggi ospita partite di calcio giovanile e dilet-

LA STORIA

Un cammino lungo 76 anni


Personaggi, cadute e trionfi dalla Puritas al Delfino

Una formazione della mitica Strapaesana, il Pescara composto quasi tutto di pescaresi tantistico. Lo stadio Adriatico viene inaugurato il 29 dicembre 1955, nellanno in cui il Pescara perde clamorosamente in casa con la Reggina (0-2) lo spareggio per aggiudicarsi il campionato di Quarta Serie. Per tornare in B, a distanza di venticinque anni, si dovette attendere il 1973. Merito dellallenatore Tom Rosati, che prende le redini dalla serie D e vince a suon di record due campionati consecutivi. Lultimo grazie a un gol del fratello Franco, che gioca da libero, a Latina. Salvatore Galeota lascia la presidenza e, dopo due tornei di assestamento, ecco concretizzarsi il miracolo della prima promozione in serie A. Ai vertici della societ c Armando Caldora, il padre di Deborah, con il tecnico Giancarlo Cad: il Pescara chiude il torneo cadetto 1976-77 al secondo posto alla pari di Cagliari e Atalanta. Si va agli spareggi con i biancazzurri di scena prima a Terni e poi a Bologna. Esodo di massa dei tifosi e due 0-0 fanno scoppiare la fe-

Lo storico dirigente Vincenzo Marinelli con Tardelli tuale team manager della nazionale under 21 in predicato di rientrare con lamico Daniele Sebastiani, richiama il mago Tom Rosati che non fallisce la missione. Nemmeno tre stagioni, siamo al 1986, ed ecco un nuovo miracolo in riva allAdriatico. Il Pescara retrocede in C con lo zonaiolo Catuzzi ma si salva attraverso un ripescaggio per il fallimento del Palermo. Il tecnico Giovanni Galeone ha in mano una banda di ragazzini che sorprende con

sta. Due anni dopo di nuovo il DallAra di Bologna teatro di uno spareggio per andare in serie A. Questa volta partita secca con il Monza: il Pescara di Angelillo e Capacchietti trionfa 2-0 grazie a Pavone e un autogol di Giusto, mandando in visibilio i 40.000 spettatori giunti da tutto lAbruzzo. Alti e bassi si ripetono nel giro di poche stagioni: il Pescara precipita nuovamente in serie C e allora il presidente Vincenzo Marinelli, lat-

il 4-3-3 che mette in fila tutte le avversarie. Arrivano gli stranieri Leo Junior e Baka Sliskovic che regalano la prima e unica storica salvezza nella massima serie. Il miracolo non si ripete lanno seguente, anche se a met stagione qualcuno sogna la Coppa Uefa, specie dopo la tripletta del brasiliano Tita in casa della Roma. Per tornare in serie A bisogna aspettare la stagione 1991-92 quando Galeone e il direttore sportivo Pierpaolo Marino scovano dal Pavia i due baby Allegri e Massara. Lapice di quel Pescara il primo tempo della partita con il Milan dei record di Fabio Capello. I biancazzurri sono in vantaggio per 4-2 prima di cedere le armi ai rossoneri. A retrocessione avvenuta lultima soddisfazione un 5-1 alla Juventus di Baggio e Trapattoni che pochi giorni prima aveva vinto la Coppa Uefa. Da allora un lento declino tra continui cambi di guida tecnica che fanno da contraltare a una duratura stabilit societaria con lera Scibilia-Oliveri lunga quasi un ventennio. Il Pescara torna a sfiorare la serie A nella stagione 1998-99, quando per un solo punto la Reggina sfila lultimo posto alla squadra di De Canio. Poi di nuovo linferno della terza serie ma, tra fallimento e rifondazione, ecco spuntare un altro profeta del modulo 4-3-3, Zdenek Zeman che, gol dopo gol, conduce i biancazzurri nellolimpo del calcio. Marco Ratta
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IL GIOVANE TALENTO

