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I nuovi materiali

Andrea Cheng e Leonid Kolesnik


Pellicola calorifera

Al MIT(Massachusetts
Institute of
Technology) hanno
sviluppato un materiale
in grado di
immagazzinare a lungo
l'energia solare e di
rilasciarla su richiesta
sotto forma di calore.
Comunemente, lenergia solare viene convertita in
elettricit, ma il MIT ha trovato un altro modo di I ricercatori stanno lavorando per
sfruttare il sole. Infatti ha scoperto una pellicola che ottimizzare le propriet del
esposta ai raggi del sole, le molecole diventano stabili, polimero: l'obiettivo di
e per tornare allorigine serve uno stimolo esterno, sprigionare abbastanza calore per
come una scossa, generando una vampata di calore. innalzare la temperatura di 20 C,
contro i 10 C attuali, e di arrivare
alla perfetta trasparenza.
Il nuovo materiale del MIT che si raffredda al caldo

I materiali convenzionali, quando si trovano in un


ambiente a temperatura pi bassa, si raffreddano
cedendogli parte del loro calore. Il materiale del MIT
si comporta allo stesso modo, ma emette il calore a
frequenze ben definite, le stesse della finestra
termica del pianeta: in questo modo la radiazione
calda riesce ad attraversare latmosfera e a disperdersi
nello spazio e il pannello riflettente diventa pi
freddo dellambiente circostante.
Shanhui Fan, lingegnere elettrico del MIT che ha
sviluppato questa tecnologia, ha gi realizzato un
prototipo funzionante del suo sistema a raffreddamento
passivo e lha installato sul tetto di un edificio del
campus: si tratta di un campione grande quanto un
piatto, ma sufficiente per metterne alla prova le
capacit.
A prima vista i pannelli sviluppati da Fan assomigliano ai
comuni fotovoltaici: si tratta per di wafer di silicio spessi
circa 10 centimetri allinterno dei quali si alternano strati di
vetro e di ossido di afnio: sono in grado di riflettere nello
spazio il 97% dellenergia solare che li colpisce.
Secondo Fan se il tetto di un edificio fosse
completamente ricoperto da questi pannelli, potrebbe
azzerare o quasi il bisogno di aria condizionata
tradizionale.
Vantablack

Di fronte a questo nero,


tutti gli altri neri della
tavolozza - il caso di
dirlo - impallidirebbero:
un team di ricercatori
della NanoSystems,
un'azienda del Surrey
(Inghilterra) ha messo a
punto un materiale
incredibilmente scuro,
definito "super-nero".
Vantablack, questo il nome del prodotto in nanotubi di
carbonio (ciascuno dei quali 10 mila volte pi sottile di
un capello umano) assorbe il 99,96% della luce visibile.
stato studiato per essere usato come rivestimento
isolante per le strutture leggere e sensibili alle alte
temperature, come le pi delicate strumentazioni ottiche
in alluminio.
La quantit di luce assorbita tale
che ciascun oggetto, se rivestito con
questo materiale, scompare
completamente alla vista: l'occhio
umano non pi in grado di
distinguerne forma e contorni. Un
abisso di oscurit risucchia ogni
fotone, con un effetto simile
all'azione di un buco nero.
La sua lavorazione a basse
temperature - un processo
decisamente innovativo per i
materiali in nanocarbonio - ha reso
possibile trasferirlo su molti tipi di
materiale sensibili al calore come il
silicone o l'alluminio.
Grazie alla sua capacit di prevenire la dispersione della luce,
Vantablack potr essere utilizzato per calibrare dispositivi ottici come
telecamere astronomiche, telescopi e sistemi di scanning
all'infrarosso; o per rendere pi sensibili le strumentazioni ottiche di
terra e di cielo permettendo di captare anche gli oggetti celesti
meno luminosi. Oltretutto, fa sapere la compagnia, sopporterebbe
bene lo stress di un lancio e vibrazioni prolungate.

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