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CORSO INTEGRATO
MEDICINA INTERNA, MALATTIE DEL SISTEMA ENDOCRINO E DEL METABOLISMO
DIABETE MELLITO
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
DIABETE MELLITO: DEFINIZIONE
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
VALUTAZIONE DEL CONTROLLO GLICEMICO
3. Glicosuria
4. Emoglobina glicata
La percentuale di emoglobina glicata riflette i valori medi di
glicemia nell’arco delle precedenti 8-12 settimane
Criteri per la diagnosi di diabete mellito
In assenza di inequivoca iperglicemia con scompenso metabolico acuto, tali criteri andrebbero
confermati ripetendo il test un altro giorno.
La terza misura (OGTT) non è raccomandata per l'uso routinario clinico.
FPG = fasting plasma glucose (glicemia a digiuno).
Criteri per la diagnosi di diabete mellito
FPG >=100
alterata glicemia a
e <126 mg/dl
digiuno (IFG)
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
Age-adjusted Percentage of U.S. Adults Who Had
Diagnosed Diabetes
1994
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
Classificazione eziologica del diabete mellito
Diabete di tipo 1
“PRIMARIO”
Diabete di tipo 2
Alterazioni genetiche
Malattie del pancreas
Endocrinopatie “SECONDARIO”
Forme iatrogene
Infezioni virali
Diabete mellito gestazionale
Classificazione eziologica del diabete mellito
• Autoimmunità
- presenza di autoanticorpi circolanti diretti contro determinanti
antigeniche delle isole pancreatiche (ICA), insulina (IAA), acido
glutammico decarbossilasi (GAD), …
- mimetismo molecolare ? (analogie tra GAD e Coxsackie B
virus
- associazione di DM1 con altre patologie autoimmuni
(autoanticorpi anti-tiroide, antisurrene, anti-transglutaminasi,…)
• Agenti virali
• Dieta (latte vaccino nella prima infanzia ?)
Classificazione eziologica del diabete mellito
Diabete di tipo 2 :
comprende forme caratterizzate da prevalente insulino resistenza
con relativa deficienza insulinica e forme con prevalente deficit
secretivo di insulina con insulinoresistenza
Questa forma di diabete, precedentemente chiamata diabete non insulino
dipendente, diabete di tipo 2, diabete dell'adulto, comprende individui che
presentano insulino-resistenza e in genere un deficit di insulina relativo
(piuttosto che assoluto).
Almeno all'inizio, e spesso nel corso della loro vita, tali individui non
necessitano di terapia insulinica per sopravvivere.
+
=
DIABETE MELLITO TIPO 2: ipotesi patogenetiche
ADIPOCHINE
INSULINO-RESISTENZA
Age-adjusted Percentage of U.S. Adults Who Had
Diagnosed Diabetes
Obesity (BMI ≥30 kg/m )
2
Diabetes
1994 2000 2009
ALTERAZIONI IPERTENSIONE
PROTROMBOTICHE ARTERIOSA
ALTERAZIONI IPERTENSIONE
PROTROMBOTICHE ARTERIOSA
TG
LDL PATTERN LIPIDICO DANNO
PROATEROGENO CARDIOVASCOLARE
HDL
DIABETE MELLITO TIPO 2: ipotesi patogenetiche
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
Secrezione di insulina
Azioni dell’Insulina
sul metabolismo di carboidrati, proteine e lipidi
• Carboidrati
• Facilita la conversione del glucosio a glicogeno
di deposito nel fegato e nel muscolo.
• Riduce la trasformazione di glicogeno a
glucosio ed il suo rilascio da parte del fegato.
Azioni dell’Insulina
sul metabolismo di carboidrati, proteine e lipidi
• Proteine
• Stimola la sintesi proteica
• Inibisce il catabolismo proteico e la
gluconeogenesi.
Azioni dell’Insulina
sul metabolismo di carboidrati, proteine e lipidi
• Lipidi
• Stimola il trasporto di trigliceridi al tessuto
adiposo e la lipogenesi.
• Inibisce la lipolisi e previene la eccessiva
produzione di chetoacidi
CHETOGENESI
Neuropatia MUSCOLO
periferica
sensitivo-motoria
GLUCOSIO TESSUTO
ADIPOSO
autonomica
FEGATO
IPERGLICEMIA
Sindrome
Astenia
iperosmolare
Microangiopatia Iperfagia
GLICOSURIA
(ispessimento intimale,
proliferazione endoteliale,
deposizione di lipidi Alterato metabolismo
emateriale PAS positivo) POLIURIA
proteico:
Nefropatia gluconeogenesi (perdita di
Retinopatia POLIDIPSIA peso)
lipidico:
-lipolisi (chetoacidosi)
Macroangiopatia -ridotto rapporto HDL/LDL
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
Diagnosi «occasionale»
The two approaches to screening that are usually recommended are either to
screen the entire population above a certain age or targeted screening geared to
individuals identified as "high risk" based upon multiple risk factors.