La parabola di Verratti da Manoppello alla corte di Prandelli


PESCARA. Il fenomeno con la nostalgia di casa preso per un pugno di soldi e qualche biglietto omaggio in occasione di una partita Pescara-Juventus. La storia di Marco Verratti parte dalla sua Manoppello, piccolo centro a pochi chilometri da Pescara. Nato il 5 novembre 1992, Verratti un talento puro con il destino segnato. Piccolo, biondo e spensierato, il fenomeno biancazzurro inizia a tirare calci al pallone nellArabona Manoppello alla corte di una delle bandiere del calcio pescarese, Giorgio Repetto. Verratti gi dalle prime apparizioni fa intravedere il suo talento cristallino e in molti, a partire dallo stesso Repetto, azzardano il paragone nientemeno che con Gianni Rivera. NellArabona viene allenato da Nino Di Carlo, poi da Tonino Colangelo e Carmine Properzio. Il presidente della societ Carmine Properzio che vede in Verratti un grande calciatore. Repetto, attualmente osservatore del Chievo e commentatore televisivo, lo porta in giro per lItalia per effettuare provini, ma viene puntualmente scartato. Misteri del calcio. Ascoli, Inter e Chievo non lo prendono in considerazione tra lo stupore dei dirigenti dellArabona. Poi un provino allAtalanta, ma anche l un nulla di fatto. A 13 anni e mezzo approda al Pescara, dopo una piccola parentesi nellAngolana. In biancazzurro viene scoperto dallex responsabile del vivaio biancazzurro Cetteo Di Mascio che, con il suo staff composto da Crisante, Di Lello e Di Battista, scommette su Verratti in maniera decisa. Un corteggiamento che si tramuta subito in ingaggio. Il folletto abruzzese non si vuole staccare assolutamente da casa e dalla sua Manoppello e viaggia ogni giorno per gli allenamenti. Viene comprato per 5 mila

E stato acquistato per 5 mila euro e qualche biglietto omaggio di una gara Pescara-Juve

A Pescara viene valorizzato da Di Mascio Poi Verratti viene convocato in Nazionale

Marco Verratti esulta dopo un gol euro e 10 biglietti di tribuna per la gara Pescara-Juventus. Il ragazzo aveva numeri, il presidente dellArabona aveva piacere di darlo al Pescara. Cera in calendario un Pescara-Juventus. Promisi 10 biglietti e laffare fu fatto, racconta lex direttore sportivo biancazzurro Andrea Iaconi, che con Cetteo Di Mascio ha dato il l alla trattativa. Purtroppo i biglietti erano finiti perci ne mandai solo cinque. Il presidente me lo ricorda ogni volta che mincontra. Dovr dire ai dirigenti del Pescara di ricordarsene lanno prossimo, quando torner la Juve a Pescara, ricorda Iaconi, attualmente direttore sportivo del Brescia. Il secondo bonus (4 mila euro) per lArabona scatta quando Verratti firma il primo contratto da professionista. Verratti, al contrario di quanto si possa pensare, nasce centrocampista puro e gi dalle prime partite con gli Allievi allenati da Di Battista gioca davanti alla difesa. Nel Pescara fa tutta la trafila delle giovanili: Giovanissimi, Allievi e Beretti. Viene lanciato in prima squadra il 9 agosto del 2008 nella gara di Coppa Italia contro il Mezzocorona. Le sue prime uscite lasciano di stucco gli addetti ai la-

Verratti mentre firma il contratto con il Pescara vori, ma una serie di infortuni, dovuti agli inappropriati carichi di lavoro in prima squadra, ne compromettono il rendimento e la presenza in campo. Il Milan intenzionato a ingaggiarlo, ma Verratti dopo un provino non vuole rimanere in rossonero. Manoppello, la sua famiglia e Pescara sono troppo lontani e non se la sente di rimanere a Milano. Il primo contratto da professionista, su espressa richiesta di Cetteo Di Mascio, arriva durante il periodo del fallimento con il curatore fallimentare Saverio Mancinelli. Il contratto viene immediatamente fatto per evitare che il ragazzo possa essere rubato da societ avvoltoie per portarlo in Inghilterra a parametro zero. Tanti allenatori lo schierano a ridosso dellattacco, ma la sua vera crescita comincia

