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Bruno Di Biase

(b.dibiase@uws.edu.au)
MARCS Auditory Laboratories
& School of Languages and
Linguistics
2005

Universita degli Studi di Verona


4 Aprile 2005
Temi di questa presentazione

Perch parlare di sviluppo


nellapprendimento?
La Teoria della Processabilit (Pienemann,
1998) e la produzione del linguaggio parlato
Gli stadi dello sviluppo dellitaliano L2
Applicazioni pratiche (in due parole)
Perch parlare di sviluppo
nellapprendimento?

Perch l insegnamento non garantisce


lapprendimento
Perch lapprendimento linguistico avviene
secondo percorsi naturali (quindi
obbligati)
Se linsegnante (o il logoterapeuta) non li
conosce non potr guidare lapprendente, e
linsegnamento dar meno frutti (vedi
Pienemann 1986)
Stadi dello sviluppo linguistico
Tra i risultati pi robusti e condivisi che emergono dalla ricerca
sullacquisizione della lingua (sia L1 che L2) c il fatto che
lapprendimento procede per stadi o tappe obbligate. Ogni
stadio rappresentato da un insieme di regole che si sviluppa
sulla base dello stadio precedente.
Secondo la Processabilit lo stadio precedente un requisito
per lapprendimento dellinsieme di regole dello stadio
immediatamente successivo non possibile saltare, per es.,
dallo stadio 1 allo stadio 3 senza prima acquisire lo stadio 2.
Lipotesi sullitaliano L2 qui presentata si basa sulla Teoria
della Processabilit (Pienemann 1998) e sulla mia ricerca
(condotta con il finanziamento dellAustralian Research
Council, del Co.As.It. e della UWS).
Processabilit e acquisizione di L2
La Processabilita si riferisce al come la L2 viene acquisita
entro i limiti imposti dalla comunicazione parlata in tempo-
reale data la capacita limitata dell elaboratore linguistico
umano.

una teoria che ipotizza formalmente quali strutture


linguistiche possono essere processate (elaborate)
dallapprendente ad un dato punto del suo sviluppo in L2.
Quindi falsificabile (cio verificabile).

La capacit di una teoria di formulare predizioni inter-


soggettivamente osservabili le consente di essere
sottoposta a verifica sulla base di dati empirici (Pienemann
1998 p.xv).
Processabilit e acquisizione di L2 (i)
Questa teoria si basa sullassunto che gli stadi dello
sviluppo linguistico siano determinati, almeno in parte,
dallarchitettura dellelaboratore linguistico umano,
e fa ricorso a due criteri essenziali:

la sequenza temporale delle fasi con cui si


produce lenunciato quando si parla;
lo scambio di informazione tra elementi
linguistici*
Ma come vengono descritte le strutture linguistiche?

*Per la formalizzazione degli elementi linguistici si fa


ricorso ad una teoria linguistica generativa quale la
LFG o Grammatica Lessicale Funzionale (Bresnan &
Kaplan, 1982; Bresnan, 2001; Dalrymple, 2001).
Questa scelta si basa sulla ricerca della plausibilita
psicologica e tipologica della LFG che non
discuteremo ora per ragioni di tempo.
Processabilit e acquisizione di L2 (ii)
Per produrre una frase, il parlante codifica il messaggio su
forme linguistiche che poi deve in qualche modo ordinare,
e cio:

prima, recupera le parole che gli servono dal


proprio lessico mentale Ogni parola composta
di elementi semantici (senso e significato), di
elementi grammaticali (tratti sintattici e morfologici),
e di elementi fonologici (suoni, forma sonora );
poi le assembla e le ordina;
infine le sonorizza.
Produzione del parlato (i)
Esemplifichiamo con due figure riprese da Vigliocco (2001) la
rappresentazione del percorso del messaggio (Figura 1) dal
momento dellintenzione del parlante di comunicarlo fino alla
sua articolazione. (Per un trattamento esauriente si veda
Levelt, 1989.)
Chiariamo prima di tutto che non si tratta di un processo che
richiede attenzione cosciente: lattenzione serve per seguire
lo svolgimento e monitoraggio del messaggio mentre si parla
piuttosto che la sua formulazione.
Si tratta infatti di un processo talmente veloce (pi di due
parole al secondo per litaliano, vedi tabella qui di seguito) che
renderebbe pressocch impossibile prestare attenzione sia
allo svolgimento del messaggio che al suo assemblaggio
lessicale, morfologico-sintattico e fonologico.
Produzione del parlato in italiano: fluenza media
Ricostruzione dalle pp. 39-44 del LIP di De Mauro-Mancini-Vedovelli-Voghera (1993)
Messaggio