• The Centers for Disease Control and Prevention (CDC) in the United States
suggests screening by fasting glucose, OGTT, or A1C testing for individuals 45
years or older or those with risk factors, including overweight, first-degree relative
with diabetes, high-risk ethnic group, history of gestational diabetes, or sedentary
lifestyle.
• The National Institute for Health and Care Excellence (NICE) guidelines
issued in 2012 recommend risk assessment using a self-assessment
questionnaire or risk-assessment tool for diabetes for adults aged 40 and above,
younger adults in high-risk ethnic groups, those with a BMI >30 kg/m2, or those
with comorbidities including hypertension or cardiovascular disease. Such
individuals would be offered testing with either a fasting plasma glucose or A1C
and provided with a program for lifestyle change based on the findings.
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016
www.standarditaliani.it
STANDARD ITALIANI PER LA CURA DEL DIABETE MELLITO 2016
www.standarditaliani.it
Le patologie e i sintomi sospetti
Altre volte la diagnosi viene posta a
seguito di accertamenti richiesti per
manifestazioni tipiche del diabete
Sintomi e segni suggestivi di diabete
Poliuria
Polidipsia
Calo ponderale
Iperfagia
Astenia
Irritabilità
Visione annebbiata
Frequenti infezioni
Disturbi trofici cutanei
Prurito vulvare e/o anale
Lenta guarigione delle ferite
Parestesie agli arti
La valutazione iniziale 1
La valutazione iniziale 2
La valutazione iniziale 3
La valutazione iniziale 4
DIABETE MELLITO
1. DEFINIZIONE
3. EPIDEMIOLOGIA
4. CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA
5. FISIOPATOLOGIA
6. QUADRO CLINICO
7. ASPETTI DI TERAPIA
TERAPIA DEL DIABETE MELLITO
1. PERCHE’ TRATTARE
2. QUANDO TRATTARE
3. QUANTO TRATTARE
4. COME TRATTARE
UKPDS, dati osservazionali:
riduzione delle complicanze in caso di
riduzione dei valori di HbA1c di 1%
Tutti gli Mortalità Mortalità Infarto Vasculopatia Micro-
Cataratta
Riduzione del rischio relativo che corrisponde
–5
21% 21% 14% 14% 12% 43% 37% 19%
–10
–15
–20
†
† ‡
–25 †
†
–30 †
–35
–40
*Amputazione delle estremità o PVD fatale †
–45 †P < 0.0001; ‡P = 0.035
• Pazienti con nuova diagnosi o con • Pazienti con diabete di lunga durata
diabete di durata < a 10 anni ( > 10anni)
• Pazienti senza precedenti di CVD • Con precedenti di CVD o lunga
• Pazienti abitualmente in discreto storia di inadeguato compenso
compenso glicemico e senza glicemico o fragili per età e
comorbilità comorbilità
• Prevenire le ipoglicemie
Obiettivi compenso glicemico
Normali ADA1 AACE3 IDF4 ADA/
EASD5
100
B L D
80
μU/ml
60
40
Normal pattern
20
Time of day
Regolare
100
B L D
80 NPH
μU/ml
60
40
Normal pattern
20
Time of day
80
Insulina libera plasmatica (µU/ml)
20
0
0 2 4 6 8 10 12
20
0
0 2 4 6 8 10 12
Rapid-acting insulins
100
B L D NPH
80
μU/ml
60
40
Normal pattern
20
Time of day
Rapid-acting insulins
60
40
Normal pattern
20
Time of day
75
Colazione Pranzo Cena
25
Glargine
Detemir
• Sensibilizzanti all’insulina
• Biguanidi (metformina)
• Tiazolidindionici (pioglitazone, rosiglitazone)
c) Insuline
• La dieta e l’esercizio fisico sono aspetti fondamentali nel
trattamento del diabete mellito
OBIETTIVI DELLA TERAPIA NUTRIZIONALE NEL DIABETE MELLITO
http://www.progettodiabete.org/index.php3
Durante la giornata, l'assunzione dei cibi può essere ripartita,
secondo anche gli usi italiani, come indicato nella tabella
seguente, considerando che, se si preferisce saltare le
merende, esse vanno ripartite tra il pasto prima e quello
successivo:
Orario Percentuale
Colazione 7,30 8%
Merenda 10,30 12%
Pranzo 13,00 32%
Merenda 16,30 8%
Cena 19,30 32%
Merenda 22,30 8%
ALTO O BASSO INDICE
GLICEMICO (IG): COSA SUCCEDE?