lanno scorso con Eusebio Di Francesco e con Zdenek Zeman c poi la definitiva esplosione. Il boemo lo riporta nel suo ruolo naturale e nel giro di poco tempo Verratti diventa un vero fuoriclasse, conquistando le attenzioni delle nazionali Under 20 e 21 e poi la grande chiamata in Nazionale maggiore di Cesare Prandelli. Negli ultimi tempi tante squadre corteggiano il giocatore: Roma, Napoli, Atalanta, Sampdoria, Siviglia. Alla fine per la Juventus sferra lassalto vero. I bianconeri vorrebbero spendere non pi di 5-6 milioni per il cartellino. Il ds Delli Carri e il presidente Sebastiani adesso ne chiedono quasi il doppio. Per un giovane campione con simili prospettive si potrebbe innescare una vera asta al rialzo. Inter, Milan e Genoa osservano interessate, pronte al rilancio. La Juve vuole stringere i tempi, ma non c fretta. Il talento ha un prezzo, in questo caso molto alto. Luigi Di Marzio
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IL BOMBER

Immobile il re del gol nella storia biancazzurra nessuno ha fatto meglio


PESCARA. Ai primi gol ha ricevuto gli sms dal suo ex compagno di squadra Fabio Quaglierella, alla valanga di reti arrivata la chiamata del Genoa, a gennaio, che ha preso Ciro Immobile in compropriet con la Juventus. Ciro diventato grande. Grande festa per la promozione in serie A con il Pescara, la citt che lo ha fatto diventare un calciatore vero. Champagne per la serie A, ma anche per i record personali. Frantumati i primati di Calai e Rebonato con 21 gol. Immobile ha scritto pagine stupende della storia biancazzurro. E lui il bomber del sogno pescarese e di quella massima serie che mancava da 20 anni. Ciro arrivato in Abruzzo in una sera di mezza estate senza troppi clamori. Una trattativa nata e chiusa nel giro di un paio di settimane. Un precampionato anonimo, poi lesplosione nelle prime gare del torneo. I primi segnali gi nella ga-

Ciro Immobile nato il 20 febbraio 1990 a Torre Annunziata ra desordio a Verona, quando soffi il posto a Riccardo Maniero. Dopo la vittoria con lEmpoli ecco che arriva un messaggino dellattaccante della Juventus Fabio Quagliarella. Ricordati che devi fare 20 gol, il testo pi o meno diceva questo. Quagliarella e Ciro avevano fatto una scommessa che fissava a 20 i gol da realizzare. Immobile ha vinto di gran lunga, distruggendo record su record. E diventato il giocatore biancazzurro che ha fatto pi gol nella storia del Pescara in una stagione, entrando anche nella top ten dei cannonieri di sempre della serie B. Il ragazzotto di Torre Annunziata ha stregato i tifosi del Delfino. Ha segnato in quasi tutte le partite di campionato. Un toro infuriato, anzi, un carrarmato, come lo chiamavano nella Primavera della Juventus; El Tanque era questo il nomignolo. Un carrarmato biondo che ha fatto impazzire il Genoa, che a gennaio non ci ha pensato due volte, sborsando 4 milioni per la met del cartellino. Ciro Ferrara dopo un paio