Codifica grammaticale
Lemma (significato)

Selezione
lessicale

Lessema (forma) Codifica fonologica

Articolazione
Produzione del parlato (ii)
La seconda figura (Vigliocco 2001) specifica il
modo in cui avviene laccesso al lessico e la
codifica grammaticale di un messaggio elaborato
da un parlante maturo. Ecco un esempio inglese:
{the dog bites him}
Anche se il processo velocissimo (130 -180
parole al minuto) non simultaneo: ogni
componente del meccanismo di produzione
processa il suo tipo di informazione - concettuale,
lessicale, grammaticale e fonologica - in
sequenza fissa e incrementale.
Produzione del parlato (iii)

Questo modello applicabile al parlato in


qualsiasi lingua, ma ovviamente ogni lingua
impone al processo il proprio ordine e le proprie
marche morfosintattiche.

Il parlante maturo (o nativo) che volesse dare un


simile messaggio in italiano, dovr scegliere non
solo il lessico adatto con la sua morfologia (cane,
morde, ecc.) ma anche tra un pronome oggetto
clitico (lo) da collocare prima del verbo, oppure un
pronome oggetto tonico (lui), pi marcato, da
collocare dopo il verbo, come in inglese.
Produzione del parlato (iv)

Quindi lapprendente di una L2 dovr imparare


non solo il lessico con le sue componenti
semantiche, morfosintattiche e sonore, ma anche
le procedure di assemblaggio che sono specifiche
alla lingua da apprendere.

Su questa base, Pienemann (1998) propone un


percorso universale secondo cui tali procedure
vengono apprese. Lordine in cui avviene il
processo di accesso e assemblaggio dei vari
elementi che compongono il messaggio
illustrato nello schema che segue:
Table1:Hypotheticalhierarchyofprocessingprocedures(Pienemann 1998, 2002)
t1 t2 t3 t4 t5

S'procedure _ _ _ _ +


interphrasal interphrasal
Sprocedure _ simplified simplified information information
exchange exchange

Phrasal _ _ phrasal phrasal phrasal


procedure information information information
VP exchange exchange exchangein
inVP inVP VP


phrasal

Phrasal _ phrasal phrasal


_ information
information
information
procedure exchange
NP exchange inNP exchange
inNP inNP

Category

procedure _ category+ category+ category+ category+


(lex.category) affix affix affix affix

noinformation
Word/lemma exchange, lemma lemma lemma lemma
lemmaaccess access access access access
Produzione del parlato (conclusione 1)

Lapprendimento avviene per stadi,


caratterizzabili universalmente e rapportabili alle
fasi della produzione della lingua parlata;

Avviene, gradualmente, su un arco temporale,


(astrattamente rappresentato come t1, t2, ecc.)

ha carattere implicazionale: luso di una


procedura implica lacquisizione delle procedure
degli stadi precedenti (vedi lipotesi della
insegnabilit, Pienemann, 1986).
Produzione del parlato (conclusione 2)

Ogni stadio caratterizzato dalle strutture che


si possono assemblare grazie alle procedure
acquisite;
le strutture di una L2 che appartengono ad ogni
stadio si possono ipotizzare sulla base dello
scambio di informazione morfosintattica che
deve avvenire tra le varie componenti lessicali
di quella stessa struttura;
le procedure per lassemblaggio morfosintattico
sono specifiche alla L2.
Due esempi dallapprendimento dellInglese L2 da L1 lontane

_
Altro esempio da due lingue vicine:
La struttura Verbo-in-seconda-posizione (Avv V NSogg X) esiste sia nello
svedese che nel tedesco:

(1) Svedese
lgr reste han till Stockholm
Ieri ando egli a Stoccolma
Ieri e andato a Stoccolma
(2) Tedesco
gestern fuhr er nach Stockholm
Ieri ando egli a Stoccolma
Ieri e andato a Stoccolma

Ma il percorso degli apprendenti svedesi di tedesco L2 passa per una


struttura intermedia in cui laggiunta del avverbio non cambia lordine di
base SVX, proprio come avviene per altri apprendenti di tedesco, per es.
Come risulta per gli apprendenti di L1 romanze nella ricerca ZISA (Meisel,
Clahsen & Pienemann, 1981).
Scala Implicazionale : L1 = Svedese, L2 = Tedesco
Hakansson, Pienemann and Sayheli (2002)

Name SVO ADV INV


Gelika (Year 1) + - -
Emily (Year 1) + - -
Robin (Year 1) + - -
Kennet (Year 1) + - -
Mats (Year 2) + - -
Camilla (Year 2) + - -
Johann (Year 1) + + -
Cecilia (Year 1) + + -
Eduard (Year 1) + + -
Anna (Year 1) + + -
Sandra (Year 1) + + -
Erika (Year 1) + + -
Mateus (Year 2) + + -
Karolin (Year 1) + + -
Ceci (Year 2) + + -
Peter (Year 2) + + -
Johan (Year 2) + + +
Zandra (Year 2) + + +
Zofie (Year 2) + + +
Caro (Year 2) + + +
E ora
lipotesi per lapprendimento
dellitaliano L2
Sequenza delle procedure di processabilit nellapprendimento della L2

procedura scambio di informazione tempo

t1 t2 t3 t4 t5
tra la principale e la
subordinante subordinata _ _ _ _ +

tra le teste
frasale di sintagmi diversi _ semplificata semplificata + +

tra la testa e altri


sintagmatica costituenti del sintagma _ _ + + +

nessuno: uso di
categoriale informazione in loco _ + + + +

nessuno: nessuna
lemmatica sequenza di costituenti + + + + +
Sequenza delle procedure di processabilit nellapprendimento della morfosintassi dell

scambio
procedura struttura ed esempio
dinformazione
tra principale e costruzione della subordinata
subordinante subordinata mah penso che sia un laghetto (parlante nativo)
accordo tra SN e SV: numero, genere, persona
frasale tra sintagmi i genitori di mia mamma sono australiani
i broccoli li compra il cane
accordo nel SV: numero
entro il SV ma sono vecchi e non voglio stare con loro;
sono andati via;
sintagmatica
accordo nel SN: numero, genere
entro il SN
cinque l' alberi; due quadrati verdi; due croci rossi*

alternanza nelle forme nominali (per es. numero)


categoriale nessuno fiore/fiori; rosso/rossi;
e verbali (tempo, persona ecc.) mangia, mangiato
forme invariabili
lemmatica nessuno
ciao; non lo so; mi chiamo Melissa
Stadio 1: apprendimento formulaico
Si apprendono elementi lessicali singoli e
invariabili. Per esempio:
ciao
spaghetti
non lo so
mi chiamo Melissa

Questo stadio stato scherzosamente battezzato pizza &


cappuccino, perch queste due parole vengono imparate e
comunemente usate anche dagli australiani anglofoni che non
sanno litaliano - il che dimostra che una parola o formula pu
essere importata da qualsiasi lingua e incorporata nel lessico
come prestito linguistico.
Stadio 2: Procedura Categoriale
(morfologia lessicale)
Lapprendente comincia ad annotare gli elementi
lessicali (formulaici) che ha gi imparato,
distinguendo alcune categorie lessicali (per es.
nominale vs. verbale) e alcuni tratti grammaticali
(per es. il numero). Quindi la forma delle parole
comincia a variare secondo i valori concettuali e
grammaticali espressi dalla L2. Per es.:

N {cane} N {cani {+ plurale}}


A {arrabbiato} A {arrabbiata {+ femminile}}
V {mangia} V {mangiato {+passato}}
Stadio 2: esempi
(apprendente di scuola elementare)