Glicemia
mg/dL
25
0
0 20 30 40 50 60 90 105 120 150 180
Time, minutes
-25
Ludwig, J Am Med Assoc, 2002
INSULINEMIC RESPONSE AFTER A WHITE
BREAD OR A SPAGHETTI MEAL
40 White Bread Spaghetti
∆ Insulin
µU/mL
30
20
10
0
0 30 60 90 120 150 180
Time, min
Ludwig, J Am Med Assoc, 2002
Indice Glicemico (IG), relativo al Pane
Bianco, di alcuni alimenti
Cibo Indice glicemico (%)
Pomodori 13
Ciliegie 32
Fagioli 40-60
Mele 52
Pasta (spaghetti) 52
Pasta (maccheroni) 68
Pizza 86
Saccarosio 92
Polenta 106
Cornflakes 100-120
Miele 120
Patate bollite 120
Glucosio 138
Nutrizione e fenomeni infiammatori
Infiammazione Infiammazione
Diete a basso indice
Acidi grassi “trans”
glicemico
Diete Diete ad alto indice
ipocolesterolemizzanti glicemico
Metformin 3 31 14
Placebo (n=490)
Metformina (850mg/bis die) (n=503)
0.75 Passeggiata (150 minuti/die) (n=530) 53% in NIDDM
Incidenza cumulativa S.M.
0.60
47% in NIDDM
0.45 38% in NIDDM
0.30
0.15
0.00
1 2 3 4
Follow-up anni
Orchard J et al. Ann Intern Med, 2005;142:611-621
EFFETTO DELLA METFORMINA E DELL’ATTIVITA’ FISICA
SULLA REGRESSIONE DELLA SINDROME METABOLICA
Placebo (n=592)
Metformina (850mg/bis die) (n=570)
0.75 Passeggiata (150 minuti/die) (n=549) 38% Guariti
0.45
8% Guariti
0.30
0.15
0.00
1 2 3 4
Follow-up anni
Orchard J et al. Ann Intern Med, 2005;142:611-621
Finnish Diabetes Prevention Study:
Prevenzione dell’insorgenza di NIDDM in soggetti con insulino-resistenza.
Effetto dell’attività fisica e correzione della dieta
-58%
ma…
• Sensibilizzanti all’insulina
• Biguanidi (metformina)
• Tiazolidindionici (pioglitazone, rosiglitazone)
c) Insuline
STEP 1
Iniziare con METFORMINA (soprattutto in pz in
sovrappeso), tranne che in caso di insufficienza
renale (rara acidosi lattica).
Iniziare con basse dosi (4-6 sett) per evitare
intolleranza gastrointestinale (10% casi)
Massima efficacia alla dose di 2g/24h.
Minimo numero di ipoglicemie, assenza di
aumento di peso, basso costo.
Sospendere nelle situazioni a rischio di insuff
renale acuta (chirurgia, mdc iodato).
Ad oggi non è chiaro il meccanismo d'azione.
A consensus statement from the American Diabetes Association (ADA) and the
European Association for the Study of Diabetes (EASD) recommends that
metformin therapy (in the absence of contraindications) be initiated, concurrent with
lifestyle intervention, at the time of diabetes diagnosis.
Metformin was chosen for initial therapy because of glycemic efficacy, absence of
weight gain and hypoglycemia, general tolerability, and favorable cost.
STEP 2
Aggiungere SECRETAGOGO o GLITAZONE o
INCRETINA o INSULINA, se inadeguato
controllo glicemico, o se HbA1c iniziale molto
elevata.
Glucose dependent
insulin secretion
Somatostatin
secretion
Glucagon Hepatic
secretion glucose
output
Ørskov et al. Endocrinology 1988;123:2009–2013. Drucker et al. Proc Natl Acad Sci USA 1987;84:3434–3438.
GLP-1: azione sulle beta-cellule
Miglioramento funzione beta cellule
• Stimola il rilascio di insulina glucosio-dipendente*
• Promuove la biosintesi di insulina e stimola la
GLP-1 trascrizione del gene dell’insulina **
• Migliora la risposta delle beta-cellule al
glucosio**
• Aumenta l’espressione di mRNA per la
beta cellule glucochinasi e per il Glut-2
pancreatiche
Effetti sul turnover delle beta cellule
• Promuove la proliferazione delle beta cellule***
• Riduce l’apoptosi delle beta cellule**,***
Metformina-secretagogo-glitazone
Metformina-secretagogo-incretina
2° STEP:
aggiungere alla Metformina ( o all’altro primo farmaco usato)
un secondo farmaco (Sulfonilurea,Glinide, Glitazone, Gliptina,
Analogo GLP1, Insulina basale), tenendo conto delle
caratteristiche del paziente e della molecola ma privilegiando,
come primo tentativo i farmaci a minor costo.
3° STEP:
aggiungere una terapia con boli di insulina
PERCENTUALE DI SOGGETTI CHE RISPONDONO ALLE DIVERSE
STRATEGIE PER PREVENIRE O RALLENTARE L’INSORGENZA DI
DIABETE MELLITO TIPO 2
FDPS: Finnish Diabetes Prevention Study group NEJM 2002;346:393-403 Circulation 2003;107:1291-1296
DPP: Diabetes Prevention Program BMJ 1995;310:555-559 J Hypertens 2003;21:1563-1574
JAMA 2001;286:1882-1885 Clin Med 2003;3:470-474
PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE NEL PAZIENTE DIABETICO
Antiaggreganti
Statine
Antipertensivi