danni finalmente ha capito che era il momento di riportarlo in Under 21 e questanno rientrato nel giro degli azzurrini insieme a Verratti, Insigne e Capuano. Da Sorrento alla Juve (lo stesso Ferrara, quando era responsabile del vivaio bianconero lo soffi allInter), per poi girovagare in Toscana tra Siena e Grosseto. Un tour a stelle e strisce in estate con la Vecchia signora e poi Pescara. Ne ha fatta di strada il re del gol e adesso arrivato il momento della consacrazione. Il suo capolinea temporaneo lAbruzzo. Lui vorrebbe rimanere qui, dove ha trovato anche lamore con la sua nuova fidanzata, dopo che ha fatto impazzire gran parte delle ragazzine pescaresi. Lo dipingono come il nuovo Alberto Gilardino, altri dicono che sia pi forte dellattaccante del Genoa. Strano scherzo del destino, visto che Ciruzzo destinato a vestire i colori rossobl magari facendo coppia proprio con Gilardino. Lui ama Pescara, vuole ancora il biancazzurro e ha fatto capire a chiare note la sua volont. Il futuro adesso passa sui tavoli del calciomercato. Con una serie dincastri potrebbe rimanere ancora a Pescara, ma non dipender solo da lui. (l.d.m.)
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LO SCUGNIZZO

Insigne, lartista del gol dal carattere indomabile sogna la maglia azzurra
PESCARA. Fantasia al potere. stato il primo acquisto vero dopo lapprodo di Zeman a Pescara. 29 giugno 2011: un salto in sede, la firma sul contratto, quattro chiacchiere con i nuovi dirigenti, poi il brindisi. Calici al cielo a pranzo in un ristorante a due passi dal porto di Pescara con gli agenti e il pap Carmine. La prima giornata pescarese di Lorenzo Insigne iniziata cos undici mesi fa. Arrivato in riva allAdriatico con tante buone speranze, il bomberino napoletano faceva gi parlare di s per il campionato in Lega Pro a Foggia. I tifosi biancazzurri hanno creduto in lui fin dai primi calci al pallone nel ritiro estivo. Lorenzinho o Lorenzo il magnifico sono alcuni dei nomignoli che gli sono stati affibbiati. Lui sempre stato s stesso. Rispettoso, simpatico e giocherellone fuori e dentro dal campo. Irriverente nei dribbling e nelle giocate senza badare troppo a chi si fosse trovato davanti. lui lartista vero dellattacco del Pescara. Geniale in

Lattaccante Lorenzo Insigne nato il 4 giugno 1991 a Napoli alcune giocate, spesso spettacolare. Stupendi i gol di Bari e Cittadella, ma anche tanti altri rimarranno impressi nella mente. Un vero piccolo fenomeno. A Napoli credevano in lui, ma non immaginavano che potesse diventare nel giro di un paio danni il nuovo idolo dei napoletani. Sotto il Vesuvio gi imprecano per larrivo di Edu Vargas e hanno chiesto a chiare note al presidente De Laurentiis il ritorno dello scugnizzo, del Nano di Frattamaggiore. Una valanga di gol questanno, pi di quelli che lui potesse immaginare. In tempi non sospetti aveva indicato 15 zampate, i gol che gli sono valsi i premi a rendimento previsti nel suo contratto (ne aveva incassato anche uno a 10 gol). Il suo obiettivo stato abbondantemente raggiunto e anche il secondo: la convocazione in Under 21. Ciro Ferrara non poteva dirgli di no. Arrivato tra gli azzurrini, allesordio ha subito piazzato una bella doppietta e nella sua Frattamaggiore il sindaco ha fatto stampare degli enormi manifesti per celebrarlo. Anche Prandelli lha seguito parecchio, ma alla fine per gli Europei ha scelto Sebastian Giovinco. Ma so-

lo questione di tempo e lattaccante campano entrer nel club Italia dalla porta principale. Lo scugnizzo che ha stregato Pescara ha centrato anche la serie A. Una gioia immensa, ma che gli potrebbe complicare le cose per la sua riconferma con Zeman anche il prossimo anno. Prestazioni sontuose e tanti gol, come i tatuaggi sul suo corpo. Ne ha davvero tanti e lultimo ha voluto condividerlo con Maniero e Verratti. I tre si sono fatti tatuare uno smile dietro al gomito. In questi mesi si fatto notare non solo per i gol, ma anche per vari look sfoggiati. Capelli tagliati in vari modi: dalle creste, al ciuffo ribelle, alla testa rasata. Come non ricordare le sue stravaganti esultanze dopo i gol. A volte il passo di un ballo o quello di un animale. A Bari dopo il primo gol sbeffeggi il pubblico del San Nicola mimando un gallo, simbolo del club pugliese; poi la scimmia al Rigamonti di Brescia. A Pescara diventato una star, a Napoli nei bar parlano solo di lui. Il Pescara se lo gode e spera tra qualche settimana di brindare di nuovo come lo scorso 29 giugno. La sua permanenza in Abruzzo sarebbe davvero una grande vittoria, lennesima per il genio che mangia pane, pallone e fantasia. Luigi Di Marzio
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Sansovini, il trionfo dopo la metamorfosi da centravanti ad ala