R le stelle sono?... arrabbiate proviamo il triangolo


com il triangolo
AMY una triangolo arrabbiate
R arrabbiato e i triangoli come sono?
AMY due traiangolo arrabbiate

Qui lapprendente (AMY) tratta ogni elemento lessicale


separatamente, nel senso che non c scambio di
informazione tra luno e laltro. Tuttavia le categorie lessicali
Nome e Aggettivo sono emerse, come si vede per es. dalla
presenza di determinanti e dallordine delle parole. Sono
invece ancora assenti i tratti grammaticali, per es. il
numero.
Stadio 3: Procedura Sintagmatica
(accordo interno al sintagma nominale)

Lapprendente riconosce la testa categoriale del


sintagma e comincia ad annotare (cioe a marcare) i
tratti grammaticali al suo interno.

In italiano questa marca va calcolata su tutto il sintagma


nominale, dove gli elementi che modificano o
specificano il nome (articoli, quantificatori, aggettivi,
ecc.) devono unificare linformazione di numero e di
genere con il nome stesso. Per es.:

molti cani arrabbiati


pl plurale pl
Stadio 3: il tratto numero

I nomi italiani hanno una sola categoria flessiva che


esprime una propriet semantica del referente: il
numero, che esprime due valori : singolare e
plurale. (vedi Maiden 1995, Vincent 1990).

Per i nomi rispondono a diverse classi flessive (cio


insiemi di nomi che presentano la stessa coppia di
desinenze per il singolare e il plurale). DAchille &
Thornton (2003) ne distinguono sette. Per quattro di
queste (che interessano circa il 60% del lessico
italiano) la desinenza plurale -i.
Stadio 3: il tratto numero (ii)

Lapprendente non pu sapere tutto questo a


priori, n pu derivare tali classi da strutture
concettuali.

Quindi, una volta scoperta una delle regolarit


della corrispondenza forma/funzione (magari la
pi frequente, cio -i per i nomi plurali)
lapprendente si atterr a quella fino a che non
apprender altri tratti formali inerenti alle altre
classi flessive.
Stadio 3: il tratto genere
I nomi italiani hanno tutti il tratto grammaticale genere,
che ha due valori: maschile e femminile. Il genere per
non una categoria flessiva del nome ma
dellaggettivo e di altri modificatori e specificatori del
nome (Maiden, 1995 p.106; vedi anche Harris, 1991,
per lo spagnolo).

Il genere spesso semanticamente motivato se riferito


a esseri umani: per es. donna femminile, e uomo
maschile. Tuttavia per il resto del lessico il genere
semanticamente arbitrario. Per es. sole maschile,
mano femminile, casa femminile.
Stadio 3: il tratto genere (ii)

Quindi lapprendente dovr imparare ad


annotare il genere (maschile o femminile) nel
nome, lemma per lemma, per poterlo poi
accordare con laggettivo, ed altri modificatori del
nome. Non sorprende dunque se anche parlanti
di livello avanzato presentano errori relativi alla
marca di genere.
Le forme flessive pi importanti sono riportate
nelle due tabelle che seguono riprese da Vincent
(1990).
Stadio 3: numero e genere
riassunto
I tratti numero e genere comportano complicazioni non
indifferenti rispetto ad uno dei principi che governano la
costruzione dellinterlingua: una forma/una funzione
(Andersen 1984).
Il rapporto forma/funzione esula dalla Processabilit che si
occupa del principio di scambio dei tratti e non
dellapprendimento degli specifici rapporti forma/funzione esistenti
in una L2 (vedi Pienemann 1998 4.3),che andrebbero dipanati
da un modulo teorico ad hoc.