PESCARA. Centocinque gol segnati nei campionati professionistici, quarantasette dei quali con la maglia del Pescara. Marco Sansovini, per tutti il capitano, sta scrivendo una pagina indelebile nella storia della societ biancazzurra. Al momento al terzo posto nella classifica dei bomber di tutti i tempi, a pari merito con Giuseppe Rinaldi e a una sola lunghezza da Ottavio Palladini. Nel mirino c sempre Federico Giampaolo, il leader di questa particolare graduatoria, con sessantacinque reti. Ma, intanto, Sanso-gol si gode laria della serie A che si respira in citt e non vede lora di esordire nella massima categoria. A trentadue anni, forse, non ci sperava pi dopo aver accarezzato lidea di sfondare nella Roma, la sua squadra del cuore, agli albori di una carriera che pareva sfavillante. Era un ragazzino, quando vide per la prima volta Zdenek Zeman. Giocava nella Primavera giallorossa insieme a Daniele Conti, Antonini e De Vezze, mentre il boemo guida-

Marco Sansovini nato il 17 giugno 1980 a Roma va la prima squadra dove spiccavano Francesco Totti, Eusebio Di Francesco, Cafu, Balbo e Aldair. Qualche allenamento insieme ai titolari, ma mai la possibilit di una convocazione. E poi il sogno spezzato da due gravi infortuni, che sembravano precludergli un futuro da calciatore, proprio a Foggia, nella patria di Zemanlandia. Appena quattro partite prima della lenta rinascita a Viareggio e poi su e gi per lo Stivale con esperienze nella Torres, nel Tivoli, di nuovo con la Torres, e nella Pro Sesto. E qui, che nella stagione 2004-05, vince il suo primo campionato passando dalla C2 alla C1. Lo vuole il Grosseto di Massimiliano Allegri, con cui va daccordo, ma quando arriva sulla panchina dei toscani Antonello Cuccureddu, che poi ritrover in Abruzzo, Sansovini non lega troppo e preferisce ripartire da Manfredonia. Nel 2007 comincia la storia damore con il Pescara: unannata condita da sedici perle sotto la gestione Franco Lerda e i play off sfumati per un solo punto (di penalizzazione). La successiva parentesi di Grosseto, dove rientr per fi-

ne prestito, gli serv per il tanto agognato esordio in serie B bagnato da quindici realizzazioni e la qualificazione ai play off. Suo anche il gol nel ritorno di semifinale contro il Livorno che, per, non sar sufficiente a passare il turno. Marco era definitivamente esploso e ha scelto Pescara come tappa stabile per la sua consacrazione scendendo nuovamente di categoria e rifiutando Taranto che pure gli offriva un contratto principesco. Il calore del pubblico gli si addice e lui ripaga laffetto con prestazioni sempre pi convincenti. La fascetta al braccio una naturale conseguenza che il tecnico Eusebio Di Francesco gli affida come simbolo di una pescaresit acquisita nel tempo. I gol giungono a grappoli, limpegno non manca mai, grazie anche a una perfetta stabilit famigliare che gli regalano la moglie Greta e la figlia Annalisa. La cavalcata in serie B con gol ai rivali storici del Verona, i play off sfiorati lo scorso anno e il cambio di ruolo con Zeman, che lo adatta esterno dattacco non facendogli perdere il vizietto della rete, sono soltanto gli ultimi capitoli dellaffascinante storia damore tra Pescara e Marco Sansovini. Marco Ratta
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IL CENTRO