In altre parole, probabile che lapprendente superi lo stadio 2


propriamente lessicale (in cui annota categorie e tratti lessicali)
approdando quindi allo stadio 3 dello scambio di informazione a
livello di sintagma senza aver necessariamente appreso i tratti
specifici di tutte le classi flessive.
Stadio 3: esempi
(apprendente di scuola elementare)

LARA tre triangoli


R di che colore?
LARA rossi
R bravissima (R. mostra un triangolo verde)
LARA un triangolo verde
R s (mostra due quadrati verdi)
LARA due quadrati .. ver . di
R bravissima (mostra un triangolo giallo)
LARA un triangolo giallo
R brava (mostra tre croci rosse)
LARA tre croci rossi
Stadio 3: esempi
(da apprendenti adulti)

LOIS cinque l' alberi

LOIS molti .. molti l'uffici

ANN non ho tanti amici maschili (maschi)


Stadio 4:
Procedura del Sintagma Verbale
(accordo interno al sintagma verbale)

Lapprendente a questo punto gi sa che la


forma verbale cambia (per es. con la marca
di tempo, persona, ecc.) e comincia a
costruire SV pi complessi, per es. con
lausiliare avere seguito dal verbo lessicale
marcato -to (passato), oppure un modale
seguito da un infinito -re (e non -to);
la copula accordata in numero con il
predicato aggettivale o nominale.
Stadio 4: esempi
(apprendente adulta)

ANN ma sono vecchi e non voglio stare con loro


qui sopra c accordo plurale tra il V copulare e
laggettivo (parlava dei parenti); e poi un V
modale (voglio) che accompagna correttamente
un infinito, mentre qui sotto abbiamo un ausiliare
(avere) che si accompagna con un V lessicale
con la marca aspettuale/temporale:

ANN mh ho ricevuto le foto


Stadio 5: Procedura Frasale
(accordo inter-sintagmatico)

Laccordo (scambio di informazione)


avviene tra sintagmi diversi (SN e SV);

lapprendente ora pu calcolare laccordo


Soggetto-Verbo/Aggettivo predicativo; e

pu anche collocare il pronome oggetto in


posizione pre-verbale, accordandolo con il
topic (quando co-referenziale con
loggetto).
Stadio 5: esempi
(apprendenti adulti)
ANN e i genitori di mia mamma sono australiani

ANN i funghi . oh . sono comprat . comprati dalla


gallina
(Task: la cena degli animali)

TONI i broccoli li compra il cane

AMY le patate le ha comprate . la . il cane e i


broccoli li ha comprati l'oca
Stadio 6: scambio di informazione tra
principale e subordinata

Questo stadio richiede uno scambio di informazioni


tra frase principale e frase subordinata.
Lapprendente deve riconoscere, per es., un
sottoinsieme di verbi nella principale (pensare, volere,
ecc.) o di congiunzioni nella subordinata (sebbene,
purch, ecc.) che richiedono delle forme particolari
nel verbo della subordinata.
E difficile che lapprendente L2 arrivi a questo stadio
nella produzione spontanea del parlato, ma certo
possibile che ci arrivi nella comprensione.
Stadio 6: esempio
PAT (parlante nativo): mah penso che sia un laghetto

Nella mia ricerca con sei apprendenti di italiano L2


anche di livello avanzato non si sono registrati esempi
dello stadio 6, eccetto con il parlante nativo (di controllo).
NB: Nellitaliano parlato in Italia (e non solo quello
popolare) il congiuntivo rappresenta l1-2% delle forme
verbali della conversazione faccia a faccia o telefonica.
N tanto comune nel parlato formale e nelle variet
scritte, dove raggiunge circa il 2.5% delle forme verbali
(vedi Cresti 2003; De Mauro et al. 1993 pp. 106-110).
Le cifre in parentesi per V-to rappresentano sovra-estensioni. Per il resto delle strutture
il + rappresenta occorrenze positive il quelle negative in contesto obbligatorio e > le
sovraestensioni.

Questa tabella riporta i risultati di uno studio trasversale (Di Biase &
Kawaguchi, 2002) condotto su sei apprendenti australiani studenti
universitari di italiano L2 a vari livelli, e un italofono (di controllo).
Questa tabella riassume lacquisizione delle strutture proposte nello studio
trasversale in Di Biase & Kawaguchi (2002) - nel quadro precendente,
seguendo il criterio di acquisizione descritto in Pienemann (1998).

I risultati confortano lipotesi derivata dalla Processabilit rispettandone la


natura implicazionale (Indice di scalabilita = 100%).
Due parole sulle
applicazioni pratiche
della Processabilit

Valutazione linguistica

Pianificazione dellintervento didattico


Valutazione linguistca

La Processabilit propone un sistema


preciso e obiettivo di misurazione per
valutare il progresso grammaticale
dellapprendente
La pianificazione didattica

deve fondarsi sulle fasi naturali dellapprendimento


(certamente non contro di esse, vedi Corder 1968).