IL PESCARA IN SERIE A

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DOMENICA 20 MAGGIO 2012

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I PROTAGONISTI SUGLI SPALTI

Rangers, il cuore della curva Nord


Il club da 36 anni rappresenta lanima ultr della tifoseria biancazzurra
PESCARA. Nella lunga storia della tifoseria pescarese sono stati tanti i club creati (Bad Boys, Cherokee, Park Kaos, quelli pi numerosi tra una ventina fondati in citt) e poi confluiti quasi tutti con il passare del tempo nello storico Pescara Rangers. Quella dei Rangers una storia nata nel novembre del 1976 quando un gruppo di amici ha fondato il gruppo ultr tuttora in attivit. Il vero deus ex machina delloperazione stato Angelo Manzo, che gi guidava il gruppo Excelsior tant che inizialmente il nuovo club era chiamato Excelsior-Pescara Rangers. Il club diventato presto una realt del tifo. In quel periodo era sostenuto da personaggi appassionati come lo stesso Angelo Manzo in primis e il presidente di allora del Pescara Gianni Capacchietti. Grazie allentusiasmo, il gruppo ha bruciato le tappe e nel giro di un solo anno diventato il gruppo ultr pi ammirato, invidiato e tra i pi temuti dItalia. Allinizio, per, la denominazione di Rangers non ha convinto molto i giovani del gruppo. In tutto il panorama nazionale non esisteva alcun altro grupno stati colpiti da un pesante lutto con la morte dellindiscusso leader Stefano Paravia, meglio conosciuto come Paravia il Guerriero. Nel gennaio 2006 ancora una tremenda notizia ha sconvolto gli ultr con la morte di Marco Mazza, detto Bub, allet di 39 anni. La morte di Bub ha radunato ai funerali oltre duemila persone. La bara stata portata sotto la curva nord dello stadio Adriatico, salutata da tantissimi tifosi e da tanti pescaresi. In quel triste giorno, in prima fila, cerano gli striscioni dei gruppi ultr arrivati da tutto lo Stivale. Dal quel giorno in poi la curva stata intitolata allindimenticato Bub e con i lavori di ristrutturazione dello stadio, in curva nord, sono stati installati dei seggiolini che compongono il nome Marco Mazza. Qualche anno dopo, altre due voci storiche dei Rangers sono venute a mancare: Marco Casimirri e Ciro Orlando. Lultimo lutto quello di Domenico Rigante. Dopo innumerevoli pagine di storia gi scritte il 36 compleanno e la serie A sono il nuovo punto dinizio per una lunga vita del cuore pulsante del tifo biancazzurro.
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La tifoseria biancazzurra in questa stagione non ha mai fatto mancare affetto e sostegno ai giocatori po con tale nome e quindi non sembrava appropriato. Ma tutti i tentativi di cambiare denominazione sono stati bloccati. Una scelta vincente, visto che dopo poco tempo altre tifoserie hanno adottato il nome Rangers ( successo a Pisa, Empoli, Genova). Dalla loro nascita del novembre 1976, i Pescara Rangers sono rimasti per varie partite casalinghe nel settore dei distinti dello stadio Adriatico, in affiancamento ai Fedelissimi. Per, la divergenza di idee nellintendere il tifo ha portato il gruppo alla decisione di cambiare settore per avere una propria identit. Il suggerimento di Angelo Manzo stato quello di trasferire i Rangers nella parte superiore della tribuna per diffondere il tifo in tutto lo stadio. Con il passare del tempo i Rangers sono sempre stati il punto di riferimento del tifo pescarese. Dal maggio del 2004, a causa dello scioglimento dei Bad Boys, sono rimasti lunico gruppo organizzato della curva nord, lunico a portare in giro per lItalia il nome di Pescara. In questi anni sono state tante le tappe importanti dei tifosi, a volte anche con dei risvolti tristi. Nel marzo del 2004, infatti, i ragazzi della curva nord so-

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