Se lapprendimento delle strutture di ogni stadio


implica che quelle dello stadio precedente siano gi
emerse, allora si pu sapere se lapprendente
pronto per lacquisizione delle strutture dello stadio
successivo.
Vedi lipotesi di insegnabilit
(Pienemann 1984, 1986)
Bibliografia (1)
Andersen, R. (1984). The one-to-one principle of interlanguage
construction. Language Learning 34: 77-95.
Bettoni, C. (2001). Imparare unaltra lingua. Roma-Bari: Laterza.
Bresnan, J. (2001). Lexical-Functional Syntax. Blackwell: Oxford.
Corder, P. (1967). The significance of learners errors. IRAL, 5, 161-70.
Cresti, E. (2003). La categoria della persona: analisi delle forme verbali
di un campione di parlato. In Giacomo-Marcellesi, M. & Rocchetti, A. (a
cura di), Il verbo italiano: Studi diacronici, sincronici, contrastivi, didattici
(pp. 211-236). Roma: Bulzoni.
DAchille, P. & Thornton, A.M. (2003). La flessione del nome dallitaliano
antico allitaliano contemporaneo. In Maraschi, N. & Poggi-Salani T. (a
cura di), Italia linguistica anno Mille; Italia linguistica anno Duemila (pp.
211-230). Roma: Bulzoni.
De Mauro, T., Mancini, F., Vedovelli, M. & Voghera, M. (1993). Lessico
di frequenza dellitaliano parlato. Milano:ETASLIBRI.
Di Biase, B. (2002). Focusing strategies in second language
development: a classroom-based study of Italian L2 in primary school.
In B. Di Biase (a cura di), Developing a second language: Acquisition,
processing and pedagogy of Arabic, Chinese, English, Italian,
Japanese, Swedish (pp. 95-120). Melbourne: Language Australia.
Bibliografia (2)
Di Biase, B. & Kawaguchi, S. (2002). Exploring the typological plausibility of
Processability Theory: Language development in Italian second language and
Japanese second language. Second Language Research 18: 272300.
Harris, J. (1991). The exponents of gender in Spanish. Linguistic Inquiry 22, 27-
62.
Johnston, M. (1997). Development and variation in learner language. PhD
Australian National University.
Levelt, W.J.M. (1989). Speaking. From intention to articulation. Cambridge,
Mass.: MIT Press.
Maiden, M. (1995). A Linguistic History of Italian. Londra: Longman.
Pallotti, G. (1998). La seconda lingua. Milano: Bompiani.
Pienemann, M. (1984). Psychological constraints on the teachability of
languages. Studies in Second Language Acquisition 6: 186-214.
Pienemann, M. (1986). Leffetto dellinsegnamento sugli orientamenti degli
apprendenti nellacquisizione di L2. In A. Giacalone Ramat (a cura di),
Lapprendimento spontaneo di una seconda lingua (pp.307-326). Bologna: Il
Mulino.
Pienemann, M. (1998) Language processing and language development -
Processability Theory. Amsterdam: Benjamins.
Vigliocco, G. (2001). Speech Production. In Encyclopedia of Cognitive Sciences.
London: Macmillan.
Vincent, N. (1990). Italian. In Comrie, B. (Ed.), The major languages of Western
Europe (pp. 269-92). London: Routledge.
Ringraziamenti
Una prima versione di questa presentazione sulla
Teoria della Processabilit (Pienemann 1998) era
stata preparata per il corso di aggiornamento
CoAsIt per insegnanti di italiano L2, Sydney 17-19
settembre 2004.
Ulteriormente aggiornato per pubblicazione in rete
perch i materiali in italiano su questo argomento
sono rari. Esistono un contributo di Pienemann
(1986) in una raccolta curata da Anna Giacalone
Ramat, e un riassunto di esposizioni precedenti alla
teoria corrente in Pallotti (1998). Un trattamento pi
recente si trova in Bettoni (2001).